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giudizi


dai importanza ai giudizi degli altri?  

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ciao ale', il giudizio degli altri e' quello che mi hanno dato dei traumi

da bimbo!! :wink:

ADESSO POSSONO BUTTARE LA BOMBA ATOMICA , E NEMMENO

ME NE ACCORGO!!

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Combatto quotidianamente contro i giudizi

e le tesi aleatorie degli accadimenti (invenzione degli avvocantucoli).

Non solo le combatto ma le assalgo tecnicamente.

Il giudizio degli altri è sempre da ascoltare ma da non applicare o condividere quello lo lasciamo al processo valutativo personale possibilmente a medio tempo.

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Il giudizio degli altri molto spesso mi schiaccia... più che altro l'idea negativa che gli altri possono avere di me...l'idea che io stessa mi faccio della loro ipotetica idea su di me.

Un giudizo concreto e reale non mi fa cambiare strada se non lo appoggio, se non mi appartiene, ma la paura di un giudizio negativo sulla mia persona molto spesso mi mette in ginocchio....

Da qui credo nasca la mia diffidenza e paura verso gli altri.

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Il giudizio degli altri molto spesso mi schiaccia... più che altro l'idea negativa che gli altri possono avere di me...l'idea che io stessa mi faccio della loro ipotetica idea su di me.  

Un giudizo concreto e reale non mi fa cambiare strada se non lo appoggio, se non mi appartiene, ma la paura di un giudizio negativo sulla mia persona molto spesso mi mette in ginocchio....

Da qui credo nasca la mia diffidenza e paura verso gli altri.

Ti capisco molto bene, Xela, la paura di un giudizio negativo degli altri a volte schiaccia anche me.

Mentre non mi spaventa affatto combattere od affrontare le avversità quotidiane della vita.

Più che schiacciarmi, veramente, è come se mi facesse avvertire la percezione di una sofferenza antica, la sensazione di dover mettere le mani avanti prima che io ne esca distrutta.

Collego tutto questo all'infanzia, ci sono state troppe cose difficili da affrontare, però non sono ancora riuscoita completamente a fare chiarezza.

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"Gavja" Collego tutto questo all'infanzia, ci sono state troppe cose difficili da affrontare, però non sono ancora riuscoita completamente a fare chiarezza."

Ne possiamo parlare? Ho una mia teoria....

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"Gavja" Collego tutto questo all'infanzia, ci sono state troppe cose difficili da affrontare, però non sono ancora riuscoita completamente a fare chiarezza."

Ne possiamo parlare? Ho una mia teoria....

Ne possiamo parlare, ma non so da che parte cominciare.

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"xela"...... ma la paura di un giudizio negativo sulla mia persona molto spesso mi mette in ginocchio...."

Ne vogliamo parlare  xela????

Sinceramente non saprei cosa aggiungere di più di quanto ho detto…diciamo che spesso ho la sensazione che le persone possano avere un giudizio negativo nei miei confronti, e che magari non gli importi più di tanto di me, o che si ricordino di me quando ne hanno bisogno e non per affetto sincero… credo forse di affezionarmi troppo alle persone in generale, di contarci troppo, con la conseguenza di avere delle delusioni, ma non riesco a capire se queste delusioni sono reali e motivate o se sono io che vedo la negatività o questi rapporti "interessati " dove invece non c’è ne ragione.

Spesso una telefonata o un invito non avvenuti, una mancanza di attenzione nei miei riguardi mi mettono in ginocchio...

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Ti capisco molto bene, Xela, la paura di un giudizio negativo degli altri a volte schiaccia anche me.

Mentre non mi spaventa affatto combattere od affrontare le avversità quotidiane della vita.

Più che schiacciarmi, veramente, è come se mi facesse avvertire la percezione di una sofferenza antica, la sensazione di dover mettere le mani avanti prima che io ne esca distrutta.

Collego tutto questo all'infanzia, ci sono state troppe cose difficili da affrontare, però non sono ancora riuscoita completamente a fare chiarezza.

Esatto, anche a me spaventano meno le avversità della vita..diciamo che cado più spesso in un bicchiere d'acqua piuttosto che in situazioni dove realmente potrei cadere. Nella vita pratica, direi quella di facciata, sembro molto più forte e reattiva di quanto in realtà sono.

Io non percepisco le origini ma solo la sensazione che vivo, credo che percepire le origini sia un buon passo in avanti per capire le motivazioni e quindi vincere la paura.

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"xela"]Il giudizio degli altri molto spesso mi schiaccia... più che altro l'idea negativa che gli altri possono avere di me...l'idea che io stessa mi faccio della loro ipotetica idea su di me...... ma la paura di un giudizio negativo sulla mia persona molto spesso mi mette in ginocchio...."

Espongo la mia teoria. Per esempio: sino a cinque anni il bambino vede la lucertola l'insegue e la squarta provandoci un piacere imemnso di tipo paradossale legato alla territorialità angosciante, vede un nido con degli uccellini e cerca di sottrarli alla madre, per gli stessi motivi di territorialità. Accade poi che dopo qualche anno (intorno ai sei sette anni) lo stesos bambino se vede uan lucertola scappa via atterrito. Cosa è successo? A mio parere è succeso che si è verificata l'integrazione cerebrale fra i sistemi aspecifici per cui il paradossale è percepito coem pericoloso e duqnue si evita. Ecco al apura che diventa il sintomn di evitamento...trafserito al nostro dibattito come dire che chi esprime cattivi giudizi stimola il paradossale che viene bloccato dal sintomo..... ne possiamo parlare???

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"xela"]Il giudizio degli altri molto spesso mi schiaccia... più che altro l'idea negativa che gli altri possono avere di me...l'idea che io stessa mi faccio della loro ipotetica idea su di me...... ma la paura di un giudizio negativo sulla mia persona molto spesso mi mette in ginocchio...."

Espongo la mia teoria. Per esempio: sino a cinque anni il bambino vede la lucertola l'insegue e la squarta provandoci un piacere imemnso di tipo paradossale legato alla territorialità angosciante, vede un nido con degli uccellini e cerca di sottrarli alla madre, per gli stessi motivi di territorialità. Accade poi che dopo qualche anno (intorno ai sei sette anni) lo stesos bambino se vede uan lucertola scappa via atterrito. Cosa è successo? A mio parere è succeso che si è verificata l'integrazione cerebrale fra i sistemi aspecifici per cui il paradossale è percepito coem pericoloso e duqnue si evita. Ecco al apura che diventa il sintomn di evitamento...trafserito al nostro dibattito come dire che chi esprime cattivi giudizi stimola il paradossale che viene bloccato dal sintomo.....  ne possiamo parlare???

Forse sono io che non ho colto...ma non capisco il collegamento con l'esempio che hai fatto in riferimento al dibattito...qui non si sta parlando di chi li fa i giudizi negativi ma di chi li vive o presume di percepirli.

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Anche a me danno fastidio,ed io sò xchè,il fatto è che fin quando ero piccolo ho sempre avuto il pallino di comandare gli altri,e questo naturalmente mi rende vulnerabile ai giudizi negativi ma chissà xchè anche a quelli positivi,anzi mi sento quasi + in inbarazzo quando gli altri mi fanno i complimenti :shock: :LOL:

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Diciamo meglio:nn di comandare,ma di sentirmi importante,di avere successo ecc...insomma qcs di simile alle manie di grandezza

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"Forse sono io che non ho colto...ma non capisco il collegamento con l'esempio che hai fatto in riferimento al dibattito...qui non si sta parlando di chi li fa i giudizi negativi ma di chi li vive o presume di percepirli"

Sintetizzo: ricevi un giudizio cattivo, che stimola in te la rabbia, la rivalsa e immediatamente c'è il sintomo di malessere che ti blocca....

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Mah.. sarà.... ma a me non sembra di provare rabbia nei confronti di un giudizio 'cattivo', insomma alla mia età mi sembra di essere perfettamente in grado di tollerare le frustrazioni quotidiane.

Piuttosto mi assale una tristezza infinita, è come se mi venisse spontaneo pensare: perchè non mi hanno capito? Perchè non mi vedono davvero? Ecco perchè faccio risalire questa cosa allla mia infanzia, credo di aver percepito questa sensazione per molto tempo, e questa sensazione è stata quella che ha condizionato in fondo tutta la mia vita, in vari ambiti.

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"Gavja"]Mah.. sarà.... ma a me non sembra di provare rabbia nei confronti di un giudizio 'cattivo', insomma alla mia età mi sembra di essere perfettamente in grado di tollerare le frustrazioni quotidiane.

Piuttosto mi assale una tristezza infinita, è come se mi venisse spontaneo pensare: perchè non mi hanno capito? Perchè non mi vedono davvero? Ecco perchè faccio risalire questa cosa allla mia infanzia, credo di aver percepito questa sensazione per molto tempo, e questa sensazione è stata quella che ha condizionato in fondo tutta la mia vita, in vari ambiti"

Concordo.... stiamo dicendo le stesse cose......in modo diverso...mi sono soffermato sulla dinamica che è automatica....la tristezza che ti assale è sintomatica....è il sintomo che frena...Non dici non mi hanno capito, punto. No, accade qualcosa.....e subito dopo (pochi mmsec. e già sintomo...).

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"Forse sono io che non ho colto...ma non capisco il collegamento con l'esempio che hai fatto in riferimento al  dibattito...qui non si sta parlando di chi li fa i giudizi negativi ma di chi li vive o presume di percepirli"

Sintetizzo: ricevi un giudizio cattivo, che stimola in te la rabbia, la rivalsa e immediatamente c'è il sintomo di malessere che ti blocca....

Io il senso di malessere lo percepisco prima del giudizio negativo, il mio malessere sta nella paura di un ipotetico giudizio negativo non nella reazione ad esso. Spesso infatti ciò che mi blocca ad interagire con gli altri è proprio il timore degli altri.

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"xela"Io il senso di malessere lo percepisco prima del giudizio negativo, il mio malessere sta nella paura di un ipotetico giudizio negativo non nella reazione ad esso. Spesso infatti ciò che mi blocca ad interagire con gli altri è proprio il timore degli altri."

sei o non sei una grafica???? e allora come vedi sei intuitiva...ma il meccanismo dinamico è sempre lo stesso...a proposito mi hai risposto su Toscani????

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Io invece i giudizi ho paura di riceverli quando nn mi arrivano,e quando mi arrivano mi fanno soffrire,se sono cattivi,se sono dei complimenti,mi mettono in inbarazzo. :(

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Io invece i giudizi ho paura di riceverli quando nn mi arrivano,e quando mi arrivano mi fanno soffrire,se sono cattivi,se sono dei complimenti,mi mettono in inbarazzo."

Come sopra....

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"Io il senso di malessere lo percepisco prima del giudizio negativo, il mio malessere sta nella paura di un ipotetico giudizio negativo non nella reazione ad esso. Spesso infatti ciò che mi blocca ad interagire con gli altri è proprio il timore degli altri."

La capisco.

In sostanza si adotta un meccanismo proiettivo, paranoico, attivo: l'idea conflittuale costruita dal soggetto viene proiettata nella dimensione mentale dell'altro da cui si fugge, agendo una distruzione prima che avvenga l'incontro; il sintomo blocca la dimensione anticipata del meccanismo offesa-malessere-rabbia; credo che questa dimensione rappresenti l'intuito citato dal Mattioli.

In queste condizioni non si corre il rischio di dover impegnarsi per gestire un legame basato sull'autonomia emotiva delle parti.

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"Io il senso di malessere lo percepisco prima del giudizio negativo, il mio malessere sta nella paura di un ipotetico giudizio negativo non nella reazione ad esso. Spesso infatti ciò che mi blocca ad interagire con gli altri è proprio il timore degli altri."

La capisco.

In sostanza si adotta un meccanismo proiettivo, paranoico, attivo: l'idea conflittuale costruita dal soggetto viene proiettata nella dimensione mentale dell'altro da cui si fugge, agendo una distruzione prima che avvenga l'incontro; il sintomo blocca la dimensione anticipata del meccanismo offesa-malessere-rabbia; credo che questa dimensione rappresenti l'intuito citato dal Mattioli.

In queste condizioni non si corre il rischio di dover impegnarsi per gestire un legame basato sull'autonomia emotiva delle parti.

quindi vuol dire che xela prova rabbia per se stessa, ha paura del suo giudizio di se stessa...anzichè accettarlo...il legame con se stessa...

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"Io il senso di malessere lo percepisco prima del giudizio negativo, il mio malessere sta nella paura di un ipotetico giudizio negativo non nella reazione ad esso. Spesso infatti ciò che mi blocca ad interagire con gli altri è proprio il timore degli altri."

La capisco.

In sostanza si adotta un meccanismo proiettivo, paranoico, attivo: l'idea conflittuale costruita dal soggetto viene proiettata nella dimensione mentale dell'altro da cui si fugge, agendo una distruzione prima che avvenga l'incontro; il sintomo blocca la dimensione anticipata del meccanismo offesa-malessere-rabbia; credo che questa dimensione rappresenti l'intuito citato dal Mattioli.

In queste condizioni non si corre il rischio di dover impegnarsi per gestire un legame basato sull'autonomia emotiva delle parti.

Si... potebbe essere così, mi ritrovo con ciò che mi scrivi, e con la considerazione che fa aioblu in funzione della tua analisi: ovvero che io ho paura del giudizio che ho di me stessa...aggiungere che ho PAURA, in generale e soprattutto, della gente.

Solo ora lo capisco, anzi, solo ora posso accettarlo, un commento come questo, credo perchè sento il bisogno di capire cosa c'è che non va smettendo di dare la colpa o agli altri o al: "sono fatta così". (=benemerite stronzate)

Da questi presupposti posto spiegarmi la mia tendenza nel cercare/sognare un partner che ti protegge dal mondo ostile, che diventa amico, la tua spalla...e senza di esso di nuovo l'isolamento...o quantomeno l'enorme difficoltà nel sentirsi a proprio agio in mezzo al "tumulto" della gente.

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