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kinapsy91

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messaggi di kinapsy91

  1. Il 5/12/2016 at 20:13, giovanni123 dice:

    Ciao, mi chiamo Giovanni,sono un ragazzo di 12 anni che sta passando un momento difficile,ora vi spiego: vado male a scuola,non ho veri amici,la mia famiglia non mi vuole tanto bene, mio papà mi calcola poco e faccio schifo nel mio sport, il basket. ho paura a suicidarmi perchè io voglio bene alla mia famiglia anche se non mi vogliono. 

    PER FAVORE DAMMI CONSIGLI

     

     

     

     

    Ciao Giovanni, 

    non hai nessuno accanto a te con cui parlarne? Amici, parenti prossimi? 

    Parlarne con qualcuno a voce potrebbe farti sentire capito maggiormente, piuttosto che dietro ad uno schermo. 

    Quali consigli potrebbero aiutarti? In cosa senti di aver bisogno?

     

    Veronika

     

  2. Il 20/11/2016 at 22:18, Ema dice:

     

     volevo capire da chi ha deciso di vivere da solo "come fa". Almeno potrei capire quanto è facile "mettersi il cuore in pace".

    Ciao!!!! 
    Io vivo da sola da tre anni, ti posso assicurare che non è difficile come sembra; soprattutto se si vuole parlare del discorso "evitare di avere relazioni prive di sentimento". 

    In ogni caso dopo due anni mi è stato regalato un cagnolino, e anche se l'impegno è notevole, tiene davvero molta compagnia!!! =)

  3. Il 9/11/2016 at 14:03, evirac dice:

     

    è una cosa che mi dicono anche le persone che mi vogliono bene, per questo ho evitato di raccontare i nostri problemi a mia madre. Mi sembra di soffocare in quese incertezze, per paura di soffrire ancora, faccio cose che non avrei mai fatto prima, dico cose mai dette. Ma lo amo da impazzire, vivo per vedere il suo sorriso, farei di tutto per lui. Qualche giorno fa, dopo l'ennesima discussione per le nostre diversità, avevo nella mente il coltello da cucina, anche quando siamo scesi e abbiamo di nuovo discusso, mentre lo asciugavo una parte di me voleva farla finita, e ancora ci penso. Vorrei che qualcun altro mi uccidesse mentre cammino, vorrei essere investita, perché io non ho il coraggio di fare nemmeno quello. Non lo faccio per paura di essere dimenticata, per non dargli problemi, e perché mia madre non si merita un dolore simile... Ma ci penso, e mi chiedo sempre se sarò capace di prendere le decisioni giuste, di vivere la mia vita senza il cuore che mi batte a mille facendomi così male all'anima.

    Scusate lo sfogo, sono a letto e tutto è così buio, odio la mia vita.

    Non hai nessuno con cui condividere questi momenti? Parla con tua mamma, lasciati aiutare da lei. Cerca di non isolarti, altrimenti tutto questo dolore, queste sofferenze, queste incertezze si amplificheranno! Nessuno è solo! 
    Ed in ogni caso ti consiglierei un sostegno psicologico professionale, il quale possa aiutarti a mettere chiarezza ed amare te stessa con maggiore autostima! 

     

     

  4. 10 ore fa, Desiree dice:

    Si.... e aggiungerei trovare una scusa per non affrontare la vita, sorridere e ttrovare una scusa per non sorridere

    Sono lucida...a tra il dire e il fare 

    Cosa ti fa dire "sono lucida ma tra il dire e il fare"? cosa ti spaventa?

  5. 2 ore fa, KeM dice:

    A volte porta mia figlia in una stanza con la scusa di farle vedere un gioco .. sono tutti tranquilli al di fuori di me che mi sento assalire da una brutta sensazione..quindi quando ci troviamo con la famiglia di mio marito mi trovo sempre a dover avere mille occhi . Io non ho mai lasciato mia figlia alla nonna paterna e marito per questi motivi.vorrei capire come interagire con mia figlia in questi casi..

    Personalmente, visto l'ètà molto piccola della bimba, io riterrei opportuno interagire con questa persona... 

  6. 17 ore fa, Desiree dice:

    1 giorno senza cercarlo ... 

    Dopo 4 anni... solo un amicizia ...fatta di corrispondenza ...sfiorata in niente.

    Non ha mai voluto incontrarmi fuori dal contesto ...in cui eravamo 

    Ho pensato che fossi inadeguata...rifiutata  ...ho smesso di mangiare finendo per crearmi dei disturbi..

    Mi sono ripresa...e adesso per la prima volta ne sto parlando...chiedendo aiuto

    Ho tutto quello ...che si può  desiderare...lavoro..casa e un compagno...ma quella presenza mi era entrata nella mente... 

     

    Forse non hai esattamente quello che TU desideri...

  7. Il 10/9/2016 at 22:50, selfharm dice:

    non so che cosa dire se dovessi parlare di me..non ho davvero nessuno e solo solo come un randagio, passo 24 h su 24 chiuso in casa, non ho mai avuto amici, né ho mai avuto esperienze particolari (per esempio ora va molto di moda fare lavoretti all'estero e avere molte esperienze nei posti che si visitano)..a peggiorare le cose una casa che altro non è che un piccolo appartamento di neanche un centinaio di metri quadrati in un palazzo in un quartiere popolato perlopiù da vecchietti con una chiesa che fa suonare le campane di continuo e persino processioni e preghiere cattoliche scritte sulla strada..ovviamente è come se fosse un monolocale e praticamente condivido ogni spazio con i miei, che stanno o davanti la camera o nella stanza attaccata..per chi dice a chi si lamenta 'pensa ai bambini in Afghanistan' ecc. vorrei che capitasse in questa pagina e vorrei vedere se troverebbe il coraggio di dirlo qua..ovviamente sono sull'orlo dell'esaurimento nervoso e ho continuamente pensieri negativi su di me, sul mondo e sulla vita schifosa che mi è toccata.. 

    Ciao! Tu cosa provi a fare per cambiare questa situazione?

     

  8. Il 31/10/2016 at 18:55, evirac dice:

    lo amo e sogno una vita felice con lui

    Sinceramente, da come ne parli, non sembra un rapporto molto sano. Il consiglio di @Desiree è molto saggio! Inizia a vivere la vita prima di tutto per te stessa! Sei ancora giovanissima, è tuo diritto avere la possibilità di realizzarti a prescindere da lui, poter dire prima di tutto "amo la vita, nonostante la presenza di quell'uomo". 

    Parti da te stessa...

  9. 1 ora fa, KeM dice:

    Buongiorno a tutti, sono nuova del forum e  scrivo per chiedere un consiglio . Ho una bimba di quasi due anni che amo più di me stessa. Purtroppo in famiglia c'è una persona che desta sospetti a me ed al mio compagno per come si rapporta con mia figlia fin da quando è  nata. Io sono sempre molto attenta a ciò che fa,  capita in brevi attimi di distrazione che lui cerchi di allontanarsi con la bimba. Non essendo parente stretto e trattandosi del marito di mia suocera , il mio compagno non si sente di parlare direttamente con sua madre per chiarire questa situazione che ci crea particolare nervoso e disagio. Vorrei interagire con mia figlia per cercare di tenerla lontana da questa persona ma è  ancora troppo piccola.  Mi trovo a volte ad affrontare questa situazione da sola che non so come risolvere..

    Ciao,

    la situazione sembra molto delicata. Avete qualche sospetto? In che modo lui cerca di allontanarsi con la tua bimba? Come crea questa opportunità?

     

  10. Il 19/10/2016 at 15:15, evirac dice:

    Salve a tutti, sono nuova qui, mi sono iscritta perché in questo momento mi sento così sola.

    Sto da più di due anni col mio ragazzo conosciuto all'estero, e lui è l'unica ragione per cui sono rimasta dopo quella che doveva essere una breve esperienza. Dopo un anno abbiamo avuto forti crisi, per via del suo comportamento scorretto, ovvero ho scoperto che ha mantenuto e creato contatti con altre donne. Dopo la scoperta è iniziato il calvario, nonostante lui mi abbia detto piangendo di aver capito di voler stare solo con me, e che lo rendo felice come nessuna... momenti di felicità immensa, alternata a momenti bui causati dai brutti pensieri. Uscendone abbiamo deciso di andare a convivere, e dopo un lungo percorso pensavo che il rapporto fosse tornato più forte di prima. La ricerca della casa non è stata quasi mai frenetica, e fra viaggi di entrambi, vacanze insieme e problemi al lavoro, gli ho dato tutto il tempo necessario, e da parte di entrambi ci sono sempre stati riferimenti al futuro insieme. Ma la ricerca è sempre stata più che pratica teorica, nel senso che lo dicevamo ad amici e parenti i, ma niente di fatto. 

    La situazione qui dove vivo si è fatta pesante. Vivo col proprietario, una persona estremamente sporca e disordinata che ultimamente ha cominciato a invadere i miei spazi. A cuore aperto gli ho detto dell'urgenza di iniziare a cercare più seriamente, che è il momento giusto per andarmene perché non vivo più serena così, e ormai sento il naturale bisogno di svegliarmi insieme a lui. La risposta è stata: "Non sono pronto", "Voglio stare da solo". Mi sono arrabbiata, ho pianto, e stufa dei suoi monosillabi ho preso ciò che potevo raccogliere e sono uscita da casa sua dicendogli di non toccarmi se le sue intenzioni sono queste. 

    Mi ha seguito mentre camminavo, dicendomi che non lo pensava veramente, che senza di me è perso, ma che ha paura di deludermi vivendo insieme, e che vada male.

    Mi dice che inizierà a cercare seriamente, che anche un monolocale andrà bene per noi, che a me tiene tanto e vuole stare con me, ma il mio parlare di voler figli in futuro lo spaventa perché non si vede come padre.

    Mi sono convinta a salire, e la scena è stata poco meno penosa della prima, sempre con me che parlavo mentre lui non si esprimeva se non lo pregavo di dirmi cosa pensasse. Piangevo e me ne volevo andare, lui mi ha chiesto di rimanere e mi ha abbracciato durante la notte.

    Come faccio a credere che parole così forti siano dette senza una vera convinzione? Ho 25 anni, lui 36, e sono stufa di fare la pendolare per passare ogni attimo libero con lui, tagliando il tempo anche alle poche amicizie create qua. Non so se poter sperare ancora in un futuro insieme a lui che potrebbe essere la gioia della mia vita, non so se giustificarlo, ne' condannarlo, so che tiene a me ma non mi basta più dopo i sacrifici fatti... Vi prego aiutatemi a capire.

    C. 

     

    Ciao. Posso farti una domanda? Tu per quale motivo stai con lui? 

  11. 58 minuti fa, lunapiena8 dice:

    no, spiegavo, tranquilla.. si, ne parlo già ma non posso affrontare una terapia da privato perchè non ho la possibilità economica.. sarebbe un percorso lungo... so già sbrogliare da mè punti oscuri e difficili..ma il punto è modificare la mia intera vita. Con lui ci ero riuscita..stavamo bene. ora son piombata di nuovo nello sfacelo emozionale e pragmatico...un inferno di vita

    Non sarebbe più carino riuscire a modificare la propria vita a prescindere dall'altra persona? Fare in modo che quella persona si un plus? Non meriti di stare bene anche da sola? 

    La terapia privata non è così lunga, dipende come la affronti e da quanto sei sincera con te stessa; i consultori, se non erro, dovrebbero garantire un servizio gratuito, inoltre Massimo Recalcati ha fondato questa associazione http://www.jonasonlus.it/, prova a darci un'occhiata, magari ti è comodo come città e ed istituita per chi non può avvicinarsi alla terapia per ragioni economiche. 

  12. 1 ora fa, Gazza dice:

     L'unico per cui, a mio parere, è concesso e giusto anche abbandonare le persone che amiamo se con loro non abbiamo la possibilità di procreare. O dobbiamo sempre nasconderci dietro a ragionamenti del tipo "non sono adatta a fare la madre/il padre" o "non voglio avere figli perché il mondo che gli lasciamo è troppo brutto"? 

    Dal mio umile parere ritengo che il nostro unico scopo sia vivere la vita al meglio, in maniera serena e consapevole per se stessi

    Poi, se raggiunto questo traguardo che assicuro non essere così scontato, il secondo potrebbe essere quello di condividere la propria meraviglia interiore con un altro Essere, il quale potrà certamente essere un figlio. Non si dovrebbe vivere in funzione di avere un bambino, non si dovrebbe pensare a se stessi come un'incubatrice vivente pronta ad azionarsi al momento giusto stabilito da convenzioni sociali. Non tutti sono spinti unicamente dal bisogno di fare figli, ed essere in grado di ammettere "non sono in grado di fare la madre/padre", "non voglio avere figli perchè il mondo che lasciamo è troppo brutto" lo trovo molto più nobile di chi fa figli per accontentare qualcuno/qualche convenzione sociale per la quale è nostro compito procreare. A volte è meglio dichiararsi inadatti/non pronti/non desiderosi, che contribuire a crescere una futura persona in un ambiente insano. Ma questo è sempre un parere personale...

  13. 2 ore fa, utente129 dice:

    Puoi spiegarti meglio per favore?

    Nel senso che tu affermi di aver paura sia di non averlo che di averlo, nonchè di perdere lei.  

    Lei, da ciò che dici tu, crede che se lo cercaste e ciò non produrrebbe risultati, la lasceresti "per non chiuderti una porta". 

    Questo sentimento di paura è amplificato/determinato dal fatto che la situazione clinica degli ultimi due mese della tua compagna sia peggiorata. 

     

    Vista esternamente, senza conoscere null'altro della vostra vita, questo è ciò che appare a me.

    Ovviamente non è detto che sia corretta la mia visione, esprimo sol un parere personale. 

  14. 16 minuti fa, Gazza dice:
    16 minuti fa, Gazza dice:

    Guarda, fosse una malattia ti direi che è giusto affrontarla insieme. Ma la sterilità spesso è qualcosa a cui non si può porre rimedio. E stare con una persona amareggiata e infelice perché è sterile, e che con i suoi rimpianti rovina anche la vita di chi potrebbe essere felice altrove, è un inferno che non augurerei nemmeno al mio peggior nemico. Quanto all'insegnamento che darebbe chi "abbandona" al proprio figlio è questo: ho lasciato la mia/il mio partner perché altrimenti non avrei mai potuto concepire te". Un figlio è più importante.

    L'importanza è relativa. Vi sono persone che si amano, anche senza figli. Inoltre, in casi in cui la vita sia terribile e tragica senza figli, si può pensare all'adozione

  15. 3 ore fa, utente129 dice:

    Ieri sera abbiamo parlato, lei mi ha detto che io rifuggo da tutto ciò che è "definitivo" e "per la vita". La mia è solo paura, sia di  avere un figlio che di non averlo. Lei crede che se lo cercassimo e non riuscissimo, mi dispiacerebbe e probabilmente la lascerei per non chiudermi la porta.

    Sembra che entrambi riversiate su questo bambino "la paura di...", amplificata dal fatto che vi sia una sorta di "scadenza biologica". 

     

  16. 3 ore fa, lunapiena8 dice:

    intendevo dire o, almeno, credo che inconsciamente la frase contenga questo, che credo di avere da sempre, sin dall'adolescenza in particolar modo, per cause diverse, problematiche inerenti il controllo.. come col cibo ad esempio. Dunque credo che il malessere sia dovuto anche all'impotenza che sperimento davanti a questa situazione, una condizione che non credevo sarebbe mai arrivata perchè lui era la mia sicurezza. Con ciò non credo in ogni caso di essere egoista perchè ciò che scatena la mia sofferenza è la sua-nostra mancanza non il fatto che io ora sia passata in secondo piano..

    Spero che non ti sia arrivato il messaggio "sei un'egoista", perchè non era proprio mia intenzione! Dal post, per quello che c'è scritto si può comprendere della tematica del controllo. Hai pensato di parlarne con qualcuno che ti possa aiutare? 

     

  17. 7 ore fa, utente129 dice:

     

     

    Si è vero, chi te lo fa fare se non sei convinto? Non ha senso considerarla come "tappa obbligatoria" della vita.

    Rischiamo di essere infelici tutti e "3".

    @kinapsy91 infatti "alla mia felicità chi ci pensa". Mi sento dare dell'egoista. Voi che ne pensate?

     

    Sinceramente penso che se, prima di tutto, non si stia bene con se stessi, questo implica l'essere anche in prima persona felici, non si possa stare con qualcun altro, tantomeno un figlio. Personalmente mi sembra che oggi il sano "egoismo", e vorrei poter utilizzare un'altra parola per parlare del Ben-Essere indivuduale, venga additato come un "peccato". Va bene l'altruismo, la comprensione, l'empatia ect, ma ANNULLARE se stessi per la felicità altrui mi pare alquanto assurdo e masochista. Prima o poi con una forma mentis del genere di rischia di implodere/esplodere. 

    Posso comprendere che la situazione sia molto delicata e che vi siano molte sfumature, ma pensare di star bene in prima persona, per poter star bene con gli altri (e quindi far star bene anche gli altri), per me è  imperativo, specialmente in previsione di una famiglia. 

    =) 

  18. 12 ore fa, utente129 dice:

    Hai ragione, è proprio quello che è difficile da capire.

    Mi piace la mia vita attuale ma chissà, magari fare il padre mi piace ancora di più, al di la dei dubbi che ho.

    Forse non è ancora il momento, credo che se lo volessi veramente non avrei dubbi.

    Credo che ora mi confondano ulteriormente il senso di colpa e la paura di perdere lei.

    In questa discussione sono totalmente d'accordo con Lis. 

    Non si tratta di dire le solite frasi di luogo comune, ma un figlio stravolge la vita, sia con un'accezione sia  positiva che talvolta meno. 
    Oggi avere un figlio è una SCELTA, si sceglie di assumersi tale responsabilità. 
    Al tuo posto preferirei fermarmi, prendere del tempo, rifletterci molto bene.

    Nelle ultime frasi ne parli come una scelta determinata maggiormente dal senso di colpa, un "sacrificarmi per lei e la sua felicità"...Alla tua di felicità chi ci pensa? Ha provato lei a chiedere a te quale sarebbe il tuo sogno più grande?

      Scusa tanto ma a me questi non sembrano i presupposti per mettere al mondo un bimbo ed amarlo...

    In ogni caso ti auguro il meglio!

    Un abbraccio  

  19. 11 ore fa, Guest lunapiena dice:

    Dopo una storia di convivenza e di fidanzamento magnifici (qualcuno potrebbe obiettare: lo erano sul serio? Sì, rispondo io) , decido di lasciare il mio fidanzato per un altra persona di cui mi invaghisco e che in un periodo di passaggio della mia vita, riesce a colorarmi quelle sfumature che poi troppo tardi ho capito fossero già colorate. Una storia durata sei mesi in cui mai ho smesso di pensare al mio ex e alla nostra storia, della quale mi mancava ogni singolo elemento, attimo e senso. Fino a quando questa storia termina e mi rendo conto di non aver smesso mai di amare il mio ex. Fino a quando la vicinanza che in qualche modo ci ha sempre riguardato si fa più assidua ma lui non è disposto mai a provare a perdonarmi e ri-tentare un ritorno. Nel frattempo lui conduce un'altra storia e la mia vita perde il suo senso costantemente.. per me la casa è divenuta una gabbia da quando è priva di quella condivisione fantastica, sana e perfetta che avrebbe rallegrato persino l'ultimo appartamento dell'ultimo piano di un palazzo vecchio e decrepito. Non ho più il controllo della storia -che non c'è- e sento di impazzire, pure per aver sprecato tutto quell'amore così perfetto che mi aveva messo al centro dei suoi giorni. 

    I sentimenti sono strazianti e le azioni anche.

    Ciao.... scusa la domanda, ma cosa intendi con "non ho più il controllo della storia"?

     

  20. Ciao a tutti, mi chiamo Luca e sono dell'83, ho una sorella dell'87, Valeria e una nata nel 94, Francesca.

    La situazione di cui scrivo riguarda mia sorella Valeria, che ha sempre avuto un carattere un po' particolare fin da bambina, molto scontrosa e introversa, ma la situazione è degenerata dopo la scomparsa prematura di nostra mamma nel 2004, per un brutto male.

    LEi forse è stata quella che ha sofferto di più, data anche l'età delicata, 17 anni, da quell'anno in poi non si è capito più niente.

    Ha cominciato a bere, fumare erba, e poi la situazione è degenerata con veri e propri attacchi misti di ansia e isteria, in cui può perdere anche conoscenza e esteticamente sembrano un po' quelli epilettici, ma ha fatto tutti i controlli, non sono di natura organica ma psichiatrica, li chiamano "disturbi di conversione".

    L'abbiamo portata da più di uno psichiatra, ne ha cambiati 4 o 5, ma non le stava bene nessuno, e smetteva di andarci, le pasticche che le prescrivevano ne ha sempre fatto un uso irregolare, abusandone per inscenare dei "tentati suicidi".

    Ha avuto sempre un rapporto conflittuale con tutto il resto della famiglia, specialmente con nostro padre (la cui unica colpa è stata quella di lavorare spesso fuori, essendo un capo cantiere del settore edile), e con mia zia, la sorella di mamma defunta, che, da "zitella" ha continuato a vivere con noi, e la cui colpa era quella di metterla in punizione quando la vedeva fumare e bere, non che però non abbia cercato di aiutarla, anzi)all'ultimo la situazione era cosi degenerata (spesso cercava lo scontro fisico proprio con la zia, alzandole le mani), papà ha deciso di comprarle 5 anni fa (2011) un piccolo bilocale dove potesse gestirsi da sola. Sempre coi soldi nostri eh, prende una piccola pensione di invalidità e il resto glielo diamo io e papà..

    All'inizio tutto bene, poi ha cominciato a lamentarsi che è troppo fuori mano e non servito dalla metropolitana (viviamo a Roma e le zone servite dalla metro sono troppo care, comunque i mezzi pubblici ci sono, ma a lei pesa il sedere prenderli, giusitiicandosi che la troppa folla puo farla sentir male e chiaramente per le crisi che ha non guida), non puo andare a lavoro, ecc, e ha cominciato a cercare di attirare l'attenzione di nuovo abusando di pasticche, ecc.

    Mi sonoo offerto di stare un po' con lei, durò qualche mese poi mi "ricacciò via" e tuttora chiama solo quando ha bisogno di qualcosa...

    Io per questa sorella ci ho rimesso il lavoro (troppe assenze per "salvarla" dai suoi tentati suicidi, alcuni dovuti anche ai fidanzati vari che ha avuto e che non facendocela più, la lasciavano), ci ho rimesso la mia fidanzata (con la quale ero andato a convivere e che mi ha mollato per lo stesso motivo, dicendo "vai a fare il badante di tua sorella ma non mi rompere più"), e ci sto rimettendo pure il nuovo lavoro, oltre che la salute...situazione più o meno analoga alla mia, quella di Francesca, la sorellina più piccola...di fatto ce ne occupiamo noi, perché mia zia non vuole più essere messa in mezzo, e mio padre lavora più fuori che a Roma e spesso non c'è, gli mancano ancora 5 o 6 anni prima che vada in pensione.

    In questi anni ho sopportato tentati suicidi, crisi auto ed etero aggressive, alcune molto violente (non conto più le volte in cui ho preso schiaffi o calci, una volta mi colpi in testa col mattarello e dovetti farmi mettere i punti, qualche altra volta ha cercato di mandarmi fuori strada aggrappandosi al volante dell'auto), ho girato più ospedali che discoteche o cinema e in tutti i casi di pronto soccorso, quando ho chiesto un trattamento sanitario obbligatorio me l'hanno sempre negato, le consigliavano il ricovero, quello si, ma di fatto le davano potere di firma, e lei usciva e punto e da capo.

    Un mio amico che lavora in polizia, mi ha detto molto cinicamente, che se voglio cominciare a togliermela dalle scatole, la prossima volta che alza le mani, mi faccio pestare a sangue e poi sporgo denuncia.... dati i trascorsi psichiatrici, non andrebbe in galera ma appunto in reparto psichiatrico, venendo segnalata pure come persona socialmente pericolosa" e da lì ogni volta che farebbe qualche xxxxxxx, le porte delle strutture di ricovero obbligatorio le si spalancherebbero subito...

    Io non so che fare, sto cominciando a provare una forte rabbia verso di lei, ma odio no, è sempre mia sorella, e non la vorrei vedere a girare come uno zombie dentro una clinica, sedata...ma è anche vero che per lei io e l'altra sorellina non abbiamo più una vita, e proprio a livello emotivo e di stress che ci procura questa situazione, non ce la facciamo più.

    Ciao Luca,

    comprendo la tua situazione enormemente complicata, la tua rabbia determinata dalla continua ricerca di una soluzione invana.

    Da ciò che scrivi sembrerebbe che tua sorella, oltretutto, nel corso di tutti questi anni, abbia compreso come avere facilmente la vostra attenzione.

    Credo che a tanta "forza di ribellione" bisogni rispondere con altrettanta forza.

    Tuttavia non sono a favore del ricovero ospedaliero, ho lavorato per 6 mesi in una struttura psichiatrica pubblica e le persone non diventano altro che semplici casi a cui somministrare farmaci. L'enorme afflusso e le scarse risorse non permettono un percorso di supporto psicologico personale per ogni paziente; molto personale che prende in carico l'utenza vive un lento logoramento personale determinato da orari estenuanti e poco riconoscimento della professionalità; inoltre, statisticamente parlando, sono maggiori i casi che "entrano ed escono" continuamente da questi istituti, rispetto a quelli che vengono reinseriti nella società come persone autonome.

    Questa è la mia personale, e purtroppo, negativa esperienza. Ti consiglierei prima di arrivare a questa scelta, con cui dovrai comunque convivere, di tentare ancora con psicologi, psicoterapeuti, psichiatri, assistenti sociali che siano in grado di lavorare in equipe, e fornire a tua sorella una reale e concreta possibilità.

    Per quanto riguarda te e la tua sorellina più piccola vi consiglio di iniziare a rispondere con forza, di non assecondarla, di farle comprendere e rispettare le vostre persone.

  21. "L'unica ossessione che tutti vogliono: l'amore.

    Cosa crede, la gente, che basti innamorarsi per sentirsi completi?

    La platonica unione delle anime?

    Io la penso diversamente.

    Io credo tu sia completo prima di cominciare.

    E l'amore ti spezza.

    Tu sei l'intero, e poi ti apri in due."

    [Philip Roth, L'animale morente]

  22. Eccomi qua a 35 anni suonati single da una vita con poco o niente di esperienze alle spalle, a vivere questo inferno senza via di uscita.

    Come da titolo, ho valutato l'idea che dovrò rassegnarmi al fatto che non ci sarà mai una donna a cui possa piacere / interessare e quindi viene spontaneo chiedersi "perchè continuare a cercare qualcosa che non è possibile avere? " .. sembra cosa facile da mettere in atto ma non saprei proprio dove sbattere la testa nel senso che tutto mi riporta al mio desiderio inesaudito .. cosa fare ?

    chiudersi in casa?

    uscire annoiandosi tanto per fare?

    è un gran casino .. la rassegnazione ad accettare una vita che non offrirà mai quel che si vuole non è facile, per niente facile.

    Grazie a tutti.

    Ma tu a te stesso piaci?

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