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CRONACA - VITA QUOTIDIANA - COMMENTI e RIFLESSIONI........


nello

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Perso anche la gestione degli Europei di calcio 2012.

Governo davvero improponibile.

Altro che slogan...verità.

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Top Posters In This Topic

Nello non mi riferivo a quello che hai scritto tu.

era un pensiero volante,ho voluto farlo posare qui

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Spesso i " pensieri volanti " si posano come farfalle, apparentemente

senza colore, ma che in realtà hanno un senso..... se osservate nel contesto in cui si ... posano.

E' giusto sostenere che le esperienze vissute sulla " propria pelle ", hanno un valore diverso, più profondo, che segna gli animi quanto la vita delle persone, ma è altrettanto giusto condividere il dolore e la sofferenza, con le azioni , innanzittutto, come quelle svolte da Emergency e da Gino Strada, ma anche con le parole, i pensieri, gli articoli che testimoniano la vicinanza morale a quelle popolazioni. Oggi, nell' era della globalizzazione e della comunicazione in tempo reale, è possibile " entrare " dentro certe realtà, capirle, immaginarle, viverle o semplicemente coniare slogans, che hanno la loro " giusta " importanza, quando si desidera sottolineare o contestare qualcosa.

Ricordo che gli SLOGAN , vivacizzano e caratterizzano i movimenti di pensiero e di azione. :wink:

VIVA GLI SLOGANS....... PURCHE' SE NE PARLI!!!!!!!!!

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"Lo slogan è fascista di natura"

DanieleSilvestri*VogliaDiGridare

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Nello non mi riferivo a quello che hai scritto tu.

era un pensiero volante' date='ho voluto farlo posare qui[/color']

Scusa :LOL::wink: ...però il tuo amico Prodi è davvero improponibile....meglio il Berlusca che perlomeno è un Giullare :LOL:

Prodi quando parla è sempre menoso e triste ed in più ha due rughe tarverso boccali che sembrano il tratto di un pittore dada-sfiga-umpalappaciccicoccò-tre sfigati sul comò...che rompevano la figlia del dottore

Prodi ma è davvero pretesco da sentire unmmmm auummmamuuu11

PRODI DATTI ALLA RUPE

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" Chi non lavora non fa l' amore "

Celentano & Claudia Mori

oppure:

" Fate l' amore, non fate la guerra"

movimento studentesco

slogan pacifisti e per nulla fascisti!!!!! :roll:

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SLOGAN CONDIVISO CON I MIEI AMICI :

Quando mangiamo ci diciamo sempre :

"MEGLIO MORIRE A STOMACO PIENO" 8)

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L'opera era un esempio di «Pulp Art» Cancellato a pennellate il murale di Bansky Il "dipinto" campeggiava su un muro accanto ad una fermata della tube londinese. Insorgono alcuni critici e appassionati

LONDRA – Un'opera considerata "iconica" del geniale graffittaro Banksy, che campeggiava su un muro accanto ad una fermata della tube londinese, è stata cancellata da un team di addetti alle pulizie, esperti nella rimozione di graffiti. A pennellate nere, un favoloso murale che raffigurava una scena ispirata dal film "Pulp Fiction" di Tarantino, è stato ricoperto con vernice nera, per la furia di critici d'arte e appassionati di Banksy, che l'avevano valutato circa 300mila sterline (450 mila euro).

IDENTITA' SEGRETA - Da anni, stampe autografe del murale vendevano a circa mille sterline l'una (1500 euro) e il dipinto era amatissimo dai residenti e dai passeggeri della tube. «È un insulto per un'artista come lui», ha dichiarato un amico del "pittore urbano" al Daily Mail, «è come se avessero pennellato sopra un dipinto di Van Gogh!». L'identità di Banksy - che è diventato il cocco delle star dopo che diversi attori, fra cui Angelina Jolie, Brad Pitt e Jude Law, hanno acquistato i suoi lavori - è ancora segreta e sicuramente l'aura di mistero che circonda l'artista aggiunge fascino alle sue opere dal caratteristico contenuto politico, che sono state vendute in tutto il mondo per cifre a 6 zeri.

Il muro "ripulito"

PULP ART - Il murale di Old Street, considerato uno dei suoi lavori più rappresentativi, nonché uno dei più vecchi visto che resisteva da più di 5 anni nella centralissima location della capitale, ritraeva le figure di John Travolta e Samuel L. Jackson in posizione di tiro, ma invece che avere pistole tenevano in mano due banane. Era un perfetto esempio di "Pulp Art", ovvero la trasposizione della filosofia tarantiniana nella pittura, ma il team di netturbini della tube non ne è rimasto conquistato. Un portavoce del "Transport for London" (l'ente che gestisce i trasporti pubblici nella metropoli) ha dichiarato: «Noi prendiamo una linea dura nei confronti dei graffiti. Vanno eliminati perché danno un'immagine di trascuratezza e decadimento sociale che poi portano alla delinquenza. Riconosciamo che ci sono quelli che ammirano i lavori di certi artisti, ma il nostro staff di addetti alle pulizie non è composto da critici d'arte».

Deborah Bonetti

20 aprile 2007

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"  Chi non lavora non fa l' amore "

Celentano & Claudia Mori

oppure:

" Fate l' amore, non fate la guerra"

movimento studentesco  

slogan pacifisti e per nulla fascisti!!!!!   :roll:

ovviamente Magda non mi riferivo al contenuto degli slogan, ma alla loro forma.che è uguale qualunque ne sia l'orientamento.

lo slogan può essere utile perchè ipersemplifica qualcosa. ma proprio questa sua qualità di ipersemplificazione me lo rende sospetto,e non credo proprio che serva a vivacizzare la comunicazione.anzi, a mio parere possono appiattirla e mortificarla

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Concordo con te, quando sostieni che lo slogan, rappresenta una forma di ipersemplificazione di concetti, ripetitiva e rimbombante,... ma io trovo che nei cortei e nelle manifestazioni, sia uno strumento efficace per coinvolgere e sensibilizzare la gente verso il problema. La sinteticità della sua forma, si accompagna bene a stacchetti musicali e balli di gruppo, che vivacizzano e colorano una manifestazione. Per quanto riguarda i contenuti, vanno espressi nelle sedi opportune come: piazze, assemblee,convegni..... trovo sia un tantino, scomodo e dispersivo, esprimerli durante i cortei. Lo slogan è un' efficace strumento di comunicazione di massa, tanto da essere ampliamente utilizzato nel settore pubblicitario. Nella comunicazione di massa è buona regola semplificare, per arrivare al cuore del problema..... mentre gli approfondimenti, li riserviamo alle sedi opportune. :LOL:

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curioso....la canzone citata dice anche "anche io ho tanta voglia di gridare...ma è dentro il coro che ho paura"

hai perfettamente ragione magda, il fatto sai qual è?che io ho un pò di sospetto nei confronti delle cose che semplificano....ed in effetti l'esempio della pubblicità è perfetto in questo senso.

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Firenze - Chi è la Gioconda? In molti ci chiediamo a chi appartiene quel sorriso enigmatico dipinto da Leonardo Da Vinci tra il 1503 e il 1506. Giuseppe Pallanti, insegnante fiorentino appassionato di ricerche storiche, sembra non avere dubbi: è di Lisa Gherardini. E dopo essere diventato il suo biografo e aver scoperto il luogo della sua sepoltura, è riuscito a individuare il luogo esatto della nascita di "Monna Lisa" (come l’ha rinominata nel 1550 un altro storico davinciano, Giorgio Vasari).

La casa natale Lisa Gherardini nacque il 15 giugno 1479 a Firenze, in un edificio in via Sguazza, una traversa di via Maggio, strada di antiquari e galleristi fiorentini. Incrociando i documenti conservati nell'archivio di Stato di Firenze, il ricercatore Pallanti ha rintracciato l'atto di affitto di Antonio Maria Gherardini, padre della modella che ispirò Leonardo, con Giovan Battista Corbinelli, un ricco lanaiolo che possedeva una grande bottega nel quartiere Oltrarno di Firenze, in una piccola strada chiamata nel XV secolo "chiasso Guazzacoglie" (probabilmente da lì passava un fossato che raccoglieva l'acqua piovana proveniente dalla zona di Boboli). La casa della nascita e dell'infanzia di Lisa Gherardini venne ricostruita nel XVII secolo, quando i Michelozzi realizzarono in quella zona il palazzo di famiglia.

Il luogo della sepoltura A metà dello scorso gennaio, Giuseppe Pallanti rivelò il luogo dove morì la donna fiorentina. Una scoperta che ebbe un'eco internazionale: Lisa Gherardini sarebbe morta nel convento di Sant'Orsola a Firenze, all'età di 63 anni. Grazie ai documenti d'archivio consultati da Pallanti, è stato accertato anche che in gioventù Lisa Gherardini abitò, almeno tra il 1494 e il 1497, in via Ghibellina, in una casa di fronte a quella della famiglia di Leonardo da Vinci. Sposata con il ricco mercante Francesco Del Giocondo, la nobildonna si trasferì in un edificio padronale nel quartiere di San Lorenzo, in via della Stufa, vicino al convento di Sant'Orsola.

Il matrimonio Lisa Gherardini sposò a 16 anni, nel 1495, Francesco Del Giocondo (1465 – 1538), ricco importatore e venditore all'ingrosso di seta. Piero da Vinci, notaio, nonché padre di Leonardo, era un amico della famiglia Del Giocondo da lunga data.

L’identità della Monna Lisa Dai primi del '900 molti storici dell’arte, antiquari, scrittori, hanno offerto molte teorie, spesso contraddittorie, sull’identità della donna ritratta. Giorgio Vasari fu il primo, nel 1550, a identificare la Gioconda con Lisa Gherardini. Affermazioni confermate da Giuseppe Pallanti, da un decennio impegnato in indagini storiche su Lisa Gherardini, sui cui ha pubblicato due libri, "Monna Lisa, mulier ingenua" e "La vera identità della Gioconda. Un mistero svelato", in cui dà conto di tutte le sue scoperte archivistiche.

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  • 2 weeks later...

Rispolverato.

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Enna.Uccide rivale e sequestra ex compagna

L'uomo, già denunciato e condannato a 3 anni di carcere, era uscito con l'indulto.La tragedia si poteva evitare?

10 ore di follia - Una follia omicida scatenata da una gelosia cieca, capace di far perdere completamente la ragione. Una sete di vendetta irrefrenabile. Pietro Arena, un ex poliziotto di 48 anni, ha ucciso il rivale in amore e preso in ostaggio l’ex compagna. Poi, dopo ore di trattative, ha rilasciato la donna e si è consegnato alle forze dell’ordine. Una scena da film western, come l’hanno definita alcuni testimoni. E’ accaduto ieri sera in provincia di Enna.

Ricostruzione - Sono da poco passate le 21 a Regalbuto. Nella piazza del paese sta per iniziare un comizio elettorale. Pietro Arena, armato di una pistola calibro 765 si reca davanti al bar Plaza, che in passato gestiva con l’ex compagna, e spara contro Antonio Allegra, attuale fidanzato della sua ex convivente. Due colpi a distanza ravvicinata al fianco e alla schiena. Antonio, 47 anni, tenta di fuggire inutilmente. Muore sul colpo. Tra la gente esplode il panico. Pietro Arena entra poi nel bar e punta l’arma contro la donna. Adele Sanfilippo, 46 anni, è tenuta sotto sequestro per 10 ore. Momenti di tensione, in cui il questore di Enna Domenico Percolla e il comandante provinciale dei carabinieri Andrea Bertozzi Dellazonca tentano di convincerlo a lasciar andare l’ostaggio e ad arrendersi. Poi, Arena chiede di essere intervistato da una troupe Rai. E’ accontentato. Intorno alle sei di mattina la svolta. Libera la donna e si costituisce. “Non volevo ucciderlo”, afferma l’omicida.

La resa - “Bastardo, bastardo”, gridano alcune decine di presenti in piazza mentre i carabinieri portavano via in auto Arena. “A cosa è servito tutto questo, a cosa?”, urla Adele Sanfilippo appena liberata, dando sfogo alla tensione accumulata.

A rivelare il movente del tragico gesto è lo stesso Arena. La sua è stata una reazione ai violenti contrasti con l’ex compagna sfociati in processi penali e querele reciproche.

“Si è trattato del gesto di un uomo disperato – prova a spiegare il questore Domenico Percolla – un uomo esasperato, convinto di aver subito un’ingiustizia e che ora poteva fare qualunque cosa”.

Precedenti - Un amore finito diventato un ossessione. Un rifiuto mai accettato. Pietro Arena perseguitava da tempo Adele Sanfilippo. Lei, lo aveva denunciato più volte.

Un anno fa, l’ex poliziotto aveva lanciato un appello alla donna che amava attraverso la nota trasmissione televisiva Stranamore. Invano. Così, Arena aveva tentato di investire la donna per vendicarsi. Non solo. Aveva spiato l’ex convivente fino a girare e diffondere in paese un filmino che ritraeva Adele durante un rapporto sessuale. Per questo, era stato condannato a tre anni di reclusione, ma era poi uscito dal carcere grazie all’indulto.

Che dire ?

che gli uomini in generale nell'amore sono guidati da istinti bestiali e primordiali

che il superamento dei problemi non nasce mai dalla mancanza di perdono

che l'amore verso una donna non è un sentimento esclusivo di fruizione diretta

che il delitto non paga

che la vita deve andare avanti

che l'indulto è stta una pessima troiata di questo governo

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  • 6 months later...

2007-11-14 20:12

Universita': Catanzaro, esami falsi a 300 euro a prova

CATANZARO - Esami comprati, esami venduti. All'università di Catanzaro, facoltà di Giurisprudenza, corso di laurea in economia aziendale, bastavano 300 euro per falsificare un esame facendo risultare di averlo superato, magari con un buon voto. Ad incassarli sarebbe stato un funzionario, Francesco Marcello, di 49 anni, responsabile della segreteria didattica. Marcello è agli arresti domiciliari con l'accusa di corruzione e falso ideologico e materiale. Nei suoi confronti i carabinieri hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare chiesta ed ottenuta dal gip, Antonio Rizzuti, dal pm Salvatore Curcio.

Lo stesso magistrato che sta conducendo l'inchiesta sulla sottrazione dei modelli contenenti i test di ammissione ai corsi a numero chiuso della facoltà di Medicina annullati dal rettore, Francesco Saverio Costanzo, su richiesta del ministro Mussi, e poi fatti ripetere. Nell'inchiesta sono indagati anche tre laureati che avrebbero ottenuto il titolo accademico grazie alle irregolarità commesse da Francesco Marcello. Il pm Curcio ha sequestrato le loro lauree. Non è da escludere che nel prosieguo dell'indagine i laureati coinvolti nella vicenda possano aumentare. L'indagine andava avanti dall'ottobre dello scorso anno sulla base di una segnalazione del rettore dell'epoca, Salvatore Venuta, successivamente scomparso. Venuta denunciò alla Procura che nel corso di una sessione di laurea un docente della facoltà di Giurisprudenza aveva scoperto che una laureanda aveva superato anche l'esame relativo alla sua materia, ma che lui quella studentessa non l'aveva mai vista.

Le indagini hanno portato così alla scoperta del "traffico" di esami che riguardano il corso in economia aziendale, istituito nel 2001 e che ha prodotto i primi laureati nel 2005. Gli esami che risultano falsificati sono, al momento, 13. Nove riguardano un solo studente ed i restanti quattro gli altri due. Un sistema "sicuro" anche perché tra i compiti di Marcello c'era anche quello di redigere e custodire i verbali di esame. Uno dei tre studenti indagati ha collaborato col pm Curcio, svelando il sistema studiato dal funzionario arrestato per falsificare l'esame. Ma l'inchiesta potrebbe svelare altri illeciti. I carabinieri stanno esaminando, infatti, l'enorme quantità di documenti sequestrati nella facoltà di Giurisprudenza. L'ipotesi che viene presa in considerazione è che gli esami falsificati siano ben più dei 13 accertati al momento e che possano riguardare anche gli altri corsi di laurea gestiti dalla facoltà, Giurisprudenza e Scienze dell'amministrazione.

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  • 2 weeks later...

PADRE ESASPERATO UCCIDE IL FIGLIO

Ho voluto restituire la pace alla mia famiglia" ha detto l´uomo alla polizia

Il padre, ex dirigente di banca, ha esploso 12 cartucce. I dissapori duravano da danni

"Io l´ho generato, io lo uccido"

Spara al figlio e si costituisce

Gabriele Cereda

Due colpi al petto dopo la lite, morto sul colpo MONZA - «Venite in via Iseo 6, ho appena ucciso mio figlio». Ha usato queste parole Flavio Vescovini, 57enne in pensione, quando ha alzato il telefono e ha chiamato il 113 per confessare l´omicidio del figlio Gabriele, di 29 anni, maturato nel corso di una lite domestica scoppiata ieri pomeriggio in un appartamento di Monza. Sembra che il ragazzo soffrisse di problemi psichici.

Erano da poco passate le 14, quando a causa dell´ennesima lite, l´uomo, ex direttore della filiale cittadina della Cariplo, ha estratto la pistola regolarmente denunciata e ha rincorso il figlio che si trovava in bagno. Quando lo ha raggiunto, ha sparato l´intero caricatore della sua Beretta 7.65 sul figlio, dodici colpi in sequenza ravvicinata, due dei quali lo hanno colpito. Fatale quello che gli ha trapassato il cuore. Il ragazzo è morto sul colpo, inutili i tentativi di rianimazione praticati dai medici del 118. Al momento del dramma in casa si trovava anche la madre Ausilia Villa, che non ha potuto fare nulla per fermare il marito. Assenti i due fratelli Marina, la più grande, e Riccardo, 26.

«Un gesto dettato dell´esasperazione» ha spiegato il procuratore capo Antonio Pizzi. L´uomo non ce la faceva più a sopportare le continue vessazioni del figlio. «Io l´ho generato, io gli ho tolto la vita» ha detto quando gli agenti sono entrati nella sua abitazione, al quarto piano di via Iseo, uno dei quartieri bene della cittadina brianzola. Il pensionato era immobile sul divano, la pistola appoggiata sul lavandino del bagno.

I dissapori tra Gabriele la famiglia si trascinavano da anni ma i genitori avevano sempre tenuto nascosto il problema in pubblico. Nelle ultime settimane avevano convinto il ragazzo a rivolgersi a un centro psicosociale, ma all´appuntamento già fissato Gabriele non si è presentato. Il padre è conosciuto per essere una persona tranquilla, discreta, un gran lavoratore. Il figlio è descritto dalla polizia come violento e irascibile, anche se non era mai arrivato a picchiare i genitori. «Un ragazzo ribelle che inveiva contro papà e mamma. Numerose e pesanti erano le aggressioni verbali a cui sottoponeva la famiglia», lo descrivono così gli inquirenti. I genitori lo avevano già allontanato da casa. Adesso erano poche settimane che era rientrato in Italia dopo essere stato, fino alla metà di settembre, a lavorare negli Usa, prima a Disneyworld e poi come cameriere a Washington. A casa, pur senza un lavoro, aveva l´abitudine di alzarsi tardi al mattino, cosa che scatenava ripetute liti tra padre e figlio. Anche ieri si era alzato dopo mezzogiorno.

Per Vescovini si sono aperte le porte di San Quirico, il carcere di Monza, dal quale ha fatto sapere di «aver compiuto questo gesto per riportare la pace in famiglia».(26 novembre 2007)Torna indietro

MIO COMMENTO :

Padre insensato che ha generato figlio insensato

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  • 2 weeks later...

USIAMO I METODI DELLE SS

[...] è l'idea del consigliere comunale leghista Gorgio Bettio. Idea che, ritenendola insulsa, non suscita la minima reazione da parte delle opposizioni «È una dichiarazione che lascia il tempo che trova», dice il sindaco di Treviso Giampaolo Gobbo.

È quanto accaduto - riferisce il quotidiano la Tribuna di Treviso - nella seduta consiliare di lunedì, nella quale, come avviene con regolarità, gran parte del dibattito è stato dedicato ai rapporti tra la cittadinanza e la popolazione straniera. Bettio, nel riportare un battibecco condominiale con coinquilini di fede musulmana occorso alla madre, avrebbe sostenuto nei confronti di queste persone «inutile la legge del taglione» e molto più proficui i sistemi adottati dalle SS nei confronti dei detenuti nei lager. «Solite cose che i leghisti dicono senza scopo - commenta Giampaolo Sbarra, consigliere della Rosa nel Pugno - ed alle quali abbiamo deciso di non rispondere più».

E se la frase ha colpito l'attenzione dei media, non ha lasciato indifferente la politica che conta. «Dalle parole di Bettio - dice il ministro Paolo Ferrero - si evince bene quale sia la cultura leghista. La cultura di chi si oppone alla riforma della legge sull'immigrazione e che sta dietro alle ordinanze di Cittadella». Pierluigi Castagnetti, invita i vertici della Lega a condannare le parole di Bettio. «Alimentare l'odio è una ginnastica facile, ma irresponsabile - dice Castagnetti - l'esigenza di una politica sugli immigrati non può giustificare intolleranze». Ma l'europarlamentare leghista Mario Borghezio stigmatizza: «Sarà stata una battuta. Se quelle parole le ha dette veramente sono inaccettabili, la Lega non ha mai avuto queste posizioni sui clandestini e punta a provvedimenti seri». La Comunità ebraica di Roma resta indignata: «Su temi di questo genere nessuno ha voglia di scherzare - attacca Riccardo Pacifici - Non possiamo tollerare che nel nostro Paese ci siano certe espressioni e in particolare nei luoghi delle istituzioni»

05/12/2007

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  • 2 weeks later...

Grillo, Vasco, Youtube e Myspace

Ecco l'Italia svelata da Google

TORINO

Il blog di Beppe Grillo è tra le voci più consultate del 2007 su Google.it, secondo lo Zeitgeist, la top ten dell’anno che sta per finire, ossia una lista dei termini più popolari ’cliccatì sul motore di ricerca. Seguono il concerto di Vasco Rossi, in viaggio per l’India e la mostra del cinema di Venezia.

Alla lista non appartengono solo le parole più cercate, ma anche quelle che, nel corso del 2007, hanno dimostrato un indice di crescita interessante rispetto al periodo di riferimento precedente, in questo caso il 2006. Zeitgeist significa «spirito dei tempi» e visto che moltissime persone in Italia utilizzano Google per cercare novità e temi d’interesse comune, la lista rispecchia quelli che sono i principali temi di interesse degli italiani.

Allo Zeitgeist non appartiene alcun contenuto controverso o che possa offendere la sensibilità delle persone, non vi sono inoltre parole apparentemente molto ricercate, ma proprio perchè tali non indicative di alcun trend o spirito del tempo, così come da obiettivo dello Zeitgeist. La lista dei dieci termini per il 2007 comprende: Beppe Grillo, Youtube, Badoo, Inps, Agenzia delle entrate,Myspace, Inter, Alitalia,Milan, Superenalotto.

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L'umorismo maschile dipende dal testosterone

Pensiero Scientifico

di emanuela grasso Pensiero Scientifico - Ven 21 Dic - 09.48

L'umorismo dei maschi è più aggressivo e tagliente; quello delle donne più sagace e divertente: tutta colpa del testosterone. Lo ha dimostrato Sam Schuster, della University of Newcastle, con una particolarissima ricerca che è stata pubblicata sull'ultimo numero della rivista British Medical Journal, nella classica edizione natalizia in cui si dà più spazio a ricerche curiose o a vere e proprie bufale. Schuster, da un po' di tempo, ha un hobby particolare: ha imparato ad andare in monociclo e per muoversi non usa altro mezzo. Da quando si muove in città con questo mezzo, soprattutto al mattino per raggiungere l'ufficio, ha imparato a osservare la reazione degli automobilisti che incrocia lungo il percorso.

Le donne, di solito, sorridono e sono molto cordiali con questo individuo che probabilmente percepiscono come eccentrico ma divertente. Gli uomini, invece, sono molto più aggressivi e, quando non lanciano improperi, si esprimono nei suoi confronti con battute caustiche. I giovani automobilisti sono quelli più aggressivi, mentre i più adulti si mostrano più tolleranti e rilassati.

Da scienziato qual è, Schuster non ha potuto non chiedersi il perché di queste diverse reazioni. Cos'è, cosa non è, cos'è cosa non è, pedala pedala sul monociclo gli è venuta l'illuminazione: è il testosterone. Gli uomini giovani sono, tra il campione che il professore incontra per strada, sicuramente quelli con più testosterone, più aggressività e meno senso dell'umorismo. Senza la passeggiata in monociclo il mondo non lo avrebbe mai saputo! Fonte: Shuster S. Sex, aggression, and humour: responses to unicycling. BMJ 2007; 335;1320-22.

emanuela grasso

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  • 2 weeks later...

Contrada: "Mai chiesta la grazia

volevo un grazie dallo Stato"

Lipera: "La nostra è stata una supplica. Il Quirinale l'ha presa in considerazione"

La difesa punta alla revisione del processo "perchè deve emergere la verità"

L'ex 007 Bruno Contrada

NAPOLI - "Non ho mai chiesto ne chiederò una grazia a quello Stato da cui mi sarei aspettato un grazie". Lo scrive Bruno Contrada in un appunto affidato al sua legale Giuseppe Lipera. "Un grazie per tutto ciò che ho dato della mia esistenza allo Stato, alle sue istituzioni, specie alla polizia" ha aggiunto Contrada. Le cui condizioni, dice il suo legale, "sono peggiorate: non cammina più".

L'ex dirigente del Sisde, responsabile negli anni novanta a Palermo e in Sicilia, è ancora ricoverato in ospedale al Cardarelli nonostante ieri abbia annunciato di lasciare l'ospedale perchè la sua lotta è in carcere. I medici vogliono fare altri esami clinici. Contrada ha 73 anni, è stato condannato in via definitiva a dieci anni dopo cinque processi nel maggio 2007 per associazione mafiosa.

Dunque Contrada resta in ospedale per le cure - l'ex 007 è molto malato e le sue condizioni sarebbero incompatibili con la detenzione - e in attesa della decisione del Tribunale di sorveglianza che il 10 gennaio valuterà il suo caso. Una data che è stata anticipata sull'onda del clamore delle notizie di questi giorni.

Al tempo stesso resta aperto il canale della grazia. L'avvocato Lipera precisa di non aver mai chiesto la grazia - "quella la chiedono i colpevoli" - "ma di aver chiesto una supplica. Quindi, se io non faccio domanda nessuno la può rigettare. Però il 24 dicembre abbiamo ricevuto come bel regalo, il comunicato del Quirinale dove si diceva che il presidente Napolitano si era attivato per dar corso a queste procedure per poi valutare". La speranza è che "in un modo o nell'altro, si faccia presto". E comunque se all'ex 007 deve essere concessa la grazia, lo si faccia subito perchè "tra sei mesi la grazia ad un morto non la si può dare piu". Quindi chi "ha il potere di farlo accelleri quello che è stato un provvedimento annunciato".

La difesa non rinuncia all'idea di richiedere la revisione del processo "perchè Contrada ha la ferma volontà che emerga la verità e la sua innocenza". Intanto domani il magistrato di turno a Santa Maria Capua a Vetere dovrà decidere sull'istanza presentata da Lipera per "trasferire Contrada in carcere o all'ospedale militare del Celio come tocca al suo rango".

(30 dicembre 2007)

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LE DUOLE UN GINOCCHIO, OPERATA A UN FEMORE

(AGI) - PietraLigure (Savona) - Ricoverata per essere sottoposta ad un intervento al ginocchio destro si risveglia dopo l'operazione e si accorge di essere stata operata al femore: per questo 'errore' ha citato in giudizio l'ospedale Santa Corona di Pietra Ligure nella provincia di Savona. Protagonista, suo malgrado, una settantaseienne, F.C., residente nell'entroterra del levante ligure che, a seguito dell'errore, ha riportato un'invalidita' pari al 40% come sostenuto dal consulente di parte Armando Mannucci di Chiavari. La donna, infatti, dopo aver subito l'operazione al femore destro, nell'arco di poche settimane, si e' dovuta sottoporre anche all'intervento al ginocchio (piu' urgente) poiche' le doveva essere inserita una protesi cartilaginea. Il doppio intervento chirurgico ravvicinato insieme all'anestesia, secondo il medico legale nominato dalla donna, avrebbe causato la grave invalidita'. La vicenda verra' discussa di fronte al Tribunale di Albenga, sezione distaccata di Savona. La sfortunata paziente e' rappresentata dai legali Carlo Verda di Albenga e Luca Diana di Chiavari. (AGI)

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*/ Defensa de la alegría ...

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"Defensa de la alegría"

Mario Benedetti

Defender la alegría como una trinchera

defenderla del escándalo y la rutina

de la miseria y los miserables

de las ausencias transitorias

y las definitivas

defender la alegría como un principio

defenderla del pasmo y las pesadillas

de los neutrales y de los neutrones

de las dulces infamias

y los graves diagnósticos

defender la alegría como una bandera

defenderla del rayo y la melancolía

de los ingenuos y de los canallas

de la retórica y los paros cardiacos

de las endemias y las academias

defender la alegría como un destino

defenderla del fuego y de los bomberos

de los suicidas y los homicidas

de las vacaciones y del agobio

de la obligación de estar alegres

defender la alegría como una certeza

defenderla del óxido y la roña

de la famosa pátina del tiempo

del relente y del oportunismo

de los proxenetas de la risa

defender la alegría como un derecho

defenderla de dios y del invierno

de las mayúsculas y de la muerte

de los apellidos y las lástimas

del azar

y también de la alegría.

____________________

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Cagliari 12 gennaio 2008

Rifiuti, guerriglia a Cagliari davanti alla villa di Soru

Villa di Soru: un manifestante esponte un cartello di protesta Rifiuti in Sardegna. Notte di guerriglia a Cagliari~ Prodi: "La Sardegna di Soru e' un esempio di solidarieta' e di buon governo"

Ancora tensioni a Cagliari a causa dell'emergenza rifiuti. Per piu' di due ore si e' creata una situazione di guerriglia da stadio davanti alla villa di Renato Soru che dalle 19 era presidiata da Polizia e Carabinieri per la minaccia (diffusasi dalla mattinata con un vero tam-tam con Sms) di nuovi lanci di spazzatura nel cortile, per contestare l'arrivo dei rifiuti dalla Campania.

E' di sette persone arrestate il primo, provvisorio, bilancio della notte di guerriglia davanti alla villa del presidente della Regione Autonoma della Sardegna, presa d'assalto da quelli che fonti della Questura del capoluogo hanno definito "teppisti da strada".

Nei confronti degli arrestati sono stati contestati i reati di devastazione, incendio, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. Proseguono, intanto, gli accertamenti per identificare i teppisti che hanno scagliato una grossa pietra dalla scalinata della Basilica di Bonaria, che ha raggiunto al capo una donna che transitava in auto nella strada sottostante.

Agli scontri hanno partecipato, secondo una prima valutazione della Questura di Cagliari, duemila persone. Gli attacchi alle forze di polizia che proteggevano il lato destro della piazza antistante la Basilica di Bonaria, dove si trova la villa di Soru, sono cominciati poco dopo le 23. La sassaiola avrebbe provocato diversi feriti anche tra i poliziotti. Il bilancio sarebbe, al momento, di 8 agenti che hanno dovuto far ricorso alle cure dei medici del pronto soccorso.

Gli incidenti sono stati provocati soprattutto da gruppi di tifosi ultras, che si sono messi in testa al corteo dei manifestanti che voleva raggiungere la villa. Proprio questi gruppi hanno dato il via agli scontri, aggredendo e strappando bandiere e alcuni striscioni (poi bruciati) a un gruppo di sostenitori del presidente della Regione che si erano recati davanti alla villa per manifestare solidarieta' e adesione alle sue iniziative sui rifiuti.

Polizia e carabinieri, solo una parte inizialmente in tenuta antisommossa, hanno caricato gli aggressori, cercando di disperderli col lancio di lacrimogeni. I dimostranti hanno reagito col lancio di pietre e altri oggetti (cartelli stradali diventi, picchetti di lavori pubblici e vasi con piante). Sono stati anche dati alle fiamme diversi cassonetti della spazzatura.

Inizialmente erano tre i fronti dello scontro, tutti intorno alla Basilica di Bonaria. Poi i tafferugli si sono spostati al di sotto della scalinata di fronte al sagrato, in piazza dei Centomila.

Nel frattempo sono arrivati rinforzi dei carabinieri. A rendere in qualche modo paradossale la situazione e' l'accorrere tutt'intorno di curiosi; a Cagliari il venerdi' sera il centro e' invaso da giovani che vanno in pizzeria, pub e altri locali) che con cellulari fotocamere e macchine fotografiche riprendono la scena.

Sembra che uno dei motivi scatenanti degli scontri sia la rivalita' che c'e' nel calcio tra i gruppi di ultras del Cagliari e quelli del Napoli. Con i primi che avrebbero, quindi, sfruttato strumentalmente la vicenda, prendendosela con con l'uomo-simbolo dell'arrivo dei rifiuti.

Poco prima dell'1,30 c'e' stata un'ultima carica delle forze dell'ordine per disperdere un gruppo di dimostranti che aveva devastato un gazebo davanti al bar dell'hotel Mediterraneo, rompendo e buttando all'aria sedie, tavoli e altri oggetti.

I disordini scoppiati nella notte davanti a casa del presidente della Regione Renato Soru, nel corso della manifestazione contro l'arrivo dei rifiuti campani in Sardegna, sono stati provocati da un gruppo di persone "prezzolate". Il questore di Cagliari Giacomo Deiana ha spiegato che questa "e' l'ipotesi sulla quale stanno seriamente lavorando" gli inquirenti.

Pieni poteri a De Gennaro: puo' usare l'esercito > MITICA MINCHIATA

Il supercommissario per l'emergenza rifiuti della Campania, Gianni De Gennaro, ha pieni poteri su tutti i vincoli ambientali che finora sono stati spesso un ostacolo alla risoluzione del problema. Nell'ordinanza di nomina di De Gennaro, della Presidenza del Consiglio dei ministri, in piu' punti si da' mano libera all'ex capo della Polizia. In pratica puo' attivare siti da destinare a discarica nei Comuni indicati nella legge del luglio 2007 (Savignano, Terzigno, Sant'Arcangelo e Serre). Una scelta che non piace ne' a Rifondazione ne' ai Verdi. La deroga concessa a De Gennaro e' anche sulle valutazioni di impatto ambientale gia' effettuate e che in numerosi casi nel recente passato hanno ostacolato l'avvio dei siti. Gianni De Gennaro puo' inoltre chiedere l'uso dell'esercito ed e' assistito dalla forza pubblica e dalle autorita' competenti (prefetture e questure) che assicurano l'attuazione alle decisioni.

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“E’ OSTILE ALLA SCIENZA NON LO VOGLIAMO”

«L’ingerenza del Vaticano e della Chiesa sta diventando insopportabile». Il professor Andrea Frova, docente di Fisica, è uno dei tanti scienziati dell’Università La Sapienza che hanno firmato la lettera indirizzata al Magnifico Rettore, Renato Guarini, per chiedere di non affidare il discorso di inaugurazione dell’anno accademico a Benedetto XVI. Prima di spiegare le ragioni di un simile diniego Frova però vuole chiarire un equivoco di fondo. «Quella indirizzata personalmente al Rettore doveva restare una corrispondenza interna all’Università. Era stata inviata addirittura un mese e mezzo fa, quando si era in tempo a fermare tutto senza fare troppo chiasso. Noi invitavamo Guarini a meditare sulla scelta di affidare la Lectio magistralis al Pontefice, visto che inizialmente il programma era questo. Soltanto in un secondo momento è stato deciso che quello di Benedetto XVI sarebbe stato il discorso conclusivo. Noi ci dicevamo umiliati ed offesi dal fatto che un Papa ostile alla scienza fosse invitato a tenere la Lectio magistralis. Il Rettore comunque non ci rispose e per noi la questione era chiusa così. Purtroppo, non so come, la lettera è finita in mano a Repubblica che ha combinato un pasticcio presentandola come destinata alla stampa. Voglio essere molto chiaro su un punto: non era nostra intenzione scatenare proteste, azioni ostili o violenze di qualsiasi genere».

Perché non gradite la presenza di Benedetto XVI?

«Non si tratta di una semplice presenza. Il Papa terrà un discorso. Anzi inizialmente era previsto addirittura che tenesse il discorso ufficiale di apertura. Come si può pensare di affidare l’inaugurazione del nostro anno accademico ad un capo di Stato estero che è anche capo della Chiesa cattolica? È ovvio che va affidato ad un interno. È stato poi trovato l’escamotage del discorso conclusivo. Ma comunque non va bene lo stesso perché non ci sarà possibilità di replica. La nostra università ospita islamici, ebrei ed altre confessioni. Si rischia di urtare la suscettibilità dei non credenti».

È un problema ospitare il Papa o Ratzinger?

«Questo Papa ha da sempre un atteggiamento chiuso, direi ostile verso la scienza. Per quanto mi riguarda ho trovato inaccettabile la sua posizione nei confronti del processo a Galileo e della sua successiva riabilitazione. Posizione reazionaria ed anche sgradevole visto che, citando tra l’altro l’affermazione di Feyerabend, Ratzinger la definisce un’operazione politicamente conveniente. Oltretutto in aperto contrasto con il suo predecessore, Giovanni Paolo II, il cui sforzo di riabilitare fino in fondo Galileo venne frenato tra l’altro da Ratzinger. Alla fine le scuse della Chiesa vennero edulcorate. Tanto che il padre gesuita americano George V. Coyne si dimise per manifestare il disaccordo. Anche nella sua ultima enciclica Ratzinger contrappone scienza e fede: la sua argomentazione è che se la scienza arriva a conclusioni che in qualche modo si oppongono alla fede la scienza deve ritrattare. Insomma dopo l’apertura importante di Wojtyla siamo tornati indietro di 4 secoli. Per noi fisici Galileo è un simbolo e sono pronto a battermi in sua difesa».

Ma il vostro non è un tribunale dell’Inquisizione al contrario?

«Non è una forma di chiusura. Se il Papa venisse per dialogare non avremmo nulla in contrario ma in questo caso non c’è contraddittorio. Certo, Giovanni XXIII lo avremmo accolto a braccia aperte e pure Wojtyla sarebbe stato il benvenuto ma sempre come presenza, non per tenere una Lectio magistralis».

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Proteste e polemiche per la visita di Benedetto XVI all'inaugurazione dell'anno accademico

FLAVIA AMABILE

Vi dico subito come la penso, per evitare equivoci. Hanno tutti il diritto di fare quello che stanno facendo. Il Papa a andare all'Università La Sapienza, i fisici e gli altri docenti e poi i collettivi e chiunque voglia, a contestarlo, i giornali e i movimenti laici e di sinistra a organizzare una campagna mediatica anticlericale. E' tutto lecito. L'importante, è ovvio, è che le proteste di giovedì rimangano all'interno di normali manifestazioni di dissenso con un pizzico di ironia che non guasta mai in questi casi, e dunque la 'frocessione' che sarà un gran corteo omosessuale, e dunque il 'dissenso sonoro' con colpi di musica sparata a tutto volume sul pontefice.

Tutto lecito, quindi. Anche perché, dicono i sostenitori del papa, l'hanno invitato. Che cosa doveva fare Benedetto XVI, rifiutare l'invito? In realtà esistono molte versioni e soltanto il rettore della Sapienza Renato Guarini e il ristretto staff del papa sanno come sono andate davvero le cose. Andrea Frova, uno dei fisici che hanno avuto l'idea di scrivere la lettera di protesta contro il papa me la racconta in modo diverso: 'A quanto ne so, all’inizio doveva trattarsi di una visita alla cappella della Sapienza da poco restaurata. Poi ci sono state pressioni da parte del Vaticano per un incontro più ufficiale, e il rettore lo ha invitato all’inaugurazione dell’anno accademico. Ma noi riteniamo che sia offensivo per la nostra dignità che in quella sede vi sia un pontefice che, da cardinale, in un discorso, aveva rilanciato un’intollerabile affermazione di Feyerabend: ‘Il processo della Chiesa contro Galileo fu ragionevole e giusto' .

«La prima versione della lettera era molto più dura. Poi è stata ammorbidita», precisa Andrea Frova, docente di Fisica generale, 71 anni e una vita di studi su Galileo Galilei. «Ci siamo sentiti umiliati, offesi: questo è un papa che ci ha fatto tornare indietro di quattro secoli. Ha sostenuto che la riabilitazione di Galileo si può accettare solo come operazione di opportunità politica. Per persone come noi che a Galileo e alla scienza abbiamo dedicato la vita, sacrificando soldi e carriere è inaccettabile pensare che possa entrare nel nostro mondo, nella nostra attività». La prima versione della lettera è stata fatta circolare fra i docenti e ne è uscita una seconda versione. «Molto più morbida, sono in tanti a essere accondiscendenti con il pontefice, a cominciare dall’amico Veltroni». Ma la seconda lettera è stata firmata da 67 docenti ed è stata portata al rettore.

E così ora il professor Frova e un altro manipolo di eminenti fisici ma anche informatici, matematici, biologi e illuminati uomini di scienze si ritrovano alla testa di un’esplosione di protesta anticlericale organizzata dai collettivi studenteschi, dai centri sociali, dai movimenti omosessuali. Per non parlare del polverone politico. Maurizio Gasparri di An li ha confusi con degli ex-sessantottini e chiede che vengano denunciati per «istigazione alla violenza».

«Noi non abbiamo fatto nulla per alimentare tutto questo», precisa il professore. «Anzi, avevamo inviato la lettera attraverso canali interni al rettore Renato Guarini. Speravamo che la visita potesse essere annullata e che quindi si potesse evitare un polverone. Invece il rettore ha preferito fare un’operazione di maquillage: il pontefice all’inizio doveva tenere la lectio magistralis, invece ha affidato la lectio a un docente interno e al papa un discorso. Nella realtà non cambia nulla ma per quello che ci riguardava era soltanto un discorso interno e tale doveva rimanere».

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