Vai al contenuto

Cerca nella Comunità

Visualizzazione dei risultati per tag 'depressione'.

  • Ricerca per tag

    Tipi di tag separati da virgole.
  • Ricerca per autore

Tipo di contenuto


Calendari

  • Gli eventi della Comunità di Psiconline

Forum

  • Regolamento del Forum
  • Confrontiamoci con gli Esperti
    • La psicologia dell'infanzia e dell'adolescenza
    • I disturbi dell'alimentazione
    • La coppia, l'amore e la dipendenza affettiva
  • Confrontiamoci fra di noi
    • Avvisi e richieste
    • Parliamo di Psicologia
    • Fatti e misfatti
    • Chi mi aiuta?
    • Argomenti
    • Single, Coppia, Famiglia
    • Mobbing & Bossing: prevenzione e non solo cura
    • L'ho appena letto ed ora ne parlo! (Il libro che mi ha colpito ... )
    • L'ho appena visto ed ora ne parlo! (Il film che mi ha colpito ... )
    • Accordi e disaccordi
    • Parliamo di attualità...
    • La vita scolastica
    • Totem e tabù
  • Spazio libero
    • Ciao, io sono ....
    • Coccole e carezze
    • Hobby e passioni
    • Chiacchiere in libertà (lo spazio per gli OFF TOPIC)
  • Corsi, Convegni, Congressi, Incontri di Formazione
    • Convegni ECM
    • Convegni, Congressi e Corsi
  • Professione Psicologo
    • Avvisi e richieste
    • Problemi della professione
    • Psicologia ed Internet
    • Usiamo i Test Psicologici
  • Studenti di psicologia
    • Studenti di psicologia
    • Esame di Stato per Psicologi
    • La tesi di laurea
    • Studenti di psicologia.it

Cerca risultati in...

Trova risultati che contengono...


Data di creazione

  • Inizio

    Fine


Ultimo aggiornamento

  • Inizio

    Fine


Filtra per numero di...

Registrato

  • Inizio

    Fine


Gruppo


AIM


MSN


Website URL


ICQ


Yahoo


Jabber


Skype


Location


Interests

  1. Salve, sono un programmatore e ho lavorato per banche, assicurazioni. dopo aver perso nuovamente il lavoro nel 2011 , la mia vita è durata 3 anni. ho cominciato a pensare al suicidio e un giorno mi sono presentato dai miei genitori con il coltello in mano piangendo a 37 anni.volevo uccidermi? no, volevo solo mostrare quanto stavo male, a causa dell'abbandono dove mi trovavo dopo ho avuto un periodo di parziale recupero in cui con l'aiuto di 2 psicologhi e forse della costante ricerca di aiuto, sono passato da un polo all'altro , dalla maniaco depressione continua all'euforia uno stato euforico permanente che è diventato che sempre parlavo parlavo entusiasta con tutti uscivo era d'estate e facevo cose strane, tipo cantare la marsigliese seduto sul gradino del corso la cosa straba è che io credevo di stare bene, cantavo, parlavo con tutti. poi è arrivato l'inferno. il 15 di agosto 2015 non so cosa sia successo. ogni giorno ero piu cupo, come se l'umore peggiorasse con la fine dell'estate. nel frattempo mi era stato diagnosticato "disturbo bipolare maniacale". la cosa era scritta da una psicologa ma ne io me NON rendevo conto, e continuavo a essere euforico NON mio padre NON mia madre NON mio fratello si rendevano conto che non potevo continuare. e infatti pochi giorni dopo ero in ospedale con entrambi i piedi fratturati per una caduta dal primo piano. La cosa piu stupida della mia vita orribile.
  2. Ciao a tutti, sono arrivata a questo forum cercando in internet supporto per quella che mi sembra una situazione senza via d'uscita. Sono sposata da quasi un anno e mi sembra davvero di aver fatto un errore madornale. La preparazione del matrimonio è stata un incubo per le continue litigate tra mio marito e la sua famiglia, con continui ricatti, telefonate nel cuore della notte, insulti (anche verso di me etc...) è stato tutto in forse fino alla settimana prima della celebrazione e sono arrivata così esaurita che non mi sono goduta niente di quel momento. Lui cercava aiuto e conforto in me e alla fine facendo da intermediario sono riuscita ad appianare la situazione con i suoi. Poi sono cominciati i drammi lavorativi - sempre di mio marito- prima il contratto che non viene confermato, poi tre mesi di lavoro non pagato, poi contratto promesso che non viene firmato.. siamo arrivati a cinque mesi dalle nozze facendo affidamento solo sul mio lavoro - sono libera professionista- e ho dovuto aumentare i ritmi per poter coprire tutte le spese.. Così la situazione è peggiorata, all'ansia per il lavoro si è aggiunta l'insoddisfazione da parte sua per la vita di coppia e per come tenevo la casa visto che lavoravo anche 12 ore al giorno (sabato e domenica compresi) su tre progetti contemporaneamente. E' arrivato a ventilare il divorzio dopo 6 mesi di matrimonio per il disordine e per il fatto che ero sempre a lavorare. La situazione è un po' migliorata quando gli è stato firmato un contratto, io ho cominciato a ritagliarmi del tempo libero visto che avevamo anche la sua entrata e tutto andava benino, con i soliti alti e bassi. da un mese a questa parte il suo lavoro è diventato più complesso ed è un lamento perpetuo, con minacce di licenziarsi etc.. la depressione è peggiorata di nuovo (il suo psicologo ha interrotto le visite qualche mese fa perché "andava tutto bene" e lui non ci vuole tornare) non riesce a pensare ad altro che al lavoro, è entrato in una sorta di circolo e anche nel sonno lo sento che ripete sempre le stesse frasi legate al lavoro. Per me la situazione, che già prima era difficile, sta diventando inaccettabile, devo portare avanti tutto da sola e in più cercare di aiutarlo anche se ogni mia frase viene male interpretata e finisce a urla e insulti. Non appena arriva a casa si attacca ai videogiochi, sembra avere sollievo solo con quello, parla con i suoi amici virtuali, gioca gioca e gioca mentre io sistemo le cose. Pensate che abbiamo anche un cagnolino e già due volte, tornando a casa da lavoro, ho trovato la bestiola affamata o al limite della sopportazione per i bisogni e lui sul divano a giocare. Sono stanca, questo non è un matrimonio, è una prigione. In più è da tre giorni che non mi parla perché secondo lui alimento la sua speranza per questo lavoro e non gli do ragione nel volersene andare. Sono stufa, la sua famiglia cerca di sostenermi ma a me viene solo da andarmene.. quando abbiamo deciso di sposarci non era così, ora davvero non ce la faccio più. Avete consigli? cosa potrei fare per migliorare la situazione?
  3. Ospite

    Rabbia d'amore

    Ogni volta che la vedo, mi va a fuoco la testa, mi fanno male le tempie e mi viene la depressione... Odio quello che ha fatto (Scegliere di non proseguire un rapporto dicendo che se fisicamente non c'erano dubbi, la chimica era imbattibile e lo sarebbe ancora, per determinati atteggiamenti lei ha voluto ascoltare l'istinto, e non proseguire con la relazione), Odio quello che è (Una persona insicura, che ha avuto traumi d'infanzia, che ha sofferto l'abbadono e che ha trovato in me un sostegno e un punto di vista differente; abituata ad essere considerata una tigre aggressiva, io ho visto tutta la dolcezza che nascondeva dietro la scorza, che lei per prima ha voluto sondare con me, per poi dopo 4/5 weekend ha voluto rimettere davanti a tutto e tutti), Odio quello che provo (Oltre ad essere oggettivamente stupenda fisicamente, è una donna premurosa, pulita, curatissima, attenta ai dettagli e premurosa, ha doti empatiche fortissime, che nasconde dietro atteggiamenti da materialista, superficiale, la classica velina che guarda al portafogli, ma superata quella scorza orrida dietro c'è qualcosa che mi ha sempre mosso l'anima e mi ha fatto perdere la testa), Odio il suo modo di giustificarsi (lei ha alibi di ogni tipo, ha trovato ragioni su sensazioni a cui ho dovuto credere guardandola negli occhi), Odio il suo comportamento (dice di non aver mai provato ad amarmi, di non aver mai pensato a noi come coppia, di essere apatica, ma anche che sono l'unico che vorrebbe ritrovare la mattina seguente nel suo letto, l'unico con cui è riuscita ad avere tranquillità, l'unico con cui il sesso non era solo atto fisico, ma che per i contrasti che sono nati e le discussioni che abbiamo avuto ha dovuto rinunciare a tutto per guardare altrove). Ora: Fossi un povero scemo, sapendo che ora va con un'altro, potrei facilmente pensare che se in un paio di mesi ha archiviato la pratica con me, magari ero solo uno dei tanti, ma non è così Ama la presenza e l'uomo che le mette soggezione, ci siamo conosciuti a lavoro io sono un responsabile aziendale e lei inizialmente ha vissuto la mia presenza come un riferimento, quando mi sono aperto (come credo gli esseri umani che condividono un percorso debbano fare, ha iniziato ad essere più fuggente) Sono conscio di non essere privo di colpe, di non esserci stato molto, di averla sempre aspettata più che inseguita, di averla trattata con totale indifferenza al lavoro per ovvie ragioni di segretezza. Ma il punto non è il problema che sia finita e che lei non abbia voluto investire su una possibilità cercando di aprirsi per cambiare, invece di mollare è scegliere altro... oggi è talmente facile sondare altro... che figuriamoci se può essere una colpa. IL VERO PROBLEMA E' PERCHE' NON RIESCO A SPIEGARMI TUTTO QUESTO DOLORE E QUESTE REAZIONI D'ODIO ALL'ABBANDONO. fino a pochi giorni fa il tutto era ancora legato ad un filo che lei manteneva, presentandosi tutta dolce in ufficio, facendo battute, mandando messaggi, poi... quando esponendo l'apatia che mi stava attraversando senza di lei, mi ha invitato a cena, e al termine di un discorso, mi ha confidato che si stava frequentando con un pirla per convenienza (il tipo è una sorta di commercialista palestrato alla vista, e fa il life coach e lei le pende dalle labbra e forse non solo...) di non spendere soldi con un life coach (meglio farselo, costa meno) è successo che mi sono alzato dal tavolo del ristorante e l'ho abbandonata lì. Li si è manifestata la rabbia vera... ho camminato per chilometri ho dormito 3h in 3 giorni e oggi quando la rivedo o la penso mi scatta un nervoso, che non voglio esplicitare verso di lei, ma che mi abbatte, che mi rende insicuro, vulnerabile, mentre lei è serenissima... Questa cosa mi sta massacrando... ho perso il sorriso, ho perso l'attaccamento al mio lavoro, agli amici, esco con ragazze, arrivo anche al sodo, ma il pensiero inequivocabilmente torna lì... Le sensazioni sono molto simili a quelle vissute in passato quando mi sono aperto ad altre persone che stavano vivendo separazioni in famiglia... Ho come la sensazione che mi innamoro di persone che arrivino a me solo per cercare sicurezze e protezione e che quando mostro il mio lato più personale fuggano... Dall'altra parte... queste persone sono tarli nella testa che mi consumano e non mi fanno vivere bene il rapporto con altre persone... mi hanno come gelato il cuore, facendomi provare rabbia furibonda ad ogni pensiero... non riesco più a piangere, a ridere a capirmi... Qualcuno mi aiuti, perchè sono sempre stato una persona capace di conoscersi, ma questo tema non l'ho mai superato e mi fa sentire inutile ed insignificante, fragile e debole.... Grazie.
  4. Ciao a tutti,vi scrivo per un disagio che mi attanaglia per tutto o quasi il tempo in cui rimango sveglio.Ho avuto in passato problemi con l'ansia e la depressione non diagnosticati da nessuno comunque ansia sicuro attacchi di panico. Ho avuto una storia che mi ha segnato profondamente. Ad oggi ho una storia con una ragazza straniera. Inizialmente mi facevo sempre domande se fossi innamorato o meno. Un giorno poi e partita per la sua terra e successe una cosa per cui tutto il sentimento usci fuori in una botta avevo paura di perderla e senti tutto l'amore che avevo per lei. Passati i mesi, siamo stati un po' lontani ci siamo visti durante le vacanze natalizie e di nascosto un altro mese per 3 giorni perchè i miei partivano per l'estero e potevamo stare da soli. Ma ahime è stato l'inizio della catastrofe. Sono stato con lei in macchina finchè i miei partivano e non volevo altro che stare con lei. Quando poi i miei se ne sono andati e sono rimasto solo con lei dubbi fisse paura che non fosse la ragazza giusta, e verso l'ultimo giorno anche nausea. Ho pensato pure meglio che mi trovo una italiana come me meno problemi ecc ecc. Da allora ne ho parlato anche con lei, lei un angelo che mi sopporta, il mio io non vuole lasciarla un'altra parte invece mi fa stare male. Nausea, paura di sentirla al telefono preferisco infatti massaggiare su whatsapp. E ho visto in lei tanti difetti che all'inizio non ho proprio visto anzi io vi dirò all'inizio non pensavo mai che una ragazza così bella potesse stare con me invece ora la vedo bruttina. Ma che cavolo? MI sento veramente una schifezza vorrei soltanto cancellare quell'esperienza ad oggi quasi non sento nulla ma ad esempio quando l'altra volta ero sul punto di interrompere la relazione non volevo proprio non riesco a lasciarla non perchè ho paura ma non voglio. Come già detto vorrei amarla come prima di quel mese.Cosa ho? COsa mi è preso? Perchè questa cosa non mi lascia in pace?
  5. Ciao, sono Derford, ho 34 anni e scrivo dal Sud Italia. Vorrei sapere come prevenire un'eventuale ricaduta di depressione. In passato ho fatto analisi presso uno psicoterapeuta per alcuni mesi e sono guarita ma, a causa dell'isolamento involontario attuale in cui mi trovo, ho paura che questa bestiaccia possa ritornare. Al momento sono disoccupata e ho perso le poche amicizie che avevo, mentre altre persone mi hanno tradita e si sono rivelate false e stupide. Ho subito atti di intimidazione, stalking, sono stata isolata da alcune persone, la legge qui non esiste. Inoltre ho un modo di pensare "alternativo" rispetto alla mentalità del paesino, per cui non mi trovo proprio a mio agio con la gente di qui e non condivido nulla di interessante con loro. Passo il tempo accudendo il mio cane, ascoltando musica e praticando i miei passatempi preferiti. Frequento diversi siti e forum per chiacchierare un pò e passare il tempo. Preciso che non soffro di solitudine, però ogni tanto capitano dei momenti di tristezza passeggera, ed è questo che mi fa temere per il peggio, dopo quello che mi è successo anni fa. Ho paura di ricadere nella depressione, come ho già spiegato. Come posso prevenirla? Grazie a chi mi risponderà.
  6. Buonasera a tutti e spero che qualcuno mi possa aiutare. Ho un problema serio con mia moglie di 39 anni. Dalla nascita di mio figlio (5 anni) il suo carattere ha iniziato un cambiamento all'inizio non ci facevo caso, ma in corrispondenza delle mestruazioni, circa una settimana/ dieci giorni prima mia moglie cambiava di umore e diventava più nervosa. La situazione fino a qualche mese fà sembrava gestibile, se non che con il fatto che stiamo cercando di avere il secondo figlio, il ginecologo ha prescritto il Clomid nel mese di ottobre/novembre. Il 25 dicembre mia moglie si è trasformata, sembrava un altra persona una psicopatica, mi ha detto di non amarmi più per poi il giorno dopo uscire come se non fosse successo nulla. Ora la situazione si ripete anzi in forma più grave, fino a mettermi le mani addosso passare insulti, dire frasi contro mia madre, mia sorella, tutta la mia famiglia ecc, dicendomi che mi odia ecc ecc. Ora considerato che questa sindrome da effetti di questo genere, chiedo a voi se avete vissuto direttamente situazioni simili, come le avete gestite cosa avete fatto, ne siete usciti insomma chiedo un confronto in merito. Grazie a tutti a presto.
  7. Purtroppo a 15 anni ho sofferto di attacchi di panico somatizzati in malessere intestinale, non volevo più andare a scuola nè vedere nessuno.. Ancora non ero paranoico, avevo una medio-buona stima di me stesso, amici ecc... poi mi sono chiuso. Uscivo solo per vedere i miei genitori, parenti e evitavo con ansia ogni possibilità di vedere ragazzi che conoscessi, convinto che PRIMA O POI SAREBBE PASSATO COME PER MIRACOLO E CHE UNA VOLTA USCITO SAREI TORNATO QUELLO DI UN TEMPO, ESTROVERSO E FELICE... passavo le giornate al pc pur sapendo che stavo perdendo anni bellissimi di vita, ma non ce la facevo, era più forte di me... Poi a 18 anni ho ripreso scuola e anche se è solo di 2 anni fa ho dei vaghi ricordi (ora ho 20 anni), mi ricordo che ero molto brutto visto che non mi curavo, non uscivo, non avevo rapporti.. insomma ero come un cavernicolo che non se ne rendeva conto.. però con le ragazze ci provavo, gli attacchi di panico erano molto deboli/inesistenti, l'ansia non c'era (in tutti questi anni in casa ci ho lavorato da solo).. poi ho iniziato a fumare le canne, e da lì anche se non subito ho iniziato a avere paranoie, a vedermi brutto, incapace, sfigato, uno A CUI E' CROLLATO SOTTO I PIEDI IL PAVIMENTO CHE FORMA LA STRUTTURA DI UNA PERSONA: L'ADOLESCENZA. Poi ho provato anche droghe più forti ma non è questo il punto, visto che ormai droga più droga meno non mi toglie queste convinzioni.. Tornando alle canne voi direte di smettere, ma volete forse mettere in dubbio la veridicità di queste paranoie? Mi sento handicappato più adesso che ho 20 anni di quando sono uscito a 18.. e non che non abbia conosciuto persone (perlopiù fusi), ma ragazze poco o niente.. Le canne mi hanno fatto vedere chi sono, un 20enne che non ha avuto un'adolescenza. La cui crescita è stata bruscamente bloccata nel periodo più delicato. IO ORA IL PIU' DELLE VOLTE NON SO COME RAPPORTARMI. NON VOGLIO FAR CAPIRE DI ESSERE UN RAGAZZO A META'.. Non so dove sbattere la testa.. Non ditemi fregatene perchè non si può fingere di aver avuto una vita normale con esperienze graduali quando non la si è avuta.. IO NON RICORDO DIFFERENZE TRA QUANDO AVEVO 15,16,17 O 18 ANNI!! E questo è terribile.. Mi ricordo solo un calderone di anni tutti uguali al buio nemmeno avessi commesso un omicidio... Gli altri a 16 anni avevano una ragazza, avevano provato questo e quello, erano andati lì e laggiù.. a 17 altre cose, a 18 altre ancora E INTANTO CRESCEVANO in tutti i sensi.. io non so più se ha senso vivere così.. Sembra che posso fare anche le cose più eccitanti del mondo ma non provo gioia.. e anche CON I MIEI GENITORI.. Tante volte penso di comportarmi in modo freddo con loro e poi pensandoci soffro come un cane, vorrei dimostrargli tutto l'amore che provo per loro ma se prima dell'adolescenza ce la facevo adesso non lo so più.. Mi sento come giudicato una delusione anche da loro, insomma per una madre di un figlio di 20 anni non aver mai visto una ragazzina a casa, aver sempre visto il figlio chiuso e triste.. Non si meritavano questo e vorrei dar loro tutto l'oro del mondo per scusarmi di averli costretti ad una vita che non si meritavano (genitori di un figlio così..)
  8. Ciao a tutti! sono nuova,sono capitata per caso sul vostro sito mentre cercavo info sul mio "problema" :) Il fatto è che sto attraversando un periodo orribile.Sto cercando di essere forte,ma ogni volta che va leggermente meglio succede qualcosa ancora peggiore.Adesso va tutto male.Davvero,non saprei a cosa pensare di bello e positivo e il "è solo un periodo,poi passa" non funziona piu.Ora c'è di mezzo anche un lutto prossimo in famiglia di cui non riesco nemmeno a parlare e sono definitivamente crollata,l'ansia sta vincendo.Vivo con una sensazione di "peso" sul petto e ogni momento è buono per avere crisi di pianto,mi sembra di impazzire e il momento piu brutto ancora non è arrivato. Sto cercando qualche consiglio per "riprendermi" un po,per quanto possibile.A volte desidero semplicemente spegnere il cervello o dormire per qualche secolo..sarebbe bello,eh? :D Non so,voi come fate quando siete in queste situazioni?O cosa avete fatto quando avete passato un periodo davvero brutto? -
  9. Praticamente è da circa due settimane che soffro. Ho 17 anni, non so se può servire a qualcosa, è successo tutto il 19 ottobre, mio padre ha avuto un infarto e ho sbattuto la testa contro una mensola e da quel giorno mi sento una confusione in testa, come se fossi ubriaco o come se ci fosse un velo tra me e gli altri. Dopo la botta che è stata fortina ho iniziato a farmi 3000 complessi perche ho avuto in famiglia (non io) un caso di ematoma al cervello dovuto ad una botta, quindi pensavo di essermi fatto qualcosa a livello cerebrale. Comunque da quel giorno non mi sono più ripreso, ho una strana percezione visiva, ricordo cose che ho fatto dieci minuti prima come se fosse passato tantissimo tempo, comunque è come se ci fosse una bolla o un velo tra me e gli altri e alcune volte non capisco quasi niente come se fossi ubriaco. Da quando ho iniziato a pensare di essere pazzo mi sono fatto altri 3000 complessi perchè ho uno zio schizofrenico e uno depresso quindi pensavo potesse essere congenito. La mia paura è quella di andare da un dottore che potrebbe diagnosticarmi problemi psichiatrici, non potrei mai accettare di essere pazzo. Secondo voi cosa potrebbe essere?
  10. Sono aperte le iscrizioni al Corso di Specializzazione sulla clinica psicoanalitica dei Nuovi Sintomi del disagio contemporaneo, organizzato da Jonas Onlus in collaborazione con IRPA (Scuola di Specializzazione in Psicoterapia). Il corso si terrà nelle sedi di Milano e Pesaro da gennaio a giugno 2015, per un totale di sette sabati e 42 ore di lezione.Il direttore scientifico del corso è il dott. Massimo Recalcati, psicoanlaista fondatore di Jonas e IRPA. Il corso si occupa di offrire le coordinate teoriche e cliniche relative alle nuove patologie della contemporaneità quali sono le anoressie, le bulimie, l’obesità, gli attacchi di panico, le depressioni, i fenomeni psicosomatici, le tossicomanie e l’iperattività. Un’attenzione particolare verrà dedicata anche agli interventi in ambito scolastico, alle nuove famiglie e alla pratica analitica con i piccoli gruppi che caratterizza specifi catamente l’orientamento teorico-clinico di Jonas Onlus. Inoltre, per meglio illustrare l’approccio clinico di Jonas Onlus e stimolare il confronto nel merito con i partecipanti, il Corso ospiterà la presentazione di casi clinici. Il corso si rivolge a psicologi, psichiatri, psicoanalisti, psicoterapeuti e più in generale agli operatori nel campo della salute mentale e a tutti coloro che intendono approfondire le problematiche psicopatologiche relative alla nostra epoca e al disagio sociale che la caratterizza. Consultare il programma completo del corso su www.jonasonlus.it La quota di iscrizione è 500 euro, 250 per under 30. Per informazioni e iscrizioni chiamare lo 0255230804 o scrivere a milano@jonasonlus.it. Al termine del corso sarà consegnato attestato di frequenza.
  11. Soffro di depressione ed ansia da più di un anno , la mia vita e divenuta inutile, non sono più di nessun aiuto alla mia famiglia , anzi credo proprio di essere un peso per loro, credo sarebbe megli per tutti se io non ci fossi più. Questo pensiero mi termonta dal mattino appena sveglio fino alla sera, Mi manca solo il coraggio , sono anche un vigliacco
  12. da un'anno che non sento il gusto di vita tutto era iniziato dalla Terza media Non ho piu interessi, mi pesa fare tutto, non ho piu voglia di uscire, non mi importa piu di vestirmi in modo carino. Infilo una tuta, o la prima cosa che mi capita ed esco E se esco e per andare a scuola. A scuola sono andato a parlare con una psicologa per questi sentimenti e lei mi ha consigliato di andare fare una (visita psicologica). Sono andato a fare la visita pero hanno bisogno del consenso dei miei genitore perchè non sono qua tornano fra un mese. Non lo so cosa voglio, ho solo voglia di dormire per non pensare o magari di non svegliarmi. Perche se mi sveglio ricomincio a pensare a tutto quello che sono. Ecco quello che faccio durante il giorno penso e vegeto. Devo studiare ma non sai quanto mi pesa! Vorrei solo rimanere sdraiato a dormire e spegnere il cervello. Mi vedo uno schifo. Quando esco e incontro qualcuno che conosco, preferisco cambiare strada o far finta di non vederla. Non vedo lora di tornare a casa e guardare il mondo dietro lo schermo del pc. Invidio il mondo che vive, perche la gente ce la fa a vivere, io no, ho paura di vivere. Ho paura di un altro giorno. Io sto male, ma sono cosi codardo da non avere il coraggio di vivere. Perche secondo me vivere vuol dire anche essere coraggiosi. E io non lo sono. Meglio andare da questo mondo. Sto male, di questo me ne rendo conto. Ma preferisco non fare niente che affrontare sta vita. Scusate, ma dovevo urlare qualcosa a qualcuno.
  13. ciao a tutti ho bisogno dell'aiuto di tutti. non riesco più ad andare avanti: vi premetto: ho trent'anni sono sempre stato un tipo ansioso, timoroso, con vari problemi alle spalle sia sociali che economici. ma alla fine sono sempre andato avanti nonostante questi vari traumi che mi hanno ferito profondamente...e con un minimo di sorriso ho tirato avanti. purtroppo da quando ho cambiato lavoro circa 2 anni fa la mia vita sta andando a rotoli. infatti questo è il lavoro che desideravo da anni ma come rovescio della medaglia le pressioni che mi vengono esercitate, gli orari senza limitazioni e altri problemi ancora di atteggiamento dei miei capi mi hanno creato come uno stato ansioso-depressivo molto forte (che permane tutt'ora e che non riesco più a gestire). giusto per dirvela tutta: ho avuto anche una alopecia ai capelli (fortunatamente passata), perdita di capelli, a volte ho l'impressione di non avere più forza alle gambe e ai muscoli, starei a letto tutto il giorno etc... in ogni caso il problema che volevo discutere con voi non è tanto della depressione........ e che mi sono sorte delle vertigini quando vado in auto, autobus, nave etc... se non guido io. una tragedia! sembra assurdo ma ad esempio se sono in auto con un amico e guida lui, mi vengono attacchi di panico molto forti se non sento come la forza di gravità del mezzo. mi batte forte il cuore come se se cadessi dall'alto senza gravità....anche se è veramente assurdo. ho capito che è una cosa mentale: se mi concentro forte su dell'altro la sensazione sparisce. ho letto in giro che anche ad altri è capitato ciò e che deriva da una sorta di "mancanza del controllo degli eventi". infatti io ho una costante paura del futuro e degli eventi.... -siccome questo problema sta aumentando sempre più (l'anno scorso era proprio lieve), adesso non so se andare da uno psicologo. cosa mi consigliate? non so come fare... aiutatemi
  14. Buongiorno. Di seguito elenco i PRIMI campanelli di allarme che possono avvertirci se stiamo correndo il rischio di cadere in uno stato depressivo acuto: MANCANZA DI EMOZIONI (iniziare a perdere entusiasmo nelle cose di tutti i giorni, perdita delle passioni, apatia generale, umore triste che si protrae nel tempo senza una specifica ragione/causa) ISOLAMENTO (tendere a allontanarsi dalle relazioni, iniziare a allontanarsi dalla vita sociale, chiusura al nuovo) MANCATA CURA DI SE' (tendenza a non prendersi cura del proprio corpo, igene personale, attività fisica scadente) e le prime soluzioni per evitare il procrastinarsi di queste cose FARE QUALCOSA CHE CI PIACE per risvegliare le emozioni assopite (es.ballo,canto,teatro,lettura,pittura eccetera) APRIRSI AL NUOVO (interagire con le persone, creare nuove situazioni relazionali, se occorre cambiare i luoghi frequentati abitualmente e sperimentare nuovi luoghi di aggregazione) ATTIVITA' FISICA (corsa, nuoto, anche solo una passeggiata in mezzo alla natura per staccare dalla routine quotidiana e alimentare di nuovo la voglia di prendersi cura di se) Se i sintomi si protraggono già da molto tempo o ci si rende conto che nonostante i tentativi la situazione non cambia é consigliabile farsi aiutare da un esperto del settore. Spero di essere stato di aiuto.
  15. Replica

    Disagio esistenziale

    Volevo parlare con qualcuno di una situazione che nella mia vita si trascina avanti da anni e non riesco a trovare qualcosa di davvero utile ed efficace per far fronte a questo disagio. Vivo male, non ho un lavoro e non sono apprezzato socialmente, mi rendo conto di questa cosa e ne sono ben consapevole che la società così funziona (perciò non è che abbia un deficit, o un'incomprensione delirante di quel che accade), però un lavoro io non riuscirei a tenerlo. Mi spiego meglio, ora sto male perché non ho un lavoro e non posso ricevere quel minimo di stima sociale che mi permetterebbe di avere delle relazioni più gratificanti, ma quando ho lavorato, sono stato davvero male perché il lavoro ce l'avevo. Non lavorare lo stesso provoca certi disagi, ma lavorare mi provocava maggiori disagi. Lavorare mi toglieva le energie che mi servivano per mantenere l'igiene personale, e così io o lavoravo o mi occupavo di me, non ce la facevo a fare entrambe le cose, ad un certo punto, visto che m'ero ridotto quasi come un barbone ho lasciato perdere. Mi capita la stessa cosa anche in altri ambiti, quello relazionale ad esempio, vorrei conoscere una ragazza che mi piace, ma per far questo devo spendere molte energie (già so occhio e croce cosa mi aspetta e cosa una donna si aspetta da me) e molte volte la relazione stessa con una donna in me provoca lo stesso disagi perché devo adattarmi ad una serie di regole, i disagi un po' alla volta diventano disturbanti e lascio perdere anche qua. E così il disagio di fondo non lo tolgo mai. Mi manca una relazione, ma non le relazioni reali che ho conosciuto (visto che anche gli psicologi così le descrivono, proprio così come le comprendo io qua). Se c'è un problema non posso dire che sia a questo livello di comprensione. Io non sento il piacere di stare con qualcuno (perché spesso 'sti motivi di piacere non è che siano tanti), sento soprattutto l'impegno che devo metterci per sopportarlo questo qualcuno e adattarmi a certi ritmi sociali per averlo un po' di piacere, il piacere se c'è, è sporadico e poco. Ad esempio, a me piacerebbe uscire con una bella ragazza, ma non con una bella ragazza che poi inizia a chiedere e pretende da me di fare una serie di cose che non faccio poi così volentieri. Io sono spinto a sopportare solo piccoli fastidi e sacrifici per poter avere delle relazioni gratificanti, ma se i fastidi che devo sopportare risultano grandi per me, le relazioni stesse diventano un'ulteriore fonte di disagio. Risolvo il problema dell'eccessivo isolamento sociale e ne creo un altro a volte ben più grave. Ad esempio a voler stare con una donna, mi piacerebbe, ma non mi piacerebbe poi tanto stare con una donna che poi pretende da me certe cose. Stare con una donna così nemmeno la colma quella mancanza che mi aveva spinto a cercarla una donna. Io mi trovo in continuazione a dover far fronte alle richieste sociali che, per quanto tutti quanti possono definire "normali", compresi psichiatri, psicologi e compagnia bella, provocano in me un enorme disagio al livello mentale. Ora in questa situazione che si può fare? Premettiamo che l'adattamento a certe richieste non funziona con me, se no avrebbe dovuto funzionare prima e già da molto tempo credo. C'è qualcosa di alternativo, un'idea diversa per farmi vivere meglio dato che non vivo tanto bene? Pure se andassi da uno psicologo, e ci sono andato, cosa potrebbe dirmi di nuovo? Abituati a tutto questo? Questo ripetono sempre, c'hanno stampata in mente la parola "adattivo" e pensano che curare un disagio equivalga ad adattare una persona alle richieste sociali. Ma se l'avessi voluto fare volentieri questo, non ci sarebbe stato alcun problema o disagio di fondo. Io purtroppo sono arrivato alla conclusione che la vita così com'è non può arrivare a piacermi e può solo in buona parte disgustarmi, ed è inevitabile a diversi livelli un conflitto del genere molto forte tra quel che sento essere il mio vivere bene (che non può esserci, almeno così mi sembra fino a prova contraria, se qualcuno tirasse fuori un'idea alternativa davvero) e i vari possibili modi di vivere effettivi e "adattivi" (che mostrano gli psicologi e tutti quanti quelli che ho osservato fino ad ora) che possono esserci, ma che personalmente non riescono ad acquietarmi e rendermi tanto soddisfatto da far sparire questo disagio di fondo. Insomma o vivo male (e il male ho ben chiaro in cosa consiste, nel dover comunque sottostare a certe regole e transazioni sociali che mal sopporto) o non vivo. E il conoscere questa alternativa o l'adattarmi a certe cose (il compiere certe azioni che fanno anche altre persone) non risolve mai davvero nulla, conoscere la realtà in questo caso non mi aiuta, perché questa conoscenza la realtà la lascia così com'è.
  16. freecartman

    Amici tristi

    Salve sono uno studente di 26 anni e ho un gruppo di amici che conosco e frequento fin dai tempi del liceo. E' di loro che voglio parlare: sono tutti ragazzi brillanti, quasi tutti laureati, alcuni lavorano stabilmente e sono quasi tutti fidanzati. Eppure non mi sembrano felici. Nelle nostre uscite serali, fino a poco tempo fa spensierate e allegre, è come se si fosse perso qualcosa, sembrano apatici, annoiati, quasi depressi. Gli argomenti che la fanno da padrone sono i propri problemi personali (sinceramente nemmeno tanto gravi) e non ravviso nemmeno una gran voglia di fare, di sfruttare quel momento che dovrebbe essere di rilassamento (e non dico di andare a coca e mignotte eh). Soprattutto gli amici fidanzati, ovviamente a 26 anni si inizia a prendere seriamente una relazione, ma sembrano schiacciati e rassegnati alla situazione che felici di stare con la propria fidanzata/o. Perché questa depressione? Forse ci conosciamo da troppo tempo e non ci sono più stimoli per stare insieme? Forse sono io troppo infantile, incapace di crescere? Crescere significa anche perdere il sorriso sulle labbra?
  17. Fino a dicembre sono aperte le iscrizioni al Corso di specializzazione sulla clinica psicoanalitica dei nuovi sintomi che si occupa di offrire le coordinate teoriche e cliniche relative alle nuove patologie della contemporaneità quali sono le anoressie, le bulimie, l’obesità, gli attacchi di panico, le depressioni, i fenomeni psicosomatici, le tossicomaniee l’iperattività. Un’attenzione particolare verrà dedicata anche agli interventi in ambito scolastico,alle nuove famiglie e alla pratica analitica in piccoli gruppi Il corso si rivolge a psicologi, psichiatri,psicoanalisti, psicoterapeuti e più in generale agli operatori nel campo della salute mentale e a tutti coloro che intendono approfondire le problematiche psicopatologiche relative alla nostra epoca e al disagio sociale che la caratterizza. Jonas Onlus, da dieci anni attivo in campo psicoanalitico, collabora con la scuola di specializzazione psicoanalitica IRPA (diretta da Massimo Recalcati) per mettere a servizio degli allievi la conoscenza clinica maturata e il rigore teorico dei docenti IRPA. Il corso si articola in 7 sabati da gennaio a giugno 2014 per un totale di 42 ore. Costa 500 euro, 250 euro per gli under 30. Alla fine verrà rilasciato un attestato di frequenza. Il corso si svolgera a Milano, nella sede di Jonas (via Giovanni da Procida 35/a). Un'edizione parallela del corso sarà attiva a Pesaro, sempre da gennaio 2014. Tutte le info su http://www.jonasonlus.it/corso-di-specializzazione-sulla-clinica-psicoanalitica-dei-nuovi-sintomi
  18. Salve a tutti, ho bisogno di aiuto. Sono un ragazzo di 17 anni, con una buona famiglia, una situazione scolastica normale. Da un anno è come se mi fossi bloccato. Prima avevo la mia compagnia di amici, una ragazza, uscivo e trasmettevo sempre positività, tanto che uscivo molto e conoscevo sempre persone nuove. E bastato un anno... Non riesco più a relazionarmi con gli altri, tanto che ho perso in poco tempo tutti i miei amici. Ho smesso di uscire. Con i compagni di classe, ogni volta mi sento un estraneo. Ho paura del giudizio della gente e sono continue paranoie. Sono cambiato e non so quale sia il motivo. Sono solo, non ho una persona con cui parlare ( coi miei genitori non se ne parla) e ho sempre pensieri strani. Ho paura del futuro, di rimanere solo, senza una famiglia. Sono sempre costretto ad apparire felice, con falsi sorrisi ma dentro sto male. Piango e mi sento strano. E assurdo. Ho paura, ho pensato e penso tutt'ora al suicidio, perchè no? basta soffrire. Ho pensato di cercare qualche farmaco depressivo come il tavor, xanax. Per me è molto strano perchè è una vita che non mi appartiene, fin dalle medie sono sempre stato socievole, uscivo, avevo voglia di fare tutto coi miei amici e godermi la vita senza pensieri. Adesso mi è passata la voglia di vivere. Durante la mia vita ho cambiato 3 volte posti per il lavoro dei miei genitori e sono sempre riuscito ad ambientarmi in meno di una settimana. Avevo voglia di divertirmi, innamorarmi. Perchè ora sono così, perchè a me? La mia vita è finita? Resterò sempre così? Forse è un segnale. Questo periodo non fa per me e mi sta distruggendo non sono piu io. Se il futuro fosse così? Non trovassi una donna? Rimanessi un fallito come adesso? Meglio farla finita. Vi prego aiutatemi. Non saprei con chi parlarne. Anche coi miei familiari mi trovo a disagio ora. Non posso uscire senza farmi paranoie. Ho pensato di rivolgermi a uno psicologo ma i miei genitori lo verrebbero a sapere. Aiuto!
  19. Ho cercato tanto prima di trovare questo video, credo sia il migliore per capire cos'è il socialismo Per saltare direttamente al parlato cliccare qui (1:05): http://youtu.be/R-F80ZTUU48?t=1m5s Buona visione
×
  • Crea nuovo/a...

Informazione importante

Navigando questo sito accetti le nostre politiche di Politica sulla Privacy.