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La bicicletta elettrica può aiutare a ridurre il traffico?


La bicicletta elettrica può aiutare a ridurre il traffico e l’inquinamento in città?  

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La bicicletta elettrica può aiutare a ridurre il traffico e l’inquinamento in città?

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Nessun problema di inquinamento, minimo ingombro, manovrabilità estrema, rumore (campanello escluso) quasi insistente: la bicicletta elettrica è certamente il mezzo ideale per muoversi in città. In Italia poi sembra inventata apposta per dare speranza a chi ormai al traffico e all’inquinamento si era rassegnato. La bicicletta elettrica è destinata a rivoluzionare il futuro della propulsione, soprattutto nei centri urbani; riduce drasticamente sforzo e fatica e contribuisce a combattere l’inquinamento atmosferico, fonte certa di danni per la salute.

Oggi molte regioni italiane propongono di incentivare l’uso di mezzi di trasporto “ecologici”.

Per non arrivare in ritardo all’appuntamento di questo nuovo promettente affare che potrebbe contribuire efficacemente a risolvere alcuni problemi cronici delle città, presso il Comitato di normazione europeo CEN (Comité Europeén de Normalisation) sono allo studio una serie di norme tecniche di sicurezza e di prestazione riguardanti le biciclette (si veda tabella 1). Tra queste c’è anche il progetto di norma riguardante le biciclette elettriche, dal titolo “Cycles - Electric power assisted cycles - requirements and test methods”.

Il Comitato Tecnico Europeo CEN/TC 333 “Biciclette” -la cui segreteria è gestita dall’Italia- incaricato di studiare le norme europee, ha l’intenzione di preparare una norma innovativa per le biciclette elettriche, che contenga cioè caratteristiche di sicurezza adeguate al tipo di prodotto e caratteristiche di prestazioni all’avanguardia, per ridurre il rischio di avere sul mercato prodotti di questo tipo concepiti e progettati con carenze e difetti, a danno degli utilizzatori. Inoltre l’impegno pubblico nel sostenere questi nuovi mezzi di trasporto mediante l’acquisto diretto o la messa a disposizione di incentivi, ha portato la necessità di definire con normative tecniche appropriate le caratteristiche di questi prodotti. Con una assistenza del motore elettrico alla pedalata che si interrompe ala velocità di 25 km/h e con un livello di autonomia delle batterie che consente di percorrere fino a 40 chilometri senza ricarica, questo versatile mezzo di trasporto promette bene ma presenta alcuni aspetti di sicurezza che solo a livello normativo possono essere risolti.

La normativa allo studio nel CEN/TC 333 valuta molti aspetti della bicicletta elettrica; infatti, a differenza di ciò che sembra (un incrocio tra una bici e un motorino elettrico) è in realtà un prodotto sofisticato e complesso: equipaggiata da uno speciale motore elettrico che funziona in corrente continua e da batterie fisse, spesso la bicicletta elettrica ha anche un “cervello elettronico” che ne comanda tutte le funzioni; un sensore di velocità ad esempio è in grado di capire quando è necessario intervenire a supporto della pedalata, riducendo quindi lo sforzo in determinate situazioni (ad esempio partenza da fermo o in salita). Tutte queste caratteristiche, che pongono potenziali pericoli a chi usa il mezzo di trasporto, sono oggetto di studi e di ricerche che l’industria del settore ha già portato avanti da tempo: in primis l’industria italiana del settore rappresentata dall’ANCMA (Associazione nazionale ciclo motociclo accessori) che raggruppa i principali fabbricanti di biciclette, moto, ciclomotori e di componenti.

L’ANCMA segue attivamente i lavori di normazione europei del CEN/TC 333 e del Gruppo di Lavoro UNI “Biciclette” e tramite i suoi esperti collabora alla realizzazione delle norme tecniche allo studio. Il mercato della trazione elettrica rappresenta un interessante segmento dove aziende e case costruttrici stanno investendo risorse economiche in termini di ricerca e di sviluppo. Del resto è veramente un mezzo nuovo, semplice da usare e soprattutto in linea con le necessità di mobilità urbana e con le vigenti normative antinquinamento - sempre più rigide e vincolanti per quanto riguarda l’accesso ai centri storici - e in grado di garantire un reale movimento permettendo di attraversare in lungo e in largo le città con semplicità e sforzo minimo.

Nel CEN/TC 333 l’attività normativa è seguita da molte associazioni europee e nazionali di consumatori e di utilizzatori della bicicletta; anche l’associazione italiana FIAB (Federazione italiana amici della bicicletta) segue con attenzione i lavori e propone la discussione di molti aspetti di interesse per gli utilizzatori di questi mezzi, a garanzia di una equilibrata preparazione di requisiti tecnici da applicare alle bici.

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RISPOSTA RAPIDA :

La bici elettrica è :

in assoluto troppo pesante e troppo lenta

ha una ridotta autonomia di soli 40 km ed è veramente da pigri

si sposta a fatica perchè è pesante

è poco manovrabile nei trasporti in auto

Quando le passo mui fanno veramente pena .

Proporrei una cosa più semplice :

che tutti acquistassero una buona bicicletta leggera e sicura con più possibilità di cambio.

La bici elettrica favorisce i pigri ed in parte il traffico.

Ripeto : meglio la vecchia bici con lmateriali idonei tipo alluminio - carbonio - titanio.

Certo quella elettrica costa poco ed è alla portata ma non risolve il problema per i lunghi tragitti cittadini perchè l'autonomia è temporale e sopratutto con il tempo bisogna cambiare le batterie che inquinano anche quelle.

Scusate sono un tradizionalista ma consiglio la bici vecchia con carburante a cibo umano (gambe e intestino) 8)

Bel Tema Alessandro. 8)

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