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CRONACA - VITA QUOTIDIANA - COMMENTI e RIFLESSIONI........


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oggi sono andato a comperare della mozzarella fresca e come al solito mi ha servito la cubana...theresa. era molto arrabbiata con me perche' la settimana scorsa le avevo detto che fidel era morto. lei era cosi' felice che aveva incominciato a chiamare i familiari e parlava come finalmente sarebbe ritornata a cuba. mi ha detto tante cose nn belle ed io ridevo :!: :wink::wink::LOL:

poi mi ha detto che mia moglie e' una brava persona e che io appartengo

dentro il manicomio :!: :!: :LOL::LOL: :riso :riso

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Israele uccide 18 persone in bombardamento su città a Gazamercoledì, 8 novembre 2006 8.38

BEIT HANOUN, Gaza (Reuters) - I bombardamenti israeliani di oggi hanno ucciso 18 civili, fra i quali donne e bambini, nella città di Beit Hanoun nella Striscia di Gaza, secondo quanto hanno riferito le autorità palestinesi, in uno dei più sanguinosi attacchi nel territorio costiero degli ultimi mesi.

L'esercito israeliano si è ritirato ieri dalla città settentrionale della Striscia dopo avere compiuto la più vasta offensiva a Gaza nell'ultimo anno.

Nei territori occupati della Cisgiordania, i soldati israeliani hanno ucciso quattro uomini armati e un civile nel corso di un raid nella città settentrionale di Jenin, hanno detto funzionari della sicurezza palestinesi.

Fra le persone uccise nel bombardamento israeliano di Beit Hanoun ci sono sette bambini e quattro donne, ha detto il portavoce del Ministero della Sanità palestinese, Khaled Rabi. Le autorità ospedaliere hanno riferito che sono state ferite 40 persone.

Una portavoce dell'autorità militare israeliana ha detto di non essere al momento a conoscenza di un bombardamento nella zona, aggiungendo di essere impegnata a controllare la notizia.

Sono state colpite almeno sette case a Beit Hanoun, hanno detto testimoni.

"E' la scena più triste che io abbia mai visto. Si vedono gambe, teste e mani sparse per la strada", ha detto a Reuters Attaf Hamad, 22 anni.

"Ho visto gente coperta di sangue uscire da una casa. Ho iniziato a urlare per svegliare i vicini".

Nelle strade si vedono pozze di sangue. Sono sparpagliati intorno brandelli di carne e dei sandaletti da bambino.

Beit Hanoun stava cercando di riprendersi da un attacco militare che andava avanti da una settimana, nel quale sono stati uccisi 52 militanti e civili.

Israele dice che l'operazione è stata decisa per fermare il lancio di razzi contro lo stato di Israele da parte dei militanti di Hamas.

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e poi ci stupiamo che i palestinesi immolino i propri figli per colpire al cuore il mostro.....

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io vedo solo tanti bambini morti israeliani e palestinesi...gli uni accanto agli altri...MORTI...se gli chiedi non ti risponderanno nè che sono palestinesi nè israeliani, nè potranno più risponderti che sono solo bambini...nè che desiderano che nessun'altro bimbo muoia...

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sottoscrivo in pieno aio, certo noin c'è ragione alla violenza ma ne comprendo l'uso da parte di chi non ha altro mezzo di difesa... pensa a che cosa sono ridotti....

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bisognerà però riflettere sul fatto che ognuno pensa la tua frase per sè...

c'è ragione alla violenza ma ne comprendo l'uso da parte di chi non ha altro mezzo di difesa...

se ci riflettiamo bene potremmo anche vedere che in fondo ogni violenza è una debolezza ,nasce da un senso di debolezza, dal sentirsi più debole dell'altro...dal sentirsi sopraffatto dall'altro...tutti credono di essere vittime...e mai ci interroghiamo fino in fondo su cosa abbiamo fatto noi per suscitare la violenza altrui...ovvero la debolezza altrui

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A parte il fatto che io ho scritto "NOIN c'E' ragione" e non "C'e' ragione...." .......

condivido che ogni violenza è una sconfitta, come lo schiaffo che denuncia la propria incapacità di comunicare efficacemente. ma siamo umani e che ci piaccia o no s'ha da accettare il limite implicito. Nelle loro condizioni forse noi faremmo altrettanto.

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certo e non vale la pena sapere se uno è israeliano o palestinese...ma i bimbi morti cosa dicono che non riusciamo ad ascoltare ancora? tu al posto dei contendenti, se ho ben capito, continueresti con la violenza...ritenendola ineluttabile...

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Che domanda difficile aio, non lo so. Certo penso che se una madre arriva a sacrificare i propri figli per ferire al cuore il mostro forse davvero da quella prospettiva non vi intravede alternativa. Sai da qui a casa al calduccio ( beh, si fa per dire..) a noi è facile giudicare e predicare saggio. Ma da là tutti gli orizzonti blu si chiudono e tutto si tinge di rosso. Allora forse non riconosci altro colore. l'odio , la rabbia quotidiana, l'impotenza la disperazione a cosa vuoi che lascino lo spazio se non alla vendetta?

in groppa all'arcobaleno non ha molto senso predicare nè ipotizzare.....

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Ogni quattro minuti si sfascia una coppia, in dieci anni incremento del 59%

In netto calo le unioni con rito religioso, resiste solo il Meridione

Matrimoni in crisi profonda

ci si sposa meno e si divorzia di più

La nuova fotografia delle famiglie italiane nel rapporto dell'Eures

Un matrimonio tra immigrati

ROMA - Sempre meno matrimoni e un divorzio ogni quattro minuti. E' quanto risulta dal rapporto Eures "Finché vita non ci separi...Caratteristiche ed evoluzione dei matrimoni in Italia". In Italia, stabilisce la ricerca, negli ultimi trent'anni i matrimoni sono diminuiti del 32,4 per cento, passando dai 373.784 del 1975 (con un indice pari al 6,7 per mille abitanti) ai 250.974 del 2005 (con un indice del 4,3).

Più matrimoni al Sud. La Campania presenta l'indice di nuzialità più alto (5,3 ogni mille abitanti); ma è il Lazio l'unica regione d'Italia in cui il numero dei matrimoni abbia fatto segnare un incremento rispetto al 1995 (da 4,7 a 5,1), anche per effetto del "turismo matrimoniale": le coppie arrivano da mezzo mondo nella città eterna per convolare a nozze. Al Nord ci si sposa meno della media nazionale, con un picco negativo in Emilia-Romagna (3,5 matrimoni ogni mille abitanti). Napoli è la città in cui ci si sposa di più (17.881 matrimoni nel 2005, pari a 5,8 ogni mille abitanti). L'età media del matrimonio, negli ultimi tre decenni, è salita di 7 anni tra gli uomini e di oltre 5 per le donne. Nel 2006 lo sposo aveva in media 33,7 anni, la sposa 30,6.

Rito religioso in declino. In calo il matrimonio in chiesa, che nel 1975 veniva scelto dal 91,6 delle coppie, contro il 67,6 del 2005. Fa eccezione il Sud, dove otto coppie su dieci ancora vogliono andare all'altare. L'incidenza più bassa delle nozze religiose si registra in Friuli (48,5 per cento). Prudentemente, si preferisce in ogni caso optare per la separazione dei beni, scelta dal 54,3 per cento delle coppie italiane; e la percentuale sale ancora al nord (61,7%). C'è poi anche chi ci riprova: il 7,7 degli sposi e il 6,6 delle spose sono alla seconda esperienza matrimoniale, con un'età media di 45 anni. Ed è pari al 10,5 per cento l'incidenza dei matrimoni con almeno un coniuge non italiano: nella maggior parte dei casi (58,1%) l'italiano è lo sposo, mentre lei è straniera.

Divorzi a ritmo frenetico. Ma quello che salta agli occhi è il dato delle separazioni e dei divorzi, saliti rispettivamente a +59% e +66% per cento negli ultimi dieci anni. E' il Sud a registrare l'incremento più consistente, sia delle separazioni (+84,7 per cento, contro il 46,3 del Nord) sia dei divorzi (+74,7 per cento, contro il +61,3 del Nord). Complessivamente, nel 2004 si contano oltre 128 mila separazioni e divorzi (rispettivamente 83.179 e 45.097), pari a 352 sentenze al giorno: come dire che ogni quattro minuti, in Italia, si spegne un sogno d'amore sancito con le nozze.

Il record in Liguria. A livello regionale, i valori più elevati si registrano in Liguria, con 91,2 separazioni e divorzi ogni cento matrimoni); i legami più solidi sono in Calabria, dove per cento matrimoni si registrano "solo" 24 tra divorzi e separazioni. Più "resistenti" si rivelano i matrimoni religiosi (5,6 divorzi ogni cento matrimoni in chiesa, nel 1975, contro 13,1 divorzi tra chi si era sposato civilmente).

In crisi già dopo tre anni. Il picco delle separazioni si registra fra il terzo e il quinto anno di matrimonio (come dire che alla classica crisi del settimo anno non si fa nemmeno in tempo ad arrivare). E non ci si lascia più per colpa, ma per intolleranza reciproca, e consensualmente: la stragrande maggioranza dei divorzi è concessa a seguito di domanda congiunta dei coniugi, con valori che passano dal 69,4 per cento del 1995 al 78,2 del 2005.

Cambia la famiglia. Dall'aumento delle separazioni scaturisce l'incremento delle famiglie monogenitoriali e dei figli affidati: secondo i dati Istat, il numero dei minori affidati dopo una separazione è pari nel 2004 a 64.292. In oltre la metà delle separazioni (52,9 per cento) è presente almeno un figlio minore; nell'80 per cento dei casi, è la madre che ottiene l'affidamento, mentre si rileva una crescita costante degli affidamenti congiunti, che arrivano nel 2004 al 12,7 dei casi di separazione e al 10% dei divorzi.

(8 novembre 2006)

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ora, quindi, potremmo cominciare a pensare che il mondo intero, come tutte le nostre vite, hanno una loro palestina vs sion...come interrompere la spirale della violenza? Quella della nostra vita, quella del nostro rapporto con gli altri, quella con noi stessi (soprattutto),...continuando a farci la guerra? A farla a noi stessi o, il che è lo stesso, agli altri?

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di far pace soprattutto con se stessi...ognuno di noi...da un piccolo seme può nascere un grande albero...e tutti insieme potremmo ricostituire in un baleno persino la foresta delle Amazzoni...

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ti proponi come Gandhi 2 insomma.....un po' utopistico, ma interesante. e come pensi di far giungere questo tuo messagio ai paletinesi?

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fai il furbino , eh?... beh tornando alla palestina, visto che x te la violenza non è ineluttabile, che suggeriresti.....?

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quello che avevo da dire a riguardo l'ho detto...cosa vuoi che sia un piccolo seme?

Non penserai davvero che stasera ti risolvo il problema dei Palestinesi...

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a me non sembra che glisso...abbiamo passato un pomeriggio a parlarne...qualcosa avremo detto...

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Direi che i problemi dei palestinesi si risolvono col cibo...

come molti altri.per esempio

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comincia a sfamare i bambini che ti stanno tanto a cuore, per davvero non le loro anime. poi provvedi all'acqua, al lbero accesso agli ospedali, alle scuole, ai servizi in genere. Queste sono azioni concrete. le anume le lascio ai pastori...

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