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Scontri in Val di Susa


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Cacchio, volete vedere che 'sta storia della TAV era solo un diversivo per distogliere

l'attenzione mentre si costruiva il tunnel dalla Svizzera al Gran Sasso?!

http://www.ilpost.it/2011/09/24/il-comunicato-del-ministro-gelmini-sui-neutrini-e-il-cern/

:icon_twisted: maledetti volponi... una ne pensano e cento ne fanno!

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Sto leggendo "Il libro nero dell'Alta Velocità", che il FQ sta pubblicando aggratis per venire

incontro alle esigenze di chi poco glie ne importa di culi flaccidi e giri di patonze e preferirebbe

che si parlasse di cose più serie.

E' molto interessante, può anche essere un utile sostitutivo delle classiche 2 dita in bocca se si

fa fatica a vomitare. Ne riporto un passaggio significativo:

Scrive la Corte dei conti [in una relazione del 2007]: «In buona sostanza l’uso del debito pubblico

abbondantemente praticato da FF.SS., anche in periodi storici talvolta già lontani nel tempo, e poi

scaricato sull’Erario viene trasmesso a generazioni future, senza che sia data alcuna prova che le

stesse possano in qualche in modo avvantaggiarsene: non esiste infatti alcuna relazione o documen-

tazione, negli atti a supporto dell’accollo del debito, dalla quale si evinca che allo stesso siano

correlati beni pubblici ancora produttivi al momento in cui tale debito finirà di essere pagato.

Anzi, le modalità anodine con cui questi debiti vengono assunti lascia intendere che gli effetti

sulla distribuzione intergenerazionale delle risorse non siano stati in alcun modo tenuti presenti

e neppure calcolati in astratto».

Preti [Luigi] metteva in evidenza il rischio della truffa nel 1993, la Corte dei conti ne attesta la

realizzazione nel 2008, ben 15 anni dopo. La Corte si esprime pure con pesantissime accuse di re-

sponsabilità sia nei confronti del management delle FS, di RFI e di TAV, sia nei confronti di chi

avrebbe dovuto vigilare sulla attività di società con il cento per cento di capitale pubblico:

«Il Ministero dell’economia e delle finanze e la Cassa Depositi e Prestiti (per la parte di propria

competenza nella veste di soggetto incorporante ISPA) non sono stati in grado di rispondere ai

quesiti istruttori illustrati: la posizione dei funzionari preposti ai competenti uffici appare

piuttosto impegnata a garantire la copertura finanziaria e la puntualità dei pagamenti che ad in-

vestigare sulle cause e gli effetti di questo meccanismo, che tende a trasformare lo Stato in semplice

mallevadore di obbligazioni e comportamenti autocraticamente adottati dalle proprie società».

La Corte però si ferma qui. Alle accuse, di irresponsabilità all’indirizzo dei manager delle SpA

pubbliche e di omissione nei confronti della burocrazia di Stato, non fa seguire alcun provvedimento

nei confronti degli accusati, evitando persino di farne i nomi e i cognomi.

La Corte dei conti comunque ci attesta che, in oltre quindici anni, una truffa evidente, fondata su di

una pura e semplice bugia, non è stata riconosciuta come tale da decine di ministri che si sono succeduti

sulle poltrone dei dicasteri competenti, da interi parlamenti di diverse legislature, da autorevoli organi

ed autorità dello Stato.

La ricostruzione di questa storia dunque è fondamentale anche per capire il perché di un Paese che riesce

a non vedere una truffa di dimensioni colossali, che resta silente quando questa viene certificata da

leggi ed organi dello Stato e che lascia in libertà i mariuoli che l’hanno ordita o consentita o favorita

o tollerata o anche solo colpevolmente ignorata.

(La "bugia", lo spiega in lungo e in largo nel resto del libro, è che l'opera sarebbe finanziata da dei

non meglio precisati "privati", anziché usata per finanziarli).

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(Sospetto che i non precisati siano più o meno gli stessi che in questi giorni fanno ultimatum gnè gnè al governo.)

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