Ciao a tutti!
Mi sono appena iscritto su questo forum e spero di non avere sbagliato sezione in cui esporre il mio problema.
Premetto che sarà una lettura piuttosto lunga ma spero che qualcuno di voi abbia voglia e tempo di leggere e, spero, consigliarmi qualcosa...o quantomeno darmi una spiegazione logica perché davvero non so più che pensare.
Inizio dal principio:
Circa 4 anni fa ho perso il mio migliore amico. Era negli alpini, in missione in Afghanistan e purtroppo conosciamo tutti le conseguenze delle nostre fantomatiche "missioni di pace".
Comunque...sono stato malissimo per oltre un anno: i primi 5/6 mesi scoppiavo a piangere improvvisamente, senza riuscire a fermarmi finché le lacrime non finivano. Poi ho iniziato ad andare spesso a casa Sua, facevo compagnia alla madre, alle sorelle, stavo con loro ore ed ore e...contrariamente a quando pensassi, invece di migliorare il mio umore peggiorava sempre di più ogni volta. Poi ho iniziato a fissarmi sulle foto, le guardavo e sentivo una stretta al cuore che mi faceva star male per giorni e giorni. Poi è arrivata la rabbia: me la sono presa con i Suoi colleghi, con Dio, con lo Stato...sono arrivato perfino ad arrabbiarmi con Lui per aver scelto quella vita quando invece avrebbe potuto avere mille altre possibilità. Poi...dopo più di un anno...improvvisamente ho smesso di piangere, di essere arrabbiato, di andare così spesso a casa Sua.
Lì per lì non me ne sono preoccupato, perché ho pensato che semplicemente tutto quello che mi era successo, fosse il mio modo di sfogare il dolore.
Sedici mesi fa ho perso anche la mia nipotina di 18 anni: purtroppo un tumore se l'è portata via dopo averle fatto soffrire le pene dell'inferno per oltre sei anni. Quando il 13 Giugno la madre mi ha chiamato per dirmi che non avrebbe superato la notte, sono rimasto di sasso! L'avevo vista l'ultima volta un paio di settimane prima, prima che partisse per Milano dove avrebbe dovuto provare l'ennesima cura...quella che avrebbe dovuto farla star meglio. Ho sofferto...ho sentito una fitta al cuore, allo stomaco, mi è mancato il fiato. Non sono nemmeno andato a trovarla in ospedale come invece hanno fatto decine e decine di parenti, amici, semplici conoscenti per salutarla un'ultima volta. Cinque giorni dopo...la mia nipotina non c'era più...andata per sempre.
Ho pianto, ho urlato, ho anche bestemmiato e imprecato...parole mai usate prima in vita mia, parole che ora non sarei nemmeno capace di ripetere tanto il ribrezzo che provo solo al pensiero di averle pronunciate!
Ho pianto come un matto per tutta la veglia funebre, per tutto il funerale, e fino a un paio di mesi dopo...me la sono di nuovo presa con tutti, con i medici soprattutto, con me stesso per non essere andato a trovarla un'ultima volta...insomma con tutto ciò che mi capitava a tiro.
Poi deve essere scattato qualcosa in me...perché ad un certo punto ho smesso di soffrire; così...di punto in bianco, un giorno all'improvviso non ho sentito più niente.
So che lei è morta, lo so che non potrò rivederla mai più, so di aver sofferto tantissimo, insomma non è che ho un'amnesia e non ricordo, so tutto...eppure non provo nulla!
Anche adesso, mentre scrivo tutto questo non sento niente: nessuna emozione di nessun tipo. Non ho dimenticato il Suo volto e nemmeno la Sua voce, guardo tranquillamente le Sue foto, parlo di Lei (ovviamente) al passato, ricordo quello che abbiamo passato insieme, ma "non sento niente". Solo quando penso al giorno in cui ricevetti la notizia qualcosa si smuove ma comunque non più di tanto, non per più di un secondo...poi ritorna il nulla assoluto.
Ecco, questo è il mio problema. Non riesco a capire come sia possibile aver "dimenticato" il dolore, non riuscire a piangere...anzi non sentirne proprio nemmeno il bisogno. Voglio capire cosa può essere successo perché quando penso al mio amico morto in Afghanistan provo ancora quasi lo stesso dolore di allora, mentre quando penso alla mia nipotina non sento nulla.
Mi spaventa il non provare niente...mie sento...vuoto...
Ovviamente la Sua morte mi ha provocato altri problemi ma ve ne parlerò più avanti; preferisco affrontare un problema alla volta!