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Efficacia della terapia psicologica? come valutarla?


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"e quand'è che ti saresti accorto che quella energia li sarebbe stata finita dunque?"

l'ora esatta non me la ricordo..ma perchè è così importante?

"che era successo in quel momento?"

niente di particolare, appunto

capire l'ora esatta non serve a un cippo; capire il momento e la situazione, cosa succedeva prima, durante e dopo "l'episodio", è importante eccome invece; importante per provare a capirne le potenziali cause senza pericoli di razionalizzazione, oltre che (e soprattutto) per individuare gli eventuali effetti prodotti.

se ora non te lo ricordi, la prossima volta che ti ricapita te lo potresti segnare da qualche parte, poi se vuoi lo riporti qua :ola (4):

quello delle gambe..

ma questo qua dici? :Confused:

Qui però si presuppone che si abbiano delle potenzialità per rimediare un partner che non vengono sfruttate.

E' come se non avessi le gambe (ok, mi piace questo esempio..) e giustamente trovassi più costruttivo passare il mio tempo leggendo un libro invece di tentare di correre.

Poi certo che la soluzione adottata (leggere invece di correre) è solo un surrogato di vita e mi causerà delle frustazioni, ma è il massimo che posso fare.

Si tratta solo di stabilire se il mio presupposto (non ho le gambe) sia solo la realtà o una mia idea distorta della realtà.

A questo dovrebbero servire gli psicologi, credo.

a parte che ora che lo rileggo hai fatto il paragone sbagliato, in quanto avere potenzialità non sfruttate non è come non avere le gambe, ma semmai avercele ma non volerle usare o non essere in grado di usarle come ci pare a noi (come per correre) o cmq in modo sbagliato;

e poi l'unico presupposto da fare era quello che non è lo psicologo che te lo deve trovare il partner. indubbiamente la ricerca di un partner (riferendoci all'sempio) comporta molte cose sul piano emotivo, cognitivo, pratico, ed è il modo di viverle ed interpretarle che può fare la differenza tra l'avercelo e il non avercelo.

il lavoro della psicoterapia quindi si farà su queste variabili qua (che possono andare dalla dipendenza, all'autostima, alla paura o intolleranza del rifiuto ecc ecc, dipende dalle persone questo), dove alla fine, una volta imparate a riconoscere, vivere e gestirle, l'ex paziente se la potrà giocare come mejo crede la partita per trovarselo, in quanto quelle cose non lo ostacoleranno o non lo dirotteranno più (come nel caso della full immersion nel lavoro ad es.).

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capire l'ora esatta non serve a un cippo; capire il momento e la situazione, cosa succedeva prima, durante e dopo "l'episodio", è importante eccome invece; importante per provare a capirne le potenziali cause senza pericoli di razionalizzazione, oltre che (e soprattutto) per individuare gli eventuali effetti prodotti.

se ora non te lo ricordi, la prossima volta che ti ricapita te lo potresti segnare da qualche parte, poi se vuoi lo riporti qua :ola (4):

Non capisco a cosa ti riferisci con "cosa succedeva prima, durante e dopo l'episodio"?

Su cosa dovrei concentrarmi esattamente? Praticamente tutte le mie giornate seguono una routine precisa perciò, anche senza voler razionalizzare, non trovo nulla di rilevante che potrei riportare.

Il mio psic dice che i miei sbalzi d'umore possono essere dovuti più che altro ad una mancanza di dimensione affettiva nella mia vita, cioè proprio al fatto che non ci sia niente che mi interessi o mi "scuota" (non per niente dopo che ho perso la ragazza le crisi sono aumentate esponenzialmente)

a parte che ora che lo rileggo hai fatto il paragone sbagliato, in quanto avere potenzialità non sfruttate non è come non avere le gambe, ma semmai avercele ma non volerle usare o non essere in grado di usarle come ci pare a noi (come per correre) o cmq in modo sbagliato;

e poi l'unico presupposto da fare era quello che non è lo psicologo che te lo deve trovare il partner. indubbiamente la ricerca di un partner (riferendoci all'sempio) comporta molte cose sul piano emotivo, cognitivo, pratico, ed è il modo di viverle ed interpretarle che può fare la differenza tra l'avercelo e il non avercelo.

il lavoro della psicoterapia quindi si farà su queste variabili qua (che possono andare dalla dipendenza, all'autostima, alla paura o intolleranza del rifiuto ecc ecc, dipende dalle persone questo), dove alla fine, una volta imparate a riconoscere, vivere e gestirle, l'ex paziente se la potrà giocare come mejo crede la partita per trovarselo, in quanto quelle cose non lo ostacoleranno o non lo dirotteranno più (come nel caso della full immersion nel lavoro ad es.).

Appunto, ma tu come fai a dire che tutti hanno delle potenzialità non sfruttate?

Poi sono d'accordo che lo psic ti debba aiutare a vedere potenziali blocchi, amesso che ci siano e si tratti solo di questo

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se davvero è confusione quella che senti, io non ci sputerei tanto sopra... soprattutto quando si ha a che fare con le emozioni, è proprio in tale condizione che ci è possibile sperimentare, ed eventualmente, più in la, di scegliere :;):

senza contare che è proprio dalla confusione, poi, che possiamo iniziare a conoscere veramente le cose, altrimenti rimane soltanto del puro e semplice indottrinamento ("è cosi perchè lo dico io/il prete/dio/santoro&travaglio/ecc, e basta!")...

Non ci siamo capiti. La confusione non la sento nelle emozioni. La sento quando voglio comunicare qualcosa a livello di emozione

e mi trovo davanti un interlocutore che invece mi trascina in sterili discussioni logiche facendomi perdere di vista l'emozione

di partenza. E' piu' chiaro adesso?

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Non capisco a cosa ti riferisci con "cosa succedeva prima, durante e dopo l'episodio"?

Su cosa dovrei concentrarmi esattamente? Praticamente tutte le mie giornate seguono una routine precisa perciò, anche senza voler razionalizzare, non trovo nulla di rilevante che potrei riportare.

Il mio psic dice che i miei sbalzi d'umore possono essere dovuti più che altro ad una mancanza di dimensione affettiva nella mia vita, cioè proprio al fatto che non ci sia niente che mi interessi o mi "scuota" (non per niente dopo che ho perso la ragazza le crisi sono aumentate esponenzialmente)

ma il punto è che non devi trovare niente di rilevante (anche perchè già nel momento in cui decidi di ricercare ciò, "inquini" cmq gli elementi). devi semplicemente ricordare e riportare quello che succede, intorno a te, e se riesci, anche dentro di te (magari partendo dalle tue sensazioni fisiche) in quei momenti. poi lo si vede dopo se, e cosa cè di rilevante.

oppure ora, visto che ne hai voluto accennare, anche provare a descrivere come erano le situazioni/giornate/ecc quando ancora stavi con la tua ragazza, e metterle a confronto con quelle di adesso potrebbe aiutare ad avere un quadro più chiaro (a tutti) della situazione...

Appunto, ma tu come fai a dire che tutti hanno delle potenzialità non sfruttate?

Poi sono d'accordo che lo psic ti debba aiutare a vedere potenziali blocchi, amesso che ci siano e si tratti solo di questo

quello sulle potenzialità non sfruttate non è l'unico lavoro che si fa in psicoterapia (casomai nei percorsi di "Coaching"), ma ne è una parte, e io direi pure che è la parte finale o quella extra.

poi certo, vien da se che blocchi, sprechi di risorse, dirottamenti ecc, una volta tolti, forniscono cmq un entrata di energica psico-fisiologica da poter indirizzare altrove, poi.

per rispondere alla tua domanda, laddove non lo si vede con una corretta diagnosi (che include anche analisi ed esami prettamente medici), lo si vede durante il percorso di psicoterapia, che di norma (non è vero), dovrebbe aver raggiunto, o quantomeno aver iniziato a raggiungere, i primi risultati nell'arco di 6 mesi. se questo non accade, di norma (non è vero), o lo si aggancia con terapie di altri specialisti o con l'ausilio di farmaci (e in questo caso ovviamente non è solo una questione di potenzialità nons fruttate, in quanto ci possono essere problemi medici o biologici di fondo), o si invita a cambiare il terapeuta (in quanto può capitare che non ci si prenda con il paziente) o la terapia.

n.b. dico non è vero tra parentesi perchè in realtà, gli psicoterapeuti disposti a lasciar andare liberamente il paziente sono molto pochi; e anzi, nei casi dove la terapia non funziona non solo se lo tengono, ma lo incolpano pure.

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Non ci siamo capiti. La confusione non la sento nelle emozioni. La sento quando voglio comunicare qualcosa a livello di emozione

e mi trovo davanti un interlocutore che invece mi trascina in sterili discussioni logiche facendomi perdere di vista l'emozione

di partenza. E' piu' chiaro adesso?

ma, a me sembra (ma è una mia sensazione) che ciò che ti allontana dal sentire le tue emozioni, non siano le sterili discussioni logiche a cui gli altri (me in questo caso) cercano di trascinarti, ma proprio il fatto che tu continui a ripertertelo (sono sterili discussioni logiche >>> allontanare, allontanare >>> pericolo, pericolo >>> da che?) ...

ma ripeto, è soltanto una mia sensazione :;):

P.S. in realtà la direzione delle frecce andrebbe invertita, ma non so come si fanno ^^'

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ma, a me sembra (ma è una mia sensazione) che ciò che ti allontana dal sentire le tue emozioni, non siano le sterili discussioni logiche a cui gli altri (me in questo caso) cercano di trascinarti, ma proprio il fatto che tu continui a ripertertelo (sono sterili discussioni logiche >>> allontanare, allontanare >>> pericolo, pericolo >>> da che?) ...

ma ripeto, è soltanto una mia sensazione :;):

P.S. in realtà la direzione delle frecce andrebbe invertita, ma non so come si fanno ^^'

sensazione sensazione, questa è un'interpretazione, cioè da cosa si vuole difendere.

Oh, ragazzino, ma di che orientamento sei, non eri l'antipsicoanalisi?

Lo sai che la puoi fà solo nella stanza?:))))))

Come fai a distinguere il tuo transfert da quello di lui/lei?:)))

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quello sulle potenzialità non sfruttate non è l'unico lavoro che si fa in psicoterapia (casomai nei percorsi di "Coaching"), ma ne è una parte, e io direi pure che è la parte finale o quella extra.

poi certo, vien da se che blocchi, sprechi di risorse, dirottamenti ecc, una volta tolti, forniscono cmq un entrata di energica psico-fisiologica da poter indirizzare altrove, poi.

a proposito di coaching, io alla fine non è che ho capito bene cos'è, mi sembra tanto un tipo di percorso adatto a chi ha poco o nulla (nel senso che non ha particolari "patologie" e quindi starebbe bene pure senza farlo); ma uno psicoterapeuta che faccia coaching è tenuto a precisarlo o può lo stesso dire che sta facendo psicoterapia? (in buonafede perché confida in quel sistema, o in malafede perché approfitta dell'ignoranza da parte del paziente...) Perché per come ho capito io il coaching è appunto un modo di "migliorarsi", di "incoraggiarsi", ma se uno per dire è depresso serve a poco incoraggiarlo e basta.

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sensazione sensazione, questa è un'interpretazione, cioè da cosa si vuole difendere.

Oh, ragazzino, ma di che orientamento sei, non eri l'antipsicoanalisi?

Lo sai che la puoi fà solo nella stanza?:))))))

Come fai a distinguere il tuo transfert da quello di lui/lei?:)))

Grazie Light!

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Comunque rispondo anche a Ego... vanno bene cosi' le frecce?

discussioni logiche >>> allontanare, allontanare >>> pericolo, pericolo <<< da che?) ...

Troppa logica ammazza le emozioni. Soffro di questo problema da sempre, non e' un

mistero. E mal sopporto questo atteggiamento nel mio prossimo. Della serie: ne ho

abbastanza del mio.

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Come fai a distinguere il tuo transfert da quello di lui/lei?:)))

le ho detto che era una mia sensazione, più distinzione di cosi :Batting Eyelashes:

poi sta a lei la scelta di cosa farci...

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a proposito di coaching, io alla fine non è che ho capito bene cos'è, mi sembra tanto un tipo di percorso adatto a chi ha poco o nulla (nel senso che non ha particolari "patologie" e quindi starebbe bene pure senza farlo); ma uno psicoterapeuta che faccia coaching è tenuto a precisarlo o può lo stesso dire che sta facendo psicoterapia? (in buonafede perché confida in quel sistema, o in malafede perché approfitta dell'ignoranza da parte del paziente...) Perché per come ho capito io il coaching è appunto un modo di "migliorarsi", di "incoraggiarsi", ma se uno per dire è depresso serve a poco incoraggiarlo e basta.

beh si, il coaching è un lavoro sull'autostima, sull'individuazione e l'ottimizazione delle proprie risorse, per la ricerca/raggiungimento di un qualche obiettivo/scopo, ma non è un modo per curare le patologie.

lo psicoterapeuta, se lo sa fare, lo può fare, ma come dicevo su, può essere utile nella parte finale della terapia o a terapia conclusa, in quanto è un modo per guidare mejo la macchina, ma sta macchina deve quantomeno funzionare prima (metaforicamente parlando).

riguardo all"obbligo" di dirlo al paziente, non ti saprei rispondere; indubbiamente se il paziente lo chiede glielo deve dire, ma stranamente la maggior parte dei pazienti se ne futtono di informarsi sulle tecniche e gli strumenti che i loro dottori usano :unknw:

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Comunque rispondo anche a Ego... vanno bene cosi' le frecce?

ehm... no; andavano messe tutte all'incontrario per indicare un processo a ritroso :blush:

Troppa logica ammazza le emozioni. Soffro di questo problema da sempre, non e' un

mistero. E mal sopporto questo atteggiamento nel mio prossimo. Della serie: ne ho

abbastanza del mio.

stai tranquilla che le emozioni non si ammazzano (forse giusto gli psicofarmaci o le droghe ci riescono). anche se non le si riconoscono o non le si accettano produrranno cmq i loro effetti (sia a livello fisiologico che psicologico/comportamentale); con la logica (razionalizzazione), l'acting, la repressione, lo spostamento ecc, non facciamo altro che privarci della possibilità di scegliere il modo e il momento con cui poi questi si possono manifestre.

tornando a noi e alla confusione, cmq, a maggior ragione (e forse proprio per questo è stata chiamata in causa) se pensi che la logia (che se non è il suo opposto poco ci manca) sia capace di ciò, quale miglior occasione della confusione per sentire e stare a contatto con le proprie emozioni?

cosa senti tu quando sei confusa e in che (altre) occasioni ti capita o ti è capitato?

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ma il punto è che non devi trovare niente di rilevante (anche perchè già nel momento in cui decidi di ricercare ciò, "inquini" cmq gli elementi). devi semplicemente ricordare e riportare quello che succede, intorno a te, e se riesci, anche dentro di te (magari partendo dalle tue sensazioni fisiche) in quei momenti. poi lo si vede dopo se, e cosa cè di rilevante.

oppure ora, visto che ne hai voluto accennare, anche provare a descrivere come erano le situazioni/giornate/ecc quando ancora stavi con la tua ragazza, e metterle a confronto con quelle di adesso potrebbe aiutare ad avere un quadro più chiaro (a tutti) della situazione...

Le giornate con la mia ragazza erano per un verso bellissime (perche lei era bellissima, solare e molto colta) ma dall'altra parte erano un inferno perche lei era una borderline narcisista-paranoide da manuale (con tanto di trauma da stupro da bambina) e reggerle il gioco era davvero faticoso (sono dimagrito un chilo al mese a stare con lei)

Non e che facessi tanto: studiavamo assieme, parlavamo, passeggiavamo per il centro a fare acquisti (spesso accompagnati dalla sorella, che ci spiava per conto della madre perche non facessimo sciocchezze), ogni tanto andavamo a casa mia dove pero le cose si complicavano (lei voleva far sesso a tutti i costi ma non riuscendoci si metteva puntualmente a piangere- anche perche io non ero vergine come lei mi voleva, e poi diceva che non si dovrebbe fare sesso prima del matrimonio!), a casa di lei le cose andavamo ancora peggio: dovevamo stare nel letto degli ospiti ma la porta era aperta e i genitori potevano entrare in ogni istante..

In ogni caso le mie crisi depressive continuavo ad avercele anche con lei, solo diminuite di frequenza

Alla fine son stato mollato da un giorno all'altro passando da un "ti amo" ad un "ero più felice l'anno scorso quando studiavo, i miei sono arrabbiatissimi, la nostra relazione e nata da niente di profondo, poi noi non abbiamo niente in comune, i tuoi discorsi sono terra-terra, e io devo decidere cosa fare. Te lo faccio sapere fra 2settimane, ora devo studiare". Dopodiché e sparita (per modo di dire perche intanto pubblica interventi su fb come "sono la donna più felice del mondo" o video in cui cantava e suonava) e ho dovuto richiamarla io per chiedere spiegazioni al che lei "ho preteso 100, ho dato 100 e ottenuto forse anche piu di 100 e questo mi rende immensamente felice: mi son resa conto che la mia vita e' questa, ora de o essere egoista per ottenere cio che voglio pero sarei onorata ad averti come amico, anzi ringrazio Dio per averci fatti fatto incontrare"

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Ad esempio ieri notte ero in uno di quei momenti, e lo sono ancora. Sensazioni fisiche: non riesco a dormire anche se mi sento stanchissimo, mangio un sacco di schifezze, ho mal di testa, ho la lacrima facile e qualsiasi azione mi costa enorme fatica (perfino respirare: respiro più lentamente). Cosa succede dentro di me: non ho voglia di far niente, non riesco a concentrarmi, penso sempre alle stesse cose ossessivamente (in effetti e' questo che mi stanca, oltre ai sensi di colpa e inadeguatezza che avevo prima, ora si sono aggiunti quelli riguardanti la mia ex). Cosa succede fuori di me: la gente sta alla larga da me quando son così (se proprio non posso evitarla) o mi rimprovera apertamente (quello più che altro e' mio padre).

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Ah, le mie giornate (in termini di impegni o uscite settimanali) non sono molto diverse da quelle che passavo prima con la mia ex, se non per il fatto che ora non c'è nessuno che creda in me e con cui confidarmi (o che almeno si sforzi di capirmi e di apprezzarmi per quello che sono, e di starmi vicino e appoggiarmi per ogni piccolo problema: prima di conoscerla non sapevo bene cosa mi stessi perdendo, perciò non soffrivo tanto di questa mancanza), e ho la sensazione che se dovessi morire ora non gliene importerebbe niente a nessuno. Poi razionalmente mi rendo conto che Psyco (da ora in poi chiamerò così la mia ex, per comodità) mi avesse idealizzato (e successivamente svalutato) e perciò non mi abbia mai amato veramente (e quindi in realtà sia sempre stato solo), ma non riesco a togliermi di dosso questa fastidiosa sensazione che alla fine anche lei si sia resa conto che non io non valgo niente e mi abbia mollato quando ha capito che era impossibile cambiarmi (e penso, ossessivamente, contro la mia volontà: "e' colpa mia se e' arrivata a pensare a questo", "non ho fatto niente per aiutarla perche sono uno stupido e un egoista, ho fallito anche con lei", "possibile che lei viva meglio da sola e io sia così debole che senza di lei non riesco più a combinare nulla" ecc.) e che appunto solo una mezza pazza potesse provare interesse nei miei confronti, e non troverò mai più un'occasione simile (tra l'altro mi manca tantissimo anche la sua famiglia che- nonostante alla fine avesse preso ad odiarmi perche "per per colpa mia" Psyco non si concentrava più nei suoi studi come prima- sottolineo il fatto che lei studiasse un sacco e pure la domenica, comunque- e mi stavo "approfittando di lei" e in un certo senso gliela stessi portando via, mi trattavano sempre benissimo- ipocritamente, ma benissimo- e in qualche modo mi sentivo "adottato")

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Per fortuna non ne ho esperienza diretta, ma essere violentati da piccoli (anche da grandi :icon_rolleyes: ) non mi pare una passeggiata!!

Più che "mezza pazza" mi sembra che questa ragazza da come ne parli fosse totalmente succube del volere dei genitori (la sorella che praticamente vi reggeva il moccolo poi...); ma quanti anni ha per curiosità?

Pure tu mi sembri contraddittorio, se era così tremenda allora dovresti sentirti fortunato a non dover più avere a che farci. Certo adesso la ferita è ancora aperta...

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Era difficile stare dietro alle sue pretese (si offendeva per un nonnulla, prendeva tutto per una critica ed non ammetteva di avere difetti- ad esempio, giustificava il fatto che piangesse sempre con la scusa che fosse più sensibile della media) e alle sue paranoie (un mio amico ad esempio non aveva più voluto rivederla tanto ne era rimasto urtato), pero ne valeva la pena perche appunto era molto intelligente, colta e intraprendente (era la prima del suo corso) e piena di interessi (scriveva, ed era una bravissima musicista) e proprio perche mi aveva idealizzato io insieme a lei mi sentivo "grande". Per di più, ripeto che era una delle più belle ragazze che abbia mai incontrato in vita mia (e non lo dicevo solo io; per di più, cosa più unica che rara, non si truccava neanche). E poi un motivo molto egoista: ero convinto che una persona così fragile avesse bisogno di una figura di riferimento per avere sicurezza e che per questo motivo non mi avrebbe mai abbandonato; allora non sapevo ancora che fosse una borderline, ed avevo sottovalutato l'influsso della famiglia (di cui diceva apertamente di essere terrorizzata, ma all'inizio mi aveva dato l'impressione di pensare con la sua testa e di voler ribellassi, affermando la propria autonomia- ad esempio, non parlava affatto in termini lusinghieri di sua mamma..). Comunque aveva circa 20 anni.

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Più che altro incomincio ad avere davvero paura, perche ormai sono quasi tre mesi che sono in questo stato, e non riesco più a combinare nulla (proprio l'anno della tesi, tra l'altro!). Va bene dare tempo al tempo per rimarginare le ferite, ma qui rischio grosso, e anche se ora vado da uno psicoterapeuta non riesco piu ad impormi di fare quello che dovrei fare (a differenza del passato dove bene o male riuscivo a cavermela, cosa che mi provoca a sua volta uno stato di angoscia e disperazione) ne vedo all'orizzonte la minima speranza di uscire dal pantano in cui mi trovo

non so, mi sembra di aver aperto il vaso di pandora incontrando quella ragazza.. :sorry:

altro che Dio, qui ci dev'essere lo zampino di Belzebù! :girl_devil:

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Bellissima, giovanissima, intelligente e borderline... Stivisso, non ce la potevi fare... una

cosi' avrebbe steso chiunque, troppo affascinante-intrigante...

Dai pensa a te stesso.. hai detto una cosa interessante prima:

ora non c'è nessuno che creda in me e con cui confidarmi o che almeno si sforzi di capirmi e di apprezzarmi per quello che sono, e di starmi vicino e appoggiarmi per ogni piccolo problema: prima di conoscerla non sapevo bene cosa mi stessi perdendo, perciò non soffrivo tanto di questa mancanza

Hai semplicemente bisogno di un affetto vero e solido... adesso hai uno psico che ti aiuta e

ti sostiene, approfittane per cercare di riparare pian piano questo vuoto affettivo e intanto guardati

intorno: magari potresti incontrare una donna meno bella, meno intelligente e meno borderline cioe'

meno eccezionale ma forse piu' equilibrata con cui stabilire un rapporto piu' normale, cioe' non di

reciproca dipendenza, ma di reciproca fiducia. E' difficile ma non impossibile. E' bello che tu abbia

un terapista che ti puo' aiutare tantissimo a ritrovare la strada.

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In realtà sono mesi che cerco di pensare solo a me stesso, inutilmente. Ed e' vero che mi servirebbe semplicemente un affetto, ma non e' così semplice trovarlo, anzi direi che e' quasi impossibile ormai (tanto che ci ho messo più di 20 anni a trovarne uno decente- che poi si e' rivelato una semplice illusione, tra l'altro). A dirla tutta, poi, ho la sensazione schiacciante che nemmeno il mio psicoterapeuta sappia che pesci pigliare: tanto che perfino lui ammette che "la situazione e' difficile perché devo fare tutto da solo visto che non ho nessuno su cui contare, che si tratti di un amico o di un parente". Psyco sarà stata pure emotivamente instabile e intrattabile (tanto che praticamente non aveva amici ed era odiata o evitata dalla gente da cui era circondata, ed aveva pure un tentato suicidio sulle spalle), ma almeno poteva sempre rifugiarsi sulla sua famiglia o sul suo lavoro (cosa che ha fatto quando ha visto che "stare con me le metteva un sentimento d'ansia e d'angoscia")..a me neanche questa alternativa e' concessa, invece

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Con 'pensa a te stesso' intendo soprattutto fai tesoro della tua terapia: si riescono a fare cose davvero

strepitose con una buona terapia, per esempio riempire quel vuoto che ti porta a cercare una famiglia che

ti adotti, per esempio cercare un affetto che non sia dipendente da te, ma che sia pari a te. Ci vuole un

po' di tempo, ma sono tutte cose possibili.

E poi coccolati, prenditi il tuo tempo, abbi cura di te stesso, fai esercizi di concentrazione

per evitare i pensieri negativi e ossessivi, mangia bene, fai un po' di attivita' fisica nella natura.

Sono banalita', eppure e' incredibile quanto possano fare bene. Anche perche', scusa, che alternative hai?

(Te lo dico solo perche' ho passato anche io problemi simili ai tuoi, capita a tutti nella vita di perdere il filo).

Che poi il senso della vita sta proprio nel ritrovarlo quel filo, e chi non

lo perde mai non ha questa possibilita'... hai mai riflettuto su questo?

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Appunto, a volte mi chiedo anch'io se mi restano delle alternative, o se le ho mai avute. E mi chiedo anche se ci sia un filo da recuperare. Certo che hai una fiducia illimitata nei confronti della psicoterapia..ma tu avevi preso anche dei farmaci? E quante volte ci andavi al mese? (perche il mio psico ora mi fa venire una volta ogni due settimane, ma mi sa ne di questo passo non concluderò niente). Ma cosa intendi per esercizi di concentrazione? Comunque ora che ci penso e' vero, e' brutto dirlo ma in effetti la cosa che mi eccitava di più era l'idea di una dipendenza affettiva da parte sua (infatti ero geloso perfino delle sue amiche, e verso la fine ero diventato pazzo di gelosia nei confronti del suo migliore "amico"- e anche se in effetti era una gelosia più che giustificata, mi rendo conto di essermi arrabbiato in maniera eccessiva ed averla trattata volontariamente male, e la cosa devo dire che mi provoca forti sensi di colpa e senso di vergogna..). Per il resto, son già due mesi che non faccio niente e cerco di riprendermi, ma gli impegni si fanno sempre più pressanti e devo assolutamente sbloccarmi pena restare troppo indietro con gli esami..il fatto e' che non riesco più ad impormi di fare quello che devo fare come in passato, e la cosa mi provoca a sua volta angoscia e disperazione, in un infinito circolo vizioso da cui non riesco ad uscire..

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Più che altro e' interessante il fatto che stia imitando il comportamento di mia madre, che ha sempre voluto avermi dipendente da lei anche a costo di farmi del male (da piccolo ad esempio mi ha viziato in modo vergognoso- fino a farmi dormire con lei fino ad 11 anni-, e qualche anno fa- quando ancora vivevo con lei- quando aveva trovato nel mio armadio vodka in quantità si era limitata a scherzare sull'accaduto invece di portarmi via il tutto..io mi chiedo, quale genitore si sarebbe comportato così?). E' interessante anche il fatto che forse anche mia madre sia una borderline (ad esempio, come la mia ex prende ogni cosa per una critica e da' la colpa agli altri per tutti i suoi problemi, anche quando le si dimostra che e' in torto marcio, e pretende che sia il mondo ad adattarsi a lei e non il contrario..parlare con lei e' come parlare con un muro, e' davvero snervante)

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la gente sta alla larga da me quando son così (se proprio non posso evitarla) o mi rimprovera apertamente (quello più che altro e' mio padre).

ed è cosi che vuoi vadano le cose? cioè a te sta bene? oppure, come preferiresti che si comportassero?

Poi razionalmente mi rendo conto che Psyco (da ora in poi chiamerò così la mia ex, per comodità) mi avesse idealizzato (e successivamente svalutato) e perciò non mi abbia mai amato veramente (e quindi in realtà sia sempre stato solo), ma non riesco a togliermi di dosso questa fastidiosa sensazione che alla fine anche lei si sia resa conto che non io non valgo niente e mi abbia mollato quando ha capito che era impossibile cambiarmi (e penso, ossessivamente, contro la mia volontà: "e' colpa mia se e' arrivata a pensare a questo", "non ho fatto niente per aiutarla perche sono uno stupido e un egoista, ho fallito anche con lei", "possibile che lei viva meglio da sola e io sia così debole che senza di lei non riesco più a combinare nulla" ecc.) e che appunto solo una mezza pazza potesse provare interesse nei miei confronti, e non troverò mai più un'occasione simile

a parte il fatto che pure te mica ci stai andando piano con idealizzazioni vs svalutazioni (:acute:)

ho cmq quotato questo pezzo perchè ci sono informazioni molto importanti (per te), cjhe eventualmente si potrebbero anche approfondire, ma intanto, se ti va, ci potresti raccontare di quando vi siete conosciuti, di come vi siete innamorati, come è nata la relazione ecc...

parentesi -

E poi un motivo molto egoista: ero convinto che una persona così fragile avesse bisogno di una figura di riferimento per avere sicurezza e che per questo motivo non mi avrebbe mai abbandonato;
- chiusa parentesi.
il fatto e' che non riesco più ad impormi di fare quello che devo fare come in passato, e la cosa mi provoca a sua volta angoscia e disperazione, in un infinito circolo vizioso da cui non riesco ad uscire.

un esempio di quando in passato ci riuscivi a importi le cose? e come ti sentivi poi?

Più che altro e' interessante il fatto che stia imitando il comportamento di mia madre, che ha sempre voluto avermi dipendente da lei anche a costo di farmi del male (da piccolo ad esempio mi ha viziato in modo vergognoso- fino a farmi dormire con lei fino ad 11 anni-, e qualche anno fa- quando ancora vivevo con lei- quando aveva trovato nel mio armadio vodka in quantità si era limitata a scherzare sull'accaduto invece di portarmi via il tutto..io mi chiedo, quale genitore si sarebbe comportato così?). E' interessante anche il fatto che forse anche mia madre sia una borderline (ad esempio, come la mia ex prende ogni cosa per una critica e da' la colpa agli altri per tutti i suoi problemi, anche quando le si dimostra che e' in torto marcio, e pretende che sia il mondo ad adattarsi a lei e non il contrario..parlare con lei e' come parlare con un muro, e' davvero snervante)

beh daje, questi (la parte in neretto) più che criteri da persone borderline, me sembrano più elementi di persone comuniste :D:

dai, battute a parte, più che imitare il comportamento di tua madre, molto probabilmente tendi a ripetere gli schemi mentali e comportamentali che hai costruito nella relazione con lei (ma è una cosa del tutto normale), e forse, ora che ne hai voluto parlare, si potrebbe trovare risposta alla prima domanda che ti ho fatto, anche nel cercare di capire come si comportava (o si comporta magari, dato che hai detto ci vivi ancora) lei (tua madre), quando ti capitava di sentirti come ti senti in quei momenti, anche quando eri più piccolo...?

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