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Efficacia della terapia psicologica? come valutarla?


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Volendo rivolgermi ad un professionista per un problema di depressione che va avanti da anni, mi chiedevo: com'è possibile valutare l'efficacia della terapia e la professionalità del mio futuro terapeuta?

Nel senso: quanto tempo dovrebbe passare per ottenere dei risultati concreti (non vorrei farmi prendere in giro con sedute infinite che durano anni ed anni, ecco..)?

E questi risultati, di che tipo dovrebbero essere: eliminare il problema o imparare a conviverci? Come faccio a capire che c'è stato effettivamente un risultato, e non si tratta solo di autosuggestione?

Non è che in internet è possibile trovare le recensioni dei pazienti?

Più in generale: visto che ci sono tante scuole di pensiero diverso (psicologia, psicoterapia, psicanalisi, psichiatria, ecc.) come faccio a capire a chi è meglio rivolgersi?

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Che domanda inquietante poni... e' come se io chiedessi: "Sai, essendo oramai maggiorenne

e volendomi fare una famiglia come fanno tutti, vorrei trovare un fidanzato, ma... come e'

possibile valutare poi l'efficacia del rapporto (non vorrei farmi prendere in giro con un

fidanzamento che dura anni ed anni...) e poi che risultato mi devo aspettare da un eventuale

matrimonio? Cambiera' qualcosa anche nella mia vita interiore o sara' solo una mera convivenza?

Come faccio a capire se e' un buon matrimonio o se e' solo autosuggestione?

E piu' in generale, che tipo di fidanzato devo trovare, moro, biondo, di citta', di campagna,

serio lavoratore, artista vagabondo... ce ne sono di cosi' tanti tipi... come faccio

a capire a chi e' meglio rivolgersi????"

Suonerebbe strano eh?

La risposta e' una sola: fatti guidare dal tuo istinto, oppure vai a caso e poi valuta con

l'unico criterio "mi piace, ci sto bene, mi fa' bene o non mi piace, non ci sto bene, non

mi fa' bene". Se hai perso anche queste facolta' (di decidere cosa ti piace della tua vita)

allora non ti restano che gli antidepressivi.

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Che domanda inquietante poni... e' come se io chiedessi: "Sai, essendo oramai maggiorenne

e volendomi fare una famiglia come fanno tutti, vorrei trovare un fidanzato, ma... come e'

possibile valutare poi l'efficacia del rapporto (non vorrei farmi prendere in giro con un

fidanzamento che dura anni ed anni...) e poi che risultato mi devo aspettare da un eventuale

matrimonio? Cambiera' qualcosa anche nella mia vita interiore o sara' solo una mera convivenza?

Come faccio a capire se e' un buon matrimonio o se e' solo autosuggestione?

E piu' in generale, che tipo di fidanzato devo trovare, moro, biondo, di citta', di campagna,

serio lavoratore, artista vagabondo... ce ne sono di cosi' tanti tipi... come faccio

a capire a chi e' meglio rivolgersi????"

Suonerebbe strano eh?

La risposta e' una sola: fatti guidare dal tuo istinto, oppure vai a caso e poi valuta con

l'unico criterio "mi piace, ci sto bene, mi fa' bene o non mi piace, non ci sto bene, non

mi fa' bene". Se hai perso anche queste facolta' (di decidere cosa ti piace della tua vita)

allora non ti restano che gli antidepressivi.

Mah, non mi trovo del tutto d'accordo con quello che dici (la prima parte più che altro).

Certo è vero che anche una psicoterapia, come altre cose, è prima di tutto un'esperienza che si fa, ma è pur vero che diversamente da altri eventi della vita questa avrebbe come obiettivo (si spera) quello di far stare meglio una persona ("stare meglio" che, a seconda dell'orientamento della terapia, corrisponderà a significati diversi; per qualcuno si toglierà "soltanto" il sintomo, per altri si "ristrutturerà" la personalità ecc)

Quindi mi pare pure comprensibile che uno si ponga il problema di cosa scegliere.

Poi certo anche questo atteggiamento può essere sintomatico di un qualche altro problema di fondo (nel mio caso lo è).

C'è da vedere da che basi si parte: se una persona è tendenzialmente molto riflessiva, si fa molti dubbi, è diffidente o quant'altro (per esperienze pregresse o perché è una tendenza sua "innata"), sarà difficile che si abbandoni subito all' "istinto"; perché forse, in questo caso, avrebbe risolto già una parte del problema.

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Che uno si ponga il problema di cosa scegliere credo sia non solo giusto, ma anche auspicabile!

Qui sul forum sono stati spesso dibattuti temi sulle differenze tra psicoterapia e psichiatria,

tra i vari orientamenti psicoterapeutici o psicoanalitici etc etc.

Sulla valutazione della efficacia di una terapia invece e' gia' piu' difficile dire qualcosa di

generico perche' ogni terapia e' una storia a se' e dipende molto anche dai risultati che il

paziente vuole raggiungere. In molti orientamenti si fissano degli obiettivi e si fanno delle

verifiche durante il percorso, verifiche che servono sia al paziente sia al terapeuta per

capire se si e' sulla strada giusta. Altri orientamenti invece vanno avanti per conto loro e

spetta alla sensibilita' di paziente e terapeuta capire quanto il percorso intrapreso sia

efficace o no. Alcuni pazienti vanno per problemi specifici e risolvono il loro problema in

6 mesi, altri vanno per un generico mal di vivere e ci mettono degli anni a dipanare la matassa.

Come si fa' a generalizzare e ridurre dentro a dei parametri logici ed obiettivi quella che e'

comunque, come tu l'hai giustamente definita, un'esperienza?

A me e' sembrato che la domanda fosse mal posta, perche' mi posso informare in quei termini

sullo svolgimento di un intervento chirurgico, dove io sono incoscente e l'altro sa' cosa

deve operare e in quanto tempo. Ma una terapia richiede la partecipazione attiva del paziente,

e' un esperienza umana costruita incontro dopo incontro il cui andamento dipende anche

dall'impegno e dal coinvolgimento del paziente stesso. A priori si puo' dire molto poco, e'

una cosa troppo personale. Posso semmai a livello statistico guardare cosa fa' la maggior parte

dei pazienti e dire che generalmente ... con X anni di terapia di un certo tipo il certo

problema viene normalmente risolto. Ma se poi il mio caso cadra' al centro della gaussiana o

sulle ali lo sapro' solo quando avro' attraversato l'esperienza personalmente.

Io per esempio ho scelto il mio terapeuta con la mappa della mia citta' sotto mano, andando

in ordine di distanza... mi premeva che non fosse troppo complicato da raggiungere. Ma poi

nell'incontro ho dovuto capire 'a intuito' se mi andava bene la persona o no. Ci sono arrivata

(a quella giusta) al terzo tentativo (allontanandomi un bel po' :icon_neutral: ).

Che poi uno sia innatamente diffidente e voglia sapere tutto in anticipo... bhe' si' e'

anche normale, ma la vita raramente ti fa' sapere in anticipo cosa ti riserva... a meno di

non consultare un mago prima di agire... per me figurati e' difficile anche scegliere il

parrucchiere... vorrei andare li', farmi fare il taglio e poi se non mi piace riavere i miei

capelli indietro e provare da un altro... e poi confrontare prezzi e prestazioni... ma

non funziona cosi'!

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Volendo rivolgermi ad un professionista per un problema di depressione che va avanti da anni, mi chiedevo: com'è possibile valutare l'efficacia della terapia e la professionalità del mio futuro terapeuta?

Buongiorno.

Alla prima domanda risponderei:

Innanzitutto si affidi completamente e con fiducia al terapeuta.

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Nel senso: quanto tempo dovrebbe passare per ottenere dei risultati concreti (non vorrei farmi prendere in giro con sedute infinite che durano anni ed anni, ecco..)?

Il tempo dipende da lei. In genere è molto soggettivo.

Dato che il suo problema di depressione si protrae da diversi anni non si aspetti un miracolo dopo 10 sedute...

(numero fittizio)

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E questi risultati, di che tipo dovrebbero essere: eliminare il problema o imparare a conviverci?

Dipende dal suo disagio.

In genere dalla depressione si guarisce

(nel senso che si impara a non farci troppo sopraffare dallo stato depressivo che mina le varie attività quotidiane).

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Non è che in internet è possibile trovare le recensioni dei pazienti?

Le recensioni sono pareri strettamente personali che lasciano il tempo che trovano.

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Più in generale: visto che ci sono tante scuole di pensiero diverso (psicologia, psicoterapia, psicanalisi, psichiatria, ecc.) come faccio a capire a chi è meglio rivolgersi?

A troppe domande, incerte risposte...

Provi a vedere come si trova.

L'importante è che lei si trovi bene e a suo agio col terapeuta indipendentemente dalla 'corrente teorica' del professionista (bene o male qualsiasi orientamento nella psicologia ha il solo scopo comune di riuscire a far pace coi moti ch turbano l'anima).

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Che domanda inquietante poni... e' come se io chiedessi: "Sai, essendo oramai maggiorenne

e volendomi fare una famiglia come fanno tutti, vorrei trovare un fidanzato, ma... come e'

possibile valutare poi l'efficacia del rapporto (non vorrei farmi prendere in giro con un

fidanzamento che dura anni ed anni...) e poi che risultato mi devo aspettare da un eventuale

matrimonio? Cambiera' qualcosa anche nella mia vita interiore o sara' solo una mera convivenza?

Come faccio a capire se e' un buon matrimonio o se e' solo autosuggestione?

E piu' in generale, che tipo di fidanzato devo trovare, moro, biondo, di citta', di campagna,

serio lavoratore, artista vagabondo... ce ne sono di cosi' tanti tipi... come faccio

a capire a chi e' meglio rivolgersi????"

sei andata o vai in terapia per trovare un fidanzato te? :Confused:

La risposta e' una sola: fatti guidare dal tuo istinto, oppure vai a caso e poi valuta con

l'unico criterio "mi piace, ci sto bene, mi fa' bene o non mi piace, non ci sto bene, non

mi fa' bene". Se hai perso anche queste facolta' (di decidere cosa ti piace della tua vita)

allora non ti restano che gli antidepressivi.

secondo me è questo ad essere un pò inquietante... secondo questo criterio, metti che tu devi prendere una medicina che fa vomitare, o peggio devi fare una puntura, che fai? non la fai? non la prendi? non ti curi?

inoltre, non sempre (quasi mai) andare in terapia è bello e piacevole. alla fine è un pò come quando vai in palestra, se i muscoli non ti fanno male, vuol dire che non stanno lavorando, e quindi non otterrai i risultati che cerchi. anzi, se stai li a mangiare gelati e caramelle perchè sono buoni, altro che risultati qui e risultati la :Just Kidding:

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è ufficiale: le sedute a volte fanno vomitare, a certi pazienti come me, ho appena vomitato, eureka, funziona. :Straight Face:

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Buongiorno.

Alla prima domanda risponderei:

Innanzitutto si affidi completamente e con fiducia al terapeuta.

e io ci aggiungerei: affidagli pure la carta di credito, le chiavi di casa e quelle del conto in banca a sto punto :Straight Face:

In genere dalla depressione si guarisce

(nel senso che si impara a non farci troppo sopraffare dallo stato depressivo che mina le varie attività quotidiane).

:Confused: forse volevi dire "ci si impara a convivere meglio (o meno peggio)"?

bene o male qualsiasi orientamento nella psicologia ha il solo scopo comune di riuscire a far pace coi moti ch turbano l'anima).

bè non è vero. ci stanno anche quegli orientamenti, quelle tecniche e quegli psicologi, che aiutano a risolvere il problema per il quale i pazienti ci vanno, invece :Batting Eyelashes:

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è ufficiale: le sedute a volte fanno vomitare, a certi pazienti come me, ho appena vomitato, eureka, funziona. :Straight Face:

non è che invece sei incinta? :Secret:

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no no, ho proprio fatto la seduta, non c'è pericolo, mal di testa da pazzi.

ho una coperta addosso e vado a letto, piglierò un analgesico, che devo dì.

Prima stavo normale.

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sei andata o vai in terapia per trovare un fidanzato te? :Confused:

etc etc

E' uno scherzo vero? Vorrei sperare...

O forse un cattivo umore passeggero?

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e io ci aggiungerei: affidagli pure la carta di credito, le chiavi di casa e quelle del conto in banca a sto punto :Straight Face:

no,,, ho parlato di fiducia.

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bè non è vero. ci stanno anche quegli orientamenti, quelle tecniche e quegli psicologi, che aiutano a risolvere il problema per il quale i pazienti ci vanno, invece :Batting Eyelashes:

Lo stato di depressione <<non è un problema>> ma appunto come ci suggerisce la parola stessa uno <<stato(ma forse meglio usare il termine greco ''ethos'' -soggiorno) dell'anima negativo ,oscurato e obnubilato da sensazioni e sentimenti non positivi e da una percezione alterata (in negativo) del mondo>>.

La depressione maggiore in genere è conseguente a un peggioramento del naturale stato malinconico a cui ogni individuo è sottoposto durante i vari cicli vitali: può <<scatenarsi>> a seguito di un episodio profondamente stressante che tramuta lo stato malinconico(esistente)in uno stato depressivo (quindi in un peggioramento in negativo della percezione del mondo).

La malinconia, come la tristezza, la gioia eccetera fanno parte dell'essere umano.

L'eccesso di malinconia, come l'eccesso di gioia o di tristezza o di rabbia non sono positivi (ovvero non sono sintomi di una personalità <<equilibrata>>).

Va' da se che ''soggiornare'' per molto tempo nella depressione può portare a un indebolimento dell'anima con tutte le conseguenze del caso.

Lo stato depressivo in sè <<non è il problema>>: semmai il problema è la conseguenza che il perdurare nello stato depressivo può portare a livello psicosomatico.

Si può convivere con la malinconia, con la gioia e la tristezza solo riequilibrando il nostro modo di percepire il mondo (che non è ne buono nè cattivo, ma una via di mezzo).

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Ospite pruillio

è ufficiale: le sedute a volte fanno vomitare, a certi pazienti come me, ho appena vomitato, eureka, funziona. :Straight Face:

e' successo anche a me durante la seduta,una forte nausea,un malessere tremendo,seduta terminata anzi tempo.

un'altra volta dopo la seduta mentre tornavo,ho avuto un attacco di panico da bestia,chiamai lo psi,e mi disse che ci poteva stare,anche se la seduta era stata piacevole non vuol dire niente,si vanno a toccare argomenti che poi la mente assimila,e puo' creare queste situazioni,vuol dire che si ha colpito nel segno,fastidioso,ma efficace,anzi,necessario.

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grazie.

stasera sto meglio, ma comunque con i problemi ci devo comunque fare i conti.

al di là del malessere che mi dà parlarne, dei conflitti, della sensazione di essere tra l'uscio e il muro, che mi dà la nausea, è il non trovare soluzioni accettabili, che mi fa vomitare.

Resto sempre lì, e quando ci ho pensato?

E quando mi ci sono fatta venire l'emicrania?

Che ho risolto?

Che la vita è tragica, ho imparato, per me.

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che vuol dire che si è vivacizzata e perchè?

Magari ci puoi dire di più.

Se l'autore è sparito è un problema? Succede spesso.

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che vuol dire che si è vivacizzata e perchè?

Magari ci puoi dire di più.

Se l'autore è sparito è un problema? Succede spesso.

Vivacizzata nel senso che sono comparse parecchie risposte da quando è stata aperta...

Inizialmente mi è sembrato fosse rimasta un po' in ombra, ma questo è fisiologico in un forum; ci avrò fatto caso perché questo topic mi interessava in modo particolare.

Mi dispiace che l'autore sia sparito perché magari poteva dirci qualcosa in più... :Confused:

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beh, chiedeva una cosa molto precisa: come faccio a sapere a chi devo rivolgermi, e a sapere quale terapia è migliore per me, come faccio a valutare la professionalità del mio terapeuta.

E' una domanda molto significativa, sia per chi pensa di rivolgersi a un professionista, sia per chi la terapia l'ha in corso di svolgimento.

Non c'è un metro di valutazione obiettivo, secondo me, poichè non si misura certo col benessere generico, e neanche si può dire obiettivamente quello è "meglio".

Il paziente, sempre secondo me profana, non ha grandi metri di paragone, può solo provare, e anche se viene indirizzato o inviato, sarà bene non abbia giudizi preconfenzionati costruiti da altri.

Vi saranno senz'altro dei sistemi per misurare l'efficacia di una terapia, ma la loro scientificità è provata?

Io non credo proprio che si possa misurare con criteri obiettivi, trattandosi di scienze umane e aria fritta.

La più semplice è quando la terapia risolve un sintomo, qualcosa di osservabile, forse.

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Vi saranno senz'altro dei sistemi per misurare l'efficacia di una terapia, ma la loro scientificità è provata?

Credo che sarebbe il sogno di molti poter arrivare a radiografare

la psiche per poi poter dire: uhm uhm vediamo se lo strappo si

e' risarcito dopo 2 anni di terapia... no, mi spiace, le consiglio

di tenere il gesso.. ehm mi scusi volevo dire, il suo terapeuta

ancora per sei mesi, poi torni al controllo... se non e' ancora a

posto operiamo e non se ne parla piu'!

La scenza si stizzisce da morire quando non riesce a misurare e

catalogare un fenomeno coi suoi strumenti. Il sentire umano la

terrorizza, troppo soggettivo, troppo impreciso.

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Ospite pruillio

grazie.

stasera sto meglio, ma comunque con i problemi ci devo comunque fare i conti.

al di là del malessere che mi dà parlarne, dei conflitti, della sensazione di essere tra l'uscio e il muro, che mi dà la nausea, è il non trovare soluzioni accettabili, che mi fa vomitare.

Resto sempre lì, e quando ci ho pensato?

E quando mi ci sono fatta venire l'emicrania?

Che ho risolto?

Che la vita è tragica, ho imparato, per me.

tutti dobbiamo fare i conti con i nostri problemi,e con nostri fantasmi,a volte bisogna imparare anche a conviverci.

imparare a conviverci potrbbe essere una soluzione accettabile,l'importante e' crescere,si arriva a "vittorie" impensate.

...e non dire che la vita e' tragica per te,capi'... :Shame On You:

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