Situazione complicata

[Andyno 0]

Buon pomeriggio a tutti e grazie per avermi accolto nel forum.

Fino a qualche minuto fa non pensavo di rivolgermi ad uno "strumento" del genere anche perché, come tutte le persone che vivono un momento di disagio, è difficile avere la lucidità necessaria per guardare le cose dall'esterno. Ho 48 anni ed un anno fa ho perso la mia compagna dopo una coraggiosa e strenua battaglia contro il cancro durata quasi undici anni. In tutto questo periodo mi sono messo in seconda fila, ho assistito ed amato la mia compagna con ancora più forza e dedizione anche perché sapevo, come del resto sapeva lei fin dalla prima diagnosi, che ogni giorno poteva essere l'ultimo. Incredibilmente, "Maria" (la chiamerò per convenienza così) ha resistito più di dieci anni, di fronte ad una malattia il cui quadro clinico parlava, al massimo, di 48-60 mesi.

Per Maria ho rinunciato al lavoro, ho imparato ad accettare le tante rinunce che una situazione simile imponeva, il tutto sempre col sorriso sulla bocca, perché era l'amore a spingermi/ci ad andare avanti. Morta lei, ho cercato di riorganizzare la mia vita, ma, vivendo in una zona disgraziata come la provincia di Napoli, alla fine ho dovuto accettare il fatto che, seppur a malincuore, l'unica strada percorribile era andare via da lì. Nel frattempo, due mesi e mezzo dopo la morte della mia compagna, la nostra famiglia ha perso un altro membro: mio cognato (il marito della sorella di Sabina, mio coetaneo) è morto all'improvviso per un attacco cardiaco. Essendo lui italo-americano, la moglie (mia cognata, la sorella di Sabina) ha scelto di andare a vivere, insieme ai suoceri ed al figlioletto di soli tre anni, in America. I miei suoceri, a seguito di questa rivoluzione, hanno scelto di lasciare Napoli per andare (giustamente, aggiungo io) a vivere in Umbria presso un'altra figlia.

Insomma, quindici giorni fa ho lasciato la Campania per andare a vivere con mia sorella (single) in una città del Nord nei pressi di Milano; è come se mi avessero tolto il terreno da sotto i piedi. La mia famiglia, con cui avevamo affrontato il calvario di Maria prima e la morte di "Mario" dopo, non c'è più, mia cognata, con la quale ho condiviso un bellissimo percorso fatto di dolore sì ma anche di compagnia e di momenti belli, è partita per gli Stati Uniti, mia sorella qui conduce un'esistenza anonima da classica trapiantata del Sud: lavoro sì, ma zero rapporti sociali.

L'unica nota positiva è che, al termine di questo lungo ed oscuro tunnel, dovrei raggiungere mia cognata negli Stati Uniti per iniziare una nuova vita, non solo lavorativa, probabilmente fra ottobre e novembre: il problema è che mi sento spaesato qui, mi sono iscritto ad un sito di dating ma mi rendo conto di quanto questi rapporti virtuali siano scialbi e superficiali (penso anche di essere ancora innamorato di Maria e per questo non pronto ad un'eventuale nuova relazione). Nel contempo avverto una fortissima pulsione sessuale, forse dovuta all'estate, ad un'astinenza gioco forza prolungata, ad una situazione di stress che si è protratta per tanti anni. Cerco di fare cose positive, vado in giro, di tanto in tanto corro, aiuto in casa, ma mi è venuta quest'ossessione di soddisfare il mio desiderio sessuale con una escort, cosa che, fra l'altro, confligge con il mio modo di vedere le donne e con la mia fede cattolica.

Mi dico però "Meglio andare con una professionista che illudere una donna che, sicuramente, fra alcune settimane dovrò salutare". Insomma, tanti pensieri per la testa: come impiegare il tempo dalla mattina alla sera, come cercare di sorridere di nuovo alla vita e poi... questa ossessione sessuale che non mi lascia.

Non ho scritto per trovare una cura (anzi, mi scuso per essermi dilungato troppo), ma per trovare dei consigli, dei suggerimenti, qualcosa che mi aiuti ad affrontare uno dei periodi -almeno per me- più pallosi dell'anno, come le vacanze estive.

Grazie...