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Paure irrazionali


turbociclo

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vai a vedere i neurotrasmettitori e gli ormoni che vengono rilasciati durante un qualsiasi pensiero, e poi vedi come queste sostanze influenzano le reazioni del nostro organismo, a livello fisiologico (interno) e comportamentale (esterno), e, anche senza volerne considerare gli effetti, vedi un pò se davvero un pensiero esiste o meno Batting Eyelashes.gif

attenzione...

esiste come pensiero...questo è ovvio (almeno credevo lo fosse)

è un pensiero , non esiste però nessun IO diverso da pensiero

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E' ovvio che il pensiero esiste, anzi, cattivi pensieri, preoccupazioni, possono a poco a poco erodere il fisico portando malattie anche gravi. E' la realtà OGGETTIVA su cui sembrano focalizzarsi tanti pensieri a non esistere. Io di ciò sono purtroppo un esempio vivente.

e che te ne frega della realtà OGGETTIVA?

se è appurato che i pensieri sono reali, e producono effetti reali, la realtà per chi li fa è quella li. sti cà di quella oggettiva, e a niente serve continuare a sottolineare il contrasto tra essa e i propri pensieri.

quindi:

ce li hai? quando ti vengono? che sensazioni provi quando li pensi? come ti comporti in reazione ad essi? e le altre persone come si comportano? e dopo che ce li hai avuti che succede?

forse prendere quest'altra direzione potrebbe rivelarsi un pochino più utile...

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attenzione...

esiste come pensiero...questo è ovvio (almeno credevo lo fosse)

è un pensiero , non esiste però nessun IO diverso da pensiero

dici di no? :huh:

allora vediamo... metti che io c'ho un pensiero, del tipo:

"mio è no strunzo". tale pensiero mi scatena il rilascio di ormoni dello stress, adrenalina, induce tensione muscolare quando lo vedo, al punto che una volta piglio e gli tiro un cazzotto.

ebbene, il pugno in faccia che avresti preso in questo caso (che è un risultato/effetto del mio pensiero), è esistito o non è esistito anche per l'IO di mio, diverso da pensiero? (che poi che significa sta roba?) :Thinking:

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dici di no? :huh:

allora vediamo... metti che io c'ho un pensiero, del tipo:

"mio è no strunzo". tale pensiero mi scatena il rilascio di ormoni dello stress, adrenalina, induce tensione muscolare quando lo vedo, al punto che una volta piglio e gli tiro un cazzotto.

ebbene, il pugno in faccia che avresti preso in questo caso (che è un risultato/effetto del mio pensiero), è esistito o non è esistito anche per l'IO di mio, diverso da pensiero? (che poi che significa sta roba?) :Thinking:

scusa forse mi sono espresso male, direi malissimo visto quanto hai capito....

cio che dici non è attinente a quanto io ho detto...per nulla proprio.

analizzando quanto dici posso solo notare che nel tuo esempio il pensare "mio è no xxxxx" è sicuramente figlio di un tuo ragionamento dovuto a esperienze che generano rancore , odio ecc...ecc... quello che ti scarica questo pensiero non è "naturale" , non è il normale comportamento di un uomo che incotra un altro uomo è un azione che nasce dal passato non dal presente.....è l'io che ti comanda.

dunque concludo apprendendo che la violenza nasce dal io, non è "normale", in questo caso.

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con "non naturale" intendi che non esiste in natura? o che? :Confused:

perchè ciò di cui parli non solo ci esiste eccome, ma è anche abbastanza normale, nel senso di tipico dell'uomo/animale; quindi temo di doverti chiedere un ulteriore delucidazione...

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e che te ne frega della realtà OGGETTIVA?

se è appurato che i pensieri sono reali, e producono effetti reali, la realtà per chi li fa è quella li. sti cà di quella oggettiva, e a niente serve continuare a sottolineare il contrasto tra essa e i propri pensieri.

quindi:

ce li hai? quando ti vengono? che sensazioni provi quando li pensi? come ti comporti in reazione ad essi? e le altre persone come si comportano? e dopo che ce li hai avuti che succede?

forse prendere quest'altra direzione potrebbe rivelarsi un pochino più utile...

ego, turbo ha esposto il suo problema!

perche' nn li risolvi?

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Se non risolvo fino in fondo il problema della CONTINUITA' dell'essere umano e della coscienza, se non riesco a sentire 'sta cosa veramente sono problemi...

ciao turbo :):

ti dispiacerebbe approffondire meglio questo concetto della continuità?

:10:

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ciao turbo :):

ti dispiacerebbe approffondire meglio questo concetto della continuità?

:10:

Per me è ovvio che il pensiero della morte, di essere condannati al NULLA eterno è fonte primaria delle mie paure. I miei studi, le mie esperienze, mi hanno portato a pensare però che l'essere umano non è solo carne per vermi. Appunto, solo a PENSARLO...E' questo il guaio. Scusami se per ora il problema lo espongo in modo così grossolano, mi è venuto sonno... :blush:

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Sono stanco di vivere di paure irrazionali, come quella di dormire da solo, degli attacchi di panico (paura della paura), di ammalarmi gravemente, di perdere la vista (restai traumatizzato da bambino quando all'improvviso o quasi non vedevo più la lavagna), di perdere le persone a me vicine...

Se non risolvo fino in fondo il problema della CONTINUITA' dell'essere umano e della coscienza, se non riesco a sentire 'sta cosa veramente sono problemi...

I miei problemi sono simili, e da ansiosa c'ho girato tanto intorno.

Solo che...a me sembra un problema un po' di tutti e da sempre, anche di chi sembra non porselo.

Se ci rifletti...non c'è manifestazione vitale che non sia tentativo di esorcizzazione dell'idea di morte e finitezza umana, non credi? (Anche in quelle condotte che appaiono così superficiali da non essersi mai poste il problema; così come in quelle che appaiono averlo superato per la via di una Fede)....

Non ho ricette, per carità! Nel mio piccolo ho visto soltanto questo : che un grande sollievo deriva (come qualcuno ha detto prima di me) dal "mollare il controllo".

In questo sono stata aiutata (senza nessuna ironia) proprio dagli eventi avversi , dagli esiti imprevedibilmente negativi dopo tanto iper-controllo; compensati dai "regali del caso", giunti favorevolmente a sorpresa su capitoli mai "controllati". E' un insieme che mi ha "dimostrato sul campo" la faticosità del tutto inutile del "controllo".

E, sembra triste a dirsi ma non lo ritengo tale, vale anche per il "controllo dell'idea di continuità".

Non pensi che anche questa "fissa della continuità" (che conosco benissimo, ce l'aveva mio padre, ce l'ho io...) sia nè più nè meno che una "perversione di controllo" che pretendiamo di avere su ciò che non conosciamo?

Penso a questo : c'è sempre stato e c'è chi ...muore "di vecchiaia". Ossia: non per un trauma, non per una malattia particolarmente grave. Costui muore, da sempre, perchè ....naturalmente....sembra scegliere di dissociarsi dalla vita, come nella consapevolezza che sia CONCLUSA. Parlo dei tanti anziani che...fino ad un certo giorno ti partecipano alla vita al 100% di se stessi, e poi....scelgono di non interessarsi più a nulla...fino a rifiutare di nutrirsi.

Ne traggo una domanda, non una risposta, questa: e se il problema della "continuità" come sinonimo di "eterna prosecuzione dei valori e disvalori coltivati nella <vita giovane e sana> " fosse solo un inganno da iper-controllo? Se fosse un falso problema, da esubero di energie, che la natura risolve benissimo da sè, a tempo e luogo?

:Batting Eyelashes:

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ego, turbo ha esposto il suo problema!

perche' nn li risolvi?

e come potrei?

se turbo vuole, ne parliamo, e semmai il problema si risolve, tanto di guadagnato (forse), ma la nostra resterebbe cmq una discussione nata e fatta tra due semplici utenti di un forum :;):

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