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la scuola di psicoanalisi-entrare


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E' vero che in certe, forse in tutte non so, le scuole di psicoanalisi per essere ammessi bisogna avere avuto un certo vissuto, ad esempio avere sperimentato l'esperienza del lutto?

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Come t'è venuto questo dubbio?

NOn ne so molto ma credo che molte scuole se ne freghino ampiamente del vissuto, contano solo i soldi che gli puoi portare, capisc'a mme!

Ma suppongo che anche per quelle serie non contino cose del genere.

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E' vero che in certe, forse in tutte non so, le scuole di psicoanalisi per essere ammessi bisogna avere avuto un certo vissuto, ad esempio avere sperimentato l'esperienza del lutto?

No, assolutamente. Non è vero.

Saluti.

La Redazione

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No, assolutamente. Non è vero.

Saluti.

La Redazione

grazie, forse era un informazione che riguardava solo qualche scuola .....grazie ancora

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http://www.junginstitut.ch/main/Show$Id=1001.html

credo che questa sia una delle scuole di psicologia analitica piu' prestiggiose......anche se ho letto delle cose di jung che mi sembrano favole, un po messe insieme come un collage ......mi affascinerebbe pero' l'idea di fare un percorso diretto di conoscenza del profondo con qualche persona molto competente , altre volte pero' mi dico goditi il tramonto per quello che è.........

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http://www.junginstitut.ch/main/Show$Id=1001.html

credo che questa sia una delle scuole di psicologia analitica piu' prestiggiose......anche se ho letto delle cose di jung che mi sembrano favole, un po messe insieme come un collage ......mi affascinerebbe pero' l'idea di fare un percorso diretto di conoscenza del profondo con qualche persona molto competente , altre volte pero' mi dico goditi il tramonto per quello che è.........

Anche a me affascinava l'idea, però poi mi sono resa conto che non è mica così affascinante...

se lo fai per idea, ti consiglio di goderti il tramonto, caro ciao:)

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Anche a me affascinava l'idea, però poi mi sono resa conto che non è mica così affascinante...

se lo fai per idea, ti consiglio di goderti il tramonto, caro ciao:)

be qualche volta bisogna pure rivolgere lo sguardo dentro le proprie ombre

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Non so se c'entra con quanto chiede Ciao...

ma so che esistono delle scuole di psicoanalisi che non si sono allineate con la giurisprudenza che regola i percorsi di psicoterapia:(credo si tratti di una certa legge Ossicini a partire dalla quale per essere terapeuti bisogna essere o medici o psicologi e poi aver fatto una scuola quadriennale in psicoterapia. Prima di allora le scuole di psicoanalisi almeno erano aperte anche ad altre lauree.

Gli psicoanalisti (cosiddetti laici) ritengono di non essere inquadrabili nella suddetta legge perchè loro non sono psicoterapeuti ma psico-analisti, appunto. Già Freud si pose il problema della psicoanalisi fatta dai "non - medici" e chi ora sostiene questa possibilità ritiene che un vero psicoanalista (non psicoterapeuta)

è una persona che ha seguito un proprio personale percorso formativo e , soprattutto, un'analisi efficace. E nessuna istituzione di quelle che oggi deve seguire un aspirante psicoterapeuta è, per costoro, in grado di offrire garanzie simili.

Cesare Musatti, illustrissimo, era laureato in filosofia ed è stato un maestro esemplare per molti.

Quando è comparsa quella legge molti hanno scelto, bando alle questioni di principio, di stare dentro le regole e si sono allineati al percorso normato; altri - solo psicoanalisti - hanno scelto di proseguire in autonomia rispetto alle delibere dello Stato.

è un aspeto della storia che a me interessa molto..

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be qualche volta bisogna pure rivolgere lo sguardo dentro le proprie ombre

beh, per questo c'è la terapia/analisi personale.

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Non so se c'entra con quanto chiede Ciao...

ma so che esistono delle scuole di psicoanalisi che non si sono allineate con la giurisprudenza che regola i percorsi di psicoterapia:(credo si tratti di una certa legge Ossicini a partire dalla quale per essere terapeuti bisogna essere o medici o psicologi e poi aver fatto una scuola quadriennale in psicoterapia. Prima di allora le scuole di psicoanalisi almeno erano aperte anche ad altre lauree.

Gli psicoanalisti (cosiddetti laici) ritengono di non essere inquadrabili nella suddetta legge perchè loro non sono psicoterapeuti ma psico-analisti, appunto. Già Freud si pose il problema della psicoanalisi fatta dai "non - medici" e chi ora sostiene questa possibilità ritiene che un vero psicoanalista (non psicoterapeuta)

è una persona che ha seguito un proprio personale percorso formativo e , soprattutto, un'analisi efficace. E nessuna istituzione di quelle che oggi deve seguire un aspirante psicoterapeuta è, per costoro, in grado di offrire garanzie simili.

Cesare Musatti, illustrissimo, era laureato in filosofia ed è stato un maestro esemplare per molti.

Quando è comparsa quella legge molti hanno scelto, bando alle questioni di principio, di stare dentro le regole e si sono allineati al percorso normato; altri - solo psicoanalisti - hanno scelto di proseguire in autonomia rispetto alle delibere dello Stato.

è un aspeto della storia che a me interessa molto..

ho letto tutto velocemente ma credo che una laurea in medicina o almeno una buona conoscenza della biologia sia essenziale per qualsiasi tipo di terapeuta.

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riguardo a Musatti so che ha inseganto a Padova, ha diffuso in Italia la conoscenza di Freud , da ricordare il suo commento al saggio sulla Gradiva di Freud.....so che ha fatto degli esperimenti e dei saggi sul cinema, non so pero' se sia stato terapeuta........non so se mi sbaglio pero' mi pare che molti dei terapeuti piu' illustri abbiano alle spalle una laurea in medicina, certo per un percorso di psicoanalisi come conoscenza di sè non so se sia indispensabile comunque credo che certe conoscenze non guastino, spesso una malattia organica puo' produrre delle tossine che condizionano la nostra mente, poi oggi si stanno facendo delle scoperte che stanno permettendo di individuare delle zone del cervello responsabili della gioia , della tristezza, non so se vi sia capitato di sentire parlare di amigdala, gangli alla base eccc.........di come si attiva la paura, del perchè noi tratteniamo di piu' l'angoscia, avvertiamo la paura, ho letto degli studi che mi hanno dato conferma che il fattore biologico sia imprescindibile, certo è importante anche la terapia fatta con le parole, con il transfert, pero' quando determinati eventi psicologici o determinati incidenti hanno modificato il funzionamento del nostro cervello occorre saper intervenire anche con gli strumenti della biologia, della neurologia eccc

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beh, per questo c'è la terapia/analisi personale.

zaza secondo te determinati traumi a prescindere da una terapia possono portare taluni individui a scorgere anche da soli le proprie ombre in modo corretto ? secondo me si....

comunque se io un giorno dovessi fare un analasi scelglierei quella di Jung, ammesso che a una certa eta' abbia ancora delle ombre da portare alla luce o ne valga la pena di portarle alla luce.............quella di jung comunque mi affascina perche' nei suoi testi lui descrive un percorso che segue la persona dalla sua eta' adolesceziale( non so se pure prima) fino alla vecchia e quest'ultima non è vista nei suoi lati negativi, almeno per chi ha seguito nel modo giusto tutte le tappe della sua vita...preciso che ci sono punti che non mi convincono, diciamo che quello che descrive lui è un percorso ideale e la questione degli archetipi, dell'attivazione di complessi ancestrali non mi convince neanche fino in fondo, ma sarebbe un discorso lungo che per essere affrontato bene richiederebbe prima la conoscenza di Freud, poi dei miti, della letterattura, dell'antropologia e poi di Jung..............ricordo che interessante era il suo discorso sull'evoluzione di una sorta di mente dell'umanita', chi sa se sarebbe azzardato un paragone con l'estetica di Hegel e l'evoluzione dello spirito dei popoli............lo so apparentemente sembrano discorsi che non hanno a che vedere con l'analisi personale, ma se uno ha letto Jung o fatto una vera terapia in questo senso si rende conto che questo tipo di terapia oltre a portare alla luce il vissuto del singolo, inserisce il singolo, la sua mente in quella che è l'evoluzione generale della mente umana.....comunque è un discorso lungo e metterei altri puntini IHihihihihihihi

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Il concetto di identificazione è interessante, inserisce ogni persona in uno sguardo più ampio, lontano ama allo stesso tempo familiare.. noi riteniamo inconsapevolmente che ciò che ci circonda sia a nostra disposizione..accade perchè abbiamo perduto la cognizione ermetica delle cose, che sa riconoscere invece le "segnature" che assegnano a ciascuna di esse una collocazione in una trama sovraorinata, ultraumana..in cui ogni ente è impregnato di vita, personalità. La soggettività non è una nostra esclusiva...

Ma è uno sguardo che non abbiamo...anzi, che non sviluppiamo..

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zaza secondo te determinati traumi a prescindere da una terapia possono portare taluni individui a scorgere anche da soli le proprie ombre in modo corretto ? secondo me si....

comunque se io un giorno dovessi fare un analasi scelglierei quella di Jung, ammesso che a una certa eta' abbia ancora delle ombre da portare alla luce o ne valga la pena di portarle alla luce.............quella di jung comunque mi affascina perche' nei suoi testi lui descrive un percorso che segue la persona dalla sua eta' adolesceziale( non so se pure prima) fino alla vecchia e quest'ultima non è vista nei suoi lati negativi, almeno per chi ha seguito nel modo giusto tutte le tappe della sua vita...preciso che ci sono punti che non mi convincono, diciamo che quello che descrive lui è un percorso ideale e la questione degli archetipi, dell'attivazione di complessi ancestrali non mi convince neanche fino in fondo, ma sarebbe un discorso lungo che per essere affrontato bene richiederebbe prima la conoscenza di Freud, poi dei miti, della letterattura, dell'antropologia e poi di Jung..............ricordo che interessante era il suo discorso sull'evoluzione di una sorta di mente dell'umanita', chi sa se sarebbe azzardato un paragone con l'estetica di Hegel e l'evoluzione dello spirito dei popoli............lo so apparentemente sembrano discorsi che non hanno a che vedere con l'analisi personale, ma se uno ha letto Jung o fatto una vera terapia in questo senso si rende conto che questo tipo di terapia oltre a portare alla luce il vissuto del singolo, inserisce il singolo, la sua mente in quella che è l'evoluzione generale della mente umana.....comunque è un discorso lungo e metterei altri puntini IHihihihihihihi

Scusa Ciao, solo ora mi sono accorta di questo post...

Certo, penso infatti di conoscere gente che non è mai stata in analisi ma dimostra di conoscersi bene. E magari non sono per forza necessari dei traumi.....ma ammetto anche di non conoscere persone che non ne abbiano avuti.

Per la scelta del tipo di analisi io preferirei basarmi più sull'idea intuitiva che mi faccio sull'individuo-terapeuta che ho di fronte, piuttosto che su letture varie.

ma lo dico così, eh, pour parler...

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ho letto tutto velocemente ma credo che una laurea in medicina o almeno una buona conoscenza della biologia sia essenziale per qualsiasi tipo di terapeuta.

perchè dici così ? io non ne sono tanto convinta.....

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perchè dici così ? io non ne sono tanto convinta.....

perchè siamo fatti di cellule, di ormoni, neuroni ecccc e se sei in una fase di forte depressione ma non solo forte con il cavolo che di riprendono a parole............poi certo se vai in terapia per conoscere meglio te stessa diciamo se fai psicoanalisi o se fai terapia per correggere determinati meccanismi che attui senza rendertene conto è un altro paio di maniche.............sulla seconda cosa puoi avere piu' esperienza di me della prima ne sono convinto e ne solo io, so di persone che non riuscivano piu' ad alzarsi dal letto, alle quali dava fastidio la luce, l'ansia che ti leva il respiro e se non le rimetti a posto con i farmaci con il cavolo che inizi trasfert e tanti belli discorsi..........io ne sono convinto evidentemente tu hai attraversato una situazione diversa.........c'è gente depressa in casa con il tumore , il diabete e con le parole non riesci a convincerle per farsi curare e rischiano di suicidarsi con la loro stessa malattia, ora se arriva uno psicologo fresco fresco e mi dice che non è cosi ma diciamo che io so che non lo dice infatti so di molti psicologi e non psichiatri che conoscono queste situazioni e affermano quello che dico io.............secondo me prima di parlare di questi argomenti bisognerebbe distinguere le varie situazioni malattia, conoscenza di se ecccccc senza pregiudizi o convinzioni legate solo al proprio vissuto, io nella situazione che ho descritto sopra credo che quel particolare tipo di cura sia indispensabile insieme a una terapia fatta di parole per non incorrere in eventuali abusi o dipendenze......ogni situazione e a parte e per questa servono gli strumenti adatti........ricordiamoci che oltre ad essere anima, spiriro, mente, vissuto siamo carne, ossa, cellule, neuroni materia insomma

a parte i farmaci dicevo di una conoscenza della biologia come non dico indispensabile mi correggo ma comunque preferirei uno che abbia quella conoscenza che uno che non ce l'abbia...........pardon se sono uscito fuori tema ma mi premeva dire quelle cose

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sono comunque uscito fuori dal topic era infatti partito con il percorso di conoscenza di se tramite la psicanalisi, la psicologia analitica..........

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