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Trovato 4 risultati

  1. Buongiorno a tutti, vorrei sapere in che modo o con quale terapia sia possibile superare un trauma che si sa (o si presume) di aver avuto. Io ho sempre avuto problemi di relazione con l'altro sesso e ultimamente mi è tornato in mente un episodio legato ad una delle mie prime esperienze "sessuali", anche se forse non è il termine giusto perchè di sessualità vera e propria non c'era praticamente nulla. In sostanza l'evento è questo: fui scoperto all'età di nove anni a fare il gioco del dottore con un'amichetta. Ci nascondemmo sotto il letto e le toccai il culetto, o forse lo facemmo a vicenda. La cosa non aveva nulla di veramente sessuale, ma era soltanto la divertente rottura di un tabù. Mi ricordo che è stata una cosa gioiosa ed entusiasmante, una delle prime scoperte dell'altro,dell'opposto. Fummo però successivamente scoperti perchè lei lo raccontò alla madre che lo raccontò alla mia e io ricevetti da entrambe un pesante giudizio. Mi ricordo che ne rimasi angosciato profondamente. Ora forse sono solo giri mentali miei, ma credo che quell'evento nel quale è stata associata una gioia ad un'angoscia da giudizio abbia lasciato il segno. E' come se io ora non riuscissi a ritenere legittima l'attrazione stessa per l'altro sesso in quanto tale, non riesco a dargli la giusta importanza. Soprattutto non riesco ad esternare il mio interesse,come se fosse qualcosa che c'è ,ma che non va mostrato,non va reso reso pubblico. C'è l'interesse, ma gli altri non lo devono vedere, è come se portassi la maschera del disinteresse verso l'altro sesso. E' un blocco immadiato e poco conta che io abbia preso coscienza che probabilmente quell'evento del mio passato a determinato la cosa. Il fatto è che io mi ricordo del fatto, ma non è che lo rivivo emotivamente, l'emotività associata ad esso è rimossa. L'associazione tra quel fatto è i miei disagi nell'approccio con l'altro sesso è un fatto del tutto mentale,ragionato. Come posso fare o che tipo di terapia mi potete consiogliare per riportare alla luce quel rimosso e rielaborarlo. Grazie. Ps: agli amministratori chiedo di spostare eventualmente il post nella sezione adeguata, essendo una cosa dell'infanzia io l'ho messo qui ,ma se era più adeguata la sezione sessualità spostate pure.
  2. Ciao a tutti. Premetto che non ho mai scritto in un forum del genere. Vi racconto brevemente la mia storia. Sono stato da 26 anni fino a 34 con una ragazza, prima vera storia d'amore per entrambi arrivata in ritardo, ma intensa. Lei aveva ed ha 7 anni più di me. Ho notato dal 2013 cambiamenti in lei... meno passionale, meno attenta, meno presente. Nell'anno 2013 ho avuto problemi di salute che mi hanno praticamente condizionato tutto lo stesso anno, tant'è che sono stato operato due volte per lo stesso problema in quanto la prima operazione risultava errata. Nel settembre 2014 la mia storia con lei è finita, ma quasi ossessionato da una ricerca di risposte non sempre convincenti ho bucato il suo account facebook e sono entrato scorrendo le discussioni con una sua cara amica e i miei occhi hanno letto cose che non avrei preferito mai leggere. Per due anni consecutivi aveva avuto delle simil storie (platoniche la prima, la seconda con un bacio di mezzo) nelle sue estive campagne di scavo (lei era archeologa). Ne sono uscito sconvolto e poi gli ho detto tutto ciò che avevo scoperto. Il mio mondo e la mia fiducia sono crollati. Alla fine di dicembre 2014 mi ritrovo con una amica e un'altra ragazza di 15 anni più giovane di me (adesso ne ho 36) al cinema, per caso. Lei tornata dalla Germania con una esperienza lavorativa non proprio al top e io con le mie ferite ancora aperte. Abbiamo frequentato qualche mostra, qualche evento, ma lei nell'estate 2015 si fidanza per poi ritornare single verso ottobre. Alla fine di novembre 2015 mi invia un messaggio dicendomi di "avere tanto desiderio di vedermi" e da lì abbiamo cominciato a frequentarci più assiduamente, fino a che me ne sono innamorato, ma nel luglio di quest'anno esprimendo i miei sentimenti in una lunga registrazione audio scopro che lei non lo è di me, ma abbiamo continuato a frequentarci facendo cose insieme. Ci vogliamo tanto bene, quello è a palese, ma io sono innamorato di lei e non so più come gestire la cosa, dato che a una sua risposta in tempi ragionevoli ad un mio messaggio mi prende l'ansia. So che sto facendo male a me stesso, perchè il suo è quasi chiaramente un amore corrisposto, ma non so come uscirne, perchè anche lei mi contatta dicendomi a volte che mi pensa sempre e comunque non manchiamo mai entrambi dopo al max una settimana di inviarci un messaggio o fissare un appuntamento (al cinema, una mostra, una piccola escursione). Abbiamo molti interessi in comune e siamo legati tanto anche per questo motivo essendo entrambi grandi lettori e con anima artistica... Non abbiamo fatto sesso, non ci siamo baciati. Ci siamo abbracciati e coccolati molto, ma mai andati oltre. Vorrei non perderla, ma so che questo modo di fare mi sta solo distruggendo non essendo felice (quando non c'è ovviamente) e precludendo l'avvio di nuove relazioni. Mi sveglio spesso la notte e rimango a pensare a lei...sentendo un senso di oppressione, che si affievolisce solo durante il lavoro (sono un docente)... Poi magari non mi faccio sentire io e si fa sentire lei di punto in bianco dicendomi che vuole vedermi e io non so dire di no.... certe volte mi chiedo se ho sbagliato tutto... cosa posso fare? :-(
  3. L.Soares

    DPTS

    Salve a tutti, scrivo per la prima volta in un forum di questo tipo con curiosità e massimo rispetto nei confronti di quanti condividano le proprie opinioni ed esperienze, magari sperando di riuscire altrettanto. In particolare c'è un tema sul quale mi piacerebbe confrontarmi ed è quello inerente al disturbo post traumatico da stress (DPTS), nella fattispecie cronico, o più in generale a situazioni in cui l'aggravarsi di una data problematica abbia raggiunto punti critici. Grazie in anticipo a chiunque vorrà spendere una parola e/o confrontarsi sul tema. Intanto vi auguro una buona serata.
  4. Ciao a tutti, da un po' di mesi mi vedo con un ragazzo e temo che lui abbia subito violenze sessuali quando era piccolo. Ci sono tanti piccoli e grandi indizi che mi hanno portato a questa conclusione, ma vorrei uno sguardo più professionale. Ecco le sue caratteristiche: - è paranoico (geloso, insicuro, pensa che tutti gli vogliano fare del male, paura del tradimento); - è iper percettivo, sempre sull'attenti, controlla sempre i movimenti degli altri, le uscite nei locali chiusi, ecc.; - ha molte ansie e paure, all'inizio della nostra relazione a momenti improvvisi cominciava a sudare dall'ansia. Ora va molto meglio; - all'inizio aveva molte difficoltà nei rapporti sessuali; - tende a bere molto alcool (non è alcolizzato, però dice di riuscire a rilassarsi davvero quando beve alcool); - ipocondriaco; - stomaco sensibile (sindrome del colon); lui ha ammesso che qualcosa gli sia successo, ma più di così non sono riuscita a farmi dire. La sua famiglia è un po' particolare, lui è il sesto di otto fratelli, e mi raccontava di come da piccolo passasse moltissimo tempo ad osservare il viso di sua madre, per imprimerselo bene nella testa, perché altrimenti l'avrebbe immaginata senza volto, con un volto bianco. Lui sembra abbastanza arreso a questa sua condizione di ansia e paura per tutta la vita e io non so come convincerlo a parlarne con uno psicologo. Lui dice di essere così da sempre, da piccolo aveva paura di Dio, delle catastrofi naturali, che sua madre morisse, che sua madre fosse in realtà un'altra persona. Quest'ultima paura è molto forte tutt'oggi, nei riguardi di tutti. Ha paura che le persone lo vogliano cambiare o manipolare e che non siano mai quello che sembrano. Qualcuno può aiutarmi? Sto esagerando o effettivamente potrebbero essere delle conseguenze di violenza sessuale? Come faccio a farlo stare meglio e convincerlo ad andare da uno psicologo? Grazie.
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