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gli effetti della psicoterapia


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Cosa mi hanno dato 15 anni di psicoterapia? E' strano dover rispondere "non lo so"... forse assai poco, ma certe esperienze agiscono spesso assai lentamente ed il cambiamento non sai mai quanto sia spontaneo o quanto dovuto a strizzacervelli...A farmi cambiare, come ho detto più volte, è stata un'altro tipo di esperienza.

ecco è piu' o meno quello che avevo detto io .........anche se non avendo fatto terapia non potevo permettermi di intuire qualcosa :icon_confused:

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quello xxxxx del mio analistami ha mollato..

o sono io che l'ho mandato aquel paese, finalmente libera

non c'entra nullacon gli effetti della psicoterapia, lo so.

maè unagran conquista anchequesta.

buonaseraatutti.

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ci si sente ubriachi, ma non lo siamo

io sono ben lucida, e nel pieno del mio intelletto.

Anche se non ho argomentato e staccato le parole.

Sono contentache ci siaqualcuno che sa cosasignifica.

Io ho creduto di essere passata per un abisso.

Però sono sopravvissuta.

Ciao, leftfield, mi sembri di gran lunga il migliore.

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sugli atti di panico concordo..........su altre cose non è detto che non si sarebbe maturati anche da soli

e invece no.

scusa ma qui non si sta parlando di "normale" maturazione. tipo che ho iniziato la psicoterapia da ragazzina, nel frattempo son crescita e uno potrebbe dire "saresti maturata lo stesso" (che dissentirei comunque, ma il discorso potrebbe avere un senso logico...)

quante persone adulte conosci che continuano a maturare?

rispondi sinceramente...quante?

io vedo persone che si cristallizzano sempre di più nei propri schemi, più passano gli anni. che si bloccano sempre di più, altro che maturare!

se poi questi schemi sono sani e funzionale... in fondo non c'è nessun problema, è un meccanismo abbastanza naturale.

ma se gli schemi sono nevrotici... buonanotte!

quindi non mi venire a dire che sarei maturata da sola... perchè è una caxxata!

ero talmente dentro certi schemi e certe maniere distorte di vivere le relazioni...che senza uno sguardo esterno non ero nemmeno in grado di rendermene conto. mi spieghi come fai a maturare aspetti di te che non sei nemmeno conscio di avere?

poi ribadisco che ci sono anche altri percorsi... alcuni fanno percorsi di crescita spirituale... ma sono sempre percorsi "guidati", percorsi fatti all'interno di qualche gruppo o disciplina spirituale, non percorsi solitari.

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perchè la montagna sei tu.

perciò la trovi sempre li.

diciamo che a volte vediamo montagne dove invece ci sono qualità individuali.

sono d'accordo.

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no left la montagna di cui ti parlo puo' essere reale e se la tua meta e al di la' di essa e non puoi raggiungerla in nessun modo non c'è terapia o ragionamento che tenga e se quello che vuoi raggiungere non è l' illusione conseguente ad un obiettivo distorto magari a causa di qualche trauma starai sempre male quando vedrai quella montagna che si scaglia li indefferente ai tuoi bisogni e non riesci ad illuderti...............e non parlo di quel pizzico di infelicita' che a ogni uomo spetta ........non parlo pessimisticamente di una condizione ineliminabile di sofferenza alle quale sono condannati tutti gli uomini, in fondo la maggior parte è tranquilla altrimenti il mondo finirebbe di esistere..........parlo dell' essere coscienti, altamente coscienti..........poi è anche vero che quello che sono è ''grazie'' anche a quella montagna ma gia' ci comincio a girare intorno

ho sempre questa sensazione... ma potrei sbagliare... che tu metta in contrapposizione questa "coscienza" di cui parli, e la psicoterapia.

ma è assurdo, perchè la psicoterapia è proprio un percorso di consapevolezza, non è un percorso fatto per chiudere gli occhi, ma semmai per aprirli davvero.

io sono molto più cosciente di me adesso, che non prima della terapia. il che è doloroso perchè devo fare i conti con errori del passato irrimediabili, con limiti che non so se supererò... è dolorosissimo prendere coscienza della realtà. capisco perfettamente chi ha paura di farlo... e do ragione a chi avendo una vita soddisfacente non sente il bisogno di mettere in discussione tutto!

il più delle volte sto percorso si fa perchè non si ha niente da perdere, e allora quando si arriva a prendere coscienza di cose troppo dolorose si va avanti lo stesso, perchè uno in fondo l'alternativa non ce l'ha.

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sullo scaricare, essere scaricati dagli psicologi... voglio sono dire che anch'io sto attraversando un momento "di crisi"ee sono arrivata a temere che il mio psi mi voglia scaricare.

oh, io spero che si tratti solo di una fase, pure questa...

poi magari arrivo qui settimana prox e vi di dico che m'ha scaricato davvero. speriamo di no! :(:

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beh, insomma...

io mi sono premunita..

ancora non ho finito col primo che ho il secondo,:)) che è lì per aiutarmi a gestire la storia d'amore col primo..:))

Al mio analista gli dissi già per telefonoche ero andatadaun altro..perchè non lo trovavo, non si era più fatto vivo..

lui disse vengalo stesso...e io sarei andata..dopo duemesi che rimandava, rimandava, di settimana in settimana..

e io non ce lafacevo più..

allafine l'ultimastronxata...harimandato anche dopo aver detto venga che ci salutiamo

mi hadetto per SmS purtroppo non possiamo vederci neanche questasettimana..

mi dicaquando posso chiamarla per telefono...col caxxo che te lo dico...stronxo.

ma con questo è diverso...

non ci sono contatti...mi ipnotizza.. ma è naturale...

mi hadetto di riattraversare per scritto aritroso il Romanzo Criminale, per uscirne per sempre...

mi hadato delle tecniche per uscirne, madice che sono dipendente dallasofferenza..

Dice che sono quasi una psicoanalista, sono un'esperta, così è più difficile..

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Mi devo ripetere che non esistono risposte intelligenti adomande sciocche...

comincio a non sentire più dolore...

dolore prevaleva sulla rabbia..

ha capito al volo, sembra capire al volo, non è facile..qualcosa è uscito fuori, ma devo buttarlo via per scritto..

non devo parlarne per non ingigantire le ossessioni...

ma sono abituata apensare e pensarci....

stamani ho fatto una passeggiata al sole, e un po' ci pensavo....

lei può chiamarmi quando vuole, ti prendo per il culo anch'io..stronxo..gli ho risposto...io spero che legga...

ho anche fatto sesso virtuale con un altro...uno meraviglioso..un bisex..e chissà forse lo incontro...dieci anni meno di me...ma è dieci volte più maturo...sono cresciuta..effetti della psicoterapia...

non stavo tentando di sostituirlo... che interpretazionedel cavolo...

che gli vada di traverso...chatto con chi mi pare..sono un'adulta...che tu approvi o non approvi...

Devo ringraziare mentalmente tutti gli analisti che mi hanno aiutato in pm, anche col Messenger, in questi mesi, anzi, anni..

Che mi hanno tolto dal dolore passivo, mi hanno risposto, hanno ascoltato e parlato con me.

Condiviso scritti, sensazioni, pensieri.

Che mi hanno detto semplicemente Sì, ci sono...

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certi comportamenti li ho sempre trovati discutibili anche se non mi sono mai sentita in diritto di dire molto visto che da paziente non sono nella posizione di giudicare un terapeuta. buon per te che hai trovato ascolto da parte di qualcuno che t'ha saputo consigliare.

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Ah, sì...:)

Trovi sempre qualcuno meraviglioso, che, quando sei sul punto di gettarti dalla finestra, ti dice che sei una donna piena di risorse.:)

Che quando chiami il suo nome, perchè non sai se c'è, ti fa: " Sì?"oppure "Dimmi", e ti rimette un sorriso in volto...:))

E poi mi sono sempre presa i miei piaceri..

la musica, tenere un blog, comporre, giocare con le parole, comunicare, esprimermi...

Anche adesso ho in sottofondo Handel, mentre scrivo, ed è il mio piacere del momento...

Questo mi fa sentire che sono viva, mentre scrivo, e tengo aperta la mia finestra non per gettarmi, ma per ascoltarmi.

La musica corre dietro le mie parole, e tanto avanzano le note, tanto avanzo io.

E ppure sono sola, in questo momento, c'è silenzio, la casa è vuota, tutti sono usciti, solo io resto.:)

E la mia musica.

Non ho voglia, oggi, di camminare tra la folla, mi basto.

Quel caminetto che ho di fronte,voglio buttarlo giù, quest'estate, la stanza sarà più grande.:))

Ciao.

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volevo rispondere a un pò di cose ma alla fine credo che ognuno conserva le proprie idee ed è giusto così...preferisco rimanere in tema: glie effetti della psicoterapia!

Proprio ieri sera mio marito mi ha chiesto: "come stai"? Riferendosi alla pausa di due mesi dalla psicoterapia!

E spiegando a lui, sono riuscita a capire una cosa nuova, un "effetto" della psicoterapia, molto importante! Vitale per me!

Io soffro ancora, è vero la montagna siamo noi, ed è vero che la sofferenza non cessa di esserci...anzi se vogliamo è anche più intensa e dolorosa! Però soffro in maniera delineata, soffro per la "vera"causa, e non amplifico questa sofferenza, non la porto in tutto il resto della mia vita rendendola un inferno!

Chedo a chi fa psocoterapia, se ha notato questo cambiamento radicale...se ci penso in passato stavo male senza sapere il perchè e tutto mi faceva soffriva, bastava poco per rovinarmi la giornata, adesso invece misento più equilibrata, la mia sofferenza la riconosco e me la vivo anche, me la concedo! Non mi vergogno di soffrire, se ho voglia di piangere lo faccio e anche se non potrò mai spiegare agli "altri" i motivi della mia sofferenza e del mio pianto, io so di che si tratta...sono cosciente di me stessa!!!

Però riesco anche a vivere, a godere dei piccoli piaceri quotidiani, ancora... riesco a concentrnarmi su ciò che faccio, invece di vagare come un'ubrica...con la testa sconnessa!!!

Magari epr chi non ha problemi queste sono cose normali, per me non lo erano affatto, e ancora oggi me ne meraviglio, come fossero chssà quale grande apsso in avanti...e infatti lo sono...

Non dovessi riuscire a "prendere" altro dall'analisi già questo mi basta e mi avanza!

E non sarei mai maturata in questo senso senza l'aiuto di una psicoterapia....assolutamente no! Certi meccanismi sono talmente inconsci che è impossibile vederli...che poi li si può incontrare tramite altre vie...vabenissimo, ognuno la sua...ma continuo a pensare che ci vuole una guida...qualcuno che ti volga l osguardo lì dove non puoi e non vuoi vedere...

Nonostnate tutto, nonostante soffra, oggi sono felice!!!

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Anch'io sono felice :Straight Face:

Il mio ex-terapeuta è uno stronxo e ne sono felice. :Raised Eyebrow:

Quest'estate scrivevo, molto.

Mi sono alzatadal letto per scrivere questo.

E' un modo per alzarsi e smettere di pensare che il mio analista mi ha abbandonato.

Oppure peggio, che mi ha ingannato oppure ha fatto qualcosadi sbagliato e portato in questa situazione.

Glielo dissi tante volte, che stavo male per questo attaccamento, mi rispose che era stare male oggi per stare meglio domani.

Io ho cercato di capire, e ho sbagliato ancora.

Che si trattasse di una dipendenzasana non ci credo.

e' sempre stato qualcosadi rielaborato per conto mio, trangugiato per mesi, masticato giorno dopo giorno.

Ho sempre aspettato con pazienza.

Mi sono detta di tutto.

Le ho tentate tutte, per uscire dal tunnel. Non mi aspettavo che sarebbe finita prima di aver risolto la questione.

Come un amore platonico non corrisposto.In fondo lo sapevo che potevasuccedere.

Io lo so che leggere questo scritto potrebbe far pensare a una follia.

Ma non è follia cercarsi un altro mentre ti sembra di amare ancora uno stronxo che non ti vuole.

Ho continuato ad aspettare, ho imparato la nozione del tempo, ho gestito la frustrazione, ho contato i mesi, i giorni, le ore , iminuti.

Praticamente laterapiadella parola, e io muta, imbavagliataa settimane, astagioni, le stagioni dell'incertezza.

Mi sono isolatanel mio malumore, ho perso tutti.

Potevo andare da un altro, ma mi convinsi della mia colpa in tutto ciò.

Mi autoflagellavo, tipico...Una spirale di sensi di colpa.

Come la Piccola Fiammiferaia, che vende le proprie fantasie, la luce ad altri, un fiammifero dopo l'altro, e rimane gelida, per strada, al buio, finendo in Paradiso.

Io e le mie ossessioni, a combatterle da sola, senza poterle rielaborare.

Non bisognafissarsi su un pensiero, e infatti non mi ci sono fissata, altrimenti non sarei qui..

Tu e i tuoi silenzi del cavolo, i tuoi scarabocchi del cavolo.

Mi spingevi fuori quasi aforza, neanche il tempo di infilarmi il cappotto, di chiudere la borsa..

Ancheadesso tendo ad andarmene di fretta, ho pauradi ingombrare lo studio con la miapresenza, ho il terroredi esistere, di disturbare, di tutto.

Ho pauraanche a vederle per scritto, queste cose.

Mi fa maleanchescriverle, le ho rimosse nel profondo, relegate.

Non devo rileggere.

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Per quanto mi riguarda, nella mia vita concreta, nel modo di vivere (o non vivere) le cose della vita, gli effetti della terapia erano completamente assenti. Tutto immutato. Ed è per questo in fondo che ho interrotto. Qualche volta (a livello di pensiero) la terapia mi offriva degli spunti esterni, questo sì, una visione su alcune cose un po' diversa dalla mia (o dalle mie), che però finiva solo per affiancarsi alle mie come ulteriore possibilità. Anche sulle cause del disturbo, dei meccanismi sbagliati, ecc avanzava ipotesi, anche interessanti a volte, ma comunque sempre possibili, mai definitive. E poi il problema principale per me resta il fatto che la comprensione dei meccanismi non modifica (almeno in me) i meccanismi. Non li modificava prima che iniziassi la terapia, quando li osservavo da sola con uno sguardo molto più spietato di quello del terapeuta, e non li ha modificati con la terapia. Lo so, me lo diceva lui e l'ho letto a volte nei vostri messaggi, che il cambiamento richiede oltre alla consapevolezza teorica la concreta sperimentazione (guidata, facilitata, protetta) di meccanismi dversi all'interno della terapia (dove in teoria non ci sarebbe rischio) che poi si estenderebbero anche all'esterno. Ma nel mio caso così non è stato. NOn mi pare di aver sperimentato meccanismi diversi, ma di aver riprodotto anche lì i soliti meccanismi miei, che conosco (almeno in parte), condanno e riproduco comunque all'infinito.

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Per quanto mi riguarda, nella mia vita concreta, nel modo di vivere (o non vivere) le cose della vita, gli effetti della terapia erano completamente assenti. Tutto immutato. Ed è per questo in fondo che ho interrotto. Qualche volta (a livello di pensiero) la terapia mi offriva degli spunti esterni, questo sì, una visione su alcune cose un po' diversa dalla mia (o dalle mie), che però finiva solo per affiancarsi alle mie come ulteriore possibilità. Anche sulle cause del disturbo, dei meccanismi sbagliati, ecc avanzava ipotesi, anche interessanti a volte, ma comunque sempre possibili, mai definitive. E poi il problema principale per me resta il fatto che la comprensione dei meccanismi non modifica (almeno in me) i meccanismi. Non li modificava prima che iniziassi la terapia, quando li osservavo da sola con uno sguardo molto più spietato di quello del terapeuta, e non li ha modificati con la terapia. Lo so, me lo diceva lui e l'ho letto a volte nei vostri messaggi, che il cambiamento richiede oltre alla consapevolezza teorica la concreta sperimentazione (guidata, facilitata, protetta) di meccanismi dversi all'interno della terapia (dove in teoria non ci sarebbe rischio) che poi si estenderebbero anche all'esterno. Ma nel mio caso così non è stato. NOn mi pare di aver sperimentato meccanismi diversi, ma di aver riprodotto anche lì i soliti meccanismi miei, che conosco (almeno in parte), condanno e riproduco comunque all'infinito.

Mi rendo conto che è dura, però anche per me mica è successo così d'un tratto, no me ne sono accorta solo dopo molto tempo che il cambiamento eraavvenuto...che poi cambiamento è una parola grossa...più ch altro i soliti meccanismi vengono sotituiti da altri atteggiamenti meno malsani...anche se poi non è che quei meccanismi non li riattui più..ma almeno non sempre e almeno te ne accorgi..è già tanto, almeno per me è già tanto!!!

dipende poi cosa si aspetta...forse prima di tutto si dovrebbe accettarsi di più anche con quei meccanismi...anche quando li mettiamo in atto, dovremmo imparare a perdonarci....e imparare dagli errori!

Per esempio questa ultima cosa che ho scritto, di riuscire a scindere il dolore dal resto, e come dire "circoscriverlo", è una cosa che ho capito di "saper fare", solo ieri sera parlandone...è come se fosse stato un cambiamento così lento da essermene resa conto solo quando mi sono scontrata con la questione!

Ma non è che lo faccia sempre...mi capita ancora di farmi prendere dalle stuazioni, di incavolarmi per niente...solo che adesso lo so, e quindi cerco di comprendere il vero motivo della mia rabbia o angoscia ad esempio...insomma non è che mi venga proprio spontaneo ma comincio a farlo...per me è tanto!

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Mi rendo conto che è dura, però anche per me mica è successo così d'un tratto, no me ne sono accorta solo dopo molto tempo che il cambiamento eraavvenuto...che poi cambiamento è una parola grossa...più ch altro i soliti meccanismi vengono sotituiti da altri atteggiamenti meno malsani...anche se poi non è che quei meccanismi non li riattui più..ma almeno non sempre e almeno te ne accorgi..è già tanto, almeno per me è già tanto!!!

dipende poi cosa si aspetta...forse prima di tutto si dovrebbe accettarsi di più anche con quei meccanismi...anche quando li mettiamo in atto, dovremmo imparare a perdonarci....e imparare dagli errori!

Per esempio questa ultima cosa che ho scritto, di riuscire a scindere il dolore dal resto, e come dire "circoscriverlo", è una cosa che ho capito di "saper fare", solo ieri sera parlandone...è come se fosse stato un cambiamento così lento da essermene resa conto solo quando mi sono scontrata con la questione!

Ma non è che lo faccia sempre...mi capita ancora di farmi prendere dalle stuazioni, di incavolarmi per niente...solo che adesso lo so, e quindi cerco di comprendere il vero motivo della mia rabbia o angoscia ad esempio...insomma non è che mi venga proprio spontaneo ma comincio a farlo...per me è tanto!

Sì ma dipende da quanto quei meccanismi impediscano, quanto intralcino insomma. In me impediscono quasi tutto. E il problema non è certo che non li accetto. Li accetto troppo. E dagli errori non imparo, l'ho già detto, li ripeto. Consapevolmente li ripeto.

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e comunque la terapia l'ho fatta per due anni, mica un mese

forse sono pochi

ma quanto bisogna aspettare prima di dirsi che non serve a niente?

ci sarà pure un tempo dopo il quale fermarsi se niente cambia

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beh, tu te lo sei detta...

frncs cosa ti devo dire? non so se è una questione di efficacia, di motivazione, di disperazione...

io lo sento che, nonostante i risultati non siano ancora rivoluzionari, ne vale la pena e non è ancora il momento di gettare la spugna.

lo sento e voglio lottare ancora.

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beh, tu te lo sei detta...

frncs cosa ti devo dire? non so se è una questione di efficacia, di motivazione, di disperazione...

io lo sento che, nonostante i risultati non siano ancora rivoluzionari, ne vale la pena e non è ancora il momento di gettare la spugna.

lo sento e voglio lottare ancora.

Certo, ma tu dei cambiamenti li hai visti. L'hai scritto prima. Rivoluzionari o meno è già una cosa.

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anche tu hai parlato di riduzione dei sintomi, ad esempio...

bisogna anche tener presente il tipo di terapia, quelle analitiche hanno costituzionalmente tempi abbastanza lunghi... e il tipo di problema che si ha. un conto è una nevrosi e un conto è qualcosa di più "pesante"... i tempi sono per forza più lunghi ma ciò non significa che per te non può funzionare.

federica ad esempio ha scritto che la sua terapia è decollata dopo tre anni, per dire...

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infatti, non credo esistano dei tempi standart, ognuno ha i suoi....

E poi è veor ciòche dice juditta...il mio metro è sentire che ne vale la pena..non ti nego Frncs che avendo problemi economici se non ne valesse la pena ne fare davvero a meno...lo sento e basta!

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anche tu hai parlato di riduzione dei sintomi, ad esempio...

bisogna anche tener presente il tipo di terapia, quelle analitiche hanno costituzionalmente tempi abbastanza lunghi... e il tipo di problema che si ha. un conto è una nevrosi e un conto è qualcosa di più "pesante"... i tempi sono per forza più lunghi ma ciò non significa che per te non può funzionare.

federica ad esempio ha scritto che la sua terapia è decollata dopo tre anni, per dire...

ma la riduzione dei sintomi (solo dei sintomi più eclatanti tra l'altro) secondo me era dovuta solo al fatto che c'era la terapia, non a un effetto reale, duraturo, ma solo contingente. Non so come spiegare. Diciamo che durante la terapia non provavo quella disperazione totale di prima. Perché c'era comunque la terapia, qualcosa nel nulla, anche solo come appuntamento da aspettare, come presenza dell'idea di un altra persona che in qualche modo sapeva, insomma di un'idea a cui appigliarsi. Ne ho avute altre di cose di questo genere (in periodi precedenti) a cui appigliarmi per non precipitare del tutto in certi momenti. Però questo non è un cambiamento. Il mio scopo non è sopravvivere ai momenti di disperazione.

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infatti, non credo esistano dei tempi standart, ognuno ha i suoi....

E poi è veor ciòche dice juditta...il mio metro è sentire che ne vale la pena..non ti nego Frncs che avendo problemi economici se non ne valesse la pena ne fare davvero a meno...lo sento e basta!

Ecco vedi. Avrei voluto sentirlo anche io. E invece no.

I tempi ovvio che ognuno ha i suoi. Ma mi chiedo (e me lo chiedevo soprattutto prima, quando non sapevo se interrompere o no), se non si sente che ne vale la pena, con che criterio, per quanto tempo si continua? COme si fa a decidere? Io avrei potuto interrompere prima, o dopo, non c'è stato un avvenimento o qualcosa. Ho rimandato, rimandato, e poi interrotto. Non sapevo e non so se ho sbagliato o se comunque sarebbe rimasto tutto così lo stesso.

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