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Terapie brevi... utopia?


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Forza Tessa, oggi mi sembri un pochino sconfortata mentre nel post con cui ti sei presentata qualche giorno fa esprimevi maggiore forza d'animo!

Sai, le tue parole mi hanno ricordato una persona che conosco molto bene, a cui spesso lo stesso tipo di sconforto ha portato il pensiero a Lourdes...

Se la tua terapia è secolare, la mia è millenaria, perché sono in analisi da più di dieci anni e dubito di terminarla a breve.

Sarò un caso disperato ma non sono mai stata presa dal dubbio di aver sprecato alcunché, semmai sono le nevrosi che mi hanno rosicchiato pesantemente la vita.

Vedo la mia vita come una specie di guerra, occorre essere battaglieri e non escludo qualsiasi mezzo per farvi fronte.

Tra l'altro, non mi preoccupo di fare paragoni. Viva le terapie brevi per coloro a cui fanno effetto, io so benissimo che non sarebbero servite a me.

E nemmeno Lourdes perché non ci credo neanche un po'.

Sai Zazù (variazione sul tema),

è vero che ti conosco poco, che il forum consente di filtrare l'immagine che si vuole trasmettere, e che in qualsiasi tipo di relazione umana entrano in gioco delle proiezioni, ma proprio durante il pisolo pomeridiano il mio inconscio ti ha dedicato un pensiero che era pressappoco questo: chissà per quale motivo Zazà va ancora in terapia, quali nevrosi avrà... A me sembra così equilibrata. :huh:

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La mia psi dal primo giorno mi ha detto che lei non credeva nelle psicoterapie troppo lunghe (nel senso che non perforza le psicoterapie per funzionare debbano essere lunghe) anche se ovviamente non poteva darmi un tempo prestabilito di inzio e fine!

Io non so cosa si intende con precisione per "terapie brevi", diciamo che io non credo nelle terapie " a tempo", poi breve o lungo dipende dal valore che ognuno di noi da a queste parole!

E' quello il punto, evitare di mettere anticipatamente in gioco il tempo. L'aggettivo, breve o il suo contrario, a me personalmente, esplicitandolo, metterebbe ansia, genererebbe aspettative, condizionerebbe la relazione sottoponendola ad una continua attesa. Qualunque prognosi per qualsiasi malanno viene fatta al condizionale, non c'è specialista che ti possa assicurare, neppure per una banalissima unghia incarnita, il tempo necessario per guarire. Si va per tentativi. Provando e riprovando, anche e forse ancor di più per i disagi dell'anima.

Ecco a me convincerebbe di più per onestà e realismo un'espressione tipo: "terapia provvisoria". Come a dire ... ci proviamo.

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Sai Zazù (variazione sul tema),

è vero che ti conosco poco, che il forum consente di filtrare l'immagine che si vuole trasmettere, e che in qualsiasi tipo di relazione umana entrano in gioco delle proiezioni, ma proprio durante il pisolo pomeridiano il mio inconscio ti ha dedicato un pensiero che era pressappoco questo: chissà per quale motivo Zazà va ancora in terapia, quali nevrosi avrà... A me sembra così equilibrata. :huh:

Ringrazia il tuo inconscio da parte mia :air_kiss:

Io sono sempre apparsa equilibrata perché il disagio me lo tengo per me, non c'è differenza tra la zazà del forum e quella che hai conosciuto a Firenze nè noteresti differenze frequentandomi più spesso.

In fondo lo sono perché non combino niente di strano, tranne qualche casino con gli uomini :He He: ma considerando ciò che si vede in giro, secondo me non è niente di particolarmente grave.

Oggi tutto si condensa principalmente nell'insonnia che a tratti è massacrante.

Ma è solo il sintomo di un disagio esistenziale che si è smorzato nel tempo e che tuttavia è ancora grande.

Anche il mio vecchio analista mi disse che non avevo niente di grave ma vivevo in un contesto malato e mi avvisò di una cupio dissolvi che inconsciamente perseguivo.

Oggi mi sento più attenta su questo aspetto ma certe difficoltà oggettive che tu conosci mi remano contro.

Combatto contro un dolore interiore che mentre si smorza per l'impegno che ci metto, si rinvigorisce per la situazione in cui mi trovo che non era prevista.

L'analisi mi da forza, mi da resistenza e poi io l'ho sempre detto che per me è anche un metodo conoscitivo quindi potrei proseguire anche senza particolari disagi. Smetterò quando non potrò permettermelo economicamente o l'esperienza non avrà più nulla da dirmi.

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Forza Tessa, oggi mi sembri un pochino sconfortata mentre nel post con cui ti sei presentata qualche giorno fa esprimevi maggiore forza d'animo!

Sai, le tue parole mi hanno ricordato una persona che conosco molto bene, a cui spesso lo stesso tipo di sconforto ha portato il pensiero a Lourdes...

Se la tua terapia è secolare, la mia è millenaria, perché sono in analisi da più di dieci anni e dubito di terminarla a breve.

Sarò un caso disperato ma non sono mai stata presa dal dubbio di aver sprecato alcunché, semmai sono le nevrosi che mi hanno rosicchiato pesantemente la vita.

Vedo la mia vita come una specie di guerra, occorre essere battaglieri e non escludo qualsiasi mezzo per farvi fronte.

Tra l'altro, non mi preoccupo di fare paragoni. Viva le terapie brevi per coloro a cui fanno effetto, io so benissimo che non sarebbero servite a me.

E nemmeno Lourdes perché non ci credo neanche un po'.

Cara Zazà, sai cos'è? E' il disincanto che prende ad una certa età. Va a toccare un po' tutto eh, non solo talune scelte importanti, che non rinnego neanche un po' tra l'altro. E' democratico.

Diciamo fa ridimensionare le certezze, ti porta a non dare niente per scontato, ad interrogarti di più. In fondo non è un male sai: se ben dosato, fa sentire più liberi.

:):

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Cara Zazà, sai cos'è? E' il disincanto che prende ad una certa età. Va a toccare un po' tutto eh, non solo talune scelte importanti, che non rinnego neanche un po' tra l'altro. E' democratico.

Diciamo fa ridimensionare le certezze, ti porta a non dare niente per scontato, ad interrogarti di più. In fondo non è un male sai: se ben dosato, fa sentire più liberi.

:):

Ah, detta così è molto meglio! avrò avuto un'impressione sbagliata :rolleyes:

Condivido pienamente.

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E' quello il punto, evitare di mettere anticipatamente in gioco il tempo. L'aggettivo, breve o il suo contrario, a me personalmente, esplicitandolo, metterebbe ansia, genererebbe aspettative, condizionerebbe la relazione sottoponendola ad una continua attesa. Qualunque prognosi per qualsiasi malanno viene fatta al condizionale, non c'è specialista che ti possa assicurare, neppure per una banalissima unghia incarnita, il tempo necessario per guarire. Si va per tentativi. Provando e riprovando, anche e forse ancor di più per i disagi dell'anima.

Ecco a me convincerebbe di più per onestà e realismo un'espressione tipo: "terapia provvisoria". Come a dire ... ci proviamo.

concordo..... anzi ti dirò di più , pensa che quando la mia psi (sbagliando, poi lo ha ammesso) mi ha spinto a provare in un certo campo (perchè riteneva fossi pronta), io sono scappata a gambe levate, l'idea di dover tornare ad ogni seduta con l'ansia delle aspettative deluse mi spaventatava troppo! Ne abbiamo parlato e la psi prima che io glielo spiegassi, ha ammesso l'errore (fatto sicuramente in buona fede), poi comunque la terapia stava finendo ed è finita! Ma quel punto, quel mio scappare è stato il momento in cui ho compreso (e anche la psi) che la psicoterapia era finita!

Pensa ad avere una data precisa, ntempo prestabilito...credo che per l'ansia della fine imminente io nemmeno l'avrei cominciata la psicoterapia! E dico questo con il senno di poi, perchè allora io avevo bisogno di conoscere i tempi, di tenere tutto sotto controllo, allora l'avrei vista in maniera positiva la posisbilità di darsi dei tempi.

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Finita la terapia, secolare nel confronto con le storie lette qui, mi sono chiesta fino a che punto i cambiamenti funzionali a farmi vivere meglio che riuscivo a riconoscermi da quel momento fossero il risultato netto delle centinaia di sedute, o più semplicemente gli esiti dalla vita che inevitabilmente ti cambia. Sette anni non passano come acqua fresca. Il dubbio di aver sprecato denaro, tempo, intelligenza, fiducia è ineludibile e credo non trovi mai risposta.

A occhio le terapie brevi dall'obiettivo mirato e circoscritto non mi fanno gola, riconosco però che nella promessa d'impiegare poco tempo per scoprire l' ingraggio che si è inceppato e soprattutto per ripararlo, ci sta anche la possibilità di rendersi conto altrettanto velocemente se stia prendendo una cantonata; e se si è delusi, magari restano pure la voglia, il tempo e il denaro per rimediare cambiando strada. Cosa che non accade dopo terapie quasi decennali. Al loro fallimento sopravvive solo la speranza in Lourdes.

Se sette anni di terapia portano a dire quello che hai scritto... a qualcosa sono serviti! Non so come eri prima, so solo che leggendoti... mi hai dato serenità, una sensazione di calma ed una forte ammirazione nel tuo dire...

Il fatto che tu abbia scelto... il termine "ineludibile" piuttosto che inevitabile... fa capire come la forma cambia il senso delle cose...

Che la terapia sia servita non ho dubbi, ci sono meccanismi che prima non conoscevo e che non possono essere naturali... del tipo ora quando mi innervosico mi chiedo cosa mi ha fatto innerovisire, quale persona mi ricorda quell'atteggiamento e faccio i vari collegamenti... mentre prima pativo l'incazzatura e basta. Credo che la chiave stia nel chiedersi sempre il perchè delle cose... solo che a volte non abbiamo le risposte... possiamo dopo aver capito il meccanismo sotituirci al nostro psy?

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Se sette anni di terapia portano a dire quello che hai scritto... a qualcosa sono serviti! Non so come eri prima, so solo che leggendoti... mi hai dato serenità, una sensazione di calma ed una forte ammirazione nel tuo dire...

Il fatto che tu abbia scelto... il termine "ineludibile" piuttosto che inevitabile... fa capire come la forma cambia il senso delle cose...

Che la terapia sia servita non ho dubbi, ci sono meccanismi che prima non conoscevo e che non possono essere naturali... del tipo ora quando mi innervosico mi chiedo cosa mi ha fatto innerovisire, quale persona mi ricorda quell'atteggiamento e faccio i vari collegamenti... mentre prima pativo l'incazzatura e basta. Credo che la chiave stia nel chiedersi sempre il perchè delle cose... solo che a volte non abbiamo le risposte... possiamo dopo aver capito il meccanismo sotituirci al nostro psy?

Secondo me dobbiamo sostituirci, imparare a fare autoanalisi.....per incazzarci con cognizione di causa! :icon_surprised:

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dubito che possa stabilire con precisione 1 anno oppure due anni... non vorrei smontarti ma la psicoterapia non funziona così...

a volte si resta fermi per mesi e poi all'improvviso scatta qualcosa e ci sono repentini passi avanti. la tempistica non è prevedibile in maniera così precisa.

concordo e sottoscrivo, judi...

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