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La tempesta perfetta


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Chiedo scusa se mi dilungherò troppo, ma spero che qualcuno mi possa consigliare...

Come ho già detto nella presentazione sono un ragazzo di 24 anni. La tempesta perfetta perchè nella mia vita, in quest'ultimo periodo, singoli eventi che da soli si potevano risolvere in qualche modo, messi insieme mi hanno portato a stare male, male che vorrei risolvere una volta per tutte....

Il grosso problema è iniziato grosso modo lo scorso anno a giugno, durante la sessione estiva degli esami, non che prima andasse tutto bene, ma riuscivo a gestire la situazione. Cominciavo a sentire sempre di più il bisogno di dire a qualcuno chi ero ( un ragazzo GAY), anche se fino a qualche anno prima quando sentivo parlare in tv o su internet i/le ragazzi/e del perchè avessero fatto coming out, sostenevano che ad un certo punto è inevitabile, si sente il bisogno forte di dirlo a qualcuno. Credevo che la cosa non mi potesse interessare in quanto avevo deciso fin dai primi segnali, di non raccontare niente a nessuno, mi capitava di essere nervoso a casa mentre tornavo da scuola o avere dei giorni NO che giustificavo con chi chiedeva con mille scuse.. Ma invece toccò anche a me qualche mese dopo, perchè avevo deciso di concentrarmi a pieno sugli esami e di rimandare ancora la questione: quella estate fu pessima perchè era diventata quasi un'ossessione se rivelarlo o meno, inoltre si parlava della famosa legge sulle unioni civili, il primo trono gay e avevo visto una serie tv dove c'erano due ragazzi gay che vivevano normalmente ( senza la presenza dei soliti stereotipi) la loro storia, oltre a delle foto di serate in locali... Insomma tutto questo può essere stato una sorta di campanello d'allarme su tutto il tempo che stavo perdendo e non potevo recuperare. Tornato dalle vacanze rivelai chi ero a mia sorella, che mi rassicurò e mi fece calmare.
Credo di avere capito chi ero realmente alle superiori, anche se mi accettai solo alla fine del percorso scolastico. In prima cominciavo a guardare i ragazzi con interesse invece delle ragazze, cosa che se ci penso bene avveniva anche prima, ma che tra me e me giustificavo in vari modi. Alle superiori persi  la testa per un ragazzo mio coetaneo, ovvio lui non lo ha mai saputo, cotta che durò a lungo fino ai nei primi anni dell'università anche se non lo vedevo più. Non ho mai avuto una ragazza, anche se alle superiori durante le vari fasi dell'accettazione -- un giorno mi accettavo e l'altro no-- provai a cercarmi una ragazza della quale credevo di essere preso, contemporaneamente venni a sapere che interessavo ad un'altra ragazza che rifiutai dicendo che mi piaceva un'altra. Non feci durante la conoscenza iniziale nulla di importante, anzi mi ero pronunciato pochissimo ( ammetto di essere un po' timido ma credo non sia stato quello il motivo) era intervenuta una mia compagna di scuola per farmela conoscere, comunque quando la faccenda naufragò non ci rimasi più di tanto male, anzi tornai a fantasticare sul ragazzo che mi piaceva.
L'accettazione non è stata affatto semplice, ho dovuto affrontarla da solo non raccontando niente a chi conoscevo, sia perchè di amici veri forse non credo di averne mai avuti sia per vergogna e paura. Per non parlare dei miei genitori che non hanno mai avuto nessun sospetto perché sono sempre riuscito a camuffare davanti a loro o a scuola come stavo, ma dentro stavo male e nella mia camera quando ero solo mi potevo sfogare piangendo di notte senza farmi sentire da nessuno o pensando di rinunciare a vivere. Questo modo di approciarmi alla situazione nel corso degli anni mi ha sempre di più fatto stare male, perchè invidiavo tutto quello che io, solo perchè gay, non potevo avere. Nello studio in questi anni, fino a giugno mi sono rifugiato in pieno, studiando dalla mattina alla sera anche durante le feste, per non pensare ma anche perchè volevo riuscire a laurearmi nei tempi giusti avendo perso un anno e anche semplicemente perché non avevo degli amici con i quali uscire perchè la mia priorità era l'università ma anche perchè avendo la patente non guidavo, a causa di un incidente che mi aveva causato un paura enorme di guidare. Cosa che ha aumentato il mio isolamento.
Dopo aver fatto il primo coming out decisi dopo poco tempo di fare il secondo con uno dei miei genitori: mia madre. La cosa anche se momentaneamente sembrava essere andata bene, provocò un periodo ancora in atto di discussioni con parole pesanti da parte di entrambi, alternato a giorni di quiete. Forse tutto questo è dovuto al fatto che non mi ha accettato ( cosa che sento), anche se dice di si, ma so che l'argomento è tabù perchè sono sempre io che cerco un confronto.
Dopo aver detto chi ero, io non mi sono mai pentito, ho sempre difeso quello che sono. Ma l'impossibilità di essere chi sono mi ha portato a vivere un momento terribile, durante il quale la mattina non avevo voglia di alzarmi dal letto, perchè non riuscivo, non avevo la forza per farlo e ho anche capito cosa sono gli attacchi di panico in piena notte. Non avevo un motivo per reagire.
Un anno fa sapevo chi ero e cosa volevo dalla mia vita, e volevo andare dallo psicologo per trovare il coraggio per esserlo, invece ora sono andato perchè da un paio di mesi ho dei continui dubbi su  i due pilastri di me stesso che ho sempre difeso e di cui sono sempre stato fiero : chi sono e il mio percorso universitario, se continuarlo oppure abbandonarlo per cercare un lavoro ed essere autonomo ed andare via di casa.
So che non avere una vita sociale e degli amici non aiuta a risolvere la situazione come anche stare a casa tutto il giorno a chiedersi chi sono....
Vorrei solo riuscire a riprendermi la mia vita in mano non pensando alle cattiverie delle persone che ci saranno sempre.
 
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È una cosa normale essere gay non saperlo se lo sei o meno no.. intanto cerca di chiarire questo concetto..una volta capito cosa sei veramente cerca di far accettare il tuo essere anche agli altri non in maniera prepotente da checca isterica ma con la ragione, il gay oggi è più che accettato la checca isterica prepotente no, sei un ragazzo mi sembra intelligente le difficoltà esistono e non solo per i gay si forte e tutto si risolverà..ti raccomando non metterti a piangere sul mondo crudele o sul complotto contro di te, le difficoltà esistono sia per i gay che non, se parleresti con una donna ti parlerebbe delle sue difficoltà nella società moderna ecc. Con un diplomato sulla sua difficoltà di essere ignorante in mezzo ai laureati ecc. I più forti sopravvivono e questo non ha sesso..

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Il ‎14‎/‎11‎/‎2017 at 16:18, -----F---- dice:
Cominciavo a sentire sempre di più il bisogno di dire a qualcuno chi ero ( un ragazzo GAY),

Ciao,

credo che il problema sia racchiuso nel bisogno di esteriorizzare la propria identità sessuale, a tal punto da arrivare ad essere gay o etero prima che semplicemente un essere umano.

 

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