Vai al contenuto

Massacro del Circeo.


Messaggi consigliati

Leggere la notizia della scarcerazione, molto discussa, di uno dei responsabili del massacro del Circeo, mi ha fatto riflettere.

Io non ero ancora nato a quei tempi, ma mi sono chiesto, dopo 30 anni, ancora fa notizia un massacro che consisteva in fondo nella violenza, terribile violenza, d' accordo, su due donne. Ai giorni nostri, episodi peggiori, trovano due linee sui notiziari, dopo una settimana sono già dimenticati. E' una mia impressione. Può essere. Ma penso che andando a cercare troverei degli articoli a motivarla.

Da cosa dipende questa svalutazione dell' importanza di episodi drammatici? E' positiva, o negativa.

Dipende dall' assuefazione, dipende dall' egoismo, dalla paura, dall' intolleranza, dal menefreghismo, dal 'e che ci posso fare io', 'succedesse a me a nessuno importerebbe'?

O è una tendenza di cui forse si è vittime inconsapevoli. Un atteggiamento che protegge, solo fino a quando non tocca a noi. Una perdita di coscienza del reale, del dolore, del sangue. Una tolleranza immotivata verso il male.

Riprese e foto, su notiziari, fanno vedere gente morta, e gente tutto intorno che nemmeno ci fa caso. Passerò male, ma neppure io ci farei caso.

Forse il massacro del Circeo è ancora vivo negli italiani, perchè all' epoca gli italiani non erano estranei (non mi riferisco alla razza), quello che succedeva a Roma, coinvolgeva il milanese? Ora non coinvolge più quello che succede sotto casa.

Non lo so, ma non è bello. E nemmeno rassicurante.

Link al commento
Condividi su altri siti

 

Pubblicità


Io non ero ancora nato a quei tempi, ma mi sono chiesto, dopo 30 anni, ancora fa notizia un massacro che consisteva in fondo nella violenza, terribile violenza, d' accordo, su due donne. Ai giorni nostri, episodi peggiori, trovano due linee sui notiziari, dopo una settimana sono già dimenticati. E' una mia impressione. Può essere.

Dai, che non è vero che ne parlano poco della cronaca nera... forse adesso per far vedere che hanno fatto

qualcosa per la sicurezza ma negli ultimi anni ci hanno fatto uno show infinito con le disgrazie... Cogne, la

ragazza di Garlasco, quella inglese a Perugia, la strage di Erba...

Link al commento
Condividi su altri siti

 
Dai, che non è vero che ne parlano poco della cronaca nera... forse adesso per far vedere che hanno fatto

qualcosa per la sicurezza ma negli ultimi anni ci hanno fatto uno show infinito con le disgrazie... Cogne, la

ragazza di Garlasco, quella inglese a Perugia, la strage di Erba...

Forse mi sbaglio, è tutta una mia idea.

Io non dico che ne parlano poco di cronaca nera. Anche perchè, per stare sù, i tg di qualcosa devono pur parlare. E trovo assurdo lo show infinito, come tu dici, sulle disgrazie. Mesi a parlare della studentessa inglese. Ma anche su questo aspetto, una valutazione è necessaria. Nei giorni scorsi, una coppia di omosessuali è stata vittima di un tentato omicidio. Fatto grave, di sicuro. Un diciassettenne, invece è stato vittima di un omicidio riuscito. Quale notizia ha preso più posto. Quella che avrebbe avuto più successo nel pubblico. Per questo io preferisco seguire la cronaca su internet, perchè posso dare io il giusto, almeno per me, valore agli eventi.

Ma al di là di questo, quello che cercavo di dire con l' episodio del Circeo, è che oggi, fatti gravi, in fondo non scuotono l' opinione pubblica.

E forse non è colpa dei cittadini. Forse è un aumento spaventoso dei crimini violenti. Ogni giorno omicidi, stupri, suicidi, è impossibile dare la giusta importanza a questi episodi. Prima che finisci con uno, già devi stare male per un altro. E l' indifferenza, è la risposta, data in modo più o meno consapevole.

Una vicenda che mi è capitata.

Io abito in un condominio. Questo ha un cortile interno, su cui decine di case si affacciano. L' effetto audio, fa sentire in casa tua, meglio quel che fanno gli altri di quel che fai tu. Allora preparavo cena. A un certo punto, dal cortile, una donna grida. Ed era un grido di paura. Un' AAAHHHHHH terrorizzato. Bene. Io che faccio? Finta di niente, e finisco di preparare cena. Ma io sono st..o, va bene. Ma nessuno, tra le decine di case, ha aperto una persiana, si è affacciato, ha chiesto 'tutto bene?'. Nessuno. L' avrei sentito. E allora mi sono chiesto? Ma volessero uccidermi, e gridassi disperato, butta male. Ma è così.

Link al commento
Condividi su altri siti

 

Quello che dici sul non lasciarsi scuotere dell'opinione pubblica o anche della semplice "vicinanza" quando accadono

fatti gravi ha del vero, e non sei fuori strada (anche secondo me almeno) nel ricercarne le cause nell'informazione.

Metterei un bel punto di domanda invece sull'aumento spaventoso dei crimini violenti: che io sappia sono in realtà

andati calando nel corso degli anni, seppur leggermente e seppur sempre troppi. Però, appunto, con l'informazione

è fin troppo facile dare ora la percezione che c'è più violenza, ora che ce n'è di meno, a seconda del momento...

basta appunto parlarne oppure non parlarne (io che vivo in Trentino, ad esempio, dell'aumentare o del diminuire

degli omicidi della 'ndrangheta è poco probabile che ne abbia percezione se non attraverso i mezzi d'informazione).

Il non lasciarsi scuotere secondo me può essere a volte sintomo di estrema sensibilità (chiudersi a riccio anche se può

sembrare insensibilità è sensibilità) probabilmente dovuta in parte anche a questo continuo alzare ed abbassare le

corde della tensione, che è un po' esasperante.

Link al commento
Condividi su altri siti

 
Quello che dici sul non lasciarsi scuotere dell'opinione pubblica o anche della semplice "vicinanza" quando accadono

fatti gravi ha del vero, e non sei fuori strada (anche secondo me almeno) nel ricercarne le cause nell'informazione.

Metterei un bel punto di domanda invece sull'aumento spaventoso dei crimini violenti: che io sappia sono in realtà

andati calando nel corso degli anni, seppur leggermente e seppur sempre troppi. Però, appunto, con l'informazione

è fin troppo facile dare ora la percezione che c'è più violenza, ora che ce n'è di meno, a seconda del momento...

basta appunto parlarne oppure non parlarne (io che vivo in Trentino, ad esempio, dell'aumentare o del diminuire

degli omicidi della 'ndrangheta è poco probabile che ne abbia percezione se non attraverso i mezzi d'informazione).

Il non lasciarsi scuotere secondo me può essere a volte sintomo di estrema sensibilità (chiudersi a riccio anche se può

sembrare insensibilità è sensibilità) probabilmente dovuta in parte anche a questo continuo alzare ed abbassare le

corde della tensione, che è un po' esasperante.

E' vero. Secondo le statistiche ( prendendole per attendibili ), i crimini violenti sono in netto calo, specialmente dopo l' entrata in scena, non la prima, del nostro caro Silvio. La mia percezione del loro aumento neppure dipende dall' informazione. Io le notizie le leggo su internet, e quelle di cronaca sono insieme a quelle di politica... Dipende da me, che do loro più importanza rispetto alle altre, perchè essendo io un povero, indifeso, comune cittadino sono quelle che sento più riguardarmi.

E' chiaro che in Trentino non ti accorgi sul campo di come si comporta la criminalità organizzata. Però è anche vero, che questo potrebbe comunque coinvolgerti, se ci fosse un senso di unità verso il cittadino che con te divide la nazione ( non dico che sia così per te, parlo in generale ). Mentre sembra che quel che succede a Roma, 'e chi se ne frega, abito a 300km'. Ma è un brutto gioco, perchè 300 km si fanno in 3 ore, e quel che succede a Roma, riguarda l' italiano, non il romano. E lo sviluppo di questo atteggiamento, è già avvenuto. Quel che succede a Roma, già non riguarda nemmeno il romano.

La sensibilità, che permette di percepire la paura, l' impotenza, l' insicurezza. Può essere vero. La conseguenza è la difesa, in estremo solo di noi stessi. E la chiusura a riccio.

Ma è proprio così? O invece è la sensibilità del 'chi si fà i caz.i suoi campa cent' anni'. E quindi l' insensibilità che non permette di percepire il male dell' altro come comune. Che porta a vedere lo spazio personale, come l' unico che abbia significato.

Ma c'è anche una terza ipotesi. Il rincoglionimen.o globale. Sai che secondo me, la maggior parte della gente, non si rende conto di quel che succede. Non secondo criteri raffinati come sensibilità, paura o altrimenti cattiveria..., ma proprio perchè è celebralmente abbattuta. Da cosa? Da tutti gli input che da ogni dove arrivano, senza essere richiesti, e che non è facile canalizzare verso un giudizio cosciente.

Link al commento
Condividi su altri siti

 
Ma c'è anche una terza ipotesi. Il rincoglionimen.o globale. Sai che secondo me, la maggior parte della gente, non si rende conto di quel che succede. Non secondo criteri raffinati come sensibilità, paura o altrimenti cattiveria..., ma proprio perchè è celebralmente abbattuta. Da cosa? Da tutti gli input che da ogni dove arrivano, senza essere richiesti, e che non è facile canalizzare verso un giudizio cosciente.

Dai una letta a queste righe, se ti va di farlo:

[...] Nel 1972 Norman Mcrae, redattore dell'"Economist", ipotizza questo scenario prossimo venturo:

"La prospettiva è, dopo tutto, che stiamo per entrare in un'epoca in cui qualunque sempliciotto seduto a un terminale di computer in un laboratorio,

all'ufficio, in una biblioteca pubblica o a casa sua potrà aprirsi la strada fra montagne incredibilmente accresciute di informazione contenute in enormi

banche di dati, con poteri meccanici di informazione e di calcolo che eccederanno di decine di migliaia di volte quelle che sono mai state accessibili al

cervello umano, sia pure di un Einstein".

Appena dieci anni dopo, il settimanale "Time" segnalava l'avvento dell'era prevista da Mcrae proclamando "Uomo dell'anno" il personal computer. La

redazione della rivista difendeva la sua scelta citando la corsa dei consumatori all'acquisto di piccoli elaboratori domestici e affermando che "l'America

e, in una prospettiva più ampia, il mondo intero non saranno più come prima". La visione di Mcrae oggi si sta realizzando: milioni di persone qualunque

siedono davanti a macchine che hanno la capacità potenziale di presentare e analizzare dati sufficienti a sommergere un Einstein.

Poichè l'evoluzione della tecnica è molto più rapida dell'evoluzione della specie, la nostra capacità naturale di elaborare l'informazione rischia con tutta

probabilità di diventare sempre più insufficiente a maneggiare il sovraccarico di cambiamenti, scelte e novità che è caratteristico della vita moderna.

Sempre più spesso ci troveremo nella posizione degli animali inferiori, dotati di un apparato mentale che non è attrezzato per far fronte a tutto l'ambiente

esterno, così ricco e intricato. A differenza degli animali, i cui poteri cognitivi sono da sempre relativamente insufficienti, noi abbiamo creato questa nostra

insufficienza costruendo un mondo di una complessità maggiore, ma le conseguenze sono le stesse: quando dovremo prendere una decisione, potremo

sempre più di rado permetterci il lusso di condurre un'analisi ragionata della situazione nel suo complesso, ma dovremo ripiegare sempre di più su una

prospettiva limitata che tiene conto di un unico aspetto, solitamente attendibile.

Finchè questi elementi isolati sono attendibili davvero, non c'è niente di intrinsecamente sbagliato in una tale procedura abbreviata che restringe il campo

dell'attenzione e risponda in maniera automatica a un particolare pezzo d'informazione. Il problema nasce quando, per qualche ragione, i segnali cessano

di essere attendibili e ci inducono ad azioni e decisioni sbagliate. Come abbiamo già visto, una causa possibile è da cercare nei trucchi di certi professionisti

della persuasione, che cercano di trarre vantaggio dal carattere meccanico e avventato di queste risposte. Se, come sembra, i procedimenti abbreviati di

decisione sono destinati a crescere col ritmo della vita moderna, possiamo essere certi che crescerà anche la frequenza di quei trucchi.

(Robert B. Cialdini, "Le armi della persuasione", Giunti 1984).

Link al commento
Condividi su altri siti

 
.....

(Robert B. Cialdini, "Le armi della persuasione", Giunti 1984).[/font]

Questo interessante testo, risale al lontano 84. Il mio pc si aggiorna, automatimacamente, 2 o 3 volte a settimana.

Non è possibile, capire quel che sta succedendo. Come il testo dice, le nostre capacità non possono coprire le possibilità ( in altri termini ).

Ma sai che accade, secondo me. Che non si è consapevoli di tutto ciò. Apriamo il mondo con un clic, e ci sentiamo immensamente capaci, all' altezza di conoscere il tutto. Ma il tutto che conosciamo, non è reale. Io mi ricordo di una 'legge' che imparai al liceo (Lavouasier?),'niente si crea, niente si distrugge, ma tutto si trasforma'. Prova a dire che è ancora vera oggi? Lo è stata per milleni, forse milioni, di anni, in pochi decenni, è saltata. Da questo pc, ora potrei creare, che ne so, una truffa milionaria, un progetto spaziale, la cura dei tumori. Crearla, e distruggerla. Con un clic. Una lettera, era carta, inchiostro, busta, dopo era immondizia, forse fuoco, fumo e poi cenere. Un email, appare e scompare.

Ma i cervelli più adattabili, riescono ad affrontare la situazione. Persone capaci, riescono a dare il giusto peso a queste potenzialità, che in fondo non si meritano. E i fragili? Sono vittime. Spesso inconsapevoli. Possono basare la loro esistenza, su ciò che in fondo, è niente. Ormai, tutto riguarda tutti. Ma sempre più non riguarda più nessuno. E come finisce la storia?

Poi ci vogliamo mettere la clonazione? L' inseminazione artificiale? .....

Sempre più, la realtà è un illusione.

Mio nonno che coltivava terra e allevava bestiame, stava peggio? Non lo so? Senz' altro nel cervello aveva meno casini. E forse più soddisfazioni.

Certo, se uno si convince di aver girato il mondo, perchè ogni sera sta una mezz' ora su google earth, allora può essere contento. Ma il mondo l' ha girato nella sua camera. Forse depresso.

Link al commento
Condividi su altri siti

 
Io mi ricordo di una 'legge' che imparai al liceo (Lavouasier?),'niente si crea, niente si distrugge, ma tutto si trasforma'. Prova a dire che è ancora vera oggi? Lo è stata per milleni, forse milioni, di anni, in pochi decenni, è saltata. Da questo pc, ora potrei creare, che ne so, una truffa milionaria, un progetto spaziale, la cura dei tumori. Crearla, e distruggerla. Con un clic. Una lettera, era carta, inchiostro, busta, dopo era immondizia, forse fuoco, fumo e poi cenere. Un email, appare e scompare.

Ho sbagliato citando Lavoisier, che applicava questa teoria alla chimica. Il concetto che cercavo di esprimere, è che oggi, tutto, si può creare fondamentalmente dal niente. E tutto quello che si crea, spesso nel niente fluisce. La tendenza a valorizzare ciò che in fondo, può essere tutto, ma niente di materiale, quindi oggettivamente reale.

Link al commento
Condividi su altri siti

 

Unisciti alla conversazione

Adesso puoi postare e registrarti più tardi. Se hai un account, registrati adesso per inserire messaggi con il tuo account.

Ospite
Rispondi

×   Incolla come testo formattato.   Incolla invece come testo normale

  Sono permesse un massimo di 75 faccine.

×   Il tuo link è stato inserito automaticamente.   Visualizza invece come link

×   Il tuo contenuto precedente è stato ripristinato.   Editor trasparente

×   Non puoi incollare le immagini direttamente. Carica o inserisci immagini dall'URL.

  • Navigazione recente   0 utenti

    • Non ci sono utenti registrati da visualizzare in questa pagina.

Pubblicità



×
×
  • Crea nuovo/a...

Informazione importante

Navigando questo sito accetti le nostre politiche di Politica sulla Privacy.