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Insicurezza, indecisione sul futuro


OnAJourney96

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Salve a tutti, sono un ragazzo di appena 21 anni che sta passando un periodo piuttosto difficile. Sono in crisi con l'università. Tutto è iniziato due anni fa, quando alla fine del liceo classico ho dovuto scegliere una facoltà universitaria. Non avendo la benchè minima idea di quello che volessi fare, scelsi Fisica, che l'ultimo anno di liceo mi aveva particolarmente affascinato e appassionato. Purtroppo non si è rivelata un'esperienza positiva: venendo da un liceo classico l'impatto è stato devastante, ho vissuto cinque mesi nell'ansia più totale. Mi sentivo stanco, estraneo alla facoltà, dove vedevo tutti studenti determinati, sicuri di sè e di quello che stavano facendo, mentre io ero lì, spaventato e disorientato. Passai l'esame di Algebra Lineare con 22, mentre Analisi I non lo provai nemmeno. Arrivato al secondo trimestre ero distrutto e demoralizzato, non volevo neanche alzarmi dal letto la mattina per andare a scuola. A fine gennaio decisi di smettere e andare a seguire lezioni in altre facoltà che potevano interessarmi. Andai a seguire lingue, che per un attimo mi diede un po' di pace e tranquillità, ma che non mi soddisfaceva fino in fondo. Non sapevo neanche bene se fossi più uno da materie scientifiche piuttosto che umanistiche (al liceo andavo bene in tutto, studiavo tutto con impegno e ottimi risultati). Alla fine decisi di dare alle materie scientifiche un'altra possibilità e a settembre dell'anno scorso, dopo numerosi attacchi d'ansia e simili, mi iscrissi a Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, dove il primo anno si fanno praticamente tutte le materie scientifiche fondamentali: questa facoltà, più che come punto di arriva la vedevo come il liceo scientifico che non ho mai fatto. Volevo vedere se ero veramente in grado di fronteggiare le varie materie scientifiche e quali di queste mi avrebbero appassionato di più. Quest'ultime sono state la Chimica e proprio la Fisica. Ho dato tutti gli esami del primo anno con successo e con un'ottima media, ma arrivato alla fine dell'anno accademico ho deciso di cambiare di nuovo facoltà, poichè CTF non è quello che voglio continuare a fare ( di questo ne sono certo). L'indecisione inizialmente era tra Chimica pura o tornare a Fisica e affrontarla con più tranquillità e consapevolezza, anche se il pensiero di tornare lì mi causava una forte inquietitudine, probabilmente dovuta all'esperienza drammatica vissuta. Ho di nuovo passato un'estate infernale per via di questa indecisone e per via della paura del giudizio altrui riguardo i miei continui cambi di facoltà e le mie incertezze. Alla fine la mia scelta è ricaduta sulla facoltà di Scienza dei Materiali, un corso di studi che lega insieme la chimica e la fisica. Penso sia una scelta giusta, ma sento un forte senso di colpa per aver lasciato Fisica, una materia che in fondo mi piace tantissimo (mi piacerebbe diventare un astrofisico o un geofisico). Quando sento parlare di Fisica sento una fortissima fitta allo stomaco e una voce che mi dice "Hai abbandonato questa strada troppo presto e ora sei spacciato". Questa materia mi appassiona ma mi crea anche tanto dolore. E quest'anno, a Scienza dei Materiali, sto anche riscoprendo la Matemtaica, che a fisica mi aveva causato così tanta angoscia. Scienza dei Materiali sono abbastanza certo che mi piacerà (e questa è un'enorme conquista dato che fino a un anno fa ero nel buio più totale) e potrebbe darmi un lavoro più sicuro rispetto a Fisica, ma ho questo senso di colpa e pentimento che mi tormenta da mattina a sera, non mi molla, sono terribilmente triste, in più mi sento indietro nella vita in generale, mi sembra di non stare concludendo nulla, di essere un fallito. ho paura che tutti pensino che io sia un fannullone che salta da una facoltà all'altra perchè non ha voglia di impegnarsi, ma in realtà non è così. Io amo studiare, veramente, ma in questo momento della mia vita sono in uno stato confusionale che mi attanaglia. Purtroppo sono anche una persona piuttosto insicura e troppo riflessiva, penso troppo e a forza di pensare certi giorni ho un mal di testa atroce. Mi trovo spesso a pensare che arriverò a laurearmi tardi, che magari nessuno vorrà assumermi per i miei anni persi o che magari arriverò a 30 anni e mi renderò conto di aver sbagliato tutto. 
Per ora il mio piano sarebbe quello di cercare di laurearmi in scienza dei materiali, che so essere una scelta giusta, ed eventualmente prendere finalmente una seconda laurea in fisica (qualche esame mi dovrebbe anche essere abbuonato dato che a SdM darò molti esami di Fisica), anche lavorando. Sono disposto a a fare di tutto pur di rendermi felice, ma ho tanta paura di sbagliare e di aver perso delle occasioni che forse non torneranno più. So che ho "solo" 21 anni, tutte le persone più grandi me lo dicono, ma io mi sento già vecchio, oindietro, nonostante dentro mi senta ancora un bambino inesperto e inconsapevole. E' così che ci si sente a 20 anni? Sono davvero questi gli "anni migliori"? Se sì allora sto sbagliando qualcosa perchè li sto vivendo come un incubo.Mi sembra di stare facendo cose senza senso. L'unica nota positiva è che sento di stare maturando molto grazie a queste esperienze. Spero che quando e se tutto questo sarà finito potrò dire di essere una persona migliore. Ma intanto soffro, e tanto, perchè ci tengo tantissimo.

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CIao, mi è capitata la stessa cosa. Solo che, non riuscendo, sono diventata inizialmente anoressica, poi bulimica. Alla fine mi sono laureata bene, ma 2 anni fuori corso e ho fatto fatica (faccio fatica) a lavorare bene. Non ho mollato perché non ero in grado di ammettere che non avevo abbastanza potenziale, però ho rimpianto quella decisione ogni esame cui venivo bocciata, ogni cosa che non capivo, ogni progetto che richiedeva lavoro. Ero stanca, come dici tu e demotivata, non c'ero più con la testa. Sentivo di non valere, ma volevo valere a tutti i costi. In realtà non avevo il fuoco sacro. Facevo l'indispensabile, quando, la scelta di una facoltà dovrebbe spingerti a sapere di più, capire di più, fare di più, seguire corsi/convegli/articoli ecc...

Probabilmente non eri abituato alla frustrazione (non prenderla come una critica. In fondo io non mi ci sono ancora abituata). Il problema era che quel che avevo scelto mi richiedeva uno sforzo ingente che non ero mai stata abituata a fare. Pare assurdo, ma quando si è al classico si deve studiare tanto, ma ha tutto "un capo e una coda", va da pagina 10 a 500 e poi hai finito. Se hai memoria è fatta. Sono concetti semplici. Con la fisica puoi perdere pomeriggi su un esercizio. Ci sono 1000000 argomenti correlati e, almeno io, mi trovo sempre a non capire a fondo tutto (e questo mi spaventa). Ogni parola ha un significato preciso, va ricordata per quella che è. Non ci sono "cose più importanti o principali" da ricordare. E non finisce mai con quello che hai sentito a lezione.

Un consiglio. Non sentirti in colpa. Trova soddisfazione in quello che fai. Se una facoltà deve impedirti di vivere tutto il resto o deve farti sentire come in croce, non è la cosa giusta per te.  Probabilmente il tuo corpo e la tua mente si ribellavano a una scelta a loro non consona. Un cambiamento può essere la cosa giusta e non c'è nulla di cui incolparsi.

In bocca al lupo.

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Il 1/11/2017 at 09:38, narcissisticcovert dice:

CIao, mi è capitata la stessa cosa. Solo che, non riuscendo, sono diventata inizialmente anoressica, poi bulimica. Alla fine mi sono laureata bene, ma 2 anni fuori corso e ho fatto fatica (faccio fatica) a lavorare bene. Non ho mollato perché non ero in grado di ammettere che non avevo abbastanza potenziale, però ho rimpianto quella decisione ogni esame cui venivo bocciata, ogni cosa che non capivo, ogni progetto che richiedeva lavoro. Ero stanca, come dici tu e demotivata, non c'ero più con la testa. Sentivo di non valere, ma volevo valere a tutti i costi. In realtà non avevo il fuoco sacro. Facevo l'indispensabile, quando, la scelta di una facoltà dovrebbe spingerti a sapere di più, capire di più, fare di più, seguire corsi/convegli/articoli ecc...

Probabilmente non eri abituato alla frustrazione (non prenderla come una critica. In fondo io non mi ci sono ancora abituata). Il problema era che quel che avevo scelto mi richiedeva uno sforzo ingente che non ero mai stata abituata a fare. Pare assurdo, ma quando si è al classico si deve studiare tanto, ma ha tutto "un capo e una coda", va da pagina 10 a 500 e poi hai finito. Se hai memoria è fatta. Sono concetti semplici. Con la fisica puoi perdere pomeriggi su un esercizio. Ci sono 1000000 argomenti correlati e, almeno io, mi trovo sempre a non capire a fondo tutto (e questo mi spaventa). Ogni parola ha un significato preciso, va ricordata per quella che è. Non ci sono "cose più importanti o principali" da ricordare. E non finisce mai con quello che hai sentito a lezione.

Un consiglio. Non sentirti in colpa. Trova soddisfazione in quello che fai. Se una facoltà deve impedirti di vivere tutto il resto o deve farti sentire come in croce, non è la cosa giusta per te.  Probabilmente il tuo corpo e la tua mente si ribellavano a una scelta a loro non consona. Un cambiamento può essere la cosa giusta e non c'è nulla di cui incolparsi.

In bocca al lupo.

Ciao. Innanzitutto grazie infinite per la risposta e mi spiace che (anche) per te l'università sia stata un'esperienza più negativa che positiva. In certi momenti ho delle crisi di panico da cui esco a fatica e che mi fanno passare giornate chiuso in casa: mi sento costantemente in difetto, indietro, fallito. Ultimamente il mio pensiero di tornare a Fisica sembra essere più legato a una passione per la materia in sè rispetto a un mero senso di colpa, ma sento che questa parte di me è ancora parecchio confusa. Per questo mi sono buttato su una facoltà che potesse interessarmi e al tempo stesso aprirmi le porte per il mondo della Fisica qualora fra tre anni mi sentissi più sicuro e pronto ad affrontarla, anche se vivo nell'ansia che sarà troppo tardi e che sarò troppo "vecchio". 

Tu ti sei laureata in Fisica? Cosa stai facendo ora? Se posso chiedere ovviamente. Cosa ti crea difficoltà nel lavoro? 

Grazie ancora. 

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  • 2 weeks later...

A volte quando non si sa cosa fare nella vita si prende un foglio, si divide in due e da una parte si scrivono le cose che piacciono e dall'altra quelle che non piacciono. 

Così si ha un quadro più chiaro di ciò che ci rende felici e ciò che non ci rende felici.

Quindi, anche a livello razionale, si sceglie la parte di cose che ci rende felici.

Per cui se ci sono delle materie che ti piace studiare allora meglio fare qualcosa che ti soddisfi.

Il lavoro non è sicuro nè se studi matematica nè se studi fisica.

Il lavoro non dipende dalla scelta che fai come facoltà ma semmai dalla tua disponibilità a spostarti altrove. 

Magari in italia la Fisica non è considerata molto ma in paesi stranieri invece sì. 

Quindi metti in conto anche questo. 

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