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Ho 51 anni e mi sento un relitto, ma procediamo con ordine. Le cose funzionano e non funzionano, dopo un po' ti chiedi se dipende da te o dal mondo. Ma non è una guerra ad armi pari, va a finire che con te stesso sei sempre più severo che col mondo. Il chè è paradossale, conoscendo il mondo. Però è vero che in questo benedetto mondo ci sono anche persone sensate e che ti conoscono. Dai oggi e dai domani ti tocca capitolare: gran parte del disastro non puoi imputarla che a te stesso. Cosa resta da fare? Scegliere la categoria che meglio ti descrive, nel mio caso dovrebbe essere il caro, vecchio narcisismo e ammettere che non è un difetto, ma un disturbo. Ma no, non mi disturba affatto... quand'ero giovane, forse. Ora ho 51 anni e mi sento un relitto. E' ovvio che non sono un vero relitto, però mi ci sento. Ma soprattutto non sono più in grado di sostenere il peso come una volta; il peso di vivere da soli, ricominciare daccapo ogni 2 anni, non parlare la stessa lingua delle persone che ho intorno a me... et cetera. L'idea sarebbe che più teste ragionano meglio di una (della mia di sicuro). Magari se trovassi un'altro paio di sospetti o conclamati naricisisti potrei farmi un'idea più precisa circa il mio caso. E dopo? Dopo mi sono rotto di essere me stesso. Almeno qualcosina bisogna che cambi, possibilmente qualcosina che migliori sensibilmente la mia capacità di vivere e convivere con gli altri esseri umani. Più speranzoso che fiducioso vi saluto. paolo
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- personalità
- narcisismo
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