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  1. Ciao! Sono Pandaemonio, ho 41 e scrivo da Napoli. Mi fa piacere entrare in questa comunità e spero di riuscire a trovare un confronto utile e costruttivo raccontando la mia storia. Sono in terapia da metà della mia vita in pratica, non in modo continuativo purtroppo. Poco dopo i vent'anni mi hanno diagnosticato una grave forma di agorafobia, vivevo con la mia famiglia ma come un recluso, chiuso nella mia stanza. Sono stato tre anni in totale isolamento vivendo solo di notte e dormendo durante il giorno, mangiavo roba surgelata e vedevo gli altri membri della mia famiglia molto raramente. Un bel giorno decisi di fare il "turno lungo" e tirando avanti da sveglio fino a mattina, aprendo la finestra vidi il sole. Non lo vedevo da ... anni probabilmente, svenni sul colpo. È iniziato tutto così. Grazie ad internet e l'online sono comunque riuscito ad avere una sorta di vita, amicizie e anche a fidanzarmi poi "attirando" tramite dei blog dove scrivevo racconti e poesie. Le mie relazioni erano praticamente vissute in quattro mura e obiettivamente non erano sane, sempre sature di co-dipendenza e tossicità. Disperata una mia compagna decise di portarmi davanti alla commissione dell'INPS sperando che potessero aiutarmi, indirizzarmi in qualche struttura dove poter essere aiutato. Sono finito nella ASL della mia zona, dove non c'è mai stato uno psicologo ma solo psichiatri. Mi hanno imbottito di farmaci e ho ottenuto il 75% di invalidità. Con il tempo le diagnosi sono cambiate e io non mi sono mai curato di leggerle, mi sono sempre fidato ciecamente dei medici facendo tutto quello che mi dicevano fino a quando ho cominciato a stare peggio. Non voglio annoiarvi, posso solo dire che purtroppo il percorso fatto in ASL e quindi con la sanità pubblica mi ha portato ad entrare da loro con una diagnosi di IBS (sindrome del colon irritabile), agorafobia e disturbo ciclotimico, e ne sto uscendo attualmente con più del doppio delle patologie. L'approccio pubblico è stato quello di catapultarmi in un centro diurno dove le mie patologie sono sfociate rendendo l'agorafobia l'ultimo dei problemi. Ad un certo punto la stessa psichiatra ha cambiato diagnosi scrivendo "Disturbo della personalità N.A.S." (non altrimenti specificato). Da quel momento, presa visione che neanche loro sapevano io cosa avessi, sono andato nel privato. Negli anni ho fatto tanta terapia, spendendo tanti soldi. Prima è arrivata la diagnosi di disturbo della personalità evitante. Perché effettivamente io non avevo paura di uscire, evitavo semplicemente ogni tipo di interazione e relazione con gli esseri umani. Diagnosi arrivata a quanto pare troppo tardi, visto che la mia reazione ad una situazione di totale isolamento in una casa satura di malessere, litigi, urla, violente vessazioni da parte dei miei, mi ha portato a reagire in qualche modo a questa necessità e bisogno di isolamento tossico. La reazione è stata di pura rabbia perché non tolleravo e non accettavo la totale mancanza di attenzione nei miei confronti, sia dalla mia famiglia che dal personale della ASL che mi aveva in carico. Non voglio scrivere un poema, ma l'anno dopo il disturbo evitante mi è stato diagnosticato in comorbidità anche il disturbo narcisistico di tipo covert. Scherzandoci sopra, come mi è stato detto in passato: Per chi ha sentito di questo disturbo, ebbene a quanto pare sono uno dei pochi narcisisti che è in terapia. Ovviamente mi ci sono ritrovato, non è dunque stato un problema andarci. Per chi invece come me pensava che i narcisisti fossero quei bastardi manipolatori che fanno soffrire le proprie compagne con manipolazioni, dipendenze affettive, love bombing ecc. Mi spiace, evidentemente non è così. Anzi, sono quasi sempre io quello che soffre dopo una rottura. Quello che mi è stato diagnosticato è il tipo covert e quindi "nascosto" che in pratica mi fa sembrare l'esatto opposto del più classico Overt. Non mi piace stare al centro dell'attenzione, non mi nutro di complimenti e di attenzioni e non vado in giro a dispensare "abuso narcisistico". Tendenzialmente il problema che ho io, quindi il mio narcisismo è una totale carenza di empatia, forte egocentrismo che si trasformano in arroganza e menefreghismo. Sono una persona molto sensibile ed educata e questo mi fa essere "nascosto" ma quando poi mi esprimo, a quanto pare, si nota che sono interessato principalmente ai miei bisogni e poi dopo ... a chi amo? Forse, e sì i narcisisti si innamorano. Non siamo robot. Sul narcisismo ce ne sarebbe tanto da dire, a causa di social come TikTok mi son ritrovato insultato e sentenziato manco fossi un criminale, per colpe di gente che poi non solo non conosco e con me non ha nulla a che vedere, ma che di fatto sono state diagnosticate come narcisiste da chi non ha una laurea e urla solo la propria incapacità di volersi bene e staccarsi da una relazione tossica. Spero di potermi raccontare meglio e di non ricevere i soliti insulti, vi ricordo che se sostenete la teoria del narcisista infame, cattivo e bastardo, allora dovreste tenere conto che anche insultarlo alimenta il suo ego no? Grazie!
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