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Non vedo uno spiraglio, vorrei creare un distacco emotivo.


stufa78

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Salve a tutti,

sono sfinita ormai. Mentalmente. Mi sento un po' in colpa a pensarlo, perchè non sono nelle stesse condizioni gravi di mia madre, per fortuna, però di certo se continua così la situazione, non so dove andrò a finire.

Mia madre. ha sempre avuto problemi psicologici, di depressione, ansia, fragilità. E' una donna di quasi 60 anni, ma con una latente immaturità da bambina mai cresciuta. Sempre alla ricerca (in modo negativo) di attenzione, con ogni mezzo. Prima di tutto il senso di colpa, la recriminazione, il vittimismo, il malessere, le accuse.

Ultimamente penso soffra di depressione di tipo bipolare e sempre ultimamente si comporta come se non avesse momenti di lucidità.

Ogni cosa per lei è un dramma, ogni scelta che fa ricade su chi le sta attorno, non riesce a gestire le cose più semplici, è logorroica e ultimamente mi chiamava dalle 3 alle 5 volte al giorno, è molto aggressiva e a volte inventa di sana pianta fatti o parole mai dette da me o da mia nonna o da mio padre. Mi accusa di tutto, che sono una figlia egoista, che mi interessa solo divertirmi, che lei è sola al mondo, accusa anche mia nonna (sua mamma) di ogni cattiveria, mentre l'ha sempre aiutata con ogni mezzo. ha 76 anni e anche se abita in un'altra città è sempre corsa anche per sciocchezze che mia madre drammatizzava.

Ma comunque non le basta mai. Accusa i suoi genitori di averle rovinato la vita. In questi giorni ce l'ha a morte con me. Non vuole più sentirmi, ha fatto delle scenate anche davanti al mio compagno. fa le stesse cose di quando ero ragazzina.

Vorrei precisare che io ho 34 anni, convivo col mio compagno che ne ha 10 in più, la casa è mia. Non voglio più farmi rovinare la vita da mia madre, anche se capisco che questi problemi che ha causano le manifestazioni assurde che ci troviamo ad assistere.

E' in cura da anni, assume psicofarmaci, ma evidentemente è il momento di rivederli. Il suo psichiatra vede solo il punto di vista di mia madre, che non fa altro che tirare in ballo sempre gli altri come responsabili della sua vita infelice. Mi è venuta voglia di telefonare allo psichiatra solo per metterlo a conoscenza di ciò che accade a chi le sta attorno. Non si vive più. Ogni giorno ce n'è una.

Io voglio farmi la mia vita serenamente e non con l'angoscia costante che mi attanaglia, con la paura di ricevere le sue telefonate di insulti e di accuse, di pretese e sfoghi. L'ho già fatto per anni e comunque per lei sono la figlia peggiore del mondo! I figli degli altri sono i più bravi, i mariti delle altre pure e anche i genitori. Non va mai a trovare i suoi, pretende la massima attenzione da loro, soprattutto economica, però da me pretende il 100%. Ha un suo significato di diritti e doveri, completamente a suo favore.

Io credo che l'unica speranza sia una mirata cura farmacologica, altre chiacchiere sono sterili. Ogni discorso la manda in bestia, grida come una pazza, mi insulta, mi offende, tira in ballo il mio compagno e la sua famiglia. tutto è uno schifo. Io ho avuto problemi al lavoro perchè mi chiamava costantemente, dei colleghi hanno assistito ad una mia scenata telefonica quando sono sbottata, perchè stufa di essere trattata come il peggiore degli esseri umani da lei.

Non riesco a concentrarmi, ho dovuto comprare una sim nuova per evitare le sue telefonate, ma può servir temporaneamente. Ho anche paura che mi capiti nuovamente a casa, e subire altre umiliazioni davanti al mio compagno che stavolta però non so come reagirà. Una volta ha voluto parlarci al telefono ed è stata 1 ora a parlargli male di me, poi il giorno seguente come nulla fosse, me ne ha dette di tutti i colori perchè il mio compagno l'aveva offesa e disturbata e non si deve permettere di commentare dei suoi problemi (cose inventate di sana pianta).

Insomma, tutte cose così, assurde. Non ditemi di agire attivamente a questo suo problema ve ne prego. Io vorrei riuscire a creare almeno un distacco mentale nei suoi confronti. Non essere così angosciata, sono già ansiosa di mio. Ho la mia vita, anch'io posso avere i miei problemi e invece queste persone con questi problemi non concepiscono i diritti degli altri, perchè danno per scontato che tutti stanno meglio di loro e devono essere quindi a servizio.

Loro stanno male, loro hanno bisogno e tutti devono correre! Non importa che ti trattino a pesci in faccia, umiliandoti, accusandoti e facendo leva su qualsiasi informazione siano a conoscenza, loro non se ne rendono conto del danno che stanno causando alle persone vicine, la vita ingrata che fanno vivere a chi invece dovrebbe essere loro più caro.

Ho letto dei topic di "primula", peccato non scriva più. Lei ha avuto accheffare con un uomo che presentava gli stessi comportamenti di mia madre, identici. Ma pur essendo un grosso problema per lei, ha potuto troncare, essendo un partner, ricominciando a VIVERE. Sembrerà egoistico ma non lo è, è istinto di sopravvivenza, la cosa più pura e naturale che ci sia al mondo. Chi le scriveva il contrario, a mio parere, non ha avuto gli stessi problemi, senò la penserebbe diversamente.

Ma nel mio caso è una madre, e anche se volere è potere, il legame è diverso. Per quanto in teoria io abbia il diritto di vivere la mia vita, nella pratica non c'è! Cosa posso io fare perchè mi lasci in pace giuro non lo so e proprio questo mi angoscia terribilmente. Se potessi tornare ai 20 anni, mi trasferirei altrove, lontano. Del resto come fanno queste persone che non hanno un figlio?

Grazie per l'attenzione.

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Cara stufa,

lei dovrebbe imporre i suoi spazi.

Purtroppo dobbiamo combattere per ottenere la nostra indipendenza anche dalle persone più vicine.

La sua libertà dipende da quanto riesce a far rispettare agli altri i suoi spazi.

Con questo non voglio dire di tagliare i ponti con sua madre, ma di usare il polso forte.

Le persone come sua madre hanno bisogno di aiuto ma dev'essere un aiuto consapevole e mirato a non ledere

la propria vita privata.

Questo comporta da parte sua una presa di coscienza e un distacco mentale da sua madre per poter diventare

veramente indipendente, altrimenti sarà sempre oggetto di frustrazioni e sensi di colpa.

Saluti.

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Salve Stefano,

grazie per la risposta, senza dubbio sensata e giusta, in teoria.

Nella pratica è molto difficile, quando si ha accheffare con persone affette da queste problematiche. Spesso sono proprio loro a non permetterti di scegliere della tua vita sia emotivamente che praticamente. Questo perchè sono spesso troppo invadenti con la loro, e non lasciano tregua, convinti ovviamente di averne tutti i diritti, pari a quelli di un cucciolo indifeso.

Forse la vedo io così, perchè la vivo male e in modo troppo ansioso. Per questo vorrei essere diversa su questo punto, essere al corrente del problema di mia madre ma non farmi trascinare nel baratro appena mi chiama o inizia con le sue scenate. Forse mi manca questa forza, e lei probabilmente lo avverte e ne aprofitta. Anche se poi mi accusa da sempre di essere egoista e ingrata.

Tra l'altro, non vivo con lei da molti anni, sono indipendente da altrettanti, lavoro e ho un compagno, siamo adulti e a maggior ragione mi sento sconfortata e impotente nel vedere che mia madre mi tratta comunque come se avessi 18 anni, e fossi una povera immatura. Vorrei avere la forza di imporle i miei spazi, volente o nolente. Tanto cosa può fare? Oltre ad accusarmi di menefreghsimo? Già lo fa, nonostante la mia disponibilità.

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Ciao stufa78,

se posso chiedere: tua madre vive sola? e poi: tu sei l'unica figlia?

Il tuo sfogo è uguale a quello di una mia amica, figlia unica appunto, con una madre in terapia psichiatrica.

Questa ragazza trova sollievo solo nei periodi in cui sua madre vive una relazione.... Nel senso che, in quei periodi, la madre scarica tutto su qualcun "altro". Ma purtroppo il problema si ripresenta più pesante quando la relazione finisce...

Davvero, sono situazioni che sfiniscono... Secondo me, servirebbe un allontanamento anche fisico, per imparare l'allontanamento mentale...

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Ciao stufa78,

se posso chiedere: tua madre vive sola? e poi: tu sei l'unica figlia?

Il tuo sfogo è uguale a quello di una mia amica, figlia unica appunto, con una madre in terapia psichiatrica.

Questa ragazza trova sollievo solo nei periodi in cui sua madre vive una relazione.... Nel senso che, in quei periodi, la madre scarica tutto su qualcun "altro". Ma purtroppo il problema si ripresenta più pesante quando la relazione finisce...

Davvero, sono situazioni che sfiniscono... Secondo me, servirebbe un allontanamento anche fisico, per imparare l'allontanamento mentale...

Ciao,

purtroppo sono figlia unica e mia madre abita sola da quando si è separata. Non ha nessuna relazione.

Ho comperato un bellissimo appartamento 1 anno fa e da circa 6 mesi ci vivo col mio fidanzato, stiamo assieme da 5 anni circa e se non ci fosse lui non so che farei, è una persona buona, pacata e molto innamorata. Dopo anni di ricerche ci ha colpito questa casa subito, l'unica pecca per me era il fatto che non è distante a sufficenza da mia madre (ma comunque la città in cui vivo non è enorme), e mi auguro che questo non la faccia sentire autorizzata ad invadere i miei spazi, dato che una volta è venuta a suonarmi fuori di testa.

Un po' me ne vergogno, ma quando ha questi periodi bui, ho proprio paura e un senso d'impotenza e per questo mi sento stupida a cadere nella sua follia. Quando non è più lei, o almeno il suo carattere già complicato si acutizza al 1000%, il mio desiderio è quello di fuggire lontano.

Mi sento opprimere, ho un mattone nel petto, devo assumere gocce per calmarmi. A volte vorrei sentirmi male per vedere se almeno questo può placarla. E' come entrare nella camera della ragazzina del film l'esorcista. Per me quand'è così, avvicinarmi mi provoca vera e propria angoscia. Vorrei che qualcuno che capisce la mia situazione mi dicesse che esagero nel agitarmi così, che posso tranquillizzarmi e che la vedo così difficile perchè sono fatta così, oppure al contrario magari ho ragione a preoccuparmi.

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Sono un po' di giorni che ho iniziato a sentirmi un po' meglio, ma non so se durerà.

A volte mi faccio forza pensando che dovrei essere più decisa senza farmi pervadere dal senso di colpa o dalla paura di nuove sceneggiate. Altre volte mi viene l'ansia, pensando che la mia vita sarà sempre peggio e che la situazione non si può cambiare. Chissà se davvero possiamo cambiare se lo vogliamo. Lo spero tanto.

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E' indubbiamente un rapporto malato...

La chiave per uscirne non la conosco, se non quella di allontanarsi fisicamente (ma solo come aiuto per riuscire a farlo anche con la testa), ma in quel caso si dovranno mettere in conto i sensi di colpa...

La mia amica fa di tutto per ignorarla (sia la madre che i sensi di colpa) tuffandosi in mille attività extra impiego... Ma anche queste snervano... e fanno ammalare...

Credo sia meglio l'affrontare di petto la questione... magari indagando sul vostro modo di relazionarvi passato... Per esempio: come la ricordi nel rapportarsi con te, figlia, o con tuo padre?

E poi dal lato pratico: tuo padre non se ne fa minimamente carico? Tu ne parli con lui?

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E' indubbiamente un rapporto malato...

La chiave per uscirne non la conosco, se non quella di allontanarsi fisicamente (ma solo come aiuto per riuscire a farlo anche con la testa), ma in quel caso si dovranno mettere in conto i sensi di colpa...

La mia amica fa di tutto per ignorarla (sia la madre che i sensi di colpa) tuffandosi in mille attività extra impiego... Ma anche queste snervano... e fanno ammalare...

Credo sia meglio l'affrontare di petto la questione... magari indagando sul vostro modo di relazionarvi passato... Per esempio: come la ricordi nel rapportarsi con te, figlia, o con tuo padre?

E poi dal lato pratico: tuo padre non se ne fa minimamente carico? Tu ne parli con lui?

Sia con me quando sono cresciuta e con mio padre ci sono stati questo tipo di problemi, magari non costantemente ma c'erano. Tante baruffe a casa, un clima pesante spesso. Mio padre oggi sa, non gli racconto molto, solo quando si arriva al tilt.

Più di tanto non interviene perchè sono separati, e poi mia madre non vuole si metta in mezzo. A meno che non lo chiami lei perchè ha necessità...

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E' indubbiamente un rapporto malato...

La chiave per uscirne non la conosco, se non quella di allontanarsi fisicamente (ma solo come aiuto per riuscire a farlo anche con la testa), ma in quel caso si dovranno mettere in conto i sensi di colpa...

La mia amica fa di tutto per ignorarla (sia la madre che i sensi di colpa) tuffandosi in mille attività extra impiego... Ma anche queste snervano... e fanno ammalare...

Credo sia meglio l'affrontare di petto la questione... magari indagando sul vostro modo di relazionarvi passato... Per esempio: come la ricordi nel rapportarsi con te, figlia, o con tuo padre?

Vedi, la mia paura feroce, è che essendo mia madre bipolare, la questione si ingrossa. E io, che sono anche pessimista di natura, mi vedo già una vita rovinata da continui altalenanti drammi da dover affrontare a causa della malattia di mia madre. Privandomi di quel briciolo di indipendenza o fiducia che il futuro e dei progetti possono darmi.

Che lei sia malata e non si renda conto del comportamento impossibile che ha verso gli altri oppure che non sia malata, ma sia ipotizziamo "normale" ma cattiva e che comunque non si renda conto del comportamento crudele che ha COSA CAMBIEREBBE a livello pratico per me? Forse che dovrei stare meno peggio sapendo che è malata e normalmente non sarebbe così? Mah.

Quanto conta il carattere di base di una persona che si somma poi ad una malattia così? Per me moltissimo. È un po' come ubriacarsi, l'alcool ti acutizza l'ira o la gioia in base allo stato d'animo presente in quel momento, e lo stesso è con la depressione bipolare.

Quindi, anche se poco cambia..., non si può imputare tutto alla malattia. Infatti mia madre quando sta bene/meglio, ha comunque sempre avuto un carattere molto complesso e secondo me, per queste persone è anche difficile il contrario. Il più delle volte è proprio la personalità ottenuta dal vissuto che può scatenare talune problematiche.

Se è come ho letto in giro e in base alla mia esperienza, questa malattia è davvero brutta, a mio parere è molto peggio di un cancro. Perchè non sai se finirà, sai che la persona non lotta per la sopravvivenza, non gliene frega niente e butta tutto il peso della responsabilità su chi è li, che si sente impotente e frustrato.

Avessi almeno delle sorelle o dei fratelli, basterebbe dividere il peso anche solo moralmente. Non sentirmi così sola a subire questa cosa.

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Vedi, la mia paura feroce, è che essendo mia madre bipolare, la questione si ingrossa. E io, che sono anche pessimista di natura, mi vedo già una vita rovinata da continui altalenanti drammi da dover affrontare a causa della malattia di mia madre. Privandomi di quel briciolo di indipendenza o fiducia che il futuro e dei progetti possono darmi.

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Se è come ho letto in giro e in base alla mia esperienza, questa malattia è davvero brutta, a mio parere è molto peggio di un cancro. Perchè non sai se finirà, sai che la persona non lotta per la sopravvivenza, non gliene frega niente e butta tutto il peso della responsabilità su chi è li, che si sente impotente e frustrato.

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Conosco la situazione... anche dall'altra parte...

Io sono bipolare. Così mi considerano i medici, da tanti anni. Prima la chiamavano con un altro nome, che ora mi sfugge. Ecco: questa è una caratteristica nostra: difficoltà di concentrazione, mancanza di memoria breve e molto altro che certamente sai.

Ma io rifiuto l'etichetta. E spesso anche le terapie. La prima perché la psichiatria è ancora uno studio in fase di esplorazione e la seconda perché non accetto di fare da cavia.

Concordo con te sul fatto che ogni persona rappresenta un caso a se, dovuto ad una somma di fattori relativi al proprio vissuto, alle circostanze della propria vita, se poi ci metti predisposizione genetica , fragilità emotiva..., insomma tutto quello che può formare un carattere.

Comprendo pienamente il senso di impotenza e la difficoltà di gestire la situazione da parte di chi vive con una persona che "vive la vita a due velocità". Molto più problematica poi, se la persona malata è un familiare perché usa spesso i ricatti emotivi.

Io ho cresciuto due figli, che ho avuto da bambina. Dico "bambina" nel senso, si, della minore età ma anche perché in collegio dalle suore dove sono stata abbandonata, non ho certo imparato quell'autostima che ti aiuta a stare in piedi e a difendersi nel mondo di fuori. Li ho cresciuti da sola, senza un uomo a fianco o una famiglia alle spalle. Ho lottato per tenerli, con le unghie e con i denti, da chi me li voleva togliere perché ero "matta" e non avevo un lavoro "regolare". Questo lo dico forte per dimostrarti con quale livello di Ignoranza io, da malata, mi son dovuta scontrare. Inutile aggiungere che non ho avuto dall'assistenza sociale nè sussidi, né un aiutino per l'inserimento in un ambiente lavorativo in regola ...

Ebbene, tutto questo ha influito negativamente sulla crescita e formazione dei miei figli, che oltre agli ostacoli di fuori, mancanze di punti fermi, miserie affettive ecc., non potevano nemmeno fare affidamento su di me, che vivevo periodi altalenanti, come fossi costantemente sulle "montagne russe"...

Tutta questa premessa per dirti che io, negli anni, credo di aver maturato una consapevolezza del mio stato e degli effetti che lo stesso ha causato e causa, purtroppo, sulle persone che amo, i miei figli. Dopo il periodo dolorosissimo degli scontri con loro, dell'esplosione maldestra della loro rabbia e dei sensi di colpa da parte mia, mi sono reinventata un modo di vivere (o non vivere?) e di relazione (o non relazione?) meno devastante per tutti: li ho liberati da me...e mi sono "ritirata"... in me stessa...

Mia figlia dopo il suo matrimonio, ha scelto di staccarsi da me, vive lontano una giornata di treno, non cerca contatti con me. Lo accetto, non senza dolore, come parte di una sua evoluzione che non so dove ci porterà ma che di certo io non devo, non voglio ostacolare.

Mio figlio ha trovato un suo equilibrio in Scozia, dopo un lungo periodo dove mi ha letteralmente lasciata senza sue notizie. In quel periodo ho vissuto un'agonia indescrivibile ma utilissima per farmi "sturare" le orecchie del cuore... Oggi ho con lui un rapporto nuovo, bellissimo. Quando mi chiama su skipe mi sforzo di controllare la mia emotività, e se non sono in un buon periodo mi nego con la bugia che ho problemi di connessione o che sono impegnata fuori... Quando ho la possibilità di volare da lui, e quindi di vivere nella sua stessa casa, anche se per brevi periodi, abbiamo adottato un sistema di convivenza che rispetta gli spazi di ognuno, e tutto va a favore di una crescita personale e di rapporto.

Ecco, stufa78, ti ho scritto questa mia esperienza, con la speranza che tu possa trovare degli spunti per riflettere sul tuo caso e maturare delle "strategie" di rapporto meno devastanti.

Che ne pensi?

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Conosco la situazione... anche dall'altra parte...

Io sono bipolare. Così mi considerano i medici, da tanti anni. Prima la chiamavano con un altro nome, che ora mi sfugge. Ecco: questa è una caratteristica nostra: difficoltà di concentrazione, mancanza di memoria breve e molto altro che certamente sai.

Ma io rifiuto l'etichetta. E spesso anche le terapie. La prima perché la psichiatria è ancora uno studio in fase di esplorazione e la seconda perché non accetto di fare da cavia.

Concordo con te sul fatto che ogni persona rappresenta un caso a se, dovuto ad una somma di fattori relativi al proprio vissuto, alle circostanze della propria vita, se poi ci metti predisposizione genetica , fragilità emotiva..., insomma tutto quello che può formare un carattere.

Comprendo pienamente il senso di impotenza e la difficoltà di gestire la situazione da parte di chi vive con una persona che "vive la vita a due velocità". Molto più problematica poi, se la persona malata è un familiare perché usa spesso i ricatti emotivi.

Io ho cresciuto due figli, che ho avuto da bambina. Dico "bambina" nel senso, si, della minore età ma anche perché in collegio dalle suore dove sono stata abbandonata, non ho certo imparato quell'autostima che ti aiuta a stare in piedi e a difendersi nel mondo di fuori. Li ho cresciuti da sola, senza un uomo a fianco o una famiglia alle spalle. Ho lottato per tenerli, con le unghie e con i denti, da chi me li voleva togliere perché ero "matta" e non avevo un lavoro "regolare". Questo lo dico forte per dimostrarti con quale livello di Ignoranza io, da malata, mi son dovuta scontrare. Inutile aggiungere che non ho avuto dall'assistenza sociale nè sussidi, né un aiutino per l'inserimento in un ambiente lavorativo in regola ...

Ebbene, tutto questo ha influito negativamente sulla crescita e formazione dei miei figli, che oltre agli ostacoli di fuori, mancanze di punti fermi, miserie affettive ecc., non potevano nemmeno fare affidamento su di me, che vivevo periodi altalenanti, come fossi costantemente sulle "montagne russe"...

Tutta questa premessa per dirti che io, negli anni, credo di aver maturato una consapevolezza del mio stato e degli effetti che lo stesso ha causato e causa, purtroppo, sulle persone che amo, i miei figli. Dopo il periodo dolorosissimo degli scontri con loro, dell'esplosione maldestra della loro rabbia e dei sensi di colpa da parte mia, mi sono reinventata un modo di vivere (o non vivere?) e di relazione (o non relazione?) meno devastante per tutti: li ho liberati da me...e mi sono "ritirata"... in me stessa...

Mia figlia dopo il suo matrimonio, ha scelto di staccarsi da me, vive lontano una giornata di treno, non cerca contatti con me. Lo accetto, non senza dolore, come parte di una sua evoluzione che non so dove ci porterà ma che di certo io non devo, non voglio ostacolare.

Mio figlio ha trovato un suo equilibrio in Scozia, dopo un lungo periodo dove mi ha letteralmente lasciata senza sue notizie. In quel periodo ho vissuto un'agonia indescrivibile ma utilissima per farmi "sturare" le orecchie del cuore... Oggi ho con lui un rapporto nuovo, bellissimo. Quando mi chiama su skipe mi sforzo di controllare la mia emotività, e se non sono in un buon periodo mi nego con la bugia che ho problemi di connessione o che sono impegnata fuori... Quando ho la possibilità di volare da lui, e quindi di vivere nella sua stessa casa, anche se per brevi periodi, abbiamo adottato un sistema di convivenza che rispetta gli spazi di ognuno, e tutto va a favore di una crescita personale e di rapporto.

Ecco, stufa78, ti ho scritto questa mia esperienza, con la speranza che tu possa trovare degli spunti per riflettere sul tuo caso e maturare delle "strategie" di rapporto meno devastanti.

Che ne pensi?

Gentilissima Senzapadroni,

grazie per la tua attenzione e per avermi confidato gran parte della tua vita.

Io in realtà non so con esattezza se il disturbo di mia madre è la bipolarità o altro, questo non me l'ha mai detto nessuno. L'ho ipotizzato io leggendo e confrontando molti comportamenti, poi magari mi sbaglio.

In alcune esperienze altrui, ho notato molte similitudini, come giorni di spiccata aggressività, poi buca nera, ma una cosa che non mi torna a pieno è questo periodo detto maniacale, che se ho capito bene, sarebbe la fase in cui la persona è iperattiva, piena di energie etc. Mia madre non ha questa fase, o meglio, ha dei giorni in cui sta bene, è di buon umore, è tranquilla e il buon senso si fa rivedere e non violenta.

Poi ha dei momenti di massimo sconforto anche per delle inezie, poi c'è il periodo nero e violento, sempre però scatenato da un qualcosa in particolare, ed è ovviamente il peggiore, in cui insulta tutti (parenti) e dice cose innominabili, è aggressiva si, ma oltre a inventarsi frasi o fatti mai detti e accaduti, non ha mai avuto vere e proprie manie di persecuzione come leggo in giro. Ma queste fasi non hanno necessariamente una ciclicità puntuale, sono fasi così, dettate da vari fattori interni ed esterni.

Poi, come ho già detto il carattere è fondamentale in queste persone. Non nascondiamoci nella sola malattia come causa perchè non è vero. Mia madre è comunque fragile, è comunque complicata ed ha un carattere davvero difficile, quindi...

E' più di un mese che non mi chiama, io non la chiamo. Non so cosa le passi per la testa. Chiama mia nonna, mio padre, ed ha anche momenti di "normalità", non accenna a me. Ovviamente non si ricorderà che l'ultima conversazione avuta era violenta nei miei confronti, in più disse a mio padre e a mia nonna che non voleva essere chiamata nè disturbata e altre cose folli. Non so cosa penserà di me, visto che non chiama. Forse che sono la solita figlia ingrata ed egoista.

Del resto con lei la via di mezzo non è fattibile, onestamente devo dire che mi dispiace della situazione ma non ne sento la mancanza. Stando 1 mese senza chiamarmi, si giustifica a maggior ragione il fatto che le 5 telefonate al giorno che mi faceva erano inutili. Se vuole chiamarmi bene, ma che venga in pace, senò che se ne stia per conto proprio.

Sarò rigida questa volta. E' una via che non ho mai avuto il coraggio di prendere. Non so se servirà, ma imporrà i miei spazi. Se vuole avere un minimo di rapporto bene, 1 telefonata al giorno per un saluto è più che sufficente. Ma appena inizierà la pantomima dovrò limitarla. Verrò insultata, offesa, invasa nella mia privacy ma tanto lo fa comunque, l'ha sempre fatto, anche quando ho dato la massima disponibilità, perciò...

Tu pensi che sia bipolare o depressa con psicosi?

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Tu pensi che sia bipolare o depressa con psicosi?

La diagnosi la può fare solo un medico, dopo mesi e forse anni di osservazione...

Ma poi, non è una diagnosi che risolve il problema. Cioè, non solo quella.

Quello che mi colpisce, piuttosto, è la tua inquietudine perchè non la senti, perché lei non ti cerca...

Tu lo vuoi un rapporto con lei, come è naturale che sia, ma equilibrato.

Forse tua madre è solo una donna dal carattere particolare, ferita/delusa/incattivita per alcuni suoi insucessi, con gli sbalzi ormonali della menopausa... Può essere?

Così fosse, dovresti appunto trovare tu il polso (senza aspettartelo da lei) di gestire il rapporto fra voi due affinchè non risulti devastante per la vita che ti stai creando...

Ciao! un abbraccio!

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  • 3 weeks later...

La diagnosi la può fare solo un medico, dopo mesi e forse anni di osservazione...

Ma poi, non è una diagnosi che risolve il problema. Cioè, non solo quella.

Quello che mi colpisce, piuttosto, è la tua inquietudine perchè non la senti, perché lei non ti cerca...

Tu lo vuoi un rapporto con lei, come è naturale che sia, ma equilibrato.

Forse tua madre è solo una donna dal carattere particolare, ferita/delusa/incattivita per alcuni suoi insucessi, con gli sbalzi ormonali della menopausa... Può essere?

Così fosse, dovresti appunto trovare tu il polso (senza aspettartelo da lei) di gestire il rapporto fra voi due affinchè non risulti devastante per la vita che ti stai creando...

Ciao! un abbraccio!

Che mia madre sia una donna con un carattere particolare è certo al 100%, ma non è solo quello. È troppo altalenante, il suo accanimento è esageratissimo, fuori norma e immotivato, o motivato solo per le sue idee.

Mi ha fatto 1 telefonata giorni fa, dopo 2 mesi che non ci vedevamo, in cui dice che non vuole fare la madre, che ha visto che io sono la solita menefreghista, una persona razionale che ragiona solo col cervello e non col cuore. Che in 2 mesi non ho mai chiamato, etc etc.

Ora la faccio breve, ma neppure lei mi ha mai chiamata, mai, ed io sono la figlia. Di contro però dice che lei in due mesi è stata benissimo! Che da sola sta bene. Quindi un controsenso pauroso. Lei sta benissmo ma punisce perchè io non ho chiamato. Vabbè...

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Buongiorno stufa,dopo aver letto il tuo ultimo post, non capivo bene e quindi sono andata indietro nelle tue lettere. Insomma stufa hai davvero un gran bel problema. Se mi fossi soffermata all'ultimo post, ti avrei scritto ''fregatene , chiamala, chiamala sempre tu se questo gli fa piacere'' , ma poi sono salita e sempre di più salendo il quadro diventava chiaro. Io ho avuto una suocera cosi, anni di battaglie per gestire il mio campo da attacchi, telefonate a qualsiasi ora anche della notte, per vedere se eravamo rincasati. Obbligata ad avere comportamenti consoni al loro ambiente (poi però non sanno neanche stare a tavola) .Dovevo avere un taglio di capelli da signora(ai tempi avevo 21 anni) :Just Kidding: . Provvenivo da una famiglia umile per la grande maestrina di mia suocera, lui dirigente delle ferrovie e capirai.La domenica pretesa della visita, ma quando ero li non mi calcolavano, e dimenticava anche di mettere il piatto nel mio posto ahahahahha povera donna stupida e patetica. Qunado mi sono sposata (non in chiesa) dopo 8 anni di convivenza, la faccia da funerale di mia suocera era evidentissima. Di carattare è sempre stata na marescialla, arrabbiata sempre e continuamente arrabbiata in tutto e con tutti. Pretese ogni giorno e visite improvvise quando diceva lei , perchè ci aveva aiutati a comperare la casa quindi si sentiva in dovere. Mio marito dici? Nulla , faceva la parte della vittima che non sapeva come gestire la cosa.Morale della favola? sono passati 25 anni, sto ancora con mio marito anche se devo dire che sono diventata molto dura anche con lui, lei è mezza andata mentalemnte e sta ancora in casa con mio suocero che se la deve sorbire da solo, ma peggio per luii che non ha mai fatto na mazza. Ed io me ne sto uscendo a poco a poco dei sensi di colpa nell'averli abbandonati pian pianino. Ho rincorso un sogno entrando nella loro famiglia, un sogno di essere considerata parte integrante di un nucleo, ma è svanito, loro non volevano questo mio stesso sogno.Anche se poi a sentirli parlare ,dicono che non è cosi, che mi hanno sempre voluta bene. Adesso sono vecchi, hanno bisogno e io se posso li aiuto per carità.Sono i nonni di mio figlio e davanti a lui devo essere dolce e onesta è questa la visuale che deve ricordare di me un giorno.

stufa viviti la tua vita il più serenamente possibile. Cerca di non sentirti in colpa se riesci a farlo.Creati una tua famiglia e lei frequentala come parente lontano. Fallo ,ma fallo adesso che hai 34 anni, il periodo giusto per pensare a se stessi.Tanto per come la giri la giri ,avrai sempre problemi con lei, è nella sua natura oltre ai suoi problemi creati anche da altri e da come è stata cresciuta. Non è tua competenza salvarla, puoi solo volerle bene e basta , la vita farà il resto.Ma tu intanto vivi la tua, prima che riesca a distruggerti anche questa tua vita( la convivenza), con le sue scenate ecc......sii egoista sanamente egoista e pensa a te se lei non ci pensa,fallo tu, pretendilo e riaquista la tua interiorità, la tua autostima e dignità di donna( da non confondere con l'orgoglio, che quello è un sentimento ridicolo).

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Ciao Violetta, grazie per il tuo intervento. Forse però tua suocera non aveva dei problemi mentali (depressione, esaurimento, bipolarismo, etc), non che questo cambi il fine...ma forse era solo caratterialmente così.

Mia madre, ha degli evidenti disturbi, ormai evidenti e peggiorati negli anni. Questo forse è il nocciolo della questione "sensi di colpa" che in realtà oggi si sono tramutati in "dispiacere" per lei, e rabbia per me.

Riesce a provocarmi degli stati d'animo micidiali, di ansie e nervosismo, anche se non la sento. Sono cresciuta in un perenne stato di allerta, anche da adulta, perchè lei di punto in bianco poteva insultarmi e incazzarsi per delle scemenze vecchie o immotivate.

Io vorrei pian piano venirne fuori da questa spirale, perchè so che mi farà vivere male, ma non so se posso farcela da sola (inteso come autoanalisi).

Lei non si rende conto di cosa provoca, è troppo presa dai suoi problemi, è lei quella in difficoltà, è lei la vittima, gli altri non stanno male, hanno sempre tempo, devono rendersi disponibili ed essere dei figli modello.

Preferisce non sentirmi più piuttosto di "adeguarsi" ad un rapporto umano, perchè pretende di +! ha detto che di 1 telefonata al giorno non se ne fa nulla.

Non posso ammalarmi per assolvere alle sue esigenze, che comunque non sarebbero mai sufficienti. Capisco che la sua depressione non le permette di ragionare normalmente ma anche per questo motivo non posso e non voglio rimetterci. Passerò da merd**** come sempre (che faccia tanto o che faccia poco)ma forse mi staccherò un po' mentalmente.

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