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SORELLA BOREDERLINE....non ce la faccio piu.


Perplesso

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Ciao a tutti, mi chiamo Luca e sono dell'83, ho una sorella dell'87, Valeria e una nata nel 94, Francesca.

La situazione di cui scrivo riguarda mia sorella Valeria, che ha sempre avuto un carattere un po' particolare fin da bambina, molto scontrosa e introversa, ma la situazione è degenerata dopo la scomparsa prematura di nostra mamma nel 2004, per un brutto male.

LEi forse è stata quella che ha sofferto di più, data anche l'età delicata, 17 anni, da quell'anno in poi non si è capito più niente.

Ha cominciato a bere, fumare erba, e poi la situazione è degenerata con veri e propri attacchi misti di ansia e isteria, in cui può perdere anche conoscenza e esteticamente sembrano un po' quelli epilettici, ma ha fatto tutti i controlli, non sono di natura organica ma psichiatrica, li chiamano "disturbi di conversione".

L'abbiamo portata da più di uno psichiatra, ne ha cambiati 4 o 5, ma non le stava bene nessuno, e smetteva di andarci, le pasticche che le prescrivevano ne ha sempre fatto un uso irregolare, abusandone per inscenare dei "tentati suicidi".

Ha avuto sempre un rapporto conflittuale con tutto il resto della famiglia, specialmente con nostro padre (la cui unica colpa è stata quella di lavorare spesso fuori, essendo un capo cantiere del settore edile), e con mia zia, la sorella di mamma defunta, che, da "zitella" ha continuato a vivere con noi, e la cui colpa era quella di metterla in punizione quando la vedeva fumare e bere, non che però non abbia cercato di aiutarla, anzi)all'ultimo la situazione era cosi degenerata (spesso cercava lo scontro fisico proprio con la zia, alzandole le mani), papà ha deciso di comprarle 5 anni fa (2011) un piccolo bilocale dove potesse gestirsi da sola. Sempre coi soldi nostri eh, prende una piccola pensione di invalidità e il resto glielo diamo io e papà..

All'inizio tutto bene, poi ha cominciato a lamentarsi che è troppo fuori mano e non servito dalla metropolitana (viviamo a Roma e le zone servite dalla metro sono troppo care, comunque i mezzi pubblici ci sono, ma a lei pesa il sedere prenderli, giusitiicandosi che la troppa folla puo farla sentir male e chiaramente per le crisi che ha non guida), non puo andare a lavoro, ecc, e ha cominciato a cercare di attirare l'attenzione di nuovo abusando di pasticche, ecc.

Mi sonoo offerto di stare un po' con lei, durò qualche mese poi mi "ricacciò via" e tuttora chiama solo quando ha bisogno di qualcosa...

Io per questa sorella ci ho rimesso il lavoro (troppe assenze per "salvarla" dai suoi tentati suicidi, alcuni dovuti anche ai fidanzati vari che ha avuto e che non facendocela più, la lasciavano), ci ho rimesso la mia fidanzata (con la quale ero andato a convivere e che mi ha mollato per lo stesso motivo, dicendo "vai a fare il badante di tua sorella ma non mi rompere più"), e ci sto rimettendo pure il nuovo lavoro, oltre che la salute...situazione più o meno analoga alla mia, quella di Francesca, la sorellina più piccola...di fatto ce ne occupiamo noi, perché mia zia non vuole più essere messa in mezzo, e mio padre lavora più fuori che a Roma e spesso non c'è, gli mancano ancora 5 o 6 anni prima che vada in pensione.

In questi anni ho sopportato tentati suicidi, crisi auto ed etero aggressive, alcune molto violente (non conto più le volte in cui ho preso schiaffi o calci, una volta mi colpi in testa col mattarello e dovetti farmi mettere i punti, qualche altra volta ha cercato di mandarmi fuori strada aggrappandosi al volante dell'auto), ho girato più ospedali che discoteche o cinema e in tutti i casi di pronto soccorso, quando ho chiesto un trattamento sanitario obbligatorio me l'hanno sempre negato, le consigliavano il ricovero, quello si, ma di fatto le davano potere di firma, e lei usciva e punto e da capo.

Un mio amico che lavora in polizia, mi ha detto molto cinicamente, che se voglio cominciare a togliermela dalle scatole, la prossima volta che alza le mani, mi faccio pestare a sangue e poi sporgo denuncia.... dati i trascorsi psichiatrici, non andrebbe in galera ma appunto in reparto psichiatrico, venendo segnalata pure come persona socialmente pericolosa" e da lì ogni volta che farebbe qualche xxxxxxx, le porte delle strutture di ricovero obbligatorio le si spalancherebbero subito...

Io non so che fare, sto cominciando a provare una forte rabbia verso di lei, ma odio no, è sempre mia sorella, e non la vorrei vedere a girare come uno zombie dentro una clinica, sedata...ma è anche vero che per lei io e l'altra sorellina non abbiamo più una vita, e proprio a livello emotivo e di stress che ci procura questa situazione, non ce la facciamo più.

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Ciao,

purtroppo non ho esperienza né competenza per suggerirti che fare.

Ti stimo tanto per l'affetto e la pazienza che dimostri.

Soffro di BPD anch'io, ma, per fortuna, non ho problemi grandi come tua sorella.

Per lei provo dispiacere, ma al tempo stesso non ritengo giusto che rovini la vostra vita.

Da quanto hai scritto, mi sembra di capire che avete fatto tanti tentativi per aiutarla.

Per quanto possa essere triste il ricovero coatto, sono del parere che sia l'unico modo per proteggervi.

Ti abbraccio

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ciao....una storia molto complicata la tua....non che qui ci siano casi semplici, ma alla tua età dover affrontare tutto questo già da anni è molto...... inoltre senza il supporto di adulti che possano alleviarti il peso....non ho ne le conoscenze ne i mezzi per poterti aiutare....ti dico solo che per quanto brutto il ricovero forse potrebbe essere un modo per iniziare a tenere sotto controllo la situazione e per rigenerare un po le energie tue e di tua sorella piccola...dico questo a malincuore, ma è quello che sta succedendo a me da quando mio marito si è ricoverato... (lui x fortuna volontariamente)..... alla prossima crisi chiama subito il 118 non aspettare che passi....falli intervenire in modo che si rendano conto della gravità....e comunque tramite il tuo medico di base chiedi aiuto al csm della tua zona....dovrebbero (uso il condizionale perchè in Italia non è scontato) aiutarti ed indirizzarti verso le cure migliori o perlomeno suggerirti delle soluzioni..... tieni duro..... un abbraccio

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Ciao a tutti, mi chiamo Luca e sono dell'83, ho una sorella dell'87, Valeria e una nata nel 94, Francesca.

La situazione di cui scrivo riguarda mia sorella Valeria, che ha sempre avuto un carattere un po' particolare fin da bambina, molto scontrosa e introversa, ma la situazione è degenerata dopo la scomparsa prematura di nostra mamma nel 2004, per un brutto male.

LEi forse è stata quella che ha sofferto di più, data anche l'età delicata, 17 anni, da quell'anno in poi non si è capito più niente.

Ha cominciato a bere, fumare erba, e poi la situazione è degenerata con veri e propri attacchi misti di ansia e isteria, in cui può perdere anche conoscenza e esteticamente sembrano un po' quelli epilettici, ma ha fatto tutti i controlli, non sono di natura organica ma psichiatrica, li chiamano "disturbi di conversione".

L'abbiamo portata da più di uno psichiatra, ne ha cambiati 4 o 5, ma non le stava bene nessuno, e smetteva di andarci, le pasticche che le prescrivevano ne ha sempre fatto un uso irregolare, abusandone per inscenare dei "tentati suicidi".

Ha avuto sempre un rapporto conflittuale con tutto il resto della famiglia, specialmente con nostro padre (la cui unica colpa è stata quella di lavorare spesso fuori, essendo un capo cantiere del settore edile), e con mia zia, la sorella di mamma defunta, che, da "zitella" ha continuato a vivere con noi, e la cui colpa era quella di metterla in punizione quando la vedeva fumare e bere, non che però non abbia cercato di aiutarla, anzi)all'ultimo la situazione era cosi degenerata (spesso cercava lo scontro fisico proprio con la zia, alzandole le mani), papà ha deciso di comprarle 5 anni fa (2011) un piccolo bilocale dove potesse gestirsi da sola. Sempre coi soldi nostri eh, prende una piccola pensione di invalidità e il resto glielo diamo io e papà..

All'inizio tutto bene, poi ha cominciato a lamentarsi che è troppo fuori mano e non servito dalla metropolitana (viviamo a Roma e le zone servite dalla metro sono troppo care, comunque i mezzi pubblici ci sono, ma a lei pesa il sedere prenderli, giusitiicandosi che la troppa folla puo farla sentir male e chiaramente per le crisi che ha non guida), non puo andare a lavoro, ecc, e ha cominciato a cercare di attirare l'attenzione di nuovo abusando di pasticche, ecc.

Mi sonoo offerto di stare un po' con lei, durò qualche mese poi mi "ricacciò via" e tuttora chiama solo quando ha bisogno di qualcosa...

Io per questa sorella ci ho rimesso il lavoro (troppe assenze per "salvarla" dai suoi tentati suicidi, alcuni dovuti anche ai fidanzati vari che ha avuto e che non facendocela più, la lasciavano), ci ho rimesso la mia fidanzata (con la quale ero andato a convivere e che mi ha mollato per lo stesso motivo, dicendo "vai a fare il badante di tua sorella ma non mi rompere più"), e ci sto rimettendo pure il nuovo lavoro, oltre che la salute...situazione più o meno analoga alla mia, quella di Francesca, la sorellina più piccola...di fatto ce ne occupiamo noi, perché mia zia non vuole più essere messa in mezzo, e mio padre lavora più fuori che a Roma e spesso non c'è, gli mancano ancora 5 o 6 anni prima che vada in pensione.

In questi anni ho sopportato tentati suicidi, crisi auto ed etero aggressive, alcune molto violente (non conto più le volte in cui ho preso schiaffi o calci, una volta mi colpi in testa col mattarello e dovetti farmi mettere i punti, qualche altra volta ha cercato di mandarmi fuori strada aggrappandosi al volante dell'auto), ho girato più ospedali che discoteche o cinema e in tutti i casi di pronto soccorso, quando ho chiesto un trattamento sanitario obbligatorio me l'hanno sempre negato, le consigliavano il ricovero, quello si, ma di fatto le davano potere di firma, e lei usciva e punto e da capo.

Un mio amico che lavora in polizia, mi ha detto molto cinicamente, che se voglio cominciare a togliermela dalle scatole, la prossima volta che alza le mani, mi faccio pestare a sangue e poi sporgo denuncia.... dati i trascorsi psichiatrici, non andrebbe in galera ma appunto in reparto psichiatrico, venendo segnalata pure come persona socialmente pericolosa" e da lì ogni volta che farebbe qualche xxxxxxx, le porte delle strutture di ricovero obbligatorio le si spalancherebbero subito...

Io non so che fare, sto cominciando a provare una forte rabbia verso di lei, ma odio no, è sempre mia sorella, e non la vorrei vedere a girare come uno zombie dentro una clinica, sedata...ma è anche vero che per lei io e l'altra sorellina non abbiamo più una vita, e proprio a livello emotivo e di stress che ci procura questa situazione, non ce la facciamo più.

Ciao Luca,

comprendo la tua situazione enormemente complicata, la tua rabbia determinata dalla continua ricerca di una soluzione invana.

Da ciò che scrivi sembrerebbe che tua sorella, oltretutto, nel corso di tutti questi anni, abbia compreso come avere facilmente la vostra attenzione.

Credo che a tanta "forza di ribellione" bisogni rispondere con altrettanta forza.

Tuttavia non sono a favore del ricovero ospedaliero, ho lavorato per 6 mesi in una struttura psichiatrica pubblica e le persone non diventano altro che semplici casi a cui somministrare farmaci. L'enorme afflusso e le scarse risorse non permettono un percorso di supporto psicologico personale per ogni paziente; molto personale che prende in carico l'utenza vive un lento logoramento personale determinato da orari estenuanti e poco riconoscimento della professionalità; inoltre, statisticamente parlando, sono maggiori i casi che "entrano ed escono" continuamente da questi istituti, rispetto a quelli che vengono reinseriti nella società come persone autonome.

Questa è la mia personale, e purtroppo, negativa esperienza. Ti consiglierei prima di arrivare a questa scelta, con cui dovrai comunque convivere, di tentare ancora con psicologi, psicoterapeuti, psichiatri, assistenti sociali che siano in grado di lavorare in equipe, e fornire a tua sorella una reale e concreta possibilità.

Per quanto riguarda te e la tua sorellina più piccola vi consiglio di iniziare a rispondere con forza, di non assecondarla, di farle comprendere e rispettare le vostre persone.

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