Vai al contenuto

Lo "stereotipo sociale" della prostituta


Messaggi consigliati

 

Pubblicità


che umanamente parlando è una persona misera e non mi sorprende che svolga il mestiere che svolge, poi certo ci sono lavori molto più immorali della prostituzione.

Perchè però codesta fanciulla dai mega redditi non ci racconta, ma sorvola vagamente, sul come vive la sua sfera affettiva e sessuale privata ?

Non è molto diversa come mentalità predatoria da certi colletti bianchi, ormai conta portare a casa il bottino nel minor tempo possibile a danno di tutto e tutti.

Poi un imbiancata al sepolcro, quando l'età non le permetterà più di ottenere le cifre di punta, o quando deciderà di avere una famiglia, non costa poi molto, agli occhi del prossimo. Più complicato è fare i conti con se stesse, però.

Non trovo affatto affascinante la prostituzione per scelta, a fortiori poi quella frutto di schiavitù, che esiste a dispetto di tanti articoli pro puttanieri.

Link al commento
Condividi su altri siti

 

Io penso che la signorina farebbe bene a non sottovalutare la sindrome da burn-out, tipica

delle professioni d'aiuto, della quale un'eccessiva idealizzazione della professione può

essere un campanello d'allarme (o una concausa... boh?).

E anche io percepisco la mentalità tipica del colletto bianco, ma più che l'aspetto predatorio

mi sembra di intravvedere quella particolare propensione al razionalizzare l'essersi messi a

fare cose che mai s'avrebbe pensato, ma che una volta provato sul proprio conto che fanno cash...

(Ma è un'intervista vera o un'invenzione letteraria della "direttora" che tanto attizza Ego?)

Link al commento
Condividi su altri siti

 

A me fa pena anche lei. Come giustamente fa notare Stauff, perché non parla di sè stessa?

SI nasconde anche lei dietro un sentimento di superiorità e gistificazioni "sociali", ha una visione tremenda del mondo e l'ha accettata in pieno.

Non dice sciocchezze, anzi, grandi verità ma non si capisce perché abbia deciso di farvi parte, cioè si capisce ma lei non lo vuole vedere.

Link al commento
Condividi su altri siti

 

A me fa pena anche lei. Come giustamente fa notare Stauff, perché non parla di sè stessa?

SI nasconde anche lei dietro un sentimento di superiorità e gistificazioni "sociali", ha una visione tremenda del mondo e l'ha accettata in pieno.

Non dice sciocchezze, anzi, grandi verità ma non si capisce perché abbia deciso di farvi parte, cioè si capisce ma lei non lo vuole vedere.

Leggendo le vostre risposte traspare un atteggiamento quasi "repulsivo" nei confronti di una realtà che per altro sanno tutti essere ancora molto presente nella società attuale.

Non possiamo dire dopo un articolo o un'intervista se questa ragazza sia davvero una persona "misera" o una cattiva persona.

Credo piuttosto che lei voglia dire di non "compatirla" per un mestiere che comunque si è scelta e che sembra assumere un senso profondo nel contesto di una società come la nostra ancora profondamente lacunosa dal punto di vista degli affetti, nonostante vengano dispensate ogni giorno tonnellate di presunta moralità gratuita e, soprattutto, non richiesta.

Ad esempio secondo voi è possibile accettare un ruolo simile all'interno di situazioni di estrema ed oggettiva difficoltà come può essere quella di un disabile?

Per chi l'aveva chiesto, l'intervista è vera ed è stata pubblicata su un libro scritto da Concita De Gregorio nel 2008.

Link al commento
Condividi su altri siti

 
una società come la nostra ancora profondamente lacunosa dal punto di vista degli affetti, nonostante vengano dispensate ogni giorno tonnellate di presunta moralità gratuita e, soprattutto, non richiesta.

Mah... guarda... a me quell'intervista sembra essa stessa una profusione di moralità gratuita e non richiesta.

E' come se la signorina volesse scaricare altrove tutto quel moralismo che i clienti le suscitano, e che verso

di loro non scarica perché - come racconta lei stessa - tutto sommato la pagano per questo più che per scopare.

Link al commento
Condividi su altri siti

 

Mah... guarda... a me quell'intervista sembra essa stessa una profusione di moralità gratuita e non richiesta.

E' come se la signorina volesse scaricare altrove tutto quel moralismo che i clienti le suscitano, e che verso

di loro non scarica perché - come racconta lei stessa - tutto sommato la pagano per questo più che per scopare.

Lei è stata intervistata Ste. La Chiesa, tanto per fare un esempio, è molto più invadente con la sua moralità. Anche se naturalmente hanno dimostrato (pure di recente) che per scopi politici possono fare compromessi anche su quella. Ma questo è un altro discorso.

Quello su cui vi invitavo a riflettere era il concetto del "male necessario"...sempre che sia un "male". Io non giudico nessuno sia chiaro, nè chi è contrario nè chi è favorevole. La mia intenzione era solo quella di aprire una discussione su un argomento che stranamente è ancora molto "tabù", nel senso che è difficile parlarne in termini diversi dai soliti stereotipi della "prostituta schivizzata e sfruttata con lo squallido e porco cliente". Evidentemente, la questione è più complessa.

Link al commento
Condividi su altri siti

 

Ma scusa, le risposte che ti sono state date ti sembra che siano nei termini di quegli stereotipi?

E davvero ti sembra che la prostituzione sia un argomento molto tabù? Non si parla d'altro, ultimamente...

Sei sicuro che i veri "stereotipi sociali" tabù non siano, per esempio, questi?

Però no, bisogna che lo facciano le mogli, le fidanzate: è il loro ruolo sociale.

Le puttane servono a coprire le disfunzioni del sistema: le mogli alcolizzate e depresse, quelle che non

ti rivolgono la parola se non per dirti dove hai messo le chiavi della macchina, quelle che non si tingono

i capelli perché non gliene frega niente di piacerti, quelle che dormono fino a mezzogiorno poi vanno a

fare shopping, quelle che si ammazzano di lavoro fuori tutto il giorno e la sera non sono carine, no, e

meno che mai si fanno legare.

Link al commento
Condividi su altri siti

 

Ma scusa, le risposte che ti sono state date ti sembra che siano nei termini di quegli stereotipi?

E davvero ti sembra che la prostituzione sia un argomento molto tabù? Non si parla d'altro, ultimamente...

Sei sicuro che i veri "stereotipi sociali" tabù non siano, per esempio, questi?

Però no, bisogna che lo facciano le mogli, le fidanzate: è il loro ruolo sociale.

Le puttane servono a coprire le disfunzioni del sistema: le mogli alcolizzate e depresse, quelle che non

ti rivolgono la parola se non per dirti dove hai messo le chiavi della macchina, quelle che non si tingono

i capelli perché non gliene frega niente di piacerti, quelle che dormono fino a mezzogiorno poi vanno a

fare shopping, quelle che si ammazzano di lavoro fuori tutto il giorno e la sera non sono carine, no, e

meno che mai si fanno legare.

Veramente non mi riferivo necessariamente alle vostre risposte quando parlavo degli stereotipi, la mia era una riflessione più generale su come viene trattato l'argomento adesso.

E guarda che il testo che hai citato è proprio quello a cui mi riferivo prima, quando parlavo del fatto che c'è ancora una forte mancanza di affetti nelle relazioni umane secondo me. In realtà non ci stiamo contraddicendo Ste.

Certo ora si parla molto delle prostitute (le notizie di cronaca sono note), ma quello che dico è che se ne parla sempre e solo nella stessa maniera. Tutto qua.

Insomma sarebbe davvero una cosa così riprorevole e amorale? Nei paesi in cui è la prostituzione è legalizzata come l'Olanda o l'Austria (per fare due esempi) non hanno moralità perchè hanno deciso di legalizzarla?

Non è una critica, vorrei solo capire come fanno gli Italiani, da bravi ragazzi di Chiesa quali sono, da un lato andare a messa la Domenica mattina e dall'altro andare magari con le prostitue il Sabato sera. Come fanno a coesistere due situazioni simili? E non ditemi che in fondo quelli che vanno a prostitute sono pochi perchè mi metto a ridere.

Link al commento
Condividi su altri siti

 
vorrei solo capire come fanno gli Italiani, da bravi ragazzi di Chiesa quali sono, da un lato andare a messa la Domenica mattina e dall'altro andare magari con le prostitue il Sabato sera. Come fanno a coesistere due situazioni simili?

Boh...? Forse fanno allo stesso identico modo in cui coesistono la fidanzata perfettina dell'architetto

e la puttana che "faccio la puttana ma non sono una puttana". :unknw:

Se c'è una cosa che non manca in Italia, sono i bidoni di vernice bianca...

Link al commento
Condividi su altri siti

 

Leggendo le vostre risposte traspare un atteggiamento quasi "repulsivo" nei confronti di una realtà che per altro sanno tutti essere ancora molto presente nella società attuale.

Non possiamo dire dopo un articolo o un'intervista se questa ragazza sia davvero una persona "misera" o una cattiva persona.

Credo piuttosto che lei voglia dire di non "compatirla" per un mestiere che comunque si è scelta e che sembra assumere un senso profondo nel contesto di una società come la nostra ancora profondamente lacunosa dal punto di vista degli affetti, nonostante vengano dispensate ogni giorno tonnellate di presunta moralità gratuita e, soprattutto, non richiesta.

Ad esempio secondo voi è possibile accettare un ruolo simile all'interno di situazioni di estrema ed oggettiva difficoltà come può essere quella di un disabile?

Per chi l'aveva chiesto, l'intervista è vera ed è stata pubblicata su un libro scritto da Concita De Gregorio nel 2008.

e perchè mai non si può ritenere misero l'animo di chi vende un pò di sesso meccanico contro danaro ?

Io non provo nessuna compassione per chi sceglie di fare la prostituta, constato materialmente solo una sorta di cretinismo emotivo in queste donne, nonchè cretinismo tout court in chi le paga, cercando di comperare che cosa? Spiegamelo.

Mi fa sorridere il modo in cui lamenti lacune negli affetti, ricollegandole ai mali della società odierna.

Sembra quasi che l'affettività, la sessualità,l'amore, siano dei diritti perfetti assicurati da una carta costituzionale.Poco ci manca che poi non si possa invocare l'introduzione di un SSN ( Servizio Sessuale Nazionale) o inserire nei prontuari delle prestazioni sanitarie pubbliche le speciali terapie di consolatrici/ consolatori sessuali.

Beh non è così.

Sono tutte parti del proprio vissuto che devi coltivare tu, relazionandoti più o meno in maniera costruttiva con gli altri, accettando l'alea di non poter realizzare ciò che desideri.

Non sono pretese che si possano vantare verso nessuno. Per l'appunto ragionare in tal modo significa traslare un bisogno affettivo, snaturandolo totalmente, disumanizzandolo, in un sinallagma copula -denaro.

Chi l'ha poi detto che un disabile debba per forza finire nel canale della prostituzione per appagare i suoi desideri amorosi e sessuali? Cosa esclude che questi non possa avere una spontanea e vera vita sessuale e affettiva?

Link al commento
Condividi su altri siti

 

Certo ora si parla molto delle prostitute (le notizie di cronaca sono note), ma quello che dico è che se ne parla sempre e solo nella stessa maniera. Tutto qua.

Insomma sarebbe davvero una cosa così riprorevole e amorale? Nei paesi in cui è la prostituzione è legalizzata come l'Olanda o l'Austria (per fare due esempi) non hanno moralità perchè hanno deciso di legalizzarla?

Non è una critica, vorrei solo capire come fanno gli Italiani, da bravi ragazzi di Chiesa quali sono, da un lato andare a messa la Domenica mattina e dall'altro andare magari con le prostitue il Sabato sera. Come fanno a coesistere due situazioni simili? E non ditemi che in fondo quelli che vanno a prostitute sono pochi perchè mi metto a ridere.

Mah, anche qui avrei da ridire...le cronache attuali non riguardano direttamente il giudizio eventuale sulla prostituzione in sè e per sè ma altri contesti in cui si situano eventuali fatti che con i rapporti a pagamento abbiano eventualmente a che fare. L'argomento esula dal tema dell'intervista però.

In generale, i media da tempo hanno mitigato parecchio la repulsività, come la chiami tu, verso la prostituzione, ad esempio ti cito una serie televisiva trasmessa anche da noi ove si celebrano, in stile con l'intervista che hai riportato, le glorie della libera professione prostitutiva: Diario di una squillo per bene.

Io sinceramente tutta questa atmosfera da bigottismo democristiano anni 50 non ce la vedo.

Ciò detto, bravi ragazzi di Chiesa, come modo di descrivere gli italiani, tutti sesso e confessionale, è uno stereotipo che più stereotipo non si può. Ti rammento un bel film dei tempi andati, che si intitola "Il commissario Pepe", ma è un lungometraggio del 1969 ( absit iniuria numeris^^).

Link al commento
Condividi su altri siti

 

Mah, anche qui avrei da ridire...le cronache attuali non riguardano direttamente il giudizio eventuale sulla prostituzione in sè e per sè ma altri contesti in cui si situano eventuali fatti che con i rapporti a pagamento abbiano eventualmente a che fare. L'argomento esula dal tema dell'intervista però.

In generale, i media da tempo hanno mitigato parecchio la repulsività, come la chiami tu, verso la prostituzione, ad esempio ti cito una serie televisiva trasmessa anche da noi ove si celebrano, in stile con l'intervista che hai riportato, le glorie della libera professione prostitutiva: Diario di una squillo per bene.

Io sinceramente tutta questa atmosfera da bigottismo democristiano anni 50 non ce la vedo.

Ciò detto, bravi ragazzi di Chiesa, come modo di descrivere gli italiani, tutti sesso e confessionale, è uno stereotipo che più stereotipo non si può. Ti rammento un bel film dei tempi andati, che si intitola "Il commissario Pepe", ma è un lungometraggio del 1969 ( absit iniuria numeris^^).

Stauffenberg guarda che non devi farmi guerra :-)

Scherzi a parte...sì quello dei ragazzi di Chiesa è uno stereotipo (touchè!), ma volevo dire un'altra cosa. Colpa mia, probabilmente non mi sono spiegato bene.

Per quanto riguarda la disabilità, beh...Stauffenberg saprai anche tu che ad esempio in casi di disabili tetraplegici, tanto per fare un esempio, quello di cui parli (mi riferisco al fatto che possano trovare un naturale sfogo) è molto difficile.

Certo l'affetto è un'altra cosa, quello lo possono avere. Ma la sessualità è un'esigenza che hanno tutti, e per loro è più difficile da soddisfare.

Scusatemi se mi sono incasinato, comunque l'idea era solo quella di poter discutere liberamente sull'argomento.

Link al commento
Condividi su altri siti

 

Ciao Yul,

non mi sembra di aver mosso guerra, di solito quando lo faccio adotto la metodologia Guderian "non colpi di spillo, ma mazzate" ^^, mi sembra di aver tirato sportivamente solo qualche semplice colpo di fioretto...

Anche io scherzo, ovviamente.

Però non hai risposto alla domanda del cosa crede di comperare un cliente.

Certo poi la situazione di disabilità che descrivi rende difficile l'esplicarsi della sessualità ma non impossibile.

Tutto dipende da cosa si intende per sessualità. Se la interpreti come mera ineludibile necessità fisiologica da soddisfarsi a ogni costo, beh allora può diventare un problema. Ma la persona, indipendentemente dalla sua condizione fisica, normalmente dentro di sè aspira all'amore sessuale, cosa ben diversa dal noleggio di una vagina. Come per tutti poi non credo che tale negozio vada esattamente ad incrementare l'amor di sè.

Link al commento
Condividi su altri siti

 

Ciao Yul,

non mi sembra di aver mosso guerra, di solito quando lo faccio adotto la metodologia Guderian "non colpi di spillo, ma mazzate" ^^, mi sembra di aver tirato sportivamente solo qualche semplice colpo di fioretto...

Anche io scherzo, ovviamente.

Però non hai risposto alla domanda del cosa crede di comperare un cliente.

Certo poi la situazione di disabilità che descrivi rende difficile l'esplicarsi della sessualità ma non impossibile.

Tutto dipende da cosa si intende per sessualità. Se la interpreti come mera ineludibile necessità fisiologica da soddisfarsi a ogni costo, beh allora può diventare un problema. Ma la persona, indipendentemente dalla sua condizione fisica, normalmente dentro di sè aspira all'amore sessuale, cosa ben diversa dal noleggio di una vagina. Come per tutti poi non credo che tale negozio vada esattamente ad incrementare l'amor di sè.

La tua domanda è ben posta Stauffenberg :-) E' proprio quello il nocciolo della questione...su cosa "crede" di comprare il cliente. In un certo senso, credo che cerchi di comprare illusioni, l'illusione di essere al centro dell'attenzione di qualcuno, anche solo per un momento. Un autoimbroglio costruito per evadere magari da qualche dispiacere della vita.

Per quello che riguarda l'autostima, sono perfettamente d'accordo con te, di sicuro non la incrementerebbe. Eppure il bisogno fisico c'è ed ignorarlo (nel senso di autoreprimersi e fare finta che non ci sia), a mio parere, è deleterio. Non c'entra necessariamente con la propria autostima, è semplicemente un bisogno che tutti gli esseri umani hanno, chi più che meno.

Link al commento
Condividi su altri siti

 

Ma cosa dovrei dire se non vedo il problema? che stereotipo sociale avrebbe una prostituta se non l'appellativo di zoc..la? non capisco onestamente....io credo che esistano fondamentalmente quattro cose, la misoginia occidentale (che è peggio di quella islamica), l'ipocrisia, le ragazze che vengono obbligate al marciapiede e che vengono educate fin dalla tenera età al disprezzo di sè in quanto femmine, e infine le donne che dicono di fare un lavoro per non dire di avere una perversione sessuale. Conosco situazioni che molte donne che condannano vorrebbero in realtà esserne protagoniste, e per imporsi una certa disciplina, proiettano il disprezzo all'esterno. Cosa non esiste soprattutto, è una cultura del rispetto dei sentimenti che genera situazioni pessime di ogni sorta, dalla schizofrenia emotivo/sessuale al sadismo verso persone più deboli e vi assicuro per pura libidine sessuale. Ho aperto un topic tempo fa sula questione femminista, non verrà mai molto calcolato finché la gioia dell'erede maschio sorpassa alla grande la gioia di un fiocco rosa...mi scusino i signori uomini suscettibili.

Link al commento
Condividi su altri siti

 

, la misoginia occidentale (che è peggio di quella islamica),

le donne che dicono di fare un lavoro per non dire di avere una perversione sessuale.

Conosco situazioni che molte donne che condannano vorrebbero in realtà esserne protagoniste, e per imporsi una certa disciplina, proiettano il disprezzo all'esterno. Cosa non esiste soprattutto, è una cultura del rispetto dei sentimenti che genera situazioni pessime di ogni sorta, dalla schizofrenia emotivo/sessuale al sadismo verso persone più deboli e vi assicuro per pura libidine sessuale.

Mi daresti qualche spiegazione in più sui punti che ho ritagliato dal tuo post?

In specie il primo e il secondo. Mi sembrano spunti interessanti.

Ho aperto un topic tempo fa sula questione femminista, non verrà mai molto calcolato finché la gioia dell'erede maschio sorpassa alla grande la gioia di un fiocco rosa...mi scusino i signori uomini suscettibili.

Mi daresti qualche spiegazione in più sui punti che ho ritagliato dal tuo post?

In specie il primo e il secondo. Mi sembrano spunti interessanti.

Ahahaha, te pensa che se mai dovessi avere prole, io ho sempre desiderato la femmina. Ma questo anche perchè nella mia famiglia paterna risulta che dalla fine del secolo scorso si generano solo maschietti, la saga continua, visto che ho un nipotino. Sarà una "maledizione" genetica.

Link al commento
Condividi su altri siti

 

...e infine le donne che dicono di fare un lavoro per non dire di avere una perversione sessuale.

se a una donna piace il sesso secondo te significa che ha una perversione sessuale?

Link al commento
Condividi su altri siti

 

se a una donna piace il sesso secondo te significa che ha una perversione sessuale?

Scusate se m'intrometto ma credo che Roby intendesse altro, cioè suppongo che intenda come perversione il sesso a pagamento.

Dove sei soprattutto un oggetto, non la protagonista.

Eh, perché se mi pagassero per scoparmi gli uomini che mi piacciono, diventerei volentieri una pervertita! Just%20Kidding.gif

Link al commento
Condividi su altri siti

 

Mi daresti qualche spiegazione in più sui punti che ho ritagliato dal tuo post?

In specie il primo e il secondo. Mi sembrano spunti interessanti.

Ahahaha, te pensa che se mai dovessi avere prole, io ho sempre desiderato la femmina. Ma questo anche perchè nella mia famiglia paterna risulta che dalla fine del secolo scorso si generano solo maschietti, la saga continua, visto che ho un nipotino. Sarà una "maledizione" genetica.

Ciao carissimo, poi ve ne parlerò meglio quando supero questo momento....no niente voleva essere una delle mie solite provocazioni questa cosa del fiocco azzurro....e in quanto provocazione utile a rimestare un poco la questione ulteriormente. In realtà penso che il genere umano in sostanza sia molto portato al rimbalzo proiettivo (rispetto il proprio senso di inadeguatezza o di inferiorità...ecco perché della mia affermazione). Questo mi appare con chiarezza più che altro, ed io mi ci metto a pieno titolo....e avrei bisogno di capire insieme a voi....i problemi andrebbero individuati con più chiarezza o si rischia di esprimere altra confusione.....scusate se son confusa, ci sentiamo tra qualche giorno per parlarne volentieri....

Link al commento
Condividi su altri siti

 

Scusate se m'intrometto ma credo che Roby intendesse altro, cioè suppongo che intenda come perversione il sesso a pagamento.

Dove sei soprattutto un oggetto, non la protagonista.

Eh, perché se mi pagassero per scoparmi gli uomini che mi piacciono, diventerei volentieri una pervertita! Just%20Kidding.gif

credo che questo discorso si possa estendere anche agli attori/attrici di film porno...

ho in mente un intervista a rocco siffredi che raccontava della vera e propria sofferenza fisica e psicologica che provò nel momento in cui smise di fare film porno. si rivolse addirittura a prostitute, vivendo male questa cosa... ma lui ha un bisogno di fare sesso che va oltre la normalità.

adesso so che sarebbe facile ironizzare (non mi riferisco a te, zazà), però io non lo farei, perchè è un tipo di sofferenza e di problema pure questo. lui ha avuto la fortuna e l'intelligenza di incanalare la propria "perversione" in un lavoro.

Link al commento
Condividi su altri siti

 

ho in mente un intervista a rocco siffredi che raccontava della vera e propria sofferenza fisica e psicologica che provò nel momento in cui smise di fare film porno.

lui ha avuto la fortuna e l'intelligenza di incanalare la propria "perversione" in un lavoro.

o è il lavoro che ha scatenato la perversione... tipo workaholism :Confused:

Link al commento
Condividi su altri siti

 

chissà... quell'intervista risale a qualche anno fa, no so poi come si è evoluta la sua situazione, aveva avuto problemi con la moglie a cui aveva confessato questi rapporti con prostitute. per dire, può sembrare strano detto da un uomo che ha fatto film porno per anni e anni, ma lui diceva di aver vissuto con molto disagio questi rapporti a pagamento. sicuramente non era felice di averlo fatto...

Link al commento
Condividi su altri siti

 

chissà... quell'intervista risale a qualche anno fa, no so poi come si è evoluta la sua situazione, aveva avuto problemi con la moglie a cui aveva confessato questi rapporti con prostitute. per dire, può sembrare strano detto da un uomo che ha fatto film porno per anni e anni, ma lui diceva di aver vissuto con molto disagio questi rapporti a pagamento. sicuramente non era felice di averlo fatto...

Se non sbaglio in un'altra occasione lui ammise questa dipendenza dall'attività sessuale, ammise anche appunto che ciò gli dava molto disagio e non gli permetteva di vivere una vita normale.

Ad ogni modo, ho voluto lanciare questo "sasso" nell'acqua per far increspare un po' di onde...mi interessavano le vostre opinioni e le vostre reazioni in merito.

Purtroppo la nostra cultura è profondamente maschilista (e lo dico da maschio), perchè è quasi tutto espresso e misurato in funzione del desiderio dell'uomo. Basta guardare le riviste, gli spot televisivi...perfino i film a luci rosse sono fondamentalmente "fallo centrici".

La vera novità di oggi, è che la cosa sembra in molti casi (più o meno consapevolmente) accettata di buon grado dalle donne, e questo secondo me potrebbe essere un grosso passo indietro per la vera emancipazione femminile.

La questione è una, dobbiamo avere più rispetto gli uni degli altri, l'arroganza e la mancanza di rispetto derivano secondo me da un mare di paure allevate da retaggi culturali e da un'educazione non sempre sana delle propria sessualità e/o affettività.

In una società in cui prevale il rispetto per le persone, esiste anche il cliente che ha rispetto per la prostituta e per il lavoro che fa, pur usufruendo del suo servizio. Esistono le persone meno inclini a mentire sulle proprie avventure o disavventure sentimentali, esiste più tranquillità nel parlare dei propri problemi e delle proprie difficoltà.

Lo so, adesso come adesso è un'utopia. Tuttavia credo che un giorno o l'altro ci arriveremo.

Grazie a tutti comunque per le vostre risposte, che in alcuni casi sono state anche molto dettagliate. Al di là del mio essere d'accordo o meno con l'idea espressa, personalmente apprezzo molto la volontà di esprimerla in modo costruttivo.

Link al commento
Condividi su altri siti

 

Unisciti alla conversazione

Adesso puoi postare e registrarti più tardi. Se hai un account, registrati adesso per inserire messaggi con il tuo account.

Ospite
Rispondi

×   Incolla come testo formattato.   Incolla invece come testo normale

  Sono permesse un massimo di 75 faccine.

×   Il tuo link è stato inserito automaticamente.   Visualizza invece come link

×   Il tuo contenuto precedente è stato ripristinato.   Editor trasparente

×   Non puoi incollare le immagini direttamente. Carica o inserisci immagini dall'URL.

  • Navigazione recente   0 utenti

    • Non ci sono utenti registrati da visualizzare in questa pagina.
×
×
  • Crea nuovo/a...

Informazione importante

Navigando questo sito accetti le nostre politiche di Politica sulla Privacy.