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Blind, per ritornare a vedere


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Prima di rispondermi, se ne ha voglia beninteso, legga la mia mail qui sopra, relativamente alle "diserzioni".

Mi piace come scrive, Ste. E’ verissimo, , come è verissimo che si tratta di una guerra ove sono aperti tanti fronti, e tutti importanti. Ma, almeno per come la vedo io, il fronte ove io mi trovo a combattere è quello in assoluto il più importante che, una volta aperto e conquistato, aprirebbe automaticamente una breccia anche negli altri fronti. La comunicazione la ritengo la prima cosa, su tutto ( e d è sintomatico che, quando avviene un colpo di Stato, la prima cosa che si fa è la conquista del centro di comunicazione di massa) Già, sono rimasto da solo, “isolato”: ma, sempre a mio avviso, non per la mancanza di truppa, ma per diserzione dei miei commilitoni, tutti passati al nemico, che offriva di più dell’onore di battersi per la giusta causa. Così è, ahimè. Ecco perchè cerco disperatamente soccorso.

Mario Samarughi

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Ho letto. Mi chiedevo se più che di diserzioni si trattasse di divergenze

dovute proprio a punti di vista diversi sulla natura del "nemico", sulle

strategie, su quali punti colpire per far breccia, su come farlo...

A scanso di malintesi, per "punti di vista diversi" non intendo dire che

alcuni sono più giusti e altri più sbagliati, ma mi riferisco all'angolatura

dalla quale si guardano le cose, e da come le si presentano, che le fa

apparire in modi diversi. E questo tra l'altro è uno dei modi in cui i

media possono essere usati per scopi poco apprezzabili.

So che capisce ciò che intendo dire, se non sbaglio Lei è un fotografo

esperto, quindi sicuramente conosce bene l'impatto dell'immagine e di

come la si presenta.

Stefano.

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E’ il problema del relativismo, che sta ammorbando la nostra epoca. I disonesti ci vanno a nozze: tutto è vero e tutto è falso. Prendiamo il mio caso: sono stato escluso dall’associazione “megachip, democrazia nella comunicazione”, di Giulietto Chiesa, perché secondo lui facevo “spamming”. Ora, a livello teorico, nello “spamming” rientra anche lo scrivere mails con caratteri maiuscoli perché considerato “violento”. Stamattina, a “Istruzioni per l’uso” parlavano proprio di questo, e la conduttrice, Emanuela Falcetti, diceva che secondo lei “spamming” dovrebbe essere limitato a mails con contenuti futili, di carattere pubblicitario. Diceva anche che lei spesso usa la maiuscola. Allora: per chi dà importanza alla sostanza, le mie mails verranno considerate non “spamming”, viceversa verranno considerate spazzatura nel caso le stesse aprano un discorso che non fa comodo. Allora si preferisce escludere. Il termine “disertori”, dame inizialmente usato, è d’altronde non corretto in quanto si riferisce a chi non ha volgia di combattere. Il vero termine da usare, per coloro che prima si sono dichiarati a favore e poi mi hanno abbandonato, anzi osteggiato, è “traditori” , perché l’abbandono della causa coincide con il lavorare per la causa opposta, che guarda caso si identifica con quelle dei padroni. Non solo “traditori”, quindi, ma anche vigliacchi. In fotografia, la foto di un oggetto, mettiamo una sedia, sarà comunque una foto valida se scattata "in buona fede", senza fini occulti, per un esperto risulterà invece "falsa" se scattata senza sentimento ma solo "per interesse".

Mario Samarughi

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Si, l'etichetta su internet è un po' come il Galateo del monsignor

Della Casa (non a caso inventore dell'Indice dei Libri Proibiti, se

non sbaglio...): viene spesso usato in modo improprio. Se c'è

divergenza sui contenuti, non è con l'etichetta che si dovrebbe

combattere ma col dialogo, l'argomentazione, la polemica, se

proprio necessaria.

Comunque, quello che volevo dire è che ho l'impressione che

attualmente la battaglia è in generale molto più incentrata, appunto,

sull'aspetto verbale (sia come contenuti che come forme). Quindi

sull'audio, per quanto riguarda la TV, e sulla scrittura per quanto

riguarda la stampa e i nuovi spazi mediatici come internet.

La cosa paradossale è che - credo almeno - in tempi di relativismo

un'immagine colpisce e convince molto più di mille spiegazioni.

Stefano.

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La battaglia è VOLUTAMENTE incentrata su ciò che si dice (in TV) al fine di colpevolizzare l'audio, e non il video. Ma è ciò che si vede (in TV) che è capace di ipnotizzarci, e non viceversa. E allora, dai a dir parolacce, e bestemmie. Ma è tutto programmato a tavolino, proprio al fine di distrarre dal pericolo no. 1: l'immagine e la luce dello schermo.

Mario Samarughi

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Caro Mario, le Sue ultime frasi sembrano indicare che video e audio

vengono usati in combinazione, in modo sapientemente (ma poco

saggiamente) studiato per scopi ben poco etici. O forse ho compreso

male io? Il punto importante, comunque, è che appunto non vanno

colpevolizzati gli strumenti (audio o video o altro che sia), ma chi li

usa male. E soprattutto va arginato.

Cordialmente.

Stefano.

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Fax di no. 2 f ogli URGENTISSIMO

Il 2 giugno 2006

Egregio dottor

Dino Boffo

Direttore di “Avvenire”

Fax: 02.678.0502

p.c. per Umberto Folena.

p.c. Sua santità Papa Benedetto XVI

p.c. Per i seguenti Cardinali:

Loro Eminenze cardinali Angelo Sodano, Camillo Ruini, Giovanni Battista Re,

Raffaele Martino, Paul Poupard, Dionigi tettamanzi, Angelo Scola, Ersilio Tonini,

Ennio Antonelli; Caffarra.

p.c. Per i seguenti Monsignori:

Loro Eccellenze Monsignori John P. Foley, Claudio Giuliodori, Gianfranco Ravasi, Francesco Cacucci, Angelo Comastri.

Egregio dottor Boffo,

riporto qui editoriale a firma Umberto Folena, dal titolo “A forza di andare oltre eccoci dove non pensavamo: è nato in Olanda il partito pedofilo”, pubblicato su “Avvenire” del 31 maggio 2006, pag. 2. Faccio presente che Umberto Folena scrisse un bellissimo pezzo sul “Blind”, dal titolo “Blind, il tasto che non c’è”, pubblicato su “Dimensioni Nuove” (rivista cattolica) di aprile 1997, totalmente a favore dell’invenzione.

INIZIO ARTICOLO SUDDETTO:

“Il vaso di Pandora del mito greco doveva avere un tappo simile a quello delle bottiglie di spumante. Provate a stappare la bottiglia e, subito dopo, a rificcare dentro il tappo per impedire alla schiuma di uscir fuori esuberante: impossibile. Ecco, il vaso funziona allo stesso modo. Una volta stappato, ogni sforzo per richiuderlo risulta vano e ne esce fuori di tutto, ASSOLUTAMENTE DI TUTTO. La fantasia come limite estremo? No, oltre. Ecco l’ultimo rigurgito (tenersi forte perché è roba da stomaci di ghisa). In Olanda, tale Ad van den Berg ha fondato un partito con il seguente programma: abbassamento dell’età per poter avere rapporti sessuali, da 16 a 12 anni; LEGALIZZAZIONE DELLA PEDOPORNOGRAFIA, del sesso con gli animali, DELLA PORNOGRAFIA IN TV e delle droghe (tutte); abolizione del divieto di girare nudi,soppressione del Senato. Quest’ultima è effettivamente una bizzarria che susciterà la protesta sdegnata anche degli spiriti più libertari, che invece apprezzeranno gli altri punti del programma. Da parte nostra, troviamo raffinatamente osceno il nome dato al partito: NVD, sigla che declinata in inglese sta per Charity, Freedom and Diversità, ossia Amore per il prossimo, Libertà e Diversità. Ora, il problema non è che uno fuori di zucca s’inventi un simile partito. Il problema, strettamente legato al vaso di quella sciagurata di Pandora, è che qualcuno lo prenda tanto sul serio da intervistarlo per un quotidiano olandese, e qualcun altro rilanci la notiziola attraverso le agenzie di stampa facendola rimbalzare in tutto il villaggio globale fino a noi, grazie tante per la premura. Il problema è che, assieme a tutto il resto, dal vaso di Pandora se ne sono sprizzate fuori, quali bollicine più lievi e giocose d’ogni altra bollicina, pure L’IMPUDICIZIA E L’IRRESPONSABILITA’. Così, di fronte al partito NVD, il fiero professionista dei media non si domanda: “E’ una notizia da essere pubblicata?”, bensì “Quante copie in più mi può far vendere?”. IL CRITERIO COMMERCIALE E’ L’UNICO CRITERIO. Il fondatore del partito NVD lo sa e ne approfitta, perché è uno sporcaccione ma mica scemo. Per completare l’opera, dal vaso di Pandora è scivolata fuori, lei invece zitta zitta, L’ASSUEFAZIONE. Così, se di fronte a bestialità del genere ti indigni, c’è chi ti guata storto pensando: “MA COSA VUOLE CODESTO NOIOSO BIGOTTO LIBERTICIDA?”. Se la piglierà con te, non con il porno pedofilo. L’ASSUEFAZIONE INFATTI ANESTETIZZA LE COSCIENZE E NESSUNO SOBBALZA PIU’ DI FRONTE AD ALCUNCHE’. E QUESTA E’ APPUNTO LA TECNICA MIGLIORE PER PREDISPORRE LA SOCIETA’ AI MUTAMENTI DEL COSTUME. Pandora nostra, che pasticcio. Tuttavia Zeus (lo scherzetto l’aveva architettato lui) non è poi così perfido, e sul fondo del vaso ha collocato LA SPERANZA. AFFIDATA A NOI,PERCHE’ LA SPERANZA HA BISOGNO DI INTERPRETI. FUOR DI METAFORA: IL VASO ORMAI E’ APERTO, NON STIAMO LI’ IMPALATI E DIAMOCI DA FARE”.

FINE ARTICOLO DI FOLENA.

Tutto ciò grazie anche, e direi soprattutto, ai Suoi silenzi, dottor Boffo. Gli “interpreti” cui è affidata la SPERANZA sono tutti, fuorché Lei, che ha remato all’esatto contrario facendo sì che la gente si assuefacesse a tanta schifezza. Spero che il Suo posto venga al più presto preso da Folena. Il vaso è ormai aperto.

Mario Samarughi

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Certo, Stefano, è proprio quello che intendo dire. E ne sono assolutamente convinto. Non per nulla ho parlato di “cupola”, nel campo della televisione e dei media in generale, ove i concorrenti fanno finta di litigare ma solo finta: in realtà sono pappa e ciccia, accomunati al solo fine di ingannare l’utente televisivo e di far parlare di loro, per aumentare la curiosità del pubblico e quindi la audience. Ma non è poi tutto così, in tutti i campi, ormai? Guardi il calcio! Se salta fuori qualcuno che bestemmia in TV, magari su Rai-uno, è il segnale che i signori della TV e della pubblicità stanno lavorando contro il “Blind”. La prova della volontà di colpevolizzare l’audio più del video sta nel fatto che Marcello Veneziani, già consigliere di amministrazione della RAI, uomo tra l’altro di cultura, è arr8ivato a scrivermi che il pericolo per i minori sta più in ciò che sentono piuttosto in ciò che vedono. Questa per me, e per i più autorevoli scienziati del campo, a cominciare da quelli Usa, è una coglioneria grande come una casa. Ma Veneziani era stato delegato da tutti gli altri consiglieri di amministrazione Rai a rispondermi, e gli è stato probabilmente imposto di dire così. Tenga presente che tra quei signori c.d.a. Rai c’era il Prof. Giorgio Rumi, personaggio quasi in odore di santità tanto era stimato dalla Chiesa quale persona integerrima (che però non mi ha mai risposto, si vede che i quasi santi non rispondono al prossimo loro), nonché Alessandro Curzi, che sappiamo tutti chi è, e che lavora per la massa. Per Curzi probabilmente il “Blind” è dispositivo elitario. Anche lui non mi ha mai risposto, da dieci anni. Allora, se persino personaggi del genere, sui quali tutti scommetteremmo che si farebbero subito parte attiva a favore del Blind, semplicemente per una questione di libertà e giustizia mediatica, non riescono a dire ed a fare quel che personalmente pensano, significa che la cupola c’è, e come!!! Che vieta di mandare avanti l’idea. AD ULTERIORE RIPROVA DELLA ESISTENZA DI UNA CUPOLA, LEGGI LA MIA MAIL QUI SOPRA, RIGUARDO IL VASO DI PANDORA. SE SIAMO ARRIVATI A TANTO, NON PUO’ ESSERE DIVERSAMENTE. E NON SOLO IN ITALIA, MA IN TUTTO IL MONDO CIVILIZZATO.

Mario Samarughi

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sulla "TV passiva" (vedi mio fax a Boffo, che segue, laddove riporto articolo di oggi su "Popotus di Avvenire".

QUESTO MIO FAX A BOFFO E' DI PARTICOLARE IMPORTANZA: E' IL MOMENTO DELLA VERITA', IL VASO DI PANDORA E' ORMAI ROTTO, COME HA DETTO MONSIGNOR RAVASI SUL SUO "MATTUTINO" DI IERI.

Fax di no. 5 fogli URGENTISSIMO

Il 3 giugno 2006

Egregio dottor

Dino Boffo

Direttore di “Avvenire”

Fax: 02.678.0502

p.c. Sua santità Papa Benedetto XVI

p.c. Per i seguenti Cardinali:

Loro Eminenze cardinali Angelo Sodano, Camillo Ruini, Giovanni Battista Re,

Raffaele Martino, Paul Poupard, Dionigi tettamanzi, Angelo Scola, Ersilio Tonini,

Ennio Antonelli; Caffarra.

p.c. Per i seguenti Monsignori:

Loro Eccellenze Monsignori John P. Foley, Claudio Giuliodori, Gianfranco Ravasi, Francesco Cacucci, Angelo Comastri.

Egregio dottor Boffo,

domenica scorsa 2 giugno 2006 gli staff dei mezzi d’informazione promossi dalla C.E.I., ovvero “Avvenire”, “Sat2000”, “RadioInBlu” e “agenzia Sir”, accompagnati dall’arcivescovo Bagnasco, presidente del Consiglio di amministrazione di “Avvenire”, e da Monsignor Betori, Segretario della C.E.I., sono stati ricevuti da Sua Santità Papa Benedetto XVI.

Mi riferisco alle due pagine a riguardo, pubblicate su “Avvenire” del 3 giugno 2006, interamente dedicate a detto avvenimento.

A pag. 2 di “Avvenire” è pubblicato articolo dal titolo “Il Papa ad Avvenire: costruttori di ponti”, consistente nel discorso integrale pronunciato in tale occasione dal Papa durante l’udienza concessa ai media cattolici legati alla C.E.I.- Come sottotitoli: “Senza valori cristiani famiglia in dissoluzione. A partire poi dall’illuminismo la cultura dell’Occidente si è andata allontanando dai suoi fondamenti cristiani. La dissoluzione della famiglia e del matrimonio., gli attentati alla vita umana ed alla sua dignità., la riduzione della fede ad esperienza soggettiva e la secolarizzazione della coscienza pubblica ci mostrano con drammatica chiarezza le conseguenze di questo allontanamento . I COMUNICATORI AIUTINO LE NUOVE ESPERIENZE: nel vostro lavoro di comunicatori che si ispirano al Vangelo E’ PERTANTO NECESSARIO UN COSTANTE DISCERNIMENTO. E’ anche vostro compito SOSTENERE E PROMUOVERE le nuove esperienze cristiane che stanno nascendo e aiutarle a maturare una sempre più chiara consapevolezza del proprio radicamento ecclesiale e del ruolo che possono svolgere nella società e nella cultura dell’Italia. Svolgete una funzione importante: mediante il vostro contributo trova continuità l’impegno dei cattolici per portare il Vangelo alla Nazione. Benedetto XVI parla agli operatori dell’informazione: “DOVETE PROMUOVERE COMPRENSIONE E COMUNICAZIONE TRA L’ESPERIENZA ECCLESIALE E L’OPINIONE PUBBLICA”.

Sempre a pag. 2, sotto al suddetto articolo, è pubblicato articolo a firma Dino Boffo (dunque Suo), consistente nell’indirizzo di saluto rivolto da Lei al Papa, nella Sua veste di direttore di “Avvenire” e dei servizi giornalistici di Sat2000 e del circuito InBlu, dal titolo “Boffo: in prima linea sul fronte dell’ANTROPOLOGIA”, sottotitolo: “”Vogliamo essere all’altezza dell’ispirazione che ci muove, impegnati a rispondere alle sfide di cronaca, SCIENZA e politica”.

Nella pag.. 3 di “Avvenire” è pubblicato invece articolo dal titolo “ “Media cattolici, avanti al servizio dell’uomo” “, con sottotitoli:” L’invito del Pontefice a essere “PROTAGONISTI DI UNA COMUNICAZIONE NON EVASIVA MA AMICA, RAFFORZANDO LA TRADIZIONE DEL POPOLO ITALIANO”.

Mi riferisco inoltre all’inserto “Popotus” sempre dello stesso giorno 3 giugno 2006, ed all’articolo colà pubblicato a pag. 3, dal titolo “Tivù: anche la visione passiva disturba i bambini”.

Tengo qui a riportarlo per intero, per l’importanza che lo stesso riveste con riferimento al “Blind”ed all’illustrazione da me fatta dello stesso, sulla sua utilità:

INIZIO “POPOTUS”:

“Guardare la televisione per troppo tempo non è cosa consigliata. Persino quando i programmi sono solo un sottofondo e non si presta particolare attenzione alle immagini che scorrono sul video, la televisione può creare problemi. Soprattutto ai bambini. UNO STUDIO FINLANDESE, OPERA DEGLI SCIENZIATI DELL’UNIVERSITA’ DI TAMPERE, mette in guardia i genitori: i programmi per adulti, i telefilm polizieschi o i servizi sull’attualità e le scene violente, vengono percepiti e assimilati dai bambini ANCHE SE SONO LONTANI DAL VIDEO E SE SI STANNO DEDICANDO AD ALTRE ATTIVITA’. LA VISIONE PASSIVA DELLA TIVU’ PROVOCA PROBLEMI DEL SONNO DEI PIU’ PICCOLI, tra i cinque e i sei anni di età, che faticano a addormentarsi, soffrono di incubi e di giorno sono sonnolenti e hanno difficoltà di attenzione”.

FINE “POPOTUS”

Dottor Boffo, è da dieci anni che io vado proponendo il “Blind” proprio contro la “TV Passiva”, sempre invano. Fin da allora mi mossi a riguardo, informando i vari ministri della Salute (allora “della sanità”), dal Ministro MariaPia Garavaglia al Ministro Rosy Bindi, ed infine al Ministro Girolamo Sirchia, sempre invano. A quest’ultimo non furono sufficienti undici telegrammi da me allo stesso inviati – nell’arco di tre mesi - riguardo il “Blind” e la “TV passiva”, al fine di prestarmi retta e considerazione. Né bastarono altrettanti telegrammi da me inviati, sempre tre anni orsono, all’allora ministro della Pubblica Istruzione Letizia Moratti, sempre sullo stesso tema. Tutto quello che ottenni fu uno squallido telegramma della segreteria del ministro Sirchia, nemmeno quella “particolare”, in cui mi si rispondeva che il suddetto ministero non era “competente”, a riguardo. Per quanto poi concerne il ministro Moratti, mai alcuna risposta mi pervenne dalla stessa né dalla sua segreteria!!!

A Lei, dottor Boffo, denunciai tutto quanto sopra innumerevoli volte, sempre invano: anche Lei non mi degnò mai di una risposta, né in detta occasione né in altre, da sei anni a questa parte, né pubblicò alcunché a riguardo.

In prima pagina dello stesso giorno del 3 giugno 2006 è pubblicato su “Avvenire” un Suo “Editoriale” a due colonne, di grandissima importanza, dal titolo “Nella cultura del Paese per APRIRE I VARCHI NUOVI”. Riporto qui il passaggio iniziale dello stesso, che sintetizza i Suoi nuovi propositi, ovvero:

“C’E’ CHI ASPIRA A UNA CULTURA DEI MURI, CHE VOLENTIERI RESPINGE COLORO CHE NON SI LASCIANO OMOLOGARE. E CHI VORREBBE INVECE UNA CULTURA VIVACIZZATA DA UN’INFINITA’ DI CONTATTI E MAGARI ATTRAVERSATA DA PONTI CHE COLLEGHINO ANCHE I RIFERIMENTI IDEALI PIU’ LONTANI. LA PRIMA E’ UN INCUBO, LA SECONDA UNA META, UN’ASPIRAZIONE, UN SOGNO. DA IERI PER NOI E’ ANCHE UNA CONSEGNA: CE L’HA AFFIDATA IL PAPA nell’udienza straordinaria che ha concesso ai giornalisti e ai tecnici di “Avvenire”, insieme ai colleghi di “Sat2000”, “InBlu” e “Sir”, e alle loro famiglie”.

Vista l’importanza di detto “Editoriale”, tengo qui a riportarlo in toto:

”Straordinario è un aggettivo banale, ma dove trovarne uno più adeguato? Anche chi non è del tutto estraneo al palazzo apostolico, ieri non ha potuto non emozionarsi, e stupirsi, nell’accorgersoi di quanto poco di routinario ci fosse nell’incontro. Papa Benedetto non sembrava avere fretta. Si è fermato ad ogni passo per stringer epiù mani possibili, incontrare occhi, raccogliere sguardi epreghiere appena sussurrate o mute, E FARLE SUE, E PORTARSELE CON SE’. ERA GIA’ QUELLA UNA FORMIDABILE LEZIONE DI COMUNICAZIONE. PURE A VOI, SEMBRAVA INSEGNARCI, PURE A VOI TOCCA FARE COSI’, INSEGUIRE FATTI E IDEE E PERSONE PER GUARDARLE – QUESTO L’HA PROPRIO DETTO – CON GLI STESSI OCCHI DEL SIGNORE, SENZA ARRESTARSI ALLE APPARENZE. OGNI PERSONA RACCHIUDE UNA UNICITA’ CHE VA COLTA. E TUTTI VOI SIETE MANDATI – HA SPECIFICATO – PERCHE’ COSI’ CONTRIBUITE A DARE CONTINUITA’ ALL’IMPEGNO DEI CATTOLICI ITALIANI VERSO TUTTA LA NAZIONE. Sì, perché ilbello del discorso di ieri è che si inserisce ad ogni effetto nel più grande discorso che Benedetto XVI sta sviluppando sul cattolicesimo del nostro Paese, i cui “segni di rinnovata vitalità sono visibili a tutti”. Per incrementarli, questi segni, ci vogliono COMUNICATORI CAPACI DI UN COSTANTE DISCERNIMENTO VERSO “TUTTO CIO’ CHE DI VERO, NOBILE, GIUSTO, PURO, AMABILE, ONORATO C’E’ NELLA CULTURA DEI POPOLI”. Una indicazione non inedita, se si vuole, visto che viene da San Paolo. Eppure da ripeterci sempre, PERCHE’ MURI POSSONO SORGERE, QUASI DA SOLI NELLO SPAZIO D’UN MATTINO, ANCHJE ALL’INTERNO DELLA STESSA COMUNITA’ ECCLESIALE. Di qui l’invito a “far prendere coscienza alle NUOVE ESPERIENZE CRISTIANE delle proprie radici ecclesiali” e del ruolo che sono chiamate a giocare nella società e nella cultura italiane. NESSUNO E’ AUTOSUFFICIENTE, NESSUNO PUO’ GODERE DEL “MURO” FATTO DI AUTOREFERENZIALITA’ CHE AVESSE EVENTUALMENTE ERETTO ATTORNO A SE’. SONO I LIMITI DI UNA ECCLESIALITA’ INFANTILE E UNA SANA COMUNICAZIONE PUO’ FUNGERE DA VALIDO ANTIDOTO. Ma i muri più solidi e fastidiosi sono quelli con cui certo laicismo intende circondare la Chiesa, quasi una sorta di cordone sanitario; CHE TALORA I CATOTLICI STESSI FINISCONO PER ACCETTARE, E PERFINO DESIDERARE. Eppure i muri, anche quando sono eretti nel nome della libertà, finiscono per rendere prigioniero chi vi si trova rinchiuso: “NON STANCATEVI – ci ricorda il Papa – DI COSTRUIRE DEI PONTI DI COMPRENSIONE E COMUNICAZIONE TRA L’ESPERIENZA ECCLESIALE E L’OPINIONE PUBBLICA”. INCONTRANDOCI SU QUESTI PONTI FINIAMO A VOLTE PER TROVARCI IN DISACCORDO; L’IMPORTANTE PERO’ E’ CHE IL CONFRONTO LASCI APERTO IL VARCO AL CONTAGIO DEL BENE E DEL VERO E DEL BELLO. “AL SERVIZIO DELL’UOMO”, ci ricorda Benedetto XVI. NON DI UN POTERE, DI UN INTERESSE, NEANCHE DI UN’IDEA ASTRATTA. MA DELLA PERSONA. Padre Santo, l’emozione e la gioia sono di ieri e restano sigillate nel cuore. CON QUESTO GIORNALE SIAMO GIA’ AL LAVORO, SUI PONTI AVVIATI. E MAGARI PER PROGETTARNE DI NUOVI, CON CHI AVVERTISSE IL NOSTRO STESSO BISOGNO”.

FINE ARTICOLO.

Ecco, mi basta, basta questo per capire le Sue intenzioni, quelle “nuove”. Perché fino ad oggi, secondo quelle “vecchie”, continuerebbe da parte Sua la “cultura dei muri”, relativamente al mio caso, continuerebbero le chiusure, e non i “contatti”, continuerebbero gli incubi, di ponti crollati.

Lei terminerà così testualmente il suddetto Suo editoriale:

”Padre Santo, l’emozione e la gioia sono di ieri e restano sigillate nel cuore. CON QUESTO GIORNALE SIAMO GIA’ AL LAVORO, SUI PONTI AVVIATI. E MAGARI PER PROGETTARNE DI NUOVI, CON CHI AVVERTISSE IL NOSTRO STESSO BISOGNO”.

Dottor Boffo, siete già al lavoro ma ancora non ho ricevuto da parte Sua alcuna lettera. Mi auguro che una Sua lettera sia già partita con destinazione il sottoscritto, e di riceverla a giorni, dopo sei anni di vana e soffertissima attesa.

Già due volte, in questi sei anni trascorsi, Le scrissi tendendoLe la mano, e proponendoLe di dare un colpo di spugna, e di ricominciare da capo, a condizione che il caso relativo al “Blind” venisse da Lei completamente abbracciato, e denunciato pubblicamente come merita, anche per quanto concerne gli ignoramenti ed i boicottaggi, accomunatissimi, messi in atto da dieci anni sia dalle istituzioni che dai media. Le stesi la mano, nonostante i Suoi silenzi, in occasione di precedenti “mea culpa” da Lei fatti pubblicamente, nei confronti di Papa Giovanni Paolo II, “mea culpa” sul tipo di comunicazione, inquinata da troppe omissioni, fatta da “Avvenire” relativamente al tema “TV-Minori” (mi riferisco particolarmente al convegno “Parabole medianiche”),

Furono promesse vane, le Sue: solo parole, niente fatti, niente cambiamenti, un incubo continuo, continuavano i muri, ed il silenzio su ciò che non faceva comodo, come il caso relativo al “Blind”.

Orbene, adesso Lei scrive dichiarandosi pronto a “progettare nuovi ponti, con chi avvertisse il nostro stesso bisogno”.

Ebbene, dottor Boffo, un tale bisogno è certamente da me più che avvertito, all’unico fine, precipuo, che finalmente venga innanzi tutto denunciata la gravissima omissione, come doverosamente sacrosanto, e conseguentemente che venga realizzata l’idea, praticamente: voglio dire un tasto in più sul telecomando avente la funzione espletata dal “Blind”. Sottolineo la parola “praticamente”, che vuol dire “concretamente”, così come vuole Papa Benedetto XVI, il quale vi ha invitato espressamente ad essere “concreti”.

E’ per questo, unicamente con tale anelito rivolto esclusivamente al progresso interiore della società in toto e dell’individuo come singolo, attraverso il progresso tecnologico, che per la terza volta sono qui a stenderLe la mano, proponendoLe di lavorare assieme a tale fine, ed immediatamente, senza alcun minimo temporeggiamento, secondo la espressa volontà del Pontefice.

Mi auguro che a questa mia non segua ancora, d aparte Sua, altro ennesimo silenzio, che ridurrebbe la figura di Papa Benedetto XVI alla stregua di un burattino da prendere in giro.

Distinti saluti.

Mario Samarughi

P.S. E per finire, sempre per quanto concerne “Avvenire” del 3 giugno 2006, mi riferisco al “Forum on line” (pag. 30) dedicato a “Tecnologie: telescopi per occhi miopi?”, ove sono pubblicate le lettere di alcuni lettori di detto quotidiano sul suddetto tema, per la prima volta molto vicine al “blind” (mai successo prima). Ne riporto una di queste:

””Spreco di energia” di Samuel Potente:

”Siamo immersi in tecnologie inutili, e incapaci o quasi di sfruttare quelle utili e già disponibili. Dal settore energetico a quello della comunicazione, quello che “tira” è la “fuffa”: di Internet si vede quasi soltanto l’aspetto commerciale, la pubblicità, non le potenzialità di comunicazione decentrata e multilaterale. Dell’energia continuano a dirci che c ene occorre di più. Che occorrono centrali nucleari perché il nostro fabbisogno energetico cresce. Ma più energia per cosa? LO “STAND BY” DI UN TELEVISORE “SPENTO” CONSUMA 4 WATT, CHE SU SCALA NAZIONALE EQUIVALGONO AL 20-30% DI PRODUZIONE ENERGETICA DI UNA GRANDE CENTRALE NUCLEARE. Un campanello, un citofono spento ne consumano altre 4,. NON CI OCCORRE PIU’ ENERGIA, CI OCCORRE PIU’ CERVELLO NELLO SFRUTTARE QUELLA CHE ABBIAMO. IL DEMONIO NON E’ LA TECNOLOGIA, E’ LA NOSTRA INCAPACITA’ DI USARLA A NOSTRO VANTAGGIO”.

Beh, dottor Boffo, quante volte Le ho scritto riguardo il risparmio energetico che si potrebbe avere grazie al “Blind”??? Sempre invano??? Quante volte Le dissi di essere stato convocato al ministero delle Attività produttive, il 3 settembre 2003, dal responsabile dell’Ufficio tecnico del ministro (allora Antonio Marzano) e di essere stato colà affidato ai responsabili della ENEL e della FEDERELETTRICA, rispettivamente certo Ing. Fano e certo Ing. Dell’Oste, i quali ambedue mi hanno totalmente ignorato (nel senso che il primo non mi ha mai risposto, ed il secondo mi ha scritto che la federelettrica si sarebbe interessata al “Blind” unicamente dopo che i produttori di televisori l’avessero aggiunto sui loro telecomandi)?!!!

Tantissime volte Le scrissi a riguardo, dottor Boffo, e sempre invano..

UTINO" DI IERI.

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si spende a favore dei cittadini. Che accomunamenti! Che schifo! Ma perchè compriamo i giornali? Ormai è tutto un gossip, anche sul Corriere della Sera.

Racc.ta A/R Fax di no. 5 fogli

Il 3 giugno 2006

Egregio dottor

Paolo Serventi Longhi

Segretario Nazionale della

F.N.S.I.

Federazione Nazionale Stampa Italiana

Corso Vittorio Emanuele II, 349

00186 – Roma

p.c. Ill.mo Signor Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano;

p.c. Sua Santità Benedetto XVI

p.c. Ill.mo Signor Presidente del Senato Franco Marini

p.c. Ill.mo Signor Presidente della Camera Fausto Bertinotti

p.c. Ill.mo dottor Donato Marra, Segretario Generale della Presidenza della Repubblica

p.c. Per il direttore dell’agenzia Ansa Pierluigi Magnaschi;

p.c. Per il direttore dell’agenzia di stampa Adn Kronos, Andrea Pucci;

p.c. per il direttore dell’agenzia di stampa Agenzia Italia, Pandolfi

p.c. per il direttore del “Corriere della Sera”, Paolo Mieli;

p.c. per il direttore de “La Stampa”, Giulio Anselmi;

p.c. per il direttore de “La Repubblica”, Ezio Mauro:

p.c. per il direttore di “Avvenire”, Dino Boffo;

p.c. per il direttore di “Liberazione”, Piero Sansonetti;

p.c. per il direttore de “Il Manifesto”, Gabriele Polo.

p.c. per il direttore de “Il Giornale”, Maurizio Belpietro;

p.c. per il direttore de “L’Unità”, Antonio Padellaro;

p.c. per il direttore de “Il Messaggero”, Roberto Napoletano.

Oggetto: caso relativo alla invenzione del tasto “Blind”.

Egregio dottor Serventi Longhi,

in un suo recentissimo messaggio rivolto ai Prefetti, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano scrive così testualmente:

”La ricorrenza del 2 giugno costituisce un’occasione fondamentale per ricordare che la scelta, compiuta sessant’anni fa dal Popolo italiano, in favore della Repubblica, deve trovare continuità nell’attività che ciascuno di noi è chiamato a svolgere, dando forza alle ragioni di fondo che ispirarono quella storica scelta. Nel rivolgermi a voi Prefetti, esprimo pertanto l’auspicio che in tutte le realtà locali sia messo in atto il massimo impegno per accrescere la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, che devono essere percepite come luoghi essenziali per garantire l’esercizio dei diritti costituzionali. Ai titolari di funzioni pubbliche si impone di essere al servizio esclusivo del bene comune, di interpretare i reali bisogni delle persone, soprattutto quelle più disagiate ed emarginate, di indagare a fondo le cause del malessere sociale, di individuare, promuovere ed attuare interventi che favoriscano l’equità e la coesione sociale. Questo è il servizio che dobbiamo rendere. Con sobrietà ed equilibrio, queste sono le risposte che dobbiamo saper dare. Risposte che devono essere non solo efficaci, ma anche tempestive,poiché quando si verificano ritardi, omissioni, attese ingiustificate viene svilita l’immagine degli uffici pubblici e ne viene vanificata ogni meritoria azione” (da “L’Unità” del 31 maggio 2006, pag. 10, articolo dal titolo “ 2 giugno: saluto di Napoletano ai prefetti: attenzione ai problemi dei cittadini”).

La suddetta notizia, nonostante la grande importanza dello stessa per il tono particolarmente deciso e determinato usato dal nuovo Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in detto suo messaggio ai Prefetti, è stata pubblicata solamente dal quotidiano “L’Unità”.

Un frettoloso accenno è stato fatto inoltre dal quotidiano “Il Messaggero”, in un suo articolo dal titolo “Colle: triangolo istituzionale”, a pag. 3 dello stesso. Detto articolo consta in totale di sedici righe, di cui 14 dedicate ad altra notizia concernente il Presidente Napolitano, e solamente le ultime 4 dedicate a detto messaggio. Le riporto qui di seguito:

”Ieri Napolitano ha inviato un messaggio a tutti i prefetti in occasione del 2 giugno, festa della Repubblica, sottolineando la necessità di agire nelle realtà locali “per rafforzare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni”.

Sulla “stringatezza” di detta notizia, da parte del “Messaggero” ritengo superfluo fare alcun commento.

Pertanto, all’infuori dell’ “L’Unità”, nessun altro quotidiano tra i seguenti, in stessa data, ha ritenuto riportare il suddetto messaggio del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano:

”Corriere della Sera” – “La Stampa” – “La Repubblica” - “Il Giornale” – “Avvenire” – “La Nazione QN” – “Liberazione” – “Il Manifesto”.

L’omissione a riguardo si è protratta anche nei giorni successivi, almeno per quanto riguarda “Il Corriere della Sera” e “Avvenire”.

Alla luce di quanto sopra, sono qui pertanto a chiederLe il motivo per il quale il suddetto messaggio, da ritenersi oggettivamente di enorme importanza in quanto è la prima volta in assoluto che le istituzioni della Repubblica vengono richiamate in modo così fermo e categorico da un Presidente della Repubblica, è stato così accomunatamente ignorato ed oscurato da parte della stampa italiana in toto.

Né c’è da dire che detta omissione possa essere derivata dal fatto che detto messaggio ha coinciso con le elezioni amministrative, e dunque per mancanza di spazio: una tale giustificazione risulterebbe in vero del tutto infondata. E’ infatti sufficiente sfogliare le pagine di tutti i suddetti quotidiani per accorgersi quanto le stesse vengano occupate da notizie di tipo “gossip”, del tutto futili.

Tale mia richiesta non solo viene da me a Lei inoltrata non solo quale semplice cittadino italiano, ma anche quale cittadino italiano ignorato,vilipeso e fatto oggetto di incredibili omissioni e ritardi da parte di tutte le istituzioni italiane, da ben undici anni.

E non solo: anche da parte dei mezzi d’informazione, tutti accomunatamente, a 360 gradi.

Il caso riguarda il “tasto Blind”, di cui scrissi anche a Lei, già nel 1996 e poi ripetutamente negli anni, senza mai ricevere alcuna risposta.

Restando in attesa di una Sua cortese sollecita risposta a questa mia, distintamente La saluto.

Mario Samarughi

Allegati: illustrazione del tasto “Blind” e vari riconoscimenti pubblici, dal 1996 ad oggi.

ILLUSTRAZIONE INVENZIONE TASTO “BLIND”

Oggetto: Invenzione tasto “Blind”sul telecomando di cui a Brevetto Europeo No. 0750420 concesso il 05.12.2001 per Italia, Francia, Germania e Gran Bretagna; nonché di cui a Brevetto U.S.A. No. 5,999,229 concesso il 07.12.1999. Co-inventore assieme all’Ing. Massimo Mengarelli.

Il sottoscritto è unico assegnatario dei suddetti brevetti.

Scrivo nella mia qualità di inventore del tasto “Blind” sul telecomando, di cui ai brevetti in oggetto, già concessi.

Consiste in un ulteriore tasto da essere aggiunto sul telecomando che permetta la eliminazione del video lasciando in funzione l’audio (il teleschermo risulterà come se il televisore fosse spento, senza più alcuna emissione di luce catodica).

Permette quindi di “ascoltare” la televisione e solo di ascoltarla, senza alcun disturbo visivo.

Detta funzione è allo stato attuale del tutto inesistente al mondo, sia a livello istantaneo che graduale. Anche se si azzera la luminosità, sia la luce catodica che l’immagine continuano ad essere presenti sul teleschermo, anche se più scure. Dal momento in cui accendiamo il televisore, siamo pertanto costretti ad usarlo sempre e comunque nella sua parte video e l’unica maniera per sopprimere il video è rappresentata dal tasto “Off” di spegnimento dell’intero apparecchio televisivo, con il risultato di sacrificare anche l’audio, magari di nostro gradimento.

L’inventore americano della Televisione, nel 1917, si dimenticò di mettere l’interruttore per spegnere la luce!!

Il “Blind” si identifica quindi come il tasto del tutto analogo ed opposto al ben noto tasto “Mute”.

Il sottoscritto lo considera quale logica riparazione ad una grave omissione tecnica.

La ragione principale per la quale ho realizzato il “Blind” consiste nel desiderio di colmare tale grossa lacuna riguardante funzione di primaria importanza, alla pari di quella espletata dal tasto “Mute” per l’audio.

Il tasto “Blind” può comunque servire:

1°) per difendere sé e gli altri (minori) da immagini non gradite e/o comunque dannose, “rispedendole al mittente” senza con ciò dover rinunciare in toto a seguire il programma televisivo, continuandolo invece a seguire solo in audio;

2°) contro la “TV passiva” nei confronti dei minori: una autorevole ricerca del 2002, effettuata dal Censis assieme alla Ucsi (“Unione Cattolica Stampa Italiana”), appurava che il 60% degli Italiani tiene acceso il televisore tutto il giorno “per compagnia e/o per abitudine”, senza quasi mai vederlo. Ora, spesso si ha che i bambini si mettano a giocare nel salotto di casa, ove regna incontrastato il totem televisore, sempre acceso. I bambini si trovano pertanto e loro malgrado nella condizione di essere bombardati da un’enorme quantità di luce catodica e di orrende immagini - spesso di vera guerra - ripetute ossessivamente all’infinito. Grazie al tasto “Blind” il buon genitore potrebbe evitare loro di essere soggetti, del tutto gratuitamente, a tali torture psicologiche, senza con ciò dover rinunciare alla “compagnia”, dovuta all’audio che rimane;

3°) contro l’obesità infantile: è ormai appurato da parte dei pediatri americani che la ragione principale dell’obesità infantile risiede non solo nella quantità e qualità di cibo ingerito ma anche, nella stessa ugual misura ed importanza, nella quantità di tempo passato di fronte alla TV.

L’inventore a questo proposito propone un “Blind”che operi automaticamente e che si attivi ogni 7 minuti per non più di 25 secondi, al fine di “risvegliare” il bambino dallo stato di “incantamento” visivo dovuto alla luce catodica.

L’incantamento da luce catodica è stato appurato da studiosi americani, docenti universitari specializzati nei media (vedi articolo di Robert Kubey e Mihaly Csikszentmihalyi pubblicato sulla rivista “Scientific American” del febbraio 2002 con il titolo “Television Addiction is no mere metaphor” e ripreso poi un mese dopo, di sana pianta, dalla rivista italiana “Le Scienze” di marzo 2002 con il titolo “Teledipendenza: non solo una metafora”).

4°) per risparmiare energia elettrica: l’inventore propone un “Blind” che operi automaticamente e che mantenga il televisore nella condizione di “blind” fintanto che non via sia presenza alcuna nello spazio ove si trova l’apparecchio. Considerato che il consumo della luce catodica emessa dal teleschermo è di 20 Watts, ci sarebbe un risparmio in energia elettrica pari a 50 milioni di Euro ogni anno, soltanto per il Paese Italia, figurarsi poi quanto in tutto il mondo (calcolo effettuato per difetto).

5°) contro la teledipendenza: la validità del dispositivo è confermata anche da “Focus” di giugno 2002, versione italiana, no. 116, ove veniva pubblicato un importante articolo scritto da tre docenti universitari italiani specializzati nei media e nel problema “TV-Minori” ( articolo riguardante la suddetta ricerca americana sopra citata). In seno allo stesso veniva pubblicato dai tre suddetti studiosi un “Decalogo per chi non vuole essere drogato dalla televisione”. Al punto 4 di detto decalogo viene testualmente consigliato di “Provare ad usare la TV come una radio, senza guardarla cercando di immaginare tutto”.

Gli autori di detto “Decalogo” sono: il Prof. Paolo Inghilleri, docente di Psicologia sociale presso l’Università di Verona, la Prof.ssa Nora Rizza, docente di Teoria della tecnica e del linguaggio radiotelevisivo presso la facoltà di Scienze della comunicazione di massa dell’Università di Bologna, la dott.ssa Antonella Delle Fave, docente di medicina presso l’Università statale di Milano.

La validità del “Blind” è altresì confermata dalla seguente mail del Prof. Robert Kubey recentissimamente inviatami “Congratulations. I think this is a good idea and one that I am pleased to know about”.

Ringrazio dell’attenzione.

Mario Samarughi

Elencazione Riconoscimenti ottenuti dal “Blind” negli anni

1°) Sul “Blind” sono state depositate in Parlamento, dal 1996, ben quattro diverse proposte di legge, di cui una approvata dalla Commissione bicamerale per l’Infanzia il 19.07.2000, al punto 27 della “Risoluzione 7-00024 De Luca Rapporto TV-Minori”. Invita il Governo ad “ipotizzare la sperimentazione, negli apparecchi televisivi, di dispositivi che, se aggiunti al normale telecomando, consentano di inibire l’immagine mantenendo inalterato l’audio”.

L’emendamento non è decaduto.

2°) Sul “Blind” sono stati pubblicati articoli, dal 1995, tutti però su giornali “minori”, mai su quelli che contano. In detti articoli il “Blind” cui viene più volte definito “una invenzione rivoluzionaria” (vedi “Avvenire” del 19.06.1996 nonché del 05.01.1999, ambedue a firma Roberto Zanini). Articoli sono apparsi anche su giornali stranieri quali il quotidiano francese “Libération” ed il quotidiano greco “Kathimerini” .

Dal 2000 è stato inoltre messo in atto il più totale blackout a riguardo, a 360 gradi, da parte di tutti i quotidiani, indistintamente dal colore politico.

3°) Il “Blind” è stato praticamente “istituzionalizzato: infatti, nel maggio 2003 la “Autorità per le garanzie nelle comunicazioni”, Organo istituzionale supremo a riguardo, pubblicava sul proprio sito Internet www.agcom.it un importante documento dal titolo “Progetto Speciale per la Tutela dei Minori” (dalla “TV violenta” ndr), in cui venivano dalla stessa elencati ed illustrati i dispositivi più importanti al mondo per il “filtraggio” dei contenuti televisivi audio e/o video. Orbene, detta lista comprende solamente nove dispositivi di cui sette made in Usa, uno europeo ed il nono ed ultimo che è il tasto “Blind” del sottoscritto.

Lo stesso veniva illustrato in modo molto favorevole ed indicato come (testualmente) “Allo stato attuale l’unico dispositivo in grado di difendere dalle immagini trasmesse in diretta”(vedi all’indirizzo specifico .agcom.it/progettominori/dox/controllo_parentale_finale.pdf alle pagg. 11-12 del documento).

4°) Nel gennaio 2003 il “Blind” veniva presentato ufficialmente al Foro Sociale Mondiale di Porto Alegre ove riscuoteva dalla platea la più ampia approvazione, accompagnata da applauso.

5°) Nell’ottobre 2000 il Consiglio Comunale della città di Andria (Bari) approvava alla unanimità una mozione urgente sul “Blind”, con cui veniva chiesto ai vertici delle istituzioni pubbliche nazionali nonché agli Organi competenti nella fattispecie di attivarsi affinché detto dispositivo fosse al più presto dato in dotazione all’utente televisivo. Ciò in quanto colà, nell’agosto 2000, era stata barbaramente uccisa una bambina di otto anni, Graziella Mansi, violentata e bruciata viva da alcuni ragazzotti del posto, “per noia esistenziale” (da cui quattro ergastoli). Psichiatri e criminologi tra i più autorevoli concordarono nell’imputare la televisione di essere concausa principale di tali efferati delitti giovanili.

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Fax di no. 11 fogli URGENTISSIMO

Il 8 giugno 2006

Egregio dottor

Dino Boffo

Direttore di “Avvenire”

Fax: 02.678.0502

p.c. Sua Eccellenza Monsignor Raffaele Calabro, Vescovo di Andria;

p.c. Ill.mo dottor Vincenzo Zaccaro, Sindaco di Andria

p.c. Per Don Vincenzo Giannelli

p.c. Ill.mo Prof. Paolo Farina, assessore al Comune di Andria, politiche giovanili;

p.c. Ill.mo Prof. Luciano Corradini, presidente del “U.C.I.I.M.” (“Unione Cattolica Italiana Istruzione media”)

p.c. Ill.mo On.le Giandomenico Sinisi

p.c. per il grande regista Pupi Avati.

p.c. Ill.mo Signor Presidente della Repubblica Giorgio Napoletano

p.c. Sua santità Papa Benedetto XVI

p.c. Per i seguenti Cardinali:

Loro Eminenze cardinali Angelo Sodano, Camillo Ruini, Giovanni Battista Re,

Raffaele Martino, Paul Poupard, Dionigi Tettamanzi, Angelo Scola, Ersilio Tonini,

Ennio Antonelli; Caffarra.

p.c. Per i seguenti Monsignori:

Loro Eccellenze Monsignori John P. Foley, Claudio Giuliodori, Gianfranco Ravasi, Francesco Cacucci, Angelo Comastri.

Egregio dottor Boffo,

mi riferisco all’articolo su “Avvenire” di ieri 7 giugno 2006, pag. 8 intera, dal titolo “Andria, le baby gang contro i sacerdoti”, a firma Paolo Lambrusche, con i seguenti sottotitoli: “Minacce ai preti che denunciano il degrado delle periferie e il branco. I parroci si erano rivolti al prefetto per segnalare la recrudescenza criminale che infesta la città. Con i boss che hanno affidato lo spaccio ai minorenni perché non perseguibili”

Al fine di provare la grande importanza data da “Avvenire” a tale notizia, tengo qui a sottolineare che detto articolo occupa una intera pagina, da cima a fondo, con una fotografia cm. 20x30 che prende quasi la mezza pagina in alto, rappresentante un muro su cui c’è scritto “35 INFAMI CONTRO LA NOSTRA LIBERTA’.

Orbene, per quanto riguarda Andria, i crimini giovanili, ed il “Blind”, tengo qui a rammentarLe quanto segue (a rammentarLe, perché lo sa alla perfezione, da sei anni):

nell’agosto 2000 in quel di Andria veniva barbaramente uccisa Graziella Mansi, bambina di otto anni, bruciata viva da quattro ragazzotti del posto “per noia esistenziale”.

I più autorevoli psichiatri e criminologi concordavano che, quale concausa principale di tali efferati crimini giovanili, era da imputarsi la “TV violenta”.

Scrivevo pertanto immediatamente sul “Blind” a Don Vincenzo Giannelli, parroco della Chiesa ove solevano recarsi i genitori di Graziella (lo stesso che ritorna nell’articolo di ieri sopra citato), il quale scriveva ai giornali, a riguardo, nelle persone dei direttori di “Avvenire” (Lei, quindi), del “Corriere della Sera”, de “La Stampa”, di “Repubblica” e della “Gazzetta del Mezzogiorno”, dichiarandosi totalmente a favore di detta invenzione ed invitando acchè la stessa diventasse al più presto una realtà, contro il degrado interiore.

Orbene, la suddetta lettera di Don Vincenzo venne totalmente ignorata da tutti i suddetti giornali, addirittura anche da Lei, dottor Boffo, e da “Avvenire”, nonostante che si trattasse di un accorato e più che fondato appello lanciato da un sacerdote, per questioni di particolare gravità.

L’unico a pubblicare detta lettera di Don Vincenzo fu “La Gazzetta del Mezzogiorno”, ma solo nella pagina locale di Andria.

Tengo qui a riportare integralmente il testo di detto articolo, dal titolo “Tutelare i minori dalla TV violenta: interviene Don Vincenzo Giannelli”:

”E’ trascorso più di un mese dalla maledetta e folle sera di Castel delMonte, quando Graziella Mansi venne barbaramente uccisa. La povera bambina è stata ricordata in questi giorni anche con il consueto trigesimo, la santa messa che si celebra ad un mese dalla morte di una persona. E nell’occasione è intervenuto Don Vincenzo Giannelli, il parroco di Sant’Andrea Apostolo, la chiesa che si trova nel quartiere di Graziella. Don Giannelli è intervenuto per ricordare Graziella, ma anche per parlare di prevenzione e sicurezza a favore degli altri bambini. “Mi ha scritto – ha dichiarato il parroco – Mario Samarughi, inventore di un dispositivo tecnologico a difesa di tutti i teleutenti dallo strapotere delle emittenti televisive nonché a tutela dei minori dalla tv violenta. Il dispositivo consiste in un ulteriore tasto da aggiungere al telecomando, il “Blind”, che permetterebbe al teleutente di eliminare istantaneamente il video lasciando tuttavia in funzione l’audio. Un tasto, cioè, speculare a quello “mute”, già esistente, che elimina l’audio e lascia in funzione il video. Quest’ultimo ammutolisce la TV, mentre il “blind” l’accecherebbe. Il nuovo tasto darebbe la possibilità all’utente, in maniera attiva, di “criticare”, spegnendo quindi il video, quanto trasmesso a livello di immagine. Un tasto chiaramente educativo”. Don Giannelli ha ricordato che di questo tasto si parla sin dal luglio 1996, ma poi non se n’è saputo più nulla, anzi il tutto si è arenato in discussioni al Senato. Il parroco ha sottolineato che l’inventore, Samarughi, gli ha scritto, in occasione della tragica vicenda di Graziella, per ricordare che “la violenza virtuale, quella del teleschermo, è causa di quella reale e nulla, nella fattispecie, è stato fatto dagli organi di controllo specificatamente preposti alla tutela dei minori dalla TV violenta”. Don Giannelli ha aggiunto: “Samarughi mi ha scritto: “Le chiedo, Don Vincenzo, di farsi carico della vicenda, facendola sua per un’opera di culturizzazione del popolo, rendendoci padroni anche di dominare il mezzo televisivo onde poter rispedire al mittente tutto ciò che non ci aggrada a livello di immagine. Senza dover con ciò forzatamente cambiare canale, per poi cadere su chissà quali altre immagini, o addirittura spegnere l’apparecchio, la qualcosa ha tutto il sapore della resa di fronte alla macchina”. “Samarughi – ha continuato Don Giannelli - mi ha anche informato che il dispositivo “blind” è stato fatto oggetto di ben quattro proposte di legge, a partire dal 1996, sia della maggioranza (verdi e Ds) sia dell’opposizione (An) e che però nessun mezzo di informazione, tranne pochissime eccezioni con poche righe, ne ha dato notizia”. La conclusione di Don Vincenzo: “Mi trovo completamente d’accordo con la denuncia di Samarughi. Mi auguro che venga a cessare il blackout della stampa e dei media in generale sulla iniziativa. Ne va del futuro dei giovani. Si provveda alla obbligatorietà del dispositivo: l’utente ne ha pieno diritto” “.

Il suddetto articolo, sia pur pubblicato localmente, fu comunque più che sufficiente a sensibilizzare il Comune della città di Andria, al punto tale che in data 18.10.2000 il Consiglio comunale di Andria (città di ben 100.000 abitanti) approvò alla unanimità una mozione urgente chiedendo a tutti i vertici istituzionali la installazione immediata del “Blind” sui televisori

RIPORTO QUI IL TESTO DI DETTA MOZIONE URGENTE:

“Il Consiglio Comunale, premesso:

- che i recenti e tragici eventi ripetutisi a livello internazionale, nazionale e locale hanno con forza richiamato l’urgenza di interventi concreti e incisivi a tutela dei diritti e dei bisogni dei minori;

- che la prevenzione si esercita anche con un controllo diretto, non solo da parte delle emittenti televisive, ma anche degli utenti;

- che tale controllo oggi si limita alla facoltà di spegnere il televisore o, quantomeno, di cambiare canale;

- che se siste già un tasto “mute” per dare facoltà di controllo dell’audio TV, sarebbe auspicabile anchela installazione nei telecomandi di un tasto in grado di “oscurare le immagini”, lasciando attivo l’audio;

- che la Risoluzione “De Luca- rapporto TV e minori”, del 19/7/00, n°. 7-00024, ha riconosciuto che “le prime vittime dell’appiattimento culturale e della omologazione imposta dal modello televisivo sono i minori poiché non dispongono ancora degli strumenti per una interpretazione critica del messaggio televisivo” e che “il problema dell’infanzia e delle nuove generazioni assume una centralità strategica di cui il Parlamento, con l’istituzione della Commissione parlamentare per l’Infanzia, ha dimostrato di volersi fare carico, nel rispetto della Convenzione del 1989 per i diritti del fanciullo e della Costituzione italiana, la quale non solo pone a suo fondamento la dignità della persona, ma sancisce il dovere della repubblica di rimuovere gli ostacoli al suo pieno sviluppo e tutelare i diritti inviolabili dell’uomo, della famiglia e dei minori”, e infine, “che i genitori e scuola hanno il dovere di mediare i messaggi televisivi al fine di favorire la crescita dei minori, accompagnandoli nell’uso consapevole della televisione e dei mezzi di comunicazione”;

- che la stessa risoluzione De Luca, al punto 27, invita il Governo a “ipotizzare la sperimentazione negli apparecchi televisivi di dispositivi che, se aggiunti al normale telecomando, consentano di inibire l’immagine mantenendo inalterato l’audio”;

- che tale sperimentazione è prevista in modo specifico dal disegno di legge no. 945 dell’11 luglio 1996 (primo firmatario il senatore Athos De Luca, dei Verdi), disegno tuttora fermo in VIII commissione al Senato;

INVITA

Il Presidente del Consiglio ed il Consiglio dei Ministri, in modo specifico i Ministri competenti, nella fattispecie della Comunicazione, dei Beni e Attività Culturali, della Solidarietà Sociale, della Pubblica Istruzione, della Sanità, nonché i presidenti della Camera e del Senato ad adoperarsi perché quanto auspicato dalla risoluzione De Luca, al punto 27, e dal disegno di legge no. 945/96 possa nelpiù breve dei termini possibili diventare una realtà.

DELIBERA

Di trasmettere copia della presente mozione al Presidente del Consiglio, ai Ministri sopra citati, ai Presidenti di Camera e Senato, nonché ai componenti dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, del Comitato “TV-Minori”, del Consiglio Consultivo degli Utenti, del Consiglio Nazionale degli Utenti e, nfine, al Garante per la radio diffusione e l’Editoria.

Andria, 18 ottobre 2000 APPROVATA ALLA UNANIMITA’.

Da allora, ahimè, nessuno si è mai fatto vivo, e Lei, dottor Boffo, si è guardato bene dal pubblicare mai qualcosa a riguardo. Mai! Un giorno si arriverà a chiarire il perché di così tanto vostro ignoramento.

Non solo: alcuni anni più tardi, il Prof. Paolo Farina, assessore alle politiche giovanili presso il Comune di Andria (che fu a suo tempo il promotore di detta mozione e che ritorna nell’articolo di ieri), si attivò al fine di aprire una petizione pubblica a favore del “Blind”: furono ottenute,nell’arco di soli tre giorni, ben 150 firme, tra cui quella del Sindaco di Andria, Vincenzo Zaccaro (a tutt’oggi ancora sindaco, il cui nome ritorna nell’articolo di ieri), del Vice-sindaco, di tutti gli assessori, di personaggi illustri di Andria tra cui anche il già sottosegretario alla difesa On.le Giandomenico Sinisi. Pur se “forestieri”, a favore del “Blind” firmarono anche il Prof. Luciano Corradini, più che noto pedagogista nonché presidente delle Scuole medie cattoliche italiane nonchè il noto regista Pupi Avati, entrambi da me direttamente sollecitati.

La informai anche di questo, dottor Boffo, ma sempre invano: Mai una parola su detta mozione, mai una riga sulla petizione.

Adesso, a distanza di sei anni, si ha che ad Andria i preti vengano fatti oggetto di prevaricazioni da parte dei giovani. E Lei si scandalizza, e pubblica una intera pagina a riguardo. Colpa Sua, dottor Boffo, se è successa una cosa simile, semplicemente colpa Sua. Non c’è, purtroppo,.da dire altro. Cosa vuole che facciano i giovani, lasciati così allo sbando anche da chi avrebbe il sacrosanto dovere di aiutarli.

E’ da sei anni che Lei non scrive più nemmeno una parola sul “Blind”, e sull’inquietantissimo caso allo stesso relativo, sei anni, dottor Boffo!

Distinti saluti.

Mario Samarughi

P.S.

Per chi si è fermato al 2000, e non è il Suo caso, dottor Boffo, sempre da me tenuto a perfetta conoscenza degli sviluppi del “Blind” a tutt’oggi, tengo qui ad informare che nel maggio 2003, esattamente il 26 maggio, (vedi qui allegato) veniva pubblicato dalla “Autorità per le garanzie nelle comunicazioni” un documento su Internet, in seno al sito della stessa, www.agcom.it, dal titolo “Progetto Speciale per la Tutela dei Minori” (dalla televisione ndr), in cui vengono dalla stessa elencate le invenzioni più importanti esistenti al mondo per il “filtraggio” dei contenuti audio e/o video dei programmi televisivi. Orbene, in detta lista, comprendente solamente nove dispositivi, di cui sette made in Usa ed uno europeo, è compreso anche il “Blind”, che viene illustrato molto favorevolmente e definito come “Allo stato attuale è l’unico dispositivo in grado di difendere dalle immagini trasmesse in diretta” (vedi all’indirizzo .agcom.it/progettominori/dox/controllo_parentale_finale.pdf alle pagg. 11-12)

Anche tale notizia, di grande importanza, è stata da Lei ignorata, dottor Boffo, assieme ad ogni altra testata giornalistica, nessuna esclusa. E’ pertanto più che evidente il tentativo, sia pur indiretto ma non meno inquietante in quanto così talmente accomunato tra i media, di affossare l’idea. Veramente vergognoso, ancor più da parte di chi si vuole cristiano e cattolico.

Ugualmente vergognoso è che detta “Autorità, pur essendosi espressa in tal modo riguardo il “Blind”, ciò nonostante non si sia minimamente attivata, nei confronti del Parlamento e di ogni altra istituzione pubblica al fine di farlo divenire una realtà. Anche tale comportamento è stato da Lei del tutto ignorato, dottor Boffo.

Il nuovo Garante della stessa, dottor Corrado Calabrò, recentemente mi ha inviato lettera con la quale dichiara che detta Autorità non è competente riguardo il “Blind”, essendo acciò competente il Parlamento europeo. Si ha pertanto che in Italia da undici anni nessuna istituzione della Repubblica è competente riguardo il “Blind” e che sul caso in questione continui da allora il più totale blackout da parte dei mezzi d’informazione. In primis “Avvenire”, giornale della Conferenza Episcopale Italiana. Superfluo ogni commento a riguardo.

ALLEGATI:

- lettera di Don Vincenzo Giannelli, pubblicata su “La Gazzetta del Mezzogiorno” del 26.09.2000, pagina di Andria;

- no. due articoli su “La Gazzetta del Mezzogiorno”, del 04.10.2000 e del 22.10.2000, rispettivamente dai titoli: “Da Andria un tasto per oscurare le immagini scottanti della TV”, e “”Violenza in televisione: il Consiglio sostiene il tasto cancella-immagini”, ambedue a firma Michele Palombo, ambedue sulle pagine nazionali

- lettera al sottoscritto dal prof. Paolo Farina, del 19.10.2000, nella sua carica di Capogruppo PPI;

- lettera del Sindaco di Andria, Vincenzo Zaccaro, del 1° dicembre 2000, con allegata mozione urgente del Consiglio comunale, del 18.10.2000, indirizzata ai vertici delle istituzioni nazionali;

- mozione urgente del Consiglio comunale della città di Andria, del 18.10.2000, approvata alla unanimità, sul “Blind”.

- no. 4 fogli del documento “Progetto Speciale per la Tutela dei Minori”, della “Autorità per le garanzie nelle comunicazioni”, del 26.05.2003.

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Razzista è chiamato chi discrimina il nero dal bianco. Razzista è chiamato chi discrimina l'ebreo dal cristiano. Razzista deve essere chiamato chi discrimina il "Blind" dallo "Stand-by". "Avvenire" è dunque da considerarsi razzista, in tal senso (vedi mia qui di seguito). Ora, parlare dello "Stand-by" non porta alcun danno al mondo della pubblicità televisiva (in ogni caso si tratta di spegnimento del televisore, si usi o non si usi detto dispositivo). Al contrario, parlare dl "Blind" porta molto danno, e dà fastidio, a lorsignori pubblicitari. Ecco perchè "Avvenire" non ne parla. M lo Spirito Santo non ha fatto mai questione di interessi. Forse è solo questione di "relativismo"?!!! Allego qui di seguito mia lettera a Dino Boffo, direttore di "Avvenire". Ai posteri di giudicare.

Fax di no. 2 fogli URGENTISSIMO

Il 14 giugno 2006

Egregio dottor

Dino Boffo

Direttore di “Avvenire”

Fax: 02.678.0502

p.c. Sua santità Papa Benedetto XVI

p.c. Per i seguenti Cardinali:

Loro Eminenze cardinali Angelo Sodano, Camillo Ruini, Giovanni Battista Re,

Raffaele Martino, Paul Poupard, Dionigi Tettamanzi, Angelo Scola, Ersilio Tonini,

Ennio Antonelli; Caffarra.

p.c. Per i seguenti Monsignori:

Loro Eccellenze Monsignori John P. Foley, Claudio Giuliodori, Gianfranco Ravasi, Francesco Cacucci, Angelo Comastri.

Egregio dottor Boffo,

mi riferisco all’articolo, dal titolo “Spegnere lo “Stand-by” e si risparmia tanta energia”, pubblicato su “Avvenire” di oggi 14 giugno 2006, pag. 2 e qui allegato.

Lo riporto qui interamente:

INIZIO ARTICOLO:

“Se in Europa tutti eliminassero gli “stand-by” delle tv (la lucetta rossa che resta accesa dopo aver spento col telecomando), in un anno risparmieremmo una quantità di energia pari a quella consumata da un Paese come il Belgio. Solo in Italia gli “stand-by” delle TV consumano ogni anno più di un miliardo e trecento milioni di Kvvh. Ma un semplice apparecchio, tra poco in distribuzione, può annullare questi inutili consumi. Un piccolo gesto, un piccolo apparecchio per un grande risparmio. E non solo economico. La notizia è stata infatti molto significatamene fornita in occasione del bilancio dei due mesi di viaggio della carovana del clima di “Legambiente”. Un monitoraggio dello stato di salute delle nostre città (Palermo la più “fracassona” e assieme a Potenza anche quella con maggior inquinamento da benzene, mentre Pesaro è in testa per quello da polveri sottili). Risparmiare energia, spegnendo anche lo “stand-by”vuol dire inquinare meno e contribuire a tutelare il clima così a rischio. Spegnere una lucetta rossa per evitare un allarme rosso”

FINE ARTICOLO.

Già circa un mese fa “Avvenire” aveva pubblicato un articolo sul risparmio energetico ottenibile da spegnimento dello “stand-by”, continuando imperterrito ad oscurare la medesima possibilità data dal tasto “Blind. Le inviai una mia, allora, di vivissima protesta, per i Suoi silenzi. Adesso ci risiamo, un’altra volta. Si tratta evidentemente di provocazioni, criminali, da Lei messe sistematicamente e sadicamente in atto nei miei confronti, indefinibili per la loro gravità; si tratta di un comportamento, il Suo, che continua, ahimè, ad essere permesso da parte dei vertici della Chiesa e del Vaticano, visto che non si sono ancora attivati al fine di far cessare tale Suo comportamento. I posteri, grazie a queste mie rese pubbliche nel sito www.psiconline.it/forum, saranno pienamente nella condizione di giudicare, a riguardo. Se è costume della Chiesa non avere fretta, a questo punto non la avrò nemmeno io. Non mi illudo di trovare soddisfazione nel mia vita, ma vi è la possibilità, nemmeno tanto remota, che soddisfazione mi sarà data dopo morto. E sarà allora il momento in cui la Chiesa in generale ne dovrà pagare le conseguenze, perdendo non poco di immagine e di credibilità. Ed allora i santi saranno un po’ meno venerati, veramente come tali. Infatti, Lei avrebbe dovuto essere allontanato già vari anni fa, proprio dai suddetti vertici, ed invece, bravissimo, complimenti, è riuscito a restare al Suo posto nonostante il Suo comportamento tenuto nei miei confronti da sei anni, e nei confronti della mia idea. Modi di giudicare, quelli utilizzati dai vertici della Chiesa, assolutamente non rispondenti a sani ed obiettivi criteri di giustizia, libertà, verità, carità, viste le assidue e ripetute denuncie. Giudicheranno i posteri, dottor Boffo, non si preoccupi. A me si lasci il compito di testimoniare, con queste mie. Mi basta.

Distinti saluti.

Mario Samarughi

ALLEGATI: articolo sopra citato.

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A CONFERMA CHE CI AVEVO VISTO GIUSTO, CON IL BLIND, ED ANCHE CON LE GRAVISSIME RESPONSABILITA' DELLA CHIESA CATTOLICA, A RIGUARDO.

Fax di no. 3 fogli URGENTISSIMO

Il 18 giugno 2006

Egregio dottor

Dino Boffo

Direttore di “Avvenire”

Fax: 02.678.0502

p.c. Sua santità Papa Benedetto XVI

p.c. Per i seguenti Cardinali:

Loro Eminenze cardinali Angelo Sodano, Camillo Ruini, Giovanni Battista Re,

Raffaele Martino, Paul Poupard, Dionigi Tettamanzi, Angelo Scola, Ersilio Tonini,

Ennio Antonelli; Caffarra.

p.c. Per i seguenti Monsignori:

Loro Eccellenze Monsignori John P. Foley, Claudio Giuliodori, Gianfranco Ravasi, Francesco Cacucci, Angelo Comastri.

Egregio dottor Boffo,

la presente per segnalare il libro di Paolo Landi, con introduzione di Beppe Grillo, dal titolo “Volevo dirti che è lei che guarda te – la televisione spiegata a un bambino”, editore Bompiani, 2006. Paolo Landi è stato per qualche anno critico televisivo su vari settimanali. E’ docente al Politecnico di Milano. Vive e lavora a Treviso.

A riguardo, tengo qui a riportare alcuni passaggi di detto libro, in sequenza di pagine. Inizierò però riportando qui l’ultimo passaggio, che sintetizza drammaticamente tutti gli altri:

pag. 42-43:

“…Sia che si illumini lo schermo della TV, sia che si illumini quello del computer, o quello del telefonino, la tua mente sarà dominata da una grande incertezza su ciò che è reale e ciò che non lo è…Organi delicati come GLI OCCHI non sono stati fatti per essere esposti al BOMBARDAMENTO GIORNALIERO DELLA LUCE FLUORESCENTE ad alta energia e con una certa quantità di raggi X dei vari schermi che hanno invaso il salotto di casa. Queste esposizioni improprie li attaccano, li paralizzano, li fanno bruciare. E MENTRE GLI OCCHI BRUCIANO, ANCHE LA TUA MENTE BRUCIA UN PO’”

Pagg. 19-20:

“Una stanza buia, il copro tranquillo, abbandonato in una poltrona, GLI OCCHI in riposo, LO SGUARDO su una luce che SCINTILLA costantemente. Guardando la televisione, si ha l’impressione di vedere delle immagini ma ciò che effettivamente si vede è il LUCCICHIO FOSFORESCENTE di circa trecentomila minuscoli punti. Non vi è nessuna immagine. Il tubo a immagini della televisione è costituito sulla base di un “cannone” che proietta sullo schermo, concentrandoli, fasci di elettroni. La parte interna dello schermo è ricoperta da una rete di qualche migliaia di punti, la cui FLUORESCENZA può essere eccitata nei tre colori di base della tv a colori. Ogni volta che il fascio di elettronicolpisce uno di questip unti, questo emette una luce tantop iù intensa quanto più intenso è il fascio. Facendo in modo cheil fascio esplori lo schermo esattamente come si legge una pagina di un libro, linea dopo linea, e facendo contemporaneamente variare l’intensità, i punti LUCCICANO con maggiore o minore forza, il che crea L’ILLUSIONE DELL’IMMAGINE. La ripetizione rapida di questo processo, compresi i cambiamenti progressivi nell’immagine, suggerisce l’idea del movimento. Segnali acustici apportano la sonorizzazione. LO SCINTILLIO E’ COSI’ RAPIDO CHE L’OCCHIO E, QUINDI, LA COSCIENZA, NON POSSONO RECEPIRLO. La traduzione dell’energia luminosa in immagini visive all’interno del cervello avviene soltanto dieci volte circa al secondo. Grazie ad uno SGUARDO FISSO, combinato con la PERSISTENZA dello schermo, GLI OCCHI sono, per così dire, “INGANNATI” e accettano le immagini come fossero reali. TUTTO QUESTO CREA LE CONDIZIONI OTTIMALI PER UNA TRANCE IPNOTICA. Capita spesso di dire, o di sentir dire “sono completamente rimbambito”, “mi sento svuotato”, “uno zombie” da chi ha guardato a lungo la tv”.

Pagg. 21-22:

“La cosa bella della televisione è che si può scegliere. Si può scegliere un programma, SI PUO’ SCEGLIERE DI GUARDARLA TOGLIENDO L’AUDIO, si può cambiare canale, si può spegnerla. Si può scegliere di fare un sacco di cose con la televisione. …Si può scegliere di spegnere la tv, certo, ma spegnerla vuol dire averla accesa. ED E’ SEMPRE PIU’ DIFFICILE SPEGNERE LO STATO DI VEGLIA PERPETUA, artificiale, del nostro cervello assuefatto ai BAGLIORI discontinui e bluastri dei cambi d’inquadratura, allo SCINTILLIO rapido che ci ipnotizza”.

Pag. 23:

”Nello stato di trance in cui ti trovi quando stai seduto di fronte alla tv, se particolarmente ricettivo. Per pensare, un bambino come te impiega il suo emisfero cerebrale destro, dove si trovano le zone dell’attività onirica, dell’immaginazione, dell’intuizione. Ma ha bisogno di costruire il ponte verso la metà sinistra del suo cervello, dove si trovano i centri della memoria, del linguaggio, dell’analisi, della comprensione e della cognizione. LA TV TI PARALIZZA, imponendoti l’immobilità forzata del corp, COMPRESI GLI OCCHI, e limita la tua estensione degli stimoli sensoriali reali che agiscono sui tuoi emisferi cerebrali, riducendoli a un surrogato di sensazioni irreali, artificiali. ESISTONO MOLTI STUDI SCIENTIFICI che mostrano come il movimento oculare e il pensiero siano strettamente legati. GLI OCCHI assumono un’espressione quando la coscienza di chi guarda è sveglia e attiva. Se i TUOI OCCHI restano fissi come quelli di un sonnambulo, il tuo pensiero è ridotto. IL TUO SGUARDO fisso e freddo sullo schermo tv dice che il tuo pensiero cosciente e il tuo discernimento hanno fatto posto a una RICEZIONE PASSIVA del flusso di PUNTINI LUMINOSI che simulano un’immagine: MENTRE GUARDI LA TV SEI IN UNO STATO DI TRANCE CHE SOMIGLIA AL SOGNARE DA SVEGLIO”.

Pag. 25-26:

”Davanti a uno schermo sei costretto a stare immobile e anche le pupille dei tuoi occhi mostrano solo impercettibili spostamenti…Ti ho già detto che il movimento degli occhi e il pensiero sono strettamente collegati. Quando gli occhi non sono in movimento ma restano fissi, l’attività delp pensiero si riduce. Qualunque cosa tu stia guardando in tv, l’attività del tuo cervello cambia e prende una struttura caratteristica: il processo di apprendimento, la presa di coscienza dei dati e la loro applicazione spariscono…Lo schermo emette infatti continui segnali, stimoli di ogni tipo, sonori, visivi che sollecitano l’attenzione e mantengono i sensi in agguato. Ma non appena la mente, allertata da questi segnali, inizia a elaborare un significato, lo schermo cambia immagine e nuovi stimoli, nuovi segnali ci inducono a dun’altra elaborazione. Alla fine, invece di essere positivamente provocata da questi segnali che invece la irretiscono, la nostra mente si rilassa, le nostre pupille diventano vitree, e ci si lascia andare ad UN CONSUMO PASSIVO delle infinite sollecitazioni che colpiscono il nostro cervello. Non si elabora più nulla perché non solo la televisione è un flusso continuo che non ci dà il tempo di trasformare le informazioni, ma è anche una palude morta, dato che impedisce ogni scambio utile tra il nostro cervello e i tempi su cui vorrebbe indurci a riflettere. Sarà per questo che ci si ricorda spesso di aver visto qualcuno in televisione senza ricordarsi quasi mai cosa ha detto e perché era lì. Si crede di aver visto qualcuno o qualcosa in televisione. Si crede che in televisione, ieri sera, sia successo qualcosa. Su quello schermo si sono avvicendati SOLO FASCI DI ELETTRONI”.

Pag. 34:

“Fino a che lo spirito e la vita – la “vita vera” – non torneranno a illuminare i volti degli uomini, sarà LA LUCE BLUASTRA DELLA TV a deformare il loro pensiero e le loro menti” (dei bambini ndr).

Nascondendo il “Blind”, Lei, dottor Boffo, di fatto da sei anni sta collaborando a bruciare gli occhi dei bambini, e le loro menti. E non solo Lei, ma anche tutti coloro, dei vertici della Chiesa e del Vaticano, che con la loro inerzia Le permettono tale comportamento professionale, di vergognoso ed irresponsabile nascondimento.

Distinti saluti.

Mario Samarughi

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Fax di no. 2 f ogli URGENTISSIMO

Il 20 giugno 2006

Egregio dottor

Dino Boffo

Direttore di “Avvenire”

Fax: 02.678.0502

p.c. per Umberto Folena.

p.c. Sua santità Papa Benedetto XVI

p.c. Per i seguenti Cardinali:

Loro Eminenze cardinali Angelo Sodano, Camillo Ruini, Giovanni Battista Re,

Raffaele Martino, Paul Poupard, Dionigi tettamanzi, Angelo Scola, Ersilio Tonini,

Ennio Antonelli; Caffarra.

p.c. Per i seguenti Monsignori:

Loro Eccellenze Monsignori John P. Foley, Claudio Giuliodori, Gianfranco Ravasi, Francesco Cacucci, Angelo Comastri.

Egregio dottor Boffo,

tengo qui a segnalarLe, particolarmente alla Sua persona, il “Mattutino” di oggi 20 giugno 2006 di Monsignor Ravasi, dal titolo “Stiamo lavorando per voi”.

Ciò al fine che non possa venir da Lei obiettato, un giorno, che detto “Mattutino” Le era sfuggito, per i troppi impegni.

Particolarmente alla Sua persona, in quanto ritengo che lo stesso si rivolga, pur ovviamente non citandolo, specificatamente a Lei ed alle Sue continue, vane promesse di cambiamento, relativamente alle Sue omissioni sul caso relativo al “Blind”, promesse da Lei sacralizzate anche ultimamente in occasione della udienza concessa da Papa Benedetto XVI ad “Avvenire” ed a tutti i mezzi d’informazione cattolici, e rivolte direttamente al Santo Padre.Tengo qui a riportare interamente il suddetto “Mattutino”:

INIZIO ”MATTUTINO” del 20.06.06 “STIAMO LAVORANDO PER VOI”:

“ “Se uno pensa alla Salerno-Reggio Calabria, colloca subito la frase “Stiamo lavorando per voi” al suo livello più alto. Perché lì non c’è soltanto abnegazione: c’è l’idea stessa di eternità. E’ però anche uno dei casi in cui si vorrebbe che lavorassero un po’ meno per noi”.

Giuliano Vigini è la persona che in Italia sa tutto sull’editoria e sui libri ( e non è una esagerazione). Ma è anche un uomo che sa coltivare una delle doti dell’intelligenza, l’ironia, che non ha nulla da spartire col greve sberleffo o l’attacco volgare, segno invece di stupidità. Provate a leggere il suo libretto “Stavo per chiamarti” (ed. Lampi di stampa) e scoprirete cosa significhi questa spezia deliziosa del discorso: il testo, infatti, raccoglie 56 luoghi comuni del linguaggio attuale che celano una DOSE MASSICCIA DI IPOCRISIA, DI INSULSAGGINE E PERSINO DI FALSITA’. E’ proprio il caso del “Stiamo lavorando per voi” che fa pensare anche a quel motto fascista del “Duce che veglia per voi”: avrebbe fatto meglio, invece, a dormire di più! E’ uno stereotipo che fa il paio con quel “Lasciateci lavorare!” che spesso è il motto del burocrate che è immobile e inerte alla scrivania davanti al giornale aperto. O ancora a quel “Stavo per chiamarti” del titolo che in realtà non è telepatia ma solo un essere preceduti da una telefonata che non si sarebbe mai voluta fare. E così via, tra un “Non so se mi sono spiegato” e un “Non ci sono più le mezze stagioni” e altro ancora, fino alla falsissima dichiarazione secondo la quale “I soldi non sono tutto”…Può essere un passatempo piacevole questa lettura, ma è anche una LEZIONE MORALE e pacata sulla necessità di purificare il linguaggio, DI RITROVARE MAGGIOR SINCERITA’ E AUTENTICITA’, evitando le banalità del tipo “Non nascondiamoci dietro un dito!”.

FINE “MATTUTINO”.

Lei dottor Boffo, è uno di quelli che non mantiene le promesse e la parola date. Tra l’altro al Capo della Chiesa cattolica del mondo intero. Peggio di così, per un direttore di giornale, della C.E.I., non ci potrebbe essere.

Mario Samarughi

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che oscurano quel che non fa loro comodo, anche se meritevole. Vedi Boffo e tutta la stampa cattolica. Semplicemente criminale, quale comportamento, che si adegua a quello di tuttoil "sistema", nel suo significato più sinistro.

Fax di no. 3 f ogli URGENTISSIMO

Il 24 giugno 2006

Egregio dottor

Dino Boffo

Direttore di “Avvenire”

Fax: 02.678.0502

p.c. Sua santità Papa Benedetto XVI

p.c. Per i seguenti Cardinali:

Loro Eminenze cardinali Angelo Sodano, Tarcisio Bertone, Camillo Ruini, Giovanni Battista Re,

Raffaele Martino, Paul Poupard, Dionigi tettamanzi, Angelo Scola, Ersilio Tonini,

Ennio Antonelli; Caffarra.

p.c. Per i seguenti Monsignori:

Loro Eccellenze Monsignori John P. Foley, Claudio Giuliodori, Gianfranco Ravasi, Francesco Cacucci, Angelo Comastri.

Egregio dottor Boffo,

tengo qui a riportare articolo pubblicato su “Avvenire” di oggi sabato 24 giugno 2006, pag. 14, dal titolo “Censis: In Italia comanda il portafoglio: secondo l’indagine si arriva non per cultura ma grazie a censo e conoscenze”, dal quale viene fuori per l’ennesima volta tutta la contraddizione Sua e di “Avvenire”, nonché viene confermato il carattere “criminale”, almeno a livello etico, del Suo comportamento nei miei confronti e del mio caso.

INIZIO ARTICOLO:

”Curricula chilometrici, studi eccellenti e impegno costante: per sei italiani su dieci non servono a nulla. O quasi. Ciò che conta per arrivare ai piani alti di uffici e società, infatti, è ben altro: le risorse economiche di cui si dispone (23%), le relazioni politiche (23%) e, senza dubbio, LE RELAZIONI PERSONALI (8%). Insomma, se non hai il portafoglio pieno e angeli custodi dalle ali d’oro, è difficile diventare qualcuno. A mettere nero su bianco questo scenario è l’indagine “Oligarchie e ceti deboli” condotta dal Censis e presentata ieri nell’ambito della rassegna “Un mese di sociale”. Ma, per fortuna, c’è ancora chi crede (il 39% degli intervistati) che chi se lo merita davvero, va avanti comunque. Come? Con le arimi più tradizionali e, forse, ormai obsolete, ovvero: preparazione e competenza professionali (30,3%), GRINYTA E DETERMINAZIONE (8,6%). Lo scopo dell’indagine realizzata dal Censis, però, era anche un altro: CAPIRE CHI, SECONDO GLI ITALIANI, COMANDA DAVVERO IL PAESE. Anche su questo punto i cittadini italiani non hanno alcun dubbio: A CONTENDERSI IL PRIMATO SONO le elite economico-finanziarie (38,7%) e quelle partitiche (35%). UN GRADINO PIU’ IN BASSO, INVECE, C’E’ UNA NOVITA’: GIORNALISTI e magistrati. NELLA PIRAMIDE DEI POTERI FORTI SPUNTANO INFATTI QUESTE DUE NUOVE CATEGORIE, RISPETTIVAMENTE PER IL 25,8% E PER IL 17,6% DEGLII NTERVISTATI. Solo per un esiguo 5%, invece, sono i dirigenti sindacali e associativi ad avere in mano lo scettro del potere. Per non parlare di tecnici e grandi esperti, “votati” solo dal 2,1% degli italiani. Quindi, a quanto pare, tutto torna: A COMANDARE LA SOCIETA’ ITALIANA NON SONO I “CERVELLI”. Ciò, conclude il Censis, testimonierebbe la “percezione diffusa del carattere tutt’altro che meritocratico della mobilità verticale negli assetti di potere”. Se poi a tutto questo si aggiunge “l’abbassamento della mobilità sociale” di cui ha parlato il segretario generale del Censis, Giuseppe De Rita, va a finire che LA SOCIETA’ DIVENTA “UN TRIANGOLO – ha concluso il direttore del Censis Giuseppe Roma – I CUI VERTICI SONO DENARO, POTERE E VISIBILITA’ MEDIATICA” “.

FINE ARTICOLO.

Alla luce di quanto sopra si ha, pertanto, che ”i giornalisti” (e quindi i giornali ed i loro direttori, nonché i proprietari degli stessi), comandano in maniera così iniqua e criminale per un quarto ed oltre, in Italia.

Il sottoscritto quale inventore del “Blind”, caro direttore Boffo, era più che meritevole di riuscire, di “arrivare”, come voi scrivete: ciò nonostante, Lei ed “Avvenire”, nonché tutti i mezzi d’informazione cattolici in generale gli avete messo i bastoni tra le ruote, e lo avete boicottato fino al punto di soffocarlo, e di soffocare l’idea che lo stesso portava avanti, e continua indefessamente a portare, per una questione di democrazia, libertà e giustizia mediatiche.

Lei, dottor Boffo, ed “Avvenire”, nonché tutti i mezzi d’informazione cattolici, vi siete pertanto adeguati, nella fattispecie, al comportamento messo in atto dal “sistema” di chi comanda, relativamente alle idee che non fanno comodo al potere (vedi al mondo della pubblicità). Si ha pertanto che la voce dei cattolici e dei Vescovi italiani, nonché la voce di tutti i cattolici in generale, si identifica con la voce, criminale, del denaro, del potere e della visibilità mediatica. Sono stato da Lei oscurato perché il “Blind” è da considerarsi pericoloso, per gli interessi pubblicitari televisivi.

Per la prima volta la presente viene inviata, per conoscenza, anche a Sua Eminenza Cardinale Tarcisio Bertone, nella sua futura carica di Segretario di Stato del Vaticano, al quale il sottoscritto aveva già scritto oltre due anni fa, chiedendo di essere da lui ascoltato. Non mi è mai arrivata risposta a riguardo, pur se a suo tempo più che assicurato dalla sua segreteria personale, sicuramente a causa dei suoi troppi impegni; auspico che Sua Eminenza si interessi urgentissimamente di tale gravissimo caso che mi vede ridotto ad un fantasma, del tutto inesistente. Chiedo a Sua Eminenza di ragguagliarsi riguardo detto inquietantissimo caso che mi vede scrivere al dottor Boffo, nonché per conoscenza ed anche direttamente ai vertici della Chiesa e del Vaticano, da almeno sei anni, sempre senza alcuna risposta, né da parte del dottor Boffo né dei destinatari per conoscenza, gli stessi ai quali la presente viene inviata.

Distinti saluti.

Mario Samarughi

ALLEGATO: articolo sopra citato.

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  • 2 weeks later...

La Tv solo ascoltata e non guardata. Fiorello elogiato dagli Usa, boicottato dall'Italia. Ed io, che lo vado a dire da dieci anni, ridotto ad un fantasma. Tirate voi le conclusioni. E' cosa buona e bella nascondere ilmio caso?

Intanto per quanto mi riguarda continuo imperterrito a mettere di fronte alle propore pesantissime responsabilità e contraddizioni il dottor Dino Boffo, direttore di "Avvenire".

Fax di no. 7 fogli

Il 4 luglio 2006

Egregio dottor Dino Boffo

Direttore di “Avvenire”

fax: 02.678.0502

p.c. Sua santità Papa Benedetto XVI

p.c. Per i seguenti Cardinali:

Loro Eminenze cardinali Angelo Sodano, Camillo Ruini, Giovanni Battista Re,

Raffaele Martino, Paul Poupard, Dionigi tettamanzi, Angelo Scola, Ersilio Tonini,

Ennio Antonelli; Caffarra.

p.c. Per i seguenti Monsignori:

Loro Eccellenze Monsignori John P. Foley, Claudio Giuliodori, Gianfranco Ravasi, Francesco Cacucci, Angelo Comastri.

Egregio dottor Boffo,

mi riferisco all’articolo su “Avvenire” del 30.06.06, pag. 26, dal titolo “Il successo di Fiorello sui giornali Usa”, notizia pubblicata anche dal “Corriere della Sera” stesso giorno, dal titolo “Viva Radio-2 elogiato anche in Usa”.

INIZIO ARTICOLO SU “AVVENIRE”:

“Il successo di Fiorello con “Viva Radio-2” travalica i confini italiani e approda negli States grazie all’”International Herald tribune”: un lungo articolo descrive nel dettaglio la trasmissione condotta dalla premiata ditta Fiorello e Baldini, ne testimonia la straordinaria popolarità raggiunta e traccia un profilo dello show-man più famoso d’Italia. “Fiorello ha dato un respiro nuovo ad un vecchio media” dice il giornale intervistando lo stesso shoman, incredulo dell’attenzione internazionale”.

FINE ARTICOLO

Il Corriere della Sera va di pari passo.

E’ notizia di questi giorni che Fiorello ha intenzione di portare il suddetto programma radiofonico in televisione, al Teatro delle Vittorie. La televisione che diventa la radio: praticamente sarebbe sostanzialmente il “Blind”. D’altronde Fiorello fece proprio il “Blind” per circa una trentina di secondi in seno alla sua trasmissione televisiva “Stasera pago io”, nel lobbistico, vergognoso silenzio generale dei mezzi d’informazione, tutti, ivi compreso “Avvenire”.

Assistiamo adesso al tentativo di boicottare Fiorello, cercando di convincerlo a desistere da detta sua intenzione, che chiaramente non farebbe comodo alla lobby della pubblicità ed alle emittenti televisive, ivi compresa la Rai in quanto in tal caso equivarrebbe alla consacrazione dell’idea del “Blind”.Ed il modo migliore per boicottare un’idea è quello di renderla dozzinale e di inflazionarla

Spuntano pertanto dalla sera alla mattina programmi che copiano l’idea accompagnati dalle critiche più feroci nei confronti di Fiorello, e di detta sua intenzione, da parte dei guru dell’informazione televisiva.

Si vedano a tal riguardo due articoli, ambedue sul “Corriere della Sera”, rispettivamente del 25 e del 28 giugno scorsi, ambedue a firma di Aldo Grasso. Cominiciamo dal secondo, quello del 28, dal titolo “La mattina in TV copia la radio”.

INIZIO ARTICOLO SUL “CORRIERE” “LA MATTINA IN TV COPIA LA RADIO”, DI ALDO GRASSO:

“ “Matinée”, … è la rappresentazione che rompe la consuetudine delle ore serali per offrirsi fuori orario, meglio se al mattino….”Matinée la TV che si ascolta (Rai-2, dal lunedì al venerdì, ore 11), è forse l’unico esperimento che la Rai tenta d’estate..L’idea di fondo è di sfruttare l’effetto Fiorello. Non si è forse scritto che la vera novità televisiva dell’anno è un programma radiofonico?…Detto fatto, Marco Giusti, Max Giusti, Paolo Mariconda, Luca Rea e fabio Di Iorio hanno pensato di “ricostruire in diretta tv il mondo e gli umori della radio…”.

FINE ARTICOLO

Faccio presente che sono dieci anni e passa che vado illustrando il “Blind” dicendo che lo stesso permette di “ascoltare la TV e solo di ascoltarla, alla stregua di una radio”. Adesso siamo arrivati persino a fare dei programmi in tal senso, con il sottoscritto che continua ad essere considerato un fantasma, in primis da Lei, dottor Boffo.

Passiamo ora a quello precedente, del 25 giugno, articolo sempre sul “Corriere della Sera”, pag. 37, dal titolo “MA LA TV PUO’ COPIARE LA RADIO?”.

INIZIO ARTICOLO DI ALDO GRASSO “MA LA TV PUO’ COPIARE LA RADIO?”

“…..Il Presidente della Rai Claudio Petruccioli ha solennemente annunciato che Sanremo sarà affidato a Pippo Baudo e per non lasciare adito a dubbi ha fatto venire a Cannes la Hunziker, che però lavora a mezzo servizio con Mediaset. Poi ha annunciato il ritorno di Michele Santoro (anche lui presente alla festa, non si sa mai, che non si ricordino più della sua faccia..). Poi ha annunciato che ha parlato con Roberto Benigni e con FIORELLO. Con il primo ha auspicato un matrimonio di lunga durata, CON IL SECONDO HA PROSPETTATO L’IDEA DI PORTARE AL TEATRO DELLE VITTORIE “VIVA RADIO2”. TANTI AUGURI, SIGNOR PRESIDENTE, MA SE FIORELLO PORTA IN TEATRO IL SUO PROGRAMMA RADIOFONICO E’ UN PAZZO (NEL MOMENTO IN CUI FIORISCONO I TENTATIVI DI IMITAZIONE…”.

FINE ARTICOLO DI ALDO GRASSO

E perché sarebbe uin pazzo, Fiorello? Non viene spiegato sufficientemente, da Grasso. Per gli americani, al contrario, Fiorello è un grande innovatore. Sembrerebbe quindi un messaggio cifrato, come dire: non ti ci provare che ti bruci.

Il “Blind” non s’ha da fare, fu decretato dieci anni fa, e continua ad esserlo.

E Lei, dottor Boffo, continua a starsene zitto. A fare orecchio da mercante, il massimo della vergogna! Che lo , ancora una , tutti i vertici della Chiesa e del Vaticano, anche loro del tutto silenti ed inerti. Che bell’esempio, per le famiglie! Non bastano le omissioni messe in atto dalla informazione cattolica, ci si mettono anche i silenzi di coloro che dovrebbero vigilare su di essa. Omissioni e silenzi che riducono una persona ad un fantasma, insomma lo annientano pur senza eliminarlo fisicamente. E da chi viene messa in atto una cosa simile?

Lascio a chi mi legge di tirare le conclusioni.

Mario Samarughi

P.S. segnalo inoltre articolo su “Avvenire” del 27.06.06 dal titolo “Corecom: sul satellite pornografia a ogni ora”.

INIZIO ARTICOLO:

”C’è troppa pornografia sulle tv satellitari durante le fasce protette. L’allarme è stato lanciato dal Corecom della Valle d’Aosta, che ha la delega per la tutela dei minori nel sistema radiotelevisivo..I canali satellitari che non necessitano di abbonamento trasmettono immagini pornografiche in chiaro per tutte le 24 ore e sono facilmente accessibili da chiunque. Quelli invece ad accesso condizionato facevano cadere il criptaggio dopo 10-15 minuti di trasmissione di film hard rendendoli così visibili anche a chi non avevala carta per l’accesso. Dalla ricerca infine emerge che sono in continuo aumento i canali satellitari che trasmettono immagini porno nelle fasce protette pubblicizzando numeri telefonici a pagamento. Della questione si sta interessando anche la guardia di finanza”.

FINE ARTICOLO.

Anche a tal riguardo, mi limito a lasciare a chi mi legge di trarre le debite conclusioni.

ALLEGATO:

- Articolo su “Avvenire” del 30.06.06 “Il successo di Fiorello sui giornali Usa”;

- articolo su “Il Corriere della Sera” del 30.06.06 “Viva Radio2 elogiato anche in Usa”;

- articolo su “Il Corriere della Sera” del 28.06.06 “La mattina in TV copia la radio”;

- articolo su “Il Corriere della Sera” del 25.06.06 “Ma la TV può copiare la radio?”.

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“ANCHE NELLA NOSTRA SOCIETA’ CHI VUOLE SERVIRE LA VERITA’ INCONTRA DIFFICOLTA’ E CONTRASTI, CHE CERTO NON TENDONO A SOPPRIMERLO IN MODO VIOLENTO, CERCANO PERO’ DI EMARGINARLO E SCREDITARLO". Firmato Card. Ennio Antonelli. Boffo ne avrebbe ben d'onde, per dimettersi.

Fax di no. 3 fogli URGENTISSIMO

Il 4 luglio 2006 (seconda lettera del giorno)

Egregio dottor :

Dino Boffo

Direttore di “Avvenire”

Fax: 02.678.0502

p.c. Sua santità Papa Benedetto XVI p.c. Sua Em.za Card. Ennio Antonelli

p.c. Per i seguenti Cardinali:

Loro Eminenze cardinali Angelo Sodano, Camillo Ruini, Giovanni Battista Re,

Raffaele Martino, Paul Poupard, Dionigi tettamanzi, Angelo Scola, Ersilio Tonini,

Ennio Antonelli; Caffarra.

p.c. Per i seguenti Monsignori:

Loro Eccellenze Monsignori John P. Foley, Claudio Giuliodori, Gianfranco Ravasi, Francesco Cacucci, Angelo Comastri.

Egregio dottor Boffo,

a totale conferma della mia di oggi 4 luglio 2006, di no. 7 fogli, riguardante la questione Fiorello, e di quanto da me denunciato nella stessa, tengo qui a riportare articolo pubblicato su “Avvenire” del 25 giugno 2006, pag. 23, dal titolo “Antonelli: “Contro relativismo e scetticismo il coraggio di affermare UNA VERITA’ SENZA SCONTI”.

INIZIO ARTICOLO SUDDETTO:

”San Giovanni e la verità: il rapporto tra verità e società, tra verità e democrazia. Questi i temi affrontati durante l’omelia del Cardinale Ennio Antonelli, ieri in Santa Maria del Fiore, nel corso della Messa solenne per la festa del patrono di Firenze. La predicazione del Battista, a giudizio dell’arcivescovo, “impressionava per l’ardente passione, PER LA SCHIETTEZZA E IL CORAGGIO CON CUI SAPEVA DIRE A TUTTI LA VERITA’”. E PER QUESTO “SI SCONTRAVA DURAMENTE CON GLI INTERESSI EGOISTICI E CON IL POTERE”. Ma “ANCHE NELLA NOSTRA SOCIETA’ CHI VUOLE SERVIRE LA VERITA’ INCONTRA DIFFICOLTA’ E CONTRASTI, CHE CERTO NON TENDONO A SOPPRIMERLO IN MODO VIOLENTO, CERCANO PERO’ DI EMARGINARLO E SCREDITARLO. E’ diffuso un clima di relativismo e di scetticismo. C’è carenza di forti convinzioni sui grandi temi che riguardano Dio e l’uomo, il senso della vita, i valori E LE NORME ETICHE. NON SI HA FIDUCIA DI POTER RAGGIUNGERE LA VERITA’, ma solo opinioni e opzioni soggettive. Anzi, SPESSO SI RINUNCIA ALLA RICERCA STESSA: non ci si pongono più le grandi domande; SI VIVE NELL’INDIFFERENZA E NEL CONSUMISMO, SECONDO GLI INTERESSI IMMEDIATI, LE EMOZIONI E LE SENSAZIONI DEL MOMENTO”. “NON INTERESSA LA VERITA’, MA IL POTERE”, ha sottolineato con forza Antonelli. E si ritiene persino LA VERITA’ “UN PERICOLO PER LA DEMOCRAZIA”. Ma “SE SI RINUNCIA ALLA VERITA’, SI FINISCE NELL’INCOMUNICABILITA’, MASCHERATA MAGARI DI TOLLERANZA, E SI FRANTUMA LA SOCIETA’. SE VENGONO MENO LE CONVINZIONI, GLI IDEALI E I VALORI CONDIVISI, NON BASTANO CERTO LE LEGGI a garantire la pacifica convivenza civile. SENZA LA MORALITA’ NON SI REGGE NEPPURE LA LEGALITA’. L LIBERISMO ETICO MINA LE FONDAMENTA ANCHE DEL SOLIDARISMO SOCIOECONOMICO E IMPEDISCE DI MOTIVARLO RAZIONALMENTE. ILA DEMOCRAZIA NON PUO’ RIDURSI A UN INSIEME DI PROCEDURA O ALLE REGOLE STABILITE DI VOLTA IN VOLTA DALLA MAGGIORANZA. SAREBBE UN CADAVERE SENZ’ANIMA”. Così dunque il cardinale Antonelli. L’Arcivescovo di Firenze, come vuole la consuetudine, si è rivolto, con l’omelia di ieri, alla città e alle pubbliche istituzioni il cui compito è quello di “SERVIRE LA SOCIETA’ CIVILE E QUINDI SOLLECITARE E FAVORIRE L’APPORTO DEI CITTADINI E DELLE LORO FORMAZIONI SOCIALI AL BENE COMUNE, TUTELARE LA LORO LIBERTA’ DI PENSIERO E IL LORO CONTRIBUTO ALLA LIBERA FORMAZIONE DELL’OPINIONE PUBBLICA…”.

FINE ARTICOLO

“EMARGINARLO E SCREDITARLO”!!! Ecco, dottor Boffo, questa omelia, del Cardinale Antonelli, sembra scritta proprio per Lei E PER IL Suo comportamento nei miei confronti.

Personaggi più illustri di Lei decisero, nel passato, di dimettersi dalle loro cariche per molto meno, gesto dettato da quel senso di dignità che naturalmente serbavano in loro: non è questo, evidentemente, il Suo caso. Di dimettersi ne avrebbe, comunque, ben d’onde.Distinti saluti.

Mario Samarughi

ALLEGATO: articolo sopra riportato.

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QUESTA MIA LA INDIRIZZO SOLO A VOI, E NON ANCHE, COME DI SEMPRE, AL DOTTOR BOFFO, E CIO' IN QUANTO LO RITENGO INUTILE, TANTO LA SFINGE FA FINTA DI NIENTE. MA NON DEMORDERO', STIATE PUR CERTI. OGGI PERO' GLI VOGLIO DARE QUESTO SCHIAFFO MORALE, FARGLI CAPIRE (PERCHE' SONO SICURO CHE MI LEGGE) CHE NON MERITA CONSIDERAZIONE ALCUNA. MA CONTINUERO' A SCRIVERGLI, COMUNQUE. OGGI PROPRIO NON MI VA. RIPOSO DALLE SILENTI INFAMIE, ALMENO PER UN GIORNO.

Una decina di giorni fa “Avvenire” pubblicava sul proprio inserto bisettimanale per bambini “Popotus”, articolo dal titolo “La TV con il biberon”, di cui a mia mail postata in seno al presente topic nella quale detto articolo è stato da me interamente riportato. Si informava sull’ultima novità televisiva, per neonati, chiamata “Baby First TV”, ovvero sulla baby Tv satellitare con programmi 24 ore su 24, che “potrebbe arrivare in Italia nelle prossime settimane direttamente dall’America”. Nulla però veniva pubblicato, a riguardo, sul quotidiano “Avvenire”, solamente su “Popotus”, come se detta notizia riguardasse solamente i bambini, e non gli Italiani tutti, anche coloro che non hanno figli. Comunque, lo spazio dedicato a detto articolo era di cm. 11x18. Orbene, a distanza di dieci giorni viene ora pubblicato sul quotidiano “Avvenire” di oggi 5 luglio 2006, pag. Agorà, il seguente trafiletto dal titolo “Anche in Italia la TV per bebè”.

INIZIO MISERO TRAFILETTO, DI CM. 4X5:

“Come se non fossero già abbastanza teledipendenti, i nostri bambini. Ma non c’è limite: sulla scorta dell’americana “Baby First TV”, ECCO SBARCARE ANCHE IN ITALIA la prima TV satellitare per bebè, con programmi studiati per un pubblico da zero a 24 mesi. L’ESORDIO E’ PREVISTO PER QUESTO MESE. Ninne nanne, storie, canzoni e cartoni animati A OLTRANZA, 24 ORE SU 24. L’Associazioni Italiana Genitori (“AGE”) lancia l’allarme: “Speculazioni di mercato dai rischi imprevedibili per lo sviluppo del bambino”:

FINE TRAFILETTO.

Sottolineo: lo spazio dedicato da “Avvenire” a detta notizia è di soli cm. 4x5 (quattro per cinque)!!!

Assolutamente nulla, a riguardo, sul “Corriere della Sera”, né dieci giorni fa nè oggi. Si ha pertanto che una tale notizia, di grandissima importanza per i nostri figli, viene data praticamente solo dalla stampa cattolica (mi giocherei un braccio se i restanti due quotidiani italiani concorrenziali con il Corriere della Sera l’avessero riportata), e come viene data? Alla chetichella, o con la sordina, come preferite: prima il direttore di “Avvenire” decide di “nasconderla pubblicandola solo su “Popotus”, poi la dà, sì sul quotidiano stesso, ma solo in mini-formato (4x5!!!). E poi si dice che le lobbies non esistono!

Che queste esistano, eccome, lo ha d’altrobnde dichiarato ai giudici un certo Luciano Moggi (vi dice niente?). Vedi trafiletto su “Avvenire” del 30.06.06 pag. 13, dal titolo “Moggi: “La cupola non esiste, ma le lobby sì”.

E già che ci sono, tengo qui a riportare trafiletto su “Avvenire” del 18.06.06, pag. 27, dal titolo “Sos in Usa: i bambini davanti alla tivù 4 ore al giorno”:

INIZIO TRAFILETTO:

“Gli Stati Uniti guidano la classifica del consumo televisivo quotidiano: l’americano medio passa quattro ore al giorno davanti al televisore. I bambini americani dedicano più tempo alla televisione di quanto non ne dedichino a qualsiasi altra occupazione. …Negli Stati Uniti i bambini tra i 2 ed i 5 anni passano 25 ore la settimana e 54 giorni l’anno davanti alla TV; tra i 6 e gli 11 anni passano 23 ore la settimana e 50 giorni all’anno; dopo gli 11 anni passano 22 ore settimanali e 48 giorni all’anno. I DATI RIGUARDANTI L’ITALIA NON SONO MOLTO DIVERSI. Secondo un’indagine europea condotta da Eurodata TV, a cui aderiscono le società di rilevazione d’ascolto televisivo nazionali (per l’Italia AGB ITALIA e AUDITEL), GLI ITALIANI SONO AL TERZO POSTO COME CONSUMATORI DI TELEVISIONE IN EUROPA, preceduti solo da inglesi e spagnoli; PIU’ DI TRE ORE AL GIORNO. Per quanto riguarda il comportamento di bambini e ragazzi, sono interessanti i dati di uno studio condotto da psicologi dell’Università La Sapienza di Roma, tra i bambini di 8-11 anni: un bambino su 4 guarda la TV al pomeriggio prima delle ore 17; uno su due la guarda al pomeriggio tra le 17 e le 19.30; Secondo i dati Auditel, in Italia i bambini e ragazzi (tra i 4 ed i 14 anni) TRASCORRONO OGNI GIORNO CIRCA 2 ORE E MEZZA DAVANTI AL TELEVISORE. IL 18,7% (diciotto virgola sette percento) DEI BAMBINI SUPERA PERO’ LA MEDIA NAZIONALE, ARRIVANDO A GUARDARE LA TV PER CIRCA 5-6 ORE AL GIORNO (CINQUE/SEI ORE AL GIORNO), E IL 3,5% (TRE virgola CINQUE PERCENTO) ARRIVA ADDIRITTURA A SETTE ORE. E’ interessante anche sottolineare che il maggior numero di bambini e ragazzi (sempre tra i 4 ed i 14 anni) che guarda la TV lo fa nella fascia oraria compresa tra le 20 e le 22.30”. Firmato A.Cal.”.

FINE TRAFILETTO.

Si ha pertanto che praticamente UN QUINTO dei bambini e ragazzi italiani tra i 4 ed i 14 anni guarda la TV per 5-6 ore al giorno (cinque/sei ore al giorno!!!). Allucinante.

A voi di trarre le dovute conclusioni. Io mi sono stancato di trarle, tanto non vi è alcuna rispondenza, e continuo a rimanere solo in questa mia lotta.

Termino la presente riportando interamente articolo editoriale di grandissima importanza, pubblicato sempre su “Avvenire”, del 30.06.06, pag. Agorà, dal titolo “In Italia tutte le volgarità portano alla TV”, di Daniele Piccini.

INIZIO ARTICOLO:

“E’ un Paese a suo modo meraviglioso, il nostro. Prescindiamo dal merito, dai meriti, come si deve fare per discorsi di metodo. E prendiamo il caso di un lettore che si imbatta, un giorno sì e un giorno no, su grandi quotidiani nazionali, in verbali di intercettazioni. Questo ipotetico lettore, magari stanco di radio private e di reality, dove si parla peggio di come si mangia, trova invece nel suo quotidiano un esempio di presa diretta, rispetto a cui anche i reality, le inchieste giornalistiche (queste estinte), i programmi più andanti, mostrano la corda. Nelle intercettazioni sì che si parla male davvero, con i puntini a sottolineare, se possibile, le sane e sacrosante spezie della parolaccia. E’ un Paese meraviglioso quello che si vede, un giorno sì e uno no, come in uno specchio in questi avvincenti intrighi di denaro, di sesso a pagamento, di affari e affarucci. SOPRATTUTTO E’ AFFASCINANTE COME IN OGNI VICENDA LE LINEE CONVERGANO VERSO LO STESSO PUNTO DI FUGA, CHE SI CHIAMA TELEVISIONE. DI SOLITO TELEVISIONE PUBBLICA. QUALUNQUE CENTRO DI POTERE HA COME SUO TERMINALE LA “GRANDE MAMMA”. Moggi costruisce un ipotetico sistema di potere che controlla i risultati delle partite di calcio? Ad obbedire ai suoi desiderata spuntano MOVIOLISTI E COMMENTATORI. E naturalmente ad essere cacciati dal perimetro magico del VIDEO, saranno gli opinionisti DOTATI DI SPINA DORSALE. Si parla di associazioni delle slot machines truccate, con biglietto da visita reale? Basta frugare un po’ tra le chiacchiere degli intercettati di turno ed ecco spuntare raccomandazioni per vallette, accordi per SALOTTI TELEVISIVI, richieste d’aiuto perché un programma sta per involarsi verso l’amichetto del direttore (di rete o che altro). E’ un istruttivo labirinto quello in cui, il lettore ipotetico di cui sopra, si perde. SI’, PERCHE’ LA TV, DI SOLITO PUBBLICA (QUELLA PAGATA ANCHE COL CANONE), E’ ALLA FINE O E’ ALL’INIZIO DI QUESTO MODO DI INTENDERE I RAPPORTI,IL LINGUAGGIO, LA CULTURA “AMBIENTALE”. E’ L’OGGETTO AMBITO DEL POTERE E LO SPECCHIO DEI NOSTRI COMPORTAMENTI PIU’ DEGRADATI, O IMN QUALCHE MODO E’ LA SCATURIGINE, IL MODELLO DI TUTTO QUELLO CHE IL REALITY DELL’INTERCETTAZIONE CI SQUADERNA DAVANTI? NESSUNA POLITICA, NESUSNA GIUSTIZIA RIUSCIRA’ MAI A GUARIRE UN ORGANISMO NAZIONALE COSì PIENO DI VELENO COME QUELLO CHE “LEGGIAMO” OGNI GIORNO,. NESSUNA INIZIATIVA DI PULIZIA, NESSUNA MORALE E MEN CHE MAI MORALISMO. SOLO UNA RIVOLUZIONE CULTURALE. A PARTIRE DA UNA TELEVISIONE PUBBLICA CHE SIA TALE, CHE PARLI NON DI COME SIAMO SCONCIAMENTE DIVENTATI, MA DI COME SIPUO’ ESSERE ALTRIMENTI (facendo da esempio a quella commerciale). C’E’ UNA PROPOSTA DI LEGGE POPOLARE SULLA RIFORMA DELLA RAI, DA SOTTRARRE FINALMENTE AI PARTITI, DA RESTITUIRE ALLA MERITOCRAZIA, AI CONTENUTI. I GIORNALI PRODIGHI DI INTERCETTAZIONI NE PARLANO POCO, POCHISSIOMO. FORSE CHE A MOLTI POTERI, PICCOLI E GRANDI, QUESTA ITALIA DELLA MELMA, DEGLI SCANDALETTI, DELL’OVERDOSE DA VELENO VADA BENE, COSI’ COM’E’? CHE CI SGUAZZINO DENTRO BENISSIMO?”.

FINE ARTICOLO.

Lascio a voi di trarre le dovute conclusioni. Che la TV fosse la “Grande Mamma” io lo capii già dieci anni fa, e per questo realizzai il “Blind”. Ma, almeno per il silenzio di tutti voi, sembra che agli psicologi interessi solamente la mamma edipica, quella classica, freudiana, che si studia sui libri di università, le nostre mamme, una per una, e non anche la mamma di massa, quella appunto televisiva. Altrimenti vi sareste fatti vivi, con me. Sono trascorsi già 15 mesi,da quando intrapresi questo mio topic sul Blind, e non avete reagito, se non sporadicamente. E intanto l’Italia sta crollando.

Mario Samarughi

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Ma il tasto blind è qualcosa di simile al tasto off? Quello già c'è,

ma serve solo se lo si usa...

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