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timidezza??


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ciao a tutti!!

da dove iniziare? Allora, faccio l'ultimo anno delle superiori e da sempre sono molto timida. Da bambina mi ricordo che mi vergognavo tantissimo a parlare con gli sconosciuti, alle elementari e medie andavo a scuola in un piccolo paesino, nella mia classe eravamo tipo 25 e io ero amica delle 7 o 8 femmine mentre con i maschi quasi non parlavo. ho iniziato a pormi il problema di essere troppo timida, ne avevo parlato con una mia amica e ogni giorno partivo con la convinzione di parlare però poi con i ragazzi niente, non ci riuscivo, mi sentivo stupida e sfigata e non spiccicavo parola.

alle superiori sono partita motivata, nuova scuola nuova vita, questa era la mia filosofia, ma lì è stato ancora peggio.. subito tutti iniziavano a conoscersi, dopo 3 o 4 mesi ero al punto di partenza però comunque mi invitavano a uscire, col senno di poi è evidente che cercavano di smuovermi, io accettavo gli inviti ma mi convincevo che ormai i gruppi di amici erano formati e che mi invitavano più per pena.. perciò uscivo ma quasi arrabbiata con loro, e facevo quasi scena muta.. ero tipo un cagnolino che li seguiva in silenzio.. oppure a volte mi interessavo ma non sapevo cosa dire (ho notato che ad esempio sul pullman quando ero con i miei compagni non sapevo come intervenire nei discorsi mentre quando x qualche motivo ero lontano ma li sentivo parlare avrei saputo cosa dire e ovviamente non è perché ero sfigata e i discorsi su cui sapevo parlare c'erano quando non potevo farlo) perciò hanno smesso di invitarmi. ero sempre da sola, mi attaccavo ogni tanto a qualche gruppetto per non far vedere agli altri che ero da sola, però uscivo pochissimo. ho perso il rapporto con le amiche delle medie..

a fine seconda ho recuperato il rapporto con le amiche delle medie e mi sono creata un gruppetto ma anche con loro era la solita storia che non parlavo..

in terza è cambiata la classe e non so in realtà cosa sia successo, forse perchè nella classe nuova non erano tutte fighette-ochette mi sono tolta la "depressione" che avevo addosso. ho iniziato a vedermi carina, ho cominciato a parlare. ora mi piace la mia carnagione abbronzata, gli occhi neri che consideravo banali. mi piaccio e questo ha portato i suoi frutti perché in generale sono considerata carina e sicuramente tutto tranne che sfigata. a riprova di questo alcuni del mio paese che non mi avevano mai considerata ci hanno provato.. prima non parlavo, quest'estate sono uscita più volte con un gruppo di soli ragazzi e mi sono trovata bene. quest'estate ho addirittura fatto una sfilata, perché appunto fisicamente mi piaccio.

il fatto è che non so, c'è il periodo in cui appunto faccio la sfilata, sono socievole poi vedo quelle ragazze che hanno un sacco di amici, scherzano con tutti, parlerebbero anche con il muro, sono sempre carine e disinvolte, e mi butto giù. non penso più a tutti i miglioramenti che ho fatto ma al fatto che "non sono al loro livello" e così faccio un sacco di passi indietro. poi con i ragazzi è un casino perché quelli con cui parlo proprio tranquillamente, ci sto insieme x 4 ore e so cosa dire, non mi interessano (e comunque con loro non ho un rapporto, sono quelli che capita di vedere in giro, in discoteca...) quelli che mi interessano mi mettono in imbarazzo infatti con un ragazzo ci esco una volta dopodiché ho paura di non sapere cosa dire e basta lascio perdere. perché bo mi sembra di essere quella con cui fai i discorsi più seri, cioè non nel senso che con me fai i comizi politici, ma che non sono quella con cui un ragazzo scherza e che magari si prendono in giro a vicenda sapendo che è tanto x ridere..non so in realtà con le mie amiche scherzo, faccio discorsi seri, ci prendiamo in giro, ho un rapporto normale.

forse quello che mi serve è un "tuffo nel vuoto" ad esempio l'università dove non conosco nessuno e magari tiro fuori tutto quello che ho perché mi accorgo che spesso ho usato le mie amiche come paracadute, non provavo a fare nulla tanto loro "mi bastavano".. mi accorgo che per quanto io voglia bene a loro e stia bene con loro, a volte sono un limite. ad esempio quest'estate uscivo con loro e un gruppo e parlavo poco, uscivo con il gruppo senza loro e parlavo e scherzavo. non capisco perché, forse mi sento catalogata come "quella che non parla" anche se loro lo dicono che sono migliorata tantissimo e in generale me lo dicono quelli che mi conoscevano una volta.

scusate ho scritto troppo, ho provato a tagliare ma più di così non riesco!

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Anche io sono un timido, e a causa di questa sensazione ho sviluppato una certa insicurezza soprattutto con le donne, sono stato sposato, fin dal principio dell'innamoramento tutto bene perchè entrambi eravamo possessivi uno dell'altra ma poi lei ha cominciato giustamente a dividere la sua vita con gli amici e i familiari mentre io accentravo tante figure in lei, visto che mi trovavo a lavorare in una città dove non sono nato. Adesso il matrimonio è andato a rotoli ho una figlia di 13 anni lontano da me 1600 chilometri e come puoi ben capire non è facile vederla. Ho provato ad avere altre relazioni ma sono state di breve durata e una volta quando ho avuto una di queste relazioni sentivo che mi stavo innamorando di questa donna ma ho somatizzato la brutta esperienza del mio divorzio a tal punto che quando il mio cuore si stava aprendo con un'altra donna, non riuscivo a respirare. Insomma a causa della mia timidezza ne consegue una insicurezza che mi porta a distruggere un'eventuale unione con l'altro sesso perchè divento geloso. In questo momento della mia vita preferisco non avere un rapporto intimo con le donne, forse sono ancora innamorato patologicamente della mia ex moglie ed è per questo che quando vado a trovare mia figlia, soffro tantissimo perchè sono costretto a vedere i posti dove ho passato dei momenti piacevoli con la mia ex moglie, e come se si riaprisse una cicatrice profonda. Perchè ti scrivo tutto ciò, per incoraggiarti a non mollare, continua a scrivere ed ammettere della tua timidezza quì, o con delle amiche fidate in modo tale da conoscere quali eventuali rimedi puoi attuare, non averne vergogna e cerca di familiarizzare con questi sentimenti negativi avendo il buon proposito di intraprendere un percorso personale di crescita che ti aiuti a sentirti bene con te stessa, se prima non ti senti bene con te stessa non puoi sentirti bene con gli altri, te lo dice una persona che ha attraversato un lungo tunnel di depressione ma adesso mi sforzo di combattere i sentimenti negativi, ma avvolte cado nel pregiudizio che c'è dentro la mia mente ma questo non vuol dire che è la realtà dei fatti e semnplicemente la mia percezione in quel determinato tempo e contesto. Spero di esserti stato utile, tu lo sei stata in quanto ho avuto occasione di condividere il problema che ci accomuna. A presto.

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con le mie amiche non ne parlo mai, un po' perché a loro ho "rotto" per questa cosa per 3 o 4 anni e poi in realtà preferisco così, sennò mi conosco finisco per lamentarmi e autocommiserarmi e rischio di tornare a com'ero 3 anni fa che ero a un pelo dalla depressione e assolutamente no, a 3 anni fa non ci torno! a volte vorrei parlarne ma se ho proprio bisogno di consigli ne parlo a mia mamma con cui ho un bel rapporto..

devo più che altro risolvere il problema delle uscite da sola con un ragazzo e programmate perché poi se sono in gruppo o sono incontri casuali (quindi non ho avuto il tempo di farmi le mie seghe mentali) sono molto più tranquilla.. ma si dai la prossima volta esco sorridente e propositiva e vedi che un discorso lo faccio :-)

sono contenta di esserti stata utile e quello che mi viene di dirti è che hai una figlia, e i bambini si accorgono di come stanno gli adulti, sta male anche lei se sente che che ci stai male.. questo è il giudizio di una diciottenne che non ha idea di cosa voglia dire la fine di un matrimonio o avere una figlia quindi prendilo come vuoi.. però so cosa vuol dire avere dei genitori e, non voglio incolpare i miei, però è vero che un po' sono stata influenzata: mia mamma, ora forse un po' meno, è sempre stata quella che non si osa, quella che si comporta sempre per bene per paura di essere giudicata mentre mio papà ce l'ha un po' con tutti.. attacca per paura di essere attaccato.. sono entrambi convinti che se ad esempio qualcuno fa una cattiveria o una cosa sbagliata verso di loro l'ha fatto apposta mentre a volte è chiaro che è un caso.. poi non voglio togliermi le mie responsabilità ma appunto a volte mi sento un po' condizionata, più che altro una volta, a diciott'anni sto imparando a giudicare con il mio metro..

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Sicuramente il contesto familiare condiziona le nostre vite, i genitori dovrebbero essere delle guide ma avvolte per una moltitudine di cose non sono quello che vorremmo che fossero, io ho sofferto tanto insieme alle mie sorelle e a mio fratello del fatto di essere cresciuto con una madre depressa e credo anche se non dovrei ammetterlo che la genetica abbia favorito l'insorgere della mia patologia. Hai 18 anni, ancora il tuo cervello e giovane e plastico quindi il consiglio che ti do io e quello di non farti condizionare da ciò che sono i tuoi genitori, credo che questa sia la chiave di lettura della tua timidezza, non criticarli, magari hanno avuto delle esperienze che l'hanno portato a comportarsi in una determinata maniera, cerca di mantenere sempre una lucidità mentale e se in un momento x della tua vita non ti senti di affrontare un'uscita con un ragazzo allora apriti a lui e gli dici le cose come stanno, se esso merita la tua amicizia saprà aspettare il momento giusto o magari riuscirà ad entrare nel tuo cuore. Sai una cosa, oggi sono tornato al lavoro, per il momento è un periodo tranquillo visto le festività in corso, mi sentivo un poco agitato è ho cominciato a mettere su carta i miei pensieri come sfogo e poi strappo tutto e li butto nel cestino, non sai quanto mi aiuta questa cosa, un'altro metodo e quello di rifugiarmi nella lettura. Insomma sono un tipo introverso in questo momento della mia vita, esco poco perchè mi sento in imbarazzo a stare in posti nuovi dove conosco poche persone, ma non mi dispiace questa solitudine, so che in questi anni ho lavorato in me stesso, mi sento più solitario ma non sono infelice anzi ti dirò che mi sento una persona migliore e cosa importante è stata che attraverso la sofferenza ne ho tratto due cose positive: l'amore per la cultura e la fede. A questo punto tu mi dirai e io che devo fare? semplicemente lasciati guidare dal tuo cuore parla dentro di te e vedrai che troverai un percorso che ti regalerà la serenità ma la strada non è facile ne immediata quindi non mollare.

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