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Pena di morte


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<span style='font-size:18pt;line-height:100%'>quoto moltissimo,ed apprezzo le parole sia di Digi che di Mio....complimenti ragazzi, la vostra posizione sulla pena di morte vi fa onore</span>

GRAZIE ,

avete visto il nuovo spot!

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GRAZIE ,

avete visto il nuovo spot!

no, a parte cartoni a casa mia non si vede più niente, mio figlio ha monopolizzato la tv!!! :give_rose:

di che si tratta?

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no, a parte cartoni a casa mia non si vede più niente, mio figlio ha monopolizzato la tv!!! :im Not Worthy:

di che si tratta?

PUNIRE E' LECITO, UCCIDERE MAI.......... :ola (2):

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PUNIRE E' LECITO, UCCIDERE MAI.......... :muttley:

ancora non l'ho vista, ma questa frase mi piace!!! :crazy:

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è presa dallo spot alla tv,vero?

io non lo so...sono un pò perplessa sul "punire", mi sembra un pò infelice.forse avrei scelto un altro termine

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è presa dallo spot alla tv,vero?

io non lo so...sono un pò perplessa sul "punire", mi sembra un pò infelice.forse avrei scelto un altro termine

certo anch'io ma forse intendevano che nei casi in cui è prevista la pena di morte (solitamente fatti gravissimi) una punizione è concepibile , un uccisione no....

però ok. la parola punizione è infelice

si è lo spot della tv..

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certo anch'io ma forse intendevano che nei casi in cui è prevista la pena di morte (solitamente fatti gravissimi) una punizione è concepibile , un uccisione no....

però ok. la parola punizione è infelice

si è lo spot della tv..

ma anch'io l'ho intesa in quel senso, perchè punire la vedete come una cosa infelice? Se qualcuno ha sbagliato la legge serve per punirlo no? :ola:

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ma anch'io l'ho intesa in quel senso, perchè punire la vedete come una cosa infelice? Se qualcuno ha sbagliato la legge serve per punirlo no? :icon_rolleyes:

non so , io personalemente ritengo la punizione essenziale solo per appagamento della rabbia di chi ha subito un torto.....dunque non riesco a dire che è giusto......la chiamerei un dovere/diritto sociale essenziale per i nostri tempi......io perdonerei sempre per esempio nel tempo , ma all'inizio è dura---

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non so , io personalemente ritengo la punizione essenziale solo per appagamento della rabbia di chi ha subito un torto.....dunque non riesco a dire che è giusto......la chiamerei un dovere/diritto sociale essenziale per i nostri tempi......io perdonerei sempre per esempio nel tempo , ma all'inizio è dura---

in linea di massima posso essere daccordo mio, però come la metti tu con chi uccide per esempio? Non credi che ci sia bisogno di una punizione? Altrimenti esisterebbe il libero arbitrio e ogniuno farebbe quello che gli pare, tanto gli altri lo perdonano!!! La punizione serve si da una parte per appagare la rabbia di chi ha subito, ma a livello di società per dare un ordine e un senso di legalità. Sarebbe inutile mettere una legge, se poi non esistesse la punizione per chi la trasgredisce! Purtroppo la popolazione nel suo insieme ha bisogno, un pò come i bambini di chi li guidi, gli dica cosa è giusto e sbagliato e gli infligga le giuste punizioni quando non rispetta le regole per vivere in armonia tutti insieme!!! Mi spiace ma la teoria non fa per me, io sono sempre pratica e la punizione la vedo come una cosa essenziale!!! :Big Grin:

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in linea di massima posso essere daccordo mio, però come la metti tu con chi uccide per esempio? Non credi che ci sia bisogno di una punizione? Altrimenti esisterebbe il libero arbitrio e ogniuno farebbe quello che gli pare, tanto gli altri lo perdonano!!! La punizione serve si da una parte per appagare la rabbia di chi ha subito, ma a livello di società per dare un ordine e un senso di legalità. Sarebbe inutile mettere una legge, se poi non esistesse la punizione per chi la trasgredisce! Purtroppo la popolazione nel suo insieme ha bisogno, un pò come i bambini di chi li guidi, gli dica cosa è giusto e sbagliato e gli infligga le giuste punizioni quando non rispetta le regole per vivere in armonia tutti insieme!!! Mi spiace ma la teoria non fa per me, io sono sempre pratica e la punizione la vedo come una cosa essenziale!!! :Big Grin:

certamente giusy.....è lo scopo che mi spaventa ,,,,lo scopo reale nel cuore della gente,,,,per il resto mi trovi in perfetto accordo! :Whistle:

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certamente giusy.....è lo scopo che mi spaventa ,,,,lo scopo reale nel cuore della gente,,,,per il resto mi trovi in perfetto accordo! :im Not Worthy:

bè se è per lo scopo reale nel cuore della gente, c'è da aver paura in effetti ma, finchè la legge garantisce una "giusta" punizione, qualsiasi scopo spaventoso, non ha ragione di esistere, almeno in questo voglio essere ottimista!!!! :icon_surprised:

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Io credo che la "punizione" ha senso solo se "rieduca" al valore della legge, se riesce a conseguire una finalità trasformativa della coscienza : che mi frega sapere che un assassino rimarrà 30 in galera se in quei trent'anni non si verifica in lui una presa di coscienza autentica del reato commesso e una consapevolezza diversa dei valori della convivenza civile.

La reclusione,di per sè, è solo una limitazione fisica.

Temo che quanti reclamano una giusta pena per i trasgressori spesso sono animati dal senso di vendetta (umano dal punto di vista del singolo, ma non avallabile in termini di leggi dello Stato) più che dal senso civico di "recupero" alla vita civile di chi ha deviato.

Il sistema carcerario, purtroppo, spesse volte non riesce a realizzare proprio questo suo compito eminentemente ri-educativo.

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Io credo che la "punizione" ha senso solo se "rieduca" al valore della legge, se riesce a conseguire una finalità trasformativa della coscienza : che mi frega sapere che un assassino rimarrà 30 in galera se in quei trent'anni non si verifica in lui una presa di coscienza autentica del reato commesso e una consapevolezza diversa dei valori della convivenza civile.

La reclusione,di per sè, è solo una limitazione fisica.

Temo che quanti reclamano una giusta pena per i trasgressori spesso sono animati dal senso di vendetta (umano dal punto di vista del singolo, ma non avallabile in termini di leggi dello Stato) più che dal senso civico di "recupero" alla vita civile di chi ha deviato.

Il sistema carcerario, purtroppo, spesse volte non riesce a realizzare proprio questo suo compito eminentemente ri-educativo.

:im Not Worthy:

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Io credo che la "punizione" ha senso solo se "rieduca" al valore della legge, se riesce a conseguire una finalità trasformativa della coscienza : che mi frega sapere che un assassino rimarrà 30 in galera se in quei trent'anni non si verifica in lui una presa di coscienza autentica del reato commesso e una consapevolezza diversa dei valori della convivenza civile.

La reclusione,di per sè, è solo una limitazione fisica.

Temo che quanti reclamano una giusta pena per i trasgressori spesso sono animati dal senso di vendetta (umano dal punto di vista del singolo, ma non avallabile in termini di leggi dello Stato) più che dal senso civico di "recupero" alla vita civile di chi ha deviato.

Il sistema carcerario, purtroppo, spesse volte non riesce a realizzare proprio questo suo compito eminentemente ri-educativo.

quello che dici è giusto, purtroppo, però visto quello che ci tocca avere come sistema carcerario, preferisco la punizione fine a se stessa che tenere Provenzano o il mostro di foligno fuori a fare la bella vita alla faccia di chi hanno ucciso e fatto soffrire !!!!

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Io credo che la "punizione" ha senso solo se "rieduca" al valore della legge, se riesce a conseguire una finalità trasformativa della coscienza : che mi frega sapere che un assassino rimarrà 30 in galera se in quei trent'anni non si verifica in lui una presa di coscienza autentica del reato commesso e una consapevolezza diversa dei valori della convivenza civile.

La reclusione,di per sè, è solo una limitazione fisica.

Temo che quanti reclamano una giusta pena per i trasgressori spesso sono animati dal senso di vendetta (umano dal punto di vista del singolo, ma non avallabile in termini di leggi dello Stato) più che dal senso civico di "recupero" alla vita civile di chi ha deviato.

Il sistema carcerario, purtroppo, spesse volte non riesce a realizzare proprio questo suo compito eminentemente ri-educativo.

:Love:

:Four Leaf Clover:

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Le pene da infliggere a qual si voglia reato è il lavoro socialmente utile. Il carcere è una spesa infinita: il cibo, le sigarette......

La pena di morta non costa nulla in termini economici. Ma non c'è neanche nessun guadagno.

Credo ci sia il bisogno di rendere produttive le persone che commettono reati: mandarli nelle discariche a dividere le bottiglie di plastica dai rifiuti organici; mandarli in cantiere a costruire edifici per "il popolo" che non può mermettersi una casa.....

Ci sarebbero tante cose buone da far fare agli attuali "carcerati".

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Si rischia di uscire fuori topic,(magari sarebbe interessante aprirne uno sulla punizione e rieducazione carceraria..)

..però leggiucchiando qua e là ricavo alcune informazioni ed impressioni:

-che il carcere non è un mondo "trasparente", ovvero è difficile per il comune cittadine rappresentarsi il carcere e la vita che vi si svolge per quella che è,farsi un'idea aderente alla realtà.

- che per il reale recupero dei carcerati occorrerebbero percorsi differenziati in relazione all'età e ai reati: quindi il lavoro è certo un punto importante, ma c'è anche il probelma del recupero dei tossicodipendenti, del recupero "clinico" di una buona percentuale di detenuti che soffrono di problemi psico-psichiatrici. (che serve,a costoro,di starsene in cella 24 ore al giorno).

-che per realizzare percorsi di recupero mancano operatori preparati e percorsi formativi adeguati.

-che l'edilizia carceraria è vecchia e risponde ai criteri di afflizione della pena e stop, secondo quanto era intesa la pena decenni orsono

-che in carcere ci si ammala e si muore e si viene ammazzati, forse molto più di quanto non si sappia all'esterno.

-che in carcere manca assolutamente il controllo del comportamento di guardie e direttori carcerari che possono fare qualsiasi schifezza certi dell'impunità

[c'è un inquietante esperimento di psicologia sociale: Lo studio del dott. Zimbardo sul carcere ]

mi sembra che,in generale, sia che si parli di pena di morte sia che si intenda in un modo particolare la "punizione" quel che manca, di base, è l'idea che chi ha commesso un delitto non cessa di essere un cittadino a pieno titolo (che piaccia o no..al singolo colpito direttamente da un reato)e,in quanto tale deve conservare i diritti alla dignità umana:anzi, vedersi riconosciuta quella dingità sostanziale al di là dei delitti commessi significa separare la persona dai suoi comportamenti e offrire,per questa via, l'inizio di quell'esperienza trasformativa di cui si è parlato.

Poi, certo, con una bella dose di cinismo ad effetto, possiamo sempre dire che è tutta utopia e fermare il mondo organizzandolo in base alla logica "del minore dei mali" e non rischiare di andare nemmeno un centimetro avanti rispetto al punto dove siamo.

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Si rischia di uscire fuori topic,(magari sarebbe interessante aprirne uno sulla punizione e rieducazione carceraria..)

..però leggiucchiando qua e là ricavo alcune informazioni ed impressioni:

-che il carcere non è un mondo "trasparente", ovvero è difficile per il comune cittadine rappresentarsi il carcere e la vita che vi si svolge per quella che è,farsi un'idea aderente alla realtà.

- che per il reale recupero dei carcerati occorrerebbero percorsi differenziati in relazione all'età e ai reati: quindi il lavoro è certo un punto importante, ma c'è anche il probelma del recupero dei tossicodipendenti, del recupero "clinico" di una buona percentuale di detenuti che soffrono di problemi psico-psichiatrici. (che serve,a costoro,di starsene in cella 24 ore al giorno).

-che per realizzare percorsi di recupero mancano operatori preparati e percorsi formativi adeguati.

-che l'edilizia carceraria è vecchia e risponde ai criteri di afflizione della pena e stop, secondo quanto era intesa la pena decenni orsono

-che in carcere ci si ammala e si muore e si viene ammazzati, forse molto più di quanto non si sappia all'esterno.

-che in carcere manca assolutamente il controllo del comportamento di guardie e direttori carcerari che possono fare qualsiasi schifezza certi dell'impunità

[c'è un inquietante esperimento di psicologia sociale: Lo studio del dott. Zimbardo sul carcere ]

mi sembra che,in generale, sia che si parli di pena di morte sia che si intenda in un modo particolare la "punizione" quel che manca, di base, è l'idea che chi ha commesso un delitto non cessa di essere un cittadino a pieno titolo (che piaccia o no..al singolo colpito direttamente da un reato)e,in quanto tale deve conservare i diritti alla dignità umana:anzi, vedersi riconosciuta quella dingità sostanziale al di là dei delitti commessi significa separare la persona dai suoi comportamenti e offrire,per questa via, l'inizio di quell'esperienza trasformativa di cui si è parlato.

Poi, certo, con una bella dose di cinismo ad effetto, possiamo sempre dire che è tutta utopia e fermare il mondo organizzandolo in base alla logica "del minore dei mali" e non rischiare di andare nemmeno un centimetro avanti rispetto al punto dove siamo.

ma io sono daccordo con quanto dici però siccome tutte le strutture per la rieducazione e la cura dei detenuti non ci sono e il governo italiano non sembra intenzionato a rendere fattibili, io preferisco di gran lunga la reclusione, anche se non serve al detenuto, che all'indulto per esempio che ha messo fuori deicine di delinquentelli che adesso si sentono in diritto di ricominciare dacapo, tanto chi li ferma???? Almeno qualcuno (e dico solo qualcuno meglio di niente) potrebbe essere persuaso dall'idea di mettersi la testa a posto visto la "dura" (non sempre) vita carceraria!!!!

lo ripeto essere idealisti in questo casi non serve a niente, se non c'è alternativa preferisco la pena e quindi il carcere!!!! :65:

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Come l’esperimento di Zimbardo dimostrò, ciò che realmente fa la differenza nell’attuazione del comportamento umano è il

ruolo e il grado di potere che ci troviamo ad esercitare sugli altri. Con tanti saluti alle teorie della personalità "fissa" e

immutabile (i nazisti e i comunisti russi stalinisti sarebbero secondo queste teorie degli accidenti nell’umano progresso, uomini

particolari - pazzi, malati - forse alieni, ma comunque fuori dal circolo del genere umano in quanto tale) e alle

strumentalizzazioni ideologiche di cui si appropria la politica (sinistra = buoni, destra = cattivi o viceversa). Zimbardo ci ha

mostrato che il "Noi contro Voi" ha ben poco a che vedere con le caratteristiche intrinseche delle persone, ma che si sviluppa a

partire dai ruoli sociali che le persone occupano (con relative regole non scritte) e dal livello di potere personale che possono

gestire. La benzina del potere si chiama bisogno: quanto più io mi trovo in stato di bisogno nei tuoi confronti, tanto più la

bilancia della gestione del potere nella nostra relazione pende dalla tua parte. La psicologia motivazionista assegna al potere

una elevatissima capacità di ammaliare e di catturare l’uomo, come una sirena o una droga dolcissima. Comunque la pensiamo,

non possiamo eliminare il potere dalla sfera dei bisogni dell’essere umano. È l’esercizio dello stesso che merita una riflessione,

magari in altra sede.

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Come l’esperimento di Zimbardo dimostrò, ciò che realmente fa la differenza nell’attuazione del comportamento umano è il

ruolo e il grado di potere che ci troviamo ad esercitare sugli altri. Con tanti saluti alle teorie della personalità "fissa" e

immutabile (i nazisti e i comunisti russi stalinisti sarebbero secondo queste teorie degli accidenti nell’umano progresso, uomini

particolari - pazzi, malati - forse alieni, ma comunque fuori dal circolo del genere umano in quanto tale) e alle

strumentalizzazioni ideologiche di cui si appropria la politica (sinistra = buoni, destra = cattivi o viceversa). Zimbardo ci ha

mostrato che il "Noi contro Voi" ha ben poco a che vedere con le caratteristiche intrinseche delle persone, ma che si sviluppa a

partire dai ruoli sociali che le persone occupano (con relative regole non scritte) e dal livello di potere personale che possono

gestire. La benzina del potere si chiama bisogno: quanto più io mi trovo in stato di bisogno nei tuoi confronti, tanto più la

bilancia della gestione del potere nella nostra relazione pende dalla tua parte. La psicologia motivazionista assegna al potere

una elevatissima capacità di ammaliare e di catturare l’uomo, come una sirena o una droga dolcissima. Comunque la pensiamo,

non possiamo eliminare il potere dalla sfera dei bisogni dell’essere umano. È l’esercizio dello stesso che merita una riflessione,

magari in altra sede.

lo quoto anch'io, sto pezzo...ed è inquietante.

Ma io credo che una componente della personalità comunque faccia la sua parte....ho conosciuto persone che pur avendo un certo ruolo non ne hanno abusato.

Credo,insomma, che dipenda dal livello di evoluzione personale e dal personale rapporto col "potere", se problematico, se no...

Un esempio: io avuto uno psicoterapeuta che ci teneva molto a rinforzare l'asimmetria della relazione terapeutica, era direttivo e ingombrava, eccome, il setting della sua presenza. Ora ho un'analista che "non c'è", la sua personalità non è un peso, ma è "a servizio" delle mie paturnie, lei è uno specchio che riflette,e compie continue restituzioni di roba mia prima di tutto,non sua.

Eppure entrambi hanno lo stesso potere in virtù dello stesso ruolo.

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lo quoto anch'io, sto pezzo...ed è inquietante.

Ma io credo che una componente della personalità comunque faccia la sua parte....ho conosciuto persone che pur avendo un certo ruolo non ne hanno abusato.

Credo,insomma, che dipenda dal livello di evoluzione personale e dal personale rapporto col "potere", se problematico, se no...

Un esempio: io avuto uno psicoterapeuta che ci teneva molto a rinforzare l'asimmetria della relazione terapeutica, era direttivo e ingombrava, eccome, il setting della sua presenza. Ora ho un'analista che "non c'è", la sua personalità non è un peso, ma è "a servizio" delle mie paturnie, lei è uno specchio che riflette,e compie continue restituzioni di roba mia prima di tutto,non sua.

Eppure entrambi hanno lo stesso potere in virtù dello stesso ruolo.

tornando alla pena di morte dico che ci dovrebbe essere differenza e spesso non c'è, pultroppo, tra il risentimento della parte lesa e il pubblico giudizio....

Io , non adesso, non più, ma solo che 2 anni fa avrei ucciso chiunque avesse messo in pericolo la mia famiglia o gli avesse deliberatamente fatto un grave danno....

leggevo che in una spiaggia un 'uomo ha tentato di rapire una ragazzina di 10 anni, io fossi stato presente (ripeto tempo fa) lo avrei freddato in poco tempo , senza pensare.......forse lo avrei lapidato.......ma infatti il giudizio non può e non deve essere mai la parte lesa...altrimenti sarebbe sempre ingiusto........

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lo quoto anch'io, sto pezzo...ed è inquietante.

Ma io credo che una componente della personalità comunque faccia la sua parte....ho conosciuto persone che pur avendo un certo ruolo non ne hanno abusato.

Credo,insomma, che dipenda dal livello di evoluzione personale e dal personale rapporto col "potere", se problematico, se no...

Io non lo trovo molto inquietante, invece, quell'esperimento... al contrario lo trovo rassicurante.

Basta solo tenerne conto e tanti problemi legati agli abusi di ruolo si arginano facilmente: al limite

basta un calcetto ben assestato alle gambe della cadrega e un mostriciattolo abusatore torna ad

essere solo un innocuo pirla (sembra quasi una terapia... :icon_rolleyes: ).

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  • 1 month later...

Nella notte in Alabama è stato giustiziato mediante iniezione letale Luther Jerome Williams, 47 anni; era stato condannato a morte nell'89 per l'omicidio a scopo di rapina.

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Nella notte in Alabama è stato giustiziato mediante iniezione letale Luther Jerome Williams, 47 anni; era stato condannato a morte nell'89 per l'omicidio a scopo di rapina.

Il che significa 18 anni di agonia psicologica. :icon_rolleyes:

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