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  1. sono un giovane professionista di 29 anni, sono fidanzato da circa 8 anni con una ragazza di 4 anni più piccola di me. Rapporto sempre sereno, qualche incomprensione durante i primi anni ma ho sempre vissuto tutto con disinvoltura. Abbiamo vissuto fino ad oggi un rapporto in cui ci siamo addentrati nel tessuto quotidiano delle nostre famiglia. Ultimamente, da circa qualche annetto non so più cosa mi prenda: spesso vado in ansia, in estrema tensione quando la mia ragazza comincia ad avere giudizi su come si comporta mia madre/mia sorella/mio padre ecc. Interpreta spesso battute, gesti, regali in malomodo, come se non conoscesse la buona fede, la premura e soprattutto la bontà con la quale la mia famiglia si rapporta a lei. Non di rado è capitato, per esempio, che lei interpretasse in modo stravolto azioni e parole di mia madre. Per es. durante la laurea di mio fratello lei ha creduto che i miei genitori volessero escludere i suoi genitori dal rinfresco che avremmo fatto a casa al ritorno dall'università, invitando solo i suoceri di mia sorella. In realtà non c'è mai stata nessuna organizzazione per un rinfresco, nè tanto meno i miei genitori avrebbero mai escluso i genitori della mia ragazza (sempre invitati ad ogni occasione). Fatto sta che lei da quel giorno, dopo un tremendo litigio, decise anche di disertare la festa di mio fratello alla quale era invitata. Questo piccolo e sommario aneddoto è solo una parte di tante altre volte in cui lei ha preso a male circostanze specifiche su mia madre o mia sorella, venendomi sempre a riferire il suo disappunto (di regali che non le piacciono; di movimenti o parole di mia madre che non le garbano e così via). Lei mi ha spesso rimproverato che aiuto solo io in casa magari perchè ho accompagnato qualche volta mia sorella o mio cognato da qualche parte in auto (per loro impossibilità e sempre richiesto con garbo) e allora questo mi ha inibito nelle volte successive ad essere collaborativo in casa o a nasconderlo a lei perchè altrimenti temevo un suo giudizio critico nei miei riguardi, tipo "schiavetto di casa". A nulla valevano e valgono le mie spiegazioni per chiarire che lei si sbaglia di grosso visto che dovrebbe conoscere dopo 8 anni la natura e il carattere dei miei familiari e che certi sospetti o giudizi non sono adeguati. Fatto sta che queste non sporadiche critiche verso i miei familiari hanno cominciato ad instaurare in me una forma di tensione ed ansia. Ogni volta che lei viene a casa ho paura che qualcosa da parte dei miei familiari possa andare storta e che lei interpreti male, scatenando un contrasto tra me e lei. Mia sorella, che in questi mesi è in gravidanza (a rischio), è ricorsa anche all'aiuto e alla compagnia della mia ragazza. Tutto questo mi ha creato un forte stato di tensione perchè temevo che lei mi avrebbe rinfacciato di aver fatto da compagnia e da assistenza a mia sorella non appena avesse qualcosa da dirmi che è andato storto. E i miei timori non mentono in effetti. Solo qualche giorno fa mi ha confessato che mia sorella è un'opportunista perchè fin quando stava poco bene e non era autonoma loro si sentivano, poi dopo che ha cominciato a stare meglio e a non avere più bisogno non si sentono più via cellulare. In realtà mia sorella a casa mi chiede di organizzare anche a 4 e non è di certo la tipa che intenzionalmente non vuole più bene alla mia ragazza. Sarà un pò stonata o un pò in sovrappensiero mia sorella ma di certo non arriva a pensare così maliziosamente certe cose. Dunque, io vado in estrema ansia sempre! Prima non ero così, ero molto più disinvolto. Oggi, invece, vivo uno stato di paura che lei possa emettere ancora giudizi su gesti, frasi o altro che riguarda un mio familiare. E sto anche avendo paura del contrario: cioè mi sale l'ansia, il panico quando un mio familiare ha qualche giudizio critico che esprime nei confronti della mia ragazza. E' come se volessi che ci fosse sempre un equilibrio tra le parti, è come se volessi che nessuno, nè dall'una che dall'altra parte, si scambi giudizi critici (ancorché tali giudizi non mi riguardano personalmente). Non riesco a fregarmene, è diventato tutto più forte di me. Mentre molti amici di queste critiche della ragazza verso la loro famiglia se ne sbattono e ne ridono, io invece è come se mi sentissi ingessato. Mi sento in tensione perchè arrivo addirittura ad immaginare cosa può succedere se la domenica successiva dovesse venire la mia ragazza a mangiare a casa. Ho paura che nascano fraintendimenti, ho paura che mia sorella noti qualcosa di strano in lei, ho paura che lei noti qualcosa di sbagliato in mia sorella. Insomma un casino, ho paura di ciò che pensano ambo le parti reciprocamente tra loro. Ma non ho paura di quello che loro possono pensare di me. E' come se fossi più trascinato dai giudizi (negativi) che loro possono darsi che da quelli che loro possono dare a me. La paura che adesso sto affrontando, per esempio, oggi riguarda le feste natalizie: ho paura di come si possano organizzare i cenoni e i pranzi perchè temo che possa sorgere qualche fraintendimento sugli inviti fatti o non fatti dall'una o dall'altra famiglia, temo che i regali non possano piacere o che magari mia sorella si scordi di farlo alla mia ragazza. Non so da cosa derivi tutto questo, so solo che prima non ero affatto così. Mi manca quell'essere più menefreghista. Oggi sono diventato una persona molto pesante e questo lo notano anche altre persone. E' come se mi facessi carico eccessivamente di quello che accade intorno a me tra la mia ragazza e la mia famiglia. Faccio molto ridere forse ma avevo bisogno di sfogarmi.
  2. Perchè mi domando....devono andare cosi le cose ? Lo so, neanche mi presento e già inizio a blaterare.. beh è difficile spiegare, anche solo brevemente .. cosa prova una persona. È il presupposto necessario per continuare, se vuoi leggere questo messaggio. Scrivo qui e ora perchè tanto so che le cose peggio di così possono benissimo andare..l'esperienza insegna. I miei problemi non finiscono mai.. ..ora non voglio essere compatito, nulla di che. Voglio solo sfogarmi. Che sia chiaro, raccontare una vita non è complicato, è assurdo. In breve: Il periodo più bello in assoluto della mia vita fin ora è stata la mia Infanzia.. era tutto diverso..sorridevo SEMPRE, ero bellissimoo, non mi facevo problemi, non avevo nenche idea di che cosa fosse un problema.. a scuola ero il migliore, mi divertivo sempre, ho avuto una famiglia fantastica e degli amici che mi volevano bene..non mi mancava niente! Descrivere tale gioia per me ora, è anche difficile..facevo le smorfie in ogni foto, TUTTI mi volevano bene, mi amavano.. Un periodo pieno di ricordi felici, quasi attorniati da un'atmosfera calda, rassicurante, nella quale ero a mio agio. Beh, quello era il MIO mondo..un mondo spensierato, angelico..++++ Tenevo tutto chiuso dentro questo mio mondo..forse questo è stato un difetto.. ..non saprei..ma non ne sono convinto..( finchè si è felici da sè, in fondo, non c'è nulla di male).. Ero molto estroverso Dentro il mio habitat naturale (la mia famiglia: genitori, fratello e sorella), simpatico, educato, intelligente (me lo dicevano i miei).. Ma era molto timido il mio approccio con il mondo esterno, lontano da quell'atmosfera familiare.. è sempre stato così.. Grazie a Dio ho avuto, anche se per poco tempo, un amico con il quale riuscivo a divertirmi sempre, anche a scuola..era il mio amico d'infanzia..il migliore.. Al tempo avevo un bel gruppo di amici, venivano a casa mia e io a casa loro, ci divertivamo modestamente e non c'era nulla di male in questo.. Devo dire la verità..ho sempre avuto paura di uscire per strada o per le piazze della città.. sono sempre stato il genio della classe, il migliore, l'introverso, quello che per la sua allergia stava sempre con il pacchetto di Smile e non parlava mai..(ecco, questo pensavano gli altri di me). La situazione però era accettabile ed ero felice così. Con il tempo, però, le cose cambiarono.. Durante le medie, sono stato emarginato dalla nuova classe.. Gli amici che avevo all'elementare sono stati tutti trasferiti nelle alte sezioni, ma avevo ancora il mio migliore amico con me. Eravamo 5 maschi e forse 20 ragazze..beh io all'inizio non conoscevo nessuno.. e..loro non conoscevano me, almeno non come il mio amico di banco.. Il primo è stato il migliore degli anni, gli altri due un inferno. Le cose peggiorarono improvvidamente.. nella classe c'era un gruppetto molto rinomato e popolare che odiavo..loro prendevano in giro tutti e si vantavano di essere chi sa che cosa.. ..io ero addirittura considerato lo scemo, che non si fa mai vedere, che fa fatica a relazionarsi.. beh dovevo essere preso di mira no ? Iniziò un periodo brutto, quasi mi bullizzarono.. Beh certo, scontato il fatto che poi piangevano come neonati se la maestra li sgridava. Ok, comunque il discorso è quello. Dopo aver subito cose che neanche avrei potuto immaginare ed essendo già di mio introverso e timido..non so spiegarti..qualcosa è cambiato in me.. per la prima volta, un giorno, tornai a casa in lacrime, anche se nascondevo tutto.. gli episodi tristi diventarono ben presto ricordi bui, aumentarono a vista d'occhio. A scuola andavo sempre benissimo, come i miei genitori.. ma .. ben presto..mi resi conto che era l'unica cosa andava bene nella mia vita... PECCATO, DAVVERO.. Sono stato Distrutto dagli "altri"..si, chiamiamoli altri o estranei, perchè non appartengono alla mia vita e ai miei ideali. Con i miei non ci ho mai parlato veramente.. Per un periodo pensai che in realtà loro facessero bene a farmi fare costantemente figuracce con le ragazze della classe ogni giorno della mia vita, si.. e lo sai perchè.. perchè se non fai cadere un altro in basso, non potrai guardare dall'alto.. cioè devi perforza fare Male a qualcuno per ottenere rispetto, amicizia e tutto quello che cavolo ti pare. Mi contraddico spesso, lo so, cosa ci posso fare..rifletto tantissimo, troppo.. e questo mi fa stare male.. Il mio migliore amico mi abbandonò senza neanche chiedere, per seguire l'altro gruppo di vigliacchi, anzi no.."popolari". E più passavano i giorni, più mi sentivo abbandonato da tutti, Tutti. Avevo perso quasi tutti i miei amici..Ora non parlavo veramente con nessuno, se non in rare occasioni.. ma a parte tutto ciò, ero ancora felice (la mia grande passata felicità era quasi invincibile).Nonostante avessi provato a ristabilire le cose, non ci riuscii , ma è vero anche che non ebbi reagito a dovere..avevo paura.. Tanto, pensavo, posso essere felice anche senza di loro, perchè loro non mi capiscono.. ci sono invece i miei cugini, mio fratello e mia sorella, insomma..potevo contare sulla parte migliore di me.. la mia vera vita. Ecco, meglio soli che mal accompagnati.. Andai al liceo e a dire la verità all'inizio fu ancora più traumatico.. Un ragazzo in classe mia che neanche mi conobbe (come io non conobbi lui) mi insultò di brutto, già nei primi 5 minuti della prima ora di lezione in assoluto ! Ma ehi allora ho banalmente pensato: sarà il destino questo ? Boh.. Me ne fregavo, avevo imparato che le amicizie si coltivano col tempo e svaniscono all'improvviso. Già quella non poteva essere un'amicizia. Così, senza aver fatto nulla di male o chissà che cosa. Non fu facile per me relazionarmi anche in quel contesto.. per carità avevo nuovi ottimi amici di scuola rispetto ai compaesani, davvero .. e dovrei ringraziarli perchè non avevano quei modi brutali e stupidi .. Comunque ero felice solo a scuola, non vedevo l'ora di andarci, anche in anticipo, per incontrare quelle persone fantastiche.. ma per il resto ero solo.. Già..durante l' estate neanche mi preoccupavo di uscire una volta in quei tre mesi perchè -tanto sto bene come sto a scuola..eh poi ci vedremo l'anno prossimo -pensavo. Intanto gli altri miei compaesani se la spassavano ogni giorno.. Provai ad uscire anch'io.. ma qualcosa non mi faceva stare bene.. non mi sentivo a mio agio (come a casa o a scuola) e non parlavo mai. Inutile dire ce provai a cambiare parecchie volte compagnie e gruppi, ma il risultato fu sempre lo stesso. Avrei voluto seguire l'amico d'infanzia ma lui usciva con gli altri che odiavo e che non mi volevano affatto. Non sapevo cosa fare.. A volte uscivo da solo..giravo per le strade solitario, con una fanta per passare il tempo.. uscivo in bici, mi facevo notare, andavo in campagna per ammirare i tramonti e i paesaggi che erano uno spettacolo.. Cercavo di passare il tempo sognando, trovandomi una passione ( la musica, il calcio) I risultati arrivarono (a volte mi facevano giocare a calcetto) ma non ero ancora felice.. nessuno voleva uscire con me, non ero mai stato invitato ai loro compleanni, in nessuna festa o evento.. Ogni anno la stessa storia.. Halloween? Per me significava guardati un film da paura a casa, oppure farai talmente schifo che neanche meriti di avere una tv. Beh..non so come ma andò sempre peggio.. Ero frustrato, mi sentivo stanco, solo, apparentemente un amico. Mi sentivo male se pensavo alle uscite, alla moda, al modo di comportarsi con gli altri, ecc... Mi resi conto che non pensare ai problemi fosse una soluzione..ma probabilm. mi sbagliavo. Non mi facevo condizionare da nulla, vestivo come volevo, ecc.. Mi sentivo felice, soddisfatto, a scuola andavo allla grande, ero ancora il migliore e mi sentivo apprezzato da tutti. Nascondevo la mia ansia e le mie paure dietro la maschera dello studente bravo e sicuro di sè. Ma c'era sempre qualcosa che non andava: non ero mai considerato dagli altri, sebbene fossi stato sempre gentile, disponibile, sincero, cordiale, spiritoso, di + e di -. Niente. Esistevo in classe solo per: 1)aiuti in fisica o in un altra materia; 2) fazzoletti. Allora mi sono detto -Basta, così non posso continuare per sempre- devo farmi degli amici veri, devo costruire qualcosa di importante per me.. altrimenti sono finito. Non ce l'ho mai fatta. Ho 17 anni e ho sofferto di solitudine per almeno 7 anni, soffro di ansia sociale e credo di essere colpito da chissà quante altre cose.. forse un disturbo.. non saprei. Ma non è possibile, i miei tentetivi di approcciare sono andati a puttane, gli amici bugiardi e infami stanno andando a puttane (eh meglio) Ho 17 anni e sono solo. Ho tutto ciò che si può avere nella vita, davvero.. ma sono solo. Ho provato a confidarmi con una mia compagna di classe, ma è stato l'errore più grande che io avessi fatto nella mia vita. Estate ? Non posso. Anche se provassi a chiedere di uscire con un amico una volta.. rifiuterebbe. Ho paura di essere rifiutato, perchè su 1 milione di tentativi, ho raccolto 1 milione di fallimenti e ora dico basta. Non so più cosa fare, davvero. Mi sento vuoto, non so...inutile, perso. Depresso no, non credo, spero di non esserlo.. La mia vita fa schifo, è monotona, priva di felicità.. non riesco a divertirmi, ma mi sforzo di riuscirci. Come al solito, guardare gli altri divertirsi mentre si fanno le foto ogni giorno della loto vita, dopo tutto quello che ti hanno fatto subire.. è ..è solo.. ingiusto. Ormai, neanche me la prendo. Cosa farò al mio diciottesimo ? Ma come si fa ? Non puoi conoscere una persona da come si veste, da cosa fa nella vita.. e neanche da come si comporta con te, credimi. Perchè, forse, nasconde una marea di sentimenti e pensieri che neanche lui stesso immagina di avere. Ma il mondo non ce lo insegna, ci insegna la moda, le superstizioni, gli stereotipi, che l'apparenza inganna, ma l'apparenza sei tu stesso--> perchè neanche te sai davvero chi sei. Io, in fondo, lo so..so chi sono veramente..sono il bambino allegro e spensierato.....il problema, però, è che gli altri guardano, giudicano e ti confinano. Per il mondo io sono un essere inutile. Grazie per l'attenzione ho scritto un papiro lunghissimo..!!11!1 Chiedo scusa per la vostra perdita di tempo..
  3. Ospite

    Ansia Notturna

    Scrivo perché da un paio di mesi ho notato di avere problemi ad addormentarmi. Appena fa buio il cuore comincia a battermi più forte e ho l'angoscia perché so che andare a dormire senza piangere sarà un'impresa. Mia mamma ha dormito con me fino ai miei 14 anni, poi ho sempre dormito in camera da sola. Dopo il liceo mi sono trasferita a Pisa e ogni notte da sola stavo male perché non avevo stretto amicizia con i coinquilini. L'unico modo per stare tranquilla era dormire col mio ragazzo, con il quale poi sono andata a vivere. Adesso lui è partito per 2 mesi e nelle ultime due notti ho avuto delle crisi di umore. Non so se il motivo sia che mi sono attaccata troppo a lui, ma anche il giorno lo penso spesso e non sono mai completamente rilassata quando sono da sola. Sto bene solo se sono impegnata ma poi prima di andare a letto mi sale l'ansia. Non capisco il motivo. Inoltre non trovo niente che mi distragga veramente e sono molto irritabile. Ho smesso di fare palestra a Giugno e a Settembre devo ricominciare, quindi non ho neanche un'attività che mi possa stancare. Insomma, quando non sono con lui sto male di sera.. Durante il giorno sto male solo se penso al perché non sono tranquilla la sera. In particolare penso che starei bene se fossi con lui e, visto che non è possibile, comincio a intristirmi. È l'amore? Ho un problema a dormire da sola? Non so gestire il malumore? Vorrei solo capire cosa ho e perché non riesco ad autocalmarmi. Sono consapevole di dipendere da qualcun altro forse, solo che non vedo una soluzione. Magari il problema è un altro..
  4. Salve a tutti, ho 19 anni e tra meno di 10 giorni iniziano gli esami per la maturità!!, Sto attraversando un periodo strano e penso sia dovuto all'ansia e allo stress legati allo studio. Sento come un enorme blocco e in questi giorni proprio non riesco a essere lo stesso di sempre e la cosa influisce anche con la mia ragazza. Ho sempre avuto un problema, fin da piccolo, ovvero che nei periodi d'ansia non riesco a capirci più nulla e finisco per discutere per cose stupide. Anche quando sono con la mia ragazza non riesco a essere sereno, e lei se n'è accorta tanto che mi ha chiesto ripetutamente il motivo della mia tristezza, ho provato a spiegarglielo ma sembra non capire a fondo. Non so come fare per tornare a essere quello di sempre, la persona brillante e divertente che l'ha fatta innamorare. L'ansia non è solo dovuta alla scuola, ma anche da certi suoi atteggiamenti, magari banali, ma dato che in amore ho preso tante fregature ho paura di essere preso in giro, usato e poi abbandonato come un vecchio giocattolo. Cosa dovrei fare per affrontare meglio questa situazione? Tornerò ad essere quello di sempre?
  5. Salve a tutti, ho 17 anni e la mia vita non è mai stata tanto triste come adesso. Per motivi di salute ho smesso di frequentare la scuola, ma riprenderò a partire da settembre. Adesso come adesso, penso di aver perso quello che faceva delle mie giornate una vita sociale. Il mio ex ragazzo era l'unica cosa su cui contavo, e ora se n'è andato. Ho litigato con la mia migliore amica, lei mi giudica troppo e non mi accetta quindi nessuna delle due vuole più uscire. Abito in un paese un po' isolato, per arrivare al centro della mia città devo camminare mezz'ora per arrivare alla stazione. Mio padre lavora tutto il giorno e non lo vedo mai. È separato in casa con mia madre, che preferisce spostare la sua attenzione al cellulare e ai social, perché non lo sopporta più, è un po' le do ragione, perché mio padre ha una mentalità molto chiusa e l'ha trascurata. Non parla quasi mai, non usa la testa nelle cose ed è sprovveduto. La capisco, ma io tendo a sentirmi sempre più sola e mi sto disperando. Soffro di asma e allergie varie, che mi complicano ancora di più la vita e le situazioni, ho persino preso un cane per sentirmi meno sola, ma non posso tenerlo perché ho appena scoperto che stare così tanto a contatto con il suo pelo mi fa stare male. Mia madre dice che ho tante visite da fare. Ma nella mia vita non accade mai nulla di bello, assomiglia ad una maledizione. Non so come uscire da questo circolo vizioso e uscire con gli amici, divertirmi, avere un ragazzo, e non soffrire per la situazione in famiglia com'è stato fino ad un anno fa. Ora la situazione è drasticamente sprofondata anche se i miei genitori non c'entrano, perché nonostante il loro comportamento mi faccia fare male, non mi hanno mai fatto mancare niente. Mio padre mi ha sempre viziata da piccola, mia madre mi donava l'affetto. Ora si è distaccata, ma è giusto così perché ho 17 anni, e non posso pretendere di avere mia madre come amica quando non ho nessuno con cui parlare. Eppure fino all'anno scorso era tutto perfetto. Uscivo uscivo e uscivo, non avevo così tanta ansia e pressione. Ora mi ritrovo a chiedere aiuto perché appunto è cresciuta un ansia pazzesca dentro di me e non so se sia legato a queste cose, ma mi sta veramente facendo impazzire. Le persone non escono con te e non ti aiutano via social, mi serve un vero e proprio posto dove sia facile per me fare amicizia, perché non sono specialmente timida o maleducata, se mi applico penso di poter costruire rapporti stabili, ma ora non ne trovo il modo. Non esco di casa da una settimana, cosa mi consigliate di fare?
  6. Salve, purtroppo da un po' di tempo sto vivendo una situazione di malessere... Ho 19 anni, sto frequentando l'ultimo anno di liceo scientifico e spero a breve di diplomarmi. Non riesco più a fidarmi di nessuno, anche perché le persone che si ritenevano mie amiche si sono rivelate tutt'altro... Ho cominciato a sentire il bisogno di andare via, cambiare ambiente, città, cambiare vita! Dopo il liceo voglio lavorare sperando che qualche azienda nonostante il mio misero diploma da liceale mi assuma, ma premetto che se dovesse accadere sarebbe merito di mio padre... Allo stesso tempo vorrei seguire studi universitari, magari online o non so, tantissima voglia di studiare purtroppo non ne ho più. Ahime, sento il bisogno di essere indipendente da tutti e tutto, dai miei genitori soprattutto; sono anche una persona che non si accontenta e che ha gli occhi grandi... Nel frattempo però, c'è in me uno stato di malcontento... Precisamente non so da cosa sia dipeso... io sono anche innamorato di una ragazza, con la quale scambiavo messaggi fino a tre settimane fa, ma fin quando ero in contatto con lei, riuscivo a mettere un attimino da parte questo malessere... Con questa ragazza della quale io sono innamorato da quasi un anno non ho mai avuto il coraggio di dirle ciò che sentivo e che tutt'ora sento perché penso che da parte sua la cosa non sia ricambiata. Ciò che mi fa più rabbia, è il fatto che lei a tratti mi ha dato l'impressione di essere interessata a me nonostante non lo fosse veramente e sapendo anche che io provassi qualcosa per lei... Non so se è cattiveria o carattere ma ci sono rimasto male, anche perché ad un tratto non ci siamo più scambiati un messaggio, perché come è orgogliosa lei, lo sono anch'io. Ora ci ho messo una pietra sopra dicendo di non volerla più sentire, ma so benissimo che dentro di me la verità è tutt'altro. Questo mio star male con me stesso mi sta perseguitando, anche con gli amici, infatti non ci ho più quel rapporto di una volta, quasi da preferire stare da solo... infatti capita spesso che la sera dopo aver studiato prenda la macchina e percorra chilometri e chilometri senza meta, con la musica che mi accompagna... Mi rilasso e provo a sognare, provo ad immaginare che in quel momento sto viaggiando seriamente... Vi ringrazio se davvero avete letto tutto e spero che mi potiate dare qualche consiglio...
  7. Gemma89

    Sono ipocondriaca!

    Ciao a tutti, iniziò tutto questo Marzo con una forte tosse che mi procurò un dolore costale. Corsa subito al pronto soccorso (impaurita da questo dolore), analisi ok, rx al torace ok. Quindi mi dissero doplore imputabile a contrattura muscolare. Poi ebbi un forte virus intestinale, da li iniziò il mio inferno: formicolii, fascicolazioni, tremori, tachicardia, crampi muscoli vari, mal di testa, rigidità muscolare...piu qualche colpo di tosse anche ancora faccio di tanto in tanto. Il mio pensiero è subito andato a Sclerosi multipla, Sla, tumori al cervello...Feci di nuovo le analisi, per tutto: reumatismi, tiroide, test degli anticorpi antinucleo, ves, pcr, sideremia,emocromo completo, helicobacter, glutine ecc....tutto nella norma. Non contenta andai da un fisioterapista che risultò negativa, tranne contrattura muscolare alle spalle, per la troppa rigidità. Non contenta ancora, neurologo. Anch'esso una bella discussione prima, e dopo visita da testa a piedi. Negativa. Mi ha detto proprio "Non hai un BIP" se non ANSIA. E mi ha prescritto due compresse al giorno di LEXIL, visti anche i miei problemi intestinali.Ne ho preso già tre, 2 ieri e una oggi....ma ora leggendo qualche recensione qua e la ho letto che è un vero e proprio psicofarmaco ed io non volevo arrivare a tanto. Avrò problemi di assuefazione? Devo prenderlo per 10 giorni. Qualcuno con un'esperienza simile? Mai prima d'ora cose del genere nella mia vita, anche se ammetto di essere sempre stata abbastanza ansiosa, ma nei limiti del sopportabile. Grazie a tutti
  8. Ho sempre avuto, per quanto mi ricordo, le mie particolarità nel comunicare e nel relazionarmi. A parte che con gli amici fidati, la ragazza e i famigliari, con le altre persone ho un comportamento formale e distaccato, fintanto che non ci si conosce un po, e tutto cio questo viene recepito in modo negativo. E questo non mi porta vantaggi specie nel lavoro dove devo essere in contatto con gente di tutti i tipi e con i colleghi. Le scene mute che colleziono sono innumerevoli e non riesco facilmente ad afferrare l'occasione per fare una battuta e a volte anche per tirare avanti una chiacchierata, per non parlare di iniziarne una. La situazione mi causa disagio e le esperienze per me dolorose si moltiplicano e sto pensando seriamemte a una psicoterapia.Sarebbe in questo caso una soluzione?
  9. mattsuda

    Problema forte depressione

    Salve, non so se questo é il forum o la sezione giusta per argomenti simili, ma ormai é da piú di 5 anni che il mio unico pensiero é quello di togliermi la vita, ci ho provato piú volte invano, nell'ultimo periodo mi ha aiutato molto la mia fidanzata addirittura una volta posso dire che mi ha salvato la vita, ma ora comincio ad essere in cattivi rapporti anche con lei. Ho 19 anni e vivo ancora con i miei, non ci rivolgiamo la parola da ormai non so quanto, quindi non riesco a chiedere aiuto nemmeno a loro... Penso ogni volta che ho una vita da vivere e non voglio che finisca qui... Ma che vita? Mi sembra di non avere giá piú nulla da vivere e di aver vissuto giá abbastanza fin troppo. Vorrei potermi consultare con qualcuno e sapere se devo e posso sottopormi a qualche cura e/o antidepressivo, grazie.
  10. Salve a tutti Mi presento, mi chiamo Francesco Minelli e sono psicologo e psicoterapeuta e lavoro a Roma. Mi sono specializzato in Psicoterapia Psicodinamica e mi occupo prevalentemente di problematiche relazionali, solitudine e problemi di autostima. Mi interessa principalmente fornire il mio aiuto come professionista riguardo queste tematiche e confrontarmi con voi. Se qualcuno ha problematiche che vuole discutere privatamente può anche contattarmi in privato. Un saluto
  11. Salve, Ho avuto un'adolescenza abbastanza frastagliata, amavo una ragazza quel periodo, siamo stati insieme tre anni. Nell'ultimo periodo, frequentavo il quinto superiore e sono stato con un'altra ragazza, con la quale l'ho tradita sessualmente. Premetto di essere una persona MOLTO sensibile, nonostante sia un ragazzo. Lei ovviamente mi ha lasciato, e cè stata la fase del continuare a vedersi, lasciarsi e ritornare nell'agonia del distacco. Alla fine lei si è messa con un altro, ed io sono rimasto lì, come fa un cane quando il padrone non cè più.. Oltre a non averle confessato la verità, ho commesso altri errori nel rapporto, tipo essere geloso e limitarla, e un paio di volte mi è uscito qualche schiaffo, che ha causato la rottura dei buoni rapporti con la famiglia. Ora il punto è che sono passati 6 anni, ho avuto solo altre due ragazze per pochi mesi, e non sono stato bene. Ho sempre avuto paranoia, malinconia, risentimento, attacchi d'ansia e sensazioni di depressione al punto di non voler alzarmi dal letto. Sembra un inferno che non finisce più, lavoro e faccio attività fisica ma questo sembra non bastare. E' qualcosa che ho dentro, di psicologico, e non riesco a superarlo. Mi sento a disagio in mezzo alle persone spesso senza motivo e questo mi sta causando anche dei problemi ultimamente. Se potete darmi qualche consiglio su come superare tutto questo, ve ne sarei grato. Purtroppo non ho abbastanza soldi per poter conseguire diverse sedute da uno psicologo quindi pensavo di risolvere la questione da me, anche se ormai sono passati anni e sono sempre punto a capo. Ah! Dimenticavo, quella ragazza che ho tradito, la amo ancora fortemente, nella mia mente, amo forse ciò che era tra i 15 e i 18 anni e quello che so è che l'ho sempre amata, anche se per istinto, per spavaldaggine forse di andare con più ragazze, l'ho tradita. Aiutatemi please. ("Mi aiuto già che dio mi aiuta ma non basta") Un abbraccio Alessandro
  12. Ciao a tutti, Sono un ragazzo di quasi 21 anni, frequento l'università (studio fuori sede), facoltà di medicina, primo anno. Spero di scrivere cose che diciamo possano essere argomento di discussione e utili. Quello che vorrei raccontare/discutere è piuttosto personale, perchè non l'ho mai detto a nessuno, ma anche condivisibile poichè sono certo sia già stato provato da altri, che spero intervengano. Partiamo dal punto: mi sembra che la mia vita abbia preso una piega che non fa per me, come se non fosse mia, non mi sento "io", quello di sempre, che ero. La paura la fa da padrona, mi sta letteralmente accompagnando nei giorni. Prima dell'università -al liceo- stavo bene e mi sentivo vivo nel senso di carico di energia e vitalità, caratteristica che mi ha sempre contraddistinto e che ora è più debole. è come se con il passare del tempo si fosse consumata, mi sto riducendo a sentirmi frustrato, insoddisfatto, incerto, ma soprattutto, profondamente inadatto a tutto questo. Provenendo dal liceo scientifico ordinario, avevo sempre pensato che medicina facesse per me, mi vedevo solo in quello, anche ora che ho cominciato mi piace; ma il problema è: io ho altre passioni, non sono mai stato un amante dello studio,che ho sempre vissuto semplicemente come il mio 'dovere'. Ora che sono all'università, anche se al primo anno, la paura di non avere tempo da dedicare a ciò che mi piace mi sta distruggendo. (al liceo ovviamente era diverso, il tempo si trovava/gestiva meglio) Lo scontro più grosso ancora è stato quello di vivere durante i giorni feriali in un'altra città, ogni fine settimana che torno a casa non vorrei ripartire più, i miei amici, quelli veri, la mia famiglia, le mie passioni, il mio sport, tutto è nella mia città natale e dove ho sempre vissuto, dove io mi sento sereno e tranquillo; ogni volta ripartire è peggio della volta prima; ma nella mia città alla fine non ci sono molte opportunità essendo una città prevalentemente turistica... Sono stretto in questa morsa, la paura inoltre di deluledere la famiglia, che ha sempre creduto in questa mia scelta e mi ha sempre supportato, dirgli ora "no guardate ho sbagliato, non fa per me, voglio fare qualcosa di diverso" da un lato non me la sento, perchè ripeto, mi sono sempre visto nei panni di uno studente di medicina (al liceo non pensavo ci fosse altro per me); dall'altro vorrei credere al fatto che invece ci sia un'altra strada, vivere serenamente e quindi ricominciare da zero; ma temo che la mia percezione sia sbagliata, a guardarsi in giro moltissimi giovani sono a 'piedi', nonostante abbiano studiato anche una vita. Sono davvero in tilt... mi affido alla vostra esperienza e buona volontà di condividere consigli, opinioni e quanto altro possibile.
  13. Salve, sono un programmatore e ho lavorato per banche, assicurazioni. dopo aver perso nuovamente il lavoro nel 2011 , la mia vita è durata 3 anni. ho cominciato a pensare al suicidio e un giorno mi sono presentato dai miei genitori con il coltello in mano piangendo a 37 anni.volevo uccidermi? no, volevo solo mostrare quanto stavo male, a causa dell'abbandono dove mi trovavo dopo ho avuto un periodo di parziale recupero in cui con l'aiuto di 2 psicologhi e forse della costante ricerca di aiuto, sono passato da un polo all'altro , dalla maniaco depressione continua all'euforia uno stato euforico permanente che è diventato che sempre parlavo parlavo entusiasta con tutti uscivo era d'estate e facevo cose strane, tipo cantare la marsigliese seduto sul gradino del corso la cosa straba è che io credevo di stare bene, cantavo, parlavo con tutti. poi è arrivato l'inferno. il 15 di agosto 2015 non so cosa sia successo. ogni giorno ero piu cupo, come se l'umore peggiorasse con la fine dell'estate. nel frattempo mi era stato diagnosticato "disturbo bipolare maniacale". la cosa era scritta da una psicologa ma ne io me NON rendevo conto, e continuavo a essere euforico NON mio padre NON mia madre NON mio fratello si rendevano conto che non potevo continuare. e infatti pochi giorni dopo ero in ospedale con entrambi i piedi fratturati per una caduta dal primo piano. La cosa piu stupida della mia vita orribile.
  14. Ospite

    Rabbia d'amore

    Ogni volta che la vedo, mi va a fuoco la testa, mi fanno male le tempie e mi viene la depressione... Odio quello che ha fatto (Scegliere di non proseguire un rapporto dicendo che se fisicamente non c'erano dubbi, la chimica era imbattibile e lo sarebbe ancora, per determinati atteggiamenti lei ha voluto ascoltare l'istinto, e non proseguire con la relazione), Odio quello che è (Una persona insicura, che ha avuto traumi d'infanzia, che ha sofferto l'abbadono e che ha trovato in me un sostegno e un punto di vista differente; abituata ad essere considerata una tigre aggressiva, io ho visto tutta la dolcezza che nascondeva dietro la scorza, che lei per prima ha voluto sondare con me, per poi dopo 4/5 weekend ha voluto rimettere davanti a tutto e tutti), Odio quello che provo (Oltre ad essere oggettivamente stupenda fisicamente, è una donna premurosa, pulita, curatissima, attenta ai dettagli e premurosa, ha doti empatiche fortissime, che nasconde dietro atteggiamenti da materialista, superficiale, la classica velina che guarda al portafogli, ma superata quella scorza orrida dietro c'è qualcosa che mi ha sempre mosso l'anima e mi ha fatto perdere la testa), Odio il suo modo di giustificarsi (lei ha alibi di ogni tipo, ha trovato ragioni su sensazioni a cui ho dovuto credere guardandola negli occhi), Odio il suo comportamento (dice di non aver mai provato ad amarmi, di non aver mai pensato a noi come coppia, di essere apatica, ma anche che sono l'unico che vorrebbe ritrovare la mattina seguente nel suo letto, l'unico con cui è riuscita ad avere tranquillità, l'unico con cui il sesso non era solo atto fisico, ma che per i contrasti che sono nati e le discussioni che abbiamo avuto ha dovuto rinunciare a tutto per guardare altrove). Ora: Fossi un povero scemo, sapendo che ora va con un'altro, potrei facilmente pensare che se in un paio di mesi ha archiviato la pratica con me, magari ero solo uno dei tanti, ma non è così Ama la presenza e l'uomo che le mette soggezione, ci siamo conosciuti a lavoro io sono un responsabile aziendale e lei inizialmente ha vissuto la mia presenza come un riferimento, quando mi sono aperto (come credo gli esseri umani che condividono un percorso debbano fare, ha iniziato ad essere più fuggente) Sono conscio di non essere privo di colpe, di non esserci stato molto, di averla sempre aspettata più che inseguita, di averla trattata con totale indifferenza al lavoro per ovvie ragioni di segretezza. Ma il punto non è il problema che sia finita e che lei non abbia voluto investire su una possibilità cercando di aprirsi per cambiare, invece di mollare è scegliere altro... oggi è talmente facile sondare altro... che figuriamoci se può essere una colpa. IL VERO PROBLEMA E' PERCHE' NON RIESCO A SPIEGARMI TUTTO QUESTO DOLORE E QUESTE REAZIONI D'ODIO ALL'ABBANDONO. fino a pochi giorni fa il tutto era ancora legato ad un filo che lei manteneva, presentandosi tutta dolce in ufficio, facendo battute, mandando messaggi, poi... quando esponendo l'apatia che mi stava attraversando senza di lei, mi ha invitato a cena, e al termine di un discorso, mi ha confidato che si stava frequentando con un pirla per convenienza (il tipo è una sorta di commercialista palestrato alla vista, e fa il life coach e lei le pende dalle labbra e forse non solo...) di non spendere soldi con un life coach (meglio farselo, costa meno) è successo che mi sono alzato dal tavolo del ristorante e l'ho abbandonata lì. Li si è manifestata la rabbia vera... ho camminato per chilometri ho dormito 3h in 3 giorni e oggi quando la rivedo o la penso mi scatta un nervoso, che non voglio esplicitare verso di lei, ma che mi abbatte, che mi rende insicuro, vulnerabile, mentre lei è serenissima... Questa cosa mi sta massacrando... ho perso il sorriso, ho perso l'attaccamento al mio lavoro, agli amici, esco con ragazze, arrivo anche al sodo, ma il pensiero inequivocabilmente torna lì... Le sensazioni sono molto simili a quelle vissute in passato quando mi sono aperto ad altre persone che stavano vivendo separazioni in famiglia... Ho come la sensazione che mi innamoro di persone che arrivino a me solo per cercare sicurezze e protezione e che quando mostro il mio lato più personale fuggano... Dall'altra parte... queste persone sono tarli nella testa che mi consumano e non mi fanno vivere bene il rapporto con altre persone... mi hanno come gelato il cuore, facendomi provare rabbia furibonda ad ogni pensiero... non riesco più a piangere, a ridere a capirmi... Qualcuno mi aiuti, perchè sono sempre stato una persona capace di conoscersi, ma questo tema non l'ho mai superato e mi fa sentire inutile ed insignificante, fragile e debole.... Grazie.
  15. Ciao a tutti,vi scrivo per un disagio che mi attanaglia per tutto o quasi il tempo in cui rimango sveglio.Ho avuto in passato problemi con l'ansia e la depressione non diagnosticati da nessuno comunque ansia sicuro attacchi di panico. Ho avuto una storia che mi ha segnato profondamente. Ad oggi ho una storia con una ragazza straniera. Inizialmente mi facevo sempre domande se fossi innamorato o meno. Un giorno poi e partita per la sua terra e successe una cosa per cui tutto il sentimento usci fuori in una botta avevo paura di perderla e senti tutto l'amore che avevo per lei. Passati i mesi, siamo stati un po' lontani ci siamo visti durante le vacanze natalizie e di nascosto un altro mese per 3 giorni perchè i miei partivano per l'estero e potevamo stare da soli. Ma ahime è stato l'inizio della catastrofe. Sono stato con lei in macchina finchè i miei partivano e non volevo altro che stare con lei. Quando poi i miei se ne sono andati e sono rimasto solo con lei dubbi fisse paura che non fosse la ragazza giusta, e verso l'ultimo giorno anche nausea. Ho pensato pure meglio che mi trovo una italiana come me meno problemi ecc ecc. Da allora ne ho parlato anche con lei, lei un angelo che mi sopporta, il mio io non vuole lasciarla un'altra parte invece mi fa stare male. Nausea, paura di sentirla al telefono preferisco infatti massaggiare su whatsapp. E ho visto in lei tanti difetti che all'inizio non ho proprio visto anzi io vi dirò all'inizio non pensavo mai che una ragazza così bella potesse stare con me invece ora la vedo bruttina. Ma che cavolo? MI sento veramente una schifezza vorrei soltanto cancellare quell'esperienza ad oggi quasi non sento nulla ma ad esempio quando l'altra volta ero sul punto di interrompere la relazione non volevo proprio non riesco a lasciarla non perchè ho paura ma non voglio. Come già detto vorrei amarla come prima di quel mese.Cosa ho? COsa mi è preso? Perchè questa cosa non mi lascia in pace?
  16. Ciao a tutti! sono nuova,sono capitata per caso sul vostro sito mentre cercavo info sul mio "problema" :) Il fatto è che sto attraversando un periodo orribile.Sto cercando di essere forte,ma ogni volta che va leggermente meglio succede qualcosa ancora peggiore.Adesso va tutto male.Davvero,non saprei a cosa pensare di bello e positivo e il "è solo un periodo,poi passa" non funziona piu.Ora c'è di mezzo anche un lutto prossimo in famiglia di cui non riesco nemmeno a parlare e sono definitivamente crollata,l'ansia sta vincendo.Vivo con una sensazione di "peso" sul petto e ogni momento è buono per avere crisi di pianto,mi sembra di impazzire e il momento piu brutto ancora non è arrivato. Sto cercando qualche consiglio per "riprendermi" un po,per quanto possibile.A volte desidero semplicemente spegnere il cervello o dormire per qualche secolo..sarebbe bello,eh? :D Non so,voi come fate quando siete in queste situazioni?O cosa avete fatto quando avete passato un periodo davvero brutto? -
  17. L.Soares

    DPTS

    Salve a tutti, scrivo per la prima volta in un forum di questo tipo con curiosità e massimo rispetto nei confronti di quanti condividano le proprie opinioni ed esperienze, magari sperando di riuscire altrettanto. In particolare c'è un tema sul quale mi piacerebbe confrontarmi ed è quello inerente al disturbo post traumatico da stress (DPTS), nella fattispecie cronico, o più in generale a situazioni in cui l'aggravarsi di una data problematica abbia raggiunto punti critici. Grazie in anticipo a chiunque vorrà spendere una parola e/o confrontarsi sul tema. Intanto vi auguro una buona serata.
  18. Praticamente è da circa due settimane che soffro. Ho 17 anni, non so se può servire a qualcosa, è successo tutto il 19 ottobre, mio padre ha avuto un infarto e ho sbattuto la testa contro una mensola e da quel giorno mi sento una confusione in testa, come se fossi ubriaco o come se ci fosse un velo tra me e gli altri. Dopo la botta che è stata fortina ho iniziato a farmi 3000 complessi perche ho avuto in famiglia (non io) un caso di ematoma al cervello dovuto ad una botta, quindi pensavo di essermi fatto qualcosa a livello cerebrale. Comunque da quel giorno non mi sono più ripreso, ho una strana percezione visiva, ricordo cose che ho fatto dieci minuti prima come se fosse passato tantissimo tempo, comunque è come se ci fosse una bolla o un velo tra me e gli altri e alcune volte non capisco quasi niente come se fossi ubriaco. Da quando ho iniziato a pensare di essere pazzo mi sono fatto altri 3000 complessi perchè ho uno zio schizofrenico e uno depresso quindi pensavo potesse essere congenito. La mia paura è quella di andare da un dottore che potrebbe diagnosticarmi problemi psichiatrici, non potrei mai accettare di essere pazzo. Secondo voi cosa potrebbe essere?
  19. Sono aperte le iscrizioni al Corso di Specializzazione sulla clinica psicoanalitica dei Nuovi Sintomi del disagio contemporaneo, organizzato da Jonas Onlus in collaborazione con IRPA (Scuola di Specializzazione in Psicoterapia). Il corso si terrà nelle sedi di Milano e Pesaro da gennaio a giugno 2015, per un totale di sette sabati e 42 ore di lezione.Il direttore scientifico del corso è il dott. Massimo Recalcati, psicoanlaista fondatore di Jonas e IRPA. Il corso si occupa di offrire le coordinate teoriche e cliniche relative alle nuove patologie della contemporaneità quali sono le anoressie, le bulimie, l’obesità, gli attacchi di panico, le depressioni, i fenomeni psicosomatici, le tossicomanie e l’iperattività. Un’attenzione particolare verrà dedicata anche agli interventi in ambito scolastico, alle nuove famiglie e alla pratica analitica con i piccoli gruppi che caratterizza specifi catamente l’orientamento teorico-clinico di Jonas Onlus. Inoltre, per meglio illustrare l’approccio clinico di Jonas Onlus e stimolare il confronto nel merito con i partecipanti, il Corso ospiterà la presentazione di casi clinici. Il corso si rivolge a psicologi, psichiatri, psicoanalisti, psicoterapeuti e più in generale agli operatori nel campo della salute mentale e a tutti coloro che intendono approfondire le problematiche psicopatologiche relative alla nostra epoca e al disagio sociale che la caratterizza. Consultare il programma completo del corso su www.jonasonlus.it La quota di iscrizione è 500 euro, 250 per under 30. Per informazioni e iscrizioni chiamare lo 0255230804 o scrivere a milano@jonasonlus.it. Al termine del corso sarà consegnato attestato di frequenza.
  20. carlosd

    Ansia e ansiolin

    Ciao, da qualche tempo soffro di attachi d'ansia, nell'ultimo colloquio di lavoro ho finto un malore per l'imbarazzo dato dall'attacco. settimana prossima ho un altro colloquio ed il medico di base mi ha prescritto l'ansiolin . Qualcuno di voi sa quanto tempo prima del colloquio va preso, e dopo quanto tempo fa effetto? Avete esperienze in proposito Grazie Carlo
  21. Ciao a tutti. Ho 22 anni e da circa 3 soffro di ansia, panico, paure e chi più ne ha più ne metta. La mia vita è stata "scombussolata" da una malattia diagnosticata a mio padre, il quale ci ha purtroppo lasciati un anno e mezzo fà. Dopo essermi diplomato abbastanza bene, ho preso un anno di pausa per poi iscrivermi all'università (facoltà di economia). Adesso sono al secondo anno e mi sto rendendo conto che sto producendo molto poco, anche perchè studio male e poco. Adesso sono arrivato ad un punto morto. Non riesco a studiare, ho problemi a concentrarmi, non ho stimoli e non ne riesco a trovare. Mi rendo conto che non è questo quello che voglio fare, anche perchè altrimenti un pò di passione c''è la metterei. Vorrei alzarmi la mattina con un compito ben preciso, che mi gratifichi davvero! Sento che ho bisogno di qualcosa di nuovo, il mio piccolo paesino con i miei quattro amici mi sta stretto. Dall'altra parte ho troppa paura e sento di non avere forza per ripartire da zero, deludendo tutti.. anche me stesso.. Ho scoperto con sorpresa che tanti ragazzi sono nella mia stessa condizione, chi ne è uscito, da dove ha tirato fuori gli stimoli?
  22. da un'anno che non sento il gusto di vita tutto era iniziato dalla Terza media Non ho piu interessi, mi pesa fare tutto, non ho piu voglia di uscire, non mi importa piu di vestirmi in modo carino. Infilo una tuta, o la prima cosa che mi capita ed esco E se esco e per andare a scuola. A scuola sono andato a parlare con una psicologa per questi sentimenti e lei mi ha consigliato di andare fare una (visita psicologica). Sono andato a fare la visita pero hanno bisogno del consenso dei miei genitore perchè non sono qua tornano fra un mese. Non lo so cosa voglio, ho solo voglia di dormire per non pensare o magari di non svegliarmi. Perche se mi sveglio ricomincio a pensare a tutto quello che sono. Ecco quello che faccio durante il giorno penso e vegeto. Devo studiare ma non sai quanto mi pesa! Vorrei solo rimanere sdraiato a dormire e spegnere il cervello. Mi vedo uno schifo. Quando esco e incontro qualcuno che conosco, preferisco cambiare strada o far finta di non vederla. Non vedo lora di tornare a casa e guardare il mondo dietro lo schermo del pc. Invidio il mondo che vive, perche la gente ce la fa a vivere, io no, ho paura di vivere. Ho paura di un altro giorno. Io sto male, ma sono cosi codardo da non avere il coraggio di vivere. Perche secondo me vivere vuol dire anche essere coraggiosi. E io non lo sono. Meglio andare da questo mondo. Sto male, di questo me ne rendo conto. Ma preferisco non fare niente che affrontare sta vita. Scusate, ma dovevo urlare qualcosa a qualcuno.
  23. gabri22

    Terrore dell'aereo

    Ciao a tutti. Fra tre giorni devo prendere un aereo per la tratta Brindisi-Amsterdam e sono totalmente terrorizzato. Non è la prima volta che volo (sarà la sesta) ma da almeno 4 anni non salgo su un aereo perchè ho perso il controllo di questa mia fobia e non riesco ad affrontarla. In conclusione però fra tre giorni devo partire e se ci penso mi vengono delle sudare. Non so come prendere la cosa!!
  24. ciao a tutti ho bisogno dell'aiuto di tutti. non riesco più ad andare avanti: vi premetto: ho trent'anni sono sempre stato un tipo ansioso, timoroso, con vari problemi alle spalle sia sociali che economici. ma alla fine sono sempre andato avanti nonostante questi vari traumi che mi hanno ferito profondamente...e con un minimo di sorriso ho tirato avanti. purtroppo da quando ho cambiato lavoro circa 2 anni fa la mia vita sta andando a rotoli. infatti questo è il lavoro che desideravo da anni ma come rovescio della medaglia le pressioni che mi vengono esercitate, gli orari senza limitazioni e altri problemi ancora di atteggiamento dei miei capi mi hanno creato come uno stato ansioso-depressivo molto forte (che permane tutt'ora e che non riesco più a gestire). giusto per dirvela tutta: ho avuto anche una alopecia ai capelli (fortunatamente passata), perdita di capelli, a volte ho l'impressione di non avere più forza alle gambe e ai muscoli, starei a letto tutto il giorno etc... in ogni caso il problema che volevo discutere con voi non è tanto della depressione........ e che mi sono sorte delle vertigini quando vado in auto, autobus, nave etc... se non guido io. una tragedia! sembra assurdo ma ad esempio se sono in auto con un amico e guida lui, mi vengono attacchi di panico molto forti se non sento come la forza di gravità del mezzo. mi batte forte il cuore come se se cadessi dall'alto senza gravità....anche se è veramente assurdo. ho capito che è una cosa mentale: se mi concentro forte su dell'altro la sensazione sparisce. ho letto in giro che anche ad altri è capitato ciò e che deriva da una sorta di "mancanza del controllo degli eventi". infatti io ho una costante paura del futuro e degli eventi.... -siccome questo problema sta aumentando sempre più (l'anno scorso era proprio lieve), adesso non so se andare da uno psicologo. cosa mi consigliate? non so come fare... aiutatemi
  25. Ciao a Tutti, sono nuovo del Forum, ma ho davvero bisogno e piacere di condividere con voi questo mio problema, per avere magari delle risposte da chi se ne intende e da chi sta passando la mia stessa situazione; Io sono un ragazzo giovane, ho 21 anni e nonostante io sia sempre stato molto magro, ho sempre avuto molto appetito (sono di bocca buona per capirsi). Il tutto è iniziato circa 3 anni fà, quando al risveglio dalla prima notte di vacanza con gli amici, mi ritrovai scombussolato e senza appetito; diedi la colpa alla serata, ma per tutta la settimana seguente, andai avanti a latte e biscotti perchè ero talmente nauseato e con lo stomaco chiuso da non riuscire a mangiare nemmeno qualche foglia di insalata. Al ritorno da quella settimana, la mia vita (seppur con un brutto ricordo) tornò quella di prima, di nuovo appetito, fame e via con le mie care abbuffate. Purtroppo qualche tempo dopo iniziai ad avere gli stessi sintomi, sopratutto nei week-end: durante la settimana tutto ok, ma il sabato e la domenica mi diventava impossibile avere una vita normale, non mangiavo e non avevo ne la forza ne la voglia di uscire. Andai dal mio medico che mi disse di eseguire una gastroscopia (esperienza che non rifarei mai più se non in annest pesante) la quale diede come risultato una ernia jatale non grave e un pò di gastrite. Il mio medico mi disse che era tutto causato dallo stress e che non c'era nulla di cui preoccuparsi, mi ordinò del Riopan, fattostà che io ho passato quasi un anno in questa situazione ed è stato un anno davvero impegnativo. Andai a sentire il parere di un altro medico che mi prescrisse del Levobren da prendere prima dei pasti e il Riopan per il bruciore di stomaco. Il primo mi aiutò sopratutto a digerire, perchè mangiare con lo stomaco chiuso mi comportava un mattone allo stomaco durante la digestione. Dopo tanto tempo e senza sapere il perchè, tutto questo finì e ho passato quasi tutto il 2013 senza aver problemi: mangiavo di gusto come prima, dormivo bene, ero felice e contento nonostante le complicanze della vita di tutti giorni, avevo iniziato a fare palestra, uscivo come sempre. Poco più di un mese fà però qualcosa iniziò a disturbarmi: il bruciore di stomaco circa un ora dopo i pasti. Divenne sempre più forte e iniziai a tamponare il tutto con il Riopan (che finalmente serviva a qualcosa) ma purtroppo, dopo un mese di bruciore davvero potente il Riopan non bastava più. Iniziai a togliere i sughi e tutti gli alimenti che potevano darmi bruciore ma niente. Nonostante ciò io mangiavo ugualmente e con molto appetito anche se la situazione ormai iniziava ad essere pesante. Il medico mi prescisse il Raxar che insieme al Riopan avrebbe dovuto aiutare, ma purtroppo ha funzionato poco o niente. Dopo una settimana tornai da lui e mi disse di lasciar perdere tutto e di iniziare a prendere il Pantorc: 1 al giorno per 1 mese dopodichè il problema disse, sarà risolto. Ho inziato a prendere il Pantorc poco prima delle feste e finalmente il bruciore spari totalmente ma dopo 3 giorni dall'inizio della cura mi ritrovo nell incubo di 2 anni fà: il mio stomaco si è chiuso, non riesco a mangiare nulla, e la vità è tornata ad essere l'inferno di prima. Ho subito chiamato il medico pensando che il problema fosse il nuovo farmaco ma mi disse che non era quello e che dovevo star tranquillo. Attualmente sono nel disagio più totale da 2 settimane circa. Ho parlato con una omeopata e la sua valutazione è che il mio è un problema psicosomatico e che devo combatterlo con la mente, cercando di tranquillizzarmi e mi ha dato da prendere: Nux Vomica, Cuprum, Biomag e Datif. Attualmente quindi utilizzo questi prodotti più la pastiglia di Pantorc alla mattina e sto bene 1 giorno si e 5 no. I giorni in cui sto bene mangio con gusto e digerisco bene, ma i giorni che sto male non riesco a mangiare ho nausea e sono agitato e per non rischiare di svenire, mangio a forza un piatto di pasta e dopo mi ritrovo con un mattone allo stomaco e una nausea pazzesca. Cari lettori, io ho una vita e dei progetti e voglio superare questo problema e capire da dove se ne è uscito e rispedircelo all'istante; ho passato delle feste molto brutte e voglio star bene, mangiare di gusto come prima, avere la forza di fare di uscire di vivere. Ringrazio chiunque mi dia una risposta e chi ha avuto la pazienza di leggere. Un saluto a tutti!!
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