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Blind, per ritornare a vedere


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DA PARTE DI TUTTI I MEZZI D'INFORMAZIONE, NESUSNO ESCLUSO, SULLA PRESENZA DI TELEVISORE SUL CRUSCOTTO DAVANTI DELL'AUTO, E SULLA TOTALE MANCANZA DI REGOLAMENTAZIONE MINISTERIALE A RIGUARDO. CONCLUSIONE: LICENZA DI GUARDARE LA TV DURANTE LA GUIDA DELL'AUTO E QUINDI LICENZA DI UCCIDERE E DI UCCIDERSI. CHIEDO MOBILITAZIONE A RIGUARDO, SE VI PREME LA VITA VOSTRA, DEI VOSTRI FIGLI, DEI VOSTRI CONGIUNTI.

oggi 2 maggio 2006 in seno alla trasmissione radiofonica di Raiuno dal titolo "Istruzioni per l'uso", condotta da Emanuela Falcetti, che va in onda ogni giorno feriale, dalle ore 6 alle ore 6.50 del mattino, è stato tra l'altro affrontato il grave problema delle vittime della strada, quest'oggi specificatamente per quanto riguarda la distrazione causata dalla troppa tecnologia presente sul cruscotto davanti delle auto, vedi navigatore satellitare, ed i troppi tasti colà presenti. Orbene, mentre si è arrivati persino ad imputare i tasti della radio quale causa di incidente (in quanto il conducente si distrae dalla guida nel cercare la stazione radiofonica che gli aggrada), assolutamente nulla ancor auna volta è stato detto, da alcuno degli ospiti invitati a partecipare alla discussione, ed in primis dalla Falcetti, riguardo la presenza di televisore sul cruscotto davanti nell'assoluta mancanza di regolamentazione da parte del ministero dei trasporti e quindi con totale licenza da parte dello stesso di guardare la TV durante la guida dell'auto. Si tratta di una omertà estrememente inquietante in quanto del tutto accomunata, mess ain atto dai mezzi d'informazione, nesusno escluso (vedi ad esempio "Avvenire" e le mie denuncie nei confronti del direttore dello stesso, dottor Boffo, il quale pur a perfetta conoscenza del problema, da tre anni, se ne sta ermeticamente zitto, criminalmente. Chiedo mobilitazione a riguardo. Grazie.

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Fax di no. 3 fogli URGENTISSIMO

Il 4 maggio 2006

Egregio dottor

Dino Boffo

Direttore di “Avvenire”

Fax: 02.678.0502

p.c. Sua santità Papa Benedetto XVI

p.c. Per i seguenti Cardinali:

Loro Eminenze cardinali Angelo Sodano, Camillo Ruini, Giovanni Battista Re,

Raffaele Martino, Paul Poupard, Dionigi tettamanzi, Angelo Scola, Ersilio Tonini,

Ennio Antonelli; Caffarra.

p.c. Per i seguenti Monsignori:

Loro Eccellenze Monsignori John P. Foley, Claudio Giuliodori, Gianfranco Ravasi, Francesco Cacucci, Angelo Comastri.

Egregio dottor Boffo,

mi riferisco alla pagina “Portaparola” pubblicata su “Avvenire” di mercoledì 3 maggio 2006, ed in particolare all’articolo centrale dal titolo “In parrocchia: un servizio che muove tutta la pastorale”, a firma Sara Santinelli. Tengo qui a riportarlo interamente:

INIZIO ARTICOLO:

”<IGNORARE IL MONDO DELLA COMUNICAZIONE, O SEMPLICEMENTE SOTTOVALUTARE LA SUA CAPACITA’ DI INCIDERE SULLE COSCIENZE, SIGNIFICA PRECLUDERSI OGNI POSSIBILITA’ DI EVANGELIZZARE LA CULTURA MODERNA>. Ad affermarlo è il Direttorio delle Comunicazioni sociali (vedi Monsignor Claudio Giuliodori NDR) : la Chiesa deve diventare protagonista nel dibattito culturale, imparando il linguaggio dei media e sfruttandone le potenzialità. SIAMO IN QUESTO TEMPO CARATTERIZZATI DALLA FORZA PREPOTENTE DEI MEDIA E NON POSSIAMO AGIRE COME SE COSI’ NON FOSSE. Eppure, quando nelle parrocchie si comincia a parlare di pastorale della cultura, c’è chi non ne vede la necessità, chi pensa che sia roba da intellettuali. La difficoltà è dovuta anche al fatto che stiamo movendo i primi passi in questa direzione (sic! NDR), si tratta ancora di attività pionieristiche (sic sic” NDR), per cereti versi un po’ incomprese (si vanno a cercare scuse, in totale malafede NDR). Un equivoco a cui spesso si assiste è quello di credere che si tratti di una nuova branca della pastorale. Ma non è così. Il suo obiettivo è quello di dare SPESSORE CULTURALE a tutta l’azione della Chiesa, non è un settore nella missione evangelizzatrice, è piuttosto un modo nuovo di pensarla, realizzarla e viverla, è lo sfondo su cui operare. E sta qui la ragione per cui questa non è <ROBA DA INTELLETTUALI>, ma responsabilita’ di tutta la comunita’. Prendiamo una delle attività classiche che si svolgono in una parrocchia: il catechismo. CI TROVIAMO TRA LE MANI PER UNA DUE ORE A SETTIMANA DEI RAGAZZINI IMBEVUTI DI TELEVISIONE, ABITUATI AL CHIASSO E ALLA VELOCITA’, SPESSO DISAMORATI VERSO TUTTO CIO’ CHE DURA, CHE RICHIEDE TEMPO E RIFLESSIONE. I catechisti lo sanno bene che il Vangelo qui rischia di non mettere radici. SE LE CAPACITA’ RECETTIVE DEI BAMBINI SONO INFLUENZATE DAI MEDIA, DOBBIAMO TENERNE CONTO E SFRUTTARE I MEZZI CON CUI SONO ABITUATI AD INTERAGIRE: VIDEOCASSETTE, DVD, LIBRI, INTERNET…SAREMO UNA VOCE IN MEZZO A MOLTE, MA I NOSTRI BAMBINI INCIAMPERANNO ANCHE NEL NOSTRO MESSAGGIO, OLTRE CHE IN QUELLO DEGLI ALTRI (insomma, anche la Chiesa si mette ad invitare a “Rimanete con noi”, che errore!!! NDR). E non è detto che dobbiamo essere solo fruitori di questi mezzi, possiamo esserne anche gli attori: un giornalino da far costruire ai ragazzi può essere una straordinaria esperienza educativa. Ma per poter fare questo, i catechisti devono essere preparati, e non solo tecnicamente: si tratta piuttosto di saper leggere i tempi e saper agire di conseguenza, facendo ai ragazzi che ci sono affidati proposte immediate ed accattivanti, senza per questo <annacquare> il messaggio evangelico ma aiutandolo a far breccia. UN ALTRO ESEMPIO: LA PASTORALE FAMILIARE. OGNI FAMIGLIA SI INCONTRA, E SI SCONTRA, CON I MASS-MEDIA. LA TELEVISIONE CI PROPINA PROGRAMMI CHE SPESSO VEICOLANO MESSAGGI POTENZIALMENTE DEVASTANTI. Su Internet si trova di tutto, nel bene e nel male. E poi, libri riviste e GIORNALI spesso chiassosi e superficiali, IN CERTI CASI BUGIARDI (senti chi parla!!! NDR. Direi non solo “in certi casi”, visto che l’Italia è risultata Paese al settantaseiesimo posto, per quanto concerne la libertà di informazione e la qualità della stessa NDR). IL PROBLEMA SI PONE SOPRATTUTTO PER CHI E’ GENITORE. SERVE DOTARE I NOSTRI FIGLI, E NOI STESSI, DI UNO SPIRITO CRITICO E DI UN SALUTARE ANTICONFORMISMO ( E allora, dottor Boffo, cosa aspetta a denunciare l’impossibilità di oscurare il teleschermo e quindi di dominare e governare compiutamente il mezzo televisivo??? Tutte queste mi sembrano soltanto belle parole, e nulla più, come al solito NDR). SERVE PARLARE DI TV, ANALIZZARE I CONTENUTI DEI GIORNALI, CAPIRE I MECCANISMI DELLA PUBBLICITA’, PER ESSERE FRUITORI COMPETENTI, SVEGLI E SMALIZIATI ( e questo viene fatto dalla trasmissione televisiva settimanale “Il Grande Talk”, su “Sat2000”, ma perché non è stato scritto, in seno al presente articolo, che serve ANCHE dotare gli utenti televisivi di strumentazione tecnica mancante, quale il “Blind” o qualsiasi altro dispositivo atto a spegnere la luce catodica, e solo quella??? Vede come Lei continua a fare il gioco delle tre carte, dottor Boffo, vergognosamente?!! NDR). Come? Invitando nelle nostre comunità esperti in materia, ad esempio. Anche proporre, e sostenere, media <sani> è un metodo concreto per favorire una possibilità di scelta. Un’altra realtà da coinvolgere in questa azione pastorale è quella dei giovani. Una riflessione culturale e comunicativa ha le potenzialità per divenire un fermento straordinario, se applicata alla passione di un giovane. E’ l’occasione per dare spessore culturale a una fede spesso vissuta con entusiasmo, ma bisognosa di maturazione e di inserirsi in una visione organica del mondo. CONCERTI, CINEMA, MOSTRE, DIBATTITI, E CHI PIU’ NE HA PIU’ NE METTA, POSSONO DIVENTARE IMPORTANTI OCCASIONI DI CRESCITA. (Ma mi faccia il piacere! Ancora siamo ai convegni ed ai dibattiti! E’ da cinquant’anni che stiamo dibattendo sulla “TV violenta”, ed ecco i risultati! Il punto è: c’è onestà nel dibattere, oppure vi è disonestà e malafede? Per ora ogni dibattito è stato pilotato al fine di lasciare le cose come stanno. NDR). E’ chiaro dunque che tutta la comunità, parrocchia, diocesi o movimento che sia, è coinvolta in questo, perché niente di quello che la Chiesa fa o dice può più prescinderne (speriamo, ma non sembra da come è scritto il presente articolo, troppo ambiguo ec he ancora una volta rifugge dalla verità NDR). OGGI E’ DENTRO LA CULTURA MEDIALE CHE SIAMO CHIAMATI AD ESSERE SALE DELLA TERRA, CON TUTTO QUELLO CHE CI SUGGERISCE LA CREATIVITA’ EVANGELICA. TUTIT DOBBIAMO PORCI LA DOMANDA CHE SI PONEVA GIOVANNI PAOLO II: <DA QUESTA GALASSIA DI IMMAGINI E DI SUONI, EMERGERA’ IL VOLTO DI CRISTO?>. NOSTRO COMPITO E’ FAR SI’ CHE QUESTO ACCADA”

FINE ARTICOLO.

( e allora, dottor Boffo, cominci a battersi perché la gente possa rispondere a quella massa di immagini, nella massima libertà: accettandole oppure respingendole e rispedendole al mittente. Per ora la gente può solamente accettare, quella massa di immagini. Credo che i Suoi silenzi e boicottaggi sul “Blind” abbiano di fatto tradito quel grande Papa che è stato Giovanni Paolo II. Non vi è dubbio alcuno, infatti, che lui si era espresso totalmente a favore di detta libertà tecnica. Siete stati voi, dei media, che avete remato contro, perché non volete consentirla, quella libertà, innanzi tutto per questioni accomunate di potere. E allora, se La finisca di scrivere tutte queste belle parole e passi ai fatti, se ha un minimo di rispetto per quel Papa, e per questo nuovo Papa, anch’egli estremamente interessato al problema dei media. Se La finisca di ingannare i lettori, La prego!

Distinti saluti.

Mario Samarughi

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Fax di no. 2 fogli URGENTISSIMO

Il 5 maggio 2006

Egregio dottor

Dino Boffo

Direttore di “Avvenire”

Fax: 02.678.0502

p.c. Sua santità Papa Benedetto XVI

p.c. Per i seguenti Cardinali:

Loro Eminenze cardinali Angelo Sodano, Camillo Ruini, Giovanni Battista Re,

Raffaele Martino, Paul Poupard, Dionigi tettamanzi, Angelo Scola, Ersilio Tonini,

Ennio Antonelli; Caffarra.

p.c. Per i seguenti Monsignori:

Loro Eccellenze Monsignori John P. Foley, Claudio Giuliodori, Gianfranco Ravasi, Francesco Cacucci, Angelo Comastri.

Egregio dottor Boffo,Egregio dottor Boffo,

mi riferisco alla lettera del Signor Mario Grosso, di Gallarate (Va), e della Sua risposta alla stessa, pubblicate entrambe con il titolo “Morti sulle strade: battere l’assuefazione” su “Avvenire” di ieri 4 maggio 2006 in seno alla rubrica “Forum, il direttore risponde”, pag. 35-

Detta lettera del Signor Grosso, come facilmente intuibile dal titolo sopra riportato, si riferisce al gravissimo problema delle vittime della strada, mai veramente risolto e che ricaccia drammaticamente, nonostante il nuovo codice varato nel 2003 dal ministro Lunardi.

Inutile riportare qui la suddetta lettera, interamente: mi limito a riportare il seguente passaggio:

”Se si ponessero limiti adeguati alla realtà, si effettuassero controlli sufficienti, si sanzionassero i comportamenti sconvenienti (dal passaggio col rosso, al sorpasso a destra, ALL’INCOSCIENTE CONVERSAZIONE TELEFONICA E VIA ELENCANDO)…non si avrebbero delle velocità incongrue e un traffico disordinato. Penso che gli incidenti diminuirebbero drasticamente..” ecc. ecc. ecc.-

Ancora una volta, dunque, si parla solamente del telefonino in macchina, e non della televisione in macchina, ancor più pericolosa in quanto presente sul cruscotto davanti e quindi visibilissima dal conducente.

Tengo invece a riportare per intero la Sua risposta, a pochissimi giorni da una mia a Lei inviata proprio riguardo il suddetto problema, nella quale non esitavo a ripeterLe cheil Suo è un comportamento criminale, a livello d’informazione.

Lei, a distanza di pochissimi giorni, ha la tracotanza di ripetere detto comportamento criminale, continuando a fare silenzio su quanto da me denunciatoLe innumerevoli volte, da tre anni a questa parte, ovvero sulla totale mancanza di regolamentazione ministeriale relativa alla presenza di televisore sul cruscotto davanti dell’auto.

INIZIO SUA RISPOSTA AL SIGNOR MARIO GROSSO:

“L’ultimo fine settimana ha confermato che sono venuti meno i benefici riscontrati in concomitanza con l’introduzione della patente a punti quanto a riduzione del numero degli incidenti e delle vittime. Sulle strade si muore, e non per una sciagurata casualità, ma perché la velocità è eccessiva, non si rispettano le regole più elementari di sicurezza, chi guida non è in condizioni per farlo. BEN VENGANO QUINDI NUOVE IDEE – come le Sue, caro Grosso – E MISURE CHE AIUTINO A RIDURRE LA LISTA DEI DECEDUTI SULL’ASFALTO E QUELLA, ANCOR PIU’ NUTRITA, DI FERITI E INVALIDI regalati con prodigalità dall’asfalto (ma quella mia non La dice, vero dottor Boffo? I lettori se la devono inventare, vero? NDR). E’ IMPORTANTE CHE L’ATTENZIONE SI SOPISCA, mitridatizzata, assuefatta allo stillicidio di <stragi>, <ecatombe>, <tragedie>: come i morti di Nasiriyah e di Ischia ci hanno giustamente sconvolto, devono scuoterci anche quelli di Grottaglie (i lettori, ma non Lei, dottor Boffo, che più falso e cinico non potrebbe essere. Questo è quanto insegna la religione cattolica??? Sono questi i sentimenti dettatici da Gesù??? NDR). NON CI SI PUO’ TRINCERARE NEL FATALISMO (m aLei da sei anni si trincera in chissà quale falsa giustificazione, dei Suoi silenzi sul “Blind” e su tutot il resto che ne consegue NDR). Le strade possono essere più sicure; il numero degli incidenti e delle vittime può essere drasticamente ridotto. Per ottenere questo risultato, bisogna innanzitutto reinnestare la percezione diffusa che si fa sul serio, che si vogliono aggredire le circostanze che favoriscono il verificarsi di incidenti (ma cosa è, un messaggio in codice ai Suoi colleghi ed alla lobby delle auto e della televisione??? NDR), che misure severeo anche drastiche, se riescono a salvare delle vite, non vanno rigettate come vessazioni. Esempi: se guardiamo all’estero, ne esistono a iosa. I denominatori comuni sono: controllo del traffico (con diffusione sempre più capillare di apparecchiature a tecnologia laser), lotta all’alcol, sanzioni severe. Sono tutti aspetti che da noi richiedono potenziamento ed accelerazioni, senza indulgenze – fa specie ascoltare per radio l’elenco delle regioni in cui è <potenziato> il controllo della velocità -. Non so se sia auspicabile arrivare alle sanzioni adottate di recente nel Regno Unito, dove al rilievo di un’infrazione, se patente o assicurazione risultano non in regola, l’auto viene seduta stante inviata alla demolizione, MA CERTO I MORTI A DECINE CONTEGGIATI OGNI FINE SETTIMANA DEVONO SCUOTERE NOI E LE ISTITUZIONI”.

FINE RISPOSTA DEL DOTTOR BOFFO AL SIGNOR GROSSO.

Orbene, tali protratti silenzi sono indefinibili, e non hanno bisogno di alcun commento. Comunque, la responsabilità a questo punto non solo ce l’ha Lei, che tiene così accanitamente silenzio su di uno scandalo pubblico che andrebbe di dovere denunciato (ed andava denunciato già tre anni fa ma, sia pur indirettamente (ma sostanzialmente, soprattutto per chi sta lassù e ci giudica), anche chi è sopra di Lei nella gestione generale e nel controllo del quotidiano “Avvenire”. Non solo: la responsabilità la hanno anche tutti coloro che, pur a conoscenza di tali silenzi, assolutamente nulla hanno fatto e continuano a fare al fine che fosse posto termine agli stessi. Quel bambino che sia rimasto vittima di un incidente stradale, o peggio ancora che si ritrovi sulla sedia a rotelle, forse avrebbe potuto non morire, forse avrebbe potuto non essere rovinato nella sua esistenza, se si fosse parlato, se si fosse denunciato, se ci si fosse attivati contro questa vergogna del silenzio e della omertà, che ormai La identifica, dottor Boffo.

Così io la penso.

Mario Samarughi

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SCUASTE MA NON L'AVEVO CORRETTA PRIMA DI POSTARLA.

Fax di no. 2 fogli URGENTISSIMO

Il 5 maggio 2006

Egregio dottor

Dino Boffo

Direttore di “Avvenire”

Fax: 02.678.0502

p.c. Sua santità Papa Benedetto XVI

p.c. Per i seguenti Cardinali:

Loro Eminenze cardinali Angelo Sodano, Camillo Ruini, Giovanni Battista Re,

Raffaele Martino, Paul Poupard, Dionigi tettamanzi, Angelo Scola, Ersilio Tonini,

Ennio Antonelli; Caffarra.

p.c. Per i seguenti Monsignori:

Loro Eccellenze Monsignori John P. Foley, Claudio Giuliodori, Gianfranco Ravasi, Francesco Cacucci, Angelo Comastri.

Egregio dottor Boffo,Egregio dottor Boffo,

mi riferisco alla lettera del Signor Mario Grosso, di Gallarate (Va), e della Sua risposta alla stessa, pubblicate entrambe con il titolo “Morti sulle strade: battere l’assuefazione” su “Avvenire” di ieri 4 maggio 2006 in seno alla rubrica “Forum, il direttore risponde”, pag. 35-

Detta lettera del Signor Grosso, come facilmente intuibile dal titolo sopra riportato, si riferisce al gravissimo problema delle vittime della strada, mai veramente risolto e che riciccia drammaticamente, nonostante il nuovo codice varato nel 2003 dal ministro Lunardi.

Inutile riportare qui la suddetta lettera, interamente: mi limito a riportare il seguente passaggio:

”Se si ponessero limiti adeguati alla realtà, si effettuassero controlli sufficienti, si sanzionassero i comportamenti sconvenienti (dal passaggio col rosso, al sorpasso a destra, ALL’INCOSCIENTE CONVERSAZIONE TELEFONICA E VIA ELENCANDO)…non si avrebbero delle velocità incongrue e un traffico disordinato. Penso che gli incidenti diminuirebbero drasticamente..” ecc. ecc. ecc.-

Ancora una volta, dunque, si parla solamente del telefonino in macchina, e non della televisione in macchina, ancor più pericolosa in quanto presente sul cruscotto davanti e quindi visibilissima da parte del conducente.

Tengo invece a riportare per intero la Sua risposta, a pochissimi giorni da una mia a Lei inviata proprio riguardo il suddetto problema, nella quale non esitavo a ripeterLe che il Suo è un comportamento criminale, a livello d’informazione.

Lei, a distanza di pochissimi giorni, ha la tracotanza di ripetere detto comportamento criminale, continuando a fare silenzio su quanto da me denunciatoLe innumerevoli volte, da tre anni a questa parte, ovvero sulla totale mancanza di regolamentazione ministeriale relativa alla presenza di televisore sul cruscotto davanti dell’auto.

INIZIO SUA RISPOSTA AL SIGNOR MARIO GROSSO:

“L’ultimo fine settimana ha confermato che sono venuti meno i benefici riscontrati in concomitanza con l’introduzione della patente a punti quanto a riduzione del numero degli incidenti e delle vittime. Sulle strade si muore, e non per una sciagurata casualità, ma perché la velocità è eccessiva, non si rispettano le regole più elementari di sicurezza, chi guida non è in condizioni per farlo. BEN VENGANO QUINDI NUOVE IDEE – come le Sue, caro Grosso – E MISURE CHE AIUTINO A RIDURRE LA LISTA DEI DECEDUTI SULL’ASFALTO E QUELLA, ANCOR PIU’ NUTRITA, DI FERITI E INVALIDI regalati con prodigalità dall’asfalto (ma quella mia non La dice, vero dottor Boffo? I lettori se la devono inventare, vero? NDR). E’ IMPORTANTE IMPEDIRE CHE L’ATTENZIONE SI SOPISCA, mitridatizzata, assuefatta allo stillicidio di <stragi>, <ecatombe>, <tragedie>: come i morti di Nasiriyah e di Ischia ci hanno giustamente sconvolto, devono scuoterci anche quelli di Grottaglie (i lettori, ma non Lei, dottor Boffo, che più falso e cinico non potrebbe essere. Questo è quanto insegna la religione cattolica??? Sono questi i sentimenti dettatici da Gesù??? NDR). NON CI SI PUO’ TRINCERARE NEL FATALISMO (Ma Lei da sei anni si trincera in chissà quale falsa giustificazione, dei Suoi silenzi sul “Blind” e su tutto il resto che ne consegue NDR). Le strade possono essere più sicure; il numero degli incidenti e delle vittime può essere drasticamente ridotto. Per ottenere questo risultato, bisogna innanzitutto reinnescare la percezione diffusa che si fa sul serio, che si vogliono aggredire le circostanze che favoriscono il verificarsi di incidenti (ma cosa è, un messaggio in codice ai Suoi colleghi ed alla lobby delle auto e della televisione??? NDR), che misure severe o anche drastiche, se riescono a salvare delle vite, non vanno rigettate come vessazioni. Esempi: se guardiamo all’estero, ne esistono a iosa. I denominatori comuni sono: controllo del traffico (con diffusione sempre più capillare di apparecchiature a tecnologia laser), lotta all’alcol, sanzioni severe. Sono tutti aspetti che da noi richiedono potenziamento ed accelerazioni, senza indulgenze – fa specie ascoltare per radio l’elenco delle regioni in cui è <potenziato> il controllo della velocità -. Non so se sia auspicabile arrivare alle sanzioni adottate di recente nel Regno Unito, dove al rilievo di un’infrazione, se patente o assicurazione risultano non in regola, l’auto viene seduta stante inviata alla demolizione, MA CERTO I MORTI A DECINE CONTEGGIATI OGNI FINE SETTIMANA DEVONO SCUOTERE NOI E LE ISTITUZIONI”.

FINE RISPOSTA DEL DOTTOR BOFFO AL SIGNOR GROSSO.

Orbene, tali protratti silenzi sono indefinibili, e non hanno bisogno di alcun commento. Comunque, la responsabilità a questo punto non solo ce l’ha Lei, che tiene così accanitamente silenzio su di uno scandalo pubblico che andrebbe di dovere denunciato (ed andava denunciato già tre anni fa) ma, sia pur indirettamente - ma sostanzialmente, soprattutto per chi sta lassù e ci giudica -, anche chi è sopra di Lei nella gestione generale e nel controllo del quotidiano “Avvenire”. Non solo: la responsabilità la hanno anche tutti coloro che, pur a conoscenza di tali silenzi, assolutamente nulla hanno fatto e continuano a fare al fine che venga posto termine agli stessi. Quel bambino, a noi sconosciuto, che sia rimasto vittima di un incidente stradale, o peggio ancora che si ritrovi sulla sedia a rotelle, forse avrebbe potuto non morire, forse avrebbe potuto non essere rovinato nella sua esistenza, se si fosse parlato, se si fosse denunciato, se ci si fosse attivati contro questa vergogna del silenzio e della omertà, che ormai La identifica, dottor Boffo. Bastava uno a far scopiar elos candalo, ed invece nessuno si è mosso. Questo per amore di verità e di giustizia.

Così la penso io.

Mario Samarughi

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Fax di no. 2 fogli URGENTISSIMO

Il 6 maggio 2006

Egregio dottor

Dino Boffo

Direttore di “Avvenire”

Fax: 02.678.0502

p.c. Sua santità Papa Benedetto XVI

p.c. Per i seguenti Cardinali:

Loro Eminenze cardinali Angelo Sodano, Camillo Ruini, Giovanni Battista Re,

Raffaele Martino, Paul Poupard, Dionigi tettamanzi, Angelo Scola, Ersilio Tonini,

Ennio Antonelli; Caffarra.

p.c. Per i seguenti Monsignori:

Loro Eccellenze Monsignori John P. Foley, Claudio Giuliodori, Gianfranco Ravasi, Francesco Cacucci, Angelo Comastri.

Egregio dottor Boffo,

mentre al sottoscritto dovrebbe essere conferito il Premio Nobel, per aver realizzato un dispositivo atto a contrastare l’invasività della macchina televisore, dominandola e governandola più compiutamente nelle sue funzioni, a tutto vantaggio dell’economia nazionale, anzi mondiale, al contrario sia a Lei, dottor Boffo, che a tutti i Suoi disonorevolissimi colleghi direttori dei vari mezzi d’informazione, che da dieci anni state accomunatamente boicottando detto dispositivo, dovrebbe essere conferito il Premio Nobel per l’omertà, ed essere tutti mandati a casa per tradimento del bene del Paese Italia.

Mi riferisco all’articolo pubblicato a pag. 31 di “Avvenire” del 4 maggio 2006, dal titolo “Troppa TV deprime il Pil”, a firma di Gerolamo Fazzini, sottotitolo “Preferire il teleschermo ai rapporti umani veri ha un impatto negativo anche sull’economia: la felicità equivale al dieci per cento di reddito in più”. Tengo qui a riportarlo per intero:

INIZIO ARTICOLO:

“La saggezza popolare lo sostiene da sempre: <Chi trova un amico trova un tesoro>. Ora ad esserne convinti sono pure gli economisti. Due giovani professori universitari, Luigino Bruni e Luca Stanca, entrambi docenti di economia all’Università Bicocca di Milano, hanno provato a quantificarlo, questo <tesoro>. Finendo per scoprire un paradosso tipico della nostra epoca: pur sapendo che avere relazioni serene con familiari, amici e colleghi è un ingrediente indispensabile per dirsi felici, non si investe abbastanza energie e tempo nel conseguimento di questo obiettivo. SI PREFERISCE RIFUGIARSI DA <MAMMA TV>, surrogato per eccellenza di rapporti umani veri. L’ALTO CONSUMO DI TELEVISIONE PERO’, ALLA LUNGA, LASCIA DIETRO DI SE’ SOLITUDINE E INSODDISFAZIONE. A teorizzare tutto ciò non sono moralisti incalliti ( come mi si vorrebbe catalogare,per comodo NDR) o antiquati precettori, bensì due accademici. Che in tandem hanno curato due studi approfonditi,presto ospitati su prestigiose riviste scientifiche del settore. La domanda di fondo riecheggia quello che gli esperti chiamano il <paradosso di Easterlin>, dal nome dello studioso che per primo se ne interessò: perché,pur diventando più ricchi non siamo anche più felici? SE LA LETTERATURA PSICOLOGICA DEDICATA ALL’IMPATTO DELLA TELEVISIONE E’ STERMINATA, NON SI PUO’ DIRE CHE, SIN QUI, GLI ECONOMISTI SE NE SIANO OCCUPATI MOLTO. E invece, a quanto pare, c’è pane per i loro denti. <Nella prima ricerca – spiega Stanca – abbiamo misurato quanto pesino i <beni relazionali> (ossia la qualità dei rapporti umani) sul benessere individuale. E l’abbiamo fatto utilizzando la <World Value Survey>, ossia la più grande banca dati del mondo che identifica i valori in cui la gente si riconosce, estrapolando dati su un campione che oscilla tra cinquanta e ottantamila persone>. Se c’era bisogno di conferme a quello che l’esperienza comune suggerisce, i due studiosi l’hanno trovata, supportandola con inoppugnabili cifre e dettagliatissime tabelle: <L’aumento della relazionalità ha un impatto sulla felicità paragonabile a quello di un aumento del reddito del dieci per cento in termini relativi>. Sottola lente sono finite sia le attività di volontariato che esprimono la dimensione della gratuità, sia le relazioni che definiscono l’identità (familiari, amici…). <L’obiettivo – precisa Bruni – consisteva nell’identificare come si gioca il rapporto trai due termini. Si è più felici se si hanno più amici? Oppure: è più felice ha più amici? Probabilmente sono vere entrambe le cose, ma dalla nostra ricerca emerge chiara una relazione statisticamente significativa fra <beni relazionali> e <felicità>, al punto da poter parlare di un rapporto causa-effetto trai due fatti>. Luigino Bruni non nasconde una legittima soddisfazione: <Il nostro è il primo lavoro scientifico che associa in maniera esplicita i beni relazionali alla felicità e uno dei primi ad essere pubblicato sulle riviste che si occupano di letteratura socio-economica. Fin qui si faceva riferimento al concetto di beni relazionali senza che ne esistesse una <fondazione> adeguata. Ora possiamo dire che il tema della felicità pubblica (caro alla tradizione italiana, da genovesi in su) approda in una sede accademica importante>. Il secondo studio condotto dall’accoppiata Bruni- Stanca dimostra – anche qui con l’eloquenza stringente dei numeri – CHE A PARITA’ DI CONDIZIONI ECONOMICHE, UN CONSUMO DI TELEVISIONE MAGGIORE PROCURA UNA DOSE CRESCENTE DI INSODDISFAZIONE E DUNQUE DI INFELICITA’.Commenta il Professor Stanca, che al televisore in casa da tempo ha dato lo sfratto: <LA TV TENDE A COSTRUIRE UNA RETE DI RAPPORTI VIRTUALI, PERCEPITI COME RELAZIONI, MA DOVE NON C’E’ RECIPROCITA’ VERA. AD ESSI SI RICORRE PERCHE’, ESSENDO UNIDIREZIONALI, <COSTANO POCO>. Al contrario, puntualizza Bruni, <IL BENE RELAZIONALE E’ MOLTO COSTOSO (RICHIEDE TEMPO) , E’ RISCHIOSO (NEL RAPPORTO CON L’ALTRO E’ IN GIOCO LA LIBERTA’), MA <RENDE> NEL TEMPO PERCHE’ AUTENTICO>. Lo stile di vita che va per la maggiore oggi tende a farci investire nei beni materiali anziché nei rapporti umani veri. LA TV E’ UNO DEI FATTORI DETERMINANTI IN QUESTO PROCESSO PERVERSO. <In primis perché propone un consumo individualistico del tempo. In secondo luogo, perché il consumo di televisione incide notevolmente sulla percezione della propria felicità legata al reddito perché contribuisce ad aumentare il livello delle aspettative e spalanca l’universo di riferimento: se, al posto di confrontare i miei consumi col vicino di casa, entro in competizione con persone di reddito assai più alto, cresce l’insoddisfazione>. Lapidaria la conclusione: <CHI VEDE TROPPA TV E’ COME SE PAGASSE UNA TASSA SULLA FELICITA’, PERCHE’ GODE DI MENO DEI BENI CHE HA>.

FINE ARTICOLO.

Se ne vada a casa, Boffo, andatevene tutti a casa, voi direttori dei mezzi d’informazione. Troppi danni ci avete fatto e continuate a farceli, con i vostri silenzi sul mio caso.

Mario Samarughi

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Fax di no. 3 fogli URGENTISSIMO Il 7 maggio 2006

Egregio dottor Mittente:

Dino Boffo Mario Samarughi

Direttore di “Avvenire” Via Borea 41

Fax: 02.678.0502 19030 – Montemarcello (SP)

p.c. Sua santità Papa Benedetto XVI

p.c. Per i seguenti Cardinali:

Loro Eminenze cardinali Angelo Sodano, Camillo Ruini, Giovanni Battista Re,

Raffaele Martino, Paul Poupard, Dionigi tettamanzi, Angelo Scola, Ersilio Tonini,

Ennio Antonelli; Caffarra.

p.c. Per i seguenti Monsignori:

Loro Eccellenze Monsignori John P. Foley, Claudio Giuliodori, Gianfranco Ravasi, Francesco Cacucci, Angelo Comastri.

Egregio dottor Boffo,

qualcosa sta succedendo in seno alla Chiesa cattolica, si è aperta in essa finalmente una critica,più che da me auspicata, relativamente al comportamento non corretto dei media cattolici,la qualcosa è provata dalla relazione di Monsignor Angelo Amato, segretario della Congregazione per la dottrina della fede, da lui letta in occasione del convegno sulla comunicazione nella Chiesa tenutosi alcuni giorni fa, esattamente il 28 aprile scorso, alla Pontificia Università della santa Croce in Roma, dal titolo <La>.

Detta relazione è centrata sul rapporto tra media e insegnamento della Chiesa e sulle sfide culturali all’orizzonte. Pare proprio essere stato approntata in seguito alle mie infinite denuncie nei confronti Suoi e di “Avvenire”.

Il suddetto documento è pubblicato interamente su “Avvenire” del 4 maggio 2006 e, visto che consiste di due pagine, saranno qui da me riportati solamente i passaggi più interessanti ed importanti, in cui viene espressa detta critica.

Sono i seguenti:

(Riferendosi ai giornali): “Bisogna ammettere che oggi spesso ci sembra di vivere in una specie di realtà virtuale, CHE NON CORRISPONDE ALLA VERITA’ E ALL’EVIDENZA DELLE COSE, MA CHE VIENE PRODOTTA DALLA CABINA DI SIMULAZIONE DEGLI OPINIONISTI E DEGLI OPERATORI DEI MASS MEDIA. Si crea cioè un ologramma che non esiste nella realtà delle cose, ma che è frutto di manipolazione delle p ersone, degli eventi, della storia”.

Ed ancora: “Propongo qui alcune considerazioni riservate alla stampa cattolica…Anzitutto la stampa cattolica non deve appiattirsi sull’agenda laica, seguendo la corrente degli eventi religiosi <creati> dall’esterno. ..Né la stampa cattolica deve essere autolesionista, demolendo dall’interno le indicazioni magistrali, ad esempio sul sacerdozio delle donne, sull’aborto, sulla difesa dell’embrione, sul celibato sacerdotale. Se ospita, ad esempio, opinioni contrarie al celibato sacerdotale nella Chiesa latina, dovrebbe sullo stesso numero dare le ragioni convincenti che motivano il significato di questa tradizione. NON LASCIARE LA DIFFICOLTA’ SENZA UNA DOVUTA RISPOSTA, altrimenti sembra che l’indicazione magisteriale sia una opinione che si può condividere o meno. INOLTRE, LA STAMPA CATTOLICA DOVREBBE AVERE UNA DUPLICE ATTENZIONE: QUELLA RIVOLTA ALLE NOVITA’ E QUELLA RIVOLTA ALLA FORMAZIONE CONTINUA. Occorre cioè che la comunicazione religiosa cattolica tenga conto dell’attualità delle notizie, ma con una precisa peculiarità. Se nella stampa laica il fatto viene presentato in modo polemico o in modo cosiddetto <dialogico> (uno dà un’interpretazione e l’altro ne dà una diametralmente opposta) ma in realtà <altamente>, NELLA STAMPA CATTOLICA LO STESSO FATTO DOVREBBE ESSERE ANALIZZATO IN BASE AD UN ATTEGGIAMENTO DI RICERCA E DI COMUNICAZIONE DELLA VERITA’.

Ed ancora: “SPESSO LA MANCANZA DI PROFESSIONALITA’, LA FRETTA, LA CARENZA DI AGGIORNAMENTO TEOLOGICO, LA SUPERFICIALITA’, L’ATTENZIONE ESCLUSIVA ALL’ATTUALITA’ IMMEDIATA IMPOVERISCONO LA RISPOSTA DEI MEDIA CATTOLICI, PRIVANDO I FEDELI DELLE DOVUTE RISPOSTE ALLELORO ESIGENZE, E PRIVANDO ANCHE LA SOCIETA’ DI UN CONTRIBUOTO INDISPENSABILE ALLA COMPRENSIONE E ALLA VALUTAZIONE PIU’ ADEGUATA DELLA REALTA’ DEI FATTI E DELLE PERSONE”.

Ed infine: “Nel Messaggio per la 40° Giornata Mondiale delle Comunicazioni sociali, che ricorrerà il prossimo 25 maggio 2006, IL SANTO PADRE RIAFFERMA UN DUPLICE PROTAGONISMO DEI MEDIA NELLA COMUNICAZIONE DELLA VERITA’ E NELLA PROMOZIONE DELLA VERA PACE: <ILLUMINARE>.

L’appello del Papa ai responsabili SOPRATTUTTO CATTOLICI, è accogliere la sfida ad essere protagonisti della verità e della pace che da essa deriva”.

FINE DI ALCUNI PASSAGGI DELLA RELAZIONE DI MONSIGNOR ANGELO AMATO SUL COMPORTAMENTO DEI MEDIA CATTOLICI.

Orbene, dottor Boffo, alla luce di quanto sopra, che più chiaro non avrebbe potuto essere, ed ancor più alla luce del messaggio pronunciato da Sua Santità Papa Benedetto XVI qui da ultimo riportato, il Suo comportamento, da onesto professionista, avrebbe dovuto essere quello di pubblicare seduta stante un articolo a Sua firma, su “Avvenire” dell’indomani, in cui Lei direttamente avrebbe informato chiarissimamente i Suoi lettori della fortissima denuncia effettuata nei confronti dei media cattolici, ivi compreso “Avvenire” e quindi Lei stesso, da parte della Chiesa , nelle persone sia di Monsignor Angelo Amato, che direttamente di Sua santità, ed in cui Lei, direttamente, avrebbe fatto “mea culpa”, ripromettendo a se stesso ed ai lettori di “Avvenire” che avrebbe immediatamente riparato a tale non corretto comportamento professionale. Ed invece, niente di tutto questo è avvenuto: Lei, dottor Boffo, si è limitato, ahimè, a pubblicare detto documento di due intere pagine senza effettuare alcun commento, senza alcun articolo a riguardo, costringendo di conseguenza i lettori ad andarsi a leggere, cosa molto improbabile e rara, tutto il testo di detta relazione.

Tale Suo comportamento è a netta riprova di una informazione assolutamente non onesta da Lei fatta.

Continuo a chiedere, pertanto, sia le Sue dimissioni che quelle di Sua Eminenza Cardinale Ruini e di Sua Eccellenza Monsignor Claudio Giuliodori, direttamente responsabili dei vergognosi ed annosi silenzi riguardo il mio caso.

Distinti saluti.

Mario Samarughi

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GIUSTIZIA E VERITA'.

Fax di no. 3 fogli URGENTISSIMO Il 8 maggio 2006

Egregio dottor

Dino Boffo, Direttore di “Avvenire

Fax: 02.678.0502

p.c. Sua santità Papa Benedetto XVI

p.c. Per i seguenti Cardinali:

Loro Eminenze cardinali Angelo Sodano, Camillo Ruini, Giovanni Battista Re,

Raffaele Martino, Paul Poupard, Dionigi tettamanzi, Angelo Scola, Ersilio Tonini,

Ennio Antonelli; Caffarra.

p.c. Per i seguenti Monsignori:

Loro Eccellenze Monsignori John P. Foley, Claudio Giuliodori, Gianfranco Ravasi, Francesco Cacucci, Angelo Comastri.

Egregio dottor Boffo,

RIPORTO QUI IL “MATTUTINO” DI SUA ECCELLENZA MONSIGNOR GIANFRANCO RAVASI, PUBBLICATO SU “AVVENIRE” DI DOMENICA 6 MAGGIO 2006, DAL TITOLO “NON ADEGUARSI”. LO RITENGO DI GRANDISSIMA IMPORTANZA, ANCHE ALLA LU CE DEL RIPETUTO INVITO DI PAPA BENEDETTO XVI A “NON ADEGUARSI”, RIVOLTO PER L’ENNESIMA VOLTA, ALL’ANGELUS DI IERI, IN CUI SONO STATI DA LUI INVITATI I NUOVI SACERDOTI CONSACRATI A NON PERSEGUIRE IL CARRIERISMO (CHE IN PRATICA PORTA AL COMPROMESSO ED ALLA COMPROMISSIONE).

LA MIA ODISSEA SUL “BLIND” DERIVA PROPRIO DA CHI, PER TEMA DI PERDER POSTO, SOLDI, SICUREZZA ED ONORI (“TENGO FAMIGLIA”), HA SCELTO LA VIA DELL’OMERTA’.

INIZIO “MATTUTINO”:

“<Coloro>.

Sono spesso aforismi forti quelli raccolti nel volume <Un> (Adelphi 2003). A comporli è stato l’originalissimo scrittore bulgaro di lingua tedesca, ebreo di origine, Elias Canetti (1905-1994). Ne abbiamo scelto uno particolarmente efficace. Il PENSIERO, UN PO’ LIBERAMENTE, PUO’ ANDARE ANCHE A GESU’ DI NAZARET, uno che non si è certo adeguato all’onda corrente: non per nulla il suo approdo fu la croce e non per nulla egli aveva richiesto al suo discepolo di essere <il> e non tanto un dolcificante. ADEGUARSI ALLE CIRCOSTANZE COSI’ DA NON AVERE GUAI, ANCHE A COSTO DI TRADIRE I PROPRI IDEALI E SPORCARSI LA COSCIENZA E’, PURTROPPO, LA GRANDE TENTAZIONE. E’ famoso il detto di Leo Longanesi secondo il quale la bandiera italiana dovrebbe recare questo motto: <TENGO>. L’ARTE DEL COMPROMESSO SI TRASFORMA IN COMPROMISSIONE, LA COERENZA E’ CALPESTATA, LA RICERCA DELLA SCUSANTE E’ SISTEMATICA. Vorrei però mettere l’accento su un altro aspetto della frase di Canetti. CHI NON S’ADEGUA al luogo comune, all’imperativo fasullo, all’illusione e alla falsità SI CONDANNA ALL’INFELICITA’, ALL’EMARGINAZIONE E PERSINO ALLA BEFFA. Ma, continua lo scrittore, COSTUI CAUSA LA NOSTRA FELICITA’. E’, questo, infatti il valore della testimonianza del giusto che, certo, è come una spina nel fianco, ma LA SUA PRESENZA PUO’ RISULTARE ALLA FINE BENEFICA, FACENDO RINASCERE IN ALTRI IL SENSO MORALE E IL SUSSULTO DELLA COSCIENZA. Ed è così che egli permette a noi più deboli di ritrovare la via dell’autentica serenità, quella che fiorisce dalla pace interiore”.

FINE “MATTUTINO”.

Penso che sia veramente del tutto superfluo ogni commento a riguardo, tanto è chiaro il suddetto “Mattutino”, relativamente al mio caso.

A maggior ragione mi permetto, quindi, di insistere nel chiedere che venga da Sua Santità Papa Benedetto XVI a Lei inflitta, dottor Boffo, una grave ed esemplare punizione, unitamente a coloro che, pur competenti, La hanno lasciato libero di tenere tale comportamento, per sei anni

Una punizione che serva prima di tutto a compensare le infelicità e le sofferenze spirituali e materiali vissute e subite non solo dal sottoscritto, ma anche dai propri familiari, moglie e due figli, di cui uno minore: che sia ben chiaro che non è solamente chi si adegua, a “tenere famiglia”, ma anche quelle che vanno contro corrente, costi quel che costi, in rispetto ai più elementari principii di onestà e di dignità interiore, alla faccia della convenienza.

Una punizione che costringa a comprendere che è più conveniente non adeguarsi.

Insisto, non per spirito di vendetta ma per seguire giustizia e verità.

Mario Samarughi

ALLEGATO: “Mattutino” di Monsignor Ravasi, dal titolo “Non Adeguarsi”, sopra riportato.

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E' SALTATA LA PRIMA FRASE DEL TESTO DEL "MATTUTINO" DI CUI SOPRA, DAL TITOLO "NON ADEGUARSI". E' LA SEGUENTE:

"<Coloro>" (frase di Elis Canetti).

Mario Samarughi

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Appare solamente la parola <Coloro>. Non capisco. Riporto qui di nuovo la frase di Elias Canetti, di cui all'inizio del Mattutino di Mons. Ravasi:

"COLORO CHE NON S'ADEGUANO SONO IL SALE DELLA TERRA, SONO IL COLORE DELLA VITA, CONDANNANO SE STESSI ALL'INFELICITA', MA SONO LA NOSTRA FELICITA'".

Speriamo che finalmente appaia questa frase così importante. Ciao.

Mario Samarughi

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Fax di no. 2 fogli URGENTISSIMO Il 9 maggio 2006

Per i seguenti Cardinali:

Loro Eminenze cardinali Angelo Sodano, Camillo Ruini, Giovanni Battista Re,

Raffaele Martino, Paul Poupard, Dionigi tettamanzi, Angelo Scola, Ersilio Tonini,

Ennio Antonelli; Caffarra.

Per i seguenti Monsignori:

Loro Eccellenze Monsignori John P. Foley, Claudio Giuliodori, Gianfranco Ravasi, Francesco Cacucci, Angelo Comastri.

Per il dottor Dino Boffo, direttore di “Avvenire”

p.c. Sua Santità Papa Benedetto XVI

MITTENTE:

Mario Samarughi

Via Borea 41

19030 – Montemarcello (SP)

Eminentissimi Cardinali, Eccellentissimi Monsignori, egregio dottor Boffo,

mi riferisco alla intera pag. 18 di “Avvenire” di martedì 9 maggio 2006 in cui viene pubblicato il testo integrale dell’omelia pronunciata da Papa Benedetto XVI domenica 7 maggio scorso, in occasione della 43° Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, sul tema <Vocazione>. Il Papa ha in detta occasione presieduto la Messa nella Basilica Vaticana, nel corso della quale ha conferito l’ordinazione presbiterale a tredici diaconi della diocesi di Roma e a due religiosi dell’ordine dei Carmelitani scalzi. RIPORTERO’ QUI ALCUNI PASSAGGI DI DETTA OMELIA, RELATIVI ALL’INVITO ESPRESSO DAL PAPA AI NUOVI SACERDOTI DI NON PERSEGUIRE IL CARRIERISMO (COME DIRE A “NON ADEGUARSI”). SONO I SEGUENTI:

“Gesù, prima di designarsi come Pastore, dice con nostra sorpresa: <Io> (Gv 10, 7)…<Chi> (Gv 10,1). <Salire>: SI PUO’ QUI VEDERE ANCHE L’IMMAGINE DEL CARRIERISMO, DEL TENTATIVO DI ARRIVARE <IN>, DI PROCURARSI UNA POSIZIONE MEDIANTE LA CHIESA: SERVIRSI, NON SERVIRE. E’ l’immagine dell’uomo che, attraverso il sacerdozio, vuole farsi importante, diventar un personaggio; L’IMMAGINE DI COLUI CHE HA DI MIRA LA PROPRIA ESALTAZIONE, e non l’umile servizio di Gesù Cristo. Ma l’unica ascesa legittima verso il ministero del pastore è la croce. E’ questa la vera ascesa, è questa la vera porta. NON DESIDERARE DI DIVENTARE PERSONALMENTE QUALCUNO, MA INVECE ESSERCI PER L’ALTRO, PER CRISTO, E COSI’ MEDIANTE LUI E CON LUI ESSERCI PER GLI UOMINI CHE EGLI CERCA, CHE EGLI VUOLE CONDURRE SULLA VIA DELLA VITA….Ovviamente, nelle parole di Gesù è anche racchiuso tutto il COMPITO PASTORALE PRATICO, DI SEGUIRE GLI UOMINI, DI ANDARE A TROVARLI, DI ESSERE APERTI PER LE LORO NECESSITA’ E LE LORO DOMANDE….LA CHIESA NON PUO’ RITIRARSI. LA CHIESA NON PUO’ RITIRARSI COMODAMENTE NEI LIMITI DEL PROPRIO AMBIENTE. E’ INCARICATA DELLA SOLLECITUDINE UNIVERSALE, DEVE PREOCCUPARSI PER TUTTI E DI TUTTI.”

Fine dei passaggi dell’omelia di Papa Benedetto XVI sopra citata.

Orbene, la suddetta omelia può benissimo intendersi rivolta non solo ai nuovi sacerdoti consacrati domenica scorsa, ma in generale a tutti, dall’umile parroco di campagna fino ai più eminenti Cardinali ed ai più eccellenti Monsignori.

Nella fattispecie relativa al mio caso, detta omelia del Papa può benissimo intendersi diretta non solo al più che vanesio direttore di “Avvenire”, Dino Boffo, che tanto si ama e tanto ama pubblicare sistematicamente lettere adulatrici, piene di complimenti e lusinghe nei suoi confronti, e del suo giornale, ma anche e soprattutto a tutti quei Cardinali ed a tutti quei Monsignori ai quali il sottoscritto sta scrivendo quasi quotidianamente da otto/nove anni, del tutto invano, senza che gli sia stata mai inviata, dai suddetti, alcuna risposta relativamente alle sue richieste, alle sue domande, alle sue denuncie.

Faccio presente che per quanto concerne il termine “carrierismo”, scelto dal Santo Padre, si tratta di termine molto pesante: infatti, chi lo persegue, ottiene automaticamente un vantaggio per se stesso, provocando conseguentemente un danno nei confronti del prossimo, e ciò in quanto pensa solo a se stesso non facendosi alcuna cura degli altrui bisogni.

Che questo avvenga da parte dei vertici della Chiesa cattolica, come è successo nella fattispecie, è gravissimo e del tutto squalificante.

Distinti saluti.

Mario Samarughi

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quale membro di TV-Minori. Auguriamoci che venga finalmente fatta chiarezza di così tanto accomunamento e di così tanta impossibilità di risolvere, almeno parzialmente, o comunque di ridurre, il gravissimo problema, che dura da cinquant'anni!!! Alla suddetta Procura scrissi un anno e mezzo fa. I tempi sono maturi.

Fax di no. 3 fogli URGENTISSIMO

Il 10 maggio 2006

Egregio dottor

Dino Boffo

Direttore di “Avvenire”

Fax: 02.678.0502

p.c. Sua Santità Papa Benedetto XVI

p.c. Per i seguenti Cardinali:

Loro Eminenze cardinali Angelo Sodano, Camillo Ruini, Giovanni Battista Re,

Raffaele Martino, Paul Poupard, Dionigi tettamanzi, Angelo Scola, Ersilio Tonini,

Ennio Antonelli; Caffarra.

p.c. Per i seguenti Monsignori:

Loro Eccellenze Monsignori John P. Foley, Claudio Giuliodori, Gianfranco Ravasi, Francesco Cacucci, Angelo Comastri.

p.c. Ill.ma dott.ssa Simonetta Matone, Procuratore generale presso il Tribunale dei Minori di Roma e membro del “Comitato per l’attuazione del Codice di autoregolamentazione TV-Minori”presso il Ministero delle Comunicazioni.

Egregio dottor Boffo,

Mi riferisco all’ articolo a pag. 9 di “Avvenire” di oggi, dal titolo “Minori & TV, nuovo Comitato di tutela al via”, sottotitolo: “I lavori riprendono dopo quattro mesi di stop. Simonetta Matone tra i <debuttanti>”. Lo riporto integralmente qui di seguito:

INIZIO ARTICOLO:

”Ha ripreso i suoi lavori, dopo quasi quattro mesi di pausa (dovuta alle procedure di rinnovo) il Comitato per la tutela dei Minori in TV, scaduto il 15 gennaio di quest’anno. I componenti sono stati nominati con decreto del 7 aprile 2006 dal Ministro delle comunicazioni. Il Comitato resterà in carica per un triennio ed è presieduto, come il precedente, da Emilio Rossi. Tra conferme e novità ecco i nomi dei componenti del Comitato oggi insediato Per le emittenti: Alessia Caricato, Maria Eleonora Lucchin, Gianfranco Noveri, Bianca Papini e Filippo Rebecchini; per le istituzioni: Emilio Rossi, Adalberto Baldoni, Simonetta Matone e Francesca Quadri; infine, per gli utenti: Giovanni Baggio, Riccardo Chieppa, Elisa manna, Angela Nava Mambretti e Isabella Poli. Tra i confermati ci sono Riccardo Chieppa, presidente emerito della corte costituzionale e Bianca Papini, dirigente del gruppo televisivo La7. Tra i nuovi arrivati Simonetta Matone, Sostituto procuratore generale presso il Tribunale dei Minori di Roma e Francesca Quadri, avvocato dello Stato e Capo dell’Ufficio Legislativo del Ministero delle Comunicazioni. Del Comitato, inoltre, fanno parte, in qualità di supplenti, dodici membri. Per le emittenti: Mario Albanesi, Filippo D’Agostino, Rocco Monaco, Stefania Rotolo; per le istituzioni: Alessandro Caroselli e Franco Angrisani; per gli utenti: Gianni Biondi, Milly Buonanno, Giorgio De Marinis, Giuseppe Notarstefano. Nel corso della seduta di insediamento il Comitato ha proceduto all’assegnazione di incarichi funzionali interni, confermando alla vice presidenza Riccardo Chieppa e Bianca Papini. Sono state poi costituite le tre Sezioni Istruttorie alla quali è demandato il compito di valutare in prima istanza le segnalazioni di violazione del Codice di tutela. Il Comitato è nato come organismo di applicazione del Codice di autoregolamentazione sottoscritto dalle emittenti e si è insediato per la prima volta il 28 gennaio 2003. Successivamente, l’art. 10 della Legge 3 maggio 2004, n. 112 (la cosiddetta Legge Gasparri) ha <legificato> le regole stabilite dal Codice di autoregolamentazione”.

FINE ARTICOLO.

Orbene, per quanto riguarda la dott.ssa Simonetta Matone, Sostituto procuratore generale presso il Tribunale dei Minori di Roma, ricordo che presso detta Procura è stato dal sottoscritto depositato circostanziato esposto, relativamente al caso del “Blind” ed in generale al problema “TV-Minori”, estremamente inquietante, già nel febbraio 2005, poi integrato nel tempo tramite altri dodici esposti.

Mi auguro che venga finalmente il tempo di un profondo interessamento a detto problema, da parte della suddetta Procura, ove venga indagato il motivo per cui i minori sono lasciati allo sbando da vari decenni, nonostante la gravità del problema stesso, nell’indifferenza e nella omertà sia delle istituzioni e degli organi istituzionali competenti, che dei mezzi di comunicazione.

Faccio presente che detto Comitato, nella persona del suo presidente, Emilio Rossi, si è dichiarato, alcuni anni fa, “non competente” riguardo il mio caso, che vede alla base dello stesso la mancanza di strumentazione atta a controllare compiutamente il video del televisore portandolo, se desiderato, alla condizione di oscuramento totale del teleschermo, con audio che rimanga invariato.

Il sottoscritto fa inoltre presente che alcuni membri del suddetto Comitato si trovano da molti anni a perfetta conoscenza del caso in questione, senza minimamente essersi attivati a riguardo. Probabilmente i loro silenzi sul caso del “Blind” sono dovuti al fatto che gli stessi si considerano “non competenti” in materia, e non solo: che gli stessi considerano normale che all’utente non sia concesso, ancora al 2006, di dominare compiutamente la macchina televisore a livello tecnico, per quanto riguarda la parte video della stessa. Tal cosa è molto strana soprattutto perché trattasi di posizione accomunata a 360 gradi da parte di tutti gli “addetti ai lavori” nel campo del problema “TV-Minori”, sia a livello pubblico-istituzionale (vedi ministri ecc.), che a livello privato (vedi psicologi, sociologi ecc.)., che infine a livello dell’informazione (vedi i media, tutti, accomunatissimi nel silenzio più totale da oltre dieci anni, ivi compreso “Avvenire”, sia pur se solo da sei anni!).

Distinti saluti.

Mario Samarughi

ALLEGATO: articolo sopra citato, su “Avvenire” di oggi 10 maggio 2006.

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In seno a questo mio “diario” non può mancare la segnalazione del capitolo dal titolo <La> (pagine 275-276 e 277) del recentissimo libro di Beppe Grillo, <Tutto>, Giangiacomo Feltrinelli editore, aprile 2006, su Terry Schiavo. Riporto qui solo alcuni passaggi dello stesso, attinenti al “Blind”.

INIZIO DEI SUDDETTI PASSAGGI:

“Beppe Grillo interviene sul caso Terry Schiavo: <Se> (“Avvenire”, 31 marzo 2005).

Gli inserzionisti pubblicitari vogliono una sola cosa: più spettatori davanti al video.

Quasi chiunque di noi, anche le persone più riflessive, dimostra spontaneamente più interesse per le immagini che per le parole, e per le immagini forti e drammatiche invece che per le altre.

Se non avessero l’attenuante di lavorare in un sistema corrotto dove non hanno scelta, il giudizio sulla maggioranza dei giornalisti televisivi sarebbe devastante.

Perché in ogni telegiornale si permettono di trasmettere le sue immagini più intime? (di Terry ndr). Provate a pensare alla vostra morte. Chi di voi vorrebbe che nei propri ultimi giorni la propria faccia stravolta e impotente fosse filmata e sbattuta sui teleschermi di mezzo mondo?

Chi di voi vorrebbe avere tra i piedi le telecamere di mezzo mondo?

IO SONO FAVOREVOLE A STACCARE LA SPINA. QUELLA DELLE TELECAMERE”.

Fine dei suddetti passaggi.

Come dire: che Beppe Grillo è favorevole al “Blind”.

A tal riguardo ricordo (l’ho già detto, da qualche parte, qui dentro) che alcuni anni fa, durante il raduno patrocinato dalla Regione Toscana dal titolo “GLOCAL” tenutosi nella tenuta presidenziale di San Rossore (Pisa), in seno allo spettacolo di Beppe Grillo, questi mi dette il microfono invitandomi a spiegare alla platea in cosa consistesse la mia battaglia sul “Blind”. Beppe Grillo invitò poi la gente a fare come aveva fatto il sottoscritto, senza cioè delegare un qualche politico ad attivarsi per l’idea, facendo al contrario tutto da soli. Grillo insomma spronò in tale occasione i ragazzi a muoversi, ed a portare delle idee. “Perché fra qualche giorno andate a Genova? Non lo sapete nemmeno voi. Svegliatevi, fatevi venire un’idea e combattete da soli per la vostra idea, come Samarughi!”. Così disse, Beppe Grillo, quattro o cinque anni fa. Purtroppo, non è andato oltre, riguardo il “Blind”: l’ho supplicato duemila volte, di denunciare pubblicamenteil mio caso, con nome e cognome (del Blind), ma sempre invano. Questo non sono riuscito ancora proprio a capirlo, per quale motivo si è fermato là e non è andato fino in fondo. Boh! Spero che prima o poi lo faccia, visto che è favorevole.

Mario Samarughi

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Ho notato che non viene riportato tutto ciò che sta tra le seguenti virgolette < > (mentre non c'è alcun problema per quanto concerne le seguenti virgolette " "). E' già la seconda volta. Pertanto, è stato cancellato dalla mia mail precedente il titolo del libro di Beppe Grillo, che è "Tutto il Grillo che conta". Inoltre è stato cancellata la frase che sta all'inizio del capitolo, che è "Se c'è una soglia che i media devono rispettare è quella della morte" ("Avvenire", 31 marzo 2005).

Scusate

Mario Samarughi

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Mi è sfuggito che è stato cancellato anche il titolo del capitolo di cui alla mia mail su Beppe Grillo. E':

"LA SPINA DA STACCARE? QUELLA DELLA TV".

Mario Samarughi

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Tra il topic iniziale dal titolo "Il mobbing ed il Bossing possono essere attuati attraverso la TV" e l'attuale topic dal titolo "Blind, per ritornare a vedere", è stata oggi raggiunta e superata quota settemila letture. Che resti agli atti.

Mario Samarughi

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ECCO IL “MATTUTINO” DI OGGI, ANZI DI IERI (E’ PASSATA MEZZANOTTE!) 12 MAGGIO 2006. SI INTITOLA “L’IDEA FISSA”:

INIZIO “MATTUTINO”:

“Io credo che in molti come in me vi siano dei periodi di tempo in cui certe idee occupino e ingombrino il cervello chiudendolo a tutte le altre. MA SE ANCHE ALLA COLLETTIVITA’ SUCCEDE LA STESSA COSA! Vive di Darwin dopo essere vissuta di Robespierre e di Napoleone….”

“Uno dei filmetti degli anni sessanta s’intitolava “L’idea fissa”, e non è difficile immaginare quale essa fosse: il sesso è in molti una vera e propria fissazione che acquista forme di devianza non solo morale ma anche psicologica. In realtà, il poeta francese Paul Valery, che al tema ha dedicato un saggio, giustamente affermava che un’idea non può essere fissa perché lo spirito è vivo, creativo, mobile, e non può ridursi a una palude stagnante. Sta di fatto, però, che ha ragione anche il nostro Italo Svevo nel suo famoso romanzo “La coscienza di Zeno” (1923), dal quale abbiamo estratto il paragrafo sopra citato. A molti accade, infatti, quello che Zeno Cosini, il protagonista, confessava di sé e della società: ci sono idee che talora bloccano il cervello di una persona O DI UN’INTERA MASSA, impedendo che altre vi si insedino. Si pensi solo a certe mode che ai nostri giorni sono esaltate DALLA POTENZA COMUNICATIVA DELLA TELEVISIONE: CHI AD ESSE SI SOTTRAE, CERCANDO DI PENSARE DI TESTA PROPRIA, VIENE SUBITO SBEFFEGGIATO COME UN RETROGRADO. E’ impressionante vedere come spesso esse vengano sostituite da altre, che sono però, sempre idee fisse e comandate. C’è poi anche la mania personale: QUANTE VOLTE DOBBIAMO EVITARE UN DISCORSO CON UNA PERSONA PERCHE’ SAPPIAMO CHE, SE TOCCHIAMO UN CERTO ARGOMENTO, ESSA DIVENTA UNA FURIA PERCHE’ NON AMMETTE DEROGHE O CRITICHE ALLA SUA TESI! E questo accade anche a noi, inconsapevoli di avere pure noi le nostre fissazioni. Il filosofo danese Kierkegaard ammoniva: “Le idee fisse sono come i crampi ai piedi: il rimedio migliore è camminarci sopra”.

FINE “MATTUTINO”.

Orbene, francamente non è chiaro a chi si voglia riferire Monsignor Ravasi. Forse a me, che continuo con la mia “idea fissa”, o forse a Boffo che non tollera che gli si parli di me e del mio caso? Ricordo a questo riguardo che una volta, tanti anni fa, la giornalista Natalia Aspesi, di “Repubblica”, che ebbi modo di contattare illustrandole il caso e pregandola di farsi da tramite con il direttore di “Repubblica”, Ezio Mauro, esaudì molto gentilmente detto mio desiderio. Tornata, mi disse: “Ho accennato al Suo caso: appena Mauro ha sentito il Suo cognome, mi ha pregato di non menzionarlo mai più in sua presenza”. Insomma, che Mauro non voleva sentir minimamente parlare di me! Comunque, pur ammesso che la mia sia una “idea fissa” (ma allora, i grandi ideali – perché non c’è dubbio che il cercare di levare l’uomo dalla schiavitù della macchina, qualsiasi essa sia - sono tutti delle idee fisse???!), ciò non di meno è mia ferma intenzione continuare ad avere questo tarlo in testa, per me benedetto perché mi ha permesso di provare INCONFUTABILMENTE l’impossibilità, nel mondo, di cambiare sia pur una minima cosa, nei decenni, se questa cosa non fa comodo a chi comanda. E quindi di provare, ANCORA INCONFUTABILMENTE, che il “sistema” (da non confondere con la “società”, che per me è sana in quanto siamo noi, senza poteri alcuni) occidentale è totalmente marcio. Ed ancora di provare, SEMPRE INCONFUTABILMENTE, AHIME’, che questo marciume comprende anche la Chiesa, e gran parte dei suoi rappresentanti, che non si muovono di un gradino di fronte all’omertà dei loro giornali e giornalisti. Ragazzi, sono trascorsi più di dieci anni, un tempo più che sufficiente per riuscire ad annientarmi. Ancora non ci sono riusciti, ma ci hanno provato, eccome! Hanno pensato: si stancherà! Ma pensare così è come sparare, proiettili al rallentatore. Sempre di proiettili si tratta comunque: che ti fanno saltare il cervello. ECCO CHE COSA HO PROVATO GRAZIE ALLA MIA IDEA FISSA SULLA TELEVISIONE. E SUL BLIND: CHE NON CI POSSIAMO FIDARE DI NESSUNO, NEMMENO DI QUELLI DI CUI PENSAVAMO C’ERA DA FIDARSI, ALMENO LORO! MI SEMBRA UNA BELLA SCOPERTA, LA MIA, FORSE MOLTO PIU’ IMPORTANTE DEL “BLIND”!!! (E se qualcuno mi dirà: “Ma stai esagerando, adesso”, basta rispondergli che, allora, il primo ad esagerare è stato Papa Benedetto XVI, per il quale “la Chiesa è una barca che fa acqua” (testuali sue parole, un anno fa). “Ma perchè sei così incavolato con la Chiesa?” Perché considero l’ipocrisia il primo di tutti i mali.

Mario Samarughi

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IERI BRAVEHEART HA POSTATO UNA SUA MAIL NEL TOPIC "BAMBINI GRASSI PRESI IN GIRO?". IO GLI HO RISPOSTO COLA' MA TENGO A POSTARE IL TUTTO ANCHE QUI PERCHE' MI SEMBRA IMPORTANTE. SI TRATTA DI REAGIRE, PER NON FARSI FOTTERE DAL "SISTEMA".Braveheart

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Inviato: Ven Mag 12, 2006 14:03 Oggetto:

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Sono d'accordo con blind, anceh se non condivido la sua aggressività. Secondo me il governo dovrebbe intervenire, e cominciare a fare piazza pulita sui programmi dannosi che circolano oggi sulla tv. Cominciamo a far sparire i modelli che ci bombardono ogni giorno e condizionano i nostri modi di ragionare e pensare, via i programmi della De Filippi, Grande Fratello et similia! Perché chi di dovere non interviene??

Il problema della società odierna è che ci si preoccupa di curare solo i sintomi, ma non le cause. Inutile dire che se non si interviene alla radice del problema, i sintomi resteranno sempre!

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blind.key

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Registrato: 25/04/05 11:48

Messaggi: 340

Inviato: Sab Mag 13, 2006 0:13 Oggetto: Rispondo a Braveheart

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Braveheart scrive: “Perché chi di dovere non interviene?? Il problema della società odierna è che ci si preoccupa di curare i sintomi, ma non le cause…”.

Vedi, Braveheart, se io sono aggressivo è perché sono convinto di avere a che fare con dei criminali, e siccome questi criminali sono quelli che hanno il potere, e che decidono, e siccome noi non possiamo fare un bel niente (anche perché non collaboriamo per niente, guarda te che indifferenza sul mio caso in seno a questo forum!), e siccome quelli se ne approfittano proprio di questo, della nostra totale indifferenza, dovuta a sostanziale e totale impotenza, loro da gran mascalzoni e vigliacchi, degni di occupare le patri galere per decenni per quanto stanno facendo alla società tutta, ed ai minori in particolare, ECCO PERCHE’, CARO BRAVEHEART, SONO AGGRESSIVO. Come dovrei essere, secondo te? Tranquillo, dopo oltre dieci anni, in cui nessuno mi viene in soccorso? Qui non c’entra la “società”, che si preoccupa di curare solo i sintomi. No, Braveheart, non è la società, sono loro, i padroni, quelli che hanno in mano le redini della società, sono loro a fare apposta a curare solo i sintomi. Ma che credi, che non lo sappiano dove dovrebbero colpire? Ma fanno a posta a non capire, e riprendono tutti per i fondelli. I mascalzoni imperversano, guarda te cosa succede nel calcio. Questi politici sono tutti dei mascalzoni, dei disonesti, dei falsoni, tutti collusi con il mondo della pubblicità, nella fattispecie della TV. Ma sembra che io sia una specie di Savonarola, che vede il peccato ovunque, che sospetta di tutto e di tutti. Braveheart, ti basti pensare che sonopassati trent’anni, forse di più, da quando Popper gridò all’emergenza televisione. Da allora non si è fatto mai niente, ma di più non si poteva parlare. Solo parlare. Ti dice niente? Credi ancora che sia una questione di superficialità della società? Di ignoranza? Di pressappochismo? No! Io credo fermissimamente che esiste una “Spectre”, composta da quei criminali di cui sopra, ivi compresi in primis i giornalisti, che ci sta facendo morire, che sta demotivando i nostri ragazzi, che li fa diventare degli zombi. Vi prego, saltate fuori dai vostri rifugi, intervenite, datemi una mano. Nella mia prossima mail riporterò il “Mattutino” di oggi su “Avvenire”: senza far nomi e cognomi, mi sembra proprio che si riferisca a me. Ma è ora di piantarla di parlare per astratto. Lasciamo i pittori esprimersi così, ma abbiamo una buona volta il coraggio di fare nomi e cognomi. Altrimenti i problemi rimarrano, continueranno a rimanere. Tu sei intervenuto in questo topic, che tratta del problema dell’obesità infantile. Orbene, sappi che ieri, su “Avvenire”, è stata pubblicata una mezza pagina su questo problema: in tutto l’articolo, tra le duemila parole scritte, non era presente nemmeno una volta la parola “televisione”. Eppure, come già detto, la TV è riconosciuta dagli americani come uno dei fattori principali della obesità infantile. Ed io non dovrei essere aggressivo, se queste mistificazioni, che più schifose non potrebbero essere perché effettuate sulla pelle dei bambini e da chi? dai preti, durano da tanti anni? I preti probabilmente soffrono di delirio: sono convinti che Dio, o Gesù, abbia loro conferito licenza di peccare mortalmente. Solo a loro! Vogliamo una buona volta rivoltarci a tanta ipocrisia??? E con ciò ti saluto, braveheart, nome appropriato visto che hai avuto il coraggio, scaturito dal sentimento di cercare di fare qualcosa, di comunicare con me. In un certo senso, di coinvolgerti. Grazie.

Mario Samarughi

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