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senso di colpa..?


ladani

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Ciao..oggi sono a pezzi, stanotte non ho dormito un minuto, non so perchè e continuo a sentirmi come se avessi l'adrenalina in corpo..ma un corpo che non tine il ritmo. Mi va comunque di scrivere un po'. Quello che mi ha sempre colpito delle mie conversazioni con i partner è che all'inizio quando iniziamo a conoscerci, a star bene e divertirci e cercarci perchè la voglia di passare insieme il tempo è tanta..ecco, succede sempre che loro puntualizzano con forza e innumerevoli volte che comunque loro non si innamoreranno mai di me,non potrà succedere e io questo lo devo avere ben chiaro, sempre. Mi dico, va bene, non vogliono avere una storia..mi sta bene questo? Mi rispondo che non potrò sapere come andranno le cose..in fondo ci conosciamo da pochissimo, eppure loro me lo ripetono in continuazione, mettendomi nella condizione di pensare" ho capito, va bene anche a me ma perchè ti ostini a ricordarmelo, e a scartarmi nettamente fin da subito?". Ecco io a priori non ho una chance...e questo mi fa enormemente incazzare. Non è detto che poi io sicuramente mi innamoro di loro, ma loro in me non vedonio la possibilità. Dici che è la stessa dinamica che c'è con mia madre, in qualche modo da quello che mi dice nemmeno lei sembra lasciarmi possibilità.

Poi succede che queste due persone dopo avermi ricordato più e più volte che non si innamoreranno ami di me ad un certo punto della frequentazione cambiano idea, si innamorano, io non gli credo, loro insistono..io cedo e poi mi dicono"..e ma non ero tanto sicuro, mi sono sbagliato.."

Io sono una pataratta di prima categoria perchè in ogni caso accetto queste loro condizioni sempre, forse nella speranza di convincerli, di piacergli come vorrei fare con mia madre, più loro mi ripetono che non vogliono avere una storia con me, più io sto al gioco e aspetto..aspetto..che qualcosa cambi. e niente cambia, in me e in loro.

Ma quando inizi una storia di questo tipo, tu come ti comporti? Voglio dire, stai lì buona a fare la fidanzata non riconosciuta, o vivi la tua vita?

Forse, se tu manifestassi il tuo interesse per il ragazzo che frequenti, senza però farti vedere troppo devota a lui ed in perenne attesa di un suo cenno, se gli facessi vedere che ti diverti egregiamente anche senza di lui, che magari occasionalmente hai pure altre storie (tanto, mica siete insieme!), il "lui" in questione si darebbe una mossa per tenerti stretta... La prossima volta che ti capita, fai capire che tu puoi anche aspettare perchè ti interessa in modo particolare, ma lui non è l'unico ragazzo al mondo e mentre aspetti ti guardi anche un po' intorno... vedrai come correrà!

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Purtroppo nessuno mi è mai corso dietro. Non Ho mai datto la devota, ho sempre cercato di vivermi quelle storie nel migliore dei modi, senza farmi troppo male. Mi vivevo la mia vita, le mie amicizie, interessi senza chiudermi in un rapporto che non mi soddisfaceva pienamente.

Almeno, questo è ii modo con cui CREDO di aver vissuto queste storie.

Sto pensando seriamente ad una vita senza questo tipo di amore...non per deprimermi, ma semplicemente forse non farà parte della mia vita perchè ...non lo so perchè, so solo che non ne ho mai avuto esperienza..e potrei non averne in futuro, perchè a volte le cose accadono o non accadono, al di là della buona volontà o impegno personale. E poi che brutta sensazione..quella dove le persone possono benissimo fare a meno di te. Se per loro ci sono bene, se non ci sono..è uguale!! Per questo ho sempre paura di dire"ti aspetto, ma sappi che mi guarderò anche in giro perchè non sei l'unico"..perchè è come se sapessi la risposta"Ah, allora grazie ma vai pure". Nonostante questo, rimango con looro..aspettando che siano proprio loro a troncare con me, perchè io non ci riesco...

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Come vivi adesso?..Sei ancora inacessibile? Grazie di aver condiviso queste cose..indirettamente anche con me....

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Siamo tutti utili e nessuno indispensabile. E' bello ritrovare, dopo una vita di presunte "sconfitte", il senso della propria unicità, dei propri interessi personali, della propria espansione evolutiva. E' bello soprattutto aver meno bisogno di aiuto dall'esterno. E' bello, qualche volta, riuscire (finalmente!) a fornirlo a qualcuno, un piccolo aiuto.

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Purtroppo nessuno mi è mai corso dietro. Non Ho mai datto la devota, ho sempre cercato di vivermi quelle storie nel migliore dei modi, senza farmi troppo male. Mi vivevo la mia vita, le mie amicizie, interessi senza chiudermi in un rapporto che non mi soddisfaceva pienamente.

Almeno, questo è ii modo con cui CREDO di aver vissuto queste storie.

Sto pensando seriamente ad una vita senza questo tipo di amore...non per deprimermi, ma semplicemente forse non farà parte della mia vita perchè ...non lo so perchè, so solo che non ne ho mai avuto esperienza..e potrei non averne in futuro, perchè a volte le cose accadono o non accadono, al di là della buona volontà o impegno personale. E poi che brutta sensazione..quella dove le persone possono benissimo fare a meno di te. Se per loro ci sono bene, se non ci sono..è uguale!! Per questo ho sempre paura di dire"ti aspetto, ma sappi che mi guarderò anche in giro perchè non sei l'unico"..perchè è come se sapessi la risposta"Ah, allora grazie ma vai pure". Nonostante questo, rimango con looro..aspettando che siano proprio loro a troncare con me, perchè io non ci riesco...

Forse nessuno ti ha mai corso dietro perchè tu non ti sei mai fatta correre dietro...

Dici che hai paura a dire "ti aspetto, ma mi guardo intorno", ma tu non lo devi dire, lo devi fare e basta. Devi partire dal presupposto che se uno non si vuole impegnare con te ufficialmente, allora non ha neanche dei diritti su di te e quindi tu sei libera di fare quel che vuoi e non devi renderne conto a nessuno. Se il lui in questione vuole che tu gliene renda conto, allora significa che la storia ha preso un'altra piega e può essere ufficializzata.

Io ho avuto molte storie tipo le tue, le ho spesso iniziate nello stesso modo, anche se devo dire che era anche per mio volere, perchè non riesco a riconoscere come mio fidanzato uno che frequento da poco: generalmente cominciavo le storie quando ero molto coinvolta da una persona, ma arrivavo a riconoscerlo come fidanzato solo quando mi rendevo conto di essere innamorata, e ci voleva un po'. Per loro era la stessa cosa e mi sembrava giusto così. Però, nei primi periodi di frequentazione (che potevano durare anche un po', io e mio marito ci abbiamo messo 5 mesi a deciderci a metterci insieme ufficialmente, nonostante in realtà fossimo già innamorati!) io non stavo mai lì ad aspettare che loro si innamorassero, vivevo la mia vita, mi facevo altre storie (loro anche, ma era lecito), ce le raccontavamo (e dalle reazioni capivo se ci tenevano, perchè spesso friggevano di rabbia), ovviamente però dimostravo al ragazzo con cui avevo la storia tutto il mio interesse, era ben chiaro che mi comportavo così solo perchè era lecito ed eravamo sempre d'accordo che, quando la cosa non fosse più andata bene ad uno dei due, ne avremmo parlato e deciso. Tu non ci crederai, ma a parte uno con cui è finita dopo un anno e mezzo di storie senza che ufficializzassimo, tutti gli altri si volevano fidanzare e a volte sono stata io a dire di no perchè non ero convinta.

E non credo che l'aspetto sia determinante: se è vero che io sono stata fortunata, ho un'amica che non è una bellezza però, nonostante tutto, è piena di corteggiatori e ha avuto più di una storia ufficiale e duratura, perchè è sicura di sé, allegra, vitale, esuberante, simpatica, quasi contagiosa e se quando uscivamo spesso i ragazzi si avvicinavano per conoscere me, alla fine però anche lei suscitava notevole interesse proprio per via del suo carattere.

Per questo ti dico che, secondo me, molto dipende dal tuo atteggiamento e da come ti percepisci e può essere che gli altri (ragazzi, amica, mamma) ti trattino così perchè in fondo si sentono autorizzati da te a farlo. In particolare, i ragazzi si sentono pure al sicuro, perchè sanno che tanto tu sei lì ad aspettare...

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Ciao Impa..grazie del tempo che mi stai dedicando! ..si ..sento davvero che una parte di me non è davvero disponibile ad avere una storia, nonostante la vorrei. C è qualcosa che mi frena...muri che all'occorrenza metto senza sapere io stessa il perchè. sono d'accordo con quello che mi scrivi, non può essere semplice sfortuna o una questione d'aspetto.. o chissa che. Non è facile avere consapevolezza di come ci si comporta, almeno non sempre! Come farò a vedere i miei comportamenti poco disponibili? Ma soprattutto perchè sono poco disponibile in alcuni casi, che mi scatta? dici che potrei iniziando un percorso di psicoterapia?

Mi sento..disturbata, da me stessa..ho gli esami universitari tra pochi giorni...dormo poco di notte, la mia testa non si ferma mai.... :Shocked:

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Ciao..oggi sono a pezzi, stanotte non ho dormito un minuto, non so perchè e continuo a sentirmi come se avessi l'adrenalina in corpo..ma un corpo che non tine il ritmo. Mi va comunque di scrivere un po'. Quello che mi ha sempre colpito delle mie conversazioni con i partner è che all'inizio quando iniziamo a conoscerci, a star bene e divertirci e cercarci perchè la voglia di passare insieme il tempo è tanta..ecco, succede sempre che loro puntualizzano con forza e innumerevoli volte che comunque loro non si innamoreranno mai di me,non potrà succedere e io questo lo devo avere ben chiaro, sempre. Mi dico, va bene, non vogliono avere una storia..mi sta bene questo? Mi rispondo che non potrò sapere come andranno le cose..in fondo ci conosciamo da pochissimo, eppure loro me lo ripetono in continuazione, mettendomi nella condizione di pensare" ho capito, va bene anche a me ma perchè ti ostini a ricordarmelo, e a scartarmi nettamente fin da subito?". Ecco io a priori non ho una chance...e questo mi fa enormemente incazzare. Non è detto che poi io sicuramente mi innamoro di loro, ma loro in me non vedonio la possibilità. Dici che è la stessa dinamica che c'è con mia madre, in qualche modo da quello che mi dice nemmeno lei sembra lasciarmi possibilità.

Poi succede che queste due persone dopo avermi ricordato più e più volte che non si innamoreranno ami di me ad un certo punto della frequentazione cambiano idea, si innamorano, io non gli credo, loro insistono..io cedo e poi mi dicono"..e ma non ero tanto sicuro, mi sono sbagliato.."

Io sono una pataratta di prima categoria perchè in ogni caso accetto queste loro condizioni sempre, forse nella speranza di convincerli, di piacergli come vorrei fare con mia madre, più loro mi ripetono che non vogliono avere una storia con me, più io sto al gioco e aspetto..aspetto..che qualcosa cambi. e niente cambia, in me e in loro.

di "dinamiche" ce ne sono (ce ne dovrebbero) essere tante, tante quanto sono le persone e le situazioni con cui si ha modo di venire a contatto.

non è possibile dire "ah sono le stesse perchè cosi perchè cosa!" anche perchè te hai raccontato due sitazioni diverse tra soggetti diversi.

le cose che sembrano essere in comune sono quelle che anche tu stessa hai notato. anche con tua madre mi è parso di capire che quando iniziate a urlare ognuno va per la sua strada e magari ognuno aspetta che uno dei due, o qualcosa cambi, e cosi via...

una cosa che si vede sin da tuoi primi interventi in questo topic, è questo tuo timore di non ricevere o ottenere le condizioni sperate da altri(cosa che io all'inizio, sicuramente sbagliando, interpretai come una tua paura di fallire... forse il fallimento cè, ma non riguarda te, non direttamente almeno)...

ieri al corso ho sentito una domanda che ora ti vorrei riproporre, che forse ci può aiutare a comprendere meglio alcune cose e magari rispondere alle domande che hai fatto in chusra:

quando eri piccola, e ti capitava di sbucciarti un ginocchio, di farti male in qualche modo, come si comportava tua madre, o i tuoi genitori?

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Il più delle volte mia madre si arrabbiava, dicendomi "disgraziata" e cose simili..la metteva giù dura nel senso che mi faceva pesare il fatto che stando male ero un peso per lei. Queste erano le mie impressioni di bambina, quello che percepivo. Ricordo in particolare, non so se c 'entra, che quando ero bambina io andavo da sola con lei, senza mio padre, in vacanza dai nonni per il periodo estivo. Dopo un po mi annoiavo a morte, perchè erano tutti grandi per me e non c'erano cugini con cui giocare( anzi c'erano ma chiaramente se ne stavano per i fatti loro)..passavo tantissimo tempo da sola nella mia camera ad ascoltare la radio, a letto, senza far nulla di più. Mia madre ha sempre letto questo mio comportamento come un'offesa nei suoi confronti, perchè non avevo voglia di stare con loro, parlavo pochissimo è vero, ma l'alternativa era passare quei giorni tra nonne e zie che parlavano di fatti loro e io lì in mezzo a farmi due palle così! Mi ha sempre rinfacciato di essere maleducata, musona e con un pessimo carattere. Naturalmente mi sentivo in colpa per questo, ma in realtà stando tranquilla nella mia camera con lo stereo non credevo di fare qualcosa di male. Tanto ero piccola, chissenefrega se mi annoiavo e passavo notte e giorno praticamente da sola. Come potevo darle così fastidio? Semplicemente aspettavo, il giorno della partenza...

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Ciao Impa..grazie del tempo che mi stai dedicando! ..si ..sento davvero che una parte di me non è davvero disponibile ad avere una storia, nonostante la vorrei. C è qualcosa che mi frena...muri che all'occorrenza metto senza sapere io stessa il perchè. sono d'accordo con quello che mi scrivi, non può essere semplice sfortuna o una questione d'aspetto.. o chissa che. Non è facile avere consapevolezza di come ci si comporta, almeno non sempre! Come farò a vedere i miei comportamenti poco disponibili? Ma soprattutto perchè sono poco disponibile in alcuni casi, che mi scatta? dici che potrei iniziando un percorso di psicoterapia?

Mi sento..disturbata, da me stessa..ho gli esami universitari tra pochi giorni...dormo poco di notte, la mia testa non si ferma mai.... :Shocked:

Bhè, se ti rendi conto di essere tu stessa a metteri dei muri e questa condizione comincia a starti stretta, forse una psicoterapia potrebbe aiutarti.

Voglio dire, quando mettiamo dei muri in genere è per difenderci da qualcosa, ma se poi le nostre esigenze cambiano (perchè magari cominciamo a cambiare noi...) e ci troviamo a doverci difendere dai nostri stessi muri senza riuscirci, uno psicologo potrebbe essere la persona giusta a cui chiedere aiuto. Potrebbe farti capire perchè hai tirato su questi muri, farti affrontare e superare le paure da cui hai cercato di proteggerti con questi muri e, alla fine, potrebbe aiutarti ad abbattere i muri, in modo da viverti la tua vita serenamente.

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Il più delle volte mia madre si arrabbiava, dicendomi "disgraziata" e cose simili..la metteva giù dura nel senso che mi faceva pesare il fatto che stando male ero un peso per lei. Queste erano le mie impressioni di bambina, quello che percepivo. Ricordo in particolare, non so se c 'entra, che quando ero bambina io andavo da sola con lei, senza mio padre, in vacanza dai nonni per il periodo estivo. Dopo un po mi annoiavo a morte, perchè erano tutti grandi per me e non c'erano cugini con cui giocare( anzi c'erano ma chiaramente se ne stavano per i fatti loro)..passavo tantissimo tempo da sola nella mia camera ad ascoltare la radio, a letto, senza far nulla di più. Mia madre ha sempre letto questo mio comportamento come un'offesa nei suoi confronti, perchè non avevo voglia di stare con loro, parlavo pochissimo è vero, ma l'alternativa era passare quei giorni tra nonne e zie che parlavano di fatti loro e io lì in mezzo a farmi due palle così! Mi ha sempre rinfacciato di essere maleducata, musona e con un pessimo carattere. Naturalmente mi sentivo in colpa per questo, ma in realtà stando tranquilla nella mia camera con lo stereo non credevo di fare qualcosa di male. Tanto ero piccola, chissenefrega se mi annoiavo e passavo notte e giorno praticamente da sola. Come potevo darle così fastidio? Semplicemente aspettavo, il giorno della partenza...

che partenza? di chi poi?

e mentre aspettavi che facevi? a cosa pensavi e come ti sentivi?

troppe domande? :p:

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che partenza? di chi poi?

mi permetto di rispondere per la dani. la sua partenza, intesa come il ritorno a casa dalle ferie...

:icon_rolleyes:

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mi permetto di rispondere per la dani. la sua partenza, intesa come il ritorno a casa dalle ferie...

:icon_rolleyes:

serviva per provare a ricollegare :thumbdown: il forum non è una chat ne tantomento un interazione faccia a faccia; sto cercando il modo migliore per non perderci i pezzi per strada... :ola (4): se per qualche ragione non dovesse funzionare, vorrà dire che lo trovero n'artro :Big Grin:

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si aspettavo di ritornare finalmente a casa. Per lo più ascoltavo la radio, dormivo molto di pomeriggio e di notte ancora ad ascoltare musica finoa tardi...

Questo era intervallato da momenti in cui si mangiava tutti assieme o si usciva a fare qualche commissione, o a trovare altri parenti, ma stavo sempre sulle mie..e comunque avevo la sensazione di essere invisibile...vivevo in una specie di dimensione parallela, contavo da subito i giorni che mi separavano dal ritorno a casa. Ricordo che l'importante per me era, ogni giorno, trovare degli spazi dove potessi stare da sola, lontana da quelle persone che, anche se miei parenti, non conoscevo e allora cercavo sempre di scansare l'imbarazzo di ritrovarmele davanti e non sapere che dire.

Non ero triste, solo non capivo cosa c'entrassi lì, forse vivevo in modo particolarmente egoista, ma mi domandavo com' era che nessuno mostrasse interesse e cura nei miei confronti, anche solo chiedendomi come stavo ma chiedendomelo davvero, cioè accettando che potessi anche sentirmi un pesce fuor d'acqua.

Probabilmente mi vivevano come il prolungamento di mia madre, quel che andava bene a lei valeva anche per me..

Se capitava che dicessi a mia madre di voler tornare a casa, o che iniziassi a dirle come mi sentivo, lei puntualmente piangeva e mi faceva stare peggio.

Anche se glielo dicevo in modo tranquillo, rassegnato direi..perchè tanto sapevo benissimo che da lì non saremmo andate via prima, quindi non la mettevo giù mai dura, nel senso che non mi sono mai lamentata apertamente di qualcosa...tanto non avrei ottenuto niente. Tanto valeva starmene il più possibile per i fatti miei e aspettare.

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certo che ne esci il ritratto di una madre davvero prevaricante...

e anche instabile. tua madre ha problemi psicologici?

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Se capitava che dicessi a mia madre di voler tornare a casa, o che iniziassi a dirle come mi sentivo, lei puntualmente piangeva e mi faceva stare peggio.

Anche se glielo dicevo in modo tranquillo, rassegnato direi..perchè tanto sapevo benissimo che da lì non saremmo andate via prima, quindi non la mettevo giù mai dura, nel senso che non mi sono mai lamentata apertamente di qualcosa...tanto non avrei ottenuto niente. Tanto valeva starmene il più possibile per i fatti miei e aspettare.

bene;

secondo te quali sono le differenze, se ci sono, in termini di sensazioni, pensieri ed emozioni, nell'attesa e nel chiedere a tua madre di andare via in quelle occasioni, e nell'attesa e nel chiedere ai tuoi partner di iniziare una storia?

dato che quelle della casa dei parenti sono state parzialmente esposte, per aiutarti/ci, potresti provare a confrontarle con quelle di una delle tue relazioni sentimentali (anche se pure queste parzalmente le hai esposte. ma ora abbiamo altri elementi con cui confrontarle :ola (4): )

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x Juditta: si, mi rendo conto di farne un ritratto non troppo simpatico...al di là di tutto questo è il modo in cui io l'ho vissuta...magari poi è tutt'altro, ma per me è stata così. Spesso ha crisi di pianto..un vittimismo piuttosto accentuato, a parer mio!!! La convivenza si fa sempre più difficile, ma per ora non posso permettermi nemmeno un misero affitto... :Frustrated:

xEgocentrum...che domandone che mi fai!! vediamo cosa riesco a darmi/ci. Allora..inizio non con una differenza ma con una cosa che accomuna le due situazioni, perchè mi viene in mente questo per prima, cioè in ogni caso ho l'aspettativa forte, molto forte che siano loro (mamma e parthner) a venire verso di me con una proposta interessante..mi aspetto che "vedano"quello che forse non riesco a comunicare, cioè una disponibilità nei loro confronti mascherata dalla "paura2 ad espormi io per prima. Una differenza è che , in realtà, con i miei parthner non sto poi così tanto sulle mie anzi! Ma loro mi bloccano sul nascere dicendomi chiaramente "io con te non voglio niente di serio, mi piaci, stiamo bene..voglio continuare a vederti, ma non mi innamorerò mai di te". Questa cosa me la dicono pochissimi giorni dopo i primi incontri... e io penso"si accorgerà di me..non vede che sono qui e potremmo stare insieme?In fondo perchè no?Stiamo bene, me lo dice, mi cerca..allora perchè ha voluto mettere questi paletti quando nemmeno mi conosce? Non sa, non lo può sapere chi sono e cosa potrei essere". E'anche vero che se uno ha bene in chiaro di non impegnarsi è anchè corretto che te lo dica, ma la frase"io non mi innamorerò di te"è crudele perchè mi scarti a priori, mi escludi a priori da un certo sentimento che non possiamo più di tanto controllare. Se succede bene, se non succede va bene uguale, ma con che criterio sai che con me non può succedere?

Con che criterio? Aspetto fisico? non credo, l'attrazione c'è e va a gonfie vele. Carattere? neanche perchè passiamo tanto tempo assieme..e non ce n'è all'inizio sono queste le cose per cui due persone si cercano e non da semplici amici...lo penso solo io?

Nel letto mentre ascolto la musica penso"Non viene a cercarmi..le ho fatto qualcosa? Si vergogna di me, forse perchè parlo poco e non sono come le mie cugine della mia età..non vede che qui ho solo lei?.."

In realtà poi cercavo sempre di non pensarci, i giorni davanti erano tanti e le conclusioni a cui riuscivo ad arrivare non troppo piacevoli. Allora pensavo, che in fondo era meglio stare come stavo. con la musica nelle orecchie e l'immaginazione che correva lontano

Forse non ho risposto, nel senso che ho più in mente le somiglianze...

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x Juditta: si, mi rendo conto di farne un ritratto non troppo simpatico...al di là di tutto questo è il modo in cui io l'ho vissuta...magari poi è tutt'altro, ma per me è stata così. Spesso ha crisi di pianto..un vittimismo piuttosto accentuato, a parer mio!!! La convivenza si fa sempre più difficile, ma per ora non posso permettermi nemmeno un misero affitto... :Frustrated:

non ti devi preoccupare di aver fatto un ritratto negativo di lei...in fondo siamo utenti anonimi di un forum e nessuno di noi conosce tua madre...

quello che penso è che per te bambina deve essere stato difficile crescere accanto a una madre così instabile, giudicante e concentrata unicamente sui propri bisogni... è difficile costruirsi una solida autostima, così!

credo che dovrai fare un lungo lavoro su di te per costruire questa autostima mancante...un lavoro che di certo non si può "realizzare" su un forum...

per quello che è la mia esperienza personale, il rapporto con padre influenza molto il modo di relazionarsi col "mondo maschile". hai parlato di tua madre... il rapporto con tuo padre com'è?

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Ciao Juditta! Fino a non moltissimo tempo fa anche con mio padre la comunicazione era praticamente un disastro. Dialoghi inesistenti, pochissima fiducia reciproca (Almeno così pareva) ma anche tante spettative reciproche, nel senso che io mi aspettavo delle cose da lui che non sono mai arrivate e lui qualcosa da me ..che anch'io mi sono ben guardata dal dargli. Sta di fatto che a un certo punto abbiamo cominciato a parlare.. e ho avuto la piacevole sorpresa di non avere più di fronte la persona che pensavo fosse mio padre ( rigido, intollerante, punitivo, poco riconoscente..nel senso che non riconosceva nell'accezione più ampia del termine, non mi vedeva e mi evitava). Forse è cambiato il mio modo di vedere alcune cose e il nostro rapporto..oggi lo guardo e lo accolgo per quello che è e ho davvero la sensazione che anche lui fa lo stesso con me. Non ho più certe pretese forse infantili, di un tempo.

per fartela breve..è stato emotivamente assente per tutta la mia adolescenza. Non è stato un punto di riferimento, lui per me c'era solo per darmi i famosi paletti. ora mi sembrano ricordi davvero lontani, ma oggi so di poter dire con serenità che da lui ho vissuto un rifiuto, un abbandono in quegli anni..perchè solo così posso chiamarlo. Dico con serenità perchè qualcosa in me è cambiato cioè non gli do una colpa, è andata così e per fortuna le risorse che avevo ho cercato di giocarmele comunque. Forse aspettava che "diventassi grande" perchè non sapeva come prendermi..

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Ciao Juditta! Fino a non moltissimo tempo fa anche con mio padre la comunicazione era praticamente un disastro. Dialoghi inesistenti, pochissima fiducia reciproca (Almeno così pareva) ma anche tante spettative reciproche, nel senso che io mi aspettavo delle cose da lui che non sono mai arrivate e lui qualcosa da me ..che anch'io mi sono ben guardata dal dargli. Sta di fatto che a un certo punto abbiamo cominciato a parlare.. e ho avuto la piacevole sorpresa di non avere più di fronte la persona che pensavo fosse mio padre ( rigido, intollerante, punitivo, poco riconoscente..nel senso che non riconosceva nell'accezione più ampia del termine, non mi vedeva e mi evitava). Forse è cambiato il mio modo di vedere alcune cose e il nostro rapporto..oggi lo guardo e lo accolgo per quello che è e ho davvero la sensazione che anche lui fa lo stesso con me. Non ho più certe pretese forse infantili, di un tempo.

per fartela breve..è stato emotivamente assente per tutta la mia adolescenza. Non è stato un punto di riferimento, lui per me c'era solo per darmi i famosi paletti. ora mi sembrano ricordi davvero lontani, ma oggi so di poter dire con serenità che da lui ho vissuto un rifiuto, un abbandono in quegli anni..perchè solo così posso chiamarlo. Dico con serenità perchè qualcosa in me è cambiato cioè non gli do una colpa, è andata così e per fortuna le risorse che avevo ho cercato di giocarmele comunque. Forse aspettava che "diventassi grande" perchè non sapeva come prendermi..

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Forse non ho risposto, nel senso che ho più in mente le somiglianze...

bè è questa la strada che stavamo seguendo :ola (4):

ti ho formulato la domanda in modo da "obbligarti" a cercare delle differenze (che potrebbero non esserci) per assicurarmi che non ti stessi "pilotando" rischiando di invalidare tutto il discorso... non so se mi so spiegato :Thinking:

tornando a noi, i dubbi (o le pippe mentali) che ti facevi per spiegarti gli atteggiamenti di tua madre al tempo, al di là dei contenuti che ovviamente differiscono, sono le stesse che ti fai quando instauri e cerchi di mantenere le relazioni significative con il partner.

ora, quale è il "collante" (chiamamolo cosi) tra le due cose? e soprattutto, tu che spiegazioni/risposte ti davi ai dubbi di allora con tua madre (prima di ascoltarti la musica, o magari durante che l'ascoltavi...) e ai dubbi di adesso con i partner?

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Mi piacerebbe tanto configurarmelo sto "collante" e non sai quanto. Io ho un'idea di quale potrebbe essere...ti do la mia percezione.

Credo che accomuna le due cose la mancanza di "esperienze condivise" nelle quali ci si riconosce l'un l'altro. Tra me e mia mamma è mancato,totalmente direi, il fare delle cose insieme..dove io potessi riconoscere lei come un riferimento cioè un adulto che mi insegna come stare nelle relazione (la nostra). Facendo qualsiasi cosa, non chiccherate filosofiche o robe strane. La mia sensazione è sempre stata quella di sentire che per mia madre non era piacevole passare del tempo con me. Ripeto, io l'ho vissuta in questi termini, so che dal suo punto di vista probabilmente non è così. Detto in altre parole, una volta finite le commissioni e i mestieri di casa e tutta quella serie di cose "da fare" assieme, lei non mi ha mai proposto di fare insieme qualcosa per il gusto di stare assieme. E anche quando condividevamo i "doveri", anche in quelle situazioni non c'era piacere nello stare con me..me ne accorgevo perchè le parole che mi rivolgeva erano sempre sotto forma di rimprovero...

Era come se non vedesse l'ora di finire quel che stava facendo con me per ritagliarsi finalmente dei momenti per stare da sola ed essere lasciata in pace.

Sono le stesse cose che mi chiedo oggi con i parthner: "non mi chiede di fare niente..si ci vediamo ma lui poi ha altro da fare e non mi vuole tra i piedi..."

Cioè, all'inizio quando conosco questi ragazzi l'interesse c'è da parte loro, mi cercano molto e mi chiedono di fare delle cose con loro..piccole vacanze, gite, teatro, accompagnarli a fare delle cose anche personali come visite ecc.. e io sono contenta e soddisfatta quando va così. Però poi tutto si ferma a questo livello, non si fanno dei passi oltre a ciò che non vuol dire sposarmi, ma avere una progettualità che vada oltre la contingenza, oltre "cosa facciamo la settimana prossima". E poi svanisce anche la contingenza.

E'come se mi dicessero"va bene facciamo queste cose assieme ma poi basta, puoi ambire solo a questo..con me"

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ok, hai provato a descrivere le sensazioni e le percezioni che avevi in determinate situazioni (evidentemente significative), ma le spiegazioni che ti davi, il motivo per cui pensavi che tua madre non voleva stare con te, secondo te quale era?

e il motivo per cui pensi il partner ti dice "famo sta cosa poi togliti dalle balle" (riformulata by Ego :Big Grin:) , secondo te, quale è?

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perchè sono poco interessante...o in qualche modo non andavo bene. Mi dicevo questo e tutto sommato purtroppo non riesco a non pensarlo nanche oggi.

Pensavo di aver sbaliato qualcosa..a parlare, a non parlare...a essere come mi sentivo.

Ecco, una volta arrivata qui non so più come districarmi..

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