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turbociclo

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messaggi di turbociclo

  1. Io non sopporto più la gente che vive come se fossimo in messico all'ora della siesta, non so viaggio a un altra velocità e non sopporto ostacoli dovuti a gente che scalda la sedia...

    Io non posso dirlo, mi sento un poco messicano anch'io... :lazy: Penso pure che il lavoro sia in fondo una gran condanna per l'uomo...almeno come è organizzato oggi...

  2. Certo, quello che attira più facilmente sono i modi spigliati, la risata facile, la falsa estroversione...le persone invece più riflessive e sensibili spesso non sono comprese. Un'idea ce l'avrei, perfino banale. Non è che ami particolarmente internet, che presenta anche lati negativi, però delle amicizie che partono dalla tastiera possono evolvere in modo soddisfacente e bello poi conoscendosi di persona. Scrivere dà modo di riflettere meglio, di parlare più liberamente, scoprire punti in comune che non si noterebbero da contatti veloci. Poi ovviamente rimangono cose da verificare di persona, ma mi sembra un approccio morbido, un qualcosa che può andare per gradi. Non so cosa puoi pensarne tu e gli altri... Un caro saluto Maurizio

  3. mauri' , per curiosita' , ma quando vi assorbite nel vostro pensiero perche' emanate

    del suono dalle vostre bocche? e' concentrazione, liberazione oppure

    volete controllare il respiro?

    Di solito alla fine degli esercizi yoga si fanno solo esercizi di respirazione e di concentrazione per rilassarsi. L'unico suono (mantra) che a volte pronunciamo è l'AUM (l'OM, a ed u sembrano unirsi in una O). Si tratta del suono della vibrazione primaria alla nascita dell'Universo, io lo ascolto in situazioni di assoluto silenzio, ad esempio in alta montagna. E' difficile descriverlo, lo sentivo fin da piccolo, allora non c'erano tanti rumori di fondo. Somiglia a un ronzio sottile ma profondo, sembra essere posto dentro e fuori di te...

  4. Tranquillizzati. Io tantissime volte osservo il mio corpo e NON mi riconosco, in questa massa di carne. Mi chiedo dove sono veramente, penso che il fisico sia solo un involucro. Solo che mi stranisco parecchio...mi interesso di buddismo, yoga e zen da quasi 30 anni, credo nella reincarnazione, nell'esistenza di un'anima e in tante altre belle cose, ma contraddittoriamente ho ancora assai paura della morte e delle malattie...

  5. Io in genere non ho paura di mettermi in discussione, anche se purtroppo soffro di ansia, attacchi di panico, depressione ed ho centomila altre paure. Ricordiamoci poi che le persone veramente egoiste, arroganti, arriviste e senza scrupoli sono proprio quelle che non si mettono mai in discussione. L'importante è non esagerare nel mettersi in discussione, va a proprio svantaggio. Affermate davanti allo specchio e guardandovi negli occhi:

    IO MI AMO E MI ACCETTO COSI' COME SONO

    IO MERITO DI ESSERE AMATO/A

    IO SONO UN ESSERE MERAVIGLIOSO

    Il pensiero positivo può essere utile a cambiare noi stessi...

    (Forse la seconda frase non mi persuade del tutto).

    Altre affermazioni da ripetere ogni mattina davanti allo specchio:

    Lascio andare lo schema mentale che è dentro di me e che crea questa condizione.

    Sono pronta e disponibile ad accogliere più umorismo nella mia vita.

    Mi perdono per ogni cosa, per tutto. Accolgo l'umorismo nella mia vita e la rendo più leggera.

  6. - Il mio cane e' cosi' intelligente che tutte le mattine mi porta il Corriere della Sera! Ma lo fanno in tanti! Si'... ma io non sono abbonato!

    - Ho visto gatti neri rincorsi da cani razzisti.

    - Cosa dice un cane davanti ad un albero di Natale? Finalmente hanno messo la luce ai cessi!

    - Pierino, smettila di cercare il gatto e vieni a mangiare lo stufato di coniglio!

  7. Personalmente non toglierei a nessuno la libertà di giudizio, ovviamente tenendomi la libertà di criticare ferocemente quel giudizio. Per cui...se qualcuno mi dà dello str... padronissimo di farlo e io di rispondergli a tono, ma perché dovrei sentirmi male per un giudizio esterno che considero sbagliato? Perché dare questo immenso potere magari ad un estraneo? Certo, se il giudizio viene da una persona a cui tengo mi provocherà dolore, è umano che ciò accada. Ma in quel caso si può discutere.

    Insomma, un grande filosofo diceva che "non esiste peggior tiranno dell'opinione che ognuno di noi ha di se stesso". Nessuna opinione è la cosa migliore.

  8. ciao Turbo... però scusa, quindi se ti do dello xxxxx non ti incaxxi perchè non lo sei? Invece se ti incaxxi vuol dire che sei stronz.o davvero? E specchio riflesso no?:D: ( non tu eh, era solo un esempio)

    Dai... Un insulto rimane tale al di là della capacità della persona di ignorarlo.

    Mah...io sarei fedele a Lucio Battisti, quando canta che "quel che brucia non son le offese..." :cool:

  9. Se a me danno del fro...ehm, dell'omosessuale e io non lo sono, non me ne può fregare di meno. Se a me danno dell'omosessuale e in effetti lo sono, ma me lo vivo con tutta tranquillità, altrettanto ovviamente me ne frego di quello che dicono. Se a me danno dell'omosessuale ed io non sopporto la mia stessa omosessualità, beh, allora è lì che nascono grossi problemi... :unknw:

  10. Qualche consiglio per smetterla di dipendere dal giudizio degli altri e diventare più indipendenti e liberi? vorrei smetterla di pensare al giudizio degli altri in ogni momento , cosa fate quando siete in imbarazzo per cercare di sciogliervi un po' ?

    Pensa semplicemente che quando qualcuno ti dà un giudizio negativo e tu ci stai male, non è per il giudizio altrui, ma per il tuo giudizio personale su te stessa. Perdonati, accettati così come sei. Sappi che non si può mai essere simpatici a tutti; chi lo è vuol dire che è senza carattere.

  11. Salve! mi sono sempre chiesta qual'è il limite in base al quale alcuni tratti(cognitivi,comportamentali) sono considerati normali mentre altri patologici.

    Ad esempio perchè tra due persone introverse ad una viene "diagnosticata" solo timidezza mentre ad un' altra qualcosa di patologico?

    Oltre i sintomi(nel caso di una malattia) cosa si osserva?

    Grazie :Batting Eyelashes:

    Per me la patologia sorge semplicemente quando il problema psicologico ti rende inabile a condurre una vita "normale". Per normale intendo poter lavorare, avere una casa, dei rapporti sociali. Insomma, la propria autonomia. Se puoi essere autonomo, sarai pure "patologico" quanto ti pare, ma vivi...

  12. Lo credo anche io...purtroppo ci sono persone che cercheranno sempre di demolirti, di renderti debole...ed è proprio questo il mio problema, non riuscire ad essere più forte di loro.

    Ciao! Sono un bambino di 60 anni mai cresciuto, posso solo dirti che la cosa peggiore non sono quelli che ti "demoliscono", ma tu che demolisci te stesso. Chi ti vuole rendere debole è un vampiro sociale, evitalo, impediscigli di farsi del male. E di farti del male, fino a che non sarai in grado di ignorarlo, sic et simpliciter...

  13. Turbociclo! Ma tu credi davvero che si possa trovare una strada verso Dio e verso l'assoluto

    se non sappiamo nemmeno cosa abbiamo dentro? Se la tua capacita' di provare sentimenti e' bloccata

    e non riesci nemmeno ad amare gli umani che ti stanno intorno, come fai ad amare Dio?

    Comunque si dice che tutte le strade portino a Roma...

    Per me non c'è differenza fra amare gli altri e amare Dio. Noi tutti siamo una piccola parte di Dio, Dio è presente in ogni luogo in modi e livelli diversi. E' vero, tutte le strade portano a Roma, io sono fortunato perché ci sono nato...eheheheh!

  14. Scusa se mi intrometto, solo per dire che secondo me un buon modo per uscire dalla depressione è quello di sentirsi utili agli altri, potrebbe trattarsi di volontariato come di qualsiasi attività che porti benefici concreti al prossimo. Importante è distogliersi da se stessi e dai propri problemi personali.

  15. Della bioenergetica ne ho sentito parlare, in effetti mi incuriosisce assai. Credo sarebbe una bella

    esperienza da provare. Perche' non hai piu' continuato? AL contrario, se l'analisi non ti ha portato

    benefici, perche' ci sei rimasto cosi' a lungo?

    Non continuai perché nel frattempo avevo trovato risposte assai più soddisfacenti nel praticare yoga e nello studio con altre persone della spiritualità orientale e non. Come si suol dire, in fondo cercavo...Dio, l'Assoluto. Cercavo il profondo di me. Cercavo una strada diversa dalla mente. Ogni due tre anni in effetti cambiavo tipo di analisi ed analista, quando sentivo che da una esperienza avevo ricavato tutto quello che potevo ricavare (assai poco).

  16. Caro Turbociclo, credo che veniamo da due esperienze terapeutiche completamente diverse. Io in 3.5 anni di terapia non

    ho mai sentito il mio terapeuta propormi di fare qualcosa. Ne mai mi ha dato un consiglio, nemmeno se esplicitamente

    richiesto. Pertanto per me l'affidarsi ha consistito esclusivamente in una esperienza emotiva, in altre parole gli ho

    affidato il mio cuore per intero con tutti i carichi di amore, odio, passione e disperazione che c'erano dentro.

    Cosi' facendo mi sono riconnessa ai miei sentimenti, i miei bisogni affettivi sono stati legittimati.

    Ma solo reimpossessandomi della capacita' di soffrire sono riuscita a venire fuori dalle dipendenze.

    Adesso, se anche mi viene la tristezza al pensiero di dormire da sola, sono perfettamente in grado di

    affrontare questa tristezza senza il bisogno di riempirmi il letto con qualcuno pur che sia.

    Certo, sto attraversando una depressione nera nera nera, ma inizio ad intravedere la luce in fondo al tunnel....

    Ne sono sinceramente contento. Sono anche convinto che l'analisi debba rivolgersi parecchio alla pratica, i bei discorsi e rivangare il passato lasciano un po' il tempo che trovano. Quando parlo di pratica parlo di strategie da adottare nelle difficoltà, forzare DOLCEMENTE se stessi per fare quei passetti graduali che aiutano a vivere e non a sopravvivere. Cosa fare concretamente, insomma. Perché lo sforzo crea l'abitudine, l'abitudine diventa il tuo destino. In questo dovrebbe essere di aiuto l'analista, secondo me, ormai è fuori moda...far rivivere i traumi passati. Io purtroppo non ho ancora superato la mia angoscia di morte, e purtroppo mi ci avvicino per motivi di età. Oggi a scuola ho così scritto questa poesia:

    MORS

    Presente sei

    nel flusso inconsapevole

    della strada percorsa

    Nel vano parlare

    che cela eternamente

    un sottile disagio

    Così, indaffarati

    senza nulla da fare

    ci lasciamo inseguire

    con finta indifferenza

    con la mondana fretta

    di chi ha perso il riposo

    Ed alla fine

    occhi sbarrati

    sul comune prodigio

    su quel nero miracolo

    che sembra -sì- perderci

    ma forse -chi lo sa-

    ci farà ritrovare.

  17. Infatti sono l'attaccamento e il desiderio le cause principali del nostro star male, non occorre ricorrere al buddismo per notarlo. L'attaccamento al terapeuta è solo un logico corollario alla tendenza in sé per la dipendenza affettiva. Ma riguardo queste cose qui si sono scritte migliaia di pagine, io cosa mai potrei aggiungere? Il potere del terapeuta è paragonabile a quello del guru in una setta, quando la persona è troppo debole o l'analista non è onesto.

    L'analisi a volte rischia di aggravare il male per cui a lei ci si era AF-fidati. In tanti anni di analisi personalmente ho corso il pericolo opposto: quello cioè di praticarla troppo sfiduciato e spesso demotivato, per cui gli effetti non erano mai quelli sperati. Adesso, nel mio piccolo consiglierei quel tipo di analisi che presuppongono anche una parte pratica di sblocco, in primis la bioenergetica, che praticai per tre anni negli anni '80.

  18. Non si esce mai del tutto fuori dalla dipendenza, meglio accettare dentro se stessi questa cosa cercando le opportune strategie per migliorarsi e rendersi più indipendenti. Io sto peggio quando mi dispero, ad esempio, di non riuscire a dormire da solo.

    Sostengo che occorra assolutamente FIDARSI del proprio analista, altrimenti si è scettici su qualsiasi cosa ti proponga. La differenza fra FIDARSI e AFFIDARSI sapete dove sta? Se il mio analista mi propone certe cose, io mi fido e provo a fare come dice. Se i risultati sono negativi, dico all'analista che forse occorre provare con qualcosa di diverso. Ma se io invece di FIDARMI mi AFFIDO, allora il risultato è che mi colpevolizzo per non aver ottenuto buoni risultati, mi sento in colpa verso l'analista, mi percepisco più incapace di prima e anche l'analisi va a farsi fott... Mai AFFIDARSI.

  19. Un bravo terapeuta ti insegna le strategie per AFFIDARTI a te stesso, in effetti. E' un lavoro sul filo del rasoio, nel quale si corre ogni momento il rischio della dipendenza. Personalmente, dopo 15 anni di terapie diverse, capii che il mio problema dovevo affrontarlo in modo ben diverso che con terapie che agiscono solo sulla mente.

  20. Dovrei dunque affidarmi?? :icon_neutral:

    Assolutamente no (secondo me). Occorre assolutamente affidarsi a se stessi e comunque fidarsi di qualcuno. Nessuna delega per la nostra vita! La fiducia è quella che si ripone in un amico, se tradisce questa fiducia ci starai male ma continui a vivere, proprio perché non sei arrivato al punto di "affidarti".

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