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Solitario


1234lele

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Ciao ragazzi, ho bisogno di qualche opinione.....sono 6 anni che sono da solo, e tutto questo tempo l'ho dedicato a me stesso, così bene, che non riesco più ad iniziare una relazione con una lei....non c'è nulla che mi faccia star bene nel cercare di avere a mio fianco una persona.... è come se non c'è niente e nessuno, a parte me stesso che mi faccia sentire bene....ma ammetto che in realtà non vorrei proprio stare da solo, ma non riesco più a scendere a compromessi...perche? sto sbagliando qualcosa? grazie per tutti quelli che risponderanno!                                               P.s: non ho mai dedicato tanto tempo nel socializzare con le ragazze, non sono mai stato un latin lover!

Modificato: da 1234lele
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Sei dove vorrei essere io ora, credo. Hai lavorato abbastanza su te stesso per poter credere d essere in grado d bastarti e di non dipendere da nessuno. Se t ami, ed immagino sia così, ritieni d meritare molto o almeno il giusto, è per questo non riesci a  scendere a compromessi. Non è un male. È stimarsi e volere il meglio. Lo dico da persona cne s trova all'estremo opposto della scala. Quindi forse non hai incontrato qualcuno che a tuo avviso "meriti" con cui.condividere la tua interezza.  Questo alla luce d quel che hai detto, cioè di stare molto bene con te stesso.

È un traguardo enorme e la base reale per costruire qualunque rapporto. Non è scontato anzi. Spesso è un presupposto mancante

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Ciao Federica88, grazie per aver espresso il tuo parere alle mie perplessità, perché tu non riesci ad arrivare al mio stato, se sai che non sarebbe sbagliato? Ti va' di parlarne? Magari in due ci si aiuta di più!

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Certo, volentieri. Dopo anni di dolore senza una causa a me nota ho capito un anno fa l origine della mia sofferenza. E la chiave "teorica" per uscirne: lavorare su d me e stare sola. A dispetto di una vita inversa trascorsa ad elemosinare amore da chi non poteva/voleva/sapeva darlo. Terrorizzata proprio da questo stare sola, ma forse libera daIla dipendenza emotiva. Attualmente non sto bene con me stessa perché non mi ritegno degna di me stessa. È facile capire che con una simile idea non sia possibile costruire nulla d sano. Per questo l'esigenza d ripartire da sé. Per quanto mi sembri tardi a 30anni e per quanto io fatichi ad accettare questa soluzione. Ma che credo essere l'unica via.

Per questo motivo vedo in te un punto d arrivo.

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Capisco....e sò quanto sia dannatamente dura, e sì credo anch'io che sia l'unica via, la soluzione è dentro di te...questa è la tua guerra....e tu sei il miglior soldato per combatterla, io ho imparato da solo purtroppo o per fortuna, sai come ho fatto? Dopo essere stato ucciso dalle persone, dopo aver permesso a chiunque di avere la capacità di farmi del male...non ne potevo più....ho deciso di vivere in solitudine per capirmi e farmi stare meglio...al punto tale che ora non sò più se sono davvero convinto di essere diventato forte oppure di essere diventato un vigliacco, perché ho paura forse di permettere di farmi del male, fidandomi di qualcuno....ma il fatto è che io mi sono voluto bene perché ho accettato il fatto che se non lo avessi fatto io nessuno lo avrebbe fatto x me! Accettarsi, nel bene e nel male...senza pensare al giudizio degli altri, ti rende libera...anche tu hai questo potere dentro di te, devi solo tirarlo fuori....

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Vedi mai questa cosa, il fatto di ripartire da se, come un'opportunità intrigante e curiosa da dedicarci più tempo possibile? Ad appassionarsi a se stessi....quasi da non voler perdere altro tempo? 

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Ho iniziato da pochi mesi. Non la vedo in maniera positiva perché è diventato un circolo vizioso. Non mi reputo degna d nulla (convinzione tratta dai feedback esterni) quindi sono debole nei tentativi di vivere per me stessa al massimo delle mie possibilità. Questo a sua invalida o indebolisce i risultati che raggiungo aumentando il senso di inefficacia e diminuendo l autostima. E così il cerchio si autoalimenta.

 So che nessuno potrà "salvarmi" se non lo faccio io. Eppure non credo ne valga la pena, perché sono fermamente convinta di non valere abbastanza nemmeno per combattere a sufficienza.

Conosco la teoria alla perfezione. Ma a differenza del tuo percorso forse manca qualcosa..

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Forse  mancano gli stimoli giusti....il vedere la cosa da una prospettiva diversa....dimmi Federica, sei una ragazza curiosa?

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stimoli sbagliati forse, ma non solo. ci sono problematiche psicologiche maggiori che fanno da ostacolo al cambiamento e attraggono cicli di pensieri intrusivi e autosabotanti. Sono curiosa...non so rispondere. Non sono curiosa quanto potrei.

per quanto concerne la tua osservazione.... non è affatto insensato ritenere che inconsciamente tu abbia paura di soffrire ancora e che questo si tramuti come un  apparente non essere pienamente soddisfatto del rapporto. Da laureata in psicologia (ironia della sorte) sono una grande "fan" dell'inconscio :) 

Ma solo un terapeuta può dire se si tratti di questo o semplicemente come dicevo prima ora hai giustamente standard elevati e una stima sufficiente per non voler scendere a compromessi e accettare una relazione poco convincente

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Posso chiederti l'età? così capisco quanta salita mi aspetta prima di sperare nella salvezza o se sono già in ritardo sulla tabella di marcia! (scherzo, so che è un percorso soggettivo)

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Si certo, ho 35 anni....come si suol dire il calzolaio và in giro con le scarpe rotte😁 ovviamente scherzo, cmq pensi mai al pensiero? Voglio farti una domanda...sapresti dirmi la differenza tra stati d'animo e razionalità? Perché a mio modo di veder la cosa, lo stato d'animo è la parte sensoriale di noi stessi, quella emotiva diciamo....la razionalità invece, che è quella che mi piace credere di usare,  che non è collegata al nostro corpo fisicamente, e mi piace pensare che proprio per questo riesco con la razionalità a controllare gli stati d'animo, che sono solo percezioni e sensazioni non reali....tu cosa ne pensi? Mi devo far ricoverare?😂 Premesso che ho la terza media e che pensare filosofare fare congetture solo con la razionalità!

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Sono d'accordo.

Razionalità e stati d'animo sono opposti. Ma guidare l emotività è qualcosa che mi sembra impossibile per me e non sono neanche certa d voler saper esercitare un controllo così rigido. Maggiore d quello che ho ora senz' altro dato che a causa del mio disturbo sono costantemente soggiogare dalle emozioni e da queste m faccio dirottare. Se tu ora riesci a controllare così tanto, mi viene da supporre che non sia mai stato una persona eccessivamente sensibile e vittima d questi stati emotivi. Neanche in passato. 

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Al contrario....sono estremamente sensibile, e ho passato davvero dolori emotivi impensabili per la maggior parte delle persone...senza nessuno che mi aiutasse, genitori, familiari, ecc....ho dovuto trovare una soluzione, è come se il mio istinto di sopravvivenza al posto di rendermi socievole come è normale che sia essendoci evoluti... al contrario mi ha reso solitario...solitario relativamente, è come se usassi a mio piacere la vita e non la vita che usa me! 

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Siamo padroni di noi stessi... è questo il potere della razionalità...secondo il mio umile modo di vivermi e di pensarmi!

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Mi domando quali condizioni portino ad un evoluzione sana come la tua (apparentemente, bisognerebbe valutare se non sei sconfinato nel lato opposto, quindi iperazionalizzante) e quali ad un declino progressivo.

Io questa svolta non la sento. Anzi.

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Non saprei dirti come ci riesco.....posso solo dirti che ho momenti in cui piango, perché vorrei quello che non trovo, una persona che mi faccia stare meglio....a volte vorrei cedere per appagare i miei istinti le mie voglie ( stati d'animo appunto) ma non ci riesco.. perché sò già che non funzionerebbe...nessuna delle persone che mi circondano, possono darmi un qualcosa che mi faccia star meglio o bene nemmeno la presenza stessa, la tollero per brevi momenti, fitness o altro, ma poi mi devo allontanare.....

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Forse il mio piangere è una modo che ho per sfogare la mia emotività per il fatto di non voler accettare  che in realtà non ci sono persone in grado di farci stare bene....

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Sembra una prigione grave quanto la mia dipendenza emotiva. Opposta ma ugualmente invalidante, alla lunga. Alla luce del fatto che vorresti altro.

Hai aculei più lunghi di quel che t saresti potuto augurare all'inizio del percorso ...

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Adesso, 1234lele dice:

Forse il mio piangere è una modo che ho per sfogare la mia emotività per il fatto di non voler accettare  che in realtà non ci sono persone in grado di farci stare bene....

Malgrado la mia patologia mi faccia ragionare per poli estremi (bianco/nero), no non porterei tutto su un piano così assolutista. C stai cmq lavorando con un terapeuta?

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Perfetto mi faccio ricoverare 🤣 in realtà vivo la mia vita facendo cose mi fanno star bene evitando quelle che possono recarmi danno.....no non mi segue nessuno....in fondo vivo bene, ho un lavoro, ho mille hobby che occupano le mie giornate...mi piacerebbe solo trovare una persona simile a me al mio modo di pensare.... ovviamente solo simile non uguale, e invece trovo sempre gente distratta, persa, incapace di porsi domande con la mente spenta....a volte mi chiedo se il problema sia davvero il mio...

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Con queste parole Tecnicamente t sei risposto: persone non adeguate al tuo standard, a ciò che ritieni d meritare, a ciò che t farebbe davvero bene è che apporterebbe qualcosa in più alla tua attuale condizione.

No?

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Si, ma non ci sono....e forse è questa la delusione più grande, e questa cosa a volte è capace di mettere in dubbio quello che so, che io mi basto e che sto bene....ma non voglio cedere a rapirti di circostanza perché sono ancora più deludenti della consapevolezza di essere davvero solo!

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Tu perché invece permetti alla tua mente di credere cose su te stessa che non sono vere? Mi domando che cosa ti porta a pensare in negativo piuttosto che in positivo....capisco che le delusini possano portare a pensare a un certo modo....ci sono passato...ma non esce fuori in te la grinta la voglia di reagire di prendere in mano la tua vita e dire: xxxx ora comando io!?

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