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Sento che sto per cedere


ombry

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Ma se l'uomo non avesse perseguito nessun fine o scopo ora tutto questo ci sarebbe? Non staremmo fermi all'età della pietra?

Attenzione! si sta parlando del divenire ciò che siamo.

Se siamo un fiore saremmo un fiore.

Ha mai visto un fiore volere diventare albero?

Anche se volesse non potrebbe.

Spesso ci dimentichiamo che è la natura a fare il corso delle cose.

Volere andare contro la propria natura non fa altro che rallentare la crescita psichica:però a volte serve per

meglio capire chi siamo.

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Attenzione! si sta parlando del divenire ciò che siamo.

Se siamo un fiore saremmo un fiore.

Ha mai visto un fiore volere diventare albero?

Anche se volesse non potrebbe.

Spesso ci dimentichiamo che è la natura a fare il corso delle cose.

Volere andare contro la propria natura non fa altro che rallentare la crescita psichica:però a volte serve per

meglio capire chi siamo.

E' vero, spesso dimentichiamo la "nostra" natura...purtroppo credo sia prerogativa dell'essere umano.

Come ha detto un fiore non cambierebbe mai la sua natura, non la concepirebbe nemmeno quell'idea, come non la concepirebbero un cane o un gatto, ma l'uomo si, l'uomo potrebbe arrivare a pensare di voler cambiare/barattare la sua unicità, potrebbe cercare di conformarsi ad una idea preconcetta e iniziare a vivere in conflitto con se stesso...

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E' vero, spesso dimentichiamo la "nostra" natura...purtroppo credo sia prerogativa dell'essere umano.

Come ha detto un fiore non cambierebbe mai la sua natura, non la concepirebbe nemmeno quell'idea, come non la concepirebbero un cane o un gatto, ma l'uomo si, l'uomo potrebbe arrivare a pensare di voler cambiare/barattare la sua unicità, potrebbe cercare di conformarsi ad una idea preconcetta e iniziare a vivere in conflitto con se stesso...

da qui il nascere delle nevrosi

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E la nostra volontà?

Nell'agire al di là del pensiero e del calcolo, è inutile parlare anche di termini come "volontà", "decisione", "programma" ecc., secondo me. Ma certo sto riferendomi ad esempi di esseri particolari, nel mio piccolo ho bisogno di essere...volenteroso per affrontare i problemi della vita.

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Nell'agire al di là del pensiero e del calcolo, è inutile parlare anche di termini come "volontà", "decisione", "programma" ecc., secondo me. Ma certo sto riferendomi ad esempi di esseri particolari, nel mio piccolo ho bisogno di essere...volenteroso per affrontare i problemi della vita.

Se la volontà è anevrotica

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Anche io anni fa ho vissuto l'esperienza del panico e dell'ansia costante.

All'improvviso ho inizato ad avere paura di tutto ciò che mi stava intorno, persino dei miei familiari (ignari del mio problema).

Ad un certo punto ho iniziato a non uscire più di casa, evitavo i luoghi pubblici, le feste (anche quelle di famiglia), non prendevo più treni e bus e non riuscivo più neanche a guidare da sola, avevo sempre bisogno di avere qualcuno con me. Parlare di questo mio stato mi terrorizzava, avevo vergogna e mi metteva ansia ma un giorno che ero a casa da sola guardandomi allo specchio ho avuto paura di me stessa, così tanta paura che sono corsa alla porta e sono uscita fuori casa terrorizzata, come se nello specchio avessi visto un mostro.

Questo episodio mi ha dato la forza di parlarne con il mio medico (del resto facevo la segretaria nel suo studio, in quel periodo!). E' stato difficile parlarne perchè temevo di non essere compresa o di essere presa alla leggera ed invece sono stata indirizzata da un neuropsichiatra.

Anche io ero contraria ai farmaci, avevo paura di una dipendenza, ma sono stata in terapia farmacologica per un paio di anni e mi sono salvata :D:

All'inizio è stato indispensabile il trattamento farmacologico perchè ero troppo stressata e provata, psicologicamente e fisicamente (avevo perso 10kg in un mese!!)

Poi un giorno ho deciso di sospendere la terapia perchè mi sentivo bene e volevo farcela da sola e così feci, contro il parere del neuropsichiatra.

Cosa dire? Ce l'ho fatta ed oggi il panico è solo un brutto ricordo :D:

Non temere i farmaci perchè tante volte servono e ti salvano la vita.

Ricorda: il panico non esiste, è uno scherzo del nostro cervello.

Un piccolo consiglio, se posso permettermi: non cercare di programmare sempre ed il tutto e sii meno critica verso te stessa e la vita. La perfezione non esiste... proprio come il panico.

Spero di esserti stata un pochino di aiuto.

In bocca al lupo.

:ciao:

Ti ringrazio molto per le tue parole e per aver raccontato la tua esperienza, mi ci sono ritrovata tantissimo. La prima volta che mi è successo in modo così forte (4 anni fa circa) ne ho parlato col mio medico e mi aveva prescritto lo xanax (o il lexotan, ora non ricordo esattamente) e mi aveva consigliato uno psichiatra ("un suo amico"). Il farmaco non l'ho nemmeno comprato, dallo psichiatra ci sono andata ma visto che il costo di una visita era di 80 € (per noi poveri italiani prezzo ribassato, perchè siamo messi un pò così, queste le parole dello psichiatra, svizzero) non me ne sono potute permettere altre. Ma comunque non mi aveva fatto una buona impressione. Ne ho girati un bel pò, tra privati e mutua, ma nulla mi ha aiutata e sono andata avanti da sola e ce l'ho fatta, fino a qualche mese fa.

Ora l'idea di ricominciare tutto il lavoro che ho fatto per farmi passare queste crisi (o meglio, per alleviarle, perchè alla fine non sono mai "guarita" davvero) mi fa rabbrividire...non ne ho voglia ma vorrei...insomma, mi sento così confusa! :(

Ho escluso l'idea di parlarne con la mia famiglia, perchè quando l'ho fatto 4 anni fa mi sono ritrovata ancora più sola...perchè mio padre ogni volta che ne aveva occasione mi aggrediva verbalmente dicendo che la colpa era la mia, perchè sono sempre stata una persona taciturna e quindi se stavo così era per colpa mia (può essere, come dargli torto...alla fine questo scherzone me lo ha fatto il mio cervello, mica quello di qualcun'altro)...mia madre invece mi ha recriminato di avere fallito come genitrice, perchè se la figlia è arrivata ad avere bisogno di uno psicologo voleva dire che lei aveva sbagliato tutto. Vederla piangere per colpa mia mi faceva stare peggio. Insomma in casa si era creato un clima di tensione assurdo, e ogni minuto di silenzio passato a tavola a pranzo o a cena era una fitta al cuore per me.

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Cara ombry,

mi spiace tanto x la tua situazione familiare :-( ma se ti può consolare neanche io ho parlato chiaramente ai miei per non sentire sminuito il mio problema; diciamo che loro hanno capito ma sottovalutato il mio disagio, pensando fosse qualcosina passeggera.

Sai, a volte credo che è proprio l'atteggiamento dei nostri genitori a generare stati d'ansia e panico, il modo in cui ci hanno guardato e parlato sin da piccoli, le aspettative, le pretese ecc...

Ma oramai siamo cresciuti e bisogna cercare di liberarsi dalle zavorre del passato... non è facile ma dobbiamo provarci.

Spero con il cuore che tu risolva quanto prima il tuo problema.

Se hai bisogno di parlare io ci sono :-)

Vedrai che ce la farai ;-)

Buona Notte

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