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  1. Ho da diverso tempo rotto con la mia migliore e carissima amica.O meglio è lei che non vuole più sentirmi o vedermi,Da molto tempo era la persona a cui confidavo qualunque cosa con la massima sincerità.Poi purtroppo questo mio confidarmi p stato nel temo centrato sul chiedere aiuto psicologico sui miei problemi in maniera egoistica e con forti crisi di panico,sia di persona che con altre persone.Questo ha provocato in lei la reazione di spaventarsi per me,di vergognarsi quando ero in pubblico,ma soprattutto io ho così mancato di rispetto a lei.Ma nei momenti in cui ero a posto,cioè non depresso,stavo bene,c era un rapporto bellissimo fatto di reciproca comprensione e stima,un amicizia profonda e fraterna di decenni.Come fare ora per recuperare quello che c'era?E se nel sapere che adesso mi manca molto,ne sento l'abbandono,che a volte piango e a volte soffro d'ansia,anche se il passato che mi faceva soffrire l ho superato,non è che peggioro?Dovrei provare ad aspettare tanto tempo,tipo un anno o piu,in modo che lei veda che io ce la faccio ad affrontare il peso del vuoto che mi ha lasciato il suo abbandono?Posso ancora dirle che le voglio un bene dell'anima?Sto male senza lei ma ho anche tanta paura.Si si immaginerà conoscendomi in profondità che sto male cosi,ma io so che devo rispettare la sua libertà.L'amicizia è di due persone,non si sceglie da soli.Lo capisco.Io sento la colpa del mio comportamento.Ma posso riuscire ad eliminarla,a non sentire piu l affetto?e lei potrebbe sentire la mancanza anche se solo di un affetto fraterno?siamo entrambi figli unici e ci siamo un pò fatti da fratello e sorella fin da piccoli.Ma ora mi chiedo se il legame che c era cosi forte possa nel tempo essere più forte del dispiacere che io ho arrecato,della ferita che lei ha subito per colpa mia.Vorrei parlarle di persona,almeno con un messaggio..ridirle almeno che io la porta del mio cuore la terro sempre aperta?Ma come fare...ho amicizie comuni con lei..ma quanto la possono convincere a darmi una nuova possibilità?Una ricorrenza famigliare,tipo il natale,che ci faceva sentire piu legati,può essere una bella occasione per ricucire il rapporto?Ora come ora ho ripreso solo tramite amici in comune a farle e ricevere gli auguri di un compleanno o di una festa tipo ferragosto,ma oltre quello nulla.E così a me non rimane nulla,mi sembra come se parlassi a un collega di una questione di lavoro,,non mi da nulla,non mi toglie il vuoto,la sofferenza che sento.Il dispiacere c è.Ho anche provato a dire fai uno sforzo e cancella qualunque ricordo a lei legato,ma non ci riesco.Preferisco tenere accesa quella flebile speranza che mi perdoni,che si torni a parlare ogni tanto e vedersi ogni tanto solo per parlare di cose positive.non voglio più sprecare il mio tempo di affetto con lei a parlare di cose negative,di possibili tentti suicidi che poi non ho mai fatto,del mio malessere.a me manca quando ero di buon umore,e sentivo che questo faceva bene a entrambi,sorridere alla vita.mi manca quel condividere,quel sentire un interesse sincero,gentile,disinteressato,fraterno che c'era.Per assurdo ho dimenticato quando m aiutava a venirne fuori dai malesseri,Era tutto tempo sprecato.Oggi che non sono più io quello,ho stima di me stesso,vorrei tanto mi capisse come prima,si fidasse.Sono una persona nuova,ho altre priorità adesso,non sono piu cosi infelice.Il passato l ho annullato.Rimane però il dispiacere per la sua mancanza.è solo un'amicizia,ma era la piu grande che avevo,mi fa star male,..non posso dire colmo questo vuoto con un'altra persona.Dopo decenni di comprensione e affetto fraterno come posso?Una lettera dove sinceramente espongo i miei pensieri può aiutare?Grazie per l attenzione.Preferirei incontrarla di persona m fino a che non vuole nego il suo diritto alla libertà..però di persona magari s annulla la recente incomprensione,ci si vede e magari solo una battuta sul niente fa rinascere l'amicizia che c'era,non si pu fingere,a me verrebbe un pò di commozione..ma anche chiedere scusa,piangersi addosso non so se servirebbe,anche rimanere distaccati sarebbe per me difficile.almeno dirle se vuoi sono cambiato,decidi tu..Se poi nei tentativi mi ridice con te ho chiuso,forse riesco a cancellalra.ma il dispiacere quello no,forse si affievolisce.
  2. Ospite

    Rabbia d'amore

    Ogni volta che la vedo, mi va a fuoco la testa, mi fanno male le tempie e mi viene la depressione... Odio quello che ha fatto (Scegliere di non proseguire un rapporto dicendo che se fisicamente non c'erano dubbi, la chimica era imbattibile e lo sarebbe ancora, per determinati atteggiamenti lei ha voluto ascoltare l'istinto, e non proseguire con la relazione), Odio quello che è (Una persona insicura, che ha avuto traumi d'infanzia, che ha sofferto l'abbadono e che ha trovato in me un sostegno e un punto di vista differente; abituata ad essere considerata una tigre aggressiva, io ho visto tutta la dolcezza che nascondeva dietro la scorza, che lei per prima ha voluto sondare con me, per poi dopo 4/5 weekend ha voluto rimettere davanti a tutto e tutti), Odio quello che provo (Oltre ad essere oggettivamente stupenda fisicamente, è una donna premurosa, pulita, curatissima, attenta ai dettagli e premurosa, ha doti empatiche fortissime, che nasconde dietro atteggiamenti da materialista, superficiale, la classica velina che guarda al portafogli, ma superata quella scorza orrida dietro c'è qualcosa che mi ha sempre mosso l'anima e mi ha fatto perdere la testa), Odio il suo modo di giustificarsi (lei ha alibi di ogni tipo, ha trovato ragioni su sensazioni a cui ho dovuto credere guardandola negli occhi), Odio il suo comportamento (dice di non aver mai provato ad amarmi, di non aver mai pensato a noi come coppia, di essere apatica, ma anche che sono l'unico che vorrebbe ritrovare la mattina seguente nel suo letto, l'unico con cui è riuscita ad avere tranquillità, l'unico con cui il sesso non era solo atto fisico, ma che per i contrasti che sono nati e le discussioni che abbiamo avuto ha dovuto rinunciare a tutto per guardare altrove). Ora: Fossi un povero scemo, sapendo che ora va con un'altro, potrei facilmente pensare che se in un paio di mesi ha archiviato la pratica con me, magari ero solo uno dei tanti, ma non è così Ama la presenza e l'uomo che le mette soggezione, ci siamo conosciuti a lavoro io sono un responsabile aziendale e lei inizialmente ha vissuto la mia presenza come un riferimento, quando mi sono aperto (come credo gli esseri umani che condividono un percorso debbano fare, ha iniziato ad essere più fuggente) Sono conscio di non essere privo di colpe, di non esserci stato molto, di averla sempre aspettata più che inseguita, di averla trattata con totale indifferenza al lavoro per ovvie ragioni di segretezza. Ma il punto non è il problema che sia finita e che lei non abbia voluto investire su una possibilità cercando di aprirsi per cambiare, invece di mollare è scegliere altro... oggi è talmente facile sondare altro... che figuriamoci se può essere una colpa. IL VERO PROBLEMA E' PERCHE' NON RIESCO A SPIEGARMI TUTTO QUESTO DOLORE E QUESTE REAZIONI D'ODIO ALL'ABBANDONO. fino a pochi giorni fa il tutto era ancora legato ad un filo che lei manteneva, presentandosi tutta dolce in ufficio, facendo battute, mandando messaggi, poi... quando esponendo l'apatia che mi stava attraversando senza di lei, mi ha invitato a cena, e al termine di un discorso, mi ha confidato che si stava frequentando con un pirla per convenienza (il tipo è una sorta di commercialista palestrato alla vista, e fa il life coach e lei le pende dalle labbra e forse non solo...) di non spendere soldi con un life coach (meglio farselo, costa meno) è successo che mi sono alzato dal tavolo del ristorante e l'ho abbandonata lì. Li si è manifestata la rabbia vera... ho camminato per chilometri ho dormito 3h in 3 giorni e oggi quando la rivedo o la penso mi scatta un nervoso, che non voglio esplicitare verso di lei, ma che mi abbatte, che mi rende insicuro, vulnerabile, mentre lei è serenissima... Questa cosa mi sta massacrando... ho perso il sorriso, ho perso l'attaccamento al mio lavoro, agli amici, esco con ragazze, arrivo anche al sodo, ma il pensiero inequivocabilmente torna lì... Le sensazioni sono molto simili a quelle vissute in passato quando mi sono aperto ad altre persone che stavano vivendo separazioni in famiglia... Ho come la sensazione che mi innamoro di persone che arrivino a me solo per cercare sicurezze e protezione e che quando mostro il mio lato più personale fuggano... Dall'altra parte... queste persone sono tarli nella testa che mi consumano e non mi fanno vivere bene il rapporto con altre persone... mi hanno come gelato il cuore, facendomi provare rabbia furibonda ad ogni pensiero... non riesco più a piangere, a ridere a capirmi... Qualcuno mi aiuti, perchè sono sempre stato una persona capace di conoscersi, ma questo tema non l'ho mai superato e mi fa sentire inutile ed insignificante, fragile e debole.... Grazie.
  3. Buongiorno a tutti, vi scrivo per avere pareri riguardo agli eventi che ho vissuto e che stanno manifestandosi nella mia vita ed in quella della mia compagna. Sono un ragazzo di 33 anni, molto estroverso e sicuro di se. Ho diverse aziende ed ho iniziato a lavorare ed a creare imprese quando avevo solo 23 anni. Provengo da una famiglia inizialmente benestante e decaduta economicamente negli anni, fino a situazioni economiche molto complesse ( padre senza lavoro, vita con la sola pensione della madre etc. proprio quando la mia ex mi aveva lasciato ed io non avevo ne lavoro ne soldi). Ho avuto volontà e coraggio ed anche contro i dettami della famiglia sono riuscito a creare un mio piccolo impero. Oggi posso definirmi un uomo arrivato e completo sotto il profilo personale e professionale, adoro gli animali e sono molto empatico con la maggior parte delle persone, tuttavia ho anche dei difetti importanti, come un discreto egoismo ( di cui spesso faccio fatica ad accorgermi ) ed un elevata considerazione di me, nonostante questo ed al di la del mezzo con cui vi sto comunicando che può decisamente fuorviare, non sono quasi mai considerato arrogante, saccente o spocchioso, al contrario tutti mi considerano troppo buono. Come precedentemente accennato, in passato ho avuto una relazione per me molto importante terminata contro la mia volontà per cessato amore della mia ex ragazza ( 2004 ) Ad oggi mi trovo in una situazione complessa, circa 10 anni fa una ragazza allora poco più che ventenne amica di amici , provò ad approcciarsi ed a proporsi a me come mia possibile compagna, ma io la rifiutai poiché ritenevo di essere ancora innamorato della mia ex e non vedendo o provavo per lei quelle sensazioni che hanno sempre accompagnato la mia vita amorosa, ( anche con altre ragazze precedenti alla mia ex, ho avuto numerose storielle e storie antecedenti fin dalle scuole medie). Con quella che chiamerò la mia “attuale compagna” Dopo un anno di frequentazioni come “amici” senza alcuno scambio di effusioni o affetto amoroso, mi trovai a lei molto affezionato e forse per non voler farla soffrire e per dare sollievo anche a me, provato da anni di fatiche per un amore ormai non più corrisposto, accettai di fidanzarmici. La verità è che con lei non provavo grande attrazione fisica ( al contrario lei per me ne provava molta ) ma io con lei stavo bene, avevo un senso di serenità e pace interiore molto ampio ed accogliente, la vedevo come la compagna sicura e sempre presente, che mai mi avrebbe abbandonato. Era la fine del 2007, ed io per un motivo o per l’altro mi iniziai ad affezionare a questa ragazza, per lei ero il primo ragazzo, un amore grande, per cui piangeva sempre, si disperava e mi cercava in continuazione, io ero il suo mondo . Dalla mia parte io spesso tentavo di mettere fine alla relazione che non pensavo potesse essere corretta per me, per via di provenienze sociali diverse e visioni distanti, la sua famiglia è di tipo “contadino” mentre la mia fortemente “cittadina”. Gli anni passarono ma io non mi sentivo innamorato di questa persona ed in diverse occasioni, anche per la mia bramosia sessuale, la tradivo sessualmente ( senza farlo sapere a lei o a conoscenti per non ferirla ) e cosi ho continuato per anni, fino ad oggi. Devo dire che quello che per la società è definito “tradimento” per me lo era semplicemente a livello sessuale e da uomo, sono certo di non aver mai avuto alcun coinvolgimento emotivo con le persone a cui mi accompagnavo per le attività sessuali. Provavo semplicemente piacere a stare con loro, ad uscirci a divertimi a letto con loro, ma mai avrei pensato di lasciare lei per una delle mie avventure occasionali. Le cose sono proseguite con bellissimi momenti e momenti più o meno bui ( soprattutto per me che non mi sentivo soddisfatto dalla mia compagna ) fino al mese di Aprile del 2012. Nel mese di Febbraio dello stesso anno , decisi che era il momento di realizzare uno dei miei più grandi sogni ; avere un cane tutto per me. Cercai quindi un allevamento e per pura casualità e propensione alla tenerezza di quella razza, scelsi un Labrador cioccolato, chiamai emozionato la mia lei e le dissi che c’erano dei cuccioli appena nati in un allevamento non lontano dalle nostre abitazioni, il pomeriggio stesso andammo a vederli. Io mi innamorai subito del cucciolino di appena 2 giorni, le mi seguiva nell’allevamento ma non era entusiasta quanto me, anche se era contenta. Decisi di prenderlo, al ritorno fantasticavamo insieme e cercavamo un nome da dare a questo cucciolo, il nome me lo consiglio lei e quello gli venne dato. Dopo qualche mese arrivò il cane e come sapevo divenne un impegno importante e in certi casi limitante, poiché era strettamente dipendente da me ( ai tempi vivevo in famiglia ed i miei genitori erano contrari ad avere animali, mia madre aveva anche paura ) Dovetti quindi provvedere io al cucciolo in tutto e per tutto, dal portarlo fuori al pulire deiezioni alle 6 del mattino. Per lui ho rinunciato a molte uscite, ho chiesto ad amici di posticipare cene, ho evitato gite fuori porta per non lasciarlo solo, insomma è stato un grosso impegno, per me completamente ripagato dall’amore incondizionato e da un legale speciale, la mia lei al contrario iniziava a rabbuiarsi pesantemente. Nel mese di Novembre del 2012 dopo aver parlato con la mia attuale compagna decidemmo di andare a convivere ( con cane al seguito ) , io quale mente attiva e trascinante della coppia, cercai e trovai una casa adatta a noi, vicina ai suoi genitori e dai miei ( i miei genitori gestiscono il cane dalla mattina alla sera quando sono al lavoro e con il tempo si sono rianimati e sono diventate due persone migliori grazie a questo cane). Noi avevamo il cane solo nel weekend ed a volte nemmeno quello l'unica cosa è che la sera dormiva con noi. Lei prese visione della casa e disse che andava bene, era contenta e insieme ai suoi genitori si prodigo per la sua sistemazione ( con me ovviamente ) dopo poco la casa era pronta e noi entrammo. Lei tentava di imporsi con scelte sue ed io stupidamente per via del mio carattere fortemente dominante non le permettevo sempre di compiere le sue scelte, anche banali poiché volevo sempre che lei si elevasse socialmente ed “esteticamente”. Quindi le tarpai un po’ le ali, lei dal canto suo non accettava il cane in alcun modo, spalleggiata dalla madre ( che aveva un cane legato alla catena fuori casa da oltre 15 anni ) diceva con arroganza e prepotenza che i cani devono stare in giardino, la cosa non mi andò giù poiché ormai per me “il cane era come un figlio”. Meno di una settimana dopo l’inizio della convivenza lei si fece venire un attacco isterico/asmatico poiché diceva che il cane puzzava e non doveva dormire con noi in stanza ( il cane aveva la sua cuccia e non saliva assolutamente sul letto ) stava a debita distanza da lei perché capiva che lei non lo voleva. A seguito di questo evento io decisi di interrompere la convivenza e le chiesi se non fosse in grado di gestire la cosa di allontanarsi dalla casa e da me. Lei il giorno dopo con i genitori al seguito e senza parlare con me prese tutte le sue cose in mia assenza e se ne andò a casa da mamma e papà. Io rimasi a vivere in quella casa solo ( con il mio cane ) per quasi 4 anni, non smettemmo di stare insieme e frequentarci ma qualcosa era cambiato. Passarono quasi 4 anni “normalmente” stavamo insieme, vacanze insieme, ci sentivamo poco in settimana , messaggini e una chiamata la sera etc. Nel frattempo l’azienda per cui lavorava ( e per cui non era contenta di lavorare ) la lascio a casa, io le offrii diversi lavori ma lei non volle poiché per raggiungerli avrebbe dovuto usare il treno ( lei è laureata con il massimo dei voti ed ha una preparazione accademica veramente ottima ) cerco per pochi mesi e non trovando nessun lavoro “dietro casa” decise di prendere la disoccupazione ( a 27 anni ) ed attendere tempi migliori. Resto quindi a casa per 1 anno e mezzo, senza mai voler riprovare a convivere con me ma stando a contatto con i genitori 7/7 24h giorno conducendo una vita da 70 enne ( età dei suoi ). Non era comunque completamente scontenta ne di noi ne della sua vita, ma io vedevo che iniziava piano piano come a spegnersi ed ad essere sempre più chiusa in se stessa. Fino all’inizio dello scorso anno quando sulla scia della sua volontà decise che voleva provare a fare l’imprenditrice anche lei. Anche se inizialmente titubante poiché conoscevo ( o pensavo di conoscere ) il suo carattere accettai di aiutarla nell’inizio dell attività senza però farla io per lei , poiché questa era la sua richiesta. Dopo pochi mesi inizio a rabbuiarsi sempre più, aveva messo in piedi un ottima macchina da business ma non riusciva a spingerla e si fermava ad ogni ostacolo senza nemmeno tentare di superarlo ( solo con la mia presenza o la delega a qualche mio dipendente c’erano segnali di vita aziendale ) altrimenti stava a fissarsi su particolari irrilevanti adducendo a volontà di perfezione che non la facevano andare da nessuna parte. Nel mese di agosto del 2015 mi confesso di non riuscire a dare un senso alla sua vita ( mi senti un deficiente, uno che non era riuscito ad aiutare la sua donna ) le dissi che c’ero io… che le sarei sempre stato accanto e che qualsiasi fosse stata la sua scelta io l’avrei supportata, anche se avesse voluto chiudere e provare a cercare di nuovo un lavoro dipendente. Durante l’anno scorso per farla svagare e per tirarla su di morare arrivai a farle fare 8 viaggi vacanza, due crociere , grandi hotel , volli che provasse cose nuove , che aprisse la mente e crescesse accettando il mondo ed il diverso, volevo fare tutto quello che potesse farla stare meglio, non ebbi successo mi sbagliavo. Per riuscire a tirarla su di morale, pensando si trattasse anche del lavoro che non aveva, decisi di farle fare un part time in una delle mie aziende e la portavo personalmente in auto da casa all’ufficio, era bravissima, veramente professionale e preparata, se gli veniva detto cosa fare lo faceva benissimo. Solo che le dissi anche che non avrei voluto sempre che restasse a lavorare da me perché per la sua indipendenza ( anche economica e personale ) sarebbe stato meglio se avesse considerato il lavoro che le offrivo io come un tampone bello ma a scadenza di quando avrebbe trovato un lavoro suo. Inutile dire che non cerco nulla per tutti e 4 i mesi che la feci stare nell’azienda, veniva 3 giorni a settimana come da accordi e gli altri due giorni andava in palestra e poi tornava a casa dai suoi Lei continuava la sua discesa e io non capivo come aiutarla, le dissi di affrontare il discorso con uno specialista per non arrivare a condizioni depressive più gravi ma lei non mi prese in considerazione. Le chiesi allora di riprovare a vivere con me. Lei accetto e piano piano ( veniva qualche giorno alla settimana con uno zainetto con dentro le sue cose e non si lavava mai li ) la cosa andò avanti fino a novembre quando inizio a manifestare stati di irrequietudine , voleva uscire con amiche e cercando distrazioni fuori dalla coppia, ed iniziando ad addurre il suo malessere a scarsa autostima ( vero probabilmente ) ma cercandola grazie alle potenziali attenzioni ricevute da altri uomini ( questo trascinata da un “amica “ molto ballerina con il marito ) Alla fine di dicembre scoppio e disse che lei non riusciva a vivere in quella casa che era troppo legata ai ricordi negativi etc. Io sentendomi in colpa e capendo di poterla perdere, iniziai a cercare la un'altra casa e questa volta la feci scegliere a lei. Trovo una casa meravigliosa , un bellissimo appartamento milionario con terrazze sospese e cucine ( la sua grande passione ) bellissime. In quella casa il cane promisi non sarebbe mai entrato nei bagni ne avrebbe bevuto dal bidè ( suo grande piacere ) ne sarebbe stato a dormire nella nostra camera matrimoniale. Mi impegnai inoltre , nonostante io lavorassi molto ad aiutarla in casa ed a fare la spesa con lei insomma a fare tutto ( naturalmente lei economicamente non aveva alcun peso, sceglieva e tutto veniva saldato da me , dalla spesa alle bollette , ogni cosa ). Dopo aver arredato ed attrezzato la casa insieme, condividendo, lasciando a lei la scelta e la decisione, riuscì a stare in quella casa per 1 mese e qualche giorno, alla fine della scorsa settimana dopo un cinema. Notavo che nonostante i suoi sforzi ( coadiuvati sempre dai genitori che era sempre presenti, hanno fatto più lavori loro di lei ) non portava i vestiti nella casa e non si lavava li, preferiva tornare sempre a casa dai suoi. Quando la chiamavo la sentivo sempre in quella casa e mai nella nostra, mai a sistemare qualcosa o a pensare e progettare qualcosa per noi, la cosa mi rattristava pesantemente ed avvertivo un profondo senso d’ansia nel pensare di tornare a casa la sera e vederla sul divano con una coperta sulle spalle a giocare al solitario. Sapevo che quando sarei entrato non avrebbe quasi salutato, non avrebbe nemmeno guardato mio cane e avrebbe comunicato solo se “interrogata”. Vedevo inoltre che non voleva essere abbracciata, che a letto ormai non c’erano più rapporti di alcun tipo e che non cercava mai un bacio una carezza. Voleva solo non fare nulla, stare li in un suo limbo. La scorsa settimana siamo stati al cinema, durante il tragitto non ho resistito e dopo la millesima volta in cui tentavo di tirarla su e lei rispondeva a monosillabi, sono sbottato e le ho detto che la prima ad aiutarsi deve essere lei perché nessuno può dare la volontà alle persone ( nemmeno io nella sua visione di me come quasi onnipotente ) lei si mise come sempre a piangere, io le dissi che mi dispiaceva e che anche io a volte cedo, ma pochi secondi dopo mi sentivo già in colpa e le tentai di prendere la mano… Inutile dire che non volle , guardammo il film, tornammo a casa e come sempre la vidi iniziare a mettere le sue poche cosi portate nella nostra casa in dei sacchetti, mando un sms alla madre con scritto che tornava, io non volevo le chiesi di resistere di vincere e di vincersi, ma lei piangeva e diceva che se restava li sarebbe impazzita ed avrebbe ucciso il mio cane…. Io non sapevo più che fare la vedevo stare male, stavo male anche io non riuscivo a risolvere ma le chiesi comunque di restare , le ho detto che tutto può essere risolto ( questa è la mia visione ovviamente ) lei non ascolto ragioni mi diede un forte abbraccio un bacio sulla guancia, io ero pietrificato non ci credevo che un'altra volta dopo tutto quello che avevo fatto e che avevamo fatto lei se ne andasse cosi…. e invece, se ne andò nel cuore della notte. Da allora sono passati 6 giorni, il giorno dopo le scrissi per sapere se stava bene e parlai con i genitori per dirgli di stargli vicino ( ma non troppo ) di non preparare sempre la cena, di non rifare il letto, di spiegargli che la vita è dura e che nonostante lei non abbia mai avuto un problema reale fino ad ora… prima o poi bisognerà crescere ed affrontare le avversità. Lei mi ha mandato un solo sms con scritto che sta bene , le spiace farmi soffrire ma vuole stare da sola per qualche giorno. Io da allora non le ho più scritto, sono di umore ballerino ma vado avanti come sempre, come devo per me e per chi mi sta intorno. A volte mi scopro sollevato , però poi la penso senza di me nel mondo e mi preoccupo, mi dispiaccio mi deprimo e sento un nodo allo stomaco. Non so se concepisco l’amore come gli altri, so che per me c’è un'unica certezza e io ci sono sempre in qualsiasi condizione, questo per me è amore. Io non cedo mai. Solo che questa volta la decisione l’ha presa lei, e non posso farla tornare per poi farle ripatire tutto e stare male anche io, credo che debba affrontare un percorso personale per stare bene con se stessa, e forse aimè in quel percorso io non ci sono. Non so se tornerà, so che se lo farà dovrà essere piu adulta, ma credo anche che cambiare a 30 anni non sia cosi immediato e facile. Grazie per chi avrà avuto la pazienza di leggere fin qui, chiedo scusa per gli errori e la confusione, ma non voglio ricorreggere questo documento volutamente per dar meglio la prova di come sono ora.
  4. Cari genitori, vi propongo come spunto di riflessione e crescita personale la storia di una ragazza che mi ha toccato nel profondo: apparentemente aiutata e sostenuta dalla famiglia è stata in realtà abbandonata prima psicologicamente e poi materialmente. Vi invito con questo mio scritto a riflettere sul fatto che i figli sono essere viventi con dei sentimenti e che è importante per il loro benessere essere sinceri e fare le cose col cuore e per loro, non per immagine sociale. Altrettanto importante è, in presenza di più figli, offrire sostengo, amore e attenzione a tutti in modo equilibrato. Se si ha difficoltà a relazionarsi con i figli è opportuno chiedere aiuto per imparare a creare un clima sereno e stabile in famiglia e a comunicare in modo positivo. Buona lettura. Vivere nella menzogna, nelle bugie e nellabbandono. Come abbandonare una figlia cercando di sembrare nel giusto. I vissuti e le esperienze infantili ci segnano offrendoci un buon o cattivo terreno di base su cui crescere. Le esperienze di vita familiare sono quelle più importanti e che possono dare origine a stabilità e sicurezza di sé o traumatizzare ed inibire le capacità personali. La confusione che può essere creata in una bambina a seguito di continue e palesi bugie e distorsioni della realtà è solo il primo passo verso un possibile trauma. Aggiungendo aggressività sia fisica che verbale e doppi messaggi caratterizzati da false promesse si raggiunge lapice della tensione che può culminare, come nella fattispecie, in un abbandono prima psicologico e successivamente fisico/concreto lasciando impressa una immagine traumatica che riassume tutta una vita di ingiustizie come riassunto sinteticamente nel titolo di questo scritto. La figlia in questione è Daniela. Le vicissitudini familiari creano nei figli un copione di vita, qualcosa che si tende a ripetere e che trova giustificazione nel passato ma viene contemporaneamente rinforzato da eventi successivi. Nella fattispecie le vicissitudini familiari sono state perpetuate anche da uno zio che si è proposto per gestire diversamente le cose, riequilibrando ciò che poteva essere rimesso in ordine. Offrendo quel senso di sicurezza e chiarezza che avrebbe aiutato a rompere quel vecchio copione di vita. Invece tale figura familiare si insinua nellormai instabile e decadente sistema ripetendo la stessa prassi psicologica tipica del contesto genitoriale: bugie, false promesse, favoritismi verso una figlia piuttosto che laltra e imposizione autoritaria delle decisioni anche senza discussione/confronto. Il perpetuarsi della stessa dinamica psicologica ha rinforzato e drammaticamente inciso sul trauma della figlia Daniela imprimendo nella sua mente unimmagine di sfiducia, maltrattamento e abbandono che vanno a riversarsi inevitabilmente anche sullequilibrio fisico. La forza di volontà di Daniela la tiene ancora in vita e fare finalmente adesso chiarezza in modo aperto e pubblico rompe quello schema del silenzio, della facciata per il quieto vivere e delle palesi bugie al fine di essere libera dal passato, dalla confusione e dai sensi di colpa che possono nascere in una bambina che vuole vedere le cose per come stanno e invece le fanno credere che sia sbagliato, le fanno credere che sia scorretto essere felici. Capace di comprendere, fin da bambina, aspetti della vita che in pochi vogliono vedere, Daniela subisce attacchi ed ingiustizie da tutta la famiglia al fine di isolarla ed evitare che certe verità possano salire a galla. Lunga potrebbe essere la lista degli esempi, andando per grosse tappe si può sintetizzare come segue a titolo esemplificativo ma non esaustivo: - fino alladolescenza; infinite e piccole bugie/ingiustizie tipo: - non le lasciano fare le cose che fanno gli altri bambini perché altrimenti si sporca. - la famiglia molto spesso esce di casa escludendola e portando con sé solo la sorella minore. - lei a pranzo vorrebbe due uova e le dicono che ce nè solo uno anche se sono molte di più. - lei vorrebbe dei soldi per comprare dei pomodori, le dicono che soldi non ce nè e poi tornano con dei peperoni (ma se i soldi non cerano? E perché prendere altre cose non richieste?). - dicono che il cane chiuso nella sua camera (per evitare che venga maltrattato dai familiari) sta abbaiando molto mentre lei è fuori, invece lei è in casa ed il cane non sta abbaiando. - ormai maggiorenne; allontanamento più evidente: - vorrebbe mangiare cibo diverso e naturale ma sedendosi a tavola con tutta la famiglia: le dicono che disturba e che può andare a cucinare solo dopo che hanno finito loro (anche se cè sia lo spazio in tavola sia i fornelli liberi per cucinare) ovvero verso le 16 del pomeriggio e alla fine è costretta a mangiare solo una volta al giorno e qualcosa di già pronto in camera non essendo libera di potersi muovere in casa. Non può usare liberamente neanche il frigo o la dispensa sempre accusata di occupare spazio. - chiedono di non mettere le sue cose del bagno nel lato sinistro dello specchio sul lavandino, però essi stessi mettono le loro cose anche sulla destra che a parole sarebbe dovuto essere uno spazio dedicato a lei. - per andare in bagno rischia di essere colpita fisicamente dalla sorella o aggredita verbalmente dal resto della famiglia per motivi palesemente ingiustificabili, pur di evitare lo scontro si trattiene dallandarci anche per 17-20 ore rimanendo sempre di più nella sua camera e la notte vive con la paura di essere aggredita nel sonno. - la sua passione per lacquario deve essere abbandonata: alla sorella da fastidio vedere lacquario in salotto e le fanno continue e pesanti pressioni finché non lo toglie e ci rinuncia. - le critiche distruttive da parte della famiglia sono costanti e riferite ad ogni più piccola cosa, anche ad ogni bella cosa. Prova a parlarne ma la situazione anzi peggiora e ogni cosa viene negata, se piange per questo, sta male e ne soffre non riceve nessun tipo di ascolto o tentativo reale di comprensione, si comportano come se nulla fosse o peggio, aggredendo di più. - isolamento/abbandono fisico/ostacolamento: - La sorella è aggressiva anche fisicamente verso Daniela e come soluzione impongono a Daniela stessa di non oltrepassare la porta che separa il bivano dal quadrivano e, se vuole fare la lavatrice, deve passare dal pianerottolo e suonare il campanello. - tolgono la porta e mettono un muro per separare i due appartamenti, senza possibilità di risolvere le tensioni e tenere unita la famiglia come avrebbe invece voluto Daniela. - ormai isolata e abbandonata Daniela non ha più rapporti diretti con la famiglia, restando profondamente traumatizzata da tale esperienza sommatasi nel corso degli anni e non riesce più a vederli ne a sentirli, la notte è preda di incubi nei quali ancora le urlano contro e la chiudono a chiave nella sua camera come quando succedeva quando era più piccola. - anche laiuto economico per aprire lattività è stato una bugia: infatti è stata ostacolata pesantemente; Daniela ogni giorno con regolarità si è messa al computer per trovare siti web dove farsi conoscere, inserire offerte e stimolare il pubblico on-line allacquisto. A turno ogni membro della famiglia è entrato nel piccolo stanzino dove Daniela ha lavorato disturbandola in qualche modo, si sono inventati qualunque scusa per criticarla e per lamentarsi; il clima è stato teso ed insostenibile, la sorella spesso ha alzato le mani e i genitori hanno insistito ad aggredirla verbalmente. Quando è capitata qualche giornata in cui Daniela ha potuto lavorare senza essere disturbata entro pochi giorni è riuscita ad incrementare le vendite. Ma i boicottaggi della famiglia sono arrivati ad un eccesso portando al fallimento dellattività. - fanno sapere che se Daniela fa un primo passo per un ri-avvicinamento allora anche loro saranno disponibili in tal senso. Daniela, con sforzo emotivo, quando approfitta dellinizio dellanno nuovo per mandare dei pensierini con bigliettino di auguri non riceve nessuna risposta, nessun ringraziamento e nessun segno di riavvicinamento. - abbandono e tradimento in punto di morte - la madre prima di morire garantisce, verbalmente, che almeno i soldi per le bollette e qualcosa per mangiare le verrà dato. Vorrebbe vedere Daniela dal balcone e, seppur ferita e sofferente del trattamento subito, in onore del perdono decide di farsi vedere anche se poi ne soffre. I soldi poi però non arrivano e la madre avverte che sta scrivendo una lettera... ma non dice altro. Chiede però di poter vedere nuovamente Daniela, dovrebbe entrare di nuovo in quella casa e rivedere quelle persone: non ce la fa e ci sta molto male per diversi giorni. Qualche settimana dopo arriva la lettera preannunciata dove però la promessa verbale viene annullata: da quel momento non riceverà più soldi e dovrà anche pagare tutte le bollette e spese varie. - Daniela offre un ultima possibilità alla madre di fare un promessa e mantenerla al fine di poter favorire un ri-avvicinamento: avrebbe semplicemente dovuto ridare per breve periodo a Daniela i documenti della macchina qualora fossero serviti ma alloccorrenza i documenti non vengono ridati venendo meno allimpegno preso, come sempre! - Daniela sta male fisicamente, è disoccupata nonostante abbia tentato più volte vari lavori, e ottiene aiuto economico per lacquisto delle cure dallesterno della famiglia. - La famiglia, dopo essere venuta a conoscenza di questo aiuto esterno, per via delle pressioni sociali decide di ricominciare a dare sostegno economico a Daniela. - qualche tempo dopo si scopre unaltra menzogna scritta pre-morte: nel testamento dichiara di aver dato una somma di 90mila euro a Daniela, mentre per lattività commerciale le è stato dato solo 15mila euro più 5mila per le tasse. Inoltre non chiarisce quanto avrebbe dato alla sorella minore per lattività commerciale da lei intrapresa, perché? La sorella ha evidentemente ricevuto molto di più per lattività considerato che ha anche preso in affitto un locale ristrutturandolo, mentre Daniela ha fatto tutto on-line usando lappartamento dove già vive in quanto il sostegno economico per poter aprire un punto fisico a lei è stato negato. Il trattamento a favore della sorella continua anche da adulte. Per arrivare a giustificare un importo di 90mila euro si dovrebbero forse contare anche le spese per i pannolini comprati quando Daniela era piccola e tutte le spese per mangiare cifre che comunque sono state spese anche per la sorella. - disparità fra sorelle in testamento - alla sorella viene lasciato in eredità il quadrivano, ovvero il doppio del bivano lasciato a lei ed in cambio però la sorella avrebbe dovuto seguire il padre e la nonna. Ovviamente questo non sta avvenendo: sono scappati in ospizio perché anche loro hanno paura della sorella. - Le bugie e le prepotenze continuano anche in mano ai mediatori - per pareggiare i conti interviene con procura lo zio che garantisce impegno per riequilibrare i trattamenti fra le figlie e offrire loro un sostegno economico anche se molto inferiore al passato e calibrato in base alle entrate. Lo zio dice che per pareggiare la differenza fra i due appartamenti verrà dato un terreno a Daniela. Contestualmente alla sorella viene detto dallo zio che il terreno è in vendita e che riceverà metà dellimporto appena esso sarà venduto. Daniela fa presente che cè bisogno di stimolare fiducia per il benessere della famiglia e che questa contraddizione di messaggio dato alla due sorelle non è opportuno ed è esplicita bugia. Ma lo zio non vuole saperne di dire alla sorella lintenzione di assegnare a Daniela il terreno e sostiene che invece a lei già non gliene dice bugie le dice solo alla sorella perché ora non cè buona comunicazione. - lo zio invita Daniela a prendersi cura di sé e riprendersi, considerato il grave stato di salute in cui si trova, dicendo che per laiuto economico ci avrebbe pensato lui, perché la gestione del patrimonio ora è in mano sua. - Daniela chiede coinvolgimento per poter gestire alcune scelte relative a lavori straordinari della facciata come la scelta delle mattonelle, la scelta di mettere o meno la vetrata e in che giorno farlo. Lo zio non vuol saperne di questa condivisione e a stento accetta di far scegliere il colore delle mattonelle. Per motivi di salute/allergia alle polveri e poter organizzare gli orari di apertura delle finestre si cerca di sapere se e quando avrebbero messo la vetrata in balcone: lo zio manifesta disagio, si lamenta dicendo che decide lui e basta, che gli operai verranno quando possono anche senza preavviso e che non ci sono ne malati ne malattie e che a questo punto deve chiudere i rapporti e che non le deve dire niente. Così si deve iniziare a comunicare con lui solo tramite un avvocato pro bono. - lo zio inizia a non provvedere al versamento di nessuna quota di sostegno economico, per giustificare questa mancanza riferita a due mesi specifici sostiene che il motivo è legato al pagamento di una bolletta elettrica, lultima pagata. Osservando la bolletta e chiedendo chiarimenti al gestore si scopre che la bolletta è solo per metà di pertinenza del bivano: cerca di far credere che tramite quel pagamento le avrebbe dato un ampio sostegno, il doppio di quello che è in realtà, infatti laltra metà è di pertinenza del quadrivano dove risiede la sorella. - lo zio ad un certo punto interrompe il pagamento delle bollette dicendo che la posta deve essere recapita al suo indirizzo altrimenti non può provvedere al pagamento delle stesse. Avendo egli stesso deciso di chiudere i rapporti gli si fa avere una copia della chiave per poter ritirare tutta la posta a nome del padre. Ma egli non solo non ritira le bollette, ma neanche altra posta probabilmente importante destinata al padre. Sostiene che eventualmente effettuerà lui il cambio di domicilio per la ricezione della posta. Tuttavia non vi provvede. Contattando il gestore della utenza elettrica si riesce ad ottenere la possibilità che le bollette, seppur a nome del padre, possano essere spedite allindirizzo dello zio, il quale però rifiuta. È ovviamente una bugia, non intende pagarle. - lo zio trova altre scuse per non provvedere al versamento di nessuna quota di sostegno economico giustificandosi con palesi bugie: sono preoccupato perché non riesco a darle i soldi; lui vuole farlo solo con modalità riconosciute legalmente. Gli si fa notare che se fosse veramente preoccupato potrebbe fare un vaglia con lo stesso valore legale di un bonifico e allora dice: non posso sempre andare alle poste. Tuttavia il vaglia si può fare on-line e la risposta è costa di più. Quanto può incidere qualche euro a fronte di nove mesi in cui non versa un centesimo? Gli si fa notare che almeno avrebbe potuto pagare le bollette e risponde: da quando cè di mezzo lavvocato non posso pagarle. Questo viene smentito: le bollette sono a nome del padre e lui ha la procura per gestirne il patrimonio. Sostanzialmente si comporta con Daniela come ha fatto con la sorella a proposito del terreno, ovvero dicendo bugie: promette la vendita del terreno per dare i soldi alla sorella mentre a lei promette che il terreno diverrà suo come eredità, nessuno può sapere la verità. Inventando ulteriormente una scusa dopo laltra per non dare i soldi a Daniela ovviamente porta avanti quanto già deciso prima del decesso della madre: ovvero di non darle più nessun aiuto, ciò che manca ed è sempre mancato è lonestà di dirlo. Invece alla sorella gli aiuti economici vengono dati. Ed infine, quando ogni scusa è smentita agli occhi di tutti, racconta che ci saranno probabilmente grosse spese per le cure del padre e che quindi non le daranno più nessun aiuto economico. Per la precisione laiuto non lo danno da nove mesi e quei soldi che le avrebbero potuto dare anche con un solo ed unico vaglia non glieli danno comunque. I pochi soldi messi da parte da Daniela stessa per le sue cure fisiche sono stati usati per il cibo. - inoltre lo zio, comportandosi esattamente come i genitori, non gode di alcuna fiducia. I genitori hanno sempre sostenuto la non sufficienza dei soldi anche quando con tre entrate mensili avrebbero potuto farle studiare Veterinaria alluniversità di unaltra città ed invece glielo hanno impedito (volevano diventasse professoressa). Chi può credere che sia vero che fra poco i soldi non basteranno più? È come la storia di al lupo al lupo. Da una serie di informazioni indirette, come per esempio il fatto che alla sorella si dia sostegno economico mentre a lei nulla e questo nonostante abbia informato di trovarsi in gravi difficoltà, sembra solo unennesima bugia pur di abbandonare la figlia cercando di apparire nel giusto. Attualmente Attualmente Daniela sopravive con laiuto occasionale e saltuario di alcune persone, un aiuto non sufficiente neppure a mangiare bene e regolarmente. È sempre più magra e le mancano le forze anche per superare i malesseri fisici che laffliggono da tempo. Ha cisti alle ovaie curate in tutti i modi anche con la medicina tradizionale fin da quando era alle scuole medie ma gli unici risultati si sono ottenuti con metodi naturali alternativi che però richiederebbero ulteriori cure cicliche continuative. A volte e per lunghi periodi i dolori non le permettono di camminare e prendendo farmaci convenzionali fin dalla giovane età è diventata allergica ad un marea di sostanze così come anche ai pesticidi contenuti nel cibo non da agricoltura biologica. Le bugie e le false promesse, palesi a chiunque voglia aprire gli occhi, peggiorano il clima psicologico interferendo sulla possibilità di ripresa anche fisica. A far pesare di più la situazione, oltre alla mancanza di aiuto diretto economico per mangiare, arrivano ora esplicite richieste sia di pagare le bollette che di fare la voltura delle stesse, che ovviamente non può effettuare essendo disoccupata e priva di redditi, ed addirittura chiedono a lei un contributo economico per i lavori straordinari dellappartamento con la minaccia di spiacevoli sorprese se questo non verrà fatto. La lasceranno senza luce e acqua o pagheranno le bollette ancora una volta per immagine sociale? La manderanno via dallappartamento dove è cresciuta per affittarlo come già minacciato? Faranno mai un gesto di reale richiesta di perdono? Linaffidabilità della famiglia di origine, come così pure dello zio, restano tali lasciando sempre intorno quel tono di bugia e falsità da cui Daniela ha bisogno di liberarsi. 09 agosto 2014 Dr. Saverio Caffarelli @
  5. cioa a tutti sono nuova qui, ma soffro di disturbi di depressione fortissimi, attacchi di panico e ansia! sopravvivo con psicofarmaci... che ormai non credo mi facciano nulla , ormai tre anni che li assumo, ho passato da uno stato di anoressia, anche l'acqua mi faceva male; a uno stato di bulemia. adesso fisicamente sono tornata nella norma. mangio tutta la notte, sto sveglia tutta la notte. mi sono chiusa in me stessa, se non porto gli occhiali scuri mi sento come se gli altri possano vedere cosa ce' nel mio sguardo. DOLORE. non ho amici, la mia famiglia e distante da me non per lontananza ma x volonta' ... questo da sempre, ogni volta che ho avuto problemi diventavano fantasmi questo mi fa' molto soffrire. sono sola ad affrontare tutto questo, non so' come riesco dove trovo la forza, ormai il pianto mi si e fatto pane, i miei occhi spenti il mio sorriso sparito. l'indifferenza altrui dopo la mia malattia mi ha ucciso di piu'! 3 anni fa' ero una ragaza allegra, simpatica piena di entusiasmo e positiva, con tanta voglia di fare, poi si e spenta la luce.... e ho tanta paura che questa luce non si riaccende piu'! la mattina mi sveglio con un pensieri fisso .... una pistola x spararmi in testa e tutto e finito.... ma non posso farlo non posso abbandonare chi a piu' bisogno di me, chi mi ama e chi amo ..... unico mio sostegno mia figlia piccola, il mondo mi ha ucciso mi ha portato via ogni tipo di sogno, anzi un sogno ancora ce' l'ho vedere la mia bimba vivere felice e serena .. crescere nella spensieratezza ma non nella falsita' ! io e lei siamo sole completamente sole..... mia madre sembra godere della mia distruzione .... diverse volte mi e capitato di aver bisogno davvero del suo aiuto e propio li mi ha schiacciato in maniera definitiva .... gia' da piccina mi maltrattava .... ho pianto e sofferto ... ma non guardo piu' al passato! x l'ho meno ora. ma il mio futuro quale sara' ... avro' la forza di reagire ? non ho nessuno accanto a me. la disperazione e dentro di me ! mi sono chiusa in un guscio dal quale vorrei uscire al piu' presto .... vorrei tornare a sorridere insieme alla mia bimba .... lei sorride e questo mi aiuta .... non so' esattamente come funziona questo forum .... spero di non aver sbagliato qualcosa .... grazie x l'attenzione

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