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  1. Ciao a tutti,vi scrivo per un disagio che mi attanaglia per tutto o quasi il tempo in cui rimango sveglio.Ho avuto in passato problemi con l'ansia e la depressione non diagnosticati da nessuno comunque ansia sicuro attacchi di panico. Ho avuto una storia che mi ha segnato profondamente. Ad oggi ho una storia con una ragazza straniera. Inizialmente mi facevo sempre domande se fossi innamorato o meno. Un giorno poi e partita per la sua terra e successe una cosa per cui tutto il sentimento usci fuori in una botta avevo paura di perderla e senti tutto l'amore che avevo per lei. Passati i mesi, siamo stati un po' lontani ci siamo visti durante le vacanze natalizie e di nascosto un altro mese per 3 giorni perchè i miei partivano per l'estero e potevamo stare da soli. Ma ahime è stato l'inizio della catastrofe. Sono stato con lei in macchina finchè i miei partivano e non volevo altro che stare con lei. Quando poi i miei se ne sono andati e sono rimasto solo con lei dubbi fisse paura che non fosse la ragazza giusta, e verso l'ultimo giorno anche nausea. Ho pensato pure meglio che mi trovo una italiana come me meno problemi ecc ecc. Da allora ne ho parlato anche con lei, lei un angelo che mi sopporta, il mio io non vuole lasciarla un'altra parte invece mi fa stare male. Nausea, paura di sentirla al telefono preferisco infatti massaggiare su whatsapp. E ho visto in lei tanti difetti che all'inizio non ho proprio visto anzi io vi dirò all'inizio non pensavo mai che una ragazza così bella potesse stare con me invece ora la vedo bruttina. Ma che cavolo? MI sento veramente una schifezza vorrei soltanto cancellare quell'esperienza ad oggi quasi non sento nulla ma ad esempio quando l'altra volta ero sul punto di interrompere la relazione non volevo proprio non riesco a lasciarla non perchè ho paura ma non voglio. Come già detto vorrei amarla come prima di quel mese.Cosa ho? COsa mi è preso? Perchè questa cosa non mi lascia in pace?
  2. Ciao, sono Derford, ho 34 anni e scrivo dal Sud Italia. Vorrei sapere come prevenire un'eventuale ricaduta di depressione. In passato ho fatto analisi presso uno psicoterapeuta per alcuni mesi e sono guarita ma, a causa dell'isolamento involontario attuale in cui mi trovo, ho paura che questa bestiaccia possa ritornare. Al momento sono disoccupata e ho perso le poche amicizie che avevo, mentre altre persone mi hanno tradita e si sono rivelate false e stupide. Ho subito atti di intimidazione, stalking, sono stata isolata da alcune persone, la legge qui non esiste. Inoltre ho un modo di pensare "alternativo" rispetto alla mentalità del paesino, per cui non mi trovo proprio a mio agio con la gente di qui e non condivido nulla di interessante con loro. Passo il tempo accudendo il mio cane, ascoltando musica e praticando i miei passatempi preferiti. Frequento diversi siti e forum per chiacchierare un pò e passare il tempo. Preciso che non soffro di solitudine, però ogni tanto capitano dei momenti di tristezza passeggera, ed è questo che mi fa temere per il peggio, dopo quello che mi è successo anni fa. Ho paura di ricadere nella depressione, come ho già spiegato. Come posso prevenirla? Grazie a chi mi risponderà.
  3. Ciao a tutti. Scrivo su questo forum per parlare un po' di me visto che sono completamente solo e non ho nessuno con cui aprirmi pienamente a parte lo psicologo per un ora ogni due settimane (una quando va bene). Ho 28 anni, vado per i 29, e sono depresso da un 5-6 anni. Fino ai 22 anni la mia vita andava bene, ero un ragazzo semplice che tutti ammiravano, non ho mai avuto nulla dalla vita, ne fidanzate ne altro mi dedicavo solo allo studio e ai miei doveri. E tutto sommato per quegli anni mi stava bene, anche perché pensavo solo a costruirmi un futuro e a rimandare i piaceri al dopo. Mi sono quindi laureato col massimo dei voti alla triennale di ingegneria, quando già da quei momenti le cose iniziarono lentamente a disgregarsi. Iniziarono fortissime liti a casa mia con mio padre entrato in una fortissima crisi. Non era mai stato un padre modello ma sempre scorbutico e dalla lite facile, ma le liti di quel periodo sembravano ultra eccessive anche per chi come me e mia madre (sono figlio unico) eravamo già abituate a conoscerlo. Rompeva tutto, mobili e oggetti, era inarrestabile, una ira senza fine. Per ben 2 volte abbiamo dovuto chiamare i carabinieri, cosa che lui non ci ha mai perdonato. Dopo un episodio di violenza a mia madre in mia assenza (io ero fuori sede per l'università in una città vicino) scappo di casa per evitare l'ennesimo incontro coi carabinieri, e da lì non ci ha rimesso più piede. I miei rapporti con lui all'inizio furono quasi normali, era come se ce l'avesse solo con mia madre, ma col tempo si sono incrinati sempre di più. Ha iniziato a ricattarmi dicendo di volermi rovinare la vita, distruggerci economicamente. E lo sta facendo. L'ultima volta che sono riuscito a vederlo ha fatto finta di non riconoscermi. Io non gli ho mai fatto nulla, se non il fatto che studiavo come un mulo e lo rendevo un padre orgoglioso. In tutti questi anni non sono mai riuscito a completare gli studi della specialistica, sono 5 anni fuori corso e mi sono completamente rovinato la carriera. Una intera vita dove sono stato vittima di bullismo e cyberbullismo che non vi sto a spiegare. Amici che non si sono rivelati tali, ma solo gente che mi invidiava e che ha goduto sotto sotto delle mie sofferenze. Non ho mai avuto una fidanzata, esperienze sessuali di alcun tipo, e rimpiango da morire di aver perso i ventanni, preso da problemi più grandi di me. Vorrei riviverli, vorrei vivere la spensieratezza, l'idea che c'è tanto futuro da vivere. Invece mi sento un fallito, un non più giovane di quasi 30 anni che poteva essere un ottimo elemento ma che è solo un bamboccione fuori corso, o uno sfigato come direbbe Michael Martone. Uno che non ha avuto nessuna gioia dalla vita e che si vede invecchiare, perdere i capelli, senza più una famiglia, solo con una madre depressa come lui e che non ho la forza di rialzarmi. Ve lo dico sul serio, non è un estremizzazione, io vorrei morire. Non ho nulla per cui vivere, non voglio vivere una vita con tutti questi scheletri del passato. Non la voglio. Ci tengo a me stesso, avevo dei sogni e sinceramente non ho alcuna intenzione di andare avanti in quanto non credo proprio in nulla, che nulla possa cambiare. E se mai lo farà resterà comunque un grande dolore che sinceramente non ne reggerei il peso. Forse solo una terapia farmacologica potente potrebbe aiutarmi, ma purtroppo ho provato gli ssri (Zoloft) ma mi ha creato impotenza.
  4. Buonasera a tutti e spero che qualcuno mi possa aiutare. Ho un problema serio con mia moglie di 39 anni. Dalla nascita di mio figlio (5 anni) il suo carattere ha iniziato un cambiamento all'inizio non ci facevo caso, ma in corrispondenza delle mestruazioni, circa una settimana/ dieci giorni prima mia moglie cambiava di umore e diventava più nervosa. La situazione fino a qualche mese fà sembrava gestibile, se non che con il fatto che stiamo cercando di avere il secondo figlio, il ginecologo ha prescritto il Clomid nel mese di ottobre/novembre. Il 25 dicembre mia moglie si è trasformata, sembrava un altra persona una psicopatica, mi ha detto di non amarmi più per poi il giorno dopo uscire come se non fosse successo nulla. Ora la situazione si ripete anzi in forma più grave, fino a mettermi le mani addosso passare insulti, dire frasi contro mia madre, mia sorella, tutta la mia famiglia ecc, dicendomi che mi odia ecc ecc. Ora considerato che questa sindrome da effetti di questo genere, chiedo a voi se avete vissuto direttamente situazioni simili, come le avete gestite cosa avete fatto, ne siete usciti insomma chiedo un confronto in merito. Grazie a tutti a presto.
  5. Purtroppo a 15 anni ho sofferto di attacchi di panico somatizzati in malessere intestinale, non volevo più andare a scuola nè vedere nessuno.. Ancora non ero paranoico, avevo una medio-buona stima di me stesso, amici ecc... poi mi sono chiuso. Uscivo solo per vedere i miei genitori, parenti e evitavo con ansia ogni possibilità di vedere ragazzi che conoscessi, convinto che PRIMA O POI SAREBBE PASSATO COME PER MIRACOLO E CHE UNA VOLTA USCITO SAREI TORNATO QUELLO DI UN TEMPO, ESTROVERSO E FELICE... passavo le giornate al pc pur sapendo che stavo perdendo anni bellissimi di vita, ma non ce la facevo, era più forte di me... Poi a 18 anni ho ripreso scuola e anche se è solo di 2 anni fa ho dei vaghi ricordi (ora ho 20 anni), mi ricordo che ero molto brutto visto che non mi curavo, non uscivo, non avevo rapporti.. insomma ero come un cavernicolo che non se ne rendeva conto.. però con le ragazze ci provavo, gli attacchi di panico erano molto deboli/inesistenti, l'ansia non c'era (in tutti questi anni in casa ci ho lavorato da solo).. poi ho iniziato a fumare le canne, e da lì anche se non subito ho iniziato a avere paranoie, a vedermi brutto, incapace, sfigato, uno A CUI E' CROLLATO SOTTO I PIEDI IL PAVIMENTO CHE FORMA LA STRUTTURA DI UNA PERSONA: L'ADOLESCENZA. Poi ho provato anche droghe più forti ma non è questo il punto, visto che ormai droga più droga meno non mi toglie queste convinzioni.. Tornando alle canne voi direte di smettere, ma volete forse mettere in dubbio la veridicità di queste paranoie? Mi sento handicappato più adesso che ho 20 anni di quando sono uscito a 18.. e non che non abbia conosciuto persone (perlopiù fusi), ma ragazze poco o niente.. Le canne mi hanno fatto vedere chi sono, un 20enne che non ha avuto un'adolescenza. La cui crescita è stata bruscamente bloccata nel periodo più delicato. IO ORA IL PIU' DELLE VOLTE NON SO COME RAPPORTARMI. NON VOGLIO FAR CAPIRE DI ESSERE UN RAGAZZO A META'.. Non so dove sbattere la testa.. Non ditemi fregatene perchè non si può fingere di aver avuto una vita normale con esperienze graduali quando non la si è avuta.. IO NON RICORDO DIFFERENZE TRA QUANDO AVEVO 15,16,17 O 18 ANNI!! E questo è terribile.. Mi ricordo solo un calderone di anni tutti uguali al buio nemmeno avessi commesso un omicidio... Gli altri a 16 anni avevano una ragazza, avevano provato questo e quello, erano andati lì e laggiù.. a 17 altre cose, a 18 altre ancora E INTANTO CRESCEVANO in tutti i sensi.. io non so più se ha senso vivere così.. Sembra che posso fare anche le cose più eccitanti del mondo ma non provo gioia.. e anche CON I MIEI GENITORI.. Tante volte penso di comportarmi in modo freddo con loro e poi pensandoci soffro come un cane, vorrei dimostrargli tutto l'amore che provo per loro ma se prima dell'adolescenza ce la facevo adesso non lo so più.. Mi sento come giudicato una delusione anche da loro, insomma per una madre di un figlio di 20 anni non aver mai visto una ragazzina a casa, aver sempre visto il figlio chiuso e triste.. Non si meritavano questo e vorrei dar loro tutto l'oro del mondo per scusarmi di averli costretti ad una vita che non si meritavano (genitori di un figlio così..)
  6. Ciao a tutti! sono nuova,sono capitata per caso sul vostro sito mentre cercavo info sul mio "problema" :) Il fatto è che sto attraversando un periodo orribile.Sto cercando di essere forte,ma ogni volta che va leggermente meglio succede qualcosa ancora peggiore.Adesso va tutto male.Davvero,non saprei a cosa pensare di bello e positivo e il "è solo un periodo,poi passa" non funziona piu.Ora c'è di mezzo anche un lutto prossimo in famiglia di cui non riesco nemmeno a parlare e sono definitivamente crollata,l'ansia sta vincendo.Vivo con una sensazione di "peso" sul petto e ogni momento è buono per avere crisi di pianto,mi sembra di impazzire e il momento piu brutto ancora non è arrivato. Sto cercando qualche consiglio per "riprendermi" un po,per quanto possibile.A volte desidero semplicemente spegnere il cervello o dormire per qualche secolo..sarebbe bello,eh? :D Non so,voi come fate quando siete in queste situazioni?O cosa avete fatto quando avete passato un periodo davvero brutto? -
  7. Praticamente è da circa due settimane che soffro. Ho 17 anni, non so se può servire a qualcosa, è successo tutto il 19 ottobre, mio padre ha avuto un infarto e ho sbattuto la testa contro una mensola e da quel giorno mi sento una confusione in testa, come se fossi ubriaco o come se ci fosse un velo tra me e gli altri. Dopo la botta che è stata fortina ho iniziato a farmi 3000 complessi perche ho avuto in famiglia (non io) un caso di ematoma al cervello dovuto ad una botta, quindi pensavo di essermi fatto qualcosa a livello cerebrale. Comunque da quel giorno non mi sono più ripreso, ho una strana percezione visiva, ricordo cose che ho fatto dieci minuti prima come se fosse passato tantissimo tempo, comunque è come se ci fosse una bolla o un velo tra me e gli altri e alcune volte non capisco quasi niente come se fossi ubriaco. Da quando ho iniziato a pensare di essere pazzo mi sono fatto altri 3000 complessi perchè ho uno zio schizofrenico e uno depresso quindi pensavo potesse essere congenito. La mia paura è quella di andare da un dottore che potrebbe diagnosticarmi problemi psichiatrici, non potrei mai accettare di essere pazzo. Secondo voi cosa potrebbe essere?
  8. Sono aperte le iscrizioni al Corso di Specializzazione sulla clinica psicoanalitica dei Nuovi Sintomi del disagio contemporaneo, organizzato da Jonas Onlus in collaborazione con IRPA (Scuola di Specializzazione in Psicoterapia). Il corso si terrà nelle sedi di Milano e Pesaro da gennaio a giugno 2015, per un totale di sette sabati e 42 ore di lezione.Il direttore scientifico del corso è il dott. Massimo Recalcati, psicoanlaista fondatore di Jonas e IRPA. Il corso si occupa di offrire le coordinate teoriche e cliniche relative alle nuove patologie della contemporaneità quali sono le anoressie, le bulimie, l’obesità, gli attacchi di panico, le depressioni, i fenomeni psicosomatici, le tossicomanie e l’iperattività. Un’attenzione particolare verrà dedicata anche agli interventi in ambito scolastico, alle nuove famiglie e alla pratica analitica con i piccoli gruppi che caratterizza specifi catamente l’orientamento teorico-clinico di Jonas Onlus. Inoltre, per meglio illustrare l’approccio clinico di Jonas Onlus e stimolare il confronto nel merito con i partecipanti, il Corso ospiterà la presentazione di casi clinici. Il corso si rivolge a psicologi, psichiatri, psicoanalisti, psicoterapeuti e più in generale agli operatori nel campo della salute mentale e a tutti coloro che intendono approfondire le problematiche psicopatologiche relative alla nostra epoca e al disagio sociale che la caratterizza. Consultare il programma completo del corso su www.jonasonlus.it La quota di iscrizione è 500 euro, 250 per under 30. Per informazioni e iscrizioni chiamare lo 0255230804 o scrivere a milano@jonasonlus.it. Al termine del corso sarà consegnato attestato di frequenza.
  9. FAIRYMOON

    Depressione

    Ciao a tutti sono nuova del forum o meglio è il primo forum a cui mi iscrivo in tutta la mia vita...mi sento con l'acqua alla gola e spero che ci siano persone che possano darmi un buon consiglio per uscire da questa situazione. Circa un anno e mezzo fa mi sono lasciata con il mio fidanzato dopo una faticosa convivenza di 4 anni. dico faticosa perchè subito appena trasferiti mi ha tradito con un'altra. Non sto a soffermarmi molto sul perchè e come...ne abbiamo ampiamente discusso fra di noi e le cose non si sono pià aggiustate...dal momento della rottura mi è stata diagnosticata una depressione reattiva e da allora sono in cura dalla psicologa e mi hanno prescitto gli antidepressivi. Ad agosto causa malore (non dipeso dai farmaci) ho smesso gli antidepressivi e non voglio più prenderli perchè mi sembra che a oggi non facciano altro che peggiorare la situazione. Il problema è che spesso mi sento agitata e in ansia comincio a fare cose impulsive, l'ultima ieri non ce la facevo più a stare in casa e ho preso e sono uscita a fare spese, oppure inizio a toccarmi viso e fronte come se avessi la febbre camminando su e giù per casa oppure mi strofino le braccia come se dovessi levarmi di dosso qualcosa (dello sporco ,un insetto) e finisco magari a farmi una doccia per togliere questa sensazione. Di notte fatico a dormire, non riesco a prendere sonno, a volte ho il sonno agitato e quando finalmente mi addormento poco dopo suona la sveglia e appena apro gli occhi subito mi riaddormento e quando mi sveglio sono in ritardo e di conseguenza arrivo in ritardo anche al lavoro...quando sono al lavoro sono distratta e penso (come se fosse automatico) alla mia situazione perchè influenza l'andamento della mia giornata, sono spesso distratta faccio mille cose che lascio tutte a metà e mi sento così affaticata da arrivare a dire "non ce la faccio più" ...poi mi rimbocco le maniche perchè mi rendo conto che la mia vita oggettivamente non è poi così faticosa come quella di una mamma con 2 figli che si deve destreggiare tra lavoro, marito, casa e gestione figli appunto con compiti da fare e tutto il resto. A qualcuno è mai capitato una situazione simile? Come posso uscirne? Ringrazio anticipatamente tutti quelli che vorranno rispondermi.
  10. da un'anno che non sento il gusto di vita tutto era iniziato dalla Terza media Non ho piu interessi, mi pesa fare tutto, non ho piu voglia di uscire, non mi importa piu di vestirmi in modo carino. Infilo una tuta, o la prima cosa che mi capita ed esco E se esco e per andare a scuola. A scuola sono andato a parlare con una psicologa per questi sentimenti e lei mi ha consigliato di andare fare una (visita psicologica). Sono andato a fare la visita pero hanno bisogno del consenso dei miei genitore perchè non sono qua tornano fra un mese. Non lo so cosa voglio, ho solo voglia di dormire per non pensare o magari di non svegliarmi. Perche se mi sveglio ricomincio a pensare a tutto quello che sono. Ecco quello che faccio durante il giorno penso e vegeto. Devo studiare ma non sai quanto mi pesa! Vorrei solo rimanere sdraiato a dormire e spegnere il cervello. Mi vedo uno schifo. Quando esco e incontro qualcuno che conosco, preferisco cambiare strada o far finta di non vederla. Non vedo lora di tornare a casa e guardare il mondo dietro lo schermo del pc. Invidio il mondo che vive, perche la gente ce la fa a vivere, io no, ho paura di vivere. Ho paura di un altro giorno. Io sto male, ma sono cosi codardo da non avere il coraggio di vivere. Perche secondo me vivere vuol dire anche essere coraggiosi. E io non lo sono. Meglio andare da questo mondo. Sto male, di questo me ne rendo conto. Ma preferisco non fare niente che affrontare sta vita. Scusate, ma dovevo urlare qualcosa a qualcuno.
  11. freecartman

    Amici tristi

    Salve sono uno studente di 26 anni e ho un gruppo di amici che conosco e frequento fin dai tempi del liceo. E' di loro che voglio parlare: sono tutti ragazzi brillanti, quasi tutti laureati, alcuni lavorano stabilmente e sono quasi tutti fidanzati. Eppure non mi sembrano felici. Nelle nostre uscite serali, fino a poco tempo fa spensierate e allegre, è come se si fosse perso qualcosa, sembrano apatici, annoiati, quasi depressi. Gli argomenti che la fanno da padrone sono i propri problemi personali (sinceramente nemmeno tanto gravi) e non ravviso nemmeno una gran voglia di fare, di sfruttare quel momento che dovrebbe essere di rilassamento (e non dico di andare a coca e mignotte eh). Soprattutto gli amici fidanzati, ovviamente a 26 anni si inizia a prendere seriamente una relazione, ma sembrano schiacciati e rassegnati alla situazione che felici di stare con la propria fidanzata/o. Perché questa depressione? Forse ci conosciamo da troppo tempo e non ci sono più stimoli per stare insieme? Forse sono io troppo infantile, incapace di crescere? Crescere significa anche perdere il sorriso sulle labbra?
  12. Fino a dicembre sono aperte le iscrizioni al Corso di specializzazione sulla clinica psicoanalitica dei nuovi sintomi che si occupa di offrire le coordinate teoriche e cliniche relative alle nuove patologie della contemporaneità quali sono le anoressie, le bulimie, l’obesità, gli attacchi di panico, le depressioni, i fenomeni psicosomatici, le tossicomaniee l’iperattività. Un’attenzione particolare verrà dedicata anche agli interventi in ambito scolastico,alle nuove famiglie e alla pratica analitica in piccoli gruppi Il corso si rivolge a psicologi, psichiatri,psicoanalisti, psicoterapeuti e più in generale agli operatori nel campo della salute mentale e a tutti coloro che intendono approfondire le problematiche psicopatologiche relative alla nostra epoca e al disagio sociale che la caratterizza. Jonas Onlus, da dieci anni attivo in campo psicoanalitico, collabora con la scuola di specializzazione psicoanalitica IRPA (diretta da Massimo Recalcati) per mettere a servizio degli allievi la conoscenza clinica maturata e il rigore teorico dei docenti IRPA. Il corso si articola in 7 sabati da gennaio a giugno 2014 per un totale di 42 ore. Costa 500 euro, 250 euro per gli under 30. Alla fine verrà rilasciato un attestato di frequenza. Il corso si svolgera a Milano, nella sede di Jonas (via Giovanni da Procida 35/a). Un'edizione parallela del corso sarà attiva a Pesaro, sempre da gennaio 2014. Tutte le info su http://www.jonasonlus.it/corso-di-specializzazione-sulla-clinica-psicoanalitica-dei-nuovi-sintomi
  13. Replica

    Disagio esistenziale

    Volevo parlare con qualcuno di una situazione che nella mia vita si trascina avanti da anni e non riesco a trovare qualcosa di davvero utile ed efficace per far fronte a questo disagio. Vivo male, non ho un lavoro e non sono apprezzato socialmente, mi rendo conto di questa cosa e ne sono ben consapevole che la società così funziona (perciò non è che abbia un deficit, o un'incomprensione delirante di quel che accade), però un lavoro io non riuscirei a tenerlo. Mi spiego meglio, ora sto male perché non ho un lavoro e non posso ricevere quel minimo di stima sociale che mi permetterebbe di avere delle relazioni più gratificanti, ma quando ho lavorato, sono stato davvero male perché il lavoro ce l'avevo. Non lavorare lo stesso provoca certi disagi, ma lavorare mi provocava maggiori disagi. Lavorare mi toglieva le energie che mi servivano per mantenere l'igiene personale, e così io o lavoravo o mi occupavo di me, non ce la facevo a fare entrambe le cose, ad un certo punto, visto che m'ero ridotto quasi come un barbone ho lasciato perdere. Mi capita la stessa cosa anche in altri ambiti, quello relazionale ad esempio, vorrei conoscere una ragazza che mi piace, ma per far questo devo spendere molte energie (già so occhio e croce cosa mi aspetta e cosa una donna si aspetta da me) e molte volte la relazione stessa con una donna in me provoca lo stesso disagi perché devo adattarmi ad una serie di regole, i disagi un po' alla volta diventano disturbanti e lascio perdere anche qua. E così il disagio di fondo non lo tolgo mai. Mi manca una relazione, ma non le relazioni reali che ho conosciuto (visto che anche gli psicologi così le descrivono, proprio così come le comprendo io qua). Se c'è un problema non posso dire che sia a questo livello di comprensione. Io non sento il piacere di stare con qualcuno (perché spesso 'sti motivi di piacere non è che siano tanti), sento soprattutto l'impegno che devo metterci per sopportarlo questo qualcuno e adattarmi a certi ritmi sociali per averlo un po' di piacere, il piacere se c'è, è sporadico e poco. Ad esempio, a me piacerebbe uscire con una bella ragazza, ma non con una bella ragazza che poi inizia a chiedere e pretende da me di fare una serie di cose che non faccio poi così volentieri. Io sono spinto a sopportare solo piccoli fastidi e sacrifici per poter avere delle relazioni gratificanti, ma se i fastidi che devo sopportare risultano grandi per me, le relazioni stesse diventano un'ulteriore fonte di disagio. Risolvo il problema dell'eccessivo isolamento sociale e ne creo un altro a volte ben più grave. Ad esempio a voler stare con una donna, mi piacerebbe, ma non mi piacerebbe poi tanto stare con una donna che poi pretende da me certe cose. Stare con una donna così nemmeno la colma quella mancanza che mi aveva spinto a cercarla una donna. Io mi trovo in continuazione a dover far fronte alle richieste sociali che, per quanto tutti quanti possono definire "normali", compresi psichiatri, psicologi e compagnia bella, provocano in me un enorme disagio al livello mentale. Ora in questa situazione che si può fare? Premettiamo che l'adattamento a certe richieste non funziona con me, se no avrebbe dovuto funzionare prima e già da molto tempo credo. C'è qualcosa di alternativo, un'idea diversa per farmi vivere meglio dato che non vivo tanto bene? Pure se andassi da uno psicologo, e ci sono andato, cosa potrebbe dirmi di nuovo? Abituati a tutto questo? Questo ripetono sempre, c'hanno stampata in mente la parola "adattivo" e pensano che curare un disagio equivalga ad adattare una persona alle richieste sociali. Ma se l'avessi voluto fare volentieri questo, non ci sarebbe stato alcun problema o disagio di fondo. Io purtroppo sono arrivato alla conclusione che la vita così com'è non può arrivare a piacermi e può solo in buona parte disgustarmi, ed è inevitabile a diversi livelli un conflitto del genere molto forte tra quel che sento essere il mio vivere bene (che non può esserci, almeno così mi sembra fino a prova contraria, se qualcuno tirasse fuori un'idea alternativa davvero) e i vari possibili modi di vivere effettivi e "adattivi" (che mostrano gli psicologi e tutti quanti quelli che ho osservato fino ad ora) che possono esserci, ma che personalmente non riescono ad acquietarmi e rendermi tanto soddisfatto da far sparire questo disagio di fondo. Insomma o vivo male (e il male ho ben chiaro in cosa consiste, nel dover comunque sottostare a certe regole e transazioni sociali che mal sopporto) o non vivo. E il conoscere questa alternativa o l'adattarmi a certe cose (il compiere certe azioni che fanno anche altre persone) non risolve mai davvero nulla, conoscere la realtà in questo caso non mi aiuta, perché questa conoscenza la realtà la lascia così com'è.
  14. Buongiorno. Di seguito elenco i PRIMI campanelli di allarme che possono avvertirci se stiamo correndo il rischio di cadere in uno stato depressivo acuto: MANCANZA DI EMOZIONI (iniziare a perdere entusiasmo nelle cose di tutti i giorni, perdita delle passioni, apatia generale, umore triste che si protrae nel tempo senza una specifica ragione/causa) ISOLAMENTO (tendere a allontanarsi dalle relazioni, iniziare a allontanarsi dalla vita sociale, chiusura al nuovo) MANCATA CURA DI SE' (tendenza a non prendersi cura del proprio corpo, igene personale, attività fisica scadente) e le prime soluzioni per evitare il procrastinarsi di queste cose FARE QUALCOSA CHE CI PIACE per risvegliare le emozioni assopite (es.ballo,canto,teatro,lettura,pittura eccetera) APRIRSI AL NUOVO (interagire con le persone, creare nuove situazioni relazionali, se occorre cambiare i luoghi frequentati abitualmente e sperimentare nuovi luoghi di aggregazione) ATTIVITA' FISICA (corsa, nuoto, anche solo una passeggiata in mezzo alla natura per staccare dalla routine quotidiana e alimentare di nuovo la voglia di prendersi cura di se) Se i sintomi si protraggono già da molto tempo o ci si rende conto che nonostante i tentativi la situazione non cambia é consigliabile farsi aiutare da un esperto del settore. Spero di essere stato di aiuto.
  15. ciao a tutti ho bisogno dell'aiuto di tutti. non riesco più ad andare avanti: vi premetto: ho trent'anni sono sempre stato un tipo ansioso, timoroso, con vari problemi alle spalle sia sociali che economici. ma alla fine sono sempre andato avanti nonostante questi vari traumi che mi hanno ferito profondamente...e con un minimo di sorriso ho tirato avanti. purtroppo da quando ho cambiato lavoro circa 2 anni fa la mia vita sta andando a rotoli. infatti questo è il lavoro che desideravo da anni ma come rovescio della medaglia le pressioni che mi vengono esercitate, gli orari senza limitazioni e altri problemi ancora di atteggiamento dei miei capi mi hanno creato come uno stato ansioso-depressivo molto forte (che permane tutt'ora e che non riesco più a gestire). giusto per dirvela tutta: ho avuto anche una alopecia ai capelli (fortunatamente passata), perdita di capelli, a volte ho l'impressione di non avere più forza alle gambe e ai muscoli, starei a letto tutto il giorno etc... in ogni caso il problema che volevo discutere con voi non è tanto della depressione........ e che mi sono sorte delle vertigini quando vado in auto, autobus, nave etc... se non guido io. una tragedia! sembra assurdo ma ad esempio se sono in auto con un amico e guida lui, mi vengono attacchi di panico molto forti se non sento come la forza di gravità del mezzo. mi batte forte il cuore come se se cadessi dall'alto senza gravità....anche se è veramente assurdo. ho capito che è una cosa mentale: se mi concentro forte su dell'altro la sensazione sparisce. ho letto in giro che anche ad altri è capitato ciò e che deriva da una sorta di "mancanza del controllo degli eventi". infatti io ho una costante paura del futuro e degli eventi.... -siccome questo problema sta aumentando sempre più (l'anno scorso era proprio lieve), adesso non so se andare da uno psicologo. cosa mi consigliate? non so come fare... aiutatemi
  16. Salve a tutti, ho bisogno di aiuto. Sono un ragazzo di 17 anni, con una buona famiglia, una situazione scolastica normale. Da un anno è come se mi fossi bloccato. Prima avevo la mia compagnia di amici, una ragazza, uscivo e trasmettevo sempre positività, tanto che uscivo molto e conoscevo sempre persone nuove. E bastato un anno... Non riesco più a relazionarmi con gli altri, tanto che ho perso in poco tempo tutti i miei amici. Ho smesso di uscire. Con i compagni di classe, ogni volta mi sento un estraneo. Ho paura del giudizio della gente e sono continue paranoie. Sono cambiato e non so quale sia il motivo. Sono solo, non ho una persona con cui parlare ( coi miei genitori non se ne parla) e ho sempre pensieri strani. Ho paura del futuro, di rimanere solo, senza una famiglia. Sono sempre costretto ad apparire felice, con falsi sorrisi ma dentro sto male. Piango e mi sento strano. E assurdo. Ho paura, ho pensato e penso tutt'ora al suicidio, perchè no? basta soffrire. Ho pensato di cercare qualche farmaco depressivo come il tavor, xanax. Per me è molto strano perchè è una vita che non mi appartiene, fin dalle medie sono sempre stato socievole, uscivo, avevo voglia di fare tutto coi miei amici e godermi la vita senza pensieri. Adesso mi è passata la voglia di vivere. Durante la mia vita ho cambiato 3 volte posti per il lavoro dei miei genitori e sono sempre riuscito ad ambientarmi in meno di una settimana. Avevo voglia di divertirmi, innamorarmi. Perchè ora sono così, perchè a me? La mia vita è finita? Resterò sempre così? Forse è un segnale. Questo periodo non fa per me e mi sta distruggendo non sono piu io. Se il futuro fosse così? Non trovassi una donna? Rimanessi un fallito come adesso? Meglio farla finita. Vi prego aiutatemi. Non saprei con chi parlarne. Anche coi miei familiari mi trovo a disagio ora. Non posso uscire senza farmi paranoie. Ho pensato di rivolgermi a uno psicologo ma i miei genitori lo verrebbero a sapere. Aiuto!
  17. Soffro di depressione ed ansia da più di un anno , la mia vita e divenuta inutile, non sono più di nessun aiuto alla mia famiglia , anzi credo proprio di essere un peso per loro, credo sarebbe megli per tutti se io non ci fossi più. Questo pensiero mi termonta dal mattino appena sveglio fino alla sera, Mi manca solo il coraggio , sono anche un vigliacco
  18. Ho cercato tanto prima di trovare questo video, credo sia il migliore per capire cos'è il socialismo Per saltare direttamente al parlato cliccare qui (1:05): http://youtu.be/R-F80ZTUU48?t=1m5s Buona visione
  19. Gustab von Aschenbach

    efebofilia

    Buongiorno. Sono un ragazzo di 25 anni. E' molto difficile per me affrontare questo argomento, ma sono determinato ad affrontare una volta per tutte i mie problemi psicologici. Soffro di un disturbo della sessualità, a cui si legano ulteriori diverse condizioni di disagio. Sono attratto da ragazzi (maschi, molto più raramente femmine) adolescenti, di età variabile tra i 12-13 e 18 anni circa. Ci tengo a sottolineare che non ho MAI abusato, in qualsivoglia maniera, di un minorenne, ne ho mai fatto advances o tentato un approccio con uno di loro (sia per il mio senso etico che per le conseguenze legali di cui sono ben a conoscenza). La mia attrazione non è solamente fisica ma si tratta di vera e propria infatuazione (l'ultima volta mi sono innamorato di un quattordicenne a cui ho dato alcune ore di ripetizione). Immagino si possa definire come efebofilia o sindrome di lolita orientata verso i maschi ma non sono sicuro di come vada inquadrato clinicamente il problema. Questa situazione si protrae da moltissimo tempo (dall'inizio della pubertà direi). Immagino che il disturbo si possa ricondurre a un blocco psicologico che mi tiene legato all'adolescenza e a una sorta di omosessualità repressa (mi sento molto affine al personaggio del conte von Aschenbach della Morte a Venezia di Mann). Inutile dire che tutto ciò conduce ad una condizione di estremo disagio che condiziona la mia quotidianità e la mia vita. Fino a poco tempo fa frequentavo l'università, e il carico di studio e lavoro mi distraeva da questo problema. Ora che mi sono appena laureato la situazione è peggiorata, faccio fatica a immaginare il mio futuro e a indirizzare le mie scelte professionali. Dall'esterno appaio comunque come una persona normale: ho numerosi amici e amiche, esco spesso, faccio sport, ecc. Insomma mi comporto in maniera decisamente "comune". Ciò nonostante, non ho mai avuto un rapporto sessuale con una donna o un uomo (visto che difficilmente sono attratto da individui della mia età). Vorrei rivolgermi ad uno specialista per tentare di risolvere una volta per tutte questa situazione. Chiedo quindi gentilmente: 1) Esiste una casistica nota di casi simili? 2) Pensate che questo tipo di disturbo possa essere curato o comunque corretto? 3) In caso di risposta affermativa, a quale specialista mi consigliate di rivolgermi? Esiste una scuola di psicoterapia che mi potrebbe risultare utile più di altre? Ringrazio molto per le risposte e l'aiuto che mi vorrete fornire. G.
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