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ho fatto 30 ma non riesco a fare 31


dawes

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buonasera,

sono uno "studente" di 25 anni in giurisprudenza, ho 2 fratelli molto più grandi di me di 18 e 14 anni(uno è avvocato e molto scontento del suo lavoro, la sorella vive all'estero con la sua famiglia da molto tempo), i miei genitori sono in pensione da molti anni. Sono Timido e introverso da sempre, forse anche per aver frequentato ragazzi più grandi di me (ho fatto la primina per cui capitava anche di trovarsi in classe con ragazzi bocciati di due anni più grandi), ho sempre odiato il mio aspetto fisico (mi vedo troppo basso, esile e poco attraente nonostante sia conscio che i mostri siano altri). Il problema attuale è che sono fuoricorso di due anni: non ho mai avuto problemi di studio fin dalle elementari, all'università avevo una media alta (tra il 28 e il 28,5), capacità di comprensione/ memorizzazione ed esposizione superiori ai miei colleghi, per me adnare a dare gli esami rappresentava una sfida che volevo vincere a tutti i costi, e quasi sempre ci riuscivo (non ero un robot, a volte fallivo ma mi rialzavo sempre meglio).

A partire dal 4° anno ho iniziato a calare nelle prestazioni, studiavo in maniera sempre più approssimativa, svogliata e distratta, essendo pieno di dubbi e paure su quello che avrei potuto fare nella vita; ho terminato gli esami a fatica da quasi 10 mesi ma non riesco a scrivere la tesi, ho un blocco che non è quello classico dello scrittore, ho paura di fare un lavoro che sia mio e quindi personale, per cui semplicemente non riesco a mettermi al computer (l'attività di ricerca delle fonti invece l'ho fatta bene) perchè penso che farò una schifezza. Nel frattempo vedevo compagni di facoltà molto meno dotati di me laurearsi brillantemente e iniziare a lavorare, il tutto accompagnato da stabili relazioni sociali.

mi sono rivolto alla psicologia breve-strategica ma non sta portando molti frutti. la situazione inizia a essere veramente pesante tanto da farmi credere che dopo 7 anni e la fine degli esami non riuscirò comunque a laurearmi. In famiglia e gli amici pensano che stia solo divertendomi a fare il mantenuto, ma io vorrei con tutto il cuore superare questo problema per iniziare a lavorare e costruirmi una vita, ma non ci riesco!

il problema, come dice lo psicoterapeuta, è che io ho paura del mondo esterno, ho paura di mettermi in gioco perché non credo in me stesso e mi sento un incapace, e giro intorno al problema della tesi perchè rappresenta un momento di passaggio dal rassicurante mondo familiare in cui mi sono ritrovato come “ospite” ad uno che ancora non esiste e che devo costruire da solo.

Se penso a quando, dopo i primi esami, ero soddisfatto di me e mi vedevo già in un brillante futuro, mi viene da star male all’idea di stare sprecando tutto!

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il problema, come dice lo psicoterapeuta, è che io ho paura del mondo esterno, ho paura di mettermi in gioco perché non credo in me stesso e mi sento un incapace, e giro intorno al problema della tesi perchè rappresenta un momento di passaggio dal rassicurante mondo familiare in cui mi sono ritrovato come ospite ad uno che ancora non esiste e che devo costruire da solo.

Certe volte sembra più complesso trovare il problema che la sua soluzione...posso chiederti cosa ti ha consigliato lo psicoterapeuta?

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mi ha dato da fare degli esercizi a casa (ho scoperto che non a caso si chiamano homeworks), cioè un lavoro di concentrazione sui pensieri negativi per mezz'ora al giorno (successivamente sono diventati 5 minuti obbligatori al giorno, e poi 5 minuti solo se si fosse ripresentato qualche pensiero), scrivere quello che secondo me avrebbe potuto continuare a danneggiarmi e quello che avrei potuto fare per peggiorare la situazione.

per superare lo scoglio della tesi dovevo scrivere un'ipotetica ultima frase che avrei potuto mettere nella redazione finale (quindi, non una frasetta banale fatta solo per eseguire il compito a casa) e dopo, visto che a parere suo ci ero riuscito brillantemente, il capoverso che avrebbe portato a quella frase, procedendo quindi all'indietro; quest'ultimo compito, però, l'ho disatteso perchè dal punto di vista strutturale e logico della tesi mi veniva quasi impossibile, così d'accordo con lui avevo deciso di provare a riprendere il filo del discorso che avevo interrotto mesi fa.

ovviamente l'esperimento non è andato a buon fine, il tempo è passato e ho continuato a rimandare e rimandare, per cui adesso non mi resta che tornare alla sua proposta, per quanto mi sembri strana da realizzare.

la mia più grande paura è quella di non riuscire a risvegliare la mia testa dal torpore in cui è caduta: prima facevo sacrifici, e ottenevo dei risultati, che adesso mi sembrano fantascienza

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mi ha dato da fare degli esercizi a casa (ho scoperto che non a caso si chiamano homeworks), cioè un lavoro di concentrazione sui pensieri negativi per mezz'ora al giorno (successivamente sono diventati 5 minuti obbligatori al giorno, e poi 5 minuti solo se si fosse ripresentato qualche pensiero), scrivere quello che secondo me avrebbe potuto continuare a danneggiarmi e quello che avrei potuto fare per peggiorare la situazione.

Piuttosto che concentrarmi sui miei pensieri negativi io avrei preferito scrivere una tesi in cinogiapponese...ma immagino di essere troppo ignorante per comprendere la psicoterapia :Just Kidding:

per superare lo scoglio della tesi dovevo scrivere un'ipotetica ultima frase che avrei potuto mettere nella redazione finale (quindi, non una frasetta banale fatta solo per eseguire il compito a casa) e dopo, visto che a parere suo ci ero riuscito brillantemente, il capoverso che avrebbe portato a quella frase, procedendo quindi all'indietro; quest'ultimo compito, però, l'ho disatteso perchè dal punto di vista strutturale e logico della tesi mi veniva quasi impossibile, così d'accordo con lui avevo deciso di provare a riprendere il filo del discorso che avevo interrotto mesi fa.

ovviamente l'esperimento non è andato a buon fine, il tempo è passato e ho continuato a rimandare e rimandare, per cui adesso non mi resta che tornare alla sua proposta, per quanto mi sembri strana da realizzare.

la mia più grande paura è quella di non riuscire a risvegliare la mia testa dal torpore in cui è caduta: prima facevo sacrifici, e ottenevo dei risultati, che adesso mi sembrano fantascienza

Credo che a questo punto non abbia senso chiederti se ti piace la facoltà nella quale ti stai laureando, sei arrivato al capolinea dei tuoi studi quindi l'unica cosa che puoi fare è scrivere quella benedetta tesi.

Tutto quello che verrà dopo, il praticantato, la ricerca del lavoro, la gavetta e la carriera una volta trovato il lavoro, a mio avviso sono pensieri che devi mettere da parte altrimenti non ne esci.

Immagina di stare guidando, se ogni volta che sali in macchina ti metti a pensare a quello che farai una volta arrivato e poi dopo e poi dopo ancora, difficilmente resisterai alla tentazione di scendere subito da quella automobile sia che si tratti di pensieri positivi (nel qual caso avrai già assaporato le sensazioni piacevoli e non ne avrei più voglia) sia che si tratti di pensieri negativi (che a forza di pensarci si ingigantiranno).

Una volta presa la laurea nulla è deciso, non devi per forza fare l'avvocato ed essere scontento del tuo lavoro come tuo fratello, puoi fare anche il muratore se decidi che è quello che ti piace, non credi?

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Piuttosto che concentrarmi sui miei pensieri negativi io avrei preferito scrivere una tesi in cinogiapponese...ma immagino di essere troppo ignorante per comprendere la psicoterapia :Just Kidding:

Credo che a questo punto non abbia senso chiederti se ti piace la facoltà nella quale ti stai laureando, sei arrivato al capolinea dei tuoi studi quindi l'unica cosa che puoi fare è scrivere quella benedetta tesi.

Tutto quello che verrà dopo, il praticantato, la ricerca del lavoro, la gavetta e la carriera una volta trovato il lavoro, a mio avviso sono pensieri che devi mettere da parte altrimenti non ne esci.

Immagina di stare guidando, se ogni volta che sali in macchina ti metti a pensare a quello che farai una volta arrivato e poi dopo e poi dopo ancora, difficilmente resisterai alla tentazione di scendere subito da quella automobile sia che si tratti di pensieri positivi (nel qual caso avrai già assaporato le sensazioni piacevoli e non ne avrei più voglia) sia che si tratti di pensieri negativi (che a forza di pensarci si ingigantiranno).

Una volta presa la laurea nulla è deciso, non devi per forza fare l'avvocato ed essere scontento del tuo lavoro come tuo fratello, puoi fare anche il muratore se decidi che è quello che ti piace, non credi?

pensa che nonostante l'avessi scelta come ripiego per il fallimento del test d'ingresso a medicina, negli anni passati ho amato questa facoltà, e pensavo che sarei stato perfetto (a dire il vero me lo dicevano più gli altri, sebbene ogni tanto lo pensassi pure io, e poi i risultati erano a mio favore). poi di colpo, boom, nausea totale!

il problema è che questa situazione mi ha messo in testa l'idea di essere inadeguato non solo per quello che avrei pensato di fare, ma anche per tutto il resto, per qualunque altra occupazione!

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il problema è che questa situazione mi ha messo in testa l'idea di essere inadeguato non solo per quello che avrei pensato di fare, ma anche per tutto il resto, per qualunque altra occupazione!

Purtroppo le scuole superiori e l'Università danno davvero poca preparazione riguardo al mondo del lavoro...forse la tua sensazione di inadeguatezza potrebbe derivarti da questo? In tal caso ti posso dire che l'unico modo per vincerla è entrare nel campo di battaglia...

Adesso sei in una situazione di stallo e, per esperienza personale, lo stare fermi non ti aiuterà a risolverla.

Nel frattempo stai provando con la tecnica che ti ha suggerito lo psi?

P.s. riguardo l'inadeguatezza...se penso a come va l'Italia, paese di arruffoni e improvvisatori, i tuoi timori mi fanno tenerezza :):

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Purtroppo le scuole superiori e l'Università danno davvero poca preparazione riguardo al mondo del lavoro...forse la tua sensazione di inadeguatezza potrebbe derivarti da questo? In tal caso ti posso dire che l'unico modo per vincerla è entrare nel campo di battaglia...

Adesso sei in una situazione di stallo e, per esperienza personale, lo stare fermi non ti aiuterà a risolverla.

Nel frattempo stai provando con la tecnica che ti ha suggerito lo psi?

P.s. riguardo l'inadeguatezza...se penso a come va l'Italia, paese di arruffoni e improvvisatori, i tuoi timori mi fanno tenerezza :):

per la cerità la situazione non si è ancora sbloccata, come se la mia testa non fosse più in grado di pensare a tutto quello su cui ho lavorato per 7 lunghissimi anni.

quanto alla sensazione di inadeguatezza, non credo dipenda dalle istituzioni scolastiche o universitarie, dipende tutto da me e dalla mia eccessiva severità nei miei confronti

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per la cerità la situazione non si è ancora sbloccata, come se la mia testa non fosse più in grado di pensare a tutto quello su cui ho lavorato per 7 lunghissimi anni.

quanto alla sensazione di inadeguatezza, non credo dipenda dalle istituzioni scolastiche o universitarie, dipende tutto da me e dalla mia eccessiva severità nei miei confronti

Conoscere il problema è già un qualcosa...ma è sempre stato così nella tua vita? questo però non ti ha impedito di dare gli altri esami, giusto?

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Conoscere il problema è già un qualcosa...ma è sempre stato così nella tua vita? questo però non ti ha impedito di dare gli altri esami, giusto?

sempre, però mi è servito da stimolo in ogni occasione: ora invece è un blocco tremendo!

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sempre, però mi è servito da stimolo in ogni occasione: ora invece è un blocco tremendo!

L'altra faccia della medaglia immagino, ogni cosa può essere un tempo d'aiuto e l'altra d'impaccio...tu non hai proprio idea di cosa sia cambiato nella tua vita e nel tuo modo di pensare tra il prima e il dopo? tra quando rincorrevi la laurea e ora che la schivi?

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L'altra faccia della medaglia immagino, ogni cosa può essere un tempo d'aiuto e l'altra d'impaccio...tu non hai proprio idea di cosa sia cambiato nella tua vita e nel tuo modo di pensare tra il prima e il dopo? tra quando rincorrevi la laurea e ora che la schivi?

sinceramente non lo so, o meglio

so che è cambiato il modo di pensare, nel senso prima sapevo di dover studiare e terminare gli studi, e volevo farlo nel migliore dei modi per assicurarmi (quanto meno provarci) un buon futuro, un futuro nel quale riuscivo a vedermi con abbastanza facilità; quando ho iniziato ad avere nausea di tutto ciò che stava attorno a me ho incominciato a non vedermici più in quel futuro, e praticamente mi sono buttato via come se non mi importasse più niente, perchè sospettavo -sospetto- di non essere più all'altezza dei miei coetanei e del mondo esterno.

quello che non capisco è il rapporto di causa-effetto in questa situazione, quale sia la causa e quale l'effetto, e come uscirne

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Come va? qualche cambiamento?

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Come va? qualche cambiamento?

qualcosa si è mosso, fortunatamente. non riesco a capire bene quale sia stata la molla che abbia fatto scattare il meccanismo, ma ho ripreso in mano la situazione, perlomeno quella legata alla tesi.

il resto ho deciso di metterlo da parte almeno per questi mesi.

forse ho iniziato a essere davvero stanco della situazione stantia in cui mi ero cacciato, stanco di vedere i miei ex compagni andare avanti ed io rimanere fermo al palo.

l'unico timore che ho è quella di una ricaduta, d'altronde mi era capitato anche a inizio anno di approcciarmi alla tesi con entusiasmo e vigore, per poi bloccarmi.

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l'unico timore che ho è quella di una ricaduta, d'altronde mi era capitato anche a inizio anno di approcciarmi alla tesi con entusiasmo e vigore, per poi bloccarmi.

Almeno ora sai che la fase cosiddetta di stallo non è per sempre, quindi se anche ti dovesse risuccedere non devi spaventarti o demoralizzarti ma solo cercare di ascoltare di più te stesso e avere fiducia che passa.

Per curiosità, stai seguendo il metodo del tuo terapeuta nella stesura della tesi?

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Almeno ora sai che la fase cosiddetta di stallo non è per sempre, quindi se anche ti dovesse risuccedere non devi spaventarti o demoralizzarti ma solo cercare di ascoltare di più te stesso e avere fiducia che passa.

Per curiosità, stai seguendo il metodo del tuo terapeuta nella stesura della tesi?

no perchè doveva servire per altro, per sbloccare la mente come diceva lui, non è certo un metodo di redazione che posso usare per tutto (anche perchè vai da un professore a dirgli che gli porti i capitoli in ordine inverso...)

comunque l'idea che mi sono fatto è che il terapeuta mi abbia aiutato per alcune cose ma non per tutto, cioè mi sia servito per archiviare alcuni pensieri negativi ma non per affrontare il problema principale. il fatto è che questi pensieri negativi, queste paure, questa sensazione di disagio, l'ho sempliecmente messa da parte e ogni tanto torna a farsi sentire, non l'ho affatto sconfitta!

ad esempio oggi sono stato in università, continuavo a sentirmi un imbecille e appena ho intravisto un mio ex compagno ho cambiato strada perchè di questa situazione, del mio ritardo, mi vergogno profondamente!

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no perchè doveva servire per altro, per sbloccare la mente come diceva lui, non è certo un metodo di redazione che posso usare per tutto (anche perchè vai da un professore a dirgli che gli porti i capitoli in ordine inverso...)

Immaginavo...

comunque l'idea che mi sono fatto è che il terapeuta mi abbia aiutato per alcune cose ma non per tutto, cioè mi sia servito per archiviare alcuni pensieri negativi ma non per affrontare il problema principale. il fatto è che questi pensieri negativi, queste paure, questa sensazione di disagio, l'ho sempliecmente messa da parte e ogni tanto torna a farsi sentire, non l'ho affatto sconfitta!

ad esempio oggi sono stato in università, continuavo a sentirmi un imbecille e appena ho intravisto un mio ex compagno ho cambiato strada perchè di questa situazione, del mio ritardo, mi vergogno profondamente!

Forse dovrei dirti che non bisogna vergognarsi dei propri malesseri, che siamo esseri umani e non macchine...ma mi sento solo di dirti che ti capisco perché io avrei fatto (e faccio) lo stesso.

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