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zazà

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:Shocked:

secondo me è da ingenui affermare una cosa del genere (e lo dico con tenerezza, assolutamente con tono dispregiativo!).

Ego, sei troppo drastico. E' ovvio che i bambini mentono, cominciano prestissimo a raccontare le balle. Ma qui il senso del discorso è un altro: in questi casi, quando esprimono un disagio, non mentono, nel senso che magari raccontano le cose condendole anche di fantasia, ma il disagio che provano è reale e quindi bisogna cercare di cogliere quello che vogliono comunicare.

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Ego, sei troppo drastico. E' ovvio che i bambini mentono, cominciano prestissimo a raccontare le balle. Ma qui il senso del discorso è un altro: in questi casi, quando esprimono un disagio, non mentono, nel senso che magari raccontano le cose condendole anche di fantasia, ma il disagio che provano è reale e quindi bisogna cercare di cogliere quello che vogliono comunicare.

Facciamogli interpretare questo:

stamani in quarta liceo Classico, scuola di mia figlia,i ragazzi hanno preso il manichino della simulazione del pronto soccorso, l'hanno vestito, messo al banco con i libri davanti e la penna in mano, primo banco, e l'hanno presentato come la loro nuova compagna di scuola, Michela. :muttley:

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Ohiohi, che palle fai venire, non dicevo in quel senso, dicevo che i bambini non hanno gli strumenti per capire ciò che li circonda come un adulto, quindi si può provare a rassicurarli.

Se ti avevo a scuola, giuro, ti strangolavo.:)))))

cosi finivi in tv :Big Grin:

leggendo quelle cose mi è tornata la stessa tenerezza che mi ha fatto provare una signora intervistata riguardo quell'asilo dove le maestre facevano violenze, e sta signora diceva "no ma sono bambini, i bambini non mentono mai" :innocent: e l'ho riproposto :ola (4):

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Ego, sei troppo drastico. E' ovvio che i bambini mentono, cominciano prestissimo a raccontare le balle. Ma qui il senso del discorso è un altro: in questi casi, quando esprimono un disagio, non mentono, nel senso che magari raccontano le cose condendole anche di fantasia, ma il disagio che provano è reale e quindi bisogna cercare di cogliere quello che vogliono comunicare.

ma a te chi ti dice che il disagio reale che provano, sia collegato alle cose che ti raccontano loro? :Raised Eyebrow:

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cosi finivi in tv :Big Grin:

leggendo quelle cose mi è tornata la stessa tenerezza che mi ha fatto provare una signora intervistata riguardo quell'asilo dove le maestre facevano violenze, e sta signora diceva "no ma sono bambini, i bambini non mentono mai" :innocent: e l'ho riproposto :ola (4):

Ah, sì,l'ho letto anch'io, e ho letto tutti i resoconti,"c'era il drago, ecc", ma lì ci potrebbe essere il concorso degli adulti, secondo me.

Noi siamo in bilico,perchè anche le mamme si fanno delle fantasie, a volte.

Infatti una volta una mamma ha chiesto di assistere alla lezione, niente di chè: alla fine fa: "Ma si ciucciano il dito!!" E io: "Che scoperta, signora, non lo sapeva?"

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ma a te chi ti dice che il disagio reale che provano, sia collegato alle cose che ti raccontano loro? :Raised Eyebrow:

E' vero, non si sa a che cosa può essere legato, per esempio io penso anche a un aumento delle richieste che vengono loro fatte.

Impara a scrivere, incolla le schede, fai lo zaino, tieni in ordine la roba, prendi il quaderno tale, fai il disegnino, colora nei contorni, esegui i compiti.

Stai a scuola otto ore, mangia alla mensa..

in effetti il cambiamento è notevole...

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Secondo me, muchacha, non sono segnali da sottovalutare. Sono d'accordo con light, i bambini non mentono mai, al massimo ti raccontano una realtà a modo loro, condendola in vari modi, rimane comunque la loro realtà, quello che stanno vivendo dentro.

A mio figlio era successo qualcosa di simile al tuo, anche se non era arrivato a piangere o farsi la pipì addosso. Però era triste, la scuola non gli piaceva, diceva di essere stato preso di mira da un bullo. Risolto il problema "bullo" (che poi non era un bullo, ma un bimbo un po' aggressivo che ce l'aveva con tutti), lui continuava a lamentarsi, a non trovarsi bene, a sentirsi vittima di tutti, maestre e bambini. Ne ho parlato con le insegnanti che, come è successo a te, mi hanno detto che non era assolutamente vero. Però mio figlio non stava inventando: lui si sentiva realmente così. Allora, d'accordo con le maestre, abbiamo fatto un colloquio con lui presente, dove gli sono stati spiegati i perchè di certi atteggiamenti che lui poteva fraintendere e, visto che ha detto di non avere il coraggio di dire niente alla maestra durante la lezione, si sono accordati in questo modo: avrebbero messo a sua disposizione una scatolina dove lui, ogni volta che se la sentiva, poteva scrivere un biglietto alle maestre dove diceva tutto ciò che gli era parsa un'ingiustizia. E' stata un'idea fantastica e ha funzionato alla grande! Lui si è sentito rassicurato perchè aveva un modo per farsi valere senza esporsi troppo e alla fine la scatolina non l'ha nemmeno mai usata. Ha però iniziato a leggere gli atteggiamenti delle maestre per quello che erano, e cioè non solo attacchi gratuiti, ma spesso interventi educativi nei suoi confronti e nei confronti della classe. Il cambiamento è stato velocissimo e incredibile!

Questo per dirti che, se tuo figlio è a disagio, non è detto che lo sia perchè gli fanno qualcosa, ma potrebbe esserlo perchè lui interpreta la realtà a modo suo e lo fa soffrire. Un chiarimento con chi ritiene fonte delle sue ingiustizie per me potrebbe aiutarlo, perchè potrebbe fargli capire che le cose non stanno come pensa lui.

Impa, grazie per la condivisione.

In effetti non interpreto alla lettera ciò che lui dice, ma sono d'accordo sul fatto che il bambino esprima disagio a prescindere dall'oggettività di quanto riferito. La mia impressione è che lui non voglia o non riesca a spiegare cosa gli procuri disagio. E' difficile per noi adulti esprimere il nostro mondo interiore, figuriamoci per un bambino di 6 anni appena compiuti... Così semplifica la realtà parlando di soprusi da parte dei compagni, che le maestre non vedono perché ovviamente non sono veri oppure lo sono secondo il suo modo di vivere i rapporti con gli altri. Il mio psicoterapeuta sostiene inoltre che raramente i bambini riferiscono soprusi realmente subiti perché per loro è umiliante.

Di sicuro la situazione è delicata perché l'insegnante è oggetto di contestazioni da parte di vari genitori e lo è stata anche in passato. Dato però che questa insegnante è stata accolta dai genitori con una buona dose di prevenzione e che non sono riuscita a raccogliere lamentele specifiche ma solo voci, non voglio rischiare di mettere in bocca a mio figlio risposte condizionate da queste informazioni. Quindi non sappiamo bene come aiutarlo.

Mio marito propone di cambiare scuola ma a mio avviso non è educativo optare subito per una soluzione comoda che in fin dei conti potrebbe anche non funzionare (e poi?). Preferirei riuscire prima a capire cosa lo turba e, idealmente, aiutarlo a crescere con le spalle più robuste.

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ma a te chi ti dice che il disagio reale che provano, sia collegato alle cose che ti raccontano loro? :Raised Eyebrow:

Se un bambino ti racconta qualcosa, stai sicuro che quella cosa ha avuto qualche effetto su di lui. Poi, non è detto che sia l'unica. Per esempio, il mio secondogenito è nato quando il primogenito aveva 6 anni e mio marito è stato molto male, col risultato che lui si è vissuto, nel giro di pochi mesi: nascita del fratellino, malattia del padre e inizio delle elementari. Credo che per un bambino sia stato veramente troppo! Ha passato ovviamente un periodaccio e sicuramente, nel suo disagio, hanno avuto un ruolo tutte le cose. Sta poi al genitore cercare di capire come aiutare il figlio ed io, non avendo la bacchetta magica, sono intervenuta cercando di capire da lui come fare. Mi raccontava di maestre e compagni terribili? Bene, magari non era colpa solo della scuola, sicuramente c'era di mezzo anche un po' di gelosia per il fratello, un po' di ansia per il padre, ma lui della scuola parlava e così gli ho fatto affrontare quel problema, facendoglielo chiarire direttamente con quelli che lui riteneva i responsabili. In questo modo ho risolto il problema "scuola", ma non ho risolto, per esempio, il problema "ribellione vs i genitori" dovuto alla gelosia per il fratello, che ho risolto in altro modo.

Questo per dire che il disagio di un bambino può essere dato da più cose, ma quando il bambino ti parla di un problema in particolare, quel problema ha sicuramente un ruolo e iniziare a risolverlo può essere un inizio.

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Impa, grazie per la condivisione.

In effetti non interpreto alla lettera ciò che lui dice, ma sono d'accordo sul fatto che il bambino esprima disagio a prescindere dall'oggettività di quanto riferito. La mia impressione è che lui non voglia o non riesca a spiegare cosa gli procuri disagio. E' difficile per noi adulti esprimere il nostro mondo interiore, figuriamoci per un bambino di 6 anni appena compiuti... Così semplifica la realtà parlando di soprusi da parte dei compagni, che le maestre non vedono perché ovviamente non sono veri oppure lo sono secondo il suo modo di vivere i rapporti con gli altri. Il mio psicoterapeuta sostiene inoltre che raramente i bambini riferiscono soprusi realmente subiti perché per loro è umiliante.

Di sicuro la situazione è delicata perché l'insegnante è oggetto di contestazioni da parte di vari genitori e lo è stata anche in passato. Dato però che questa insegnante è stata accolta dai genitori con una buona dose di prevenzione e che non sono riuscita a raccogliere lamentele specifiche ma solo voci, non voglio rischiare di mettere in bocca a mio figlio risposte condizionate da queste informazioni. Quindi non sappiamo bene come aiutarlo.

Mio marito propone di cambiare scuola ma a mio avviso non è educativo optare subito per una soluzione comoda che in fin dei conti potrebbe anche non funzionare (e poi?). Preferirei riuscire prima a capire cosa lo turba e, idealmente, aiutarlo a crescere con le spalle più robuste.

Sono d'accordo, io arriverei al cambio di scuola solo nel caso per lui diventasse insostenibile proseguire lì e non ci fosse modo di risolvere la cosa seguendo altre vie.

La cosa migliore, secondo me, è continuare a parlare con lui finché non vuota il sacco. Un bambino, quando vede il genitore deciso ad aiutarlo, si sente più rassicurato e parla più facilmente, quindi forse, insistendo, riuscirai a sapere qualcosa di più. Anche perchè finché non ti è chiaro cosa lo turba, tu non puoi fare molto... Il mio, per esempio, mi raccontava nel dettaglio episodi successi a scuola che io sono andata a riferire alle maestre in sua presenza (ovviamente, prima, l'ho preparato a questo colloquio, altrimenti l'avrei traumatizzato ancora di più!), ma se tu non hai niente in particolare da riferire (e, eventualmente, smontare) non hai neanche nulla su cui intervenire...

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il mio analista dice che vi sono insegnanti molto amati, a volte, o molto odiati.

Praticamente diceva che è peggio se non lasciano niente,non lasciano tracce, sono insignificanti.

Un rapporto vi deve essere,insomma, a quel che ho capito.

Effettivamente se ci penso, anch'io ne ho avuti di vari tipi, alcuni non li ricordo, altri molto bene, in senso positivo e negativo.

In famiglia siamo tre insegnanti, più mio padre e mio madre.

Mio padre era preside, e riceveva spesso insegnanti e genitori, anche a casa.

Tutti con le loro lamentele.:))))

e te credo che sono finita in analisi.:)))

Non so se vi siete resi conto di quanto sia significativo questo confronto, che denota come la scuola sia vissuta da entrambe le parti.

Al tempo stesso, l'insegnante è a sua volta genitore e vive sulla sua pelle le stesse preoccupazioni, perchè nel periodo in cui i figli frequentano la scuola, per molti mesi è una realtà che entra a casa nostra, dai due lati, e si intreccia con buona parte della nostra vita.

e quindi, niente, per noi è difficile non portarsi il lavoro a casa.

Il mio analista mi ha promesso di dare un'occhiata alla lista dei libri sulla gestione del gruppo-classe: adesso gliela mando per e-mail.

In bocca al lupo a tutti noi. :lazy:

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E' vero, non si sa a che cosa può essere legato, per esempio io penso anche a un aumento delle richieste che vengono loro fatte.

Impara a scrivere, incolla le schede, fai lo zaino, tieni in ordine la roba, prendi il quaderno tale, fai il disegnino, colora nei contorni, esegui i compiti.

Stai a scuola otto ore, mangia alla mensa..

in effetti il cambiamento è notevole...

senti (leggi), light, ma perchè tu vedi per forza nella scuola "la causa" (qualuqnue possa essere) del disagio del bambino, e non magari semplicemente il luogo fisico dove questo disagio si manifesta? :huh:

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Questo per dire che il disagio di un bambino può essere dato da più cose, ma quando il bambino ti parla di un problema in particolare, quel problema ha sicuramente un ruolo e iniziare a risolverlo può essere un inizio.

perchè un adulto no? scusa :Frustrated:

poi te (e le altre), date sempre per scontato che il disgio a scuola sia legato alla scuola (tu lo hai fatto chiarire con i suoi compagni... gli hai fatto fa a schiaffi? :Straight Face: ).

il bambino sopra pure si è parlato di bullismo, di troppe richieste eccecc.

quello che st cercando di dire è che non è sempre cosi. il monelletto può manifestare il proprio disagio che magari porta dietro da un bel po a scuola, proprio perchè quel contesto di protezione/costrizione, il confronto coi pari, i maestr ecc, lo mettono in condizioni di esprimerlo e magari di essere ascoltato.

ad esempio, la paura e la non voglia di un bambino, specie se piccolo, di non andare a scuola, il più delle volte può essere collegato a un ansia da spearazione (per dire); ansia da sperazione non necessariamente dovuta a insicurezza personale e simili, ma alla paura di non poter controllare i genitori, alla paura che questi (prevalentemente la madre) si possa sentire male mentre lui non cè, che possa succedere qualcosa che lui non può controllare (tanto più so piccoli tanto più si credono onnipotenti), ed ecco che se a scuola queste cose non le può fare non ci vuole andare.

questa è solo una delle possibili cause (anche se la più frequente), che rischierebbe di essere ignorata dando peso solo ai racconti del bambino sui bulletti (che sono potenzialmente "inculcabili" dai genitori, quando questi tra le prime cose che gli va a chiedere "cè qualcuno che ti da fastidio? che ti fa i dispetti?") o ad altri racconti vari, che cmq non è detto siano frottole a priori.

certo che però, forti de "Il bambino non mente mai", si può cadere facilmente in inganno, rischiando pure di peggiorare le cose...

anche per questo gli operatori della scuola (insegnati e psicologi) sono i più idonei ad accoglier il disagio del bambino, ma non perchè più bravi dei genitori, ma proprio perchè "esterni" e non influenzabili (si spera :icon_rolleyes: ) dal peso del pensiero "che quello che soffre è il mio bambino", con tutto quello che ne consegue.

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scusa light , avevo letto in un'altro topic che tu eri laureata in medicina

o forse mi son confuso come al solito con un'altra persona?

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zaza'

mi sa che hai ancora sbagliato a pigiare He He.gif

:diablo:

ero senza occhiali cmq ammetto di aver sbagliato a pigiare

x la seconda volta il tasto .

sono 52 a febbraio....credo!! :new_lips::unsure:

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ego

anche per questo gli operatori della scuola (insegnati e psicologi) sono i più idonei ad accoglier il disagio del bambino, ma non perchè più bravi dei genitori, ma proprio perchè "esterni" e non influenzabili (si spera icon_rolleyes.gif ) dal peso del pensiero "che quello che soffre è il mio bambino", con tutto quello che ne consegue.

te l'appoggio!! :im Not Worthy:

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non è che voglio addossare "per forza" responsabilità alla scuola, chiarisco, ma poichè della scuola io vedo, da insegnante, anche i difetti, per esempio troppe ore, troppi compiti, troppe materie, troppi quaderni, ( scuola primaria),troppi operatori, troppi esperti, troppi progetti, tutto troppo, e un ambiente a volte altamente stressante sia per gli operatori che per i bambini, ritengo giusto dare peso, ripeto, anche a questi fattori.

Esempio, un tempo pieno è difficile da gestire, dal punto di vista organizzativo, non è che sia da prendere alla leggera.

Appunto perchè come dicevi, c'è da dare spazio al fattore umano.

Bisogna essere sinceri, trasparenti.

Si danno alle famiglie moltissimi servizi, la famosa "offerta formativa", però però...

è con questo "cavallo" che la Gelmini raccoglie consensi, cari miei, e non ha tutti i torti, anche se poi è in malafede perchè dietro c'è Tremonti.

Per esempio, la Moratti ha fatto più danni della grandine, ma applicando le balzane idee di Berlinguer.

Alle primarie si fa la storia antica e basta; cosa succede: che poichè le ore sono tante, l'insegnante di Storia spesso ti propina gli approfondimenti sulle schede, garantito, diventa la Storia per gli studenti del Liceo.

La Polis, come funziona, l'Ecclesìa, o Assemblea, gli Arconti, Dracone, il concetto di legge draconiana( bimbi di dieci anni) ecc.

Allora: non era meglio raccontarla in modo semplicissimo, ripercorrendo la storia fino ai giorni nostri? E poi si riprende dopo?

Questo è solo un esempio.

Inglese in prima: numeri e colori fino allo sfinimento, quando i bambini sono già impegnati con l'imparare a leggere e scrivere in Italiano.

Religione due ore, e relativo quaderno.

Poi: Geografia, in prima e seconda: sopra, sotto, davanti, dietro,sul quaderno, quando i bambini lo sanno benissimo,o lo acquisiranno da sè, col tempo.

Se volete continuo..

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poi te (e le altre), date sempre per scontato che il disgio a scuola sia legato alla scuola (tu lo hai fatto chiarire con i suoi compagni... gli hai fatto fa a schiaffi? :Straight Face: ).

In effetti... si! :D:

E ha funzionato! Il "bullo" ha iniziato a rispettare mio figlio e da quel momento sono diventati pure amici!

ad esempio, la paura e la non voglia di un bambino, specie se piccolo, di non andare a scuola, il più delle volte può essere collegato a un ansia da spearazione (per dire); ansia da sperazione non necessariamente dovuta a insicurezza personale e simili, ma alla paura di non poter controllare i genitori, alla paura che questi (prevalentemente la madre) si possa sentire male mentre lui non cè, che possa succedere qualcosa che lui non può controllare (tanto più so piccoli tanto più si credono onnipotenti), ed ecco che se a scuola queste cose non le può fare non ci vuole andare.

questa è solo una delle possibili cause (anche se la più frequente), che rischierebbe di essere ignorata dando peso solo ai racconti del bambino sui bulletti (che sono potenzialmente "inculcabili" dai genitori, quando questi tra le prime cose che gli va a chiedere "cè qualcuno che ti da fastidio? che ti fa i dispetti?") o ad altri racconti vari, che cmq non è detto siano frottole a priori.

Secondo me, la tua analisi è più consona ad un bambino che deve iniziare la materna e non ad uno che va alle elementari. Qui il distacco c'è già stato da un pezzo. Andiamo, veramente tu, quando sei andato alle elementari, eri preoccupato perchè non potevi controllare la mamma? Io il primo giorno di scuola me lo ricordo benissimo, ero in ansia perchè non sapevo se la maestra era buona o cattiva, non sapevo se avrei fatto amicizia, non sapevo se avrei mai imparato a leggere, ecc. ecc. Alla mamma neanche ci pensavo! E infatti, una volta appurato che la mia maestra era un angelo approdato sulla terra, che fra i miei compagni ce n'era pure qualcuno simpatico, che leggere non era poi così difficile, i problemi sono svaniti nel nulla!

Sai cosa penso? Che spesso, ci si dimentica di come si era da bambini, col risultato che si va ad interpellare le più svariate figure per risolvere problemi che hanno la soluzione semplicemente nei nostri ricordi.

anche per questo gli operatori della scuola (insegnati e psicologi) sono i più idonei ad accoglier il disagio del bambino, ma non perchè più bravi dei genitori, ma proprio perchè "esterni" e non influenzabili (si spera :icon_rolleyes: ) dal peso del pensiero "che quello che soffre è il mio bambino", con tutto quello che ne consegue.

Su questo non sono d'accordo, non pienamente, almeno. Gli operatori della scuola sono utilissimi ad appoggiare i genitori e a dare un punto di vista esterno, però la vera sicurezza nell'affrontare una situazione il bambino la può avere solo dal genitore, perchè rimane il suo punto fermo nella vita. Credo che debba essere un lavoro di squadra, più che un passaggio di consegne. Inoltre, riagganciandomi a quanto ho scritto sopra, temo che ci sia molto la tendenza a teorizzare un sacco di cose che sarebbero risolvibili semplicemente ricordandoci di quando eravamo bambini, delle emozioni che abbiamo provato e di come le abbiamo superate.

non è che voglio addossare "per forza" responsabilità alla scuola, chiarisco, ma poichè della scuola io vedo, da insegnante, anche i difetti, per esempio troppe ore, troppi compiti, troppe materie, troppi quaderni, ( scuola primaria),troppi operatori, troppi esperti, troppi progetti, tutto troppo, e un ambiente a volte altamente stressante sia per gli operatori che per i bambini, ritengo giusto dare peso, ripeto, anche a questi fattori.

Esempio, un tempo pieno è difficile da gestire, dal punto di vista organizzativo, non è che sia da prendere alla leggera.

Appunto perchè come dicevi, c'è da dare spazio al fattore umano.

Bisogna essere sinceri, trasparenti.

Si danno alle famiglie moltissimi servizi, la famosa "offerta formativa", però però...

è con questo "cavallo" che la Gelmini raccoglie consensi, cari miei, e non ha tutti i torti, anche se poi è in malafede perchè dietro c'è Tremonti.

Per esempio, la Moratti ha fatto più danni della grandine, ma applicando le balzane idee di Berlinguer.

Alle primarie si fa la storia antica e basta; cosa succede: che poichè le ore sono tante, l'insegnante di Storia spesso ti propina gli approfondimenti sulle schede, garantito, diventa la Storia per gli studenti del Liceo.

La Polis, come funziona, l'Ecclesìa, o Assemblea, gli Arconti, Dracone, il concetto di legge draconiana( bimbi di dieci anni) ecc.

Allora: non era meglio raccontarla in modo semplicissimo, ripercorrendo la storia fino ai giorni nostri? E poi si riprende dopo?

Questo è solo un esempio.

Inglese in prima: numeri e colori fino allo sfinimento, quando i bambini sono già impegnati con l'imparare a leggere e scrivere in Italiano.

Religione due ore, e relativo quaderno.

Poi: Geografia, in prima e seconda: sopra, sotto, davanti, dietro,sul quaderno, quando i bambini lo sanno benissimo,o lo acquisiranno da sè, col tempo.

Se volete continuo..

Quoto tutto! TUTTO!

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Perdonate l'OT

FINALMENTE UN FORUM DOVE SI PUO' LITIGARE IN SANTA PACE SENZA PAURA CHE LA SANTA INQUISIZIONE INTERVENGA ALLA "'AN DO COJO COJO".

Secondo me, anche la lite è un modo per crescere intellettualmente.

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Perdonate l'OT

FINALMENTE UN FORUM DOVE SI PUO' LITIGARE IN SANTA PACE SENZA PAURA CHE LA SANTA INQUISIZIONE INTERVENGA ALLA "'AN DO COJO COJO".

Secondo me, anche la lite è un modo per crescere intellettualmente.

sono d' accordo con te, pero' riparliamone tra un mesetto : )

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