Caro Angelo, la tua idea mi ricorda le idee di Dawkins, e ti ringrazio per la risposta. Purtroppo la politica non ha la minima considerazione per gli istinti delle persone, al politico, incluso il filosofo politico, interessa comprendere e utilizzare le capacità delle persone (inclusi gli istinti) per creare e disporre un qualche tipo di regime politico. Tuttavia la tua idea è interessante: ricordi, giustamente, che siamo animali con un complesso apparato culturale. Noi interagiamo all'interno del nostro ambiente coi nostri simili per ottenere vari tipi di risorse e relazioni - lavoro, sesso, cibo, benessere, soddisfazione - come fanno gli altri abitanti della terra. Ma, a differenza degli altri animali, noi siamo in grado di controllare, addirittura reprimere, alcuni istinti di base - pensa solo alla repressione degli istinti sessuali presso alcune culture. La politica, al pari di altre ideologie, ha bisogno di forme culturali complesse per svilupparsi nei sistemi sociali. Perciò la condivisione di un sistema etico è una condizione necessaria a qualsiasi tipo di regime politico, incluso l'anarchismo. In più l'uso di forme di comunicazioni non convenzionali, tipo alzare la voce e insultare, al di fuori dei loro contesti culturali, sono da considerarsi in contrasto con gli interessi individuali di chi le usa. Non vedremo mai una persona civile agire in maniera incivile per avere ragione su un'altra persona. O non vedremo mai un prete bestemmiare per convincere un fedele a rispettare le regole religiose. La maschera della società, la nostra identità, di tanto in tanto vacilla, e mostriamo disprezzo senza mostrare la minima "grandezza". Schopenhauer, per esempio, disprezzò Hegel e la sua filosofia all'interno dell'opera Il mondo come volontà e rappresentazione, ma associò il suo disprezzo alla creazione di un nuovo sistema filosofico; dimostrò la sua superiorità - è una superiorità relativa - attraverso la stesura di un'opera. La maggior parte delle persone non scriverebbe mai un libro di 800 pagine per disprezzare qualcuno e dimostrare qualcosa. In genere il disprezzante - disprezzante è colui che disprezza e disprezzato è colui che viene disprezzato dal disprezzante - non richiede il riconoscimento di una propria superiorità presso altri, ma tenta di appropriarsi della superiorità solo per mezzo del disprezzo, come se non esistessero altri mezzi, oltre al disprezzo, per ottenere una qualche superiorità sul disprezzato. Avere ragione su altri è sempre una bella soddisfazione personale, però dev'essere dimostrata in qualche modo. Mandare a quel paese le persone non ci rende "migliori" di loro. Pare quasi un bluff, una menzogna verso le proprie capacità e verso le capacità dell'avversario.
Potrei anche condividere, in linea di principio, la tua idea di egoismo biologico, di darwinismo sociale - non riesco a dargli una definizione esatta -, ma io ho bisogno delle opinioni di uno psicologo affermato. Ahimè.
Ti ringrazio e ti saluto.