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Delitto Cogne: appello contro il marketing dell'immagine


Sei daccordo per il silenzio stampa intorno al delitto Cogne?  

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Caro Alessandro Martinelli,

vorrei che anche tu ti esprimessi sul mercimonio che si sta consumando ancora una volta sui fatti di Cogne. Lo scenario si ripresenta con i soliti personaggi ma il protagonista principale non è la Annamaria Franzoni bensì i mass media.

Sono stufo e protesto per il marketing dell'immagine che i vari TG, GR e giornali si dilettano a consumare solo perchè la notizia rende. Stranamente sono tutti daccordo. Qui non voglio eccepire sul sacrosanto diritto di cronaca ma sul massacro mediatico di un nome e di una famiglia. Puntualizzo che non sono parte in causa ma un emerito estraneo; un cittadino che protesta per l'uso improprio che si sta facendo dei mezzi di informazione al punto che l'informazione è sempre più usata come una merce.

Oggi mentre guardavo il TG ho fatto questa fantasia. Lo speaker che annunciava: "la redazione del TG, fermo restando il diritto di cronaca sui fatti, si rifiuta di trasmettere il filmato che l'avvocato Taormina ha richiesto al giudice" . Questo vorrei che "la nuova civiltà dell'immagine " trasmettesse. Questo accanimento mediatico distorce le coscienze e rende un fatto privato pubblico. Giorno dopo giorno recluta spettatori sempre più voraci e sempre più partecipanti ad una specie di rito satanico.

Mi rivolgo a tutte le persone di buon senso e rispettose della libertà degli altri. Vi prego di esprimere una vostra opinione al riguardo.

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l'"accanimento" è quasi sempre inteso come qualcosa di negativo ( a parte rare eccezioni), più spesso è visto come un vero disturbo ( accanimento psicologico = ossessività, accanimento terapeutico, accanimento giudiziario, accanimento nel gioco d'azzardo, accanimento dei mass-media, etc) ; mi fa pensare a qualcosa che gira su se stessa, ad una "fissazione", ad una "fame" bulimica. I concetti di moderazione, di "ascolto" più che di "divoro" di una notizia o del mondo si pongono con attualità in tutti gli aspetti della vita...

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Il giornalismo è solamente bussines.

Il dovere di cronaca è solo un prestesto.

Siamo in una civiltà morbosa i cui tempi sono dettati anche da giornalisti morbosi.

Il processo paga il popolo ed il sentimento di comprensione diretta : giusto - sbagliato.

Quello che a me impressiona di più è che una madre che dovrebbe tutelare suo figlio non ha la forza di gridare la sua innocenza! come mai?

Su questo come mai inconscio? naviga la morbosità del popolo.

La televisione è massificazione.

I giornalisti sono solo degli sfruttatori informativi.

Mio padre (per il lavoro che fa) nonostante sia stato pregato da tantissimi giornalisti (anche a pagamento) non ha mai rilasciato interviste.... un motivo ci sarà... perchè i giornalisti hanno la capacità di fare i loro titoli a prescindere dal messaggio dell'intervistato e questo si chiama travisazione.

Sono contro questo tipo di giornalismo

Sono contro questo uso della televisione

Sono contro gli assassini.

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"Quello che a me impressiona di più è che una madre che dovrebbe tutelare suo figlio non ha la forza di gridare la sua innocenza! come mai?"

Ma lei dice di essere innocente.Penso di nn aver ben capito il senso di questa frase :?

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La preoccupazione della madre è la motivazione comportamentale verso il figlio.

La Signora Franzoni non l'ha avuta, questa è la sua colpevolezza.

Un vero assassino non confesserà mai i propri delitti.

La scala della comunicazione è prima Lei poi il figlio... è tutto dire è tutto capire.

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Ragionerò per endecasillabi

per intuizioni

per analogismi

non per logicismi

ma la madre la vera madre come ragiona con suo figlio

come si preoccupa per suo figlio?

Franzoni un disastro di madre a prescindere.

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C'è la possibilità che la franzoni nn si ricordi il delitto.

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Grazie aioblu.

Ma sul fatto specifico che ne pensi?

credo che dovremmo calmare i nostri appetiti mediatici. Cioè capire la differnza tra informazione ( il cibo che serve ) e spettacolarizzazione ( la grande abbuffata): si tratta proprio di bulimia televisiva, e non ci si accorge che è anche però antropofagia...si divorano le persone ma anche il loro futuro, la loro serenità...

Io da un pò guardo meno la tv...e mangio pure meno cioccolata...ma non per costrizione, mi è proprio diminuito l'interesse...

Se tutti perdessero altrettanto interesse alle "abbuffate" televisive non ci sarebbe bisogno di operare silenzi stampa, perchè saremmo noi a metterlo in essere col nostro comportamento. In linea di massima sarei, nella situazione attuale, daccordo a ridurre drasticamente l'infomazione sulla vicenda, ma non so quanto sia possibile in un sistema liberistico come il nostro. Certo, sarei favorevole a delle norme che cercassero di contenere certi avvenimenti mediatici che davvero si prestano ad essere definiti come psicotici. Difatti non se ne può più farne a meno: meglio delle cassatine siciliane c'è solo lo "Special sulla Franzoni".

Grazie a te Paolo per lo spunto di riflessione.

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Ora, e questo è un discorso in senso lato e non rivolto ad una fascia di persone.

Bisogna dire, ed è cruda verità, che la carta stampata ed i mass media, non fanno altro che

trasmettere o scrivere quello che in questa società attuale vuole vedere, ascoltare e leggere

la gente. Oggi tutto viene trasformato in uno spettacolo senza nessun rispetto per le persone

coinvolte, per la loro sofferenza. La vita viene messa a nudo, viene esposta in pubblico.

Vedasi ad esempio la riapertura del processo: quanti curiosi erano presenti in strada?.

Non sono poi gli stessi che seguono programmi come il grande fratello,

le soap opera infinite, la talpa, l’ isola dei famosi che non fanno altro che racchiudere quel pettegolezzo

che cerca e vuole la gente? Programmi che forniscono superficialità perché non si ha più voglia di pensare,

si sono persi i valori. E allora ecco il giornalismo fornisce a loro in maniera a volte esagerata ciò che cercano.

E’ vero d’ altronde che un fatto di cronaca nera stimola la curiosità, il dialogo, ma forse non è meglio tornare a

quel giornalismo fatto col contagocce, ove la notizia veniva fornita, si indagava lo stesso ma gli aggiornamenti

sul caso venivano esposti in maniera più precisa possibile, non tutti i giorni in modo da ridonare il rispetto

alle persone coinvolte il rispetto che meritano senza travisare fatti e/o parole?.

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Grazie per le numerose e pronte risposte allo stimolo.

Cari unmatoparavos e aioblu,

La fantasia che ho fatto circa la risposta che una redazione di giornale dovrebbe dare fa parte di una etica professionale che tiene conto dei valori umani al di la e a prescindere da interessi particolari o di categoria.

Il bel film "Good nigth and good luky" ce ne da un esempio.

Si tratta della formazione di una coscienza libera a cui dovrebbero concorrere la scuola e la società civile più civile. Nel giornalismo, poi, non bisognerebbe avere padroni da servire altrimenti si tratterebbe di asservimento a questo o a quel potere. Negli USA, nonostante una cultura giornalistica dominata dall'eccessivo liberismo, ci sono voci libere che si autofinanziano, ovvero si finanziano con i soldi donati dalla gente comune. Questo esempio non viene seguito in Italia. Ma fino ad un certo punto noi profani dobbiamo occuparci di giornalismo.

L'altro aspetto che cogliete, cioè quello connesso con la malaeducazione di un fruire del mezzo televisivo, è pure esso collegato a quella che ho definito la cultura della coscienza sociale.

Ebbene, se ciascuno di noi si sente libero ha il sacrosanto diritto (quasi un impulso) a eccepire, a dialogare e far sentire la propria voce. Penso che dovremmo essere numerosi ad esprimere il dissenso più forte e deciso per forme di comunicazione che annichiliscono e deformano queste coscienze. Spetterebbe alla televisione di stato questo compito ma le contraddizioni sono numerose come ad esempio accade per il pericolo del consumo dell'alcol e le campagne pubblicitarie che lo stesso stato finanzia e favorisce anzichè preoccuparsi della salute pubblica.

Il mio non è uno sfogo qualunquista; è una severa critica a come in primis lo stato gestisce queste contraddizioni.

Saluti

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Chiaro il riferimento all'etica professionale, che dovrebbe trovare soluzioni anche nell'autogoverno della categoria interessata, tenendo presente che non esiste un concetto univocamnte determinabile di etica. Perciò proponevo che si cercassero, possibilmente, delle norme, anche sotto l'aspetto giuridico, ( cosa che già ha dei precedenti, vedi a proposito le norme emanate in conseguenza del caso "mani pulite") di regolamentazione della fruizione e dei contenuti alcune volte nevrotici del mezzo televisivo.

Ma penso che da sole queste misure non siano sufficienti, perchè si rende indispensabile una "crescita culturale" di noi tutti in relazione a tali aspetti del vivere. Perciò cercavo di stabilire analogie "bulimiche" con altre, diverse, situazioni.

D'altronde l'approfondimento della riflessione sul tema mi porta anche a valutare una certa "funzione " svolta da tali fenomeni. Cioè, al di là del problema etico/statale credo che bisognerebbe indagare, analizzare, le valenze ( in sè positive) che portano molti , anche se spesso a spese altrui, ad individuare delle proprie problematiche in quei fatti che in maniera così eclatante vengono poste all'attenzione dalla televisione. Ciò si presta a considerazioni che non solo sono di pertinenza del campo sociologico, ma anche di quello psicologico ( oltre che storico, etc.etc.). In merito a considerazioni di ordine psicologico desidero notare come il fenomeno mediatico possa venire utilizzato per verificare alcune problematiche in cui ci si "identifica" ed avere un esempio pratico degli effetti, caratteristiche, strutture dell'avvenimento. Ad esempio, molte mamme risentono della cosiddetta "crisi post parto" , nella quale molte hanno desideri inconsci di "sbarazzarsi" del piccolo, ma guardando in televisione gli effetti di tale (inconsciamente) desiderato gesto, si astengono dal porlo in essere...

E' solo un esempio ma credo che potremmo individuarne tantissimi.

Oltre a Paolo, che ha promosso la riflessione, un saluto da parte mia anche agli interlocutori Unmateparavos,

Nello e YingYang.

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Ha ciò che tu dici occorre ancora aggiungere che per queste scelte di programamzione ove si fornisce quasi esclusivamente un contenitore

superficiale (per fortuna vi sono ancora programmi validi) si sta perdendo il più importante tesoro che ha l' umanità: il patrimonio della cultura.

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:!:

anche se a volte ,chiedo scusa se mi ripeto, andrebbero indagate non solo la chiara latitanza di cultura, ma anche ( in positivo ) le "funzioni", anche psicologiche, svolte dai programmi ( semplice intrattenimento, possibilità di autoidentificazione "sperimentale", aggregazione disangosciante, etc.etc.) anche al di là dei "contenuti" proposti, anche quando questi siano spesso indubbiamente superficiali . E' da dire anche che non sempre si guarda un programma per approfondire, ma per altri, pur legittimi, diversi scopi.

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Come ho detto prima, un fattore importante che emerge non solo nel giornalismo odierno ma nei programmi che i mass media ci forniscono per imbambolare ed inebetire il cervello è il continuo precipitare a volo libero della cultura. Anno dopo anno si da sempre meno peso ad essa. Questa può essere una delle possibili risposte al latitare della cultura.

Le funzioni psicologiche svolte dai programmi possono essere solo analizzate da coloro che riescono a sminuzzare al minimo il contenitore proposto cercando di capire che risposta può dare, che dati fornisce. Bisogna altresì dire che la maggior parte della gente vede questi programmi , alla stessa stregua di un narcotico, di una droga, perché essi non pongono l’ essere umano di fronte alla necessità di pensare e riflettere: “oggi non si voglio pensare perché già nella vita quotidiana penso troppo alle problematiche che mi perseguitano”. I problemi assillano e quindi invece di un documentario, un buon film o una buona lettura è meglio un programma con contenuto superficiale che annebbia il pensiero.

Se però ci si sofferma, veritiero o meno, sul contenuto dei reality, possono risaltare le caratterialità delle persone, il fenomeno di per se.. Ma questo epnso sia un esercizio utile per gli addetti del settore (analisti, psicologi, sociologi).

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Non sempre si guarda un programma per approfondire, manca la pazienza, il desiderio di scavare.

Lo si guarda invece con il solos copo di distrarsie non pensare a niente.

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  • 3 weeks later...

Nell' ambito di questo omicidio oggi ho sentito dire in una intervista a Paolo Crepet che oggi, in questa società, si odiano i bambini.

Io non condivido. Voi cosa ne dite?

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"Unmateparavos"]Nell' ambito di questo omicidio oggi ho sentito dire in una intervista a Paolo Crepet che oggi, in questa società, si odiano i bambini. Io non condivido. Voi cosa ne dite?"

Non conservo una buona opinione del Crepet, ma che si odiano i bambini è verissimo e non solo da oggi...da sempre Isacco, Edipo, Gesù.....Oggi è facile fare danno ai bambini...sono oggetto di un mercato spaventoso....se ne è accorto...tardivamente anche il Presidente della Repubblica...

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Spiegati meglio,sul mercato dei bambini,fammi 1 esmpio.

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Odiare i bambini. Assurdo. Sono il nostro futuro.

Anche se leggendo, sentendo vi sono persone malate che sia accaniscono

su questi esseri indifesi, innocenti.

X yinyang

Sono oggetto di un mercato spaventoso.

Ebbene sì:

Sotto tre forme almeno

a)Pedofilia

b)Organi

c)Sfruttamento

E la lotta contro queste situazioni è continua. Le nostre forze, come le forze mondiali, le combattono ogni giorno.

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"yingyang"]Spiegati meglio,sul mercato dei bambini,fammi 1 esmpio."

Basta ferquentare per un'oretta un Tribunale dei Minorenni altro che mercato...perizie, consulenze, decreti, cancellieri che mettono e tolgono...ecc...e poi avvocati....ce n'è per tutti....tutti tre zeri....

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Sì, Gianluca ha ragione. Oltre alle forme orrende citate sopra vi sono anche altre situzioni lesive nei confronti dei bambini. In questi contesti, e nel Tribunale se ne vedono a iosa, viene leso il loro diritto ad un' infanzia serena, vengono commesse violenze psicologiche per via di gelosie e guerre fra genitori senza tutelare i bambini.

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