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CRONACA - VITA QUOTIDIANA - COMMENTI e RIFLESSIONI........


nello

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ma scusa nello... mi sembra che l'articolo parli di tutt'altro!

La salute sessuale rappresenta un aspetto centrale dell’esistenza umana: è uno stato di benessere fisico, emotivo, mentale e sociale legato alla sessualità che non è riducibile all’assenza di malattia, disfunzione o infermità, ma che vede coinvolti aspetti psicologici, biologici e culturali. L’evento organizzato è stato un momento di riflessione e costruzione di un clima più adatto alle discussioni sulla sessualità, alla diffusione di una corretta informazione e educazione sul tema, alla conduzione di strategie di prevenzione che comprendano interventi a livello territoriale, al facilitare l’accesso alla cura per problematiche sessuali.

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La musica che combatte la depressione, Armstrong e Pink Floyd

La musica accompagna l’essere umano da sempre, è parte integrante della sua vita e ne scandisce i momenti, felici, o tristi e proprio per capire l’impatto dei vari tipi di musica sulle persone arriva uno studio della Caledonian University di Glasgow.

Il progetto triennale, reso possibile con i fondi dell’Engineering and Physical Sciences Research Council, cercherà di studiare tutte le componenti di un brano musicale, struttura, ritmo, armonia e testo ed il loro impatto sull’umore, per arrivare ad elaborare un modello con cui scegliere i brani da ascoltare, secondo lo stato emotivo delle persone.

Per i ricercatori, parlando di persone in stato di depressione, la scelta di un brano musicale da ascoltare, può sia migliorare il loro umore, sia peggiorarlo e per questo, secondo loro, ascoltare brani come What a Wonderful World di Louis Armstrong o Comfortably Numb dei Pink Floyd aiuta a migliorarlo, mentre brani come Cardiac Arrest dei Madness o Everybody Hurts dei Rem, fanno l’opposto.

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vorrei fare una riflessione sulle donne italiane.

molti anni fa' (per fortuna) ebbi una brutta

depressione che mi tenne prigioniero per molto tempo

in casa mia , escludendo tutto e tutti.

dopo che mi rimisi incominciai ad uscire

e come al solito degno il mio squardo

alla gnocca di turno. avevo capito che la donna italiana

e' la piu' bella e seducente del pianeta.

i vostri occhi hanno una fisionomia straordinaria,

il modo di porgersi e di parlare e' molto elegante.

poi molte di voi possedete una sensualita'

incomparabile.........complimenti.

eppoi son grato a chicchesia di avere una figlia prettamente

d'italica bellezza.

pero' diventate possessive subito dopo aver

ricevuto la fede di matrimonio e ci sposate apposta per

tenerci al quinzaglio.

percio' oltre che belle siete anche furbe.

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vorrei fare una riflessione sulle donne italiane.

molti anni fa' (per fortuna) ebbi una brutta

depressione che mi tenne prigioniero per molto tempo

in casa mia , escludendo tutto e tutti.

dopo che mi rimisi incominciai ad uscire

e come al solito degno il mio squardo

alla gnocca di turno. avevo capito che la donna italiana

e' la piu' bella e seducente del pianeta.

i vostri occhi hanno una fisionomia straordinaria,

il modo di porgersi e di parlare e' molto elegante.

poi molte di voi possedete una sensualita'

incomparabile.........complimenti.

eppoi son grato a chicchesia di avere una figlia prettamente

d'italica bellezza.

pero' diventate possessive subito dopo aver

ricevuto la fede di matrimonio e ci sposate apposta per

tenerci al quinzaglio.

percio' oltre che belle siete anche furbe.

ecco qui un fantastico esempio di italiana bella e furba!

qui è l'inizio

e qui la trama

buona visione! :He He:

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ma zaza' ,mi vuoi tenere nel forum tutta la santa serata?

ci vuole mezzora per vederli. cmq ho letto la storia su' wiki

e dalle prime impressioni mi sembra un film molto bello.

eppoi che dire della splendida vitti in un film siciliano? :p: :p:

molto meglio che nei film girati sotto la nebbia e tutti da decifrare

condotti d'antognoni....credo!!

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ma zaza' ,mi vuoi tenere nel forum tutta la santa serata?

ci vuole mezzora per vederli. cmq ho letto la storia su' wiki

e dalle prime impressioni mi sembra un film molto bello.

eppoi che dire della splendida vitti in un film siciliano? :p: :p:

molto meglio che nei film girati sotto la nebbia e tutti da decifrare

condotti d'antognoni....credo!!

nemmeno io l'ho visto, voglio recuperarlo; comunque per i video ci vorranno scarsi venti minuti e poi fa ridere da morire!

non ho visto la vitti nei film di antonioni e ho gli stessi tuoi timori :He He:

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ecco qui un fantastico esempio di italiana bella e furba!

qui è l'inizio

e qui la trama

buona visione! :He He:

è sempre un bellissimo film

MONICA VITTI = BELLISSIMA è una donna stupenda...........veramente unica...........

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Monica Vitti per la cronaca ha 79 anni!

Io però me la ricordo sempre nella sua bellezza 30-50 enne.

Ehhhhh Monica!

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MONICA VITTI = BELLISSIMA è una donna stupenda...........veramente unica...........

bella e sensuale, intelligente e spiritosa......in un'intervista Antonioni racconta della rarità di trovare un'attrice comica ma anche bella fisicamente.

ma poi aveva carattere da vendere!

sempre su internet ho trovato voci che dicono abbia l'alzheimer, probabile visto che non si vede più in giro :(:

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bella e sensuale, intelligente e spiritosa......in un'intervista Antonioni racconta della rarità di trovare un'attrice comica ma anche bella fisicamente.

ma poi aveva carattere da vendere!

sempre su internet ho trovato voci che dicono abbia l'alzheimer, probabile visto che non si vede più in giro :(:

monica vitti era il sogno della mia gioventù

bella, sensuale, intelligente, raffinata, colta

forte e dolce....una vera femmina delicata e completa

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Reggio Emilia, parto rinviato: il neonato nasce morto. L'ospedale: "Ci dispiace"

ultimo aggiornamento: 16 settembre, ore 18:55

Bologna - (Adnkronos/Adnkronos Salute) - Avrebbe dovuto venire alla luce con un taglio cesareo, ma i medici hanno scelto di aspettare il termine naturale della gravidanza. Il piccolo non ce l’ha fatta. Il direttore della struttura medica: “Il team ha agito correttamente. Attendiamo l’esito degli accertamenti”.Matera, donna morta dopo parto cesareo gemellare.Messina, lite tra medici: probabili danni cerebrali per il bimbo. Dimessa la madre. Al via l'ispezione all'ospedale di Policoro

Bologna, 16 set. (Adnkronos/Adnkronos Salute) - Ha scoperto in sala parto che il suo piccolo non ce l'aveva fatta a venire al mondo. Avrebbe dovuto nascere con il cesareo, ma i medici hanno ritenuto che non c'erano più le condizioni per l'intervento chirurgico e hanno deciso di rinviare il parto fino al termine fisiologico della gravidanza. Così una mamma in attesa ha perso il suo bambino. E' successo lunedì nel Reparto di ostetricia e ginecologia dell'Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia. E adesso l'ospedale spiega che "la direzione partecipa al dolore dei genitori e conferma di essere in attesa degli esiti del riscontro diagnostico finalizzato ad accertare le cause della morte del piccolo". Poi ricostruisce i fatti in una nota: "La gestante si era presentata in reparto mercoledì 8 settembre per dare alla luce il piccolo con parto cesareo. L'intervento era stato programmato, ma gli ultimi controlli avevano mostrato che il feto risultava essere in posizione normale e manifestava regolari parametri vitali". Non c'erano più le condizioni per il cesareo. I medici decidono dunque di seguire l'evoluzione della gravidanza fino al suo termine fisiologico previsto per il 15 settembre e di provare a far nascere il piccolo con un parto naturale.

Poi la situazione precipita. La mattina di lunedì13 settembre la donna corre in ospedale, dice di non sentire più i movimenti del bambino da alcune ore. "Il tracciato cardiaco e l'ecografia subito eseguiti - proseguono dall'ospedale - rivelavano la morte endouterina del feto". I genitori sono stati subito informati della situazione, poi è stata programmata l'induzione del parto in analgesia epidurale per il primo pomeriggio. "Insieme ai miei collaboratori partecipo al profondo dolore della coppia e al lutto della intera famiglia - ripete il direttore della struttura, Giovan Battista La Sala -. Il comportamento dell'equipe medica, per gli elementi attualmente noti, è tuttavia da ritenersi corretto sul piano clinico e assistenziale, in quanto non sussisteva più alcuna ragione per effettuare l'intervento e non vi erano elementi che richiedessero controlli supplementari, oltre a quelli eseguiti. Rimaniamo in attesa di eventuali ulteriori evidenze che potranno emergere dagli accertamenti in corso".

COMMENTO : MA QUANTI NASCITURI STANNO MORENDO ULTIMAMENTE? TANTI. Come mai si è innalzato improvvisamente il numero dei parti con gravi problemi e morti? Un caso o il taglio alla spesa sanitaria determina un minor tasso di sicurezza sanitaria?

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17/09/2010, ore 19:07 - Denunciato, l'uomo deve rispondere di gravi reati

28enne perseguita donne con ricatti sessuali onlinedi: Claudia Peruggini

RIETI - Ricattava le donne attraverso la posta elettronica ed un noto social network. L'uomo denunciato è un ventottenne di Rieti che inviava alle vittime fotomontaggi, creati con i loro volti applicati su immagini di corpi in atteggiamenti osceni.

Minacciava, inoltre, le donne di mostrare quelle foto sul web se non avesse ottenuto filmati oppure immagini sexy. Decine le denunce per ricatti a sfondo sessuale presentate dalle vittime. La polizia Postale e delle Comunicazioni ha perquisito l'abitazione del ventottenne, che è in stato di libertà.

Le accuse sono di tentata violenza sessuale e di intercettazione illecita di comunicazioni informatiche. Sono in corso le indagini della polizia per ottenere altri elementi di prova. Gli agenti invitano chiunque sia vittima di fatti simili di contattare la Polizia Postale Sezione telefonando allo 0746/270114 o attraverso posta elettronica poltel.ri@poliziadistato.it.

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  • 3 weeks later...

04-10-10 SALUTE: LE DONNE CHE DORMONO TRA LE 5 E LE 6 ORE E MEZZA VIVONO DI PIU'

(ASCA) - Roma, 4 ott - E' meglio dormire 5, 6 o 7 ore per notte? Un ultimo studio sull'argomento realizzato dall'University of California San Diego School of Medicine (Usa) e pubblicato su Sleep Medicine suggerisce che le donne che dormono tra le 5 e le 6 ore e mezza vivono piu' a lungo, contraddicendo studi precedenti risalenti all'inizio di quest'anno secondo i quali chi dorme meno di sette ore per notte corre un rischio piu' alto di incorrere in malattie cardiache e chi riposa per meno di 6 ore ha meno possibilita' di superare i 65 anni.

Lo studio, condotto su un gruppo di 450 donne di mezza eta' seguite dai ricercatori per un periodo di 14 anni, e' stato realizzato, a differenza dei precedenti, calcolando la durata del riposo notturno attraverso il monitoraggio dell'attivita' del polso e non chiedendo alle partecipanti quanto dormissero. ''La sorpresa e' stata - spiega Daniel Kripke, docente di psichiatria alla University of California San Diego School of Medicine - che quando il sonno e' stato misurato oggettivamente la migliore sopravvivenza e' stata osservata tra le donne che dormivano dalle 5 alle 6,5 ore''.

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04-10-10 SALUTE: LE DONNE CHE DORMONO TRA LE 5 E LE 6 ORE E MEZZA VIVONO DI PIU'

(ASCA) - Roma, 4 ott - E' meglio dormire 5, 6 o 7 ore per notte? Un ultimo studio sull'argomento realizzato dall'University of California San Diego School of Medicine (Usa) e pubblicato su Sleep Medicine suggerisce che le donne che dormono tra le 5 e le 6 ore e mezza vivono piu' a lungo, contraddicendo studi precedenti risalenti all'inizio di quest'anno secondo i quali chi dorme meno di sette ore per notte corre un rischio piu' alto di incorrere in malattie cardiache e chi riposa per meno di 6 ore ha meno possibilita' di superare i 65 anni.

Lo studio, condotto su un gruppo di 450 donne di mezza eta' seguite dai ricercatori per un periodo di 14 anni, e' stato realizzato, a differenza dei precedenti, calcolando la durata del riposo notturno attraverso il monitoraggio dell'attivita' del polso e non chiedendo alle partecipanti quanto dormissero. ''La sorpresa e' stata - spiega Daniel Kripke, docente di psichiatria alla University of California San Diego School of Medicine - che quando il sonno e' stato misurato oggettivamente la migliore sopravvivenza e' stata osservata tra le donne che dormivano dalle 5 alle 6,5 ore''.

Bene! allora sono destinata a vivere in eterno!!! :Just Kidding:

si camperà anche di più ma sappiate che a furia di dormire poco e male si sta quasi sempre na schifezza.

ormai c'è la moda degli "studi" su tutto, che noia :icon_rolleyes:

e poi penso che il sonno è una cosa molto soggettiva, c'è chi dorme poco e sta benissimo e chi dorme moltissimo e sta benissimo lo stesso.

e poi c'è chi dorme na chiaveca e amen!

Avere standard di riferimento per ogni pelo della nostra vita, trovo che sia lo standard di riferimento per misurare la follia della nostra epoca.

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la mia bisnonna dormiva poche ore ,

e' morta a 100 anni meno un mese.

boh sara' vero? fra nn molto uscira' un'altro

studio contrastando quello piu' recente.

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la mia bisnonna dormiva poche ore ,

e' morta a 100 anni meno un mese.

boh sara' vero? fra nn molto uscira' un'altro

studio contrastando quello piu' recente.

ecco, appunto! :Just Kidding:

tua nonna è campata cent'anni perché aveva la pelle dura!

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si era tosta zaza'!!

pensa che perse il marito nella prima guerra

sostenendo una cagnata di figli senza mai risposarsi.

era una bravissima donna ,mi ricordo che le piaceva il gelato al limone,

quando passava per il rione per far visita ai suoi figli

io le comperavo il gelato. poi mi ridava i soldi indietro

piu' un regalino. forse era l'unica debolezza che aveva,

ed era il gelato al limone. :sad:

chiedevono cosi poco tempo fa'!!

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RICORDO UNA PIONIERA DIMENTICATA

UNA DONNA UNICA

MEMORIE

Alfonsina Strada, una ribelle al Giro

quando il ciclismo era solo dei maschi

Classe 1891, correva in bicicletta ai tempi di Girardengo e Pellissier. È l'unica sportiva ad aver partecipato al Giro d'Italia nel 1924. Poi è stata dimenticata. Ora la ricordano un festival e una canzone. Con un video interpretato da una incredibile Margherita Hack

di RITA CELI

Alfonsina Strada

A GUARDARLA in quelle foto sbiadite in bianco e nero, in sella alla sua bicicletta in pantaloncini corti, non ha nulla a che spartire con le misure e le silhouette delle sportive dei nostri giorni. Piccola e muscolosa, capelli corti e capricciosi intorno un viso paffuto con un sorriso appena accennato. Alfonsina Strada, bolognese, classe 1891, è stata una "suffragetta" delle cicliste, ed è passata alla storia per essere stata l'unica donna che ha partecipato al Giro d'Italia, nel 1924.

Alfonsina ha corso dietro a Thys, Pellissier e Girardengo, ha visto crescere la fama di Bartali e Coppi e ha raccolto numerosi premi e riconoscimenti, gareggiando quasi sempre in competizioni maschili. Malgrado sia lei la "bellezza in bicicletta" cantata negli anni 50, l'Italia e il mondo sportivo l'hanno dimenticata in fretta. Ha terminato la carriera esibendosi su due ruote come attrazione negli spettacoli da circo e negli ultimi anni si è trasferita a Milano, dove ha aperto un negozio di biciclette diventato una scuola di ciclismo: aggiustava tubolari, cuciva copertoni e allenava le nuove leve. È morta il 13 settembre 1959, all'età di 68 anni, mentre cercava di mettere in moto la sua Guzzi.

A ricordare le sue imprese hanno pensato i Têtes de Bois, che le hanno dedicato una canzone, Alfonsina e la bici 1, inserita nell'album "Goodbike" e da cui è stato tratto un video diretto da Agostino Ferrente. "A una stella che mi guardava dalla cucina, ho dato il nome di Alfonsina" canta Andrea Satta a bordo del camioncino mentre una straordinaria Margherita Hack in officina è alle prese con manubri, catene e telai. Una passione per i Têtes de Bois che alla bicicletta hanno dedicato anche un festival, Goodbike 2, che si concluderà domenica in provincia di Roma, tra Zagarolo e Gennazzano. In questa occasione si parlerà spesso di Alfonsina grazie a Paolo Facchinetti, ospite della manifestazione per parlare del suo libro Gli anni ruggenti di Alfonsina Strada (Ediciclo editore, 12,50 euro) in cui ricuce i frammenti della vita della ciclista e ripercorre le tappe di quello storico Giro d'Italia del '24.

"Ho sentito nominare Alfonsina quando ho iniziato a scrivere per il quotidiano Stadio, a Bologna. Erano i cronisti di ciclismo più anziani che parlavano di lei - racconta Facchinetti, giornalista sportivo e scrittore - e da allora mi è rimasta la curiosità sull'Alfonsina. Solo molti anni dopo, quando ho avuto tempo, ho voluto approfondire la sua storia perché una sua nipote ultraottantenne abitava a pochi passi da casa mia. Tramite lei ho contattato altri parenti che hanno completato il racconto". Alfonsina era una donna generosa e riservata, spiega l'autore. "La sua generosità la si scoprirà alla fine della sua carriera, nell'officina in via Varesina, dove insegna ai ragazzi ad aggiustare le biciclette e ad allenarsi. Coppi, Bartali e Magni andavano a salutarla al negozio. Di lei oggi rimane il ricordo della tenacia e del coraggio, la sfida con se stessa e con gli uomini, e c'è riuscita perché non si è mai arresa ed è arrivata sempre al traguardo, anche se ultima".

Alfonsina Morini nasce il 16 marzo 1891 a Riolo di Castelfranco Emilia da una famiglia molto povera e numerosa. Non ha mai avuto un giocattolo e quando il padre porta a casa una vecchia bicicletta lei, che ha 10 anni, scopre un mondo nuovo. In poco tempo impara a correre più dei maschi e da allora non si separa più dalle due ruote. Con gli anni inizia ad allenarsi con regolarità, correndo sulla via Emilia, e arriva a Torino dove le donne in bici non danno più scandalo come invece ancora accade al paese. Ogni domenica gareggia con altre donne ed è presto proclamata "miglior ciclista italiana" quando vince la sfida con la celeberrima Carignano. Qualche anno dopo a Stupinigi è l'unica donna in una gara dove arriva settima e nel 1911 stabilisce il record mondiale di velocità femminile con oltre 37 chilometri orari (anche se i primati femminili diventano ufficiali solo dal 1955).

Poi si sposta a Milano dove incontra e sposa Luigi Strada. Scoppia la guerra e molte manifestazioni sportive vengono sospese. Non il Giro di Lombardia che nel '17 si svolge il 2 novembre, nove giorni dopo la disfatta di Caporetto. Lei è in gara con il numero 74 e il nome di Alfonsina Strada: 204 chilometri con partenza e arrivo a Milano. In gara Girardengo, Belloni e il favorito, l'astro nascente Pellissier. Arriva al traguardo un'ora e mezza dopo il vincitore e viene classificata ultima. L'anno dopo ci riprova e arriva penultima: è diventata intanto la "regina della pedivella".

La sua partecipazione al Giro d'Italia nel '24 è una pura casualità: quell'anno non si trovano iscritti perché le case hanno deciso di boicottare la corsa per protesta contro gli organizzatori. Mancano i grandi nomi e Alfonsina viene accettata a tre giorni dal via: ci sono da percorrere 3613 chilometri in dodici tappe, dal 10 maggio al primo giugno, con partenza quasi sempre a notte fonda. Novanta i partecipanti, alla prima tappa la sua presenza è quasi inosservata. Già alla seconda il pubblico raddoppia e Alfonsina diventa sempre più popolare. La soddisfazione arriva quando attraversa l'Emilia Romagna, dove in tanti fanno il tifo per lei. Alla fine su 90 della partenza, solo 30 corridori raggiungono il traguardo, più tre che arrivano fuori tempo massimo: Alfonsina è tra questi, ha concluso il Giro e ottiene appalusi e fiori.

Dopo quell'anno non riuscirà più a iscriversi al Giro e cominia a pedalare la sua bicicletta sotto il tendone di un circo in Francia e Spagna. Nel '37, a 46 anni, vince ancora in diverse sfide femminili e l'anno dopo a Saint Germain stabilisce il primato mondiale femminile di 12 ore. In seguito apre il suo negozio-officina a Milano e disputa la sua ultima gara nel '56, a 65 anni: una corsa per veterani in un circuito a Nova Milanese, e vince. La sua vita finisce il 13 settembre 1959, una domenica: va con la sua moto Guzzi a vedere la partenza della Tre Valli Varesine. Quel giorno la sua moto le dà problemi, non vuole ripartire. La sera quando torna a casa è triste perché, racconta alla portinaia, a quel raduno nessuno l'ha riconosciuta. Decide di andare a parcheggiare la moto al negozio e comincia ad armeggiare col pedale ma la Guzzi non va. Poi l'ennesima pedalata e cade: il cuore non ha retto allo sforzo. Viene portata in ospedale ma muore durante il tragitto. Sulla tomba di Alfonsina, a Cusano Milanino, una bicicletta di bronzo ricorda la passione di una vita.

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  • 2 weeks later...

Deceduta dopo scambio tac, quattro medici a processo Martedì 19 Ottobre 2010

Per il gup Giorgio Floridia, andranno al processo i tre medici ed il tecnico del Sant’Orsola-Malpighi di Bologna, con l’accusa d’omicidio colposo di Daniela Lanzoni, deceduta il 27 Settembre 2007 presso l’Ospedale bolognese, in seguito ad una serie d’errori clinici.

A Daniela Lanzoni, morta a 54 anni, per uno scambio di tac, fu asportato un rene sano e in seguito all’operazione non fu somministrata l’eparina e nessuno rilevo in tempo l’errore, ne fece le opportune verifiche.

La Procura, aveva chiesto il proscioglimento di uno dei tre medici, ma il gup ha deciso altrimenti ed al processo, ci sarà anche il primario del reparto d’Urologia Giuseppe Severini, che aveva richiesto il giudizio immediato, senza passare per l’udienza preliminare, anche per lui l’accusa è d’omicidio colposo, con l’aggiunta di falso materiale ed ideologico.

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Sclerosi multipla, una nuova speranza

E' difficile spiegare cosa significa essere un malato di sclerosi multipla a chi non ha voglia di saperlo, a questa società fatta di persone che guardano ma non vedono e che sentono ma non ascoltano: sensazioni, percezioni sottili che danno la misura dell'essenza che compone la creatura che soffre, consapevole di dover lottare sia contro una malattia cronica altamente invalidante sia contro l'ignoranza, la stupidità e l'indifferenza di chi crede che il problema dell'altro non è affar suo.

Hanno rubato tutto ai malati di SM, illudendo con frasi di circostanza quasi a ripetere all'infinito una lezione imparata a memoria e, come fiere voraci mai sazie in nome del dio denaro, proporre terapie destinate a fallire miseramente. Che amarezza scoprire di avere il destino segnato e commiserarsi ricordando quello che fino al giorno prima era possibile fare e che dopo invece appare così difficile e faticosamente complicato. Dolore, paura, rabbia e panico: vorresti urlare e sfogarti, niente più progetti di vita ma solo rinunce e tante lacrime e la gente che ti guarda in modo diverso con occhi fastidiosamente interrogativi.

Il malato di SM è colui che si trascina con un paio di pinne ai piedi e un sacco sulle spalle ricolmo di mattoni, lungo una strada in salita e lastricata di ghiaccio, imboccando una galleria nel cui punto più buio si scorge il suo destino: SAR. Un destino che oggi potrebbe avere un epilogo diverso da quello finora prospettato, grazie al prof. Paolo Zamboni chirurgo vascolare dell'Univ. di Ferrara scopritore della CCSVI (insufficienza venosa cronica cerebro-spinale) e al neurologo Fabrizio Salvi medico di Bologna che per primo ha creduto nella 'Big idea'.

Studi rigorosi hanno permesso al team di ricercatori italiani di affermare che la CCSVI è presente in altissima percentuale nei malati di SM. Ciò significa che intervenendo sul problema vascolare vi è un miglioramento della qualità di vita nei malati di SM, con variazioni in base al grado di disabilità accumulato. Si registra tuttavia un certo ostruzionismo presso i neuroscettici e in tutta quella classe medica che afferma, non senza presunzione, che il metodo Zamboni sia frutto di un visionario. Alle forze scientifiche non animate da un desiderio di conoscienza, ma appesantite dal conflitto di interesse, si contrappone la ferma volontà del prof. Zamboni di validare in Italia e all'estero la sua teoria cosicchè tutti i malati possano beneficiare di questa importante scoperta scientifica, scongiurando il rischio di speculazioni che purtroppo inevitabilmente in queste situazioni si vengono a creare.

Al pari della rivoluzione copernicana che ha rappresentato un'importante svolta epocale, anche la teoria zamboniana verrà accettata come palese ovvietà, ma nel frattempo ci sono i diritti dei malati che chiedono con urgenza al Consiglio Superiore di Sanità libertà di diagnosi e terapia, a prescindere dalla correlazione con la SM, perché come afferma anche Nicoletta Mantovani (presidente onorario dell'associazione): «Chi ha la CCSVI deve essere curato!». 2010 rivoluzione zamboniana, manteniamo i riflettori accesi.

Alessandro Rasman

(19 ottobre 2010)

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Due scosse sismiche in Trentino: epicentro terremoto vicino ai comuni di Ala, Avio, Brentonico.

Avvertite anche sul lago di Garda e in Veneto.

21 ottobre 2010 18:16

TRENTO / Due scosse sismiche sono state segnalate dall’istituto nazionale di geofisica nella provincia di Trento questo pomeriggio alle ore 16 e 56 e alle 17 e 34: Le scosse, la prima di magnitudo 2.8 e la seconda 2.2, non sembrano aver povocato danni a persone o cose ma sono state avvertite distintamente dalla popolazione nei pressi dei comuni di Ala, Avio e Brentonico

L’epicentro si trova infatti nella parte meridionale della provincia di Trento, non lontanto dal confine con il Veneto e dalla riva orientale del lago di Garda. Altri comuni interessati sono Riva del garda, Rovereto e Limone sul garda.

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Fare sesso estremo può essere il sintomo che qualcosa non va. Purtroppo, secondo un gruppo di ricercatori del Bradley Hasbro Children’s Research Center, dietro a rapporti non protetti e promiscui potrebbe esserci, per molti giovani adolescenti, un disturbo psichiatrico. Il guaio non è fare l’amore, ma è come lo si fa. Questi medici sostengono che sia il risultato di stati depressivi che tra l’altro espongono le persone anche a malattie come l’Aids o la sifilide, in crescente diffusione nelle nuove generazioni.

I giovani che soffrono di sindrome da iperattività e deficit dell’attenzione sono particolarmente a rischio e sono più sessualmente attivi dei coetanei che non presentano questo tipo di disturbo. Lo sono anche coloro che soffrono di stress post-traumatico o altri disturbi legati a un eccesso di stress.

Per giungere a questa conclusione i ricercatori hanno coinvolto 840 ragazzi nella loro ricerca: sono stati tutti analizzati per comprendere se e quali malattie mentali fossero presenti. Più della metà dei partecipanti era di sesso femminile e di età compresa tra i 15 e i 18 anni e il 50% di loro aveva avuto rapporti anali e vaginali. Solo il 29% non ha utilizzato il preservativo negli ultimi rapporti.

Per quanto riguarda il numero di partner sessuali, 31% era stato sessualmente attivo nei precedenti 90 giorni con due partner, il 15% ne aveva avuto più di quattro e 14% è risultato positivo a una malattia sessualmente trasmissibile.

Per avere un quadro più chiaro è giusto sapere che lo studio ha inserito 153 ragazzi con una diagnosi di mania, 48 con disturbi di internalizzazione, 282 con disturbi esternalizzazione, 252 con più di una diagnosi e 105 in trattamento della salute mentale.

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  • 3 weeks later...

Cronaca

Autostrade nega ok targa per Sandri, il padre: si cancella... -2-

Domani iniziative a Roma per ricordare terzo anniversario morte

postato 3 ore fa da APCOM StampaFacebookTwitterOK NotizieSegnaloPeopleWindows Live

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Roma, 9 nov. (Apcom) - L'Anas proprietaria del tratto dell'Autostrada del Sole, si è espressa favorevolmente - spiegano Giorgio Sandri e il Comitato mai più 11 novembre - ma lo stop è venuto dalla società concessionaria: Autostrade non vuole saperne nulla. Motivo? La targa creerebbe un precedente da evitare. "Perché altrimenti si dovrebbero ricordare tutti i morti degli incidenti d'auto. Ma vogliono scherzare? Mio figlio è stato ucciso con un colpo di pistola", sottolinea Giorgio Sandri sul sito del comitato. E oggi rilancia il suo appello alla radio: "Io spero che Autostrade per l'Italia faccia un passo indietro, chieda scusa, e permetta l'affissione della targa".

E mentre Giorgio Sandri lancia un appello anche alle istituzioni e al mondo della politica, la famiglia e il comitato promotore non si fermano: le celebrazioni del terzo anniversario della morte di Gabbo si aprono comunque domani, mercoledì sera alla Bocca della Verità, dove dalle 18 alle 20 ci sarà un sit-in silenzioso con fiaccolata. "Una manifestazione silenziosa, per chiedere verità: perchè senza verità non c'è giustizia, senza memoria non c'è futuro", sottolinea Giorgio Sandri, aggiungendo: "Non è possibile vivere in un paese in cui si cerca solo di nascondere la verità Non è possibile ignorare e dimenticare una vicenda del genere". "Nessuno - conclude il padre di Gabbo - si è ancora assunto responsabilità per quanto accaduto. Spaccarotella è ancora a piede libero, non ha fatto un giorno di galera. Il primo di dicembre ci sarà il processo d'appello, sperando che lì il tribunale sia più attento nel valutare e decidere la sentenza che in primo grado è stata quanto meno discutibile". Spaccarotella, all'epoca dei fatti in servizio alla polstrada, è stato condannato in primo grado a 6 anni di reclusione per omicidio colposo.

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Autostrade per l'Italia SpA ha vietato l'affissione della targa per Gabriele Sandri nella stazione di servizio di Badia Al Pino Est: "Adesso è ufficiale. La risposta definitiva è arrivata. Ma non è quella che ci si attendeva", sottolinea il comitato "Mai più 11 novembre", promotore della petizione popolare che con l'iniziativa 'Una firma per Gabriele' e i banchetti allestiti nelle città italiane aveva raccolto 25mila firme. La fumata nera è arrivata dopo una riunione tra alcuni manager aziendali e Giorgio Sandri, il padre del tifoso della Lazio ucciso in una stazione di servizio da un colpo di pistola sparato dall'agente di polizia Luigi Spaccarotella: "Vogliono cancellare la verità", ha detto l'uomo ai microfoni di A Tutto Campo Radio Ies, all'indomani del no. "Ho avuta la sensazione di un grande imbarazzo da parte dei dirigenti di Autostrade per l'Italia - racconta - perchè le scuse addotte, e cioè che non si può ricordare tutti i morti per incidenti, è assurda. Gabriele è stato ucciso, non è stato un incidente stradale. E' mancato rispetto per tutti coloro che hanno firmato la petizione per la targa. Noi da 3 anni a questa parte abbiamo ricevuto solo pacche sulle spalle, nessuno ha fatto un reale passo in avanti". (segue)

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