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Il piano di suicidio di una paziente


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Salve. Vorrei esporvi un fatto che sta avvenendo in questo momento nel mio reparto e che causa a me è ai miei colleghi diverse discussioni e che interferisce anche nel nostro modo di vedere il nostro lavoro.

Una paziente è da anni affetta da una sindrome muscolare provocata da un effetto collaterale sconosciuto di un farmaco al quale non c'è rimedio è per la quale si trova a dipendere per alcuni momenti della giornata da un ventilatore meccanico e a non poter usare più le braccia e quindi a non essere più totalmente indipendente.

In questi giorni ha pertanto deciso di porre fine alla sua esistenza... Evitando di bere e mangiare e aspettando la sua sorte. Fin qui non ci vedo nulla di strano. É una decisione importante e personale, ma molto del come stanno avvenendo i fatti ci fa riflettere.

É una donna relativamente giovane, che ha avuto sempre una vita attiva e con la presenza di molte persone intorno che continuano a visitarla spessissimo e del marito, che tutt'ora divide quotidianamente il suo tempo con la moglie ed é sempre presente. Ha sempre curato il suo aspetto fisico e attualmente si preoccupa ancora che la sua pancia non sia piatta e di essere truccata per poter poter apparire al meglio durante le terapie. Così come per quanto riguarda i parametri delle analisi del sangue o delle emogasanalisi. Se i valori sono minimamente al limite della norma sono motivo di discussioni e pensieri. Assume integratori alimentari e farmaci per la menopausa.

Ciò che mi ha raccontato una collega mi ha lasciato basito. La paziente beve volentieri una tazza di caffè ogni mattina, e proprio ieri mattina ha domandato: " dovrei bere il caffè se devo affamarmi?" (non abbiamo noi preso la sua decisione del suicidio xD) 

Ora, una persona che vuole il suicidio, non mi pare che preceda l'evento da proclami, la necessità di un aiuto di un medico-assistenziale (e se dovesse venire a mancare penso lascerebbe perdere), ponga certe domande e si preoccupi della pancia piatta e del seno sodo. Ha pianificato di morire per fame e per sete e non é un processo immediato e pare non avere credenze o persone di riferimento (preti, amici, psicologi quanto meno...)

Cosa ne pensate? Un parere di un esperto mi sarebbe d'aiuto.

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La cosa che mi fa più riflettere é come molti miei colleghi hanno reagito. Nessuno ha pensato di trovare una soluzione, proporre un consulto. No. La vogliono imbottire piano piano di antidolorifici e anestetici e li la cosa mi fa paura. Rasenta il penale perché non si tratta di un paziente palliativo, in procinto di morire ma di uno stato cronico nel quale potrebbe sopravvivere altri 20/30 anni 

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Non sono un'esperta ma, di solito, quando si dice di voler morire in realtà si sta chiedendo aiuto per vivere...

Prova a parlarne con il marito, lui avrà la possibilità di farla visitare da uno psicologo se non è già stato fatto.

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Invece il marito preme per farla finita e vanno di comune accordo. Ma non mi esprimo su una tale reazione...

Da quello che mi ha raccontato la signora, ha visto degli psicologi ma non le hanno dato un aiuto "concreto", non hanno potuto guarire la malattia. Lei li avvicina, presumo, per ricevere una cura miracolosa.

Secondo me prova anche vergogna per il suo stato in quanto potrebbe viaggiare, andare al cinema o al ristorante ma non lo fa

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26 minuti fa, Gabbiano dice:

Invece il marito preme per farla finita e vanno di comune accordo. Ma non mi esprimo su una tale reazione...

Mi vengono in mente molte cose ma preferisco anche io non esprimermi, in quanto effettivamente non conosco la situazione e credo che solo trovandocisi si possa capire.

28 minuti fa, Gabbiano dice:

ha visto degli psicologi ma non le hanno dato un aiuto "concreto", non hanno potuto guarire la malattia

Non essendo una malattia psichica come avrebbero potuto guarirla? L'aiuto psicologico in questi casi serve per creare una condizione di accettazione della malattia fisica...

29 minuti fa, Gabbiano dice:

Secondo me prova anche vergogna per il suo stato in quanto potrebbe viaggiare, andare al cinema o al ristorante ma non lo fa

Mi sembra di aver capito che è paraplegica o qualcosa di simile? Ci sono persone che nonostante la malattia continuano ad avere voglia di vivere, altre no...di certo non possiamo noi giudicare...molti anni fa, per una situazione completamente diversa, ho desiderato anche io di morire ma poi ho avuto paura ed ora non mi dispiace di essere viva...per questo cerco sempre di far desistere chi desidera di farla finita ma, come dicevo, la mia era una situazione diversa, nel caso di questa signora non so cosa farei...

Hai scritto che sta assumendo degli integratori per la menopausa, anche le modificazioni ormonali possono scatenare episodi depressivi...

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Grazie lis. Hai aggiunto una cosa ai miei pensieri che in questo momento non stavo considerando. Le cose nella vita cambiano... Ma se chi ti é vicino ti sprona a farla finita?!?!.. Sarebbe molto facile ma da soli é più dura vedere le alternative.

Va be' un'altra esperienza va a ampliare la mia galleria d'arte degli orrori lavorativi.

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2 ore fa, Gabbiano dice:

Ma se chi ti é vicino ti sprona a farla finita?!?!.. 

E' questo il punto, ripeto non so esattamente come stanno le cose, ma questo marito che "preme per farla finita" alla moglie, insomma qualche dubbio mi sorge, si tratta solo di non voler più vedere la moglie soffrire?

 

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15 minuti fa, Lis dice:

E' questo il punto, ripeto non so esattamente come stanno le cose, ma questo marito che "preme per farla finita" alla moglie, insomma qualche dubbio mi sorge, si tratta solo di non voler più vedere la moglie soffrire?

 

Io invece credo che il marito l'abbia sposata sana, ed ora che è malata non la vuole più, ha paura di buttare la sua vita ad accudirla ed è un timore perfettamente legittimo e comprensibile. 

Credo che la signora in ogni caso sia molto fortunata ad avere il coniuge che la appoggia in questa decisione. Non mi esprimo invece sull'intenzione dei medici di imbottirla di antidolorifici. Penso sia l'unica cosa sbagliata di tutta questa storia. Comunque è  profondamente incivile che in questo Paese a una persona non sia permesso di morire nel miglior modo possibile e senza sofferenze.

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grazie ancora delle vostre risposte.

Nel reparto dove lavoro ci sarebbero persone che avrebbero più diritto a farla finita. Sto mettendo in guardia tutti dalla leggerezza con cui stanno evolvendo le cose e da un paio di giorni, per me, la mia professione è finita. Siamo al capolinea. 

E poi mi spiegate una cosa. Per compiere un suicidio ci sono mille modi e perchè sceglierne appunto uno lento. Io l'ho paragonato al fumo di sigaretta. Lo fai perchè lo vuoi e magari ti può ammazzare e comunque puoi smettere. Lei domani potrebbe dirmi di farle un panino. :Applause:

Il marito le potrebbe prendere una scatola di paracetamolo, ficcargliela in gola e in un giorno con un bel po di dolore la situazione è risolta. Ma loro no! loro stanno li e pontificano sul fatto che siamo egoisti perchè non comprendiamo il suicidio, ci ordinano di dare farmaci antidolorifici. In poche parole mischiano le carte e oggi in turno sono dovuto entrare da lei mi ha addirittura riso in faccia perchè sa che non mi va giù tutta la situazione. 

La mia battaglia non è comunque finita...

Sono in Germania e qui la situazione è grave per molti aspetti. L'assistenza è indecente e la professionalità di molti lavoratori lascia a desiderare e in italia almeno fino a un decennio fa l'essere anziano era motivo di rispetto per cui la persona anziana era un elemento del nucleo familiare stabile. Qui ho visto figli abbandonare i genitori come se fossero dei cani, sull'autostrada, prima delle vacanze estive.

Le persone veramente in stato terminale sono accompagnate verso la fine in modo diverso. Se non esiste l'eutanasia comunque esistono strutture apposite, protocolli e personale addetto. Purtroppo ci sono anche situazioni limite e sono ancora argomento di dibattito. 

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22 minuti fa, Gabbiano dice:

per me, la mia professione è finita. Siamo al capolinea. 

Purtroppo certe professioni ti logorano, io non sarei minimamente in grado di lavorare così a stretto contatto con la sofferenza, per quel che ti può servire, hai tutta la mia comprensione e ammirazione.

24 minuti fa, Gabbiano dice:

Qui ho visto figli abbandonare i genitori come se fossero dei cani, sull'autostrada, prima delle vacanze estive.

Ti assicuro che non succede solo dove sei tu. Al giorno d'oggi le persone non hanno più valore in quanto tali ma in base a ciò che producono e se non producono, se non sono più utili, tanto vale buttarle via...

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33 minuti fa, Gabbiano dice:

Le persone veramente in stato terminale sono accompagnate verso la fine in modo diverso. Se non esiste l'eutanasia comunque esistono strutture apposite, protocolli e personale addetto. Purtroppo ci sono anche situazioni limite e sono ancora argomento di dibattito. 

Ho dato per scontato che lavorassi in Italia, scusami. Detto questo è evidente che la paziente non abbia davvero deciso di morire, o come hai detto tu avrebbe deciso per altri metodi più rapidi. 

Credo che il suo comportamento sia dettato soprattutto dalla sofferenza psicologica e dalla paura di non essere più autosufficiente, e non mi sembra strano che reagisca così.

Resto però convinta di quello che ho detto sulle probabili ragioni che spingono il marito ad appoggiare la sua decisione. Sai cosa, Gabbiano? non dubito che ci siano malati terminali che soffrono molto di più di questa signora, ma purtroppo (o per fortuna) soffriranno per un tempo limitato. Invece questa persona si trova a dover vivere uno stato cronico che, come dici tu, dura da anni e potrebbe protarsi ancora per 20/30 anni. Secondo me è questo che fa paura sia a lei che al marito. 

Se è così comprendo benissimo: personalmente la mia più grande paura non è di morire, ma di restare invalida o menomata per tutta la vita.

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2 ore fa, Gazza dice:

Secondo me è questo che fa paura sia a lei che al marito. 

Ma non potrebbe semplicemente andarsene? Non dico che debba cercare di impedirle il suicidio ma nemmeno "premere per farla finita"... 

 

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12 ore fa, Lis dice:

Ma non potrebbe semplicemente andarsene? Non dico che debba cercare di impedirle il suicidio ma nemmeno "premere per farla finita"... 

 

Beh, ovviamente non conosciamo queste persone né le loro reali motivazioni, quindi posso fare solo delle ipotesi. E secondo la mia ipotesi entrerebbe un po' in gioco l'ipocrisia di cui parlavo nell'altra discussione: non è facile ammettere nemmeno a se stessi di non voler accudire un invalido. Magari ci si potrebbe anche convincere di fare il bene del malato assecondandolo nella sua decisione di suicidio.

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ultimo aggiornamento sulla storia di cui sopra. Poi voglio chiudere l'argomento perché ho bisogno di stare tranquillo.

La signora è stata ammessa in un Hospice, con malati terminali, e se ne è andata dal nostro reparto per raggiungere la fine. Come sia stato fatto tutto ciò non lo capisco ma è la dimostrazione che le motivazioni di ognuno di noi possono avere un  valore e una energia mortale. Chi per alcune ragioni (il marito) chi per altre (la mia coordinatrice bigotta) hanno seguito quello che gli suggeriva l'ego.

Il marito dopo la dimissione è riuscito ancora a screditare la moglie e nel frattempo la sua faccia ha fatto in tempo a rilassarsi. Ce l'ha fatta. Forse la radice di questi atteggiamenti e di tutto quello che ne è conseguito risiede in problemi di coppia addirittura precedenti alla  malattia della moglie.

La mia coordinatrice è riuscita ad arrivare a pensare quello che ho suggerito all'inizio, che forse, ma non ne è sicura, che la signora avesse bisogno di un consulto psicologico. Ma è difficile che sia possibile che individui piccoli piccoli in cerca di importanza ammettano un errore. Neanche per imparare e impedire di commettere gli stessi errori un'altra volta.

 

Si viviamo in un mondo ipocrita che gode anche di un deciso tacito consenso.

Poi magari quando si parla di tipica freddezza tedesca allora non si tratta del fatto che siano taciturni e diffidenti, anzi tutt'altro, ma la loro concezione dei rapporti interpersonali è alquanto funzionale e il primo che li piglia per le briglie (vedi Hitler & Co.) li porta dove vuole.

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9 ore fa, Gabbiano dice:

Il marito dopo la dimissione è riuscito ancora a screditare la moglie e nel frattempo la sua faccia ha fatto in tempo a rilassarsi. Ce l'ha fatta.

Non sono affatto una persona religiosa ma, da qualche tempo a questa parte, sto avendo davanti agli occhi manifestazioni che mi riportano al principio Karmico o qualcosa di simile perciò, fossi in quell'uomo, non starei tranquilla e non mi riferisco ad un intervento divino ma al semplice causa-effetto.

10 ore fa, Gabbiano dice:

la loro concezione dei rapporti interpersonali è alquanto funzionale

Mi sembra una caratteristica comune a troppe persone...

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Se fossi una vegetale vorrei che mi fosse tolta la vita (per quanto possa risultare da pazzi), e spero, con questa mia decisione, di far rilassare il viso ai miei cari. Non è anche questo amore?
 

 

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2 ore fa, Hope82 dice:

Se fossi una vegetale vorrei che mi fosse tolta la vita (per quanto possa risultare da pazzi), e spero, con questa mia decisione, di far rilassare il viso ai miei cari. Non è anche questo amore?
 

Credo che ognuno debba essere libero di disporre della propria vita come ritiene opportuno.

Detto ciò il caso di questa signora, perlomeno da come è stato descritto, presenta delle discordanze. La sua cura per l'aspetto fisico e per i valori delle sue analisi non trova spiegazione nella volontà di suicidio, per questo ho avuto l'impressione che ci fosse una "forzatura", un fattore esterno che influenzasse le decisioni di questa donna in un momento difficile della sua vita. Leggendo ulteriormente il racconto ho trovato nel marito questo elemento. 

Magari sbaglio ma, se così non fosse, questa donna, che comunque allo stato attuale non è una vegetale, potrebbe essere stata plagiata psicologicamente e spinta verso una decisione irreversibile. 

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15 ore fa, Lis dice:

Credo che ognuno debba essere libero di disporre della propria vita come ritiene opportuno.

Detto ciò il caso di questa signora, perlomeno da come è stato descritto, presenta delle discordanze. La sua cura per l'aspetto fisico e per i valori delle sue analisi non trova spiegazione nella volontà di suicidio, per questo ho avuto l'impressione che ci fosse una "forzatura", un fattore esterno che influenzasse le decisioni di questa donna in un momento difficile della sua vita. Leggendo ulteriormente il racconto ho trovato nel marito questo elemento. 

Magari sbaglio ma, se così non fosse, questa donna, che comunque allo stato attuale non è una vegetale, potrebbe essere stata plagiata psicologicamente e spinta verso una decisione irreversibile. 

Tu pensi che questa donna sia una pazza? Incapace di intendere e volere tipo?

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20 minuti fa, Hope82 dice:

Tu pensi che questa donna sia una pazza? Incapace di intendere e volere tipo?

Io penso che questa donna potrebbe essere stata plagiata, ossia manipolata psicologicamente.

Tutti possiamo essere oggetto di manipolazione senza dover essere pazzi o incapaci.

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Purtoppo è stata con molta probabilita portata a questo.

A me ha fatto arrabbiare la capacità di alcuni colleghi di aiutare un suicidio e di altri di coprire dei ripensamenti e delle importanti rivelazioni da parte della paziente (di cui sono venuto a conoscenza in questi ultimi giorni)

La signora non aveva un atteggiamento suicida. Era depressa ma non si trattava di una depressione maggiore. Aveva molto di positivo e lo mostrava

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