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Maschio o femmina? Magari entrambi. Il sopralluogo


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Credo che il problema nasca quando ci si sente diversi da come si appare,

Io mi sento un ragazzino, il problema è che fuori sono un vecchio.

Ho sempre una gran voglia di sperimentare cose nuove, e invece devo fare i conti con il mio fisico: capelli e barba bianca, pancetta da cinquantenne (non esagerata, ma c'è), movimenti meno elastici di un tempo, io che ho fatto molto sport.

Non mi sento donna, se è questo che intendevi, io amo l'abbigliamento femminile, e vorrei indossarlo come uomo.

E lo faccio.

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Secondo me tutto nasce perche non ci si accetta per quello che si e'.

L'accettazione di se stessi è ciò che fa ruotare il mondo.

Se non ti accetti, finisci facile preda di coloro che invece hanno capito presto i propri limiti e punti di forza e li fanno valere sugli altri.

Attenzione, parlo sia in senso negativo che positivo.

Leaders sono coloro che accettano se stessi (con tutti i difetti) e vivono la propria vita pienamente, in molti casi aiutando gli altri, in moltissimi sfruttandoli.

Per conto mio, ho alle spalle dieci anni di volontariato in ambulanze del 118, ho cercato di accettarmi rendendomi utile agli altri. Non so, forse è servito, perché oggi, a differenza di molti anni fa, io voglio vivere questa mia passione per gli abiti femminili con la piena consapevolezza, e vorrei trovare un modo per viverla in equilibrio con la mia vita "ufficiale". pubblica, dopo una vita trascorsa a nascondermi.

Tornando alla faccenda dello scrittore, forse hai ragione, ho velleità di scrittore, ma purtroppo non lo sono.

Forse sono ancora in tempo, Giorgio Faletti ha pubblicato il primo romanzo più o meno alla mia età, chissà...

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Scusate, la mia presenza sul forum potrebbe essere discontinua e poco frequente, lavorando come impiegato in uno studio commercialista non ho molto tempo a disposizione.

Riuscite ad immaginare un lavoro più lontano dalla mia passione per le gonne?

Intanto aggiungo un altro pezzo di ciò che ho fatto nei giorni scorsi.

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Sto tremando ancora adesso...
Mattinata impegnativa ed emozionante. Ho deciso di fregarmene della depilazione. Mi cerco una gonna lunga, da indossare con le scarpe che ho comprato sabato scorso.
Ore 8,15, sono in macchina alla volta della zona che ho scelto per le mie “uscite” femminili. Di solito ci metto mezz’ora, alle 8,30 sono lì. E’ sabato, poco traffico. Arrivo nel negozio dei cinesi in cui ho comprato la gonna l’altra sera. Infilo il portafogli e le scarpe nella borsetta, me la metto in spalla ed entro. Locale deserto, alla cassa solo lui, la moglie arriva più tardi. Vado direttamente alla zona delle gonne. Ne voglio una lunga fino ai piedi, il più semplice possibile, dritta. Non ne vedo. Ce n’è una con un disegno cachemire, sul blu, leggerissima, con molti “volants” sull’orlo, chiedo se posso provarla. Il poveretto mi indica il camerino. Mi tolgo i pantaloni, tiro fuori dalla borsetta le scarpe da donna, ho difficoltà ad allacciarle perché il camerino è semibuio. Poi infilo la gonna. Anzi, no. Prima, un attimo di incertezza, le tolgo o le tengo? Dopo un attimo di riflessione, via, anche le mutande, aria fresca su tutto il corpo. Infilo la gonna, assaporo il fruscio del lievissimo tessuto sulla pelle. Un incanto. Esco dal camerino dicendo “Ne cercavo una un po’ più lunga, fino ai piedi”. In effetti mi arriva alle caviglie, i peli dei piedi si vedono. Però, insomma, non si nota troppo; nell’insieme, ovviamente, la gonna su di me è il particolare che attira l’attenzione, il resto conta poco.
Ci avviamo insieme nella zona delle gonne, lui è riluttante, mi indica alcune gonne lunghe che però non mi piacciono tanto, mi dice che quella che indosso posso tirarla un po’ giù, e comunque decido che quella che ho messo va bene.
Torno nel camerino, infilo i pantaloni, arrotolati, e le mutande nella borsetta, le scarpe (quelle da uomo, con cui sono entrato) in mano mi avvicino alla cassa. Lui è sempre più perplesso, ma prende i soldi (11 euro) e così, con indosso quel velo leggero fino ai piedi, esco, nell’aria fresca della mattina. Il cuore in gola. Un’emozione bellissima ed una sensazione fantastica sul mio corpo. Un tizio dall’altra parte della strada, indifferente, ma nessun altro in giro. Mi infilo in macchina e parto.
Arrivo al discount In’s alle 8,55, parcheggio in uno dei posti laterali all’entrata, in modo da poter entrare in auto stando dietro, rispetto al resto del parcheggio, abbastanza vicino all’entrata per garantirmi una fuga, in caso di imbarazzo, più agevole e veloce. Una signora sui sessanta fuma e aspetta le nove, orario di apertura. Attendiamo tre minuti, io in auto e lei fuori dalla porta. Lei entra, io scendo dall’auto e mi dirigo verso l’entrata. Osservo la mia figura nella vetrata laterale all’entrata, con la gonna che svolazza ai miei passi, e per una frazione di secondo mi sembra quasi di muovere i fianchi come fanno le donne. Fantastico. Una sensazione meravigliosa. Il fruscio della gonna, mossa dalle mie gambe, provoca un movimento d’aria che scivola sotto la gonna e avvolge, accarezza tutta la mia pelle, sento la carezza dell’aria sulla pelle e mi sento benissimo. E leggero è anche (particolare che si fa apprezzare) l’elastico in vita. Non sopporto più la cintura dei pantaloni, e quell’elastico discreto è bello. Meraviglioso, intanto che il cuore batte a mille. Certo, sarebbe ancora meglio se avessi potuto togliere i peli ed avere la pelle liscia, ma devo accontentarmi. Almeno riuscissi a “sdoganare” la depilazione delle gambe, con mia figlia, forse le cose andrebbero completamente a posto. Forse il prossimo anno, devo riuscire a convincerle, anche mia moglie, per quanto lei sia più aperta. Forse so anche come fare, ma dovrò aspettare l’anno prossimo.
Entro nel locale deserto, ho la sensazione di galleggiare su una nuvola. Mi avvicino al banco sul fondo, dei formaggi. Dal magazzino esce una ragazza con un bancale di roba da sistemare. Mi avvicino a lei e le chiedo delle mozzarelle, che in effetti non trovavo. Dopo avermele indicate, ci dirigiamo insieme al frigo della carne, che non mi interessa, ma ho bisogno di riscontri, ho bisogno come l’aria di avere un segno di quello che pensano gli altri su questa mia passione. Tra l’altro siamo vicini alla signora di cui parlavo prima, la quale sembra non notare la mia particolarità. Ma che, davvero alla gente non glie ne importa niente di questa cosa? Anche la ragazza (tra l’altro, neanche brutta) esibisce indifferenza.
Cerco disperatamente un pretesto per un paio di parole, alla fine mi esce un “sono qui per il Pride” intendendo a Torino. Il suo volto si illumina “Ah, è oggi? Accidenti, tutte le volte vorrei andarci, ma…” “Eh, essendo di sabato” completo io, “già, lavoro. Penso che sia bene difendere la libertà” dice lei. Approfitto della breccia “Sa, quando posso metto le gonne, la libertà assoluta di poter indossare quello che voglio”. “Eh già, fa lei, massima libertà”. E continuo: “Trovo bellissime la leggerezza e la freschezza delle gonne, una sensazione bellissima” (la verità, insomma). “E’ vero, risponde lei, è uno dei vantaggi che abbiamo noi donne” e sorride. Un sorriso che apre l’anima e io dentro di me la ringrazio con tutto il mio cuore.
Vado alla cassa, c’è il ragazzo dell’altra sera che dimostra di non aver voglia di parlare di gonne. Esco, mi infilo in auto e mi cambio velocemente, mi rimetto i pantaloni. Per oggi mi basta, è stata già una grande emozione. Almeno credevo. Invece…
Mi dirigo verso il paesino dove ci sono i due negozi nel quale ho dichiarato senza reticenze che io mi vesto da donna. Entro in quello che ha maglie ma non gonne, ma ha anche roba per il trucco e borse. Chiedo uno smalto, può darsi che in autunno lo usi, non so. Ne cerco uno non troppo evidente (non troppo rosso), ma non neutro, vorrei che si vedesse ma senza dare nell’occhio, penso anche che per toglierlo il rosso vivo potrebbe lasciare qualche segno. Ne scelgo uno marrone, non troppo scuro, non so, lo vedo bene. Mi faccio dare anche acetone e dischetti struccanti e saluto con un arrivederci a presto.
Poi un salto al piccolissimo supermercato per comprare il pane, ma soprattutto per farmi conoscere. Infine mi dirigo verso il negozio di intimo. Entro e chiedo un paio di collant, in previsione dell’autunno, quando mi depilerò (lo spartiacque è sempre quello), color moka. Ne ha un paio un po’ più scuri, lo prendo, bellissimo colore. Poi le chiedo dell’altra sera, quando ho trovato tutto chiuso e mi conferma che sì, al mercoledì pomeriggio tutti i negozi del paese sono chiusi. Ok. Eviterò il mercoledì. Infine scorro le gonne che ha appese in un angolo, ne tiro fuori una lunga, leggera come quella che ho comprato e indossato prima, ma più bella. Obiettivamente. Chiedo il prezzo. “Mah, adesso ho iniziato i saldi. Vediamo un po’” guarda il cartellino e prende la calcolatrice “costava 142 euro, gliela do per cento”. Non sono riuscito ad esprimere niente di intelligente, in quel momento. Una gonna, io l’ho pagata 11 euro e francamente, per un indumento che sono obbligato ad indossare di nascosto, 100 euro mi sembrano un’assurdità. Forse sarà meglio evitare, il prossimo autunno, di comprare vestiti in questo negozio.
Salto in auto e vado al centro commerciale. Entro di nuovo nel parcheggio seminterrato, stavolta c’è qualche auto in più. Entro nel centro dalle scale, come l’altra sera, e vado nel negozio di abbigliamento dei cinesi per curiosare. Al solito, reparto gonne. Mentre le guardo, passa una ragazza, che sorride imbarazzata. Guardo le gonne una ad una, tutte sui dieci/dodici euro, molto più belle di quella che ho comprato prima. Mentre le seleziono, ripassa la ragazza di prima, “Mi scusi”, sorride passandomi davanti per la seconda volta. Io penso “se passa una terza volta, quasi quasi…” Ed ecco, mentre sono indeciso tra due gonne molto belle, la ragazza si ripresenta per passare di lì. E allora mi faccio coraggio “E’ che non so decidermi tra queste due” e gliele mostro, una nera l’altra grigio chiaro. “A me piace quella nera”, dice lei sempre sorridendo e in modo naturale, come se a chiederglielo fosse stata una donna. “ Ma secondo lei quale delle due mi sta meglio?” Il cuore mi sta saltando fuori dalla gola “Dovrebbe provarle” dice lei sempre sorridente e naturalmente aperta “Comunque quella nera mi piace, infatti quando sono passata prima e gliel’ho vista in mano volevo provarla io”. Grazie, ragazza sorridente ed aperta, mi hai dato una cosa preziosissima, che scalda il cuore di tutti noi: complicità. Mi hai fatto sentire come una normale cliente, come se quella gonna fosse da indossare l’indomani al lavoro. Mi hai dato il calore femminile nello scegliere cosa indossare. Tra uomini non esiste questa complicità, perché agli uomini (in genere, non tutti) non importa molto di cosa indossano.
Decido di seguire il consiglio della ragazza e prendo la gonna nera, altri undici euro. Beh, 11 qua, 12 là, la spesa di abbigliamento donna degli ultimi giorni comincia a crescere. Forse è meglio fare una pausa. Anche perché la zona che ho scelto dista una trentina di km dalla città, e anche la spesa per la benzina comincia a crescere.
Un giro veloce nel supermercato dove ho deciso che andrò a fare la spesa con la gonna, in autunno, sempre con lo scopo di farmi conoscere. All’entrata, un sacco di gente, il primo reparto è l’orto frutta e non si riesce neanche a camminare, ci saranno una trentina di persone. Girando per gli scaffali altre persone, almeno una in ogni corridoio. Decisamente non credo che verrò di sabato mattina, qua. Bancone gastronomia e via, alle casse.
Sulla strada del ritorno, mi fermo prima in un altro negozio di cinesi, ma ormai ho esaurito lo slancio, pochi minuti e esco. Poi in un altro piccolo Carrefour che ha un’entrata un po’ nascosta, laterale. Interessante anche questo, ma vedremo.
Intanto, la giornata finisce qua, per quanto riguarda la mia parte femminile. Mentre scrivo sto ancora tremando per l’emozione di essere riuscito ad entrare in un supermercato (vabbé, un discount deserto, ma intanto ho rotto il ghiaccio) indossando una gonna. Certo, la componente sessuale c’è, voglia di sentirsi oggetto sessuale quanto una donna; certo, c’è il piacere, come ho raccontato, di sentirsi bene fisicamente, quella leggerezza delle gonne che mi piace da morire. C’è quello che ho chiamato “complicità”, consigli tra donne su cosa indossare per piacere.
Ma c’è anche il fascino del proibito, c’è quella tremarella e quel batticuore che ti prende quando sai di fare qualcosa di proibito, qualcosa per cui rischi le ossa o la faccia.
Si chiama “adrenalina”.
Ed io tremo ancora adesso, mentre scrivo.
È stato meraviglioso.

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Wow... Wow... Wow... Cosa posso dirti Gabriel? Sei stato un grande... Per me, non so per gli altri... Complimenti per il coraggio... Bella la sensazione di libertà vero? Probabilmente le persone che ti hanno visto in gonna ne avranno sparlato alle tue spalle... Ma che ti importa? Ti hanno permesso di vivere le tue emozioni, e anche se magari hanno solo recitato una parte cordiale... Beh! Cmq ti hanno regalato qualcosa di unico...

Non so gli altri, ma io sono contento x te.

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Non mi sento donna, se è questo che intendevi, io amo l'abbigliamento femminile, e vorrei indossarlo come uomo.

Quindi ti senti libero, libero dai condizionamenti che impongono ad un uomo di non indossare una gonna...

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Quindi ti senti libero, libero dai condizionamenti che impongono ad un uomo di non indossare una gonna...

Eh, magari...

Ha ragione chi dice che ci sono delle regole.

Più che di condizionamenti io parlerei di convenzioni. A me piace andare contro la convenzioni (per esempio io e la mia famiglia viviamo da una decina d'anni senza TV), ma non mi sento affatto libero, anzi. Ho una grande paura che questa libertà non venga riconosciuta.

Magari incontrassi soltanto indifferenza...

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L'occasione...
Non so.
E' deciso: la mia famiglia (moglie e figlia) va in vacanza dal 24 luglio al 3 agosto, quando la raggiungerò.
Ho la possibilità di fare quello che voglio, durante quella settimana.
Altri mariti (e padri) uscirebbero con gli amici, qualche birra, magari un'amante, che so.
Io, da quando ho visto quanto è facile andare il giro indossando una gonna, non faccio altro che pensarci.
Stasera guardavo un film, un'inquadratura in primo piano sulle mani di un'attrice ha mostrato le unghie con lo smalto del colore (quello, preciso identico) che ho comprato proprio ieri.
E poi la gonna lunga che ho comprato su consiglio della ragazza sorridente ed aperta, una parrucca (ce l'ho, non la uso quasi mai, ma ce l'ho), un minimo strato di fondo tinta, un po' di rossetto e gli occhiali scuri.
Potrei. Perché no?
Da quando mi si è prospettata questa possibilità (ieri) non faccio altro che pensarci.
Forse sono pazzo, non lo so.
Devo pensarci e fare le cose con molta, molta cautela, e forse ce la faccio.
Forse.
Mamma mia...

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Pazzo? No... Non credo... Fuori dal "comune", dal "coro"? Forse... Non immagini nemmeno quanti uomini sono come te gabriel, provano le stesse sensazioni, gli stessi bisogni... Si reputano malati, cercano aiuto ma lo trovano in una bottiglia, negli stupefacenti o addirittura in una corda, una lametta, un proiettile...

Non ditemi che sono di parte, per favore, ma ammiro questo coraggio, questo desiderio di frantumare il limiti del "comune", della "normalità" ... Grandi geni del passato avevano desideri reconditi ed emotività repressa dalla castrazione societaria.

Ti dico una cosa dal profondo del cuore Gabriel, fai attenzione. Qualcuno potrebbe ferirti...

Chiudo facendoti una domanda piuttosto forte, e spero che mi risponderai con onestà, e senza offendere la tua sensibilità:

Credo che il tuo desiderio di immedesimazione femminile sia ormai chiaro, ma come vivi la sessualità? Nel pieno della tua eterosessualitá magari vestito da donna?

Perdona la mia indiscrezione se sono entrato così nel privato, vorrei solo capire... Ma se non vuoi rispondere, sappi che ti rispetto.

A presto.

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Non preoccuparti, avendo io postato un argomento così delicato, non esistono domande indiscrete.

Ho l'abitudine, grazie ovviamente anche all'anonimato, di parlare n modo estremamente sincero.

La sessualità, dicevi.

Bene, la mia sessualità è molto complicata.

Non intendo dire necessariamente in senso negativo.

Da quando ero ragazzino ho sempre avuto enormi problemi con le donne.

Oggi, con la mia attuale moglie (è la seconda), abbiamo una sessualità più che buona.

La mia prima esperienza sessuale, a 23 anni, è stata con una coppia, in ruolo sia attivo che passivo.

Primo bacio ad una ragazza a 22 anni, prima volta che ho... diciamo "fatto l'amore", nel senso che era il primo rapporto sessuale con una ragazza che amavo (vogliamo chiamarla fidanzata o la tua ragazza o partner nella vita), è stato il giorno del mio 27° compleanno.

Oggi, per quanto abbia una sessualità decisamente maschile, se mi capitasse l'occasione di un'esperienza omosessuale, non mi tirerei indietro. Ma non la cerco, non la desidero. Dico solo che non proverei né vergogna né schifo.

Fate pure tutte le domande che ritenete opportune, io ho bisogno di aiuto, e sono disposto ad offrire la massima (sottolineo massima) sincerità.

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Pazzo? No... Non credo... Fuori dal "comune", dal "coro"? Forse... Non immagini nemmeno quanti uomini sono come te

Lo immagino bene, invece. Lo so.

Ho frequentato un forum di crossdressers e abbiamo organizzato alcuni incontri, pranzi o cene, ai quali ho partecipato in abiti femminili, e la cosa più bella è che vi abbiamo partecipato insieme a mia moglie!

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io ho bisogno di aiuto

Aiuto per fare cosa?

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Effettivamente ora, come lis, me lo chiedo anche io... Aiuto in cosa? Ti sento abbastanza pronto e ti reputo abbastanza consapevole...

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Vedo che c'è ancora qualche dubbio sul mio stato.

Non sono consapevole per niente.

Ho bisogno di capire realmente, con certezza, se sto facendo una c...ta.

Io mi sveglio la mattina con un desiderio fortissimo di indossare abiti femminili, e di mostrarlo agli altri.

Poi mi dico "che c...o sto facendo, poi dopo un minuto mi dico che non faccio niente di male, alla sera vado a dormire che mi dico che sono un pazzo incosciente, e che farei meglio ad accontentarmi di una vita tranquilla. Al buio, nel letto, penso "Ma che c...o vuoi? Cosa stai facendo?"

Se io chiedo ad un "crossdresser" (ne ho conosciuti, come ho detto) se faccio bene, lui mi dice "Ma certo! Non fai mica niente di male! Sii te stesso...!"

Se io chiedo ad una commessa che mi sta servendo mentre io indosso una gonna, lei mi dice "L'importante è stare bene con se stessi", risposta diplomatica per intendere che non gliene importa niente.

Se io chiedo a mia moglie, lei mi dice "Se ti fa stare bene, sai che per me va bene. Certo, però, se potessi evitarlo..." Lei mi ama.

Se io chiedo ad uno psicologo (e ne ho incontrati diversi), mi dice "Occorre dare sfogo alle proprie pulsioni, quindi fa benissimo. Ovviamente prendendo le dovute precauzioni per non avere noie legali".

Io metto tutto me stesso, qui dentro, racconto le emozioni che provo in questi momenti, con la speranza che chi legge possa avere il maggior numero di elementi per potermi aiutare a valutare se sono pazzo o semplicemente immaturo. Ho un continuo e costante bisogno di conferme e riscontri alle mie sensazioni.

Adesso chiedo a chi mi legge: sono un imbecille o non faccio niente di male?

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sono pazzo o semplicemente immaturo

Quello che penso sull'argomento l'ho detto e te lo ripeto, credo che se un uomo senta il bisogno di vestirsi da donna debba poterlo esprimere senza essere offeso o giudicato, ma tu mi stai chiedendo quello che penso sulla persona, con quale diritto potrei mai risponderti?

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Adesso chiedo a chi mi legge: sono un imbecille o non faccio niente di male?

Comunque, nei post precedenti, qualcuno che si è sentito più in diritto di me ti ha risposto e mi è parso che tu abbia provato sentimenti molto forti in base a queste risposte, quindi forse lo sai già da te cosa sei per te stesso, per gli altri ti assicuro è difficile saperlo e non ne vale più di tanto la pena, perlomeno a mio avviso...

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Giornata storta, ieri.

Mi mancano alcune cosette, un po’ di make-up, bigiotteria, una maglia un po’ femminile da mettere sopra la gonna.

La mattinata al lavoro era andata storta per grane irrisolte, mentre ero in giro mi sono fermato in un negozio per vedere delle maglie e ne ho presa una nera con il collo a barca, anche se non mi convinceva molto, ma senza provarla perché era tardi. “Taglia unica”, mi dice la tipa. Sarà. Poi mi infilo in un negozio di scarpe che ha anche roba per il trucco. Almeno coprire l’ombra della barba, insomma, non mi trucco, ma un minimo…

Tornato a casa (ah, non l’ho detto, tengo tutta la mia “roba” in garage), me la sono infilata velocemente: macché, troppo stretta, maledetto fisico maschile, non riesco a trovare niente di un po’ carino.

Nervoso, alle sei scappo nella “mia” zona, vado nel negozio dove avevo comprato lo smalto, chiedo del fondotinta, scegliamo insieme il colore anche della cipria da abbinare (noi uomini non ci rendiamo conto dei particolari che usano le donne per truccarsi), intanto mi chiama mia moglie. Cavolo. Non rispondo, la chiamo appena esco dal negozio. Intanto mi arriva un messaggio “Ma dove sei?”.

Queste sono le cose che mi sballano l’umore. Il senso di colpa perché so perfettamente che sto mentendo alla persona a cui tengo di più al mondo, e quindi mi agito. “Ciao, sono venuto qui al centro commerciale perché avevo voglia di fare due passi, ho avuto una giornata storta”. Il che corrisponde ad una parte di verità.

Vado nel “mio” centro commerciale, ma sono nervoso, tra l’altro è pieno di gente, al banco della gastronomia c’è la ragazza dell’altra sera ma al mio sorriso non risponde, la cosa non contribuisce a rilassarmi, la cassiera è più fredda di un cubetto di ghiaccio, insomma, stasera al supermercato che dovrebbe essere il luogo della mia uscita en femme, non succede niente. Giornata (quasi) inutile. Ho rimediato fondotinta, cipria e qualche utile info su come usarli. Bon.

Stamattina altre commissioni per lavoro, poi un giro al mercato per una maglia un po’ carina e della bigiotteria, ma niente, non sono in vena. Non trovo niente che valga la pena, sono demoralizzato dal fatto che mia moglie, anche se va tutte la mattine al lavoro, adesso ha però molto più tempo libero (è insegnante) e per me sarà molto più difficile trovare spazi per me.

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Adesso andiamo meglio.

Mi sono imposto di trovare ciò che mi manca, e uscito dal lavoro dico a mia moglie che vado a comprare una radio. Vado nel centro commerciale vicino a casa, basta ho deciso di fregarmene se rischio di incontrare gente che mi conosce. Mi infilo in un negozio di una di quelle catene di abbigliamento, perché in vetrina vedo che hanno della bigiotteria. Vado all’espositore, studio e guardo per un po’, poi trovo una collana fatta di pietrine colorate dal rosa al rosso al marrone chiaro, niente di che ma mi ispira una sobria eleganza. Presa. Mentre fa cassa, chiedo alla ragazza e hanno qualche maglia o camicetta accollata e con le maniche lunghe. Niente.

Esco. Intanto penso che forse potrebbe andare una camicetta smanicata, con sopra un golfino aperto, vanno molto ormai. Ci penserò.

Entro da Kiko, praticamente vuoto. Di solito ci vengo con mia moglie, oggi è per me. “Vorrei un rossetto a metà tra il rosso e il marrone”. Voglio un rossetto che non risalti troppo, prima di tutto perché non ho queste grandi labbra, e poi vorrei evitare cose troppo vistose, “da travestito”, insomma.

“Opaco o lucido?”. Opaco (per i motivi suddetti). Me li mostra provandoli sulla mano (la sua), il primo troppo rosso, un altro troppo marrone. Indeciso, ne vediamo un terzo che risulta molto marrone, ma meno del primo. Aggiudicato.

Che emozione. La ragazza alla cassa mi chiede delle cose, un euro, cinque euro, cinquanta centesimi, io con la mente sono in macchina che mi sto mettendo il rossetto e cerco di immaginare come va la cosa, le rispondo meccanicamente e se ne accorge. Le dico “mi scusi ma avevo la testa da un’altra parte, molto lontano” e finiamo ridendo tutti e tre. Che bello avere questa leggerezza. “Se non va bene lo cambiamo”. Grazie, arrivederci. Devo ricordarmi che devo comprare anche il latte detergente.

Adesso mi manca praticamente soltanto una camicetta un po’ bella, femminile, qualcosa per sentirmi donna e riuscire a non pensare troppo, se e quando andrò in giro, che sono soltanto un travestito. Vorrei riuscire quel giorno ad essere me stesso (stessa?), a camminare tra la gente con disinvoltura, e tutta questa preparazione punta solo e soltanto a questo: nonostante la contraddizione, che tutto sia naturale e disinvolto, come se quello fosse il mio abbigliamento consueto.

Bella serata.

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Nel pomeriggio ho comprato il latte detergente, al supermercato. Ora mi manca davvero soltanto una camicetta, una bella maglia da mettere sulla gonna e poi ho tutto ciò che mi serve.

Serata a casa di amici, poi mi sono fermato in un angolo buio, ho tirato fuori la roba che ho nel bagagliaio e ho indossato la gonna lunga e i sandali da donna. E sono andato in giro, guidando senza meta.

Ogni tanto, una sosta in un parcheggio o di fianco ad un giardinetto, per due passi in libertà. Più che altro nessuno in giro. Mi avvicino ad una prostituta, lei mi guarda e sorride perplessa. Io, in preda ad ansia ed agitazione, le rendo il sorriso.

Assaporo l’aria fresca sotto la gonna, una sensazione impagabile. E stasera l’aria è fresca davvero, c’è vento e fa svolazzare la gonna, come nei film. Come nei sogni…

Un’oretta così, poi un altro angolo buio, cambio veloce e via, a nanna.

Un po’ di amarezza. Posso soltanto vagare a vuoto, oppure posso pensare di andare da qualche parte, a godermi questa sensazione di libertà? Spero di godere di questa sensazione il giorno che andrò a fare la spesa al supermercato.

Per il momento, continuo a sognare.

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Non mi sento donna

c’è, voglia di sentirsi oggetto sessuale quanto una donna
qualcosa per sentirmi donna

Leggendo i tuoi ultimi scritti mi sembra che tu sia combattuto tra il volerti sentire donna o meno...che ne pensi?

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Leggendo i tuoi ultimi scritti mi sembra che tu sia combattuto tra il volerti sentire donna o meno...che ne pensi?

Ah, combattuto sicuramente.

A volte, comunque, utilizzo l'espressione "sentirmi donna" nel senso reale del termine, cioè "sentirmi", non "essere". Sentirmi più propriamente femminile, non donna. Non potrei mai sentirmi donna completamente, nel senso di esserlo.

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“Vorrei qualcosa da mettere su una gonna nera, lunga”.

“Che taglia, più o meno?”.

Alla domanda della bella signora bionda, ho un attimo di esitazione. Ho aspettato molto prima di entrare, il negozio era pieno di gente, ho fatto un lungo giro e infine, quando ho visto uscire quattro delle persone che erano dentro, mi sono deciso. Uno di quei negozi che sulle vetrine ha scritto, bello grosso “taglie dalla 40 alla 56”, ho voluto vedere se era vero.

Appena entrato mi trovo davanti una bellissima ragazzina bionda, intorno ai 15 anni, “Mammaaaa!”, ovviamente, come tutti i suoi coetanei, aveva dita e cervello sul suo cellulare.

La sua mamma, appunto, mi aveva fatto questa banale domanda. “Beh… E’ per me” rispondo con filo di voce. In negozio c’erano altre quattro donne: la figlia, un’altra signora bionda, che credo fosse la sorella, e due clientei Troppe per i miei gusti.

“Per te?”, dice lei di rimando, con l’aria sorpresa. “Ah, però!”. Ed io aggiungo che infatti, proprio perché è per me, cerco una cosa particolare, maniche lunghe e poco scollata (per i peli delle braccia e del petto, non posso farli fuori).

E allora parte alla ricerca. Tira fuori diverse cose belle, ma o troppo scollate o troppo “da signora”, non mi convincono. Anche lei è perplessa, ripiega sulle magliette e me ne mostra alcune con paillettes discrete, ma non so, a me sembrano ancora troppo scollate. Vabbè, posso anche metterci la pashmina che ho comprato dai cinesi, ma… Boh, approfitto di un attimo di distrazione della bella signora bionda con un’altra cliente. “Vabbé, grazie lo stesso, ciao”. “Ciao, arrivederci!” risponde con un sorriso professionale.

Delusione. Speravo di risolvere, qua. Inoltre anche i prezzi, non è che fossero bassi. Certo, in concorrenza con i cinesi, tutti sembrano alti. Devo proprio limitarmi ad una banale e “unisex” polo? Uff…

Mi dirigo verso la solita zona. Arrivo al discount nel quale sono andato con la gonna, quel sabato. Già parcheggiando vedo il ragazzo alla cassa. Entro. “Buonasera!” “Buonasera”, lui sorride, mi ha riconosciuto, e vorrei vedere. Sarà la mia suggestione, ma quando mi allontano dalle casse lui si infila svelto nel retro, nel magazzino. L’idea è che sia andato a dire che “c’è quello con la gonna!”, alla ragazza con cui avevo parlato quel giorno. Sarà la suggestione…

Prendo un pacco di sei bottiglie di acqua e pago. Nessun commento, ma sono contento di essermi fatto vedere. Può darsi che ci ritorni quando sarò “più femminile”.

Ora di corsa al centro commerciale, entro alle otto meno venti, già tardi, ma è ancora aperto. Prendo al volo del formaggio già confezionato, al banco della gastronomia non ci sono donne, solo due ragazzi, e poi stasera vado di corsa, va bene così. Vado nella corsia dove c’è la roba per il trucco, cerco una limetta per le unghie. Sto facendo crescere le unghie, sperando che la cosa non si noti troppo, però hanno bisogno di un minimo di cura. Non ho intenzione di tenerle curate in modo perfetto, ma soltanto che arrivino quel giorno ad essere dignitosamente femminili, quando ci metterò lo smalto. Confezione da due limette, 6 euro! No, grazie, preferisco cercarne una al mercato, più avanti.

Pago il formaggio, cassiera cortese ma nessuna concessione alla confidenza, non una battuta, niente. Arrivederci.

Comincia ad essere tardi, l’appuntamento per una pizza con l’amico, che rappresenta la mia copertura con mia moglie si avvicina, ma un salto dai cinesi lo voglio fare lo stesso. E infatti, tra le corsie trovo un paio di camicette carine e non tanto scollate. Dovrei provarle, ma ormai è tardi, ci ritornerò.

Ora, pizza. Gnam.

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