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Mancanza di fiducia, ansie, autosabotaggi


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Buongiorno a tutti, chiedo il vostro supporto perchè non so più cosa fare. Il prossimo passo sarà la consulenza psicologica di un professionista.

Cercherò di essere, per quanto possibile, il più breve e chiaro possibile. 

Sono un insicuro, da sempre. Cresciuto in una famiglia dove venivano stimolate più le ansie delle cose piacevoli, una madre completamente incapace di amare che ha fatto fare per 25 anni una vita di inferno a noi e mio padre, accusandolo di ogni tipo di relazione extraconiugale (sempre infondate). Ho sviluppato, durante tutta la mia infanzia, un senso di insicurezza gigantesco, sempre a cercare l'approvazione da qualcuno che mai arrivava, anzi. Sempre critiche e insulti, se i compiti erano sbagliati erano botte, se portavo a casa una nota erano botte. 
Mi sono ritrovato a sviluppare un senso autocritico gigantesco, capace di punirmi ogni qualvolta senta di aver sbagliato qualcosa o deluso qualcuno (spesso con ansie e privandomi del cibo). 
Inoltre venivo coinvolto nei litigi dei miei, a 10 anni venivo svegliato per andare con loro in salotto, ascoltare le ragioni di entrambi e stabilire il verdetto. 

Così da sempre, fino al loro divorzio, avvenuto per me in età ormai matura (18 anni).

Ne deriva che tutto questo si è ribaltato sulla mia vita sentimentale. 

Non sono in grado di fidarmi dell'altra persona, temo che chiunque là fuori viva per farmi del male. Non riesco ad abbandonarmi al sentimento, non riesco a concepire la condizione di "amore incondizionato" anzi, vivo di paranoie, di ansie. Devo avere tutto sotto controllo, devo avere continue conferme che per l'altra persona sia tutto ok, che non sia arrabbiata con me o in qualche modo delusa. Perchè se è arrabbiata con me o delusa certo mi lascerà per un altro. 
Se in casa, per mille motivi, sbaglio qualcosa e la mia compagna (molto attenta all'ordine e alla pulizia) si arrabbia e mi "sgrida" ecco che cado nel vortice del senso di colpa e della punizione. 

Entrambi abbiamo cambiato contemporaneamente lavoro e le nostre vite si sono stravolte, in meglio certo, finalmente la tanto desiderata stabilità economica che però mi ha portato ad una instabilità emotiva senza precedenti. 
Stiamo insieme da quasi 10 anni, conviviamo da quasi altrettanti, mai avuto problemi di sorta se non i classici problemi di coppia, mai un dubbio, mai un sospetto. 
Ora, ripeto, con i nuovi lavori abbiamo trovato due situazioni diametralmente opposte: io in un ambiente più sereno rispetto al precedente ma molto poco stimolante, colleghi collaborativi ma freddi e distaccati, e lavori da fare che molte volte mi risultano difficili e che, per paura di sbagliare, comincio al solito a sgridarmi e punirmi per non essere in grado o fare abbastanza. 
Lei ambiente giovane, dinamico, colleghi giovani e simpatici, perlopiù maschi, con alcuni dei quali, specialmente uno, si è creato un rapporto di complicità che mi infastidisce. 
Ovviamente lei nega qualunque coinvolgimento sentimentale, ma io non le credo. Ed eccomi trasformato in un detective, cerco messaggi, chiamate, stalkero pagine dei social in cerca della prova definitiva del tradimento, che non c'è. 
Vivo male con lei, ogni volta che mi parla di sto tizio sbotto, mi chiudo, comincio a piangere. Esco letteralmente di testa. 

Vivo un complesso di inferiorità nei confronti di questo signore, che vedo come più simpatico e spigliato, più leggero, mentre io sono il compagno, la routine, l'abitudine. 
Lei, dopo mesi così, giustamente mi dice che non sa più cosa fare per farmi capire che non c'è nulla, che è stanca e che è tutto nella mia testa. So che è così. Ma non riesco, da ormai 6 mesi, a far passare questo senso di ansia perenne con cui convivo dalla sveglia alla messa a letto. 

Non voglio rovinare tutto ed ho bisogno di una mano. 

Grazie

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Mi dispiace immensamente per questo tuo sentimento. Non credo assolutamente tu abbia qualcosa di sbagliato,
e forse dovresti iniziare a convincertene. So quanto sia difficile e all'apparenza impossibile. Ma la tua vita dipende solo da te, soprattutto avendo la fortuna di esser riuscito, in un mondo come quello odierno a raggiungere una stabilità che ti permetta di non farti mancare economicamente nulla. Questa situazione tuttavia credo che ti abbia portato a riflettere eccessivamente su quella che è la tua relazione. Le tue insicurezze sicuramente nascono da dei traumi infantili che sicuramente non sono facili da sconfiggere, ma in questi casi penso sia necessario imparare a conviverci, non smettendo mai di pensare che non è una tua colpa, non scegliamo di nascere, da chi o dove. Siamo quel che siamo anche grazie alle nostre scelte, ma è un privilegio aver il permesso di scelta. 
Forse sto andando un po' fuori tema, mi dispiace, spero comunque che il messaggio che voglio darti ti risulti chiaro:
Non c'è un modo di risolvere in maniera assoluta le cose (ogni cosa), devi lavorarci pian piano, e devi sfogarti con la tua compagna, aprendoti esattamente come ti sei aperto qui, senza accusarla di alcunché o facendole alcun interrogatorio.
Se state insieme è perché ti ha scelto, e se le cose dovessero mai finire, un altro uomo per lei o un'altra donna per te non sarebbero mai il motivo della separazione ma solo l'ennesima conferma che sia tutto finito. Perché per mettere gli occhi su qualcun altro ed abbandonarvisi significa non avere un porto sicuro al ritorno dal proprio partner "ufficiale". Capisco anche che l'umanità abbia una natura poliamorosa in verità, che ci stimoli il nuovo, il proibito, altre persone, tuttavia in un rapporto così duraturo e senza incomprensioni come il vostro c'è fiducia, e se lei volesse una relazione differente, magari aperta, penso che te ne parlerebbe o che te ne avrebbe parlato in passato. Dopo dieci anni c'è quella confidenza tale da poter parlare di qualsiasi cosa. 
Credi in te stesso. Non hai nulla che non vada. Sarai figlio dei tuoi genitori, ma non sei loro, non lasciarti influenzare da ciò che ti hanno costretto a vivere. Prendi respiro e ricomincia dai loro errori, tu per primo conosci le conseguenze a cui portano.
Sii forte. Non sei solo.

 

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