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Se La Psicanalisi Può Causare Danni


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Salve, è vero che la psicanalisi può far male? Ho letto che ci sono vari fattori che possono portare un paziente psicoanalitico a subire dei danni dalla psicanalisi, l’empatia con l’analista per esempio.

Quanto può incidere l’intraprendere un’analisi con non piena convinzione? Magari spinti da qualcun’altro o solo per provare?

Quanto pesante può essere l’entità di questi danni?

Cosa fare se si pensa che l’analisi stia causando danni?

Grazie delle eventuali risposte,

ciao :)

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salve Animo;

  1. ogni azione svolta comporta dei rischi e delle conseguenze, esse posso apparirci negative o positive a seconda del nostro stato animo e condizione sociale in cui ci troviamo (lavoro,salute, ,amicizie,relazioni affettive)
  2. L'empatia con il terapeuta a partire dalla ia esperienza personale é un'elemento prettamente positivo per Aprirsi e scandagliare là dove abbiamo Paura di vederci chiaro ! Bisogna che chiarisci cosa significa Empatia per Té ?
  3. Evidentemente se intraprendi un lavoro così in profondità senza prima aver deciso anche solo parzialmente di farlo, corri il rischio di restare in superficie e parlare in 3a persona e ciò porterà il terapeuta a rispondere agli interrogativi di questa 3a persona e non hai tuoi reali bisogni !
  4. I danni effettivi non sono realmente gravi se restate alla superficie delle tue reali problematiche, semmai Tu potresti Identificarti eccessivamente alle vicissitudini del personaggio che descrivi al terapista e Dimenticare i Tuoi. Ciò che viene chiamato Transfert , esemplificando Alessandro Manzoni che vive come se fosse il  Renzo dei <Promessi sposi> 
  5. Piuttosto che interromperla bruscamente, esporre al terapista la nostra perplessità sul reale beneficio del trattamento, se mostra interesse unicamente al borsello, proporre una pausa e richiedere delle consultazioni di prova presso altri terapisti di Scuole di Pensiero diverse dal nostro e iniziare parlando di Noi e dei nostri reali bisogni interiori e non di quelli che altri o una parte di noi ci ha/hanno suggerito !!

Se hai bisogno una dritta sono qui, notte Animo !

 

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Grazie ruben delle tue argomentate risposte.

Empatia nel senso quando uno è intellettualmente affascinato dall’altra persona...

Sul discorso del rischio del parlare di se in terza persona non so dire se sia questo il caso.

Non credo sia una persona che abbia interesse unicamente al borsello.

Scusa se ho risposto un po’ in ritardo ma ho qualche problemino con le notifiche, ti ringrazio per la disponibilità, ciao 🙂

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salve Animo;

ho letto attentamente la tua risposta e posso cercare di risponderti in questi termini, a partire dalla mia esperienza psicoterapeutica.

 

  • Certamente si tratta di empatia, ma bisogna costantemente rammentare che il terapeuta aldifuori della vita professionale svolge dei ruoli sociali come noi tutti e non sempre li risolve tutti solo perché é Psicologo, Semplicemente a più strumenti Teorici per gestire lo stress e vedere certe sue dinamiche prima che lo sovrastino, ma anche lui/lei prova emozioni. Quando sei travolto dalle emozioni sovente ti manca la calma per ragionarci sopra da solo.
  • Non affermo che Tu faccia questo ! Ti volevo solo fare l'esempio di chi va da Psicoterapeuta per accontentare altra persona e non perché crede che gli possa essere utile.
  • Meglio cosi ! Lo capisci a volte dal modo di sfuggire a determinati discorsi all'interno della terapia, perché forse non li ha risolti Lui/Lei nella propria vita affettiva. 

Mi scuso anch'io se ti ho risposto solo adesso ! Ma in fondo si tratta di discussioni aperte & come quelle personali, necessitano di tempo per rifletterci sopra, Anzi + tempo , perché saranno lette e rielaborate da soggetti che non ci "conoscono" nel nostro vivere quotidiano e quindi non sanno cosa facciamo tra 1a condivisione e altra.

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  • 3 weeks later...

Grazie ancora delle risposte ruben.

 

In questi giorni mi gira per la testa l’idea che una certa iatrogenia (spiego per chi non conosce il termine che significa il generarsi (-genia) di un disturbo (-iatro)) possa crearsi dal fatto stesso di andare dallo psicoanalista, come se uno si dicesse “vado dallo psicanalista quindi ho un problema” od addirittura meglio, come se dovesse essere coerente con se stesso, “vado dallo psicanalista, dagli psicanalisti si va perché si ha un problema, dunque è necessario che io mi crei un problema”.

 

So che queste riflessioni possano parere un po’ assurde... si potrebbe affermare che dai psicanalisti si possa voler andare anche solo per migliorare se stessi e non per forza perché si possa avere un problema... in ogni caso credo che alle volte non ci sottilizziamo troppo su certe sfumature...

 

che ne pensate?

 

Grazie

🙂

 

p.s. chiedo scusa per il carattere testuale ma sto inviando da cell.

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salve Animo;

  • Mi fa piacere che queste Riflessioni possano venire in aiuto a qualcuno, anche solo per fare ordine nei pensieri.
  • Tu stesso hai dato la Risposta più ovvia a questi tuoi interrogativi. Se uno sta bene con sé stesso sul piano fisico che senso a recarsi dal medico ? La stessa cosa vale se uno intende andare dallo psicoterapeuta.
  • Ovviamente se si ci si reca dal medico alfine di trovare un disturbo assente e ci viene detto che siamo sani , ma nonostante ciò si resta delusi e si insiste lo stesso a  perseguire alla ricerca di un disturbo allora quello é Il Problema da risolvere. L'Iatrogena allora ce la si crea da soli.

Il testo é chiaro, ed esprime la volontà di andare oltre apparenze e i luoghi comuni. Se vuoi scrivere dei testi più elaborati o ricchi di contenuto, ti suggerisco di intitolarlo con sintesi del messaggio che vuoi trasmettere, in seguito costruisci testo come se scrivessi un'articolo di cronaca o la sceneggiatura di CSI

  1. luogo evento
  2. personaggi e il loro profilo caratteriale
  3. fatti accaduti
  4. Tue considerazioni personali in corsivo
  5. fonti bibliografiche o cinematografiche 
  6. Annotati in che forum l'hai scritto e prima rispondere alle riflessioni che lo commentano rileggiti attentamente le Tue e a che aspetto specifico ti rispondono.

Ciò renderà il testo interessante da leggere e più facile da difendere e saprai come rispondere ai commenti di altri utenti senza cadere in contraddizione. Io faccio così per gestire la mia corrispondenza su questi Forum, La Responsabilità delle proprie parole e la valenza morale delle proprie riflessioni sull' esistenza di altre persone che chiedono consiglio é maggiore che una chiacchiera da bar, ma non determinante quanto quella dello psicoterapeuta o medico curante.

a presto Animo da Ruben13

 

 

 

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Un’altra curiosità: quanto possa essere possibile che il medico non si accorga di un processo iatrogeno?

Ciao 🙂

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salve Animo

 

se la questione sorge da l "paziente che si reca per farsi curare perché si é convinto di avere disturbo risponderei come prima :

  • Ovviamente se si ci si reca dal medico alfine di trovare un disturbo assente e ci viene detto che siamo sani , ma nonostante ciò si resta delusi e si insiste lo stesso a  perseguire alla ricerca di un disturbo allora quello é Il Problema da risolvere. L'Iatrogena allora ce la si crea da soli.

se l'Assenza di ascolto arriva dal "Medico" da cui ci aspettiamo un sostegno che non arriva forse:

Lo possiamo intuire a volte dal modo di sfuggire da parte del medico a determinate richieste che gli poniamo  all'interno della terapia, perché forse non li ha risolti Lui/Lei nella propria vita , per cui non ha Empatia sufficiente per Comprendere il nostro disagio reale, come ci sentiamo , ma resta alla superficie del disturbo.

Oppure non ha l'interesse o la Determinazione per dirci che stiamo agendo in maniera iatrogena e spingerci ad indirizzare questa Immaginazione verso attività che la catalizzino verso azioni concrete e non puramente idealistiche.

passare dal  Vorrei al  Faccio

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