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Ansia e paura di tutto


RobertoM03

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Buongiorno a tutti, sono un ragazzo di 34 anni che da qualche mese vive un periodo di inferno a causa di ansie che mi limitano nelle cose di tutti i giorni.
Premetto che in tutta la vita non ho mai subito traumi, il contesto familiare è genuino e vado d accordo con i miei genitori e mia sorella. 
Ho ricevuto un educazione normale e sono sempre stato libero. 
Da sempre ho questa grande concentrazione sul mio corpo che scatena pensieri e fobie di ogni tipo. 
A 7 anni ricordo di che mi andò di traverso un boccone ed ebbi paura di deglutire per 2 settimane, tutto risolto da solo. 
A 15 a seguito di una vacanza un po stressante tornai a casa e cominciai a derealizzare, anche qui due settimane e poi tutto risolto. 
A 20 invece sono cominciati gli attacchi sul respiro, mi ci sono concentrato un giorno e da lì venivano con la frequenza di una volta o due  l anno.
Qualche mese fa il calvario, ho venduto casa mia (vivevo da solo da 5 anni) e sono tornato dai miei, gli attacchi di fiato son venuti una volta al giorno, breve durata ma c erano, ho cominciato a perdere le forze e le gambe mi cedevano in pubblico tanto è vero che ora ho la costante paura sia del respiro che di stare in piedi perché mi sento come di poter perder le forze da un momento all altro.
Inoltre è tornata la derealizzazione h24 così come un mal di stomaco assurdo. 
Non vivo più, avevo cominciato un percorso psicologico ma è lontano da casa e ora non uso nemmeno più l auto e con la paura di camminare nemmeno i mezzi. 
Sono sotto farmaci da un paio di giorni e pure in malattia dal lavoro da ieri. 
Non so più che fare, la cosa che mi ha distrutto di più è quella della paura di stare in piedi e la derealizzazione. 
Tante cose che avvenivano in automatico e davo per scontato, ora sembrano impossibili. 
In ogni momento è come se mi si potesse staccare la spina da un momento all altro. 
Inoltre stavo cominciando a fare delle analisi ma ho avuto le forze solo di fare quelle del sangue che sono comunque nella norma. 
I miei sono comprensivi ma ad esempio su questo la vedono come una febbre che si risolve in qualche giorno, vorrei essere lontano e non dargli sofferenze perché vedo che si preoccupano sempre di più. 
È anche vero che è l inizio della crisi ma ho paura di tutto, di perdere il lavoro, che i miei genitori stiano male per me. Per come la vedo io, una persona che arriva ad avere certe paure come è possibile che le possa annientare? Le sento corporalmente, di stare in piedi sto in piedi ma son lì che mi chiedo come e possibile e se sono in pubblico come ad esempio ieri in farmacia, prima o poi mi sale o ansia. 
Grazie per l ascolto. 

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Ciao Roberto,

ho letto più volte ciò che hai voluto condividere del tuo disagio, sono una persona comune, che in passato ha risolto diversi problemi con la terapia, e in più cicli, quindi posso solo scrivere le sensazioni e i pensieri che il tuo scritto ha suscitato in me.

Da come scrivi mi verrebbe da pensare che tu abbia chiuso tutte le porte per un eventuale aiuto, ma potrei sbagliarmi. Infatti per me la distanza potrebbe non essere un motivo valido per non andare dallo psicologo. Se riconosci che ti potrebbe davvero aiutare potresti farti accompagnare, anche da i tuoi genitori, perchè no. Chiedi e ti sarà dato dice la bibbia, non sono credente ma questa cosa è dentro di me, come il cercare e come il bussare. Tu hai scritto quì, è comunque una richiesta di comprensione, ma non sai quando e quanto aiuto otterrai. Mi sembra una situazione acuta la tua, poi magari scemerà e te lo auguro.

Spero che i farmaci, immagino ansiolitici, te li abbia dati il tuo medico di base, quì e ora, sarebbe la persona più vicina che dovrebbe darti il primo aiuto se in famiglia non pensi di poterti confidare come vorresti. 

In passato mi aiutò molto scrivere, mi veniva indicato in terapia di farlo, ma è una cosa che secondo me può aiutare anche te, ti esprimi con facilità.

Metterei nero su bianco le cose che credi ti possano accadere, quelle che temi in questa fase acuta, anche le più assurde,  e poi scrivere punto per punto quanto sia probabile realisticamente che il timore diventi realtà. Richiede un pò di coraggio, ma magari potresti ottenere qualcosa riguardo alla valutazione. 

Un ultima cosa, non posso fare a meno di chiedermi se i tuoi cari genitori siano molto anziani, in tal caso ti darei ragione del fatto che non vuoi recare preoccupazione. Se così non è, sii più paziente con te stesso che ti trovi nella condizione di chiedere, se sei sincero e chiedi aiuto veramente loro saranno contenti di esserti vicini e collaborativi. Spesso i genitori sono superficiali quando si tratta di disturbi legati al disagio psicologico, ma non chiederei il loro parere, un aiuto a rendere possibile una cura si. A volte l'aiuto non può arrivare da noi stessi o dalla nostra famiglia che in parte, se ci fai caso, è responsabile nel bene e nel male di ciò che siamo, come la scuola, gli amici eccetera...

Ti lascio con una domanda, rispondi solo se vuoi. L'acutizzarsi  degli impedimenti fisici e interiori, pensi siano conseguenza del tuo ritorno a casa con i tuoi, o hanno fatto capolino prima di vendere la casa spingendoti consciamente o meno a ritornare in famiglia? 

 

Ciao, spero nel frattempo tu stia meglio di già

 

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