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la solitudine dei primi, gli eterni secondi e i pesci fuor d'acqua.


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Ciao a tutti,

questo topic è dedicato a chi si sente fuori posto.Fuori posto è come mi sento io.

Fuori posto perche non sei mai abbastanza di qualsiasi cosa:magra, bella, simpatica, spigliata, intelligente.

Se passo in mezzo ad un gruppo di persone cerco di rendermi trasparente perche spero che nessuno mi noti e faccia una smorfia di disgusto. se vado ad una cena con persone nuove dopo non dormo pensando a quanto sono apparsa stupida, ignorante, sciocca. Se mi piace un uomo non mi metto neanche in gioco perchè o non è abbastanza o se è abbastanza di sicuro io non sarò abbastanza per lui.E quando mi metto in gioco combino casini tali che finisco per preferire il nulla.

tutto questo mi rende triste perche mi sembra un tale spreco, la vita mi passa davanti e io la sto a guardare come quando da bambina passavo tanto tempo da sola perche ero troppo timida per fare amicizia e invece di giocare mi raccontavo una storia di una bambina che giocava con il suo bambolotto....

Ho scelto questo titolo perche mi chiedo quanto le famiglie possano influire nel processo che ci ha portati ad essere cosi.sono stata figlia unica per dieci anni.La mia non è una famiglia disfunzionale.I miei sono persone di cultura media, ben inseriti nella società, si amano e amano i loro figli ed economicamenten non abbiamo mai avuto problemi.

Certo se mi guardo indietro vedo una madre noiosa e petulante, che facilmente usava le mani come metodo educativo.Non ricordo che i miei abbiano mai tentato di spiegarmi qualcosa e oggi che ho 35 anni le cose non sono cambiate.ma ricordo benissimo come mi spiazzava il fatto che mia madre non sembrasse avere alcun problema a farmi veramente male:usava mestoli. zoccoli,cornette del telefono, con una rabbia tale che mi chiedevo se la conservasse per l'occasione.

Un'altra cosa che ricordo era la frequenza con cui i mie negavano la possibilità che qualcosa potesse verificarsi.Tutto quello che proponevo era impossibile, e lo è tutt'ora.Se propongo qualcosa mio padre la boccia e poi me la ripropone tale e quale tempo dopo come se l'avesse scoperta lui.

Però sul passato non possiamo fare nulla e dobbiamo perdonare chi ha fatto ciò che ha potuto in base ai suoi mezzi.

E liberarci del legame che ci fa soffrire, una sorta di uccisione (virtuale per carità!) dei genitori e di tutti quei legami che ci impongono di essere qualcosa che non sentiamo piu vero, scomodo, in cambio della calda sensazione di essere accettati.

Questa è la mia esperienza.Larga la foglia, stretta la via, dite la vostra che ho detto la mia. :hi:

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Matta,

gran parte della tua lettera rispecchia con una precisione quasi imbarazzante la mia situazione, tranne per il fatto che non ricordo che i miei abbiano usato le mani con particolare accanimento, se non per qualche sporadico ceffone o sculacciata. Questo non perché preferissero metodi educativi più rispettosi ma semplicemente perché non ne avevano bisogno: sono sempre stata una bambina (testarda, dicono tutti), particolarmente "buona" e priva di velleità, dico io.

Se mio padre non gradiva un mio abbozzo di comportamento, gli era sufficiente toccare la cinghia con sguardo minaccioso e io me la facevo addosso dal terrore. Mia madre mi ha sempre fatto paura per altri versi: per l'imprevedibilità delle sue reazioni, che senza alcuna coerenza potevano andare dall'indifferenza, all'ostilità, alle grida e alle recriminazioni passando per le minacce per me più terribili. Quelle espresse solo con lo sguardo o con frasi mozze, che non mi lasciavano mai capire quale fosse la colpa e quale la pena.

Il risultato è che a un certo punto ho smesso di chiedere. Chiedere di uscire, chiedere di comprare, chiedere di fare.

A scuola ero promettente ma ho scelto una scuola superiore che sapevo non avrebbe sollevato obiezioni da parte loro: non troppo lontana da casa, non un liceo perché poi "con il liceo non si lavora".

Mi sono sempre consegnata - letteralmente - a ragazzi che ero certa potevano essere di loro gradimento e che si assumevano in toto la responsabilità di questa povera demente, e ne ho sposato uno che mi piaceva più degli altri, ma sempre scelto dal catalogo dei Bravi-ragazzi-secondo-mamma-e-babbo.

Amicizie poche, per non correre il rischio di dover chiedere il permesso di andare in discoteca, alle feste o a dormire fuori.

Ancora oggi ho difficoltà ad accettare le novità, a prendere decisioni, a coltivare amicizie. L'unica volta che veramente mi sono messa in gioco anima e corpo non sono stata capace di sopportare il carico emotivo, sono andata in cortocircuito e adesso mi trovo magicamente immune da piacere e dolore, fatta eccezione per qualche attacco depressivo del tutto indipendente dagli eventi esterni.

Mio marito sostiene che sono intelligente e che ho delle doti perché, con quelle premesse, se così non fosse sarei un'autentica ritardata. Ma io 'ste doti stento a vederle.

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ciao muchacha,

ho paura di aver calcato troppo sui colpi, ma forse tendo a minimizzare, ormai mi sembra normale.Anche il mio psi era colpito dal fatto che lo raccontassi cosi tranquillamente.fin'ora non avevo mai pensato alla cosa.credo che per i miei si trattasse di nulla di piu di uno sculaccione ogni tanto, quando ne parlo mi dicono che non è vero.Possibile che mi sia immaginata tutto?

Tu ne hai parlato con il tuo psi? che ti dice? e con tuo maritocome va? immagino che non legga il forum!

Io sto cercando di lasciare la gabbia dorata che mi sono creata con le mie relazioni (genitori e amici) perche comunque è sempre una gabbia.Ma anche se mi dico tutte le cose giuste (ho diritto a quello che hanno tutti e cosi simili) in realtà non sono convinta e anche il fatto che il mio psi sia il mio psi e non "un uomo in carne ed ossa" è un ottimo paravento.Non devo neanche ricordarmi che tanto uno cosi figo ha sicuramente donne migliori di me.

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Matta,

gran parte della tua lettera rispecchia con una precisione quasi imbarazzante la mia situazione, tranne per il fatto che non ricordo che i miei abbiano usato le mani con particolare accanimento, se non per qualche sporadico ceffone o sculacciata. Questo non perché preferissero metodi educativi più rispettosi ma semplicemente perché non ne avevano bisogno: sono sempre stata una bambina (testarda, dicono tutti), particolarmente "buona" e priva di velleità, dico io.

Se mio padre non gradiva un mio abbozzo di comportamento, gli era sufficiente toccare la cinghia con sguardo minaccioso e io me la facevo addosso dal terrore. Mia madre mi ha sempre fatto paura per altri versi: per l'imprevedibilità delle sue reazioni, che senza alcuna coerenza potevano andare dall'indifferenza, all'ostilità, alle grida e alle recriminazioni passando per le minacce per me più terribili. Quelle espresse solo con lo sguardo o con frasi mozze, che non mi lasciavano mai capire quale fosse la colpa e quale la pena.

Il risultato è che a un certo punto ho smesso di chiedere. Chiedere di uscire, chiedere di comprare, chiedere di fare.

A scuola ero promettente ma ho scelto una scuola superiore che sapevo non avrebbe sollevato obiezioni da parte loro: non troppo lontana da casa, non un liceo perché poi "con il liceo non si lavora".

Mi sono sempre consegnata - letteralmente - a ragazzi che ero certa potevano essere di loro gradimento e che si assumevano in toto la responsabilità di questa povera demente, e ne ho sposato uno che mi piaceva più degli altri, ma sempre scelto dal catalogo dei Bravi-ragazzi-secondo-mamma-e-babbo.

Amicizie poche, per non correre il rischio di dover chiedere il permesso di andare in discoteca, alle feste o a dormire fuori.

Ancora oggi ho difficoltà ad accettare le novità, a prendere decisioni, a coltivare amicizie. L'unica volta che veramente mi sono messa in gioco anima e corpo non sono stata capace di sopportare il carico emotivo, sono andata in cortocircuito e adesso mi trovo magicamente immune da piacere e dolore, fatta eccezione per qualche attacco depressivo del tutto indipendente dagli eventi esterni.

Mio marito sostiene che sono intelligente e che ho delle doti perché, con quelle premesse, se così non fosse sarei un'autentica ritardata. Ma io 'ste doti stento a vederle.

e sto quadro potrebbe essere il mio!!! Eè strano come le nostre storie "normali" si assomigliano in modo imbarazzante! Genitori troppo impegnati a farci "il lavaggio del cervello" (come diceva con orgoglio mio padre), perchè è la mente che conta mai i sentimenti! Quelli erano banditi in casa mia! La tua descrizione dabambina è identica alla mia. Addirittura anche io mi ricordo remissiva mentre loro dicono erano "testarda"!!! Facendo analisi ho compreso che le mie battaglei da testarda erano tutte battaglie perse apriori, giusto per dare meglio a loro l'impressioen che quella strana e sbagliata ero io...pensa che brava bambina! Se dovessi trova un termine direi che mi ero annullata!

Con la scuola idem , i ragazzi anche! Il culo mio è stato che quel bravo ragazzo (pure con il lavoro sicuro! ) con il tmpo è cambiato insieme a me, nè io nè lui staremmo ora con quelli che eravamo allora (a parte per l'età ma dentro siamo cambiati entrambi!). siamo stati così tanto tempo insieme che invece di stancarci ci siamo messi in discussione e rinnovati insieme, riequilibrati come persone e come coppia! Questa però è pura fortuna!

anche io non ho ricevuto mai un oschiaffo da mai amdre e solo uno da mio padre ma l'avevamo fatta grossa, credo, nememno ricordo il perchè. A me bastava uno sguardo di mio padre e morivo dentro, più di una volta mi sono fatta la pipì addosso...nessuno si chiedeva come mai una bambina aveva una reazione emotiva così forte perun solo sguardo arrabbiato! Poi ho apito che quello che m ifaceva paura non era la sua rabbia ma la delusione nei suoi occhi....temevo di perderlo, lui non lo sapeva ma, era il mio Dio, mi sarei flagellata per lui! Quanto ci ho messo a farlo scendere dal piedistallo!

E poi c'era mia madre che tante volte ho desiderato cambiare....lei mi ha trasmesso l'ideali di donna vittima ,di donna oggetto dell'uomo, mai soggetto, mai padrona di sè stessa! E se non ero come lei ero strana, e siccome mia sorella era come lei...ero strana due volte! Il confronto non reggeva mai!

Mia sorella per mai madre era la figlia ideale, quella di cui vantarsi, quella a cui io dovevo somigliare, quella per cui io mi sono dovuta annullare! E quanto più io mi annullavo più lei brillava..ovvio che questa cosa con i ltempo è diventata un meccanismo inconscio per cui io dovevo perdere perchè lei vincesse, sempre! anche ora lei adotta questo metodo per vedersi....io l'ho abbandonato ma non senza sensi di colpa..stranamente il mio malessere era (ed è per loro) il capro espiatorio di tutti i malesseri della famiglia! Infondo chi è la malata che soffre di disturbi alimentari e fa psicoteraia? Io no? Ti guardano con compassione e ti criticano alle spalle....il bello è che mia sorella non fa tutto questo solo inconsciamente ma anche veramente, arrivando a comportarsi da vera stronza certificata!

L'eterna seconda, lo zerbino, il capro espiatorio, la strana ,la malata ,la pazza, quella che si fa domande inutili, quella mai contenta, questo sono io per loro...e nonostante ciò mi vogliono bene....io mi sento sicuramente "diversa", ma nell'accezione positiva del termine! Ora si!

Una volta dissi alla mia psi che se io avevo subito queste ripercussioni e tutto sommato la mia era una famiglia "come tante" allora cosa accadeva a chi aveva subito gravi abusi o maltrattamenti in famiglia? lei mi rispose che paradossalmente e per certi aspetti, questo tipo di "abuso", essendo considerato "normalità" è più insidioso e meno difficile da comprendere e ammettere anche con sè stessi...sotto certo aspetto fa più danni di un abuso "dichiarato"!!!

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Sapevo che sarei stata in buona compagnia...

la frase preferita di mia mamma era "io non voglio essere una mamma passiva" ma anche "questa non è una democrazia!"

logicamente quando durante una cena mi è capitao di dirlo per scherzo(insomma) mia madre non ricordava nulla.Sarà che essendo stata a lungo sola ho sviluppato il lato fantasioso del mio cervello?

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...............

Io sto cercando di lasciare la gabbia dorata che mi sono creata con le mie relazioni (genitori e amici) perche comunque è sempre una gabbia.Ma anche se mi dico tutte le cose giuste (ho diritto a quello che hanno tutti e cosi simili) in realtà non sono convinta e anche il fatto che il mio psi sia il mio psi e non "un uomo in carne ed ossa" è un ottimo paravento.Non devo neanche ricordarmi che tanto uno cosi figo ha sicuramente donne migliori di me.

Ciao Mattafaluga, cos'ha di dorato la tua gabbia attuale?

Sapevo che sarei stata in buona compagnia...

la frase preferita di mia mamma era "io non voglio essere una mamma passiva" ma anche "questa non è una democrazia!"

logicamente quando durante una cena mi è capitao di dirlo per scherzo(insomma) mia madre non ricordava nulla.Sarà che essendo stata a lungo sola ho sviluppato il lato fantasioso del mio cervello?

Non penso proprio.....certo è normale falsare in parte i ricordi, magari accentuandone certi aspetti. Ma nel tuo caso è molto più probabile che siano i tuoi a rimuovere!!!

Io devo dire che non ho vissuto su di me un analogo clima di "terrore", il ruolo del cattivo e strano è toccato al mio povero fratello che però non veniva maltrattato fisicamente; anzi, inizialmente aveva molti problemi e quindi era sin troppo seguito ma in modo sbagliato.

Anche mia sorella ha avuto la sua parte. Io sono arrivata dopo e colta istintivamente l'atmosfera ho pensato che era meglio annullarsi, rinchiudermi in un mondo mio di fantasia. Ero un'acqua cheta da fare paura e nessuno si accorgeva dei miei disagi, alcuni anche vistosi.

Diciamo che in casa mia le vessazioni erano più subdole e basate sul ricatto affettivo di impronta pietistica, se così si può dire. Resta il fatto che tutti i miei bisogni venivano accoppati o finivo io per essere più realista del re, autoaccoppandomi!

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Ciao Mattafaluga, cos'ha di dorato la tua gabbia attuale?

L'accettazione.Se ti comporti come loro si aspettano famiglia e amici ti danno l'approvazione della tribù.E' quello che hai sempre conosciuto, in fondo lo sai gestire,ti permette di non fare la fatica di cambiare ed evita il panico di andare nel mondo, mettersi in gioco e magari fallire.

mi rifaccio al post di digi

Una volta dissi alla mia psi che se io avevo subito queste ripercussioni e tutto sommato la mia era una famiglia "come tante" allora cosa accadeva a chi aveva subito gravi abusi o maltrattamenti in famiglia? lei mi rispose che paradossalmente e per certi aspetti, questo tipo di "abuso", essendo considerato "normalità" è più insidioso e meno difficile da comprendere e ammettere anche con sè stessi...sotto certo aspetto fa più danni di un abuso "dichiarato"!!!

secondo me quest'osservazione è applicabile a tutte le relazioni:

se il tuo compagno ti picchia o ti insulta è chiaro che questo non è un comportamento accettabile, ma se passa la giornata a lavoro e il tempo libero a seguire le sue passioni dedicando a te i ritagli, sarà giustificabile non solo ai tuoi occhi ma anche a quelli degli altri perche "povero è stressato e ha bisogno di staccare!", se amici o colleghi ti deridono apertamente puoi difenderti, ma è più difficile se si sentono degli sfigati e ti utilizzano per sentirsi in compagnia minando la tua autostima in modo subdolo( vi faccio un esempio: una mia amica una volta mi ha detto, secondo lei per farmi sentire meglio, che eravamo due eroine che combattevano i cattivi a colpi di fianchi larghi e ginocchia grosse. :angry: sarà che io non direi mai una cosa del genere ad una mia amica, anzi in genere tendo a far notare cosa mi piace di loro, sarà che sono suscettibile, comunque questo è quello che intendo per subdole azioni minatorie.)

Non penso proprio.....certo è normale falsare in parte i ricordi, magari accentuandone certi aspetti. Ma nel tuo caso è molto più probabile che siano i tuoi a rimuovere!!!

:ola (3):

Io devo dire che non ho vissuto su di me un analogo clima di "terrore", il ruolo del cattivo e strano è toccato al mio povero fratello che però non veniva maltrattato fisicamente; anzi, inizialmente aveva molti problemi e quindi era sin troppo seguito ma in modo sbagliato.

Anche mia sorella ha avuto la sua parte. Io sono arrivata dopo e colta istintivamente l'atmosfera ho pensato che era meglio annullarsi, rinchiudermi in un mondo mio di fantasia. Ero un'acqua cheta da fare paura e nessuno si accorgeva dei miei disagi, alcuni anche vistosi.

Diciamo che in casa mia le vessazioni erano più subdole e basate sul ricatto affettivo di impronta pietistica, se così si può dire. Resta il fatto che tutti i miei bisogni venivano accoppati o finivo io per essere più realista del re, autoaccoppandomi!

Diciamo che più che terrore era oppressione, certo avevo il terrore di sbagliare, non c'era mai nulla di chiaro, le regole cambiavano di volta in volta e non era assolutamente un problema il fatto che ci fossero regole per i figli che i genitori non dovevano rispettare.

:shok: Ora rileggendo tutto mi vergogno di quello che sto dicendo.Mi sento un ingrata.Alla fine i miei mi hanno mantenuta e mi hanno fatto studiare.Però non mi hanno mai supportata, anzi. Il loro ruolo era riportarmi in terra ogni volta che provavo a volare.Anche ora che vivo per conto mio mio padre mi mette il muso ogni volta che decido per la mia vita ( e mi fa pure i dispetti! oddio mi viene quasi da ridere, sembra un bimbetto bizzoso).

Però se ripenso a tutte le volte che mio padre all'ultimo momento si è parato davanti alla porta impedendomi di uscire "perchè si" e poi facendomi uscire solo quando ero cosi incaxxata che ormai non mi godevo più la serata ( e questo nella migliore delle ipotesi perche la rabbia può essere un treno diretto verso le cose sbagliate) sento di nuovo la rabbia che sentivo allora, l'impotenza di fronte a qualcuno che senza motivazione ti impone la sua volontà.

E onestamente non ho nulla da rimproverarmi come figlia, certo la perfezione è lontana, ma alla fine anche loro non penseranno di aver soddisfatto tutte le nostre aspettative!

Poi ho apito che quello che m ifaceva paura non era la sua rabbia ma la delusione nei suoi occhi....temevo di perderlo, lui non lo sapeva ma, era il mio Dio, mi sarei flagellata per lui! Quanto ci ho messo a farlo scendere dal piedistallo!

E poi c'era mia madre che tante volte ho desiderato cambiare....lei mi ha trasmesso l'ideali di donna vittima ,di donna oggetto dell'uomo, mai soggetto, mai padrona di sè stessa! E se non ero come lei ero strana, e siccome mia sorella era come lei...ero strana due volte! Il confronto non reggeva mai!

L'eterna seconda, lo zerbino, il capro espiatorio, la strana ,la malata ,la pazza, quella che si fa domande inutili, quella mai contenta, questo sono io per loro...e nonostante ciò mi vogliono bene....io mi sento sicuramente "diversa", ma nell'accezione positiva del termine! Ora si!

Quanto e non aggiungo nulla perche a parte alcune cose mi hai tolto le parole di bocca.

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  • 1 month later...
Sapevo che sarei stata in buona compagnia...

la frase preferita di mia mamma era "io non voglio essere una mamma passiva" ma anche "questa non è una democrazia!"

logicamente quando durante una cena mi è capitao di dirlo per scherzo(insomma) mia madre non ricordava nulla.Sarà che essendo stata a lungo sola ho sviluppato il lato fantasioso del mio cervello?

Certo sei in buona compagnia...Mi aggrego anche io...

Io sono sempre stata considerata la figlia di seconda categoria, quella che comunque non avrebbe mai combinato nulla, quella che voleva sempre fare il contrario di quello che facevano gli altri, mi hanno mandata in collegio perchè secondo loro non ero capace di fare nulla.... e comunque me la sono sempre cavata. mi sono sempre sentita l'eterna seconda quella che non contava più di tanto, la mia opinione non contava gran chè invece quella di altre persone si.... Anche io non credo di avere mai ricevuto nemmeno uno schiaffo, ma avrei preferito di si, almeno mi sarei accorta di esserci anche io....Mi sono sposata giovanissima, sopratutto x poter uscire di casa, e nessuno a pensato magari di farmi pensare che avrei potuto aspettare un pochino noooooo.. figuriamoci!!!! Per fortuna il mio matrimonio è sereno, sono cresciuta con mio marito, ci capiamo, lui capisce me ed è una cosa meravigliosa.... Il passato ogni tanto cerco di buttarmelo alle spalle, con l'aiuto del mio psi. piano piano, qualche cosa sto riuscendo a fare.... :abbr:

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ciao muchacha,

ho paura di aver calcato troppo sui colpi, ma forse tendo a minimizzare, ormai mi sembra normale.Anche il mio psi era colpito dal fatto che lo raccontassi cosi tranquillamente.fin'ora non avevo mai pensato alla cosa.credo che per i miei si trattasse di nulla di piu di uno sculaccione ogni tanto, quando ne parlo mi dicono che non è vero.Possibile che mi sia immaginata tutto?

Anche a me è accaduto qualcosa di simile con mia madre e quando lo racconto non vengo creduta, mi si dice che ho immaginato/inventato e anche le mie sorelle sostengono la versione di mia madre.

Ma io me lo ricordo fin troppo bene un pomeriggio in cui una bambina è stata legata al letto (mani e piedi) perchè giocando troppo rumorosamente aveva disturbato il sonnellino di sua madre.

Quando ti dicono che non è vero' ignorali, non convincerti di essere matta o di aver fantasticato... non è così!

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  • 2 weeks later...

ciao! manco da un secolo...ma è sempre bello tornare.Grazie e ricambio l'abbraccio di priscilla

.Ora siamo in terapia, vediamo cosa succederà.

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