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dai importanza ai giudizi degli altri?  

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  1. 1.

    • si sempre
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Cara Xela, mi da gioia sentirti parlare così. La sento come una ventata di nuova freschezza per te e per chi ti ascolta.

Sono davvero contento di questi tuoi nuovi approdi. :) :LOL:

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Cara Xela, mi da gioia sentirti parlare così. La sento come una ventata di nuova freschezza per te e per chi ti ascolta.

Sono davvero contento di questi tuoi nuovi approdi. :)  :LOL:

Grazie Aioblu! :)

anch'io in un certo senso mi sento diversa..speriamo bene...

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Crescentini ha scritto:La capisco.

In sostanza si adotta un meccanismo proiettivo, paranoico, attivo: l'idea conflittuale costruita dal soggetto viene proiettata nella dimensione mentale dell'altro da cui si fugge, agendo una distruzione prima che avvenga l'incontro; il sintomo blocca la dimensione anticipata del meccanismo offesa-malessere-rabbia; credo che questa dimensione rappresenti l'intuito citato dal Mattioli.

In queste condizioni non si corre il rischio di dover impegnarsi per gestire un legame basato sull'autonomia emotiva delle parti.

Xela ha scritto: Si... potebbe essere così, mi ritrovo con ciò che mi scrivi, e con la considerazione che fa aioblu in funzione della tua analisi: ovvero che io ho paura del giudizio che ho di me stessa...aggiungere che ho PAURA, in generale e soprattutto, della gente.

Solo ora lo capisco, anzi, solo ora posso accettarlo, un commento come questo, credo perchè sento il bisogno di capire cosa c'è che non va smettendo di dare la colpa o agli altri o al: "sono fatta così". (=benemerite stronzate)

Da questi presupposti posto spiegarmi la mia tendenza nel cercare/sognare un partner che ti protegge dal mondo ostile, che diventa amico, la tua spalla...e senza di esso di nuovo l'isolamento...o quantomeno l'enorme difficoltà nel sentirsi a proprio agio in mezzo al "tumulto" della gente.

Ti capisco perfettamente Xela perchè per moltissimi anni ho vissuto il problema dei giudizi della gente esattamente come te e non solo ne soffrivo, questo limitava la mia vita, avevo paura di frequentare molti posti pubblici per questo motivo.

Poi qualcosa è cambiato in me stessa. Ho riflettuto lungamente sul problema e mi sono resa conto che, dal momento che mi pongo sempre in modo normale e sono gentile con gli altri, se il loro giudizio è negativo è perchè loro sono "trucidi" e dunque è affare loro, non mio. Diverso è il giudizio negativo ad un esame, in questo caso mi rendo conto se sono preparata o meno, se valgo o non valgo e prendo atto delle conseguenze.

Ora in genere cerco di intuire preventivamente dal comportamento dell'altro, se è disponibile o meno nei miei confronti e mi comporto di conseguenza senza andare in crisi personalmente. Ho cominciato a frequentare i luoghi pubblici senza più timori, molto tranquillamente, come vedi ci si può liberare dai propri condizionamenti.

Certamente gli attacchi frontali e le aggressioni gratuite mi mandano in bestia e reagisco duramente, ma questo mi pare normale. 8)

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Ci sono passato anche io ed a livelli esasperati.

In sostanza avviene una manipolazione pesante del dato di realtà, come dire che facciamo diventare la realtà spaventosa e crudele per evaderla.

Ma perché la evadiamo?

Credo si tratti di un meccanismo difensivo: fare affiorare la realtà al di fuori di noi significa riappropiarsi di tutti quei mostri psichici proiettati all'esterno e capire/sentire che fanno parte del nostro umile essere, e vi troviamo di tutto, dalla forza alla debolezza più infima, ma va accettata quale conditio sine qua non per essere umani.

In sintesi la realtà che ci fa soffrire per i giudizi dati appartiene ad una nostra ricerca di contatto con la realtà stessa e con la nostra intimità, una sorta di esplorazione, che inizia in questo modo e prosegue con un'analisi interiore di ripresa del proprio sfaccettato vissuto interiore.

Insomma, quando vi trovate di fronte ad un malessere publlico, non fuggite, accettatelo e concedetevi il lusso di sentire ciò che accade, poiché si tratta in realtà di un confronto importante con noi stessi proiettati all'esterno. e la chance non va perduta.

Curioso eh? Quella realtà piena di nemici non è mai esistita.....

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Ci sono passato anche io ed a livelli esasperati.

In sostanza avviene una manipolazione pesante del dato di realtà, come dire che facciamo diventare la realtà spaventosa e crudele per evaderla.

Ma perché la evadiamo?

Credo si tratti di un meccanismo difensivo: fare affiorare la realtà al di fuori di noi significa riappropiarsi di tutti quei mostri psichici proiettati all'esterno e capire/sentire che fanno parte del nostro umile essere, e vi troviamo di tutto, dalla forza alla debolezza più infima, ma va accettata quale conditio sine qua non per essere umani.

In sintesi la realtà che ci fa soffrire per i giudizi dati appartiene ad una nostra ricerca di contatto con la realtà stessa e con la nostra intimità, una sorta di esplorazione, che inizia in questo modo e prosegue con un'analisi interiore di ripresa del proprio sfaccettato vissuto interiore.

Insomma, quando vi trovate di fronte ad un malessere publlico, non fuggite, accettatelo e concedetevi il lusso di sentire ciò che accade, poiché si tratta in realtà di un confronto importante con noi stessi proiettati all'esterno. e la chance non va perduta.

Curioso eh? Quella realtà piena di nemici non è mai esistita.....

Fantastico!

Quindi vuol dire che stiamo manipolando noi stessi facendo diventare noi stessi spaventosi e crudeli.

..............................................

"quella realtà non è mai esistita"

era solo la nostra realtà di quel momento che ci ha permesso di conoscerci meglio, di conoscere meglio una realtà più vera. Ci ha insegnato che conoscere la realtà non può essere disgiunto dal "sentirci", dal "sentirla".

Io ringrazio ogni cosa che mi porta ad avere un senso più profondo della realtà...

Per salire più su partiamo inevitabilmente dal gradino più giù: grazie allora al gradino più giù.

Un pò di tristezza, umanamente, ci viene quando ci voltiamo indietro, guardando in basso...

ma se appena alziamo lo sguardo, dalla nuova posizione, anche voltati indietro, vedremo orizzonti che non avremmo mai immaginato...ed allora alla tristezza farà posto la gioia. Insieme, entrambe, andranno ad arricchire il nostro senso di felicità.

.................................................

Partendo da quello che hai detto, mi parleresti della tristezza?

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"Fantastico!

Quindi vuol dire che stiamo manipolando noi stessi facendo diventare noi stessi spaventosi e crudeli."

Credo che manipoliamo il rapporto con la realtà, sì dunque in sostanza noi stessi certo. L'immagine esplicativa è questa: ci trasformiamo in mostri che fagocitano la realtà.

""quella realtà non è mai esistita"

era solo la nostra realtà di quel momento che ci ha permesso di conoscerci meglio, di conoscere meglio una realtà più vera. Ci ha insegnato che conoscere la realtà non può essere disgiunto dal "sentirci", dal "sentirla"."

Esatto, io penso che in questo modo abbiamo una chance di conoscenza di noi e della realtà intesi come entità separate ma in comunicazione bidirezionale.

"Io ringrazio ogni cosa che mi porta ad avere un senso più profondo della realtà...

Per salire più su partiamo inevitabilmente dal gradino più giù: grazie allora al gradino più giù. "

Sono d'accordissimo: sono arrivato a postulare l'ipotesi di studio che ogni "prima" comunicazione con la realtà possiede il carattere dell'allucinosi, dell'interpretazione, della manipolazione del dato, insomma dell'estroflessione allucinata di noi stessi nella realtà, da cui l'idea che la realtà non esiste.

Poi dietro la manipolazione, se scoperta e destratificata, la sorpresa: noi da un lato la realtà dall'altro.

"Un pò di tristezza, umanamente, ci viene quando ci voltiamo indietro, guardando in basso...

ma se appena alziamo lo sguardo, dalla nuova posizione, vedremo orizzonti che non avremmo mai immaginato...ed allora alla tristezza farà posto la gioia. Insieme, entrambe, andranno ad arricchire il nostro senso di felicità."

Insomma il lavoro della disillusione e del sentirsi in un compromesso accettabile della realtà.

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Ti capisco perfettamente Xela perchè per moltissimi anni ho vissuto il problema dei giudizi della gente esattamente come te e non solo ne soffrivo, questo limitava la mia vita, avevo paura di frequentare molti posti pubblici per questo motivo.

Poi qualcosa è cambiato in me stessa. Ho riflettuto lungamente sul problema e mi sono resa conto che, dal momento che mi pongo sempre in modo normale e sono gentile con gli altri, se il loro giudizio è negativo è perchè loro sono "trucidi" e dunque è affare loro, non mio. Diverso è il giudizio negativo ad un esame, in questo caso mi rendo conto se sono preparata o meno, se valgo o non valgo e prendo atto delle conseguenze.

Ora in genere cerco di intuire preventivamente dal comportamento dell'altro, se è disponibile o meno nei miei confronti e mi comporto di conseguenza senza andare in crisi personalmente. Ho cominciato a frequentare i luoghi pubblici senza più timori, molto tranquillamente, come vedi ci si può liberare dai propri condizionamenti.

Certamente gli attacchi frontali e le aggressioni gratuite mi mandano in bestia e reagisco duramente, ma questo mi pare normale. 8)

Hai ragione è affare loro, il tuo discorso fila, il punto è che mi blocco nonosotante abbia questa consapevolezza anch'io.

Poi ti diro, non è tanto la concretezza di un giudizio esterno che mi intimorisce, quanto le sensazioni che provo in un confronto con la gente. So essere molto dura con chi mi punge o mi bistratta realmente, cado invece in ginocchio di fronte alle mie ipotesi di confronto, agli occhi severi e pronti al giudizio che io stessa metto intorno a me...

Il mio problema spesso è addirittura la paura degli sgaurdi della gente ...mha... ero così diversa tempo fa... si vede che invecchiando si peggiora ...ci scherzo per non incazzarmi

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Sai Xela, ho capito un'altra cosa fondamentale che ho dimenticato di scrivere prima. Alla gente importa ben poco di noi e in genere, se ci vestiamo e poniamo normalmente ci ignorano. Per quanto mi riguarda questo mi fa piacere perchè mi sento più libera di fare i fatti miei.

Mi sento studiata e osservata dalle persone che mi conoscono ma quando capisco che è malevolenza gratuita e intrinseca in quelle persone, me ne infischio.

Credo che sia importante avere una serena consapevolezza di se stessi e guardare gli altri realisticamente. Se non ci sono buoni motivi per essere criticati e ti fermi a riflettere sulla tua normalità, ti verrà facile passare oltre. :D

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Sai Xela, ho capito un'altra cosa fondamentale che ho dimenticato di scrivere prima. Alla gente importa ben poco di noi e in genere, se ci vestiamo e poniamo normalmente ci ignorano. Per quanto mi riguarda questo mi fa piacere perchè mi sento più libera di fare i fatti miei.

Mi sento studiata e osservata dalle persone che mi conoscono ma quando capisco che è malevolenza gratuita e intrinseca in quelle persone, me ne infischio.  

Credo che sia importante avere una serena consapevolezza di se stessi e guardare gli altri realisticamente. Se non ci sono buoni motivi per essere criticati e ti fermi a riflettere sulla tua normalità, ti verrà facile passare oltre. :D

Esatto Curiosadite, vedere gli altri realisticamente...e questo credo che accada quando ancor prima si vede la propria persona realisticamente. Spesso siamo molto severi con noi stessi..pessimi giudici.. E spesso abbiamo una visone della realtà molto distorta...

Cambiare qusta visione è cosa molto difficile...

Sai, preferisco considerarmi non normale che normale...la normalità mi deprime molto....comunque ho capito ciò che volevi dirmi

:D

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Anch'io ho capito te, penso. Come al solito siamo i principali artefici dei nostri problemi, prigionieri della nostra gabbia. Solo una riflessione: essere normali è triste, scrivi. Solo l'apparenza è normale, poi ognuno di noi è in qualche modo speciale ma per capirlo la conoscenza deve essere intima, profonda. Chi cerca di mostrarsi strano, diverso, in genere di particolare ha solo l'involucro. Un bell'involucro che racchiude .....il nulla 8)

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Anch'io ho capito te, penso. Come al solito siamo i principali artefici dei nostri problemi, prigionieri della nostra gabbia.  Solo una riflessione: essere normali è triste, scrivi. Solo l'apparenza è normale, poi ognuno di noi è in qualche modo speciale ma per capirlo la conoscenza deve essere intima, profonda. Chi cerca di mostrarsi strano, diverso,  in genere di particolare ha solo l'involucro. Un bell'involucro che racchiude .....il nulla 8)

Sono pienamente d'accordo con ciò che dici, la mia era una considerazione personalissima.. il termine normale non mi è per nulla simpatico. :LOL:

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il giudizio degli altri alle elementari è stata la prima presa di consapevolezza.

il mio: "ok... non sono perfetta."

ci sono rimasta male.

la perfezione è un concetto che un pò mi da la caccia.

cerco di zigzagare... ma boh....alla fine vorrei esserlo e basta.

i giudizi mi imparanoiano

finisco sempre per ignorarli e fare di testa mia...

meno male che sono pigra se no sarei odiosa.

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la perfezione è un concetto che un pò mi da la caccia.

cerco di zigzagare... ma boh....alla fine vorrei esserlo e basta.

Capisco questa cosa, anche per me è così...quella perfezione maniacale che esigo in me stessa, in ciò che faccio, non rispecchia poi ciò che mi aspetto dagli altri...concettualmente ed esteticamente preferisco definitivamente l'imperfezione che la perfezione ....poi però quando ho a che fare con me tutto si ribalta...

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"xela"....poi però quando ho a che fare con me tutto si ribalta..."

Anch'io penso di te, o Xela, la stessa cosa........

Sono riuscita a Vedere le cose, il punto è modificarle però....

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"xela"Sono riuscita a Vedere le cose, il punto è modificarle però...."

Certo... ed ora ci devi lavorare gli strumenti ti sono stati forniti, come si può modificare senza sapere prima cosa?

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io sn una tipa che rosica moltissimo e da molta importanza ai giudizi degli altri aimè :( faccio sempre ciò che voglio, sn me stessa e tutto, ma mi sento solissima e do importanza spessissimo a quello che gli altri dicono o pensano su di me...e io penso sempre una cosa sbagliata: nn riuscirò ad accettarmi fino in fondo se prima nn mi accetteranno gli altri, se nn vado bene a loro nn andrò bene a me...perchè vuol dire che nn vado bene davvero...è sbagliato pensarla così ma troppo spesso lo faccio...e nn so cm fare per uscirne...

una mia amica mi ripete sempre una frase ma ora nn me la ricordo, qnd mi torna in mente ve la segnalo :wink::LOL:

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Il giudizio altrui mi infastidisce e irrita solo quando so che è vero.

Per contro, se mi giudicano eccessivamente in positivo e penso di non meritarlo, mi vengono i sensi di colpa.

Il giudizio che più mi crea scompensi in assoluto è il mio.

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Il giudizio altrui mi infastidisce e irrita solo quando so che è vero.  

Per contro, se mi giudicano eccessivamente in positivo e penso di non meritarlo, mi vengono i sensi di colpa.

Il giudizio che più mi crea scompensi in assoluto è il mio.

Ciao Taty,

lo ritieni il più importante e significante il tuo giudizio?

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Complimenti, sintomo di una forte e profonda autostima e fiducia di te stessa.

Un saluto.

Vede io penso che il giudizio altrui debba essere ascoltato, valutato, e a sua volta giudicato... giusto o sbagliato. Io ascolto sempre i consigli, i giudizi, le critiche... ma l'effetto che hanno su di me è esponenziale a quanto io ritengo corretti questi giudizi o critiche.

Esempio... se uno mi dice che sono una str**za egoista, e io non mi ci sento per niente, la cosa mi scivola addosso senza lasciare altro che una punta di fastidio. Ma se invece mi accorgo che in quel caso ha ragione, mi giudico io stessa male e ovviamente ciò non va bene.

Gira che ti rigira, il giudizio più importante in assoluto è il mio. E' la mia coscienza che deve essere a posto, sono io che devo piacermi e guardarmi allo specchio senza provare vergogna di ciò che vedo. Peccato che io sia il giudice più inflessibile di me stessa... :wink:

Martinelli, un caro saluto :D

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