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Una coppia in crisi vera.Fine o rinascita?


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Ospite Lem

Allora io ho 39 anni lei 42. Stiamo assieme da circa 8 anni e abbiamo una figlia meravigliosa di 4. La nostra storia è stata sempre all'insegna delle novità e dell'entusiasmo. Abbiamo fatto grandi viaggi, anche con nostra figlia, vissuto esperienze intense ma soprattutto abbiamo scelto una vita unita e al di fuori dei classici schemi casa-routine-lavoro.

Io per lei ho sempre rappresentato il massimo e nel corso degli anni non ha mai mancato di dimostrarmelo. 

Ora, circa due mesi fa, mi dice che la nostra coppia non funziona, che il rapporto non è equilibrato e che ruota troppo attorno alle mie esigenze ed ai miei umori. Lei non si sente capita ma soprattutto accettata per com'è. È stanca e non si sente bene. Preciso alcuni fattori che chiaramente hanno influito. Da 4 anni lavoriamo assieme (anche se ora abbiamo deciso di separarci lavorativamente), circa un anno fa le hanno diagnosticato una forma di epilessia che la costringe a prendere un farmaco quotidianamente. Infine abbiamo una situazione economica precaria.

Io mi ero accorto ben prima che le cose non erano salde. Meno sesso, nervosismi continui da parte sua e sempre più insoddisfazione.

Ora che è uscito tutto non riesco a gestire la situazione. Non facciamo sesso da due mesi, lei dice di non averne voglia, abbiamo iniziato una terapia di coppia e non so dove ci porterà. La nostra intimità è al palo. Discutiamo molto degli stessi argomenti senza fare alcun progresso. Passiamo molto tempo assieme per via della figlia ma non c'è mai serenità. Io sono diventato improvvisamente ossessionato dall'idea della fine della relazione che mi spaventa molto e, dall'altro lato, mi pare che l'unica soluzione sia mettere la parola fine alla storia.

Lei dice di amarmi ancora ma che le serve tempo per rimarginare le ferite.

Cosa devo fare? Accetto tutti i consigli

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Ospite Confusa#sempre

Ciao 

Ma tu cosa senti per lei? 

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Ospite Lem

Sento di amarla ma per molto tempo addietro non credo di averglielo dimostrato a dovere in quanto ho sempre dato per assodato il suo sentimento nei miei confronti. Inoltre lei sostiene di non essere stata accettata per quello che è.

Ora quando glielo dico e dimostro lei è fredda e spenta...

Grazie per l'ascolto 

 

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Ospite Andrea

Salve mi chiamo Andrea e ho 31 anni.
Convivo da 6 anni con la mia fidanzata (29anni) che ha 2 bambine da una precedente relazione fatta di aggressioni sia fisiche che mentali esercitate dal suo ex.
La sua infazia è stata disastrosa, una madre divorziata che l'ha portata in giro per il mondo cambiando casa e compagno di frequente e un padre che vive all'estero troppo buono per impartire regole di vita.
Nonostante queste caratteristiche che non credo possano fare di un figlio di mafia, un mafioso, abbiamo passato i primi anni della nostra storia positivamente.
L'ho presentata ai miei genitori ed è stata accettata, sia lei che le figlie, con tranquillità anche se i miei "abbastanza logicamente" avrebbero preferito un percorso differente.
Si sono resi disponibili nell'aiutarci con le bambine nonostante mia madre avesse un lavoro mattiniero (4:30am), andando a prendere la piccina al nido alle 16:00. In un paio di volte ha avuto un colpo di sonno in macchina per la troppa stanchezza.
Passavamo spesso a mangiare dai miei e la mia fidanzata ha sempre cercato di frequentarli.
A distanza di 2 anni c.a. abbiamo deciso di acquistare casa e sono comparsi i primi schrezi: i miei genitori ci hanno dato dei soldi, io ne avevo da parte, un mutuo da stipulare, la mia fidanzata non aveva soldi.
Ho pensato d'intestare al 100% a me, pensando di dare una forma di tutela a chi aveva investito e non rischiare problemi con riscossori, ma questo è stato visto come una mancanza di fiducia.
Premetto che la mia fidanzata ha carattere estremamente determinato e quando si pone degli obiettivi difficilmente desiste fino a raggiungerli. Ha un uso straordinario delle proprie capacità psicologiche a volte rigirando i concetti che tentavo di esprimere come atti di una mia critica nei suoi confronti.
La casa ora è al 50/50 e ho saputo che ad una cena con un amico, quando non ero presente, ha riferito che se l'avessi presa al 100% io, avrebbe preparato le valige.
Il problema successivo è nato con i conti correnti, considerando fondamentale una garanzia di stabilità economica per la nuova famiglia che si era creata (era la prima volta che avevo figli, anche se non miei) ho pensato di mantenere tutto diviso aprendone uno insieme per far fronte alle spese. Preciso che la mia paura principale era equitalia. Da molti anni a questa parte il mio stipendio entra sul condiviso ma lei non percepisce reddito.
Molte sere nei weekend andavamo in discoteca e le bimbe (4-8anni) restavano a casa da sole, le ho detto che mi creava problemi saperle senza di noi, ma ha risposto che aveva la necessità di rilassarsi ballando e di stare con me. Ho assecondato la sua richiesta.
Ha avviato delle attività in proprio (nonostante fossi scettico) senza trarne un vero profitto e ho lasciato fare.
E' stata all'estero per 1 mese per rinnovare della documentazione (potenzialmente si poteva fare dall'Italia) ma ho lasciato stare perchè ritenevo dovesse avere il proprio relax dopo un percorso di vita non proprio piacevole. Io e i miei genitori abbiamo accudito le bimbe. Mentre era via è stata invitata da mia sorella, con la quale ha instaurato un gran rapporto di amicizia, ad un'esperienza con i cani che la portava via per 1 settimana c.a. dopo solo 1 settimana dal suo rientro in Italia. Anche qui non mi sono opposto per le stesse motivazioni, nonostante non fossi contento per il troppo tempo passato distante da me e le bimbe.
Mia sorella mi chiamò per capire se mi desse fastidio e le ho detto come la pensavo, nonostante questo chiese un parere anche a mio padre che rispose dicendo che se fosse andata con la mia fidanzata non ci avrebbe più tenuto le bambine (atto che disse poi di non aver intenzione di fare).
Al rientro in Italia la mia fidanzata fece un casino perchè riteneva che la mia famiglia avesse deciso per noi (atto che ho rimproverato a mio padre nonostante capissi per quale motivo l'avesse fatto) e che mia madre l'abbia definita una cattiva mamma (l'ho rimproverata perchè non si dice).
Da qui i rapporti tra loro e la mia fidanzata si sono deteriorati e per ogni occasione importante (Natale, Pasqua, ecc) non voleva vederli e nemmeno che andassi a trovarli. "Loro hanno sbagliato e loro vengono a chiedere scusa" a me diceva "se tu vai da loro vuol dire che non mi difendi e vuoi stare con loro invece che con me".
I miei genitori ci hanno invitato a cena mandandomi un sms e la mia fidanzata non ha voluto andare perchè secondo lei avrebbero potuto scrivere a lei invece che a me.
Durante queste tensioni ha detto che non voleva vedere i miei e non averci a che fare e se io fossi andato avrei mancato di rispetto a lei. Alla luce di questo ha accolto (anche se non condivisa) di fare una IVG su mia richiesta (nonostante io le abbia sempre manifestato la mia voglia di avere un figlio) perchè per me eravamo ancora nel pieno della ristrutturazione, condizioni economiche instabili, attriti non risolti con i miei genitori che si ripercuotevano su di noi (le ho ammesso di aver errato).
Dopo 6 mesi ha aperto un suo bar, i miei genitori, nonostante ci fossero attriti, le hanno prestato soldi e lì ha conosciuto un uomo, padre di famiglia e fidanzato, che ha asserito che per lei avrebbe mollato tutto. Hanno iniziato a vedersi in orari lavorativi, io l'ho scoperto, ne ho parlato e ha detto che non ci ha fatto nulla ma che lui le ha promesso qualcosa che non vedeva in me: "farebbe di tutto per me". Io penso che se ti tengo le bimbe come fossero nostre qualcosa lo faccio per te...
Dopo qualche settimana parla con questa persona e interrompe la frequentazione.
Mia sorella partorisce e andiamo in ospedale, le cose sembrano sistemarsi, tra loro si accordano su quando trovarsi per vederle a casa e il giorno fissato mia sorella mi contatta per disdire dicendo che ha troppo casino e ha bisogno di quiete. La mia fidanzata si arrabbia perchè mia sorella non contatta direttamente lei ma lo fa tramite me. Io sminuisco la cosa ma vengo visto come quello che parteggia per i miei e non capisce. Qui di nuovo si rompono i rapporti tra loro.
A un pranzo mia madre mi chiede "vieni su da tua sorella?" con la mia fidanzata presente, io le rispondo di no e insiste di nuovo. A questo punto la mia fidanzata con fare aggressivo risponde che saremmo andati a trovarla solo quando mia sorella si scuserà. Qui mia madre sbotta e afferma che non verrà al nostro matrimonio in progetto a breve. Io difendo la mia fidanzata e rispondo a tono a mia madre. Si rompono i rapporti tra loro.
Da lì a qualche settimana la mia fidanzata mi chiese cosa volessi fare per il matrimonio e le rispondo che avrei voluto parlare tutti insieme per risolvere la questione. Lei mi risponde che sarebbero dovuti venire loro a chiarire e che ci sposavamo solo se rinunciavo ai miei. Io ripeto la mia soluzione ma è irremovibile, il matrimonio salta.
Da qui inizia un periodo pieno di rancore verso i miei, dove afferma l'indifferenza di mia madre verso di me, che se mi volesse bene verrebbe a parlare. Mia sorella una fallita. Io non mando fuori dai cxxo i miei e non difendo la mia famiglia.
Arrivo a pensare che possa aver ragione nel suo ragionamento psicologico ma sentendo i miei capisco che non ce l'hanno con lei. Purtroppo la mia compagna affronta i problemi chiudendosi a riccio e in più occasioni ha mandato messaggi pieni di rancore/cattiveria ai miei genitori e mia sorella. Questi purtroppo creano chiusure. Siamo andati dallo psicoterapeuta che ha affermato che la mia compagna affronta le divergenze senza avere sfumature oltre al bianco/nero, che ha solo il suo punto di vista e tanta rabbia. Questa dott.ssa si è presa una bistecca dalla mia fidanzata perchè è stata ritenuta di parte avendo Lei 2 figli maschi.
Ora ci stiamo lasciando e sono in preda ai sensi di colpa. Lei continua a scrivermi su cosa io non abbia fatto per dimostrarle il mio amore, per aver permesso agli altri d'interferire, per non averla difesa. Sua figlia più grande non sta bene con lei perchè la ritiene troppo cattiva e sebbene io non sia nessuno vuole stare vicino a me (badare che non sono permissivo).
Io mi sento oppresso dai sensi di colpa... potevo fare qualcosa di diverso?
La mia fidanzata nel momento in cui si scontra con qualcuno lo allontana per sempre.

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