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Meccanismi di difesa della mente... come si rimuovono?


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Ciao a tutti,

mi chiamo Marco e sono nuovo (appena registrato). Ho già visitato in passato questo forum e finalmente mi sono deciso a iscrivermi... :LOL: Sono un profano del mondo della psicologia e mi piacerebbe incontrare qualcuno più pratico (uno psicologo) che possa aiutarmi a risolvere un problemino... Sto conducendo una ricerca sui meccanismi di difesa della mente. A tal proposito vorrei chiedere: se la causa che li ha scatenati dovesse venire a mancare, anche la difesa verrebbe eliminata, oppure una volta che il meccanismo di difesa entra in azione poi non si può più togliere? Esempio: diciamo che un bambino si sente mal voluto dalla madre. Così lui inizia a provare odio nei confronti del genitore. Tale odio gli procura dei sensi di colpa che fanno sì che il sentimento di odio sia trasformato nel suo esatto contrario (formazione reattiva). Iil bambino inizia quindi a comportarsi come se provasse un amore smisurato nei confronti della madre. Ora, la mia domanda è: se il comportamento della madre nei confronti di suo figlio si normalizzasse e l'odio che il bambino covava per la madre svanisse, verrebbero meno anche quei comportamenti dovuti al "falso" amore oppure permarrebbero comunque? Ringrazio sentitamente tutti coloro che vorranno darmi una risposta...

PS: chiedo scusa se ho sbagliato sezione in cui pubblicare... è che questa mi sembrava la più adatta...

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qui ci vuole un parere di uno/a psicoterapeuta infantile:cmq ricorda che i traumi infantili sono i più difficili da smaltire e assorbire e spesso ce li trasciniamo anche i età adulta con pesanti riflessi nella vita scolastica,lavorativa e sentimentale.grazie x la fiducia riposta nel forum e benvenuto!

rufuge

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Ciao a tutti,

mi chiamo Marco e sono nuovo (appena registrato). Ho già visitato in passato questo forum e finalmente mi sono deciso a iscrivermi... :LOL: Sono un profano del mondo della psicologia e mi piacerebbe incontrare qualcuno più pratico (uno psicologo) che possa aiutarmi a risolvere un problemino... Sto conducendo una ricerca sui meccanismi di difesa della mente. A tal proposito vorrei chiedere: se la causa che li ha scatenati dovesse venire a mancare, anche la difesa verrebbe eliminata, oppure una volta che il meccanismo di difesa entra in azione poi non si può più togliere? Esempio: diciamo che un bambino si sente mal voluto dalla madre. Così lui inizia a provare odio nei confronti del genitore. Tale odio gli procura dei sensi di colpa che fanno sì che il sentimento di odio sia trasformato nel suo esatto contrario (formazione reattiva). Iil bambino inizia quindi a comportarsi come se provasse un amore smisurato nei confronti della madre. Ora, la mia domanda è: se il comportamento della madre nei confronti di suo figlio si normalizzasse e l'odio che il bambino covava per la madre svanisse, verrebbero meno anche quei comportamenti dovuti al "falso" amore oppure permarrebbero comunque? Ringrazio sentitamente tutti coloro che vorranno darmi una risposta...

PS: chiedo scusa se ho sbagliato sezione in cui pubblicare... è che questa mi sembrava la più adatta...

Per meccanismi di difesa intendi più quelli della psicanalisi o quelli della psicologia cognitiva? Nella seconda li chiamano "adattamenti disfunzionali" e solitamente le psicoterapie cognitivo-comportamentali si prefiggono proprio lo scopo di rimuovere tali adattamenti... ma i meccanismi di difesa in sé non li puoi rimuovere, puoi soltanto ridurre una loro manifestazione disfunzionale e patologica...

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Per meccanismi di difesa intendi più quelli della psicanalisi o quelli della psicologia cognitiva? Nella seconda li chiamano "adattamenti disfunzionali" e solitamente le psicoterapie cognitivo-comportamentali si prefiggono proprio lo scopo di rimuovere tali adattamenti... ma i meccanismi di difesa in sé non li puoi rimuovere, puoi soltanto ridurre una loro manifestazione disfunzionale e patologica...

Facevo riferimento più alla psicanalisi che ad altre scuole. Io davo per scontato, forse ingenuamente, che una volta venute a mancare le cause che hanno dato luogo ad un determinato meccanismo di difesa (come nell'esempio che ho fatto), questo dovrebbe svanire di conseguenza... Non è così?

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Facevo riferimento più alla psicanalisi che ad altre scuole. Io davo per scontato, forse ingenuamente, che una volta venute a mancare le cause che hanno dato luogo ad un determinato meccanismo di difesa (come nell'esempio che ho fatto), questo dovrebbe svanire di conseguenza... Non è così?

Non so risponderti riguardo i meccanismi di difesa della psicanalisi, ma nella psicologia cognitiva vengono chiamati bias (errori) cognitivi, o euristiche (modi di leggere la realtà che sono funzionali se non estremizzati e utilizzati senza criterio). In poche parole l'adattamento disfunzionale sarebbe l'utilizzo esagerato di alcune euristiche e quindi la pervasività di errori cognitivi nel leggere gli avvenimenti del quotidiano, del passato, del presente, e le possibilità rivolte al futuro.

Un paio di link su wiki sui bias:

https://en.wikipedia.org/wiki/List_of_cognitive_biases

https://en.wikipedia.org/wiki/Cognitive_bias

E sulle euristiche:

https://en.wikipedia.org/wiki/Heuristic

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Non so risponderti riguardo i meccanismi di difesa della psicanalisi, ma nella psicologia cognitiva vengono chiamati bias (errori) cognitivi, o euristiche (modi di leggere la realtà che sono funzionali se non estremizzati e utilizzati senza criterio). In poche parole l'adattamento disfunzionale sarebbe l'utilizzo esagerato di alcune euristiche e quindi la pervasività di errori cognitivi nel leggere gli avvenimenti del quotidiano, del passato, del presente, e le possibilità rivolte al futuro.

Un paio di link su wiki sui bias:

https://en.wikipedia.org/wiki/List_of_cognitive_biases

https://en.wikipedia.org/wiki/Cognitive_bias

E sulle euristiche:

https://en.wikipedia.org/wiki/Heuristic

Interessante... non credevo che la psicologia cognitiva avesse approfondito tanto questi aspetti. Non è che per caso conosci qualche libro, preferibilmente in italiano (ma anche in inglese va bene), che si occupa di bias ed euristiche? Comunque ti ringrazio per le risposte e i link... :icon_razz:

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Interessante... non credevo che la psicologia cognitiva avesse approfondito tanto questi aspetti. Non è che per caso conosci qualche libro, preferibilmente in italiano (ma anche in inglese va bene), che si occupa di bias ed euristiche? Comunque ti ringrazio per le risposte e i link... :icon_razz:

Ce ne sono tanti, eccone alcuni:

- "Pensieri lenti e veloci" di Kahneman (uno dei più grandi studiosi di queste cose oltre che premio nobel per l'economia)

- "Decisioni intuitive" di Gigerenzer (ha un punto di vista per certi versi opposto al primo)

- "Trappole mentali" di Motterlini

- "Kluge" di Marcus

- "La trappola del comandante" di Carena e Mastrogiorgio

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Ce ne sono tanti, eccone alcuni:

- "Pensieri lenti e veloci" di Kahneman (uno dei più grandi studiosi di queste cose oltre che premio nobel per l'economia)

- "Decisioni intuitive" di Gigerenzer (ha un punto di vista per certi versi opposto al primo)

- "Trappole mentali" di Motterlini

- "Kluge" di Marcus

- "La trappola del comandante" di Carena e Mastrogiorgio

Grazie mille... gentilissimo...

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  • 2 weeks later...

caleidoscopio cosa pensi di PNL(programmazione neurolinguistica)?

rufuge

Penso che se la psicanalisi, di cui non sono un estimatore, ha una sorta di legittimazione storica nella pratica della psicoterapia e nelle facoltà di psicologia, allora questa legittimazione accademica, universitaria, può meritarla anche la PNL. Oltretutto se la PNL viene accettata dalla psicologia ufficiale, le sue idee possono essere messe alla prova degli esperimenti di scienze sociali e delle neuroscienze.

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Su un argomento analogo:

Reframing
In che modo va affrontata la vita? Come porsi correttamente nei confronti delle cose del mondo, del lavoro, dei doveri, degli impegni e soprattutto delle cose che non si possono modificare?
Ecco due storielle:
«Due uomini guardavano in uno stagno; disse uno: “Vedo del fango, una scarpa, e un vecchio barattolo”.
Disse l’altro: “Anch’io, ma vedo anche lo splendido riflesso del cielo”».
«Due carcerati commentano il paesaggio che si presenta ai loro occhi di sera dopo un giorno di pioggia dietro le sbarre:
“Quanto fango”, dice uno; “Quante stelle”, gli fa eco l’altro».
L’insegnamento di queste storielle è che esiste una capacità umana che ha un’importanza straordinaria, troppo spesso ignorata: è la capacità di cambiare il modo di vedere una situazione. La volontà può incidere sulla realtà del mondo esterno. Però spesso la realtà esterna non si può cambiare oggettivamente. Rimane allora questa capacità di cambiare internamente.
Alcuni psicologi l’hanno chiamata reframing (ristrutturazione), che significa: “Mettere in una cornice diversa”, una sorta di “rincorniciatura” degli avvenimenti.
Aiutare una persona a vedere la sua situazione in modo diverso fa parte dell’arte psicoterapeutica. Questa è arte antica che si trova in molte tradizioni spirituali e in molti filosofi.
Per esempio lo stoico Epitteto diceva: «Noi non siamo turbati dalle cose, ma dall’opinione che abbiamo delle cose».
Questa è una distinzione importantissima.
Le cose sono quelle che sono, e cambiarle spesso non è in nostro potere: non possiamo decidere di essere sempre fortunati. I problemi capitano indipendentemente dal nostro volere.
Noi, però, possiamo decidere di cambiare la nostra opinione e quindi il nostro atteggiamento nei loro confronti. È qui che risiede il nostro potere.Secondo Epitteto, lo sbaglio tragico è proprio il pensare di non avere il potere dove invece lo abbiamo, cioè nella possibilità di cambiarci interiormente, e nel pensare di avere potere dove non l’abbiamo, cioè sulle circostanze esterne che non possiamo cambiare.
Nel ristrutturare una idea o percezione della realtà di una persona, non si mette in discussione l’idea o la percezione della realtà stessa, non si va cioè a cambiare il contenuto dell’idea o della percezione in sé, ma si cambiano le cornici all’interno delle quali inserire tale significato.
Ovviamente, cambiando la cornice, si cambia in maniera indiretta il significato stesso; e questo perché la realtà è determinata sempre dal punto di osservazione da cui il soggetto la guarda: se si cambia tale punto di osservazione, la realtà stessa cambia.
Quello che noi vediamo nelle cose, nelle persone e negli avvenimenti, sono in pratica nostre idee, anzi opinioni, nel senso che abbiamo dentro di noi un’immagine di come è il mondo.
E questa nostra immagine può essere vera, adeguata alla realtà esterna, ma può anche non esserlo; molto spesso è errata perché deriva dal condizionamento sociale, da come siamo cresciuti e dalle varie influenze che abbiamo subito.
E allora il compito della psicoterapia è quello di recuperare questa nostra capacità di cambiare atteggiamento, chiamato Reframing.
Ecco una storiella medievale, intitolata” I tre tagliapietre”, che è una stupenda rappresentazione del reframing:
«Un visitatore entrò nel cantiere dove nel Medioevo si stava costruendo una cattedrale. Incontrò un tagliapietre e gli chiese: “Che cosa stai facendo?”.
L’altro rispose di malumore: “Non vedi? sto tagliando le pietre”. Così egli mostrava che considerava quel lavoro increscioso e senza valore.
lì visitatore passò oltre e incontrò un secondo tagliapietre; anche a questo chiese che cosa facesse. “Sto guadagnando da vivere per me e la mia famiglia”, rispose l’operaio con tono calmo, mostrando una certa soddisfazione.
L’altro proseguì e, trovando un terzo tagliapietre, gli rivolse la stessa domanda. Questi rispose gioiosamente: “Sto costruendo una cattedrale”.
Egli aveva compreso il significato e lo scopo del suo lavoro, si era reso conto che la sua opera umile era altrettanto necessaria quanto quella dell’architetto e quindi in un certo senso aveva lo stesso valore della sua. Perciò eseguiva il suo lavoro volentieri, anzi con entusiasmo».
di Pasquale Ionata
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sono d'accordo sul reframing e sulle storielle sagge,positive e illuminanti alla base di ogni evoluzione,cambiamento e personale rivoluzione umana ma poi vanno applicate quotidianamente con disciplina e costanza e qui viene il difficile;xchè di belle idee,filosofie,etiche,codici morali,deontologie professionali e buoni propositi ne è pieno il mondo e la storia dell'umana specie.ma poi ci troviamo sempre di fronte a corruzione,malversazioni,truffe,inganni,femminicidi,genocidi,guerre,stragi e stermini:sembra proprio che giustizia,bene comune e rispetto x la vita siano una realtà virtuale,mentre male,distruzione,odi razziali e follie omicide siano maledettamente reali! che ne dici?

rufuge

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sono d'accordo sul reframing e sulle storielle sagge,positive e illuminanti alla base di ogni evoluzione,cambiamento e personale rivoluzione umana ma poi vanno applicate quotidianamente con disciplina e costanza e qui viene il difficile;xchè di belle idee,filosofie,etiche,codici morali,deontologie professionali e buoni propositi ne è pieno il mondo e la storia dell'umana specie.ma poi ci troviamo sempre di fronte a corruzione,malversazioni,truffe,inganni,femminicidi,genocidi,guerre,stragi e stermini:sembra proprio che giustizia,bene comune e rispetto x la vita siano una realtà virtuale,mentre male,distruzione,odi razziali e follie omicide siano maledettamente reali! che ne dici?

rufuge

Certo, vanno applicate con costanza perché diventino pensieri automatici e inconsci. Per questo motivo la psicoterapia cognitivo-comportamentale è considerata la più completa, perché unisce il lavoro sui pensieri della psicologia cognitiva, al condizionamento del comportamentismo. Per quanto riguarda i codici morali, direi che non bastano le imposizioni dall'esterno, ci vuole anche l'impegno personale, volontario e sentito, a rispettarli.

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