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Blind, per ritornare a vedere


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Fax di no. 4 fogli URGENTISSIMO

Il 15 aprile 2006

Per il dottor Dino Boffo

Direttore di “Avvenire

Per Sua Eminenza Cardinale Camillo Ruini

Presidente della C.E.I.

Per Monsignor Claudio Giuliodori

Direttore dell’Ufficio Nazionale

per le Comunicazioni sociali della C.E.I.

p.c. Sua santità Papa Benedetto XVI

p.c. Per Sua Eccellenza Monsignor Angelo Comastri

p.c. Per Padre Raniero Cantalamessa.

p.c. Per i seguenti Cardinali:

Loro Eminenze cardinali Angelo Sodano, Giovanni Battista Re,

Raffaele Martino, Paul Poupard, Dionigi tettamanzi, Angelo Scola, Ersilio Tonini,

Ennio Antonelli; Caffarra.

p.c. Per i seguenti Monsignori:

Loro Eccellenze Monsignori John P. Foley, Gianfranco Ravasi, Francesco Cacucci.

Egregio dottor Boffo, Sua Eminenza Cardinale Camillo Ruini, Sua Eccellenza Monsignor Giuliodori,

mi riferisco al testo letto in occasione della Via Crucis, il giorno del Venerdì Santo, il cui autore è Sua Eccellenza Monsignor Angelo Comastri, Vicario del Papa per la città del Vaticano, ed in particolare al seguente passaggio pronunciato in seno alla decima stazione, ovvero testualmente:

“Oggi il corpo è spesso venduto e comprato sui marciapiedi delle città, SUI MARCIAPIEDI DELLA TELEVISIONE, nelle case diventate marciapiedi”.

Il suddetto passaggio non significherebbe più di tanto, se preso per se stesso. Lo stesso assume al contrario enorme importanza se considerato nel contesto generale della requisitoria di Monsignor Comastri. Tengo pertanto a riportare qui di seguito articolo su “Avvenire” del 11 aprile scorso, pag. 22, dal titolo “Le ferite di oggi nella Via Crucis al Colosseo”.

INIZIO ARTICOLO:

“Irrompe l’attualità nelle stazioni della Via Crucis del Colosseo. Gli attacchi alla famiglia e alla vita, la vergogna della povertà, la folla dei <senza volto> che affollano le nostre strade (come il sottoscritto, reso alla stregua di un fantasma ndr), la mercificazione del corpo, il dolore delle madri. Insomma, le mille rappresentazioni del male, compreso quello spirituale: <Un assurdo culto di satana, una folel voglia di trasgressione, una bugiarda e inconsistente libertà>. Sono le pennellate dai colori forti che Monsignor Angelo Comastri ha inserito nelle sue meditazioni. L’Arcivescovo di origine toscana, presidente della Fabbrica di san Pietro, è stato incaricato da Benedetto XVI di scrivere le meditazioni per la Via Crucis di venerdì prossimo – la prima presieduta da Papa Ratzinger sul tradizionale percorso che si snoda dentro e attorno al monumento più famoso di Roma antica. E le sue riflessioni mostrano chiaramente come la sofferenza di Cristo sia il paradigma di tutti i dolori che attanagliano anche l’uomo del 2000. <Però una certezza ci illumina – scrive il presule nella preghiera iniziale – la strada non finisce sulla croce, ma va oltre, va nel Regno della Vita e nell’esplosione della Gioia che nessuno potrà mai rapirci>. La Via Crucis, dunque, deve indurre a prendersi cura della sofferenza umana in tutte le sue espressioni.

RIFIUTO DELLA VIOLENZA: <Aiutaci a non diventare mai carnefici dei fratelli indifesi – scrive Comastri – in riferimento alla condanna di Gesù (prima stazione) (vedi la Sua beffardagine, per non dire sadismo, nei miei confronti, dottor Boffo ndr) – aiutaci a prendere coraggiosamente posizione per difendere i deboli, aiutaci a rifiutare l’acqua di Pilato perché non pulisce le mani, ma le sporca di sangue innocente> (vedi la Sua “non competenza”nella fattispecie, dottor Boffo ndr). Particolarmente intensa anche la riflessione sulla prima caduta di Gesù (terza stazione). <Signore, abbiamo smarrito il senso del peccato! OGGI SI STA DIFFONDENDO, CON SUBDOLA PROPAGANDA, UNA STOLTA APOLOGIA DEL MALE, UN ASSURDO CULTO DI SATANA, UNA FOLLE VOGLIA DI TRAGRESSIONE, UNA BUGIARDA E INCONSISTENTE LIBERTA’ CHE ESALTA IL CAPRICCIO, IL VIZIO E L’EGOISMO, PRESENTANDOLI COME CONQUISTE DI CIVILTA’>.

CONTRO IL FALSO PROGRESSO: Ugualmente forte è la requisitoria contro una certa idea di progresso (la stazione del Cireneo, la sesta). <IL BENESSERE CI STA DISUMANIZZANDO, IL DIVERTIMENTO E’ DIVENTATO UNA ALIENAZIONE, UNA DROGA>. E ancora: (decima stazione. I soldati si dividono le vesti di Gesù): <OGGI IL CORPO E’ SPESSO VENDUTO E COMPRATO SUI MARCIAPIEDI DELLE CITTA’, SUI MARCIAPIEDI DELLA TELEVISIONE, NELLE CASE DIVENTATE MARCIAPIEDI>. Addirittura <si è diffusa la convinzione che la purezza sia nemica dell’amore>.

LA FAMIGLIA E LA VITA: per non parlare poi della <AGGRESSIONE NEI CONFRONTI DELLA FAMIGLIA>. SEMBRA CHE OGGI SIA IN ATTO UNA SPECIE DI ANTI-GENESI – scrive Monsignor Comastri – UN ANTI-DISEGNO, UN ORGOGLIO DIABOLICO CHE PENSA DI SPAZZAR VIA LA FAMIGLIA>. L’uomo vorrebbe reinventare l’umanità modificando la grammatica stessa della vita così come Dio l’ha pensata e voluta>. Così l’Arcivescovo avverte: <Sostituirsi a Dio senza essere Dio è la più folle arroganza, è la più pericolosa avventura>. E infine invoca: <SIGNORE GESU’, SALVA LA FAMIGLIA, AFFINCHE’ SIA SALVA LA VITA>.

IN AIUTO DEI POVERI: molte delle riflessioni sono dedicate all’amore verso i più poveri. <Cristo ci aspetta nella strada, sul pianerottolo, nell’ospedale, nel carcere, nelle periferie delle nostre città>. Cristo ci aspetta, aggiunge l’Arcivescovo, commentando la settima stazione (quella della Veronica) IN TUTTE LE PERSONE CHE OGGI SONO SENZA VOLTO, SPINTE AL MARGINE DELLA VITA, NELL’ESILIO DELL’ABBANDONO, NELL’INDIFFERENZA CHE UCCIDE ( la vostra indifferenza, che mi ha portato a perdere la mia identità, a diventare un fantasma, a rischiare la morte, e quella spirituale è già avvenuta, grazie a voi ed ai vostri silenzi, ed al vostro abbandono, dottor Boffo, ndr). DI QUI L’INVITO A NON ESSERE EGOISTI. Analogamente, in relazione alla nona stazione (Gesù cade per la terza volta), Monsignor Comastri riflette sulla grande spaccatura tra ricchi e poveri. IL MONDO E’ COMPOSTO DI DUE STANZE: IN UNA STANZA SI SPRECA (non solo cibo ma anche parole stampate, del tutto futili ed ingannatorie, ndr) E NELL’ALTRA SI CREPA (attendendo invano la verità ndr); IN UNA SI MUORE DI ABBONDANZA E NELL’ALTRA SI MUORE DI INDIGENZA; IN UNA SI TEME L’OBESITA’ (grazie anche alla televisione, NDR) E NELL’ALTRA SI INVOCA LA CARITA’ ( di aiutare a denunciare ndr). PERCHE’ NON APRIAMO UNA PORTA? (Perché non mi rispondete da sei anni? ndr). PERCHE’ NON FORMIAMO UNA SOLA MENSA?>. <SIGNORE GESU’, FA’ FINIRE LO SCANDALO CHE DIVIDE IL MONDO IN VILLE E BARACCHE>.

IL PIANTO DELLE MADRI: il commento sull’ottava stazione (Gesù incontra le donne di Gerusalemme) offre, infine all’Arcivescovo l’occasione per soffermarsi sul pianto delle madri: <Mamme di crocifissi, di assassini, di drogati, di terroristi, di stupratori, di pazzi..ma sempre mamme>, Il pianto però <NON BASTA>. DEVE TRACIMARE IN AMORE CHE EDUCA, IN FORTEZZA CHE CORREGGE, IN DIALOGO CHE COSTRUISCE, IN PRESENZA CHE PARLA> ( E Lei ed “Avvenire” piangete troppo, e solamente piangete, senza mai muovervi, e rifiutando il dialogo con il sottoscritto, da sei anni, ndr).

FINE ARTICOLO

Alla luce di quanto sopra consegue senza alcuna ombra di dubbio che Sua Santità Papa Benedetto XVI, che ha espressamente incaricato Monsignor Comastri di scrivere il testo per quest’ ultima Via Crucis, testo dallo Stesso approvato in toto, considera la televisione alla stregua di un luogo di meretricio e di perdizione, concausa principale della disperata condizione in cui versa oggi la famiglia. Un qualcosa, pertanto, da tenere molto alla larga e comunque da controllare al massimo. Un pericolo talmente grosso, tanto da imporre alla coscienza di prendere in considerazione ogni proposta, ogni idea atta a contrastarlo, sia pur minimamente.

Ed invece no: nessuno di voi, dottor Boffo, Cardinale Ruini e Monsignor Giuliodori, vi siete attivati, da ormai ben sei anni, a tal fine, specificatamente per quanto riguarda la mia scoperta, cui è seguita la mia idea, del tasto “Blind”, proprio per contrastare, proprio per andare in aiuto alla famiglia.

Nel suddetto testo di Monsignor Comastri si fa anche riferimento all’esistenza di una specie di “Anti-Genesi”, interessata a scardinare la famiglia. Quante volte ho denunciato l’esistenza di una specie di “Spectre”, avente proprio detto fine, sempre da voi ignorato!

Ho fondati motivi per ritenere che Monsignor Comastri sia a conoscenza, sia pur indirettamente, del mio caso. E’ indubbio che la Sua denuncia si identifica con la mia, ed è cosa di gran lunga “straordinaria” che in seno ad un testo così sacro, così importante e così universale quale quello della Via Crucis, sia stata menzionata la televisione. Ciò significa che si tratta di una macchina diabolica perché diabolici sono coloro che la gestiscono. Ugualmente diabolici, di conseguenza, devono essere considerati tutti coloro che non fanno nulla per disinnescare la diabolicità, pur esistendo la possibilità.

Non solo: e che tengono ben nascosta tale possibilità.

Finisco rammentando che in occasione della Via Crucis di ieri, Padre Raniero Cantalamessa, predicatore del Papa, in seno ad una sua requisitoria molto forte nei confronti dei media, si è espresso così testualmente nei confronti degli stessi:

”Viviamo nell’epoca dei media e ai media non interessa la verità, ma la novità”.

A tal riguardo, mi sovvengono qui le parole di Marina Corradi, editorialista di “Avvenire”, che firmò un bell’articolo sul “Blind” in data 31 gennaio 2001 dal titolo “Immagini violente o di sesso: un tasto per accecare la TV” (l’ultimo pubblicato da “Avvenire”, e poi silenzio assoluto fino ad oggi). Le telefonavo alcuni mesi dopo l’uscita di detto articolo, lamentandomi del fatto che il caso era stato abbandonato a se stesso, da “Avvenire”, dopo detta pubblicazione. Per tutta risposta, la Corradi mi disse che il giornale non poteva sempre pubblicare le stesse cose e che avrei dovuto attendere almeno un anno, per un altro articolo.

Sono più che certo che questa mia sarà di grande interesse per Monsignor Comastri: anche Lei, dottor Boffo, anche “Avvenire”, perseguite la “novità” al posto della verità. E le “novità” sono spesso futili, di nessun ausilio per la famiglia.

Come più volte Le ho detto, La ritengo responsabile del mio allontanamento dalla Chiesa cattolica, proprio per il comportamento da Lei tenuto, alla pari di tutit gli altri media, i più cinici.

E’ per questo motivo che continuo qui a chiedere al Santo Padre, Papa Benedetto XVI, le dimissioni di Lei, dottor Boffo, nonché del Cardinale Ruini e di Monsignor Giuliodori, unitamente “competenti” riguardo il caso.

Distinti saluti.

Mario Samarughi

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Fax di no. 1 foglio URGENTISSIMO

Il 17 aprile 2006

Per il dottor Dino Boffo

Direttore di “Avvenire

Per Sua Eminenza Cardinale Camillo Ruini

Presidente della C.E.I.

Per Monsignor Claudio Giuliodori, Direttore dell’Ufficio Nazionale

per le Comunicazioni sociali della C.E.I.

p.c. Sua santità Papa Benedetto XVI

p.c. Per i seguenti Cardinali:

Loro Eminenze cardinali Angelo Sodano, Giovanni Battista Re,

Raffaele Martino, Paul Poupard, Dionigi tettamanzi, Angelo Scola, Ersilio Tonini,

Ennio Antonelli; Caffarra.

p.c. Per i seguenti Monsignori:

Loro Eccellenze Monsignori John P. Foley, Gianfranco Ravasi.

Oggetto: integrazione a mia lettera/fax del 15.04.06 sul testo di Monsignor Comastri, letto in seno alla Via Crucis di venerdì 10 aprile scorso. Francesco Cacucci.Via Crucis.

Egregio dottor Boffo, Sua Eminenza Cardinale Ruini, Monsignor Giuliodori,

Ad integrazione della mia di cui in oggetto, tengo qui a far presente quanto segue:

il testo di Monsignor Comastri è stato reso noto ai mezzi d’informazione alcuni giorni prima del Venerdì Santo, esattamente lunedì 10 aprile 2006.

Limitatamente ad “Avvenire” ed al “Corriere della Sera” (non posso acquistare tutti i giornali), ambedue i suddetti quotidiani pubblicavano articoli a riguardo, sia il giorno dopo, martedì 11 aprile, sia sabato 15 aprile 2006.

Per quanto concerne il passaggio contenuto nel suddetto testo relativamente alla televisione, e cioè “OGGI IL CORPO E’ SPESSO VENDUTO E COMPRATO SUI MARCIAPIEDI DELLE CITTA’, SUI MARCIAPIEDI DELLA TELEVISIONE, NELLE CASE DIVENTATE MARCIAPIEDI”, mentre detto passaggio, di grandissima importanza, veniva riportato da “Avvenire” sia del 11 che del 15 aprile scorsi, lo stesso veniva del tutto omesso dal “Corriere della Sera”, in entrambe le occasioni.

Comunque, il fatto che “Avvenire” lo abbia regolarmente riportato non toglie il comportamento sostanzialmente di non onesta informazione tenuto da detto quotidiano, e ciò per il fatto che nessun articolo-editoriale, o comunque nessun commento, è stato dallo stesso pubblicato a tutt’oggi, relativamente a detto passaggio che, ripeto, assume una enorme importanza per il contesto in cui è stato pronunciato, e per la persona che lo ha sostanzialmente pronunciato, sia pur non materialmente (letto da una signora vietnamita), ovvero il Sommo Pontefice.

“Avvenire” dedica sistematicamente ampissimo spazio al problema della televisione: non si comprende per quale motivo non ne abbia dedicato un po’ ad analizzare la decisione del Papa di inserire detto passaggio in seno a detto testo creato da Monsignor Angelo Comastri in occasione della Via Crucis.

Conseguentemente, il comportamento di “Avvenire” è da considerare gravissimamente “omertoso”, e sostanzialmente non onesto, alla stregua del “Corriere della Sera” e di ogni altro mezzo d’informazione che si sia comportanto nello stesso modo.

Continuo pertanto a chiedere le dimissioni di coloro che sono “competenti” a riguardo, Sue, dottor Boffo, del cardinale Ruini e di Monsignor Giuliodori.

Distinti saluti Mario Samarughi

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ATTENZIONE: TENGO QUI AD INFORMARE RIGUARDO LA DECISIONE DEI MODERATORI DEL PRESENTE FORUM DI PSICONLINE DI DEDICARMI UN TOPIC TUTTO MIO ( VEDI QUI DI SEGUITO MAIL RICEVUTA DA ALESSANDRO MARTINELLI IL 7 APRILE SCORSO).

Carissimo Mario, tanta è la tua forza, il tuo perseverare, la tua costanza e grandissima umanità, che siamo onorati ad averti qui nei forum di psiconline.it. Adesso mi sembra giusto, dedicarti un topic tutto tuo, dove potrai inserire tutte le tue lettere come stai già facendo. Se preferisci dimmi il titolo che lo inserirò al più presto, sotto forma di annuncio, cosi sarà sempre in prima linea e distinguibile. Un caro saluto, Alessandro Martinelli.

HO DECISO DI CHIAMARE QUESTO MIO TOPIC <BLIND, PER CONTINUARE A VEDERE” (VEDI QUI DI SEGUITO MIA MAIL DI RINGRAZIAMENTO, INVIATA AD ALESSANDRO).

Caro Alessandro, ma che piacevole sorpresa! Ma lasciami dire che l’onore è tutto mio, di partecipare la mia vita, la mia lotta, le mie vicissitudini qui, in questa sede, semplicemente perché la ritengo simbolo della libertà, come soltanto la psicologia e chi ama questa materia riesce a dare. Ricordo le parole di Vinci, quel giorno di aprile di un anno fa (è trascorso solo un anno, mi sembrano dieci per quanto sono stato capace di scrivere). Mi disse: “Apriamo un “topic” sul tuo tema della televisione”. A me che mi preoccupavo di non avere il dono della sintesi (e per questo motivo, del tutto pretestuoso, sono stato addirittura escluso da certi Forum che si vogliono “democratici”). Mi rispose: “Senza limitazioni; mettici dentro tutto quello che vuoi, carta bianca!”. Solo qui, in questo Forum di questo sito, ciò è possibile. Lo schermo del mio computer è diventato il mio psicanalista, quando scrivo a voi (e quindi a me). Mai successo nel passato, per altri Forum. Anzi, l’esatto contrario. Quindi, l’onore è tutto mio, come suol dirsi, Ale. Ed ugualmente onorato sono riguardo la tua, vostra, decisione di ospitarmi dedicandomi un topic tutto per me, e di ciò vi ringrazio immensamente. Vedi, Ale, la mia grande pigrizia, più mentale che fisica, dovuta al mio difficile rapporto con il computer, mi ha impedito a tutt’oggi di aprire un sito sul Blind. Quanti me l’hanno detto, di farlo. Beh, ora potrò dire praticamente di averlo. E mi piacerebbe chiamarlo “Blind, per ritornare a vedere”, un logo che mi venne sei anni fa, quando decisi, e lo pubblicai in seno ad una intervista fattami da “Libero”, che nel caso l’invenzione avesse avuto successo economico, parte dei proventi derivanti dai brevetti sarebbero stati da me destinati alla creazione di una fondazione avente proprio questo logo, che si accollasse gli oneri economici necessari al fine di operare i bambini non vedenti, od affetti da gravi malattie agli occhi, donando loro di nuovo ( o per la prima volta) la vista. Ecco, dunque: “Blind, per ritornare a vedere”. Grazie ancora, Ale, grazie Vinci, grazie Psiconline. E statemi sempre vicino, ho un enorme bisogno di tutti voi. Mario Samarughi

PERTANTO, D’ORA IN POI, POSTERO’ LE MIE MAILS SUL BLIND IN SENO AL NUOVO TOPIC DAL TITOLO SUDDETTO, POSIZIONATO PER PRIMO NELL’AMBITO DEI TOPICS RIGUARDANTI IL MOBBING.

MI AUGURO CHE QUESTO NUOVO TOPIC ARRIVI A RAGGIUNGERE LE SEIMILADUECENTO LETTURE VERIFICATESI NEL VECCHIO TOPIC, E SUPERARLE. MI AUGURO CHE UN GIORNO SI ARRIVI A FONDARE UN VERO E PROPRIO PARTITO, APOLITICO, DAL NOME “PDB” (“Partito del Blind”)!!! LA MIA TEORIA E’ CHE LE COSE ANDREBBERO MOLTO MEGLIO, NEL MONDO, SE SI ARRIVASSE ALLA APPROVAZIONE ISTITUZIONALE DEL “BLIND”. L’IDEA E’ STRACARICA DI SIGNIFICATI SIMBOLICI. SIGNIFICHEREBBE LA SCONFITTA DELLA LOBBY DELLA PUBBLICITA’. LA RIPRESA, PERTANTO, DI UNA POLITICA ONESTA E NON PIU’ SCHIAVA DELLA CORRUZIONE.

Mario Samarughi

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Chissà perchè, vero Boffo? E' da quattro anni che lo stai cercando, sempre invano. Francamente sono esausto: non ho nemmeno più voglia di scrivere a quel Boffo. E’ semplicemente disumano, nella sua omertà e nei suoi silenzi. Ed allora mi metto a scriverlo solo a voi, tanto quello è muto più di un pesce, quel mutismo che fa tanta paura : è da quattro anni che Boffo sta cercando un “animatore” per le cosiddette “comunicazioni sociali”, termine che vuol dire televisione e media in generale. Ed ogni settimana, da quattro anni, pubblica, su “Avvenire”, una pagina chiamata “Portaparola”, tutta dedicata acciò. Ed ogni settimana, da allora, ovvero da oltre duecento settimane, dico duecento (guardate come si butta via il tempo, a tutto danno dei bambini!) Boffo continua ad informare i lettori di “Avvenire” che <attenzione, quasi ci siamo, quasi abbiamo trovato l’”animatore”!!! >. Sempre la stessa triritera. Non riesco a comprendere come fanno i lettori di “Avvenire” a non mandarlo a quel paese. Questo significa proprio prendere in giro la gente. Forse fra un secolo, a Boffo morto, verrà fuori finalmente questo benedetto “animatore” delle comunicazioni sociali, tanto i tempi della Chiesa sono questi, una bella presa in giro per temporeggiare e non prendere delle decisioni che andrebbero a sfavore delle lobbies, cui la Chiesa si dimostra più che connivente, almeno nella fattispecie. La pagina di oggi (esce di mercoledì) di “Portaparola” riporta la seguente frase di Papa Benedetto XVI pronunciata in seno all’ultima Via Crucis, alcuni giorni fa. E’ la seguente: <Nella Via Crucis non c’è la possibilità di essere neutrali. Pilato, l’intellettuale scettico, ha cercato di essere neutrale, di stare fuori; ma, proprio così, ha preso posizione contro la giustizia, PER IL CONFORMISMO DELLA SUA CARRIERA”. Dobbiamo cercare il nostro posto (Benedetto XVI al termine della Via Crucis al Colosseo, 14 aprile 2006)>. Pare pensata proprio per Boffo, questa frase. C’è solo da sperare che il Papa si sbrighi a cacciarlo via, questo Boffo.

Mario Samarughi

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Fax di no. 2 fogli URGENTISSIMO Il 20 aprile 2006

Per il dottor Dino Boffo

Direttore di “Avvenire

Per Sua Eminenza Cardinale Camillo Ruini

Presidente della C.E.I.

Per Monsignor Claudio Giuliodori, Direttore dell’Ufficio Nazionale

per le Comunicazioni sociali della C.E.I

p.c. Sua santità Papa Benedetto XVI

p.c. Per i seguenti Cardinali:

Loro Eminenze cardinali Angelo Sodano, Giovanni Battista Re,

Raffaele Martino, Paul Poupard, Dionigi tettamanzi, Angelo Scola, Ersilio Tonini,

Ennio Antonelli; Caffarra

p.c. Per i seguenti Monsignori:

Loro Eccellenze Monsignori John P. Foley, Gianfranco Ravasi, Angelo Comastri.

MITTENTE: Mario Samarughi Via Borea 41 19030 – Montemarcello (SP)

Egregio dottor Boffo, Sua Eminenza Cardinale Ruini, Monsignor Giuliodori,

questa mia va a Lei, dottor Boffo, ed a tutti i destinatari della presente, unitamente ai lettori del forum del sito www.psiconline.it, ove il sottoscritto posta quotidianamente le proprie mails, sito ben noto ai destinatari della presente in quanto da me reso noto alcune settimane fa.

A PROPOSITO DI PONZIO PILATO, DI CUI ALLA MIA PRECEDENTE POSTATA IERI IN SENO A DETTO FORUM, RIPORTO QUI IL “MATTUTINO” DI MONS. GIANFRANCO RAVASI DI OGGI 20 APRILE 2006, DAL TITOLO “I NASCONDIGLI”, ESATTAMENTE SULLA STESSA IDENTICA LINEA DEL PAPA CHE IL 14 APRILE SCORSO, ALLA VIA CRUCIS, INVITAVA A NON RENDERSI “NEUTRALI”, COME PONZIO PILATO.

INIZIO “MATTUTINO”:

“<Ci sono vari nascondigli: ci si nasconde in uno sghignazzo (come ha fatto Lei, dottor Boffo, quando Le dissi che avrei riferito al Papa, Giovanni Paolo II, tanti anni fa, allorquando venni da Lei invitato a “farmi curare” NDR), oppure in un lamento; ci si nasconde nelle piccole verità meschine oppure nelle grandi menzogne; ci si nasconde nelle fatiche o nella danza, nel vino o nel calcio, nelle barzellette o nelle carte; ci si nasconde come bambini …; ci si nasconde persino nella natura, nei libri immortali, nel lavoro e nell’amore. Lo so, la vita è complicata, MA SE IN ESSA C’E’ QUALCOSA DI MALE, NON CI SI DEVE NASCONDERE, BENSI’ CI SI DEVE BATTERE! (al contrario di Lei, dottor Boffo NDR)>.

Eugenij Evtuscenko è uno dei più noti poeti russi contemporanei, portavoce a suo tempo del <disgelo>nella società sovietica, talora un po’ retorico e declamatorio nei suoi versi. Da un suo testo recente (l’autore ha ora 73 anni) raccolgo questo monito su un tema significativo, quello del <nascondersi>. E’, questa, una tentazione piuttosto diffusa che ha varie forme. LA PRIMA SI INCARNA NELL’IPOCRISIA CHE E’ UNA SORTA DI AUTOINGANNO PUR DSI SALVARSI LA FACCIA (E IL SUCCESSO). (Le dice niente, dottor Boffo? NDR). Un’altra tipologia, molto comune, è da cercare nel disinteresse, anzi, per dire la cosa in modo netto, nel menefreghismo, per cui non si esita a imbrattare i luoghi pubblici, ad approfittare delle cose altrui, a disturbare e a offendere il prossimo, nascondendosi nella massa e nell’anonimato. C’E’ POI L’EVASIONE NELL’EGOISMO, NELL’INTERESSE PRIVATO, NEL DISPREZZO DEGLI ALTRI, NELL’ISOLAMENTO ALTEZZOSO, NEL PIACERE (ancora nessun campanello, dottor Boffo? NDR). Ci si nasconde dietro il paravento del qualunquismo, della trascuratezza, della menzogna. Ebbene, il poeta russo conclude con un appello salutare: NELLA VITA NON SI DEVE SCAPPARE O CELARSI COME UNO STRUZZO, MA IMPEGNARSI E BATTERSI. Certo, per far questo bisogna faticare, è necessario addestrarsi, farsi carico, DARSI UNA MOSSA, OCCUPARSI E PREOCCUPARSI DELLE PROPRIE RESPONSABILITA’ E DEGLI ALTRI. SI DEVE USCIRE DAI COMODI NASCONDIGLI E VIVERE ALLA LUCE DEL SOLE, ENTRANDO NEL GROVIGLIO DELLA VITA E DELLA STORIA”.

FINE “MATTUTINO”.

Ancora una volta, dottor Boffo, Monsignor Ravasi La invita a “darsi una mossa”, a prendere le Sue responsabilità, ad uscire dal nascondiglio in cui si è rifugiato per ordine di chissà chi nella speranza di non essere trovato, o che chi la cercava si stancasse di farlo. Ormai è cosa pubblica, dottor Boffo, e, pure se io mi stancassi, il Suo nascondiglio è stato ormai individuato. Le conviene dunque uscire, da solo, invece di essere stanato, ancor più indignitosamente, da chi mi dovesse succedere in questa mia lotta. Certo è che Lei impersona il classico esempio dell’essere umano totalmente disumano (e fa parte della Chiesa cattolica!!!), uno che, incaricato dalla Chiesa cattolica di comunicare, è stato capace nell’arco di sei anni di non rispondere al suo prossimo, il sottoscritto. Ma per Lei la cosa più importante è quella di somigliare, o stare sullo stesso piano, dei vari direttori di giornale, quelli importanti, da Mieli a Mauro a Sorgi ecc.- L’ambizione, il successo. Senza tener conto che proprio i direttori di giornali, ed ancor più quelli importanti, sono stati squalificati irrimediabilmente proprio dagli editorialisti del Suo giornale, non più di dieci giorni fa (mi riferisco ad un editoriale di prima pagina mi sembra di Davide Rondoni, od altro, che ha sparato a zero contro di loro e contro i giornali). Ma a Lei non interessa. Preferisce il successo, piuttosto che la verità. E’ per questo che mi auguro che venga costretto alle dimissioni, e non solo Lei ma tutit coloro che stanno al Suo gioco, ovverop al Suo silenzio ed al Suo far finta di niente, indefinibile. Chi ha il compito di comunicare con gli altri non può essere un pipistrello, ma deve essere una colomba, che sa volare alto, e che non si nasconde nella tana. Soprattutto perché le tane furono abolite da Gesù Cristo, caro dottor dottor Boffo. Ancora un illimitato apprezzamento al coraggio di Ravasi, che non molla, e che ha capito dove deve obbligatoriamente andare la Chiesa, se non vuole soccombere.

Distinti saluti.

Mario Samarughi

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Fax di no. 3 fogli URGENTISSIMO Il 21 aprile 2006

Egregio dottor Mittente:

Dino Boffo Mario Samarughi

Direttore di “Avvenire” Via Borea 41

Fax: 02.678.0502 19030 – Montemarcello (SP)

p.c. Sua santità Papa Benedetto XVI

p.c. Per i seguenti Cardinali:

Loro Eminenze cardinali Angelo Sodano, Camillo Ruini, Giovanni Battista Re,

Raffaele Martino, Paul Poupard, Dionigi tettamanzi, Angelo Scola, Ersilio Tonini,

Ennio Antonelli; Caffarra.

p.c. Per i seguenti Monsignori:

Loro Eccellenze Monsignori John P. Foley, Claudio Giuliodori, Gianfranco Ravasi, Francesco Cacucci, Angelo Comastri.

MITTENTE: Mario Samarughi Via Borea 41

19030 – Montemarcello (SP)

Egregio dottor Boffo,

mi riferisco alla lettera anonima (“lettera firmata”) pubblicata su “Avvenire” di oggi 21 aprile 2006, pag. 29, in seno alla rubrica “Forum: il direttore risponde”, dal titolo “Mass media: notizie, realtà solo virtuali”, ed alla Sua risposta alla stessa. A riguardo, tengo qui a riportare interamente detta lettera e poi, subito dopo, la Sua risposta.

(guardi un po’ come tutte le tessere del mosaico ritornano, in relazione alla mia di ieri, sui “nascondigli” denunciati da Ravasi).

INIZIO “Mass media: notizie, realtà solo virtuali”:

“Caro direttore, sono rimasto particolarmente colpito dall’editoriale di giovedì 13 aprile dal titolo <Fuori dal mondo, si illudono di crearlo loro>, riferito all’atteggiamento dei media nei confronti dei fatti di cui si occupano. Abito in un comune della provincia di Padova, dove sono consigliere comunale. Qui solo la stampa locale si occupa di quel che accade, e posso misurare ogni giorno la distanza tra i fatti e ciò che ne riportano i giornali (a onor del vero, i giornali si distinguono tra loro per cura e attenzione agli avvenimenti). Sicuramente in gran parte ciò è dovuto a difficoltà oggettive (poche fonti, poco tempo per approfondire, necessità di coprire con un solo giornalista territori ampi, vicende complesse…), ma ho sempre più spesso la sensazione che a volte si alterino intenzionalmente i fatti (si scelga cioè cosa dire e come dirlo), non solo per creare lo scandalismo e l’attenzione che fanno vendere qualche copia in più, ma a volte prestandosi a veri e propri disegni politici (anzi, partitici) ed economici, in un modo che mi impressiona e – dopo il primo sbalordimento – mi fa molto arrabbiare. E, accantoai giornalisti che si pongono problemi di coscienza e di etica professionale, CE NE SONO DI QUELLI CHE SI GETTANO CON ENTUSIASMO NEL LINCIAGGIO MEDIATICO, PRODUCENDO UN CONTESTO IN CUI LA PRIMA VITTIMA, DOPO LE PERSONE, E’ LA VERITA’, LA QUALE DIVIENE SEMPRE PIU’ INAFFERRABILE. GIORNALISTI CHE RISPONDONO, DI FATTO, SOLO A SE STESSI, AL LORO DIRETTORE E LUI, A CHI RISPONDE? ALLA PROPRIETA’ E, GIUSTAMENTE SOLO NEI CASI ESTREMI, ALLA MAGISTRATURA (Le dice niente, dottor Boffo, non Le fischiano le orecchie in modo lancinante? NDR). Poi per fortuna, parlando di cose con cui molti sono a contatto diretto, la gente si informa in prima persona e capisce, E SA COSA PENSARE DI CERTI GIORNALI, CHE STUZZICANO LA PANCIA E NON LA TESTA DI CHI LI LEGGE. Mi chiedo preoccupato cosa accada nelle grandi testate nazionali. Mi ha fatto dunque molto piacere leggere quell’editoriale, che mi aiuta a credere che, al di là dei limiti oggettivi, da voi stessi richiamati, c’è qualcuno che si preoccupa ancora della verità (povero illuso, questo lettore! NDR), e cerca non solo di svolgere un servizio ai propri lettori ma anche di promuovere un dibattito che contribuisca a migliorare il livello generale dell’informazione. Grazie e buon lavoro! Lettera firmata”.

Prima di riportare la Sua risposta, mi lasci dire che vi è il fortissimo sospetto che detta lettera sia stata scritta o da persona incaricata dai vertici del Vaticano, al fine di diffidarLa dal continuare nei Suoi silenzi sul mio caso ( e me lo auguro di cuore, e sarebbe proprio il momento) oppure, al contrario, da persona da Lei stesso incaricata, al fine di farsi ancora una volta bello nei confronti del padrone. Propenderei per il primo caso. Mi sembra un vero e proprio avvertimento, dottor Boffo, a Lei rivolto. Passo ora a riportare la Sua risposta al Signor “Lettera firmata”:

INIZIO RISPOSTA DEL DOTTOR BOFFO:

“A giudicare dalla quantità di lettere analoghe alla Sua che – registrando un pensiero diffuso – pervengono in redazione, si direbbe davvero che il palazzo del <quarto potere>, quello dell’informazione, somigli sempre di più A UNA SORTA DI TORRE D’AVORIO (sistema ben noto, messo in atto non solo nel campo dei media, da chi è in posizione tale da poterselo permettere, comportamento comunque esecrabile per la vigliaccheria insita nello stesso NDR) SEPARATA DALLA REALTA’ DELLE COSE. Il che peraltro era la tesi del nostro editoriale. Come ricordava l’autore, Giorgio Ferrari (e qui mi scuso per averlo scambiato per Davide Rondoni nella mia di ieri NDR), per molti secoli (anzi per millenni, se si considera la storiografia del mondo greco-romano) il termine <cronaca> ha contrassegnato un genere letterario dalle precise caratteristiche, ovvero una semplice esposizione di fatti realmente avvenuti nel tempo (dall’etimo ellenico <chronos>, che significa appunto <tempo>). Naturalmente un punto di vista veramente, drasticamente neutrale non è mai esistito, e ogni cronista era in qualche modo figlio del proprio tempo, del proprio ambiente culturale. Ma oggi, nella nostra era della comunicazione globalizzata, dobbiamo constatare una radicale trasformazione, mai vista prima d’ora: la <virtualità> ha guadagnato sempre più spazio nella confezione del prodotto mediatico, A DETRIMENTO DELLA REALTA’, CIOE’ DEI FATTI REALI. E’molto interessante al riguardo l’analisi che Paolo Fabbri, studioso di semiotica e docente all’università di Venezia, fa nel suo libro <Segni del tempo. Lessico e dialoghi politicamente scorretti> (Edizioni Moltemi, 2004) mostrando il paradosso di un’epoca DOVE TUTTO E’ COMUNICAZIONE NON DI FATTI, MA DI <FATTOIDI>. Che cos’è un fattoide? <Un fatto simulato – risponde Fabbri – ripetuto e diventato popolare quanto basta per essere considerato vero>, < un quasi-fatto generato dai media, che contiene un misto di constatazioni e di supposizioni presentate come fatti accettati dalla massa> (e con lo stesso tipo di tecnica, utilizzata all’esatto contrario, Lei, dottor Boffo, è riuscito a farmi diventare un fantasma NDR). In virtù della neutralità attribuita ai media, il pubblico crede al fatto così come viene presentato da giornali e Tv: FATTO, SI BADI BENE, CHE TANTE VOLTE NON E’ LA REALTA’ VERA, BENSI’ E COMUNQUE IL RISULTATO DI UN MONTAGGIO, DI UNA COSTRUZIONE A TAVOLINO.(operazione messa in atto del tutto accomunatamente, con il bene placito Suo e di “Avvenire”, che non vi siete mai rivoltati a tanta menzogna di tutti gli altri giornali e giornalisti, e che non avete mai denunciato la criminale macchinazione, perpetrata dagli stessi, per la quale la mia invenzione, del tasto “Blind”, è stata equiparata all’invenzione della radio, del tutto in malafede. Beneplacito, il vostro, dottor Boffo, che vi ha portato ad essere assolutamente complici di costoro, ed ugualmente criminali, a livello di informazione, voi e coloro che, pur competenti, vi lasciano fare NDR). COSTRUZIONE EFFETTUATA TALORA IN BUONA FEDE, TALORA IN MALAFEDE. Insomma, un conto è presentare <notizie>, un conto è l’amore alla verità (ma Lei questo amore proprio non ce l’ha, ha invece il contrario NDR). Quanto al malcostume dello scandalismo da Lei (e da noi) denunciato, una risposta ce la fornisce proprio un famoso giornalista, il tedesco Robert E. Lembke (1913-1989): <…I giornalisti ti battono continuamente la mano sulla spalla: sempre alla ricerca del punto dove conficcare più facilmente il pugnale>. MA NOI SPERIAMO DI ESSERE DI UN’ALTRA PASTA”.

FINE RISPOSTA DEL DOTTOR BOFFO.

No, caro Dottor Boffo, Lei il pugnale è da sei anni che me lo sta conficcando, nel fegato, e nel cuore, e così profondamente che è riuscito ad uccidermi, nello spirito, nella mia poca ma ancora viva fede che mi era rimasta per la religione cattolica. Lei, in questo, mi ha ucciso. Lei, dottor Boffo, è per me in tal senso alla stregua di un assassino (perché non è vero che si uccide solo il corpo) e non è l’unico ad avere le mani “insanguinate”, sempre in tal senso, nell’ambito della Chiesa cattolica, per quanto riguarda il mio caso. Che Lei abbia ancora la spudoratezza, dopo quanto vado denunciando nei Suoi confronti, di farsi bello ed andare in giro a proclamarsi amante della verità, è la prova più lampante della Sua falsità e del Suo doppiogiochismo. Lei è un maestro nell’uso del pugnale alle spalle.E mi lasci dire. È anche un maestro nel mancare di dignità personale: con tutto quel che vado dicendoLa dovrebbe reagire. Ed invece continua a fare finta di niente. Perché è l’unico modo per uscirne da tale infamia nei miei confronti. Girare la testa, considerarmi inesistente, un fantasma, appunto.

Mario Samarughi

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Sembra che si assomiglino,. Boffo e Berlusconi: entrambi non vogliono accettare di aver perso. O meglio: entrambi che non vogliono lasciare la poltrona. Guardate qua che razza di messaggi. Ma lui continua a far finta di niente, e continua nel suo sadismo nei miei confronti, e gravissimo complesso di superiorità. Domani posterò la sua risposta di oggi ad un lettore.

Fax di no. 2 fogli URGENTISSIMO

Il 22 aprile 2006

Egregio dottor

Dino Boffo

Direttore di “Avvenire”

Fax: 02.678.0502

p.c. Sua santità Papa Benedetto XVI

p.c. Per i seguenti Cardinali:

Loro Eminenze cardinali Angelo Sodano, Camillo Ruini, Giovanni Battista Re,

Raffaele Martino, Paul Poupard, Dionigi tettamanzi, Angelo Scola, Ersilio Tonini,

Ennio Antonelli; Caffarra.

p.c. Per i seguenti Monsignori:

Loro Eccellenze Monsignori John P. Foley, Claudio Giuliodori, Gianfranco Ravasi, Francesco Cacucci, Angelo Comastri.

Egregio dottor Boffo,

ancora un altro messaggio, in codice ma chiarissimo, un invito a Lei rivolto di andarsene a casa, questa volta da parte di Umberto Folena, editorialista di “Avvenire”, del quale “Avvenire” di oggi pubblica un articolo, a pag. 2, dal titolo “Quando la creatività porta la rivoluzione a scuola: quattrocento studenti-inventori vincono il grigiore”.

Riporto qui interamente detto articolo:

INIZIO SUDDETTO ARTICOLO DI FOLENA:

“La scuola, e chi si fa più illusioni?Andarci bisogna andarci, e allora andiamoci. Ma dimentichiamoci la scuola che prende le mosse della persona, dello studente unico e irripetibile, anziché dalla massa anonima e indistinta di numeri su un registro; la scuola che gli dà spazio e la valorizza, la persona studente, anziché appiattirla e scoraggiarla. La scuola delle delusioni, in una certa immagine che abbiamo di lei. Immagine anch’essa piatta e sconsolante. PERCHE’ INVECE UNA SCUOLA CHE PENSA E CREA ESISTE, E BISOGNEREBBE DARLE PIU’ SPAZIO, FARLA CONOSCERE, INCORAGGIARLA E FARLE SENTIRE SUL COLLO IL FIATO DEL NOSTRO TIFO. Bisognerebbe dare spazio – accanto alle scuole senza carta per le fotocopie, allagate dagli studenti, fabbriche di noia – anche a eventi come quello dei giorni scorsi a Novoli, <ScnzAFirenze>, organizzato dall’associazione di insegnanti Diesse, che sta per <Didattica e Innovazione Scolastica>. Quattrocento tra studenti e prof di 32 scuole d’Italia si sono trovati per ascoltare lezioni di alto profilo di docenti universitari e soprattutto per presentare tesine, esperimenti, macchinari e prototipi di loro ideazione. A tema l’acqua, <umile et preziosa et casta>. Un appuntamento scientifico costruito apposta per sollecitare la vena inventiva e la creatività degli studenti., l’esatto contrario di quello che la scuola, stando a certi cliché, farebbe indifferentemente e senza scampo. A Novoli s’è visto di tutto: chi ha riproposto gli esperimenti seicenteschi di Torricelli su vuoto e pressione, chi uno sciacquone che risparmia acqua, chi un impianto casalingo di riciclaggio della pioggia. La prosa e la poesia, dunque. MA SOPRATTUTTO FANTASIA E RICERCA. I primi premi sono andati agli studenti di Pescara, Ravenna e Pietrasanta. Ma il premio vero sono stati i due giorni a Novoli. Il premio che conta è stata la scoperta, nei mesi scorsi, che la conoscenza può essere un’avventura. Tutto dipende dai protagonisti, da professori e studenti che si alleano e decidono di viverla, la scuola, non di sopravviverci. Ora lo sappiamo che, scritta così, l’ultima frase può finire sommersa dalle facili ironie. Lo sappiamo che certe scuole non hanno la carta delle fotocopie, o meglio ce l’hanno perché siamo noi genitori a pagarla. Lo sappiamo benissimo ma, proprio perché nella scuola ci siamo stati e ci siamo ancora, ieri da studenti e oggi da padri e madri e tramite i nostri ragazzi, sappiamo che i programmi sono importanti, i libri di testo pure, l’organizzazione fondamentale, un ministro con il sale in zucca aiuta… ma nulla si fa senza la volontà di professori e studenti, e per fare moltissimo basterebbero loro. Se infine scorriamo l’elenco dei finanziatori e dei patrocinatori di <ScienzAFirenze> - dsal Ministero dell’Ambiente all’Ufficio scuola della regione Toscana, dalla provincia alla facoltà di scienze matematiche, fisiche e naturali,dell’Università di Firenze,, e tanti altri – DOBBIAMO CONVENIRE CHE NON TUTTI, LASSU’, SONO SORDI E CIECHI E MENEFREGHISTI. E ALLORA LASCIAMOLI CRESCERE IN CREATIVITA’ E INVENTIVA, QUESTI STUDENTI. E DIAMOLE LE BUONE NOTIZIE IN CONTROTENDENZA, QUANDO CI SONO, CON LA STESSA ENFASI – NON DI PIU’, MA NEANCHE DI MENO – CON CUI SIAMO COSTRETTI A DARE LE NOTIZIE CATTIVE. La partita della scuola italiana è tutt’altro che perduta. Possiamo giocarcela. E Firenze ci suggerisce che si può pure vincerla. Firmato Umberto Folena”.

FINE ARTICOLO DI FOLENA.

Superfluo ogni commento a riguardo, dottor Boffo, tranne che auspico con tutto il cuore che Lei sia costretto ad andarsene al più presto e che al posto Suo venga Folena. Penso che lui si batterebbe per far vincere le idee, e dunque anche il “Blind”.

Adesso non ne ho voglia, sono un po’ stanco, ma mi riservo di scriverLe nei prossimi giorni anche sulla lettera di certo Marco Baratto, di Mulazzano (Lo) pubblicata oggi su “Avvenire” in seno alla rubrica “Forum: il direttore risponde”, e sulla risposta da Lei data, il tutto dal titolo “Danubio: indifferenza per gli allagamenti”.

Si tratta di per l’ennesima volta di un indecente sghignazzo da parte Sua nei miei confronti, degno di satana.

Mi è veramente misterioso come fa, Lei, a continuare ad occupare il posto che ricopre. Mamma mia, come è caduta in basso la Chiesa, se permette tale stile di comportamento!

Mario Samarughi

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CONTINUANO GLI SCARICA BARILI. RIPORTO QUI RISPOSTA DELLA AUTORITA’ PER LE GARANZIE NELLE COMUNICAZIONI ALLA MIA DEL 16.01.2006 ( GIA' QUI POSTATA A SUO TEMPO) CON CUI RICHIEDEVO INFORMAZIONI AI SENSI E PER GLI EFFETTI DELLA L. 241/90 E FORMALE MESSA IN MORA AI SENSI DELL’ART. 328 CODICE PENALE (ALL.1).

LA RISPOSTA DELLA AUTORITA’ E’ DEL 10.02.2006 PROT. N. 0004890 ED E’ LA SEGUENTE:

“A riscontro delle Sue aventi per oggetto il c.d. <tasto blind> si rappresenta quanto segue:

il tasto <blind> appare essere una funzione che afferisce alle caratteristiche tecniche dell’apparecchio televisivo. La definizione delle caratteristiche tecniche per l’immissione nel mercato degli apparecchi TV è materia disciplinata da disposizioni normative comunitarie ed esula dalle competenze o dai poteri di intervento dell’Autorità scrivente. Si rappresenta, inoltre, che anche la trasposizione nel diritto nazionale delle disposizioni comunitarie non rientra tra le competenze dell’Autorità.

Si colgie l’occasione per porgere distinti saluti. Firmato Laura Aria”.

Laura Aria è il direttore dei “Contenuti Audiovisivi e Multimediali” di detta Autorità.

SEGUE QUI MIA LETTERA, DATATA 21.02.2006 IN RISPOSTA ALLA SUDDETTA:

”Ill.mo Signor Garante delle comunicazioni, Prof. Calabrò,

in risposta alla Vostra del 10.02.2006 prot. n. 0004890 di cui in oggetto, si fa presente quanto segue:

in via di procedura giuridica, si contesta quanto da Voi affermato in tema di competenza. L’Autorità garante è infatti l’unico Ente deputato a decidere le questioni aventi ad oggetto il controllo del servizio di comunicazione e pertanto anche quello televisivo, e ciò anche alla luce della recente Sua nomina a presidente del <Erg>, organismo che riunisce le Autorità di Regolamentazione europee.

A riprova di quanto detto, si allegano no. 4 lettere di risposta, nel tempo, da aprte del Commissario della Commissione europea dellAudiovisivo, Signora Viviane Reding, rispettivamente del 27.03.2000, 30.11.2000, 19.12.2000 e 13.04.2004, attestanti che la competenza su tale materia è di esclusiva spettanza delle autorità nazionali e delle industrie televisive.

Peraltro, lo stesso Parlamento europeo ha statuito che questo tipo di filtri è necessario, (vedi mia lettera del 16.02.2006 di cui in oggetto).

Si fa presente che ciò che nella sostanza si richiede, è una concreta risposta sulla assoluta mancanza di normative disciplinanti gli obblighi inerenti l’uso e l’installazione di tale dispositivo <blind> o di altri dai medesimi effetti.

Si resta pertanto in attesa di una Vs. esaustiva risposta nella sostanza, che non si riveli l’ennesima evasiva e peraltro in conferente risposta di natura procedimentale.

La presente si intende nuovamente effettuata ai sensi e per gli effetti di cui alla Legge 241/90 e quale seconda formale intimazione di cui all’art. 328 c.p.-

Distinti saluti. Firmato Mario Samarughi”.

A TUTT’OGGI 23.04.06, BEN AL DI LA’ DEI TERMINI CONSENTITI DALLA LEGGE (30 GIORNI), NON MI E’ PERVENUTA ALCUNA RISPOSTA ALLA LETTERA DI CUI SOPRA.

Per vostra conoscenza e che rimanga agli atti.

Mario Samarughi

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Fax di no. 6 fogli URGENTISSIMO

Il 26 aprile 2006

Egregio dottor

Dino Boffo

Direttore di “Avvenire”

Fax: 02.678.0502

Per Sua Eminenza Cardinale Camillo Ruini

Per Sua Eccellenza Monsignor Claudio Giuliodori

p.c. Sua Santità Papa Benedetto XVI

p.c. Per Loro Eminenze Cardinali : Angelo Sodano, Giovanni Battista Re,

Raffaele Martino, Paul Poupard, Dionigi tettamanzi, Angelo Scola, Ersilio Tonini,

Ennio Antonelli; Caffarra.

Per i seguenti Monsignori:

Loro Eccellenze Monsignori : John P. Foley, Claudio Giuliodori, Gianfranco Ravasi, Francesco Cacucci, Angelo Comastri.

MITTENTE:

Mario Samarughi

Via Borea 41

19030 – Montemarcello (SP)

Egregio dottor Boffo, Sua Eminenza Cardinale Ruini, Sua Eccellenza Monsignor Giuliodori,

ecco il risultato del Suo tradimento, dottor Boffo, e dei Vostri accomunatissimi silenzi nei miei confronti e nei confronti del caso “Blind”, vergognosamente perduranti da sei anni.

Ritengo sia giusto, nella fattispecie, rendere pubbliche le cose, ivi comprese le mie decisioni e le risposte alle stesse, relativamente a detto caso Altrimenti non servirebbero a niente se tenute per me stesso, nascoste alla pubblica opinione. Questa mia pertanto sarà da me pubblicata in seno al Forum del sito www.psiconline.it, al topic “Blind, per ritornare a vedere” (topic in prima posizione) contenuto nel più vasto topic relativo al triste fenomeno del Mobbing, dal titolo “Mobbing & Bossing: prevenzione e non solo cura”.

Non si tratta quindi di “mettere in piazza” cose private, al contrario si tratta di andare fino in fondo con il caso, costi quel che costi. Mi riferisco alla mia decisione di non far più parte della comunità della Chiesa cattolica, ed alla mia lettera Raccomandata del 24 febbraio 2006 inviata alla Parrocchia della Basilica di San Pietro a Roma, ove fui battezzato il 10 novembre 1940, ovvero 65 anni fa.. Detta mia lettera è stata a suo tempo da me postata in seno a detto Forum, nel topic iniziale dal titolo “Il Mobbing ed il Bullying possono essere attuati attraverso la TV”.

Orbene, RIPORTO QUI LA RISPOSTA SIA DA PARTE DEL PARROCO DI DETTA PARROCCHIA, REV. SACERDOTE MARIO BETTERO, CHE DI SUA ECCELLENZA MONSIGNOR ANGELO COMASTRI, VICARIO GENERALE DI SUA SANTITA’ PER LA CITTA’ DEL VATICANO.

Faccio presente che quest’ultimo è l’autore del testo scelto da Papa Benedetto XVI in occasione dell’ultima Via Crucis del 14 aprile 2006, nel quale testo la televisione veniva da Monsignor Comastri definita quale luogo di meretricio (“i marciapiedi della televisione”).

INIZIO LETTERA DEL PARROCO:

“Stimato Signor Mario Giulio Gbattista SANMARUGHI-SAMARUGHI (nei nostri registri figura più volte <Sanmarughi>),

in riferimento alla Sua (Lettera raccomandata) del 24 febbraio 2006, con la quale chiede di non essere più considerato membro della Chiesa Cattolica, Le faccio pervenire copia del decreto ricevuto da S. Ecc.za Mons. Angelo Comastri, Vicario Generale di Sua Santità per la Città del Vaticano. Nel contempo Le assicuro che ho annotato, a margine del Suo Atto di Battesimo <09 ottobre 1955n. 2609 quanto segue:

<In forza del decreto ricevuto in data 23 marzo 2006 prot. 446-V-06, si annota che il Signor Mario Giulio Gbattista SANMARUGHI-SAMARUGHI ha manifestato la volontà di non far più parte della Chiesa Cattolica, <data>, P. Mario Bettero>.

Faccio presente che l’annotazione di cui sopra comporta per l’interessato le conseguenze di ordine canonico descritte nella fotocopia dello stesso decreto allegato. Tuttavia, quanto da Lei richiesto e da noi realizzato, lascia spazio ad un possibile libero ripensamento e ad una fraterna riconciliazione. Da èarte nostra e secondo la nostra fede, continuiamo a pregare per Lei.

Con deferenza, porgo cordiali saluti. Firmato Il Parroco P. Mario Bettero, OSA”.

FINE LETTERA DEL PARROCO DELLA PATRIARCALE BASILICA DI SAN PIETRO IN VATICANO.

INIZIO LETTERA (“DECRETO”) DI SUA ECCELLENZA MONS. ANGELO COMASTRI, VICARIO GENERALE DI SUA SANTITA’ PER LA CITTA’ DEL VATICANO, DEL 23 MARZO 2006, PROT. N. 446/ V / 06 :

“Il Signor Mario Giulio Gbattista SANMARUGHI / SAMARUGHI che ha ricevuto il Sacramento del Battesimo nella giurisdizione di questo Vicariato in data dieci novembre 1940, con lettera raccomandata in data 24 febbraio 2006 chiede di non essere più considerato membro della Chiesa Cattolica.

PREMESSO

- che per la Chiesa Cattolica il Sacramento del Battesimo conferisce al Battezzato uno status personale indelebile;

- che la relativa annotazione negli appositi registri documenta un fatto storico, che come tale non può essere cancellato:

- che la Chiesa Cattolica, ordinamento giuridico indipendente e autonomo nel proprio ordine, ha il diritto nativo e proprio di acquisire, conservare e utilizzare per i suoi fini istituzionali i dati relativi alle persone dei fedeli, agli enti ecclesiastici e alle aggregazioni ecclesiali.

INOLTRE CONSIDERATO

Che in assenza di ulteriori indicazioni, questo Vicariato accetta e si adegua sia alla legislazione italiana vigente, sia ai decreti della relativa Conferenza Episcopale Italiana;

SI AUTORIZZA

Il Rev. Sacerdote Mario Bettero, Parroco della Parrocchia di San Pietro in Vaticano, ad apporre a margine dell’Atto di Battesimo in oggetto, ai sensi e per gli effetti della vigente normativa canonica, la seguente annotazione: <In forza del decreto ricevuto in data 23 marzo 2006, prot. – 446-V-06- , si annota che il Signor Mario Giulio GBattista SANMARUGHI/SAMARUGHI ha manifestato la volontà di non far più parte della Chiesa cattolica> (data e firma del Parroco).

Si fa presente che l’annotazione di cui sopra comporta le seguenti conseguenze di ordine canonico e che, in mancanza di segni manifesti e adeguati di pentimento, saranno applicati i canoni realtivi a ** esclusione dall’incarico di padrino per i sacramenti del Battesimo e della Confermazione (cfr can. 874, §1 e 893, §1), ** necessità di licenza dell?Ordinario Diocesano per l’ammissione al matrimonio canonico (cfr can. 1071, §1, 5°), ** eventuale privazione delle esequie ecclesiastiche (cfr. can. 1184, §1, 1°), ** esclusione dai sacramenti (cfr. can. 915 e 1331, §1, 2°). Firmato S. Ecc.za Mons. Angelo Comastri Vicario Generale di Sua Santità per la Città del Vaticano”.

FINE LETTERA (“DECRETO”) DI SUA ECCELLENZA MONS. ANGELO COMASTRI, VICARIO GENERALE DI SUA SANTITA’ PER LA CITTA’ DEL VATICANO, DEL 23 MARZO 2006, PROT. N. 446/ V / 06 :

Allorquando venni battezzato, non avevo né la facoltà di intendere né di volere, visto che avevo soltanto quindici giorni. Il Battesimo mi venne pertanto “imposto” dai miei genitori.

Sicuramente sarei giunto al termine della mia vita senza alcuna abiura a riguardo, senonchè il caso ha voluto che nella mia esistenza facessi una scoperta, gravissima: che l’uomo era schiavo della macchina (televisore, nella fattispecie). Lo denunciai, anche alla Chiesa, ai vertici della stessa nonché ai mezzi d’informazione cattolici, e mi venne data piena ragione, sia da parte Sua, dottor Boffo, che da parte della C.E.I. (nella persona di Mons. Giuliodori), e non solo, anche da parte di alcuni cardinali. Mi venne data così tanta ragione al punto che Lei fece praticamente Sua la denuncia, invitando le istituzioni preposte e competenti a rimediare alla grave lacuna tecnica. Poi qualcosa successe che portò Lei e la C.E.I., e quei cardinali, a chiudere la porta, ermeticamente, nei miei confronti, ed a far finta che io non esistessi. Questo da sei anni, ed oltre. Nell’arco di questi sei anni Le ho inviato quasi una lettera al giorno, dottor Boffo: ancora non le ho contate ma facciamo all’incirca mille/millecinquecento lettere, alle quali Lei non ha mai inteso rispondere! Né alcun altro.

Orbene, per sessantacinque anni ho portato addosso, bene o male, con più o meno onore, quel distintivo, che mi faceva membro della Chiesa cattolica, grazie al Battesimo impartitomi, nella convinzione, ancor più radicata dall’insegnamento dei Gesuiti, che detto distintivo fosse il simbolo del bene, e delle “buone azioni”, cui pertanto mi sono sempre attenuto.

Dopo un tale comportamento tenuto da Lei, dottor Boffo, assieme alla C.E.I., sopra descritto, ed assieme ai vertici di Chiesa e Vaticano, di fatto tutti consenzienti acchè detto comportamento fosse tenuto, nonostante le mie innumerevoli pressanti denuncie, ho dovuto ahimè concludere che si tratta dell’esatto contrario, almeno per quanto mi concerne, e cioè che quel distintivo risulta essere, per quanto mi concerne, il simbolo delle cattive azioni, ovvero della furbizia più cinica, del sadismo, della prevaricazione dell’individuo, dell’arroganza del potere, dell’omertà, della menzogna, della falsità, della totale mancanza di carità, dell’ingiustizia.

Per questo ho deciso, da adulto, a sessantacinque anni, di restituirlo a chi materialmente me lo impose.

Non mi resta che ringraziare la mia tenacia, di creativo e di ricercatore, che mi ha portato ad aprire gli occhi senza possibilità di ripensamento alcuno. Il comportamento tenuto è stato troppo falso, e tutto giocato sulla pelle dei bambini. Non vi sarà né alcun pentimento (e di che cosa, viva Iddio, di essere onesto?) né alcun ripensamento, a meno che nella Chiesa non avvenga una radicale ed immediata presa di coscienza, seguita da un ripulisti generale, che veda le dimissioni di chi, pur se competente, si è comportato nel modo sopra descritto, e che veda allontanare immediatamente da sé e condannare nella maniera più assoluta ogni forma di omertà.

Distinti saluti.

Mario Samarughi

Allegati:

- lettera del 01.04.06 del Rev. Dsacerdote Mario Bettero, parroco della Parrocchia della Patriarcale Basilica di San Pietro in Vaticano;

- lettera (“decreto”) del 23.03.06 Prot. no. 446/V/06, a firma di Sua Ecc.za Mons. Angelo Comastri, Vicario Di Sua santità per la Città del Vaticano.

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Boffo continua a far silenzio. E poi, quante contraddizioni! La Chiesa ha irreversibilmente perso ogni credibilità e serietà, grazie a Boffo, per quanto concerne la fattispecie del "blind", anche se i vertici si attivassero a riparazione del gravissimo caso. Non è infatti dato ricorrere ai ripari solamente quando la casa brucia. Non è serio.

Fax di no. 3 f ogli URGENTISSIMO

Il 28 aprile 2006

Egregio dottor

Dino Boffo

Direttore di “Avvenire”

Fax: 02.678.0502

p.c. Sua santità Papa Benedetto XVI

p.c. Per i seguenti Cardinali:

Loro Eminenze cardinali Angelo Sodano, Camillo Ruini, Giovanni Battista Re,

Raffaele Martino, Paul Poupard, Dionigi tettamanzi, Angelo Scola, Ersilio Tonini,

Ennio Antonelli; Caffarra.

p.c. Per i seguenti Monsignori:

Loro Eccellenze Monsignori John P. Foley, Claudio Giuliodori, Gianfranco Ravasi, Francesco Cacucci.

Egregio dottor Boffo,

francamente mi trovo in imbarazzo: non so infatti da dove cominciare, tanta è la contraddizione che ogni giorno viene fuori dal Suo comportamento, per quanto concerne il mio caso. Inizierò da quello più eclatante, riguardante la notizia apparsa oggi sui giornali che Alfredo Meocci, direttore generale della RAI, è incompatibile con tale carica assunta dallo stesso. Orbene, a riguardo ritengo sia anche merito mio, sia pur minimo, se il Garante della Autorità così ha deciso. Il sottoscritto infatti chiese a più riprese al Prof. Corrado Calabrò, nella sua veste di Garante della Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, di decidere in tal senso, e ciò per il comportamento tenuto dal dottor Meocci nei confronti del “Blind” allorquando lo stesso ricopriva la carica di commissario dell’Autorità medesima, con la precisa responsabilità di tutela dei minori dalla TV violenta. Comportamento, quello di Meocci, alla pari di quello da Lei tenuto, dottor Boffo, ossia di totale ignoramento della cosa. Detta mia richiesta venne da me ripetutamente inoltrata, tramite lettere raccomandate A/R, non solo al Garante Prof. Calabrò ma anche a tutto il Consiglio di amministrazione della Rai. Lei, dottor Boffo, venne da me puntualmente messo a conoscenza di dette mie lettere contenenti detta mia richiesta.

Ciò nonostante, nulla viene ancora una volta detto da Lei e da “Avvenire” riguardo la mia opera: Lei continua a considerarmi persona inesistente, “scomparsa”, perché Lei così ha deciso: in pratica, di eliminarmi dal contesto delle persone viventi. Tra l’altro: non sembra che detta notizia faccia gran piacere ad “Avvenire” (e quindi a Lei). La stessa viene infatti riportata nel basso della pagina 10 (“L’authority: Meocci incompatibile, multa alla Rai”), alla pari delle notizie di second’ordine. Trattasi al contrario di notizia di primissimo ordine, vista tra l’altro anche la enorme multa fatta dalla Autorità alla Rai (ben 14 milioni di Euro, pari a 35 miliardi di lire!!!) per aver consentito a Meocci di diventare direttore generale. E che la notizia sia di primissimo ordine lo conferma la decisione del “Corriere della Sera” di metterla in prima pagina (“<Meocci è incompatibile>: multati il direttore e la Rai, dovrà sborsare 400 mila Euro, l’azienda 14 milioni”).

Passiamo ora alla risposta da Lei data al Signor Pier Angelo Piai, di Cividale del Friuli (Ud) pubblicata su “Avvenire” di ieri 27 aprile 2006 in seno alla rubrica “Forum: il direttore risponde”, pag. 33, con il titolo “Giovani talenti in cerca di mecenati”.

Riporto qui prima la lettera del suddetto Signor Piai e poi la Sua ripsosta allo stesso:

INIZIO LETTERA DEL SIGNOR PIAI:

“Caro direttore, Renè Freund, uno scrittore austriaco d’impegno e non di evasione, riceve una borsa di studio di mille euro al mese dal comune di Vienna. L’assessore alla cultura di quella città spiega che il comune sostiene non solo associazioni culturali ma anche singoli artisti (scrittori, pittori e musicisti giudicati meritevoli e promettenti da una apposita commissione); lo stanziamento a riguardo del comune di Vienna è di 200 milioni di euro annui e nell’ultimo quinquennio i fondi destinati alla cultura sono stati aumentati di un quarto. Una cosa simile accade anche in Germania e in alcuni Paesi del Nord Europa. Personalmente penso sia un’iniziativa da non sottovalutare, perché è appurato che pochissimi giovani autori riescono a vivere delle loro opere d’arte. L’Italia, durante il Rinascimento, era la terra dei mecenati, coloro che promuovevano davvero la cultura in tutte le sue espressioni, e di questo ne ha beneficiato il mondo. Il <Neo-Rinascimento> questa volta, però, viene dal Nord. La nostra vecchia e gloriosa Italia, attualmente, è lontana mille miglia da una simile mentalità: si pensa al profitto immediato, mentre la vera cultura – quella impegnata e non accademica – è divenuta la cenerentola, con la scusa che bisogna far quadrare i bilanci pubblici e che ci sono altre emergenze sociali. Mi vengono in mente alcuni amici e conoscenti, artisti veramente validi, che devono compiere salti mortali per ottenere qualche misero contributo dalle strutture pubbliche. Ma se un popolo viene privato della sensibilità culturale, rischia di impoverire sotto tutti i punti di vista, anche nella propria identità”.

FINE LETTERA DEL SIGNOR PIAI

INIZIO RISPOSTA DEL DOTTOR BOFFO AL SIGNOR PIAI:

“La questione che Lei va a scoperchiare, caro Piai, con l’esposizione di quanto avviene all’estero, è di non poco conto. DOVERE DI UNA SOCIETA’ – SOPRATTUTTO SE <AVANZATA> E DEMOCRATICA COME LA NOSTRA – E’ DI GARANTIRE ALLE PROPRIE NUOVE GENERAZIONI UN EFFETTIVO DIRITTO DI CITTADINANZA FORNENDO LORO OPPORTUNITA’ DI FORMAZIONE, DI PERCORSO, DI RIUSCITA ANCHE NEGLI AMBITI DELLAVORO PIU’ <IMMATERIALE>, COM’E’ APPUNTO IL CASO DELLE PROFESSIONI INTELLETTUALI O CREATIVE (ma con quale facciaLei ha il coraggio dis driver euna cosa simile! ndr). Molto si è scritto, anche in queste pagine di dialogo coi lettori, sulle ragioni culturali e strutturali per cui in Italia SI TRADISCONO TALENTI e aspettative di tanti giovani, fatto che è all’origine del poco invidiabile FENOMENO DELLA <FUGA DEI CERVELLI>, ma, riconoscendo quei limiti oggettivi, non possiamo neppure sottoscrivere il disfattismo generalizzante di chi vede l’Italia, alma mater delle arti, trasformata in un Paese insulso in cui l’unica carriera <creativa> concessa ai giovani sarebbe solo la partecipazione ai reality show televisivi. I nostri istituti e scuole d’arte vantano un riconosciuto prestigio internazionale, prova ne è il gran numero di studente stranieri (provenienti persino da Giappone, Australia, Stati Uniti) che frequentano le Accademie di Milano, di Venezia, di Bologna e altre ancora; primato conquistato e consolidato – per di più – in settori ad altissima tecnologia, per esempio il restauro. Ma se di buon livello è la scolarizzazione, per un giovane artista le difficoltà cominciano subito dopo, nel passaggio cruciale (che solitamente avviene intorno ai trent’anni) fra i sogni della gioventù e la dura realtà del sistema delle arti, fondato sulla triangolazione gallerie-mercato-mass media. Una realtà a cui un giovane può accedere soprattutto avvalendosi di una buona dose di fortuna, <virtù> cieca per definizione, prescindendo spesso dalla qualità e dai valori personali. In questa fase risulta ben difficile, per un artista all’esordio, trovare un talent-scout o un mecenate che s’accolli le (ingenti) spese di promozione e di produzione. Costi che all’estero vengono in molti esemplari casi assunti dalle municipalità – come a Vienna, ma anche a Berlino, Colonia, Bruxelles – che si fanno <patrone> dei giovani talenti conclamati, offrendo loro sussidi, spazi espositivi, tutele e opportunità. Da noi è da segnalare la scelta di Milano, che tramite il suo assessorato alle Politiche giovanili ha messo a disposizione dei giovani artisti una importante struttura quale la <Fabbrica del vapore>, sede laboratoriale di iniziativa e di libera imprenditoria nel campo delle arti visive, dell’architettura, del design, della danza, della grafica, dei new media. Magari altre esperienze di questo tipo ci sono in Italia, e sarebbe bello conoscerle. E’ comunque solo un passo, ma esemplare di UNA LINEA CHE VA INCORAGGIATA, TANTO PIU’ IN UN PAESE COME L’ITALIA, CHE DEVE CONTINUARE A PUNTARE SULLA PROPRIA VOCAZIONE CREATIVA”.

FINE RISPOSTA DI BOFFO.

Dalla Sua risposta, dottor Boffo viene fuori ancora per l’ennesima volta tutta l’ipocrisia e la falsità di cui Lei è intriso fino al collo. Non capisco inoltre perché la creatività deve essere confinata e limitata solo ai giovani.

Infine, tengo qui a trattare la risposta da Lei data alla lettera della signora Giuseppa Cassaniti Mastrojeni, che tra l’altro è stata e forse continua ad essere presidente della “Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada”, pubblicata su “Avvenire” di oggi 28 aprile 2006 sotto il titolo “Strade: velocità e incidenti, binomio sciagurato”.

Tengo a far presente che la Signora Cassaniti Matrojeni ha del sottoscritto grande stima per l’opera che lo stesso sta portando avanti riguardo il “Blind”, tanto che un pezzo, firmato dal sottoscritto, venne pubblicato sul Notiziario di detta associazione, alcuni anni fa, proprio sull’ inquietantissima presenza dei televisori sui cruscotti davanti delle auto.

Orbene, nonostante che il problema delle vittime della strada si faccia sempre più insolubile e drammatico, come d’altronde da Lei stesso riconosciuto nella Sua risposta alla Cassaniti Mastrojeni, ( nella Sua suddetta Lei infatti auspicherà <una politica educativa che deve coinvolgere in maniera ferma e puntuale TUTTE LE FORME DI COMUNICAZIONE e anche di promozione pubblicitaria relative ai motori>), Lei dottor Boffo continua criminalmente, ormai da oltre tre anni, a starsene zitto, ermeticamente, sulla presenza di televisore sul cruscotto davanti delle auto, e sulla totale mancanza di regolamentazione ministeriale a riguardo, continua a starsene ermeticamente zitto sulla quantità enorme di auto che girano per le strade d’Italia con auto ove è installato colà un televisore (almeno diecimila), continua a strasene ermeticamente zitto sul fatto che praticamente è data licenza agli automobilisti di guardare la TV da parte del conducente dell’auto, durante la guida della stessa. E ciò, nonostante che il sottoscritto La abbia ripetutamente messo a conoscenza, innumerevoli volte, a riguardo, da tre anni a questa parte.

Ecco perché, caro dottor Boffo (si fa per dire), mi sono auto-scomunicato dalla Chiesa cattolica. Silenzi siffatti mi fanno semplicemente schifo. Non esiste infatti alcun tipo di sapone che possa lavare tali tipi di macchie.

Distinti saluti.

Mario Samarughi

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Fax di no. 5 f ogli URGENTISSIMO

Il 29 aprile 2006

Egregio dottor Dino Boffo

Direttore di “Avvenire”

Fax: 02.678.0502

p.c. Sua santità Papa Benedetto XVI

p.c. Per i seguenti Cardinali:

Loro Eminenze cardinali Angelo Sodano, Camillo Ruini, Giovanni Battista Re,

Raffaele Martino, Paul Poupard, Dionigi tettamanzi, Angelo Scola, Ersilio Tonini,

Ennio Antonelli; Caffarra.

p.c. Per i seguenti Monsignori:

Loro Eccellenze Monsignori John P. Foley, Claudio Giuliodori, Gianfranco Ravasi, Francesco Cacucci, Angelo Comastri.

Egregio dottor Boffo,

mi riferisco alla rubrica “Forum” di “Avvenire” di oggi 29 aprile 2006 dal titolo “Tecnologia: straordinaria e utile, ma non sazia la vita”, interamente dedicata al seguente tema lanciato da “Avvenire”, con invito ai lettori di esprimere a riguardo la propria opinione: “Dai telefonini con prestazioni sempre più sofisticate, ai lettori mp3, dai dispositivi elettronici delle auto, a TV, video e fotocamere, internet, magari senza fili, apparati multimediali. Sono cose che ci hanno cambiato in meglio la vita, l’hanno resa solo un po’ più comoda o non sono altro che una complicazione?”

Orbene, detta pagina conterrà tredici risposte dei lettori su detto quesito, che mi piace riportare tutte qui di seguito(lo ritengo importante al fine di provare a chi mi legge quial’è l’umore generale della gente, relativamente alla tecnologia, ad oltre dieci anni dalla mia invenzione:

RISPOSTA NO. 1 del signor Adriano Costa (Caldogno, Vi), dal titolo “OK anche a 76 anni”:

“Tra pochi mesi avrò 76 anni ed ho vissuto un’incredibile evoluzione della tecnologia, che nell’era del <chip> è diventata un’esplosione. Data l’età, ho motivo di dirmi frastornato, ma quel poco che riesco a padroneggiare mi ha cambiato la vita in meglio. Basti un esempio, la possibilità di dialogare con amici di tutto il mondo quasi in tempo reale o di consultare un orario ferroviario inglese o cercare un albergo in Francia via internet, cose che ai miei tempi sembravano irrealizzabili, per non parlare dell’apertura di orizzonti culturali che, ahimè, non ho tempo di sfruttare in pieno”.

RISPOSTA NO. 2 del signor Nicola Altini, dal titolo “Una <rivoluzione> culturale”:

“L’evoluzione tecnologica risulta conclamata, soprattutto in riferimento al settore dei componenti elettronici, dai seguenti dati: l’ingombro di 10 miliardi di valvole era pari, nel 1945, alla superficie di Londra e dintorni; nel 1955, grazie lla diffusione delle tecniche di miniaturizzazione, l’ingombro era paragonabile a quello di un palazzo; nel 1970, con i transistori, ad un’automobile; nel 1975, con i circuiti integrati, ad un televisore; nel 1980, con l’avvento dei microprocessori, ad un cervello umano. I costi degli strumenti elettronici, specie per i computer, sono diminuiti di oltre mille volte, con un incremento delle prestazioni di diecimila volte. E il computer, per i suoi requisiti di velocità/memorizzazione/versatilità, si può ragionevolmente considerare il protagonista della rivoluzione informatica: la rivista Time, nel 1982, lo definì <l’uomo dell’anno>, come metafora rappresentativa del nostro mondo. Essere pro o contro gli apparati multimediali? L’esigenza è di evolvere dal mero possesso degli strumenti multimediali, all’ ACQUISIZIONE DI IDEE-GUIDA REGOLATRICI DI STILI DI VITA CONSONI AI BISOGNI DELL’INTERA UMANITA’, AL FINE DI ARMONIZZARE IL FATTUALE CON L’IDEALE”.

RISPOSTA NO. 3 del signor Manfredo Pansa, dal titolo “Occorre conoscenza”:

“Sono un informatico di professione, perciò appassionato di tecnologia, esperto e per questo in grado di distinguere ciò che è utile da ciò che è inutile. Ma anche noi esperti non possiamo non comprare un prodottodi cui sappiamo che useremo – se va bene .- il 10% delle funzionalità. Inoltre, i prodotti sono confezionati in modo da trarre il massimo profitto, e questo introduce una complessità elevatissima nella progettazione, prima, e nell’offetrta commerciale, poi. QUINDI, LA TECNOLOGIA, SE FOSSE CONFEZIONATA IN MODO GIUSTO, CIOE’ SENZA LO SCOPO DI UN PROFITTO ESAGERATO, SAREBBE DAVVERO SEMPLICISSIMA (o meglio, sarebbe complessa, ma usabile in modo semplice). CREDO CHE IL DISCORSO SIA TUTTO CONDIZIONATO DAL PROFITTO. E’ difficilissimo, senza una conoscenza tecnica approfondita, riuscire a distinguere ciò che vale veramente da ciò che è fumo. Mi permetto di dare qualche consiglio non richiesto:

1°) non acquistare un prodotto prima che sia trascorso un anno dall’uscita del primo modello;

2°) informarsi preventivamente su internet, che permette il confronto a livello mondiale e la verifica di come gli utenti/consumatori si trovino con quel prodotto;

3°) capire, farsi spiegare, riflettere prima di acquistare.

Personalmente sono molto contento della tecnologia: abilita servizi davvero potenti e ci consente una vita più comoda, MA CERTO SI DEVE EVITARE DI ESSERNE VITTIME”.

RISPOSTA NO. 4 del signor Giuseppe Penna dal titolo “Soft Touch”:

“La tecnologia non può sostituire la relazione. Si tende a confondere, invece, la modificazione della relazione indotta dagli strumenti tecnologici, con l’indifferenza alla personalità dell’altro. SI DIREBBE CHE SI CONFONDE IL MEZZO CON IL FINE”.

RISPOSTA NO. 6 del signor Paolo Giardini dal titolo “Un braccio in più”:

“Una immagine vista fino agli anni ’60, che traeva origine dalle iconografie coloniali, rappresentava un panciuto capo tribù africano, con l’osso di pollo al naso e una sveglia appesa al collo. Quella sveglia era l’ostentazione di una meraviglia tecnologica. Per certi versi, l’utilizzo inconsapevole di tecnologia spaziale ci rende ancor più ridicoli di quel <neurone>, almeno lui riconosceva la meraviglia. La potenza di calcolo di un personal computer odierno supera quella dell’intera Nasa degli anni ’70. Utilizziamo il potenziale dei programmi di videoscrittura o di calcolo all’ 1-2%. Abbiamo un braccio in più, ma non lo usiamo, salvo mettergli un orologio di moda e infilargli qualche anello al dito”.

RISPOSTA NO. 7 della signora Pinuccia Donato, dal titolo “Perdita dei rapporti personali”:

“La tecnologia ha sicuramente agevolato il modo di vivere, dal mio punto di vista persino in modo eccessivo, talvolta a scapito dei rapporti interpersonali. DIVENTA FONDAMENTALE SAPER DISCERNERE, NON LASCIAMO CHE IL VIRTUALE PRENDA IL POSTO DELLA PERSONA, SAPERSI DOMINARE PER NON INCORRERE NELLA DIPENDENZA DELLA TECNOLOGIA”.

RISPOSTA NO. 8 del signor Francesco Novelli, dal titolo “Sviluppo naturale, non mito”:

“Mi sono occupato di tecnologia per quasi quarantadue anni di attività professionale. All’inizio, nell’entusiasmo giovanile, può esserci della esagerazione nel sopravvalutarla. Successivamente, specialmente se si ha cura di far progredire, con la conoscenza tecnologica, ANCHE QUELLA DEI VALORI UMANI E RELIGIOSI, ci si rende conto dei limiti. La tecnologia ha le stesse caratteristiche di tutte le creazioni dell’intelligenza umana. E’ CIOE’ UN MEZZO DA METTERE A DISPOSIZIONE E USARE CON SAGGEZZA. Ritengo che, vista in quest’ottica, essa abbia anche un valore intrinseco da conoscere, ammirare e diffondere”.

RISPOSTA NO. 9 del signor Rosario Piazzo, dal titolo “Ladra di tempo”:

“Condivido l’assunto che la tecnologia sia buona o cattiva a seconda dell’uso che se ne fa. VORREI PERO’ PORRE L’ACCENTO SULL’INVADENZA DELLA TECNOLOGIA CHE SPESSO CONDIZIONA LA NOSTRA CAPACITA’ DI RIFLETTERE E MEDITARE. Qualcuno diceva che il silenzio spesso diventa preghiera e l’uomo ha bisogno del silenzio per riconciliarsi con se stesso, con gli altri e per chi crede, con Dio. QUESTO FURTO CREDO SIA IL PIU’ GRANDE RISCHIO A CUI CI ESPONE LA TECNOLOGIA”.

RISPOSTA NO. 10, del signor Germano Turin, dal titolo “Scienza o sapienza?”:

“Si tratta, prima di parlare, di intendersi sui termini dei quali si discute. Secondo me la tecnologia è solo scienza, mentre il cittadino in generale, ED IL CRISTIANO IN PARTICOLARE, DEVONO CERCARE LA SAPIENZA. Ma la <sapienza>, secondo Bernardo di Chiaravalle,(1090-1153), consiste nell’intendere <LA SCIENZA COME MEZZO PER AMARE DIO E PER MIGLIORARE LA PROPRIA VITA E QUELLA DEGLI ALTRI FRATELLI CHE CI STANNO INTORNO>. Solo cosi’ la <scienza> diventa <sapienza> che si acquisisce, sempre secondo San Bernardo, <grazie alla mente disposta all’amore ed alla buona coscienza>. BEN VENGA QUINDI LA SCIENZA SE SERVE COME RICERCA DELLA SAPIENZA, perché con la sola scienza l’umanità ha prodotto l’illuminismo. E francamente non so se l’illuminismo sia stato un gran beneficio per l’umanità: bisognerebbe chiederlo a tutti quelli che sono stati ghigliottinati nel nome di tale ideologia”.

RISPOSTA NO. 11 del signor Luigi Totano, dal titolo “Dipende dall’uso”:

“La tecnologia, in sé, non è né buona né cattiva: dipende dall’uso che se ne fa. Se impiegata per potenziare le possibilità dell’uomo a fare il bene, è grandiosa; se invece è usata per fare del male, E’ DEVASTANTE. MA SOPRATTUTTO E’ IMPORTANTE CHE VENGA SEMPRE CONSIDERATA UN MEZZO AL SERVIZIO DELL’UOMO E MAI UN FETICCIO CHE LO PADRONEGGI. E’ come un vestito che può rendere più bello o più brutto un uomo, ma è sempre e solo un vestito”.

RISPOSTA NO. 12 del signor Stefano Galletta, dal titolo “Prima l’uomo”:

“Credo nella scienza e nella tecnologia, ma credo ben prima e ben più in ciò che ad esse dà un significato: L’INTELLIGENZA E IL SENSO PROFONDO E PIENO DELL’UOMO”.

RISPOSTA NO. 13 del signorGiovambattista Sabatelli, dal titolo “Un nuovo mostro sacro”:

“LA TECNOLOGIA E’ UN MOLOCH, IL NOSTRO MOSTRO SACRO: NON LA UTILIZZIAMO, MA NE SIAMO ASSERVITI. E’ COME PER COLORO CHE HANNO ACQUOISTATO UNA MACCHINA NUOVA, E CHE CONTINUAMENTE LA RIMIRANO E LA LUCIDANO, GUAI SE C’E’ UN GRAFFIO: HANNO PERSO DI VISTA CHE L’AUTO E’ APPUNTO UNA MACCHINA AL NOSTRO SERVIZIO, E NON NOI AL SUO. FERMIAMOCI UN ATTIMO, E CONTEMPLIAMO QUELLO CHE CI CIRCONDA: FORSE RITROVEREMO SIA DIO CHE NOI STESSI”.

RISPOSTA NO. 13, ed ultima, del signor Stefano Camerini, dal titolo “Utile, ma attenti a dipenderne”:

“La tecnologia è utile MA LA DIPENDENZA DA ESSA CI SVUOTA DELLA NOSTRA IDENTITA’. Io ho fatto la (difficile) scelta di non possedere un cellulare perché CREDO CHE LA DIPENDENZA PSICOLOGICA CHE SI CREA SIA ESTREMAMENTE DANNOSA”. Il fatto di non sentirsi mai effettivamente <da soli>, ma sempre potenzialmente in compagnia, crea una sorta di dipendenza dagli altri e di paura della solitudine, quando invece i miei momenti non li baratterei con nulla al mondo. Ma comunque bisogna prestare un po’ più di attenzione al proprio tempo!”.

FINE DELLE SUDDETTE 13 RISPOSTE DI CUI ALLA PAG. 35 DI “AVVENIRE” DEL 29 APRILE 2006

Non vi è dubbio alcuno che tutte le suddette risposte siano sostanzialmente sulla stessa lunghezza d’onda del “Blind” e del fine per il quale il sottoscritto realizzò a suo tempo detto dispositivo, ovvero per non essere schiavi della macchina (televisore). Tale posizione traspare un po’ dappertutto, ma in maniera lampante dalle lettere(“Un nuovo mostro dei signori Luigi Totano,(“Dipende dall’uso”), Giovambattista Sabatelli (“Un nuovo mostro sacro”) e Stefano Camerini (“Utile, ma attenti a dipenderne”).

Pertanto, onestà informativa avrebbe voluto che il titolo da dare a detta pagina 35 fosse “Tecnologia: straordinaria e utile, ma a grave rischio dipendenza”. Ma siccome l’informazione da Lei fatta, dottor Boffo, è informazione sostanzialmente e sistematicamente non onesta, ove viene furbescamente e squallidamente sfruttata l’indifferenza dei lettori, ed il poco tempo dagli stessi destinati all’approfondimento del giornale, è stata da Lei del tutto omessa, in detto titolo, la critica più importante espressa dai lettori, appunto quella riguardante la dipendenza dalla tecnologia (e quindi dalle varie “macchine”) e scelto come titolo “Tecnologia: straordinaria e utile, ma non sazia la vita”, come per dire: <Ottima la tecnologia, ma non è sufficiente per soddisfarci”. Cosa c’entra la non totale soddisfazione, raggiungibile da parte dell’uomo tramite la tecnologia, con il fatto del pericolo, gravissimo, che l’uomo ne diventi dipendente, dottor Boffo?

Come vede, Lei ha deciso volutamente di fuorviare il lettore dal problema primario e fondamentale: la dominanza della macchina sull’uomo.

Passo ora al “Mattutino” di oggi, di Monsignor Ravasi, dal titolo “Colloquio con l’anima”.

INIZIO “MATTUTINO”:

“<Le poche cose che ora io scrivo, intendo, o Anima mia, che siano per Te sola. Tu, la più parted el tempo, sei ciecamente perduta dietro alle basse e troppo vili cose di questo mondo, che è tutto vanità, che svanisce come il fumo e, come l’erba, si dissecca>.

Ho nutrito sempre simpatia per la figura e l’opera di Antonio Rosmini, uomo di pensiero e di fede, così come ho amato quel rosminiano straordinario che è stato Clemente Rebora e ho stimato l’altro rosminiano noto, il vescovo Clemente Riva. Ai <Colloqui con l’anima sua> del filosofo roveretano ottocentesco attingo ora per una meditazione semplice a duplice profilo. Da un lato, le parole citate sono un invito al dialogo interiore con la propria anima. QUANTE SONO LE PERSONE CHE SANNO FARE ANCORA L’ESAME DI COSCIENZA al termine di una giornata o di un periodo di attività e di impegni? Stare in silenzio per pochi minuti è ormai un esercizio quasi impossibile e considerato improduttivo in una società così superficiale e frenetica. D’altro lato, Rosmini svela la ragione profonda di questa incapacità. ESSA E’ NELLA <COSIFICAZIONE> DELL’ANIMA, che si abbassa al livello delle cose, del piacere,immediato, della materialità greve. NON E’ PIU’ NUTRITA DI SPIRITUALITA’, DI VIRTU’, DI AMORE E QUINDI SI INTISICHISCE, NON HA PIU’ SUSSULTI MORALI. S. Caterina da Siena, che oggi la liturgia commemora, scriveva: <L’anima è un arbore fatto per amore e perciò non può vivere altro che d’amore>. IN QUESTA LUCE, PRIMA ANCORA DI PREOCCUPARSI DELLE MALATTIE DELLA <PSICHE>, DOVREMMO ESSERE ATTENTI ALLE DEGENERAZIONI DELL’ANIMA QUANDO ESSA PERDE LA SUA TENSIONE SPIRITUALE ED ETICA E SI RIDUCE A UNA LARVA, GRIGIA COME LE COSE, INCONSISTENTE COME IL FUMO, VUOTA COME UN TRONCO ARIDO”.

FINE “MATTUTINO”.

Mi piace ripetere il seguente passaggio di Ravasi:

“In questa luce, prima ancora di preoccuparsi delle malattie della <psiche>, dovremmo essere attenti alle degenerazioni dell’anima…>.

A tal riguardo, Le rammento, dottor Boffo, quando Lei, alcuni anni fa, mi invitò al telefono a “farmi curare”, intendendo con ciò che, secondo Lei, il sottoscritto era matto, o comunque soffriva di disturbi psichici e mentali gravi che lo avevano portato a perseguire la propria battaglia per il “blind”.

Orbene, a detta di Monsignor Ravasi, sembrerebbe che ancor più grave, ammesso e non concesso che io sia di ciò sofferente, è l’avere l’anima degenerata, come, secondo me, Lei ha.

A riguardo, ritengo inutile invitarLa a rifletterci su, e ciò in quanto, con uno come Lei, non vi è alcuna speranza che la Sua anima possa rigenerarsi (grazie ad un accurato esame di coscienza tanto auspicato da Ravasi), a causa della troppa Sua superbia mista ad uno smisurato complesso di superiorità.

Lei si crede sicuramente un essere superiore, e ciò ha prodotto effetti devastanti in seno alla Chiesa, per quanto concerne il mio caso.

Attraverso lo stesso è stato da me infatti più che sufficientemente provato che la falsità e la non onestà d’informazione, derivanti da una grave connivenza con gli interessi mediatici, da parte dei mezzi d’informazione cattolici, non vengono, nell’arco di tanti anni, assolutamente combattuti dai vertici della Chiesa e del Vaticano, ed i responsabili di tali comportamenti non vengono minimamente sanzionati e rimossi, come si dovrebbe, dalle loro cariche.

Ahimè, , nemmeno dai Papi (mi sono rivolto a due di loro, infatti). Forse le incombenze dei Papi sono troppe, e di gran lunga più importanti del caso in questione perché gli stessi siano in grado di seguire il caso, ma il risultato, ancora ahimè, è stato quello sopra illustrato: la totale perdita di immagine e di credibilità da parte della istituzione della Chiesa cattolica.

Distinti saluti.

Mario Samarughi

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Fax di no. 3 f ogli URGENTISSIMO

Il 30 aprile 2006

Egregio dottor

Dino Boffo, Direttore di “Avvenire”

Fax: 02.678.0502

p.c. Sua santità Papa Benedetto XVI

p.c. Per i seguenti Cardinali:

Loro Eminenze cardinali Angelo Sodano, Camillo Ruini, Giovanni Battista Re,

Raffaele Martino, Paul Poupard, Dionigi tettamanzi, Angelo Scola, Ersilio Tonini,

Ennio Antonelli; Caffarra.

p.c. Per i seguenti Monsignori:

Loro Eccellenze Monsignori John P. Foley, Claudio Giuliodori, Gianfranco Ravasi, Francesco Cacucci, Angelo Comastri.

Egregio dottor Boffo,

mi riferisco alla pagina 6 di “Agorà Domenica”, inserto domenicale di “Avvenire”: la stessa è totalmente dedicata al problema del risparmio energetico, con articolo centrale dal titolo “Bolletta: col risparmio energetico si può tagliare, e senza troppa fatica”, a firma Edoardo Castagna, titolo che così continuerà nei sottotitoli: Con il petrolio ai massimi storici i conti (domestici e nazionali) rischiano di non tornare più. Però c’è una miniera nascosta: i consumi quotidiani. NON E’ NECESSARIO TIRARE LA CINGHIA, MA SOLTANTO EVITARE DI BUTTARE ELETTRICITA’ PER NIENTE, COME FACCIAMO TUTTI I GIORNI”.

Riporto qui detto articolo:

”Una bolletta salata non è una calamità naturale, contro la quale siamo indifesi. E’ colpa nostra ( e soprattutto Sua, dottor Boffo, grazie alla Sua omertà NDR). Una colpa collettiva, dovuta a politiche energetiche miopi (e ad accomunati silenzi criminali, tra cui i Suoi, dottor Boffo NDR). Ma anche una colpa individuale, legata allo scialo di elettricità che ogni famiglia perpetra quotidianamente (che ipocrita, dottor Boffo! NDR). Per lungo tempo – tutto il Novecento – l’energia è stata a basso costo. Nonostante le ansie dovute alla fluttuazione del suo prezzo, il petrolio si è rivelato la risorsa più economica e facile da reperire per i nostri bisogni, civile ed industriali. Ha liberato l’Occidente dalla schiavitù del lavoro manuale o animale e ha consentito un balzo in avanti – nel tenore di vita, nella salute, nell’economia – senza eguali. Ma il petrolio sta finendo. E quello che resta sarà sempre più caro. L’impennata dei prezzi di questi giorni, con il greggio ai massimi storici, ha rilanciato i dibattiti sulla necessità di liberarci dalla dipendenza dal petrolio. Ma le alternative non convincono. L’eolico e il solare scontano il doppio limite dei costi e dell’impossibilità di tappezzare l’Europa di mulini e pannelli. Il nucleare è ormai sicuro, ma le scorie radioattive continuano a suscitare dubbi. L’idrogeno è una prospettiva lontana. Le strade più immediatamente praticabili – gas, carbone <pulito> - rischiano di riproporre gli stessi problemi del greggio.L’ingegno umano scoverà senza dubbio una soluzione, prima o poi. Il problema sono i tempi. E’ probabile che l’apporto del petrolio, sempre più caro via via che si esauriranno le scorte , calerà progressivamente, e lascerà il posto ad un’insieme di fonti di elergia diverse. Il rischio è di arrivare troppo tardi, e di dover fare i conti con una crisi petrolifera di gran lunga peggiore di quella degli anni Settanta. A spaventare non sono solo i consumi attuali, già enormi, ma anche il loro tasso di crescita. Non paghi di succhiare ottantacinque milioni di barili di petrolio al giorno, ne vogliamo sempre di più. E ALLORA L’ENERGIA VA RISPARMIATA. IN OGNI CASA. Non si tratta di draconiane misure di austerità, e nemmeno di un ritorno alle limitazioni sperimentate con successo negli anni Settanta. BASTA SOLTANTO DI NON SCIALACQUARE. Con buona pace dei profeti del declino italiano, I CITTADINI DEL BEL PAESE BUTTANO LETTERALMENTE I SOLDI DALLA FINESTRA. E la bolletta – domestica e nazionale - continua a salire. Con il petrolio a quota 90 dollari al barile – ci arriveremo, è inevitabile – ogni famiglia pagherà 234 euro in più. Ma non è una condanna: PER EVITARLO BASTA QUALCHE PICCOLA ATTENZIONE ALLA PORTATA DI TUTTI, COME QUELLE CHE PROPONIAMO QUI SOTTO. QUANTO SI PUO’ RISPARMIARE, ANCHE SOLO CON LE AZIONI PIU’ PICCOLE E BANALI, HA DEL PRODIGIOSO: il diciotto per cento del fabbisogno nazionale, cinquecento euro l’anno nella bolletta famigliare. IL RISPARMIO ENERGETICO NON E’ SOLO UTILE PER LA COLLETTIVITA’, NON E’ SOLO MORALMENTE DOVEROSO. CONVIENE.

A COSTO ZERO: DAL TELEVISORE IN STAND-BY ALLA BRINA NEL FRIGO, QUANTO SI RISPARMIA SENZA FARE NULLA:

SPEGNERE IL TEELVISORE NON E’ FATICOSO. CI SI ALZA E SI PREME UN TASTO. MA PER I PIGRI ITALIANI ANCHE QUESTO E’ TROPPO., MEGLIO USARE IL TELECOMANDO. COSI’ PERO’ IL TELEVISORE NON E’ PROPRIO SPENTO: E’ IN STAND-BY, CHE NON E’ LA STESSA COSA. QUELLA LUCINA ROSSA COSTA. TRENTA EURO L’ANNO, HA CALCOLATO L’ENEA. Altrettanto per il videoregistratore o per il computer, un po’ meno (quindici euro) per l’hi-fi. Totale, centocinque euro, sempre secondo i calcoli Enea pe runa famiglia tipo. E senza contare gli stand-by invisibili, come quelli dei caricabatteria per telefonini, iPod, palmari, portatili…Anche quando non ricaricano il relativo aggeggio, succhiano energia; SI CALCOLA CHE IL QUINDICI PER CENTO DELL’ELETTRICITA’ CHE PAGHIAMO SI SPERDE COME CALORE INUTILE”.

FINE DEL SUDDETTO ARTICOLO.

Ebbene, dottor Boffo, stramaledetti siano i Suoi silenzi a riguardo, accomunatissimi con la lobby che non vuole il “Blind”! Sta proprio in buona compagnia, assieme a quelli ai quali non importa un fico secco del bene sociale, e che guardano unicamente ai loro sporchi profitti. Bravo!

Sono anni, esattamente dal 2001, quindi sono cinque anni, che vado informando sul fatto che grazie al “Blind” si avrebbe un risparmio energetico annuale, solamente per quanto concerne il paese Italia, di centinaia di milioni di Euro, ripeto ogni anno, sempre invano. Esattamente da un minimo di cinquanta milioni di Euro ad un massimo di duecentocinquanta milioni di Euro.E’ da cinque anni che vado informandoLa della ricerca del Censis + Ucsi, del 2001, ove veniva appurato che il sessanta percento degli Italiani tiene acceso il proprio televisore tutto il santo giorno, dal mattino alla sera, solamente “per compagnia e/o per abitudine”, SENZA QUASI MAI VEDERLO. E’ da cinque anni che vado informandoLa sulla mia proposta, da me inoltrata al Ministero per le Attività produttive, sempre invano, che venga adottato il tasto “Blind” proprio al fine di risparmio energetico, visto che la gente si accontenta dell’audio, senza video. E’ da cinque anni che Lei mi tratta come un fantasma, in generale.

E’ per questo che Le dico: siano stramaledetti i Suoi silenzi sul “Blind”, con l’augurio che Lei venga cacciato al più presto dal posto che ricopre nel campo dell’informazione cattolica. Si tratta di mascalzonate fatte nei confronti della società tutta, con gravissimo danno morale e materiale.

Lei mi risponderà che non compete a Lei interessarsi del “Blind”: ed allora vada a dirigere un giornale della “Spectre”, e non della Chiesa, caro dottor Boffo!

Mario Samarughi

P.S. Colgo l’occasione per riportare qui di seguito un misero trafiletto, così piccolo che più piccolo non si può, guardacaso d’importanza enorme, pubblicato oggi 30 aprile 2006 a pag. 23 di “Avvenire”, dal titolo “Navarro: dalPapa molta attenzione ai mass media”. ‘ il seguente:

”<Ho trovato in Benedetto XVI, anche prima di essere eletto Papa, UNA GRANDE SENSIBILITA’ VERSO IL MONDO DEI MEDIA>. Lo ha detto il portavoce della sala stampa vaticana Joaquin Navarro Valls chiudendo, presso la Pontificia Università della Santa Croce, il quinto Seminario professionale sugli uffici di comunicazione della Chiesa. <IERI POMERIGGIO – ha aggiunto Navarro – SONO STATO CON IL PONTEFICE A “RISPONDERE” ESCLUSIVAMENTE DI MEDIA. VEDO IN LUI UNA GRANDE SENSIBILITA’ VERSO TUTTO QUESTO MONDO>”.

Mi auguro che questo sia il segnale che La porti, dottor Boffo, a preparare le valigie. Me lo auguro di cuore. Troppi i danni da Lei fatti.

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